ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01762

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 504 del 19/07/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 19/07/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORMISANO ANIELLO ITALIA DEI VALORI 19/07/2011
PALAGIANO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 19/07/2011
BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI 19/07/2011
PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI 19/07/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 19/07/2011
Stato iter:
20/07/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/07/2011
Resoconto BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 20/07/2011
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 20/07/2011
Resoconto FORMISANO ANIELLO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/07/2011

SVOLTO IL 20/07/2011

CONCLUSO IL 20/07/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01762
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
martedì 19 luglio 2011, seduta n.504

DI PIETRO, ANIELLO FORMISANO, PALAGIANO, BARBATO e PALADINI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

l'Irisbus è un'azienda controllata al 100 per cento da Iveco, e quindi dal gruppo Fiat industrial. Tale azienda si è creata nel 1999 per fusione della divisione autobus di Renault con la divisione autobus europea dell'Iveco e con l'acquisizione di Ikarus-bus sul finire del 1999;

dal 2001 la società è interamente controllata dal gruppo Fiat Iveco ed è divenuta oggi il secondo produttore mondiale di autobus dopo la Daimler, che controlla i marchi Mercedes-Benz, Setra ed Orion. Recentemente la Ikarus è uscita dal gruppo, in compenso Irisbus ha acquisito la ditta della Repubblica ceca Karosa. Irisbus ha l'intera proprietà del costruttore francese Heuliez. L'Irisbus costruisce non solo autobus di linea e da turismo, ma anche filobus di nuova concezione;

la Fiat Iveco nei giorni scorsi ha comunicato che dal 1o ottobre 2011 la Irisbus Italia spa lascerà lo stabilimento in Valle Ufita (Avellino) ed ha annunciato che sono in corso contatti per la cessione del ramo d'azienda alla società DR group;

nello stabilimento di Grottaminarda lavorano direttamente 700 lavoratori e molti di più nell'indotto che tra il 19 e il 20 luglio 2011 saranno messi tutti in cassa integrazione;

questa operazione appare agli interroganti simile a tante altre fatte da Fiat per liberarsi di centinaia di lavoratori, addossando, di fatto, le responsabilità su altri. Mentre in tutta Europa vi è la ricerca di prodotti per il trasporto pubblico a minore impatto ambientale, in Italia la Fiat chiude l'unico stabilimento che costruisce autobus e concentra le proprie produzioni in Francia e Repubblica ceca. È inaccettabile secondo gli interroganti il comportamento della Fiat nel nostro Paese;

da quando Marchionne ha annunciato il progetto Fabbrica Italia, con investimenti per 20 miliardi di euro, i risultati sono: cassa integrazione a Pomigliano, cassa integrazione a Mirafiori, cassa integrazione alla Bertone, cassa integrazione in Iveco, chiusura di Termini Imprese e di uno stabilimento di Cnh e oggi vendita di Irisbus;

i ripetuti tagli alle risorse delle autonomie locali, inoltre, pesano sui trasporti pubblici locali e hanno provocato una riduzione delle commesse, a dimostrazione - secondo gli interroganti - della visione miope che ha ispirato le manovre di finanza pubblica di questo Governo, manovre che hanno ridotto in maniera non selettiva le spese e che non si sono conformate ad un modello di sviluppo più rispettoso dell'ambiente e che privilegi la mobilità collettiva rispetto a quella individuale;

in provincia di Avellino la situazione occupazionale è pesante: si contano ben 80 mila disoccupati, che rappresentano circa il 35 per cento della popolazione attiva. La chiusura del citato stabilimento aggraverebbe tale difficile situazione;

in nessun Paese europeo la Fiat potrebbe permettersi quello che sta facendo in Italia. La differenza è che in Francia, in Germania, perfino in Polonia esiste un Governo che fa politica industriale. In Italia - a parere degli interroganti - questo non accade. La fuoriuscita dell'azienda dal perimetro Fiat avrebbe come conseguenza un drastico ridimensionamento dello stabilimento dal punto di vista occupazionale e il prezzo da pagare sarebbe altissimo e insostenibile per tutto il tessuto economico e sociale della regione;

il 15 luglio 2011 più di duemila persone, con la partecipazione degli amministratori locali, sono scese in piazza contro la chiusura dello stabilimento Irisbus di Grottaminarda, rallentando il traffico automobilistico sull'autostrada Napoli-Bari in entrambi i sensi;

il Ministero dello sviluppo economico ha convocato per il 20 luglio 2011 Fiat industrial spa ed i sindacati nazionali dei metalmeccanici;

la Fiat deve spiegare le strategie del gruppo a fronte di tutte le risorse pubbliche che ha ricevuto e che riceve, posto che, ad avviso degli interroganti, tale gruppo industriale persegue una politica di svendita del patrimonio industriale nazionale -:

quali iniziative il Governo intenda mettere in campo al fine di conoscere il piano industriale, le garanzie occupazionali e le risorse messe a disposizione dal nuovo acquirente ed affinché la Fiat mantenga comunque vincoli e garanzie, soprattutto in un territorio come quello della provincia di Avellino, che sarebbe devastato da una crisi o peggio ancora dalla chiusura dello stabilimento Irisbus. (3-01762)