ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04665

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 220 del 29/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: RUOCCO CARLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 29/04/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04665
presentato da
RUOCCO Carla
testo di
Martedì 29 aprile 2014, seduta n. 220

   RUOCCO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   la Banca europea per gli investimenti (BEI) eroga prestiti a condizioni vantaggiose per finanziare progetti in sintonia con gli obiettivi delle politiche dell'Unione europea. I finanziamenti. della BEI sono concessi per la realizzazione di progetti sotto il profilo economico, tecnico e finanziario-creditizio. Circa il 90 per cento dei prestiti è destinato a programmi e progetti all'interno dell'Unione europea;
   la Banca europea per gli investimenti persegue sei obiettivi prioritari, stabiliti nel piano aziendale della Banca tra cui il sostegno alle piccole e medie imprese. In Italia i prestiti globali della Banca europea per gli investimenti sono veicolati tramite 27 istituti di credito che si occupano delle richieste di finanziamento di progetti inferiori a 25 milioni di euro;
   secondo quanto riportato dal quotidiano Il Sole 24 ore del 4 maggio 2013, tra il 2011 ed il 2012 tali istituti di credito hanno ricevuto circa 250 miliardi di euro al tasso dell'1 per cento in base alle nuove regole volute dall'Unione europea per contrastare il credit crunch. Si tratta di miliardi che sono finiti ad acquistare titoli di Stato e obbligazioni. Si legge infatti che «in pancia le banche italiane hanno 390 miliardi di bond governativi. E se si da una lettura ai bilanci bancari, si scopre che l'unica voce di rialzo è quella delle commissioni di negoziazioni sui titoli. Il trading finanziario ha tenuto sui ricavi delle banche, affossate per il resto dalle perdite sulle sofferenze ai loro massimi storici. In fondo è più numerativo investire in titoli di debito che finanziare le imprese»;
   le banche quindi atterrite dal debito pari a 127 miliardi di euro di crediti a rischio non hanno agevolato il percorso di finanziamento alle piccole e media imprese le quali secondo l'ottavo rapporto della Banca centrale europea sull'accesso alla finanza da parte delle piccole e medie imprese dell'area eurozona, hanno assistito, tra l'ottobre 2012 e marzo 2013, a «un aumento delle necessità di finanziamento abbinato a un peggioramento delle disponibilità di prestiti bancari» e nelle posizioni peggiori si trovano le piccole e medie imprese di Italia e Spagna;
   sempre secondo la stessa Banca centrale europea, nel mese di aprile 2013 il credito nei confronti delle società non finanziarie è sceso dell'1,9 per cento rispetto all'1,3 per cento registrato nel precedente marzo 2013 rispetto alla situazione complessiva del 2012, cifre che riflettono la debolezza economica dell'Eurozona nel quadro del primo trimestre del 2013, con la discesa del prodotto interno lordo dello 0,2 per cento;
   ciò che produce la stretta creditizia sulle piccole e medie imprese in Italia è rappresentato dal divario dei tassi applicati dalle banche. Per i prestiti fino ad un milione di euro, ad esempio il tasso sale al 4,4 per cento e per durate da 1 a 5 anni si sale al 6 per cento. L'80 per cento del tessuto produttivo italiano così finisce per cadere sui tassi al 6 per cento;
   nel mese di luglio 2013, la Banca centrale europea ha registrato una diminuzione dei prestiti del 3,7 per cento, superiore al -3,1 per cento di maggio e al 3,2 per cento di giugno. A riguardo dei prestiti fino a 12 mesi, i più richiesti dalle aziende dati i tempi di rimborso, il calo è vertiginoso, bruscamente e terribilmente negativo, dal -1,4 per cento in maggio, al -1,8 per cento in giugno al -4 per cento in luglio, ma va ancora peggio per i prestiti da 12 mesi a 5 anni con il -5,5 per cento e per i finanziamenti oltre i 5 anni, con il -3 per cento;
   secondo i dati della CGIA di Mestre, nonostante le maxi erogazioni della Banca centrale europea, i prestiti bancari alle famiglie e alle imprese italiane sono addirittura ulteriormente diminuiti di 9,2 miliardi di euro, mentre le banche italiane hanno incrementato l'acquistato dei titoli di Stato di 92,89 miliardi di euro;
   non essendoci attualmente alcuna normativa o «obbligo di legge» ma solo un ovvio obbligo morale, le banche Italiane, potendo scegliere hanno scelto l'acquisto di titoli di Stato (BTP, BOT, CCT e altro), dai buoni rendimenti a bassissimo rischio, rispetto all'interruzione dei «credit crunch» per tornare a finanziare l'economia reale tramite finanziamenti alle imprese, mutuo e/o prestiti personali alle famiglie;
   la CGIA di Mestre ha affermato spesso che buona parte dei prestiti della Banca centrale europea non è andata a famiglie e imprese, ma è stata investita in bot, cct e btp, difatti i prestiti, che la Banca centrale europea concede alle banche sono al bassissimo tasso dell'1 per cento (recentemente portato allo 0,75 per cento);
   sembrerebbe che la concessione o meno di tali fondi, sotto forma di prestiti e finanziamenti a famiglie e imprese è a discrezione della singola banca e che gli istituti bancari che aderiscono all'utilizzo dei fondi della Banca europea per gli investimenti non pubblicizzino né incentivino l'accesso delle piccole e medie imprese a tale linea di credito;
   i tassi di interesse sul credito vanno dal 4 al 9 per cento e vengono richieste garanzie eccessive. Ad oggi sembrerebbe non esistere un data bank pubblico che mostri ai cittadini se e come sono stati finora impiegati i fondi erogati dalla Banca centrale europea agli istituti bancari aderenti e che dimostri che i prestiti erogati finora a tasso vincolato Euribor non sono derivati da fondi della Banca europea per gli investimenti ottenuti dalla banca all'1 per cento –:
   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano mettere in atto al fine di verificare in che maniera i fondi descritti in premessa sono stati fino ad ora gestiti, compresi gli interessi attivi che maturano sul capitale;
   se si intenda provvedere al più presto assumendo una specifica iniziativa normativa per vincolare l'accesso da parte delle banche ai fondi a tasso agevolato con l'obbligo di erogazione, a tasso variabile agganciabile al tasso della Banca centrale europea e con fase di preammortamento come previsto dalle norme della stessa Banca centrale europea, alle piccole e medie imprese che ne facciano apposita richiesta;
   se, ai fini della trasparenza, sussistano i presupposti normativi e di fatto per creare un data bank pubblico che elenchi i beneficiari dei prestiti ottenuti con fondi della Banca europea per gli investimenti ed i dettagli del prestito erogato e del progetto/attività finanziata;
   in quale modo si intenda provvedere affinché venga fornita ai soggetti interessati l'adeguata pubblicità circa l'esistenza dei finanziamenti della Banca europea per gli investimenti, indicando le categorie che possono accedere al credito e i tipi di attività finanziabili;
   se si intendano assumere iniziative per tassare la plusvalenza fatta lucrando sui titoli di Stato con fondi di provenienza BCE, in maniera che le banche vengano effettivamente dissuase a tale forma di investimento poco stimolante per il ciclo economico. (4-04665)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI ( BEI )

EUROVOC :

BEI

finanziamento dell'industria

Banca centrale europea

piccole e medie imprese

istituto finanziario

erogazione di prestito

buono del Tesoro

banca d'investimenti

piano di finanziamento