Legislatura: 18Seduta di annuncio: 323 del 02/04/2020
Primo firmatario: CECCANTI STEFANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 FIANO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 ROMANO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 RACITI FAUSTO PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 BERLINGHIERI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 PELLICANI NICOLA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 FRAILIS ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 LACARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 CANTONE CARLA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 PRESTIPINO PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 CIAMPI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020 FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 02/04/2020
Ministero destinatario:
- MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI 02/04/2020 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 02/04/2020 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 08/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 28/09/2020 SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/09/2020
CONCLUSO IL 28/09/2020
CECCANTI, QUARTAPELLE PROCOPIO, FIANO, ANDREA ROMANO, LA MARCA, RACITI, BERLINGHIERI, PELLICANI, BRUNO BOSSIO, PINI, FRAILIS, BOLDRINI, LACARRA, SERRACCHIANI, DE LUCA, CENNI, GRIBAUDO, CARLA CANTONE, INCERTI, RIZZO NERVO, MURA, PRESTIPINO, CIAMPI e FASSINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:
una legge approvata in data 30 marzo 2020 dal Parlamento monocamerale ungherese istituisce uno stato di emergenza del tutto anomalo soprattutto in quanto privo di limiti temporali (articolo 3, comma 1), che paralizza quindi qualsiasi efficace controllo parlamentare, non essendo tale in una Camera ad amplissima maggioranza a sostegno del Governo, e prevede una possibilità del tutto ipotetica di revoca (comma 2 del medesimo articolo) e doveri minimi di informazione ai capigruppo e al Presidente della Camera (articolo 4);
oltre a tale abnorme anomalia democratica spiccano nella medesima legge anche altre norme che vanno al di là dei limiti normalmente consentiti ai diritti fondamentali in periodo di emergenza come la previsione nell'articolo 10 di una novella al codice penale (nuovo articolo 337) che sulla base di due fattispecie genericissime «falsa rappresentazione di un fatto connesso ad una minaccia pubblica» e, ancor più, «falsa rappresentazione di un fatto» o dichiarazione di «falso al pubblico in modo da ostacolare o intralciare l'efficacia delle misure adottate» consentono rispettivamente pene detentive fino a tre e cinque anni;
tale legge viene a inserirsi in una serie di preoccupanti innovazioni incrementali a far data dal nuovo testo costituzionale del 2011 esplicitamente rivendicate dal Primo Ministro come segno di una complessiva rottura rispetto alle democrazie liberali, su cui più volte sono intervenuti i giudizi radicalmente critici del Consiglio d'Europa e del Parlamento europeo, in ultimo con la sua risoluzione del 12 settembre 2018;
a giudizio degli interroganti non esiste a questo punto motivo alcuno per cui il Consiglio, non debba constatare, a norma dell'articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull'Unione europea, l'esistenza di un evidente rischio di violazione grave da parte dell'Ungheria dei valori su cui si fonda l'Unione procedendo alle raccomandazioni conseguenti e, in caso di persistenza, alle necessarie sanzioni –:
se il Governo intenda, con altri Stati membri, formulare la proposta motivata di cui all'articolo 7 del Trattato sull'Unione europea e, in caso di difficoltà a giungere a tali esiti nell'ambito delle regole vigenti, se e quali iniziative alternative efficaci e tempestive intenda predisporre per sancire l'incompatibilità della progressiva costruzione di una democrazia illiberale con i valori di cui all'articolo 2 del medesimo Trattato.
(4-05087)
Risposta. — Le misure straordinarie adottate dal Governo ungherese hanno immediatamente attirato l'attenzione di istituzioni europee e Stati membri, suscitando la preoccupazione, che potessero mettere in pericolo il rispetto dei valori fondamentali dell'Unione europea, quali lo Stato di diritto e le libertà fondamentali.
In risposta, il Governo italiano ha aderito attivamente all'iniziativa congiunta di un gruppo di Stati membri i quali, il 2 aprile scorso, hanno emesso una dichiarazione a sostegno dell'iniziativa della Commissione europea di monitoraggio delle misure di emergenza adottate dai ventisette in risposta all'epidemia di Covid-19 e della loro applicazione. Ciò per verificarne la coerenza con i principi e i valori fondamentali dell'Unione europea.
La dichiarazione congiunta evidenzia in particolare che, nell'attuale situazione senza precedenti dovuta alla pandemia, è legittimo adottare misure straordinarie. Esse dovrebbero, tuttavia, essere limitate a quanto strettamente necessario, essere di natura proporzionata e temporanea, essere soggette a regolare controllo e rispettare i principi dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali, e gli obblighi di diritto internazionale.
Si segnala, peraltro, che i provvedimenti adottati dall'assemblea nazionale ungherese citati dall'interrogante sono stati revocati dallo stesso parlamento il 18 giugno scorso.
La nuova presidenza semestrale del Consiglio dell'Unione europea, assunta lo scorso primo luglio dalla Germania, si è comunque impegnata a proseguire sulla strada della procedura ex articolo 7 attivata nel settembre 2018 dal Parlamento europeo nei confronti dell'Ungheria, (i temi dello Stato di diritto occupano infatti una posizione centrale tra le priorità della presidenza). A dimostrazione di ciò, la Germania ha già inserito delle audizioni e/o «stati dell'arte» sulle procedure ex articolo 7 Tue nei confronti dell'Ungheria e della Polonia quali possibili temi all'ordine del giorno delle riunioni del consiglio affari generali di settembre e dicembre prossimi.
In parallelo, è in corso da diversi mesi una riorganizzazione delle procedure di cui l'unione europea dispone in tema di Stato di diritto, allo scopo di portare ordine in un ambito che ha visto sovrapporsi nel tempo strumenti di natura e portata diverse. La principale innovazione attesa per quest'anno è il lancio di un «Ciclo di esame dello Stato di diritto», proposto dalla commissione nel luglio 2019 su cui sono in corso da alcuni mesi gli approfondimenti a livello tecnico.
I lavori dovrebbero culminare con la presentazione a settembre prossimo del primo Rapporto annuale della commissione sullo Stato di diritto, redatto in cooperazione con gli Stati membri, che dovrebbe costituire una fotografia aggiornata sullo «stato di salute» dello Stato di diritto in Europa.
Ove vi fosse l'accordo dei ventisette, la Presidenza tedesca intenderebbe valorizzare questo nuovo strumento inaugurando – a partire dal consiglio affari generali di ottobre 2020 – un ciclo di «peer review» basato sugli esiti del Rapporto. Alle «revisioni» verrebbero dedicate apposite sessioni di domande e risposte, senza conclusioni operative, in cui tutti gli Stati membri illustrerebbero in Consiglio la situazione dello Stato di diritto e le azioni intraprese per il rafforzamento di tale principio nei rispettivi Paesi.
L'iniziativa, che presenta diversi collegamenti con le proposte formulate dalla Presidenza italiana della Unione europea nel 2014, rappresenta – a giudizio del Governo italiano – un passo nella giusta direzione, in linea con quanto sostenuto dall'Italia negli ultimi anni in Consiglio affari generali e nell'ambito degli «Amici dello Stato di diritto» (gruppo informale che riunisce undici Stati membri particolarmente attivi sul fronte dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali).
Infine, nel contesto della grande attenzione con cui il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale guarda alla materia dei diritti e delle libertà personali ho avuto di recente – a seguito della decisione dell'Ungheria di non ratificare la convenzione di Istanbul e di introdurre nell'ordinamento una norma sul dato anagrafico immodificabile del «sesso di nascita» che ha sollevato numerose reazioni a livello internazionale, a partire dall'intervento della Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa – un colloquio con il sottosegretario di Stato ungherese per la cooperazione europea e internazionale negli affari di Giustizia, dal quale ho ricevuto assicurazioni sulla consapevolezza, da parte ungherese, degli impegni internazionali gravanti sul Paese e sulla volontà del governo di Budapest di salvaguardare i principi dello Stato di diritto.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ivan Scalfarotto.