Legislatura: 18Seduta di annuncio: 458 del 17/02/2021
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 16/02/2021
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 16/02/2021
DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
l'interrogante ha ricevuto l'accorato appello di un padre e cittadino italiano, I. M., costretto a non vedere e a non mantenere rapporti significativi con il proprio figlio nato nel 2014 a seguito del mancato rientro in Italia della moglie;
è stato coniugato con L. M., armena, che ha acquisito la cittadinanza italiana per matrimonio;
la donna, a seguito di un suo viaggio in Armenia, non ha fatto ritorno a Siena e ha trattenuto con sé il figlio minore;
I. M. ha denunciato sin da subito, dal 20 settembre 2018, la sottrazione del figlio A. M. cittadino italiano;
I. M. ha immediatamente adito le vie legali, richiedendo il rispetto e l'applicazione della convenzione dell'Aja del 25 ottobre 1980 sulla sottrazione internazionale di minori;
la convenzione dell'Aja è stata firmata anche dall'Armenia. Ai sensi della Convenzione, in assenza di cause gravi ostative e nel suo esclusivo interesse, il diritto pattizio impone l'immediato ritorno del minore presso l'abituale residenza;
dalla sottrazione nasce un contenzioso sia in Italia che in Armenia. Nella giurisdizione armena sono stati esperiti inutilmente tutti i gradi del giudizio dall'ordinamento e il cittadino italiano lamenta forti lesioni del suo diritto alla difesa;
alla conclusione del processo resta, a giudizio dell'interrogante, una profonda e sproporzionata ingiustizia nei confronti di I. M., in quanto la madre impedisce costantemente al minore di mantenere significativi rapporti con il padre e con la famiglia paterna, in violazione totale dei più elementari diritti paterni;
I. M. lamenta che la giustizia armena abbia operato senza alcun coordinamento con la giustizia italiana, ritenuta giurisdizione competente sia nell'ambito del giudizio di affidamento del minore, sia in quello di separazione e divorzio;
la madre, infine, a quanto consta all'interrogante avrebbe fatto acquisire la cittadinanza armena al minore senza il consenso del padre e avrebbe chiesto il divieto di espatrio fino al raggiungimento della maggiore età;
a giudizio dell'interrogante, data la delicatezza della situazione, occorre un ulteriore sforzo diplomatico e ogni tentativo utile per implementare quanto stabilito dalla Convenzione dell'Aja al fine di poter consentire al minore, nel suo esclusivo interesse, di mantenere i dovuti rapporti con il padre e con la famiglia paterna –:
quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri interrogati in merito a quanto indicato in premessa.
(4-08284)