Legislatura: 17Seduta di annuncio: 439 del 10/06/2015
Primo firmatario: COSTANTINO CELESTE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 10/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2015 NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2015 DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2015 SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2015 BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2015 PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2015 MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2015
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 10/06/2015
COSTANTINO, RICCIATTI, NICCHI, DURANTI, SANNICANDRO, FRANCO BORDO, PIRAS e MARCON. —
Al Ministro della giustizia
. — Per sapere – premesso che:
con la circolare del 26 maggio 2015 il Ministero della giustizia, attraverso il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), istituisce sezioni destinate a detenuti che abbiano compiuto atti di aggressione nei confronti del personale che lavora nelle carceri;
nella circolare si legge che la decisione è stata presa per il «lieve» aumento degli episodi di aggressione nei confronti del personale penitenziario;
come anche spiega Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone, nell'articolo pubblicato il 2 giugno 2015 sul blog de L'Espresso «Libertà Civili», la decisione presa dal Ministero della Giustizia appare rischiosa in quanto rischia di stigmatizzare i detenuti ritenuti «violenti», creando così dei ghetti per i più violenti che comunque dovrebbero essere monitorati da personale penitenziario;
in seguito alla condanna subita con la sentenza della Corte europea dei diritti umani nel caso Torreggiani nel 2013, il Ministero della giustizia ha intrapreso dall'anno scorso un percorso di aumento delle ore di socialità dei detenuti perciò non più costretti all'ozio forzato nelle celle anguste, decisione che è stata non solo accolta favorevolmente dalle associazioni di detenuti e che si occupano di detenzione, ma hanno dato ottimi riscontri nell'abbassamento dei casi di recidiva e socializzazione, come ad esempio nel carcere di Bollate, un carcere «aperto», in cui «nei loro spostamenti interni al carcere non sono marcati a uomo ma possono circolare dentro i reparti con sufficiente libertà e vengono responsabilizzati nelle loro scelte» tant’è che ormai si parla di un vero e proprio «modello Bollate» –:
se il Ministro interrogato intenda rivedere la sua posizione rispetto alla creazione delle sezioni per detenuti violenti, in special modo all'interno della discussione pubblica che avverrà con gli stati generali sulla pena voluti dal Ministero stesso, occasione in cui si potrà discutere delle alternative a questa scelta, e se non ritenga di continuare a promuovere misure a sostegno della socialità dei detenuti che, oltre a contrastare la recidiva, non possono che favorire la rieducazione dei condannati, come prescritto dall'articolo 27 della Costituzione. (4-09405)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):personale carcerario
detenuto
diritti umani