Ai Ministri delle risorse agricole, alimentari e forestali e
delle finanze. - Per sapere - premesso che:
gli agricoltori che coltivano cereali, oleaginose e
proteoginose, hanno diritto, in base ai regolamenti comunitari
vigenti, in attuazione della nuova politica agricola comune, di
beneficiare di un'integrazione al reddito, previa presentazione
di una domanda annuale;
risulta che, pur essendo obbligatorio il possesso del
numero di partita Iva, molte aziende agricole, in particolare del
sud Italia, non indicano detto numero sulla domanda di richiesta
del contributo per la politica agricola comune dei seminativi -:
quante siano le aziende agricole ammesse al contributo,
ripartite per regione, che non hanno indicato il numero di
partita Iva sulla domanda per gli anni 1993, 1994, 1995 e 1996;
quante di dette aziende agricole, ripartite sempre per
regione, non siano in possesso del numero di partita Iva;
se non si ritenga opportuno bloccare l'erogazione dei
finanziamenti comunitari alle aziende agricole sprovviste della
partita Iva, fintanto che non abbiano provveduto a regolarizzare
la loro posizione;
a quanto ammonti il danno per l'erario per il mancato
introito della tassa per la concessione annuale della partita
Iva;
a quanto ammontino gli importi erogati o da erogare alle
organizzazioni agricole, in considerazione che le stesse per ogni
pratica presentata ricevono un doppio compenso: 1)
dall'agricoltore beneficiario del contributo (mediamente
60-100.000 a domanda); 2) dall'Eima, con i soldi di tutti i
contribuenti.
(4-03279)