ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00633

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 146 del 21/03/2019
Firmatari
Primo firmatario: CIMINO ROSALBA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/03/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 21/03/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00633
presentato da
CIMINO Rosalba
testo di
Giovedì 21 marzo 2019, seduta n. 146

   CIMINO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la legge 13 luglio 2015, n. 107, recante la «Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti», cosiddetta legge della «Buona scuola» del Governo Renzi – il cui obiettivo precipuo doveva essere la scomparsa del precariato nelle scuole – alla luce di quanto previsto all'articolo 1, comma 131, ha di fatto imposto ai docenti precari di presentare domanda, pena, dopo il terzo anno di servizio, l'esclusione dalle graduatorie e l'impossibilità di insegnare nella scuola;

   la stragrande maggioranza dei docenti precari è stata, però, tradita nelle proprie aspettative, dal momento che la stabilizzazione tanto attesa si è trasformata in un incubo: immissioni in ruolo per docenti anche over quaranta e cinquanta costretti alla mobilità forzata al Nord, sradicati dalla scuola meridionale a cui avevano apportato il proprio contributo per anni. Difatti, benché migliaia di docenti ammessi al procedimento straordinario di reclutamento avessero fino a quel momento lavorato per maturare i titoli necessari all'assunzione in quel determinato contesto provinciale, la riforma ha imposto loro, draconianamente, una scelta sull'intero reticolo nazionale, senza tener conto, tra l'altro, delle rispettive situazioni personali e dei carichi familiari;

   la ricaduta economica della riforma sulla «Buona scuola» nel sud Italia e, in particolare, in Sicilia è stata e continua a essere perniciosa: gli insegnanti fuori sede spendono tutto lo stipendio al Nord in affitti e viaggi, impoverendo ulteriormente il proprio tessuto sociale, già gravemente intaccato dalla crisi di questi anni;

   in altre parole, quello operato dalla legge 107 del 2015 è stato un silente quanto censurabile «saccheggio» intellettuale, culturale ed economico che ha interessato principalmente il Meridione;

   se non verranno ripristinati il merito e l'equità, si prospettano ineludibili difficoltà e ingiustizie per questi docenti e per le loro famiglie sottoposte a costanti sacrifici e divisioni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti rappresentati in premessa e quali siano i suoi orientamenti in merito;

   quali iniziative intenda assumere per garantire il rientro dei docenti costretti a lasciare le regioni di appartenenza, al fine di porre rimedio al vulnus creato dalla riforma denominata «Buona scuola», sì da tutelare i diritti delle persone e dei lavoratori che la Carta costituzionale garantisce, tenendo conto, peraltro, degli innumerevoli posti liberi venutisi a creare nel Meridione sia con la cessazione dal servizio di diversi docenti grazie al provvedimento «quota 100», sia con la misura introdotta mediante la legge di bilancio 2019 per incrementare il tempo pieno.
(3-00633)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

insegnante

lavoro a tempo pieno

istruzione