ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07259

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 415 del 26/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: UNGARO MASSIMO
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 26/10/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 26/10/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07259
presentato da
UNGARO Massimo
testo di
Lunedì 26 ottobre 2020, seduta n. 415

   UNGARO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   risulta da numerosi articoli usciti sulla stampa nazionale e online che la seconda ondata dei contagi di Covid-19 stia purtroppo interessando anche le carceri italiane. Un paradosso se si pensa che le case circondariali dovrebbero essere, proprio per le loro caratteristiche, i luoghi più isolati e quindi più sicuri;

   a Trapani, Terni, Oristano, Avezzano, e qualche giorno fa a Roma Rebibbia, si sono verificati gli ultimi casi di ingressi di detenuti positivi al Covid-19 nelle carceri italiane. Facile immaginare quanto alto sia il rischio di trasformazione degli istruiti penitenziari in pericolosissimi focolai di Coronavirus: sia per i detenuti che per gli operatori;

   il 10 settembre 2020 risultavano 11 poliziotti penitenziari e 10 detenuti positivi al virus. Dopo un mese, esattamente con i dati aggiornati il 16 ottobre 2020 dal bollettino del Dap, si è giunti a 90 agenti penitenziari e 54 detenuti positivi. Un balzo enorme nell'arco di un mese. A ciò si aggiunga che quasi la metà della popolazione carceraria nazionale è affetta da altre patologie: mentali, epatiche, sistemiche;

   secondo il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia al 30 settembre 2020 i detenuti negli istituti di pena nazionali sono 54.277 a fronte di una capienza massima totale fissata in 50.570 posti, le donne sono 2.779, mentre gli stranieri sono 17.602. I dati confermano come permanga, seppur il leggero miglioramento, la ridotta capacità del sistema carcerario nazionale e la difficoltà nell'assicurare condizioni dignitose a chi oggi si trova dietro le sbarre;

   la precaria condizione carceraria in Italia è nota e viene da lontano con la censura a livello internazionale sull'affollamento delle stanze che diventano luoghi di contagio pericolosi, perché chiusi con convivenza nelle celle oltremodo ristretta. Si può immaginare come la presenza di un solo soggetto all'interno di un reparto sarebbe un pericolo per tutti e canale di contagio anche per la polizia penitenziaria, gli operatori e le loro famiglie;

   su simili argomenti l'interrogante ha presentato al Ministro della giustizia il 30 marzo 2020 l'atto di sindacato ispettivo n. 4/05046 senza aver ottenuto alcuna risposta –:

   alla luce dei fatti esposti in premessa, quali iniziative ritenga di adottare per ridurre l'evidente rischio di contagio da Covid-19 nelle carceri italiane a tutela di agenti, operatori e detenuti, attuando un piano speciale anticontagio nonché valutando le iniziative di competenza più utili per far scontare le condanne in sicurezza al di fuori degli istituti di pena.
(4-07259)