ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07459

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 359 del 09/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZARATTI FILIBERTO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 09/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 09/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07459
presentato da
ZARATTI Filiberto
testo di
Venerdì 9 gennaio 2015, seduta n. 359

   ZARATTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   come accade periodicamente oramai da anni, anche in queste ultime settimane sulla stampa locale del Sud Pontino si è acceso il dibattito sulla presenza del pontile petroli ENI in pieno centro urbano a Gaeta, con tutti i gravi rischi per la popolazione in caso di possibili incidenti connessi con le attività di carico/scarico di prodotti petroliferi;
   in tale ultima occasione ha destato grande clamore il caso del licenziamento in tronco, da parte della società Rimorchiatori Napoletani, del comandante Gianluigi Spinosa, che aveva allertato le istituzioni e l'opinione pubblica sui rischi conseguenti all'emanazione da parte della locale Autorità marittima dell'ordinanza n. 75 del 2014. Infatti, a differenza del passato, con tale atto si autorizza il rimorchiatore – in assistenza per la sicurezza della petroliera durante le operazioni di carico-scarico – ad allontanarsi per lo svolgimento di altri servizi nell'ambito del porto, determinando così un notevole abbassamento della sicurezza in caso d'incidente per i preziosi minuti necessari al reintegro del mezzo di assistenza;
   pertanto, contrariamente a quanto da sempre assicurato dai vertici dell'autorità portuale di Civitavecchia – la cui circoscrizione di competenza fu estesa nel 2002 al porto commerciale di Gaeta, includendo l'intero Golfo – anziché provvedere alla delocalizzazione del pontile petroli, al fine di assicurare lo svolgimento delle operazioni commerciali in condizioni di massima sicurezza, tanto per l'ecosistema marino e costiero quanto e soprattutto per la popolazione in considerazione della prossimità dell'abitato e delle attività umane, si vedono abbassare sensibilmente i livelli di sicurezza;
   quest'ultima vicenda segue, a distanza solo di qualche mese, a un altro acceso confronto tra comune di Formia, comune di Gaeta e autorità portuale di Civitavecchia in relazione al paventato spostamento del pontile petroli nell'ambito del porto commerciale, così come previsto nelle linee guida per la variante al piano regolatore portuale, adottate con delibera n. 12 del 17 febbraio 2014 del comitato portuale dall'autorità portuale;
   tale ipotesi, successivamente liquidata dall'autorità portuale quale «refuso» della delibera approvata, aveva suscitato forti proteste da parte dell'amministrazione formiana, di operatori turistici e balneari e di associazioni di cittadini del comprensorio, in quanto la nuova ubicazione risultava in prossimità della spiaggia di Vindicio, con tutti i conseguenti rischi e pericoli che non si andavano a eliminare ma solamente a trasferire;
   oltre a ciò, veniva fatto notare come la nuova localizzazione prescelta risultasse sempre essere nell'ambito dell'area sensibile individuata dalla regione Lazio ai sensi della direttiva 91/271/CEE del 21 maggio 1991 e del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Pertanto, oltre a non risolvere i rischi legati alla salvaguardia della sicurezza e dell'ambiente, la sua realizzazione avrebbe comportato costi maggiori dovendo soddisfare requisiti ben più stringenti;
   per contro, è stato ritenuto da più parti che la soluzione ottimale, capace di contemperare le esigenze di natura economica e commerciale con la sicurezza e la salvaguardia dell'ambiente, poteva essere lo spostamento del terminal petrolifero off-shore a una congrua distanza di sicurezza dalla costa ed al di fuori dell'area sensibile, proprio come avviene da sempre nel porto di Fiumicino – anch'esso amministrato dall'autorità portuale di Civitavecchia – e come di recente delocalizzato nel porto di Civitavecchia, analogamente a quanto avviene in altre parti d'Italia e del mondo;
   infine, a suo tempo, alle forti perplessità sollevate da parte della comunità gaetana rispetto all'annessione del porto commerciale e del golfo di Gaeta all'autorità portuale di Civitavecchia – ipotesi non contemplata dalla legge n. 84 del 1994, e che pertanto non garantiva un'adeguata rappresentanza e partecipazione del territorio agli organi ed ai processi decisionali dell'ente –, si contrapponevano argomentazioni legate ai benefici che sarebbero derivati dall'essere amministrati da un ente più snello, concepito appositamente per gestire i porti e dotato di specifiche risorse finanziarie così da garantire la risoluzione di annosi problemi – tra i quali la delocalizzazione del pontile petroli – oltreché l'ammodernamento infrastrutturale ed il conseguente sviluppo di un settore strategico per l'economia del territori –:
   se non si intendano assumere iniziative a distanza di oltre 10 anni dall'annessione del porto commerciale di Gaeta all'autorità portuale di Civitavecchia – per la delocalizzazione del pontile petroli di Gaeta in un luogo più sicuro, conformemente alla normativa in materia di sicurezza, al fine di garantire, compatibilmente alle esigenze di natura economica e commerciale, anche la salute, la sicurezza e l'incolumità del cittadini. (4-07459)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del consumatore

zona sensibile

inquinamento da idrocarburi