ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02541

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 118 del 14/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: DI SALVO TITTI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 14/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 14/11/2013
Stato iter:
07/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/02/2014
DASSU' MARTA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/02/2014

CONCLUSO IL 07/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02541
presentato da
DI SALVO Titti
testo di
Giovedì 14 novembre 2013, seduta n. 118

   DI SALVO. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   il 17 agosto tre ragazze appartenenti al gruppo punk-rock Russo «Pussy Riot» (Yekaterina Samutsevich, Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova) sono state condannate a due anni di carcere. A febbraio, per protestare contro il regime di Vladimir Putin, le tre ragazze erano entrate nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca e avevano suonato sull'altare. Un mese dopo sono state arrestate con l'accusa di comportamenti violenti e oltraggiosi. In Russia e nel resto del mondo sono nate molte manifestazioni di solidarietà. Il 10 ottobre Yekaterina Samutsevich è stata rilasciata e ora si trova in libertà vigilata;
   nell'agosto 2013, Maria Alekhina è stata trasferita in un campo di lavoro di Nizhnii Novgorod. In una lettera aperta diffusa il 23 settembre, Nadezhda Tolokonnikova aveva reso noto di aver intrapreso uno sciopero della fame in segno di protesta per il trattamento ricevuto nella colonia penale in cui è detenuta da quasi un anno, tra cui l'obbligo di lavori forzati in «un modo che ricorda la schiavitù» e le minacce di morte ricevute da un dirigente del campo di lavoro e da altre detenute. Per questo è stata messa in isolamento;
   il 26 agosto 2013 Maria Alekhina ha informato telefonicamente alcuni amici che la colonia penale ha fatto distruggere alcune lettere a lei indirizzate, perché contenevano «critiche di regime e nei confronti del sindaco di Mosca Sergei Sobianin»;
   il 30 agosto l'avvocato Irina Khrunova, difensore di Maria Alekhina, ha depositato un appello alla Corte di Nizhnii Novgorod chiedendo che venga rivista la sentenza e che le venga concesso di scontare la pena svolgendo lavori di pubblica utilità, in alternativa alla detenzione. La data dell'udienza di appello non è stata stabilita;
   Amnesty International ha denunciato che dal 22 ottobre, giorno in cui è stata prelevata dalla colonia penale, non è chiaro dove si trovi Nadezhda Tolokonnikova. Una fonte dell'amministrazione penitenziaria avrebbe informato il marito circa il possibile trasferimento verso una colonia penale in Siberia;
   l'amministrazione penitenziaria russa ha confermato il giorno 13 novembre che Nadia Tolokonnikova si trova in quarantena in un carcere del territorio di Krasnoyarsk, nel nord della Siberia. Lo ha reso noto il responsabile della Ong per i diritti umani della Russia, Vladimir Lukin, all'agenzia Interfax. «Mi è stato detto che al momento la donna si trova in infermeria nel penitenziario del territorio di Krasnoyarsk. Non appena la quarantena sarà terminata, i legali e i familiari di Nadia Tolokonnikova saranno informati, nel giro di due o tre giorni, su dove si trova», ha spiegato Lukin. Il responsabile per i diritti umani della Russia ha fatto sapere all'agenzia Interfax di «aver dovuto chiedere notizie sulla Tolokonnikova alla sede centrale del Servizio penitenziario russo, dato che l'ufficio di Krasnoyarsk continuava a smentire che la donna si trovasse in un carcere della zona»;
   Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità russe per la scarcerazione di Nadia e Maria, essendo state arrestate solo per aver espresso pacificamente le proprie idee e quindi essendo prigioniere di coscienza. Si chiede che le due donne siano rilasciate immediatamente e senza condizioni, di garantire che durante la loro permanenza in carcere non vengano maltrattate dal personale carcerario o dai detenuti, e che siano loro assicurati regolari contatti con le loro famiglie e i legali –:
   quali misure la Ministra interrogata intenda adottare per difendere i diritti umani e per sostenere il diritto alla libertà di espressione;
   se non ritenga necessario assumere iniziative per verificare le condizioni di Nadezhda Tolokonnikova e perché si trovi in quarantena;
   se non ritenga necessario, per quanto di competenza, agire per la scarcerazione di queste due prigioniere di coscienza.
(4-02541)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 7 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 169
4-02541
presentata da
DI SALVO Titti

  Risposta. — Nell'ambito di una strategia complessiva di azione esterna che considera la tutela dei diritti umani come parte integrante e fondamentale della politica estera, sia nei rapporti bilaterali, sia nel contesto delle azioni intraprese in sede europea, il Ministero degli affari esteri ha seguito costantemente gli sviluppi della vicenda che ha coinvolto le componenti del gruppo musicale punk «Pussy Riot» Maria Alyokhina, Nadezhda Tolokonnikova ed Ekaterina Samutsevich. Da parte italiana si è colta ogni utile occasione di dialogo bilaterale per rinnovare con fermezza l'auspicio che la vicenda fosse trattata nel rispetto dell'autonomia della magistratura russa e dei principi fondanti dello stato di diritto e che venissero assicurate alle tre cittadine russe adeguate condizioni carcerarie. Da ultimo, in occasione del vertice intergovernativo di Trieste (26 novembre 2013), si è fatto specifico riferimento alla vicenda delle «Pussy Riot», attirando l'attenzione delle massime autorità russe sull'evidente mancanza di proporzione tra colpa e pena, reiterando l'auspicio per un rapido e positivo esito della questione. Anche in sede UE, l'Italia ha insistito perché il tema del rispetto dei diritti civili, con particolare riguardo alla libertà d'espressione, costituisse un elemento caratterizzante del dialogo sui diritti umani con la Russia ed in tale contesto, abbiamo ottenuto che il caso delle cittadine russe Alyokhina, Tolokonnikova e Samutsevich fosse sempre citato tra quelli più problematici.
  Anche grazie alle nostre ininterrotte pressioni, le autorità russe, venendo incontro alle aspettative della Comunità internazionale e nel quadro di una più ampia amnistia decisa all'unanimità dalla Duma di Stato e promulgata con legge nazionale il 18 dicembre 2013, hanno disposto la scarcerazione di Maria Alyokhina e di Nadezhda Tolokonnikova. La terza componente del gruppo, Ekaterina Samutsevich, già scarcerata il 10 ottobre 2012. ha ottenuto la libertà vigilata.
Il Viceministro degli affari esteriMarta Dassù.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

diritti umani

malattia infettiva

personale carcerario

detenuto

arresto

stabilimento penitenziario