ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08293

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 458 del 17/02/2021
Firmatari
Primo firmatario: CUNIAL SARA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 17/02/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 17/02/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08293
presentato da
CUNIAL Sara
testo di
Mercoledì 17 febbraio 2021, seduta n. 458

   CUNIAL. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con la sentenza della Corte d'appello di Palermo del 3 aprile 2019, si è confermata la condanna alle pene ritenute di giustizia pronunciate dal Tribunale di Palermo in data 22 settembre; nei confronti di due dipendenti di Poste Italiane spa, per il delitto di appropriazione indebita continuata e aggravata commessa dagli imputati, prelevando abusivamente in più occasioni somme di denaro da un libretto postale intestato ad un cliente della società;

   la difesa ha proposto ricorso presso la Corte di Cassazione la quale, in data 3 dicembre 2020, ha proceduto ai sensi di legge a riesaminare il caso, giudicandolo inammissibile;

   risulta all'interrogante, da fonte certa, che tale attività contro i due dipendenti fu oggetto di una azione investigativa interna a Poste Italiane, condotta in modo riservato su delega dell'autorità giudiziaria, in quanto l'allora dirigente, poi «esodato» con compenso in denaro, sospese gli accertamenti per motivi di natura sindacale. La Corte d'appello aveva «apprezzato la specificità degli accertamenti ispettivi»;

   risulta all'interrogante, infatti, che uno dei due ricoprisse un rilevante incarico all'interno di una organizzazione sindacale e che il Comitato whisteblowing aziendale fosse a conoscenza di tutta l'attività ispettiva condotti;

   l'interrogante ha già denunciato al Ministro, con diverse interrogazioni, tra cui la n. 4/06471, i problemi all'interno dell'azienda e i gravi pregiudizi a carico dei clienti di Poste Italiane, nonché cittadini italiani, che si avvalgono della tutela del risparmio gestita dalla società e di cui lo Stato si fa garante, così come previsto dalla Costituzione all'articolo 47;

   si ricorda che la Cdp (Cassa depositi e prestiti) ha in essere un accordo che si rinnova ogni 3 anni con Poste Italiane per la gestione del risparmio postatele e che Cdp è l'emittente dei buoni fruttiferi e dei libretti di risparmio postali, garantiti dallo Stato. Sul sito di Cdp si può leggere che: «Al valore economico di un investimento garantito dallo Stato, si aggiunge un importante valore etico. Con i propri risparmi, infatti, il risparmiatore è partecipe della crescita del proprio territorio. Le risorse raccolte da CDP con il Risparmio postale finanziano le infrastrutture, i servizi pubblici locali e supportano il sistema imprenditoriale nazionale. Sono risorse raccolte dal territorio che tornano al territorio sotto forma di servizi ai cittadini e posti di lavoro»;

   si ricorda che circa il 65 per cento delle azioni di Poste Italiane è ripartito tra Ministero dell'economia e delle finanze, che ne detiene una quota del 29,26 per cento, e da Cdp che possiede una quota del 35 per cento e che a sua volta Cdp è posseduta dal Ministero dell'economia e delle finanze per un 82,77 per cento;

   a parere dell'interrogante Poste Italiane non da seguito alle segnalazioni interne da parte dei suoi ispettori, talvolta perseguitandoli, come più volte affrontato nella vicenda dell'ispettore Carollo con le interrogazioni nn. 4/06471, 4/06901, 4/07392, 4/07658, 4/07654, 4/07897, e così facendo compromette, in modo grave e pervasivo, la sua credibilità aziendale nella gestione del risparmio. Se l'azienda non è in grado di risolvere i problemi interni aziendali e le frodi interne, non può tutelare nemmeno il risparmio del cittadino di cui lo Stato si fa costituzionalmente garante –:

   se il Governo non intenda adottare iniziative di competenza per rivedere la gestione del risparmio afferente ai libretti di risparmio postale, volte ad escludere la garanzia dello Stato per tale gestione, dati i rilevanti problemi interni all'azienda che si tramutano in pregiudizi al risparmiatore, o volte a trasferire tale gestione ad altro ente più tutelante.
(4-08293)