Primo firmatario: Gruppo: CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO Data firma: 08/03/1995
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario
Gruppo
Data firma
FORZA ITALIA
03/08/1995
FORZA ITALIA
03/08/1995
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
MINISTERO DEL TESORO
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:
PRESENTATO IL 08/03/1995
Ai Ministri dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica e del tesoro. - Per sapere - premesso che: l'articolo 2 del decreto legge 23 febbraio 1995 n. 41, contenente "Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica e per l'occupazione delle aree depresse" prevede una riduzione del 3 per cento su tutti i fondi stanziati per le università statali ed analoga riduzione sui contributi per le università non statali; a livello nazionale, su uno stanziamento globale di 7.633 miliardi il taglio ammonta a circa 230 miliardi ed è particolarmente pesante in quanto, mentre per tutti gli altri Ministeri si escludono gli stipendi e le retribuzioni, per l'università la decurtazione riguarda tutti i capitoli di spesa; con parziale autonomia assegnata dalla legge finanziaria del 1993 alle università tutti i precedenti stanziamenti sono confluiti in un'unica voce "di funzionamento", incorporando quindi anche la spesa per il personale e che la situazione è destinata a protrarsi nel tempo: fino al 1998 queste spese potranno essere incrementate dell'1 per cento ogni anno. Fra 4 anni le università si troveranno con gli stessi soldi del 1994; dagli ultimi dati del Ministero del tesoro (1989), le università milanesi sono già fortemente penalizzate dalle attuali distribuzioni, ogni anno lo Stato spendendo: 1.300.000 lire per ogni studente del Politecnico; 1.600.000 lire per ogni studente dell'Università degli Studi; a fronte di una media nazionale di 2.500.000 lire per studente, con punte di 9/10 milioni per alcuni atenei; in particolare il Politecnico di Milano, che avrebbe dovuto ricevere dal Ministero, per il 1995, trasferimenti per 132 miliardi dei quali il 91 per cento destinato a spese del personale, a cui bisogna sommare altre spese non comprimibili, di cui alcune rivolte a finalità istituzionali, finisce per vedere compromessa l'attività corrente e ridotto a zero ogni possibile impegno per il potenziamento della didattica e lo sviluppo dell'ateneo. Uguale discorso vale per l'università degli Studi di Milano che avrebbe dovuto ricevere trasferimenti per 289 miliardi; analoga decurtazione del 3 per cento si applica anche ai contributi per le università milanesi non statali (Università Cattolica e Università Luigi Bocconi) -: quali siano le ragioni tecniche e quali le ragioni politiche che hanno indotto il Governo a penalizzare le università con riduzioni che rendono il comparto universitario il più penalizzato della manovra, risultando ben sei volte superiori a quelle che il medesimo provvedimento introduce relativamente al Ministero della pubblica istruzione; per quali ragioni non si intenda agevolare un processo di riequilibro che consenta di superare i pesanti squilibri tra i diversi atenei; se il Governo abbia valutato che le misure introdotte per i prossimi anni accademici significheranno il blocco, o quanto meno, il rallentamento di tutte le iniziative di sviluppo di nuove attività, di nuovi servizi e persino lo sviluppo in corso di nuove sedi; se il Governo non intenda almeno accelerare il trasferimento di fondi già stanziati e previsti nei capitoli di bilancio, tenuto anche conto del fatto che per fare fronte alle spese correnti di funzionamento, ad esempio, il Politecnico ha già anticipato oltre 10 miliardi e l'Università Statale oltre 15 per il pagamento del personale; se il Ministro dell'università abbia valutato che per sopperire almeno potenzialmente alle suddette esigenze, le università si vedrebbero costrette a procedere a tagli nelle supplenze (che rappresentano il 30 per cento degli insegnamenti del Politecnico) nonché a bloccare sia corsi di laurea breve già previsti, sia progetti di sviluppo (come ad esempio il progetto Bicocca, considerato di essenziale importanza per la funzionalità dell'Università degli Studi) e financo a ridurre sino a spegnere del tutto il riscaldamento; quali valutazioni dia il Governo di una simile prospettiva di blocco totale con l'impossibilità per le università di proseguire la loro regolare funzione didattica; se tutto ciò non leda profondamente il concetto di autonomia, non consentendo di fatto alle università milanesi di poter agire in un regime di concorrenza ed essere perciò valutate per il rapporto tra costi e benefici; quali iniziative intenda assumere per porre rimedio parzialmente ad una simile situazione. (4-08355)