ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02216

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 99 del 17/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: ZARATTI FILIBERTO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 17/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 17/10/2013
STUMPO NICOLA PARTITO DEMOCRATICO 17/10/2013
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 17/10/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/10/2013
Stato iter:
20/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/02/2014
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/02/2014

CONCLUSO IL 20/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02216
presentato da
ZARATTI Filiberto
testo di
Giovedì 17 ottobre 2013, seduta n. 99

   ZARATTI, PIAZZONI, STUMPO e CARELLA. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il giorno 15 ottobre 2013 il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro su richiesta della famiglia del ex capitano delle Ss Erich Priebke, condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, rappresentata dall'avvocato Paolo Giachini, autorizzava il trasferimento della salma dell'ex gerarca nazista nel convento della Fraternità sacerdotale San Pio X di Albano Laziale, per la celebrazione delle esequie;
   il sindaco di Albano Laziale, dopo aver appreso la notizia da fonti giornalistiche, con ordinanza n. 231, «Ritenuto che tale evenienza, qualora confermata, contrasterebbe in maniera eclatante con il contributo reso dalla nostra città e dai nostri cittadini alla lotta di liberazione nazionale ed alla lotta partigiana; in particolare nel rispetto della memoria morale e civile dovuta ai caduti nel barbaro eccidio delle Fosse Ardeatine, tra i quali sono da annoverare anche persone molto vicine alla nostra comunità considerato che, contrariamente a quanto previsto dal Regolamento di polizia Mortuaria (decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990) alle ore 15.00, non è pervenuta a questo Comune alcuna autorizzazione o comunicazione circa il transito della salma di Priebke sul territorio comunale.... considerato che tale notizia, qualora confermata, potrebbe determinare seri pericoli per l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana...», vietava il transito di salme sul territorio comunale, per la giornata del 15 ottobre, onde evitare eventi pregiudizievoli per l'incolumità pubblica e sicurezza della civica comunità;
   il prefetto di Roma, considerato il divieto da parte del Questore di Roma allo svolgimento di funzioni relative alle esequie ed al trasporto della salma di Erich Priebke, in forma pubblica e solenne, nonché qualunque manifestazione pubblica, nel territorio della provincia di Roma, tenuto conto delle vibranti contestazioni in atto da parte di movimenti ed associazioni che si richiamano ad ideologie fortemente contrapposte e comunque della volontà dei familiari di Priebke che avesse luogo un rito funebre, ordinava che il rito funebre avesse luogo in forma privata presso la confraternita S. Pio X, incaricando sindaco di Albano dell'esecuzione dell'atto;
   un esponente della Fraternità sacerdotale San Pio X che in Italia ha sede ad Albano Laziale, ha pubblicamente espresso in passato e in più occasioni tesi antisemite e negazioniste sulla Shoah, che ancora oggi trovano nella comunità lefebvriana diretti sostenitori;
   fin dal primo pomeriggio del 15 ottobre un presidio di cittadini e rappresentanti delle amministrazioni locali di Albano Laziale, Castel Gandolfo e Genzano di Roma formatosi davanti la sede della Fraternità San Pio X manifestava la propria forte indignazione per la scelta assunta da prefetto di far svolgere l'esequie di Priebke nella città di Albano Laziale, già insignita di medaglia d'argento della Resistenza, in spregio alla memoria morale e civile delle vittime della strage delle Fosse Ardeatine, per la quale Priebke è stato condannato all'ergastolo; il livello di tensione è giunto al culmine al passaggio del feretro e dopo l'ingresso nella sede della Fraternità per lo svolgimento del rito;
   nelle stesse ore, gruppi organizzati di estrema destra e inneggianti al movimento neonazista, da ore attivi sui social network, giungevano in prossimità del luogo indicato dal prefetto di Roma per l'esecuzione del rito e venivano tenuti a distanza dai reparti delle forze dell'ordine che presidiavano l'ingresso della struttura, con forti momenti di tensione culminati poi in violenti scontri e tafferugli; ciò nonostante il leader del gruppo di estrema destra Militia Maurizio Boccacci riusciva ad entrare nella struttura della Fraternità per partecipare alle esequie;
   dalle dichiarazioni rilasciate dal legale della famiglia Priebke, Paolo Giachini il rito non avrebbe avuto inizio data l'impossibilità di molti dei cento invitati, tenuti lontani dalle forze di polizia, di convenire nella struttura; lo stesso prefetto di Roma avrebbe successivamente deciso il trasferimento, per motivi di ordine pubblico, della salma di Priebke in un'area a giurisdizione militare lontana da Roma, nello specifico nei pressi dell'aeroporto militare di Pratica di Mare –:
   se il Ministro sia stato messo a conoscenza preventivamente delle decisioni assunte dal Prefetto di Roma e se è stato informato dell'evoluzione degli eventi accaduti nel pomeriggio del 15 ottobre 2013 nella città di Albano Laziale;
   se la decisione del prefetto di Roma, motivata tra l'altro dall'unica disponibilità resa dalla Fraternità San Pio X ad ospitare il rito in forma privata e riservata, cui erano stati invitati cento persone, senza alcuna preventiva informazione né coinvolgimento dell'amministrazione comunale di Albano, sia stata assunta tenendo in debito conto dei rischi per la sicurezza e l'ordine pubblico, che avevano peraltro già portato il questore di Roma ad emettere Ordinanza del 14 ottobre 2013. (4-02216)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 177
4-02216
presentata da
ZARATTI Filiberto

  Risposta. — La vicenda oggetto dell'interrogazione in esame ha suscitato vasto clamore per il forte coinvolgimento emotivo che è legato al ricordo della tragedia delle Fosse Ardeatine e che tutt'oggi interessa tutti coloro che ebbero un ruolo in quell'eccidio.
  Pertanto una ricostruzione dei fatti non può non tener conto dell'alta carica simbolica che l'episodio consumatosi in questi giorni ha assunto agli occhi non solo della comunità romana, e in particolare di quella ebraica, ma di tutta l'opinione pubblica.
  Preliminarmente, va tenuto conto del fatto che il prefetto di Roma, nella gestione di questa delicatissima vicenda, ha dovuto innanzitutto misurarsi con la richiesta avanzata dal legale tutore di Priebke volta a far sì che il rito funebre dell'ex ufficiale tedesco potesse svolgersi nella chiesa romana di Santa Maria Immacolata di Lourdes.
  A fronte delle reazioni piuttosto accese conseguenti a tale proposta e in considerazione della possibilità di turbative durante le esequie, è stato deciso di vietarne lo svolgimento in forma pubblica, con specifica ordinanza del questore di Roma adottata ai sensi dell'articolo 18 del Tulps.
  Subito dopo, il prefetto di Roma, preso atto della disponibilità espressa dalla Fraternità sacerdotale San Pio X di Albano Laziale di ospitare presso la propria sede il rito funebre in forma privata, ha valutato favorevolmente tale disponibilità, anche in considerazione che in quel momento era l'unica soluzione emersa.
  Il prefetto ha comunque ordinato che lo svolgimento delle esequie avvenisse in forma assolutamente privata, e, a tal fine, si è avvalso del potere di ordinanza previsto dall'articolo 2 del Tulps norma di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.
  È del tutto evidente come il provvedimento prefettizio, in quanto adottato per specifiche finalità di esclusiva competenza dello Stato, fosse destinato a prevalere su ogni altro diverso provvedimento, e, quindi, anche sull'ordinanza del sindaco di Albano, peraltro motivata anche con riferimento a esigenze di tutela della sicurezza urbana, attribuzioni queste ultime che rientrano nella più vasta competenza del prefetto.
  È notorio, peraltro, come il fatto che siano trapelate notizie, anche da fonti giornalistiche, riguardanti il luogo di celebrazione del funerale, abbia attratto molti esponenti di estrema destra a darsi convegno nella cittadina laziale.
  Si rappresenta, inoltre, che la gestione dei servizi di ordine pubblico è stata attentamente valutata, tant’è che, su richiesta del prefetto di Roma, il dipartimento della pubblica sicurezza ha disposto l'assegnazione di complessive 400 unità di rinforzo dei reparti mobili di polizia.
  All'evento, in particolare, erano presenti circa 600 persone, tra cui – con l'intento di impedire l'accesso del feretro – anche alcuni sindaci ed amministratori dei comuni limitrofi ed il presidente della locale sede Anpi.
  I disordini e i momenti di forte tensione hanno reso necessario, anche per consentire il passaggio del corteo funebre, l'intervento delle forze di polizia presenti sul posto, le quali hanno poi proceduto all'identificazione di due facinorosi e al loro deferimento all'autorità giudiziaria.
  Il prefetto di Roma, infine, ha disposto con separato provvedimento il divieto di tumulazione della salma di Priebke in tutta la provincia.
  Anche quest'ultimo provvedimento è stato adottato allo scopo di evitare ulteriori turbative, corrispondendo alla medesima esigenza di tutela dell'ordine pubblico.
  Tale ulteriore decisione dimostra come, nella gestione di una vicenda che presentava oggettivi profili di criticità, la massima autorità provinciale di pubblica sicurezza abbia costantemente ispirato la propria azione ad una linea di prudenza e di ponderata valutazione delle diverse esigenze venutesi a creare nella gestione di tutta la vicenda.

Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

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