ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10659

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 592 del 10/11/2021
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 10/11/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROMANIELLO CRISTIAN MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 10/11/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 10/11/2021
Stato iter:
02/05/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/05/2022
CARTABIA MARTA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/05/2022

CONCLUSO IL 02/05/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10659
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Mercoledì 10 novembre 2021, seduta n. 592

   FRATOIANNI e ROMANIELLO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   un'inchiesta de La Repubblica pubblicata il 7 e 8 novembre 2021 solleva dubbi per la presenza di alcuni punti oscuri nell'indagine condotta dalla procura di Pavia e che vede coinvolto Massimo Adriatici, ex assessore della Lega che il 20 luglio 2021 ha sparato e ucciso a Voghera il 38enne magrebino Youns El Boussettaoui;

   innanzitutto, vi sarebbero diversi elementi non presi in considerazione dai pubblici ministeri nell'imputazione ovvero che Adriatici quella sera avrebbe pedinato la vittima per più di dieci minuti prima di ritrovarsi in piazza Meardi, dove l'ex assessore, dopo aver mostrato al giovane la pistola sul palmo della mano, gli avrebbe sparato al torace;

   un'altra anomalia è rappresentata dall'esecuzione dell'autopsia che è avvenuta ad appena dodici ore dalla morte e senza che fossero informati né i legali, né i familiari di Youns El Boussettaoui, nonostante la vittima fosse domiciliata presso il loro studio legale e i carabinieri di Voghera fossero a conoscenza dei recapiti del fratello di Youns per un'altra vicenda accaduta una settimana prima;

   alcuni episodi insoliti si sarebbero verificati anche nell'immediatezza dei fatti e riguardano il comportamento di Adriatici il quale è rimasto sulla scena del crimine per quasi un'ora dopo lo sparo, parlando al cellulare, inviando sms e, cosa ancor più grave, secondo i legali della famiglia della vittima, mentre i carabinieri svolgevano i rilievi all'interno dell'area recintata, Adriatici potrebbe aver manipolato la scena, conversando con i testimoni alla presenza dei Carabinieri;

   lo stesso Adriatici, dopo un breve colloquio con alcuni funzionari della scientifica, sarebbe andato via insieme ad un funzionario con la stessa auto con la quale quegli uomini della scientifica erano giunti sul posto;

   la Beretta di Adriatici era caricata con proiettili espansivi Winchester calibro 22 Long Rifle e nonostante dal 2008 tali munizioni siano state equiparate dalla Cassazione a munizioni di guerra per la loro potenzialità offensiva e che il loro uso bellico sia formalmente impedito da una convenzione internazionale, la procura non ha inteso contestare alcuna accusa sull'uso dei proiettili espansivi da parte di Adriatici;

   altra circostanza che, a parere dell'interrogante, meriterebbe un approfondimento riguarda i dubbi circa le modifiche del capo di imputazione ipotizzato inizialmente, che, da omicidio volontario, è stato modificato in eccesso colposo in legittima difesa, elemento che ha permesso all'ex assessore di tornare in libertà il 20 ottobre 2021 dopo tre mesi di arresi domiciliari;

   infine, occorre sottolineare un evento che non ha una rilevanza dal punto di vista delle indagini, ma che pone un serio problema di opportunità e riguarda la notizia della partecipazione del procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che sta indagando sull'omicidio di Youns El Boussettaoui, nell'ottobre 2020 ad un incontro elettorale della Lega a Legnano, in quel momento al ballottaggio;

   a parere dell'interrogante sono molteplici i dubbi che vengono proposti dall'inchiesta giornalistica di Repubblica sulla gestione della citata indagine da parte della procura di Pavia ed è necessario intervenire per chiarire ogni zona d'ombra in questa terribile vicenda anche per rispetto alla vittima e ai suoi familiari –:

   di quali ulteriori elementi sia a conoscenza la Ministra interrogata e se intenda promuovere iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari di cui in premessa, alla luce dei fatti e delle circostanze emerse dall'inchiesta giornalistica del quotidiano La Repubblica.
(4-10659)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 2 maggio 2022
nell'allegato B della seduta n. 685
4-10659
presentata da
FRATOIANNI Nicola

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, gli interroganti – dopo avere premesso che «...un'inchiesta de la Repubblica pubblicata il 7 e l'8 novembre 2021 solleva dubbi per la presenza di alcuni punti oscuri nell'indagine condotta dalla Procura di Pavia e che vede coinvolto Massimo Adriatici, ex assessore della Lega che il 20 luglio 2021 ha sparato e ucciso il 38enne magrebino Youns El Boussettaoui...» – domandano alla Ministra della giustizia «...di quali ulteriori elementi sia a conoscenza... e se intenda promuovere iniziative ispettive presso gli Uffici Giudiziari di cui in premessa, alla luce dei fatti e delle circostanze emerse dall'inchiesta giornalistica del quotidiano La Repubblica...».
  Al riguardo occorre immediatamente mettere in risalto che il procedimento penale avviato nei confronti dell'Adriatici Massimo in relazione all'episodio sopra tratteggiato pende nella fase delle indagini preliminari, caratterizzata dallo svolgimento di plurimi accertamenti istruttori, alcuni dei quali ancora in corso e coperti dal segreto investigativo.
  Venendo ai punti specificamente affrontati nell'atto di sindacato ispettivo, bisogna rilevare, con riferimento all'esame autoptico e in particolare all'omesso avviso del compimento dello stesso alle persone offese, che nell'immediatezza dei fatti i carabinieri di Voghera dapprima comunicavano al Pubblico Ministero procedente l'assenza di familiari della vittima in Italia, salvo rettificare siffatta circostanza in seguito alla presentazione spontanea di questi ultimi in caserma. Appreso ciò, la parte pubblica invitava senza ritardo le persone offese a partecipare con tecnici di loro fiducia alla redazione della consulenza autoptica.
  In relazione alla raccolta di informazioni testimoniali da persone con le quali l'Adriatici Massimo si era trattenuto sul luogo e nell'immediatezza dei fatti, si è provveduto, al fine di permettere una valutazione completa dell'attendibilità delle suddette persone, ad estrapolare da un video alcune frasi proferite in quel contesto; tali persone risultano poi essere state escusse più volte, anche in sede di incidente probatorio innanzi al Gip del tribunale di Pavia.
  Quanto alla conversazione tra l'Adriatici Massimo e alcuni funzionari di polizia giudiziaria chiamati ad effettuare i rilievi, essa ha avuto luogo subito dopo il fatto, ossia alle ore 23 circa del 20 luglio 2021, come da videoripresa acquisita, mentre il Pubblico Ministero di turno è stato avvisato dell'occorso alle ore 0.44 del 21 luglio 2021. Va in proposito chiarito che alle ore 23.11 del 20 luglio 2021 l'Adriatici Massimo, non ancora tratto in arresto, è stato condotto in caserma a bordo dell'autovettura dei carabinieri; il decesso dell'El Boussettaoui Youns è avvenuto alle successive ore 23.40 del 20 luglio 2021. Solo in seguito, come si è innanzi posto in evidenza, è stato avvisato il Pubblico Ministero di turno, il quale ha richiesto che i carabinieri di Pavia prestassero ausilio ai carabinieri di Voghera.
  Per quanto concerne il munizionamento utilizzato dall'Adriatici Massimo, deve essere ricordato che all'indagato è stato contestato il reato previsto e punito dall'articolo 4 della legge n. 895 del 1967 – porto di munizionamento da guerra –, anche se i primi accertamenti tecnici eseguiti sembrerebbero escludere la natura di munizioni da guerra dei proiettili in questione; sono comunque in corso ulteriori approfondimenti tecnici e istruttori.

  Infine, quanto alla circostanza del pedinamento dell'El Boussettaoui Youns ad opera dell'Adriatici Massimo, va segnalata che la stessa è stata riferita dall'indagato al Pubblico Ministero, e segnatamente al procuratore capo facente funzione, nell'interrogatorio del 21 luglio 2021. Il medesimo procuratore capo facente funzione, non coassegnatario del procedimento penale avviato nei confronti dell'Adriatici Massimo, ha precisato di avere partecipato in data 1° ottobre 2020 a un incontro (organizzato senza riferimenti ad alcun partito politico) sui temi della legalità, dell'antimafia e della trasparenza organizzato in Legnano nella Villa Sant'Uberto cui prendeva parte, tra gli altri, il candidato sindaco della lista civica «Toia Sindaco». In questa evenienza il procuratore capo facente funzione veniva invitato a riferire in merito alla sua pregressa esperienza di sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il tribunale di Milano – D. D. A. – durante la quale aveva svolto importanti indagini di criminalità organizzata in quel territorio (con peculiare riferimento alle infiltrazioni ivi della ‘ndrangheta e in particolare della ‘ndrina Farao Marincola di Ciro) ottenendo significativi risultati anche dal punto di vista dell'aggressione ai patrimoni di illecita provenienza.
  Ad ulteriore dimostrazione dell'impegno e dello scrupolo con i quali sono state condotte le indagini in relazione all'omicidio dell'El Boussettaoui Youns ad opera dell'Adriatici Massimo va ricordato che nel corso delle stesse: sono stati redatti 32 verbali di sommarie informazioni rese da 25 persone diverse; sono state estese dai carabinieri di Voghera 72 annotazioni di polizia giudiziaria; sono stati acquisiti i filmati di 13 diversi sistemi di videosorveglianza; sono state eseguite 6 consulenze tecniche, di cui 2 a norma dell'articolo 360 del codice di procedura penale inerenti accertamenti tecnici irripetibili rispettivamente di natura medico legale e tossicologica (consulenza collegiale) e balistica, e 4 ai sensi dell'articolo 359 del codice di procedura penale, di natura psichiatrica, neurologica, informatica e sulle dinamiche psicologiche dello sparo; è stato interrogato 2 volte l'indagato; sono stati escussi 2 testimoni in sede di incidente probatorio innanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pavia (in attesa di escutere un terzo testimone, rientrato nel frattempo nel Paese di origine).
  All'esito di questa complessa e articolata attività investigativa il Pubblico Ministero decideva di elevare contestazione nei confronti dell'Adriatici Massimo in relazione al reato di eccesso colposo in legittima difesa (articoli 52, 55 e 589 del codice penale), imputazione pienamente condivisa anche dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia.
  Ne discende, alla luce di tutti gli elementi sinora passati analiticamente in rassegna, che al momento non sembra possibile individuare spazi per l'avvio da parte di questo Dicastero di «...iniziative ispettive...» a carico dell'autorità giudiziaria di Pavia, in assenza di riscontrate anomalie nell'operato della stessa con riferimento alla vicenda indicata nell'atto di sindacato ispettivo.
  

La Ministra della giustizia: Marta Cartabia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inchiesta giudiziaria

delitto contro la persona

procedura penale