ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03573

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 13
Seduta di annuncio: 60 del 25/09/1996
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO
Data firma: 25/09/1996
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO 09/25/1996
POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO 09/25/1996


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INDUSTRIA, COMMERCIO E ARTIGIANATO E COMMERCIO CON L'ESTERO delegato in data 22/05/2000
Stato iter:
09/06/2000
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/05/2000
MINISTRO - (MINISTERO DELL'INDUSTRIA, COMMERCIO E ARTIGIANATO E COMMERCIO CON L'ESTERO)
Fasi iter:

PRESENTATO IL 25/09/1996

INTERLOCUTORIO IL 28/10/1996

INTERLOCUTORIO IL 21/02/1997

INTERLOCUTORIO IL 22/05/2000

RISPOSTA DEL GOVERNO IL 22/05/2000

ITER CONCLUSO IL 09/06/2000

Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per
sapere - premesso che:
l'articolo 1 della legge 236 del 19 luglio 1993 recante
"Interventi urgenti a sostegno dell'occupazione" prevede
l'attuazione di misure straordinarie di politica attiva del
lavoro intese a sostenere i livelli occupazionali nelle aree:
a) individuate ai sensi degli obiettivi 1 e 2 del
regolamento Cee con legge 15 maggio 1989 n. 181, recante misure
di sostegno e di deindustrializzazione in attuazione del piano
siderurgico;
b) che presentano rilevante squilibrio locale tra domanda
ed offerta del lavoro secondo quanto previsto dall'articolo 36
del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977 n.
616, accertati dal ministero del lavoro e della previdenza
sociale, su proposta delle commissioni regionali per l'impiego,
sulla base delle intese raggiunte con la commissione dell'Ue;
ai fini della definizione degli interventi di cui al comma
1 si tiene altresì conto:
a) della presenza di crisi territoriali di particolare
gravità o di crisi settoriali con notevole impatto sui livelli
occupazionali;
b) della sussistenza di situazioni di sviluppo ritardato
o di depressione economica;
c) della sussistenza di processi di ristrutturazione, di
conversione industriale o di deindustrializzazione;
d) della presenza di gravi fenomeni di degrado sociale,
economico o ambientale e di mancata valorizzazione e difesa del
patrimonio storico e artistico -:
per quali motivi le aree industriali realizzate in
Basilicata ai sensi dell'ex articolo 32 della legge 219 del 1981
non siano individuate quali "aree di crisi".
Premesso inoltre che:
attualmente delle 104 iniziative industriali ammesse a
finanziamento e realizzate ai sensi della legge 219 del 1981, in
Basilicata, 61 sono in produzione, mentre 23 risultano inattive,
o che non hanno mai avviato le produzioni, e ben 20 sono le
iniziative alle quali è stato revocato il contributo;
a fronte di una occupazione prevista di 5.793 unità, ad
oggi gli addetti occupati sono 3.134, pari al 54,1 per cento
circa di quelli previsti, che scendono a 2.372 se si tiene conto
che 631 sono attualmente in cassa integrazione guadagni speciale,
ed altri 131 il cui posto di lavoro è quantomeno precario a causa
del fatto che le aziende sono in amministrazione controllata.
Dato che aumenta ulteriormente, purtroppo, in negativo se si
tiene conto che a fronte del mancato raggiungimento degli
obiettivi occupazionali previsti da numerose aziende insediate,
alcune hanno superato gli obiettivi previsti;
dette aree unitamente alle altre aree interne della
Basilicata, ed in particolar modo quella di Senise per la quale
venne emanata la legge 120 del 1987, sono caratterizzate (ancor
oggi) da un andamento demografico negativo e da livelli
individuali di reddito tra i più bassi a livello regionale;
tutto questo evidenzia come il processo di
industrializzazione abbisogna, per innestarsi stabilmente, di
misure straordinarie di protezione elevata che compensi non solo
le tradizionali diseconomie della prima fase di impianto e
gestione delle imprese insediate nelle aree, ma anche, e
soprattutto, quelle correlate ai costi crescenti di accesso al
mercato nazionale ed internazionale da parte di dette imprese -:
quali iniziative intenda assumere per riconoscere le zone
interne della Basilicata quali "aree di crisi".
(4-03573)
La Legge 181/89 ha affidato all'ex Ufficio
Attribuzioni residue PP.SS. gli adempimenti di cui agli artt. 5-7
e 8 concernenti la gestione del 'fondo speciale di
reindustrializzazione' di iniziali L. miliardi 660 e successivi
rifinanziamenti da destinare alle aree prioritarie indicate nella
stessa legge (Genova, Terni, Napoli e Taranto) nonché a quelle
secondarie individuate con successive deliberare CIPI del
13.10.89, 12.10.1990 e 20.12.1990, fra le quali la Basilicata,
purtroppo, non è compresa.
Sono state tuttavia realizzate nella regione Basilicata
alcune iniziative industriali localizzate in aree di crisi ai
sensi dell'ex articolo 32 della Legge 219/81 e successive
modifiche e integrazioni.
La successiva legge 493/93 permette la riattribuzione dei
lotti e dei contributi revocati ai sensi dell'articolo 32 legge
219/81 in Campania ed in Basilicata.
Inoltre la legge 266/97 ha stabilito che sono trasferite a
tali regioni le funzioni di natura normativa e di vigilanza su
tali riattribuzioni gestite dai Consorzi di Sviluppo industriale
competenti per territorio.
Per quanto riguarda la programmazione negoziata si precisa
che dette aree, nelle quali sono azionabili gli appositi
'contratti di area', sono individuate con uno specifico
procedimento sulla base dei criteri e delle valutazioni indicate
nel comma 208 dell'articolo 2 della legge 662/1996 (collegato
alla finanziaria 1997). Si tratta di limitate zone del
Mezzogiorno contraddistinte da un più basso tasso di sviluppo e
da una maggiore tensione occupazionale, aventi disponibilità di
aree e di concreti progetti di intervento per i quali già esista
un soggetto intermediario che abbia già attuato o possa attuare
la sovvenzione globale.
Le procedure prevedono che in aree così individuate vengano
stipulati, entro 60 giorni, i 'contratti di area' tra le
Amministrazioni centrali, quelle locali e le rappresentanze dei
lavoratori, dei datori di lavoro e le banche.
E' da rimandarsi, pertanto, a detto iter la eventuale
ricomprensione della Regione Basilicata nelle 'aree di crisi',
tenendo conto di appositi indicatori socio-economici sullo stato
di depressione economico-sociale.
Va comunque ricordato che la anzidetta Regione già oggi
interessata da una pluralità di interventi inseriti in diversi
Contratti di programma, nonché nell'Accordo per la Val Basento e
nell'intesa per la Val d'Agri, e che le istituzioni e le forze
sociali locali possono ulteriormente attuare altri istituti della
programmazione negoziata, a partire dai 'patti territoriali' che
rappresentano lo strumento più idoneo a perseguire sviluppo delle
energie locali.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato:
Enrico Letta.
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
CONTRIBUTI PUBBLICI, CRISI ECONOMICA, IMPRESE INDUSTRIALI, INTERVENTI IN AREE DEPRESSE, MISURE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

BASILICATA, L 1981 0219, L 1993 0236, DPR 1977 0616, L 1989 0181, L 1987 0120, SENISE (POTENZA+ BASILICATA+)