ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08183

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 458 del 17/02/2021
Firmatari
Primo firmatario: BELLA MARCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/02/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VIANELLO GIOVANNI MOVIMENTO 5 STELLE 17/02/2021
MELICCHIO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 17/02/2021
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 17/02/2021
VOLPI LEDA MOVIMENTO 5 STELLE 17/02/2021
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 17/02/2021
TESTAMENTO ROSA ALBA MOVIMENTO 5 STELLE 17/02/2021
TRIZZINO GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 17/02/2021
BOLOGNA FABIOLA MISTO-CAMBIAMO!-POPOLO PROTAGONISTA 17/02/2021
SAITTA EUGENIO MOVIMENTO 5 STELLE 17/02/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 16/02/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08183
presentato da
BELLA Marco
testo di
Mercoledì 17 febbraio 2021, seduta n. 458

   BELLA, VIANELLO, MELICCHIO, ZOLEZZI, LEDA VOLPI, COLLETTI, TESTAMENTO, TRIZZINO, BOLOGNA e SAITTA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 17 dicembre 2020 è stato pubblicato sul il Fatto Quotidiano un articolo a firma di Thomas Mackinson dal titolo «L'anticorpo monoclonale fatto in Italia che noi non usiamo. Prodotto a Latina, poteva curare (gratis) 10.000 malati. I burocrati lo lasciano agli Usa»;

   nel citato articolo si riferisce che nell'ottobre 2020 al Governo italiano sarebbero state offerte 10.000 dosi gratuite di un farmaco basato su anticorpi monoclonali: il Bamlanivimab o Cov555, sviluppato dalla multinazionale americana Eli Lilly con sede a Sesto Fiorentino (Firenze) e prodotto a Latina;

   secondo uno studio riportato dal New England Journal of Medicine, se somministrato alla prima comparsa dei sintomi a persone anziane, obese e a rischio, tale farmaco riduce il rischio di ricovero in percentuali comprese tra il 72 e il 90 per cento, a fronte di una tossicità irrilevante, equiparabile al placebo; tali evidenze derivano da uno studio di fase 2 randomizzato condotto negli USA;

   sempre secondo il Fatto Quotidiano, il costo totale del trattamento sarebbe dell'ordine di mille euro, mentre il costo di un ricovero sarebbe di 850 euro giornalieri;

   secondo la ricostruzione, solamente il 29 ottobre 2020 si è svolta una riunione tra l'Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), Gianni Rezza per il Ministero della salute, Giuseppe Ippolito del Comitato tecnico scientifico (Cts) è direttore dello «Spallanzani» di Roma, il professor Guido Silvestri, virologo alla Emory University di Atlanta, il cui oggetto è stato la possibilità di avvio in Italia di un trial clinico con almeno 10.000 dosi gratuite del farmaco Bamlanivimab;

   tale opzione sarebbe stata declinata in ossequio alla competenza autorizzativa, spettante all'European Medicines Agency (Ema), che non autorizza medicinali in fase di sviluppo. Il suddetto quotidiano tuttavia osserva che, a quadro autorizzativo invariato, il nostro Paese avrebbe lasciato scadere l'offerta di fornitura gratuita per i trial clinici, salvo chiederne l'acquisto subito dopo, né risultano sollecitazioni ad Ema per una rapida approvazione dell'utilizzo del farmaco in una fase espansiva dei contagi e decessi;

   vi sarebbe un'ulteriore ipotesi, che a determinare la rinuncia da parte del Governo vi sarebbe un parere negativo sul farmaco espresso dal dottor Ippolito, direttore dell'ospedale «Spallanzani», potenzialmente in conflitto di interessi, in quanto tale ospedale collaborerebbe allo sviluppo di un farmaco concorrente, basato sull'anticorpo MAD0004J08, e prodotto dalla Fondazione Toscana Life Sciences (Tls) con sede a Siena;

   il 16 novembre 2020 si sarebbe svolto un secondo incontro, presenti il commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19, Domenico Arcuri, il direttore generale di Aifa, Nicola Magrini, il Ministro interrogato che non avrebbe risolto lo stallo;

   per oltre un mese Aifa, nonostante i ripetuti appelli della comunità scientifica non ha sollecitato Ema ad accelerare l'iter autorizzativo;

   il 26 gennaio 2021 sono resi noti i risultati della sperimentazione di fase clinica III: secondo gli studi della compagnia americana Eli Lilly i farmaci Bamlanivimab e Etesevimab avrebbero ridotto la mortalità nei contagiati del 70 per cento rispetto al gruppo di controllo;

   lo stesso giorno, il governo tedesco ha annunciato l'acquisto di 200 mila dosi di diversi anticorpi monoclonali per 400 milioni di euro;

   il 25 gennaio 2021, Luca Pani, direttore generale di Aifa, ha dichiarato che l'uso degli anticorpi monoclonali si sarebbe potuto autorizzare in Italia nel giro di 48 ore;

   come riportato dalla stampa, solo il 4 febbraio 2021 l'Aifa ha espresso parere favorevole all'uso degli anticorpi monoclonali di Eli Lilly e Regeneron, per l'impiego in fase precoce in pazienti ad alto rischio –:

   se intenda chiarire per quale motivo l'Aifa abbia espresso il citato parere favorevole all'uso di emergenza degli anticorpi monoclonali solo il 4 febbraio 2021.
(4-08183)