ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07856

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 443 del 18/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: CARNEVALI ELENA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/12/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARTINA MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/12/2020
DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 21/12/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 18/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 22/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07856
presentato da
CARNEVALI Elena
testo presentato
Venerdì 18 dicembre 2020
modificato
Martedì 22 dicembre 2020, seduta n. 444

   CARNEVALI, MARTINA, DE MARIA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 28 settembre 2020 il consiglio comunale di Dalmine (BG) ha approvato a maggioranza una mozione, presentata dai gruppi consiliari «Noi siamo Dalmine», «Lega Salvini Lombardia» e «Dalmine insieme si può», dal seguente contenuto: «mozione di integrazione della mozione sui valori della Resistenza antifascista e dei principi della Costituzione»;

   la mozione fa «riferimento alla deliberazione n. 74 del consiglio comunale del 18 dicembre 2017, nella quale si dava mandato all'amministrazione di adeguare i regolamenti comunali a quanto espresso dall'atto di indirizzo, subordinando la concessione di suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del comune a una dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti sanciti dall'ordinamento repubblicano»;

   e specifica che «in data 25 gennaio 2006, con la risoluzione n. 1481, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa richiamava l'attenzione sulla necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi del totalitarismo comunista;

   in data 19 settembre 2019, il Parlamento europeo approvava una risoluzione in cui equiparava nazismo, fascismo e comunismo;

   i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni causando, nel XX secolo, perdite umane e di libertà di una portata inaudita»;

   la mozione impegna quindi «il Sindaco e la giunta ad autorizzare le richieste di occupazione del suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del Comune sostituendo la dichiarazione di “rispetto della Costituzione italiana e dei valori antifascisti e antinazisti” con una dichiarazione di “rispetto della Costituzione italiana e di condanna di tutti i regimi e le ideologie ispirate al nazismo, al fascismo e al comunismo nonché ai radicalismi religiosi, rifiutando perciò ogni forma di difesa o apologia degli stessi”»;

   a seguito dell'approvazione di tale atto l'amministrazione comunale ha dichiarato di voler procedere ad una revisione del regolamento che disciplina la concessione degli spazi pubblici al fine di adeguarlo alle condizioni sopra esposte;

   contro tale mozione si sono espressi la consulta delle associazioni di Dalmine, l'Anpi locale, oltre alle associazioni e partiti ascrivibili all'area del centrosinistra;

   l'atto adottato, ove attuato, verrebbe a determinare una limitazione delle libertà costituzionali sancite agli articoli 17,18, 21 e 48 della Costituzione;

   si rileva al proposito che, secondo pronunce del giudice amministrativo, «allorquando si richieda di esercitare attività di propaganda politica ed elettorale in spazi pubblici, sottraendoli, sia pure temporaneamente, all'uso pubblico per destinarli all'utilizzo privato, non appare irragionevole che l'amministrazione richieda (...) l'adesione ai valori fondanti l'assetto democratico della Repubblica italiana, quali quelli dell'antifascismo e della Resistenza» (Tar Piemonte, sentenza n. 447/2019);

   la possibilità di subordinare l'utilizzo di spazi pubblici al rispetto della Costituzione e il perseguimento di obiettivi con essa compatibili trova quindi piena legittimazione nel nostro ordinamento, laddove diversamente una analoga previsione che si estenda ad altre condizioni ostative (nella specie l'adesione all'ideologia comunista) integranti espressioni del libero pensiero e rappresentative di un pezzo della nostra storia non trova nessun riscontro in alcuna fonte normativa;

   nel caso di specie, è evidente come sia del tutto evanescente, ad avviso degli interroganti, l'interesse pubblico che verrebbe a giustificare l'obbligo di chi chiede uno spazio pubblico nel comune di Dalmine di rinnegare il pensiero di matrice comunista, idee che non possono essere interdette da una malintesa equiparazione tra ideologie poiché iscritte nella stessa Costituzione e portate innanzi da uomini e donne che hanno reso lustro al nostro Paese, come Gramsci, Terracini, Berlinguer o Iotti –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato in relazione ai fatti di cui in premessa e se sia a conoscenza di fatti simili avvenuti anche in altri comuni;

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare per far sì che vengano garantite, anche alla luce delle determinazioni poste in essere dal consiglio comunale e dalla giunta del comune di Dalmine, le fondamentali libertà costituzionali afferenti alla sfera politica.
(4-07856)