ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00120

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 11
Seduta di annuncio: 12 del 01/07/1992
Abbinamenti
Atto 2/00107 abbinato in data 25/09/1992
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: RIFONDAZIONE COMUNISTA
Data firma: 01/07/1992
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIFONDAZIONE COMUNISTA 07/01/1992
RIFONDAZIONE COMUNISTA 07/01/1992
RIFONDAZIONE COMUNISTA 07/01/1992
RIFONDAZIONE COMUNISTA 07/01/1992


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
  • MINISTERO PER LE RISORSE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LE RISORSE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 15/07/1992
Stato iter:
25/09/1992
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/09/1992
MINISTRO - (MINISTERO PER LE RISORSE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 25/09/1992
RIFONDAZIONE COMUNISTA
Fasi iter:

PRESENTATO IL 01/07/1992

INTERLOCUTORIO IL 15/07/1992

ABBINAMENTO (ATTO NON CAPOSTIPITE) IL 25/09/1992

RISPOSTA DEL GOVERNO IL 25/09/1992

ITER CONCLUSO IL 25/09/1992

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro
dell'agricoltura e delle foreste. - Per sapere - premesso che:
dopo il commissariamento della Federconsorzi, avvenuto il
17 maggio 1991 a seguito del crac finanziario che ha travolto
l'intera holding agricola, vi è stata nelle ultime settimane a
seguito di un impegno diretto del presidente della Banca di Roma,
Pellegrino Capaldo, l'avvio di una manovra dai contenuti ancora
non del tutto chiari ma finalizzata, sembra, a chiudere il
concordato preventivo della FEDIT, evitare le conseguenze della
liquidazione coatta e le relative responsabilità;
per diverse settimane il cosiddetto "Piano Capaldo" è stato
tenuto nascosto ma della sua definizione risulta agli
interroganti fossero a conoscenza l'ex Ministro dell'agricoltura
onorevole Goria, l'ex Presidente del Consiglio, onorevole
Andreotti, i vertici della DC e della Coltivatori Diretti, gli ex
amministratori e sindaci revisori della Federconsorzi;
il 14 marzo scorso, a quanto sembra, il "Piano Cataldo"
avrebbe preso consistenza: sono state coinvolte 10 banche
creditrici della FEDIT; è stata illustrata l'intera manovra alla
direzione della Banca d'Italia; si è sollecitato l'esame del
piano da parte dei commissari della CONSOB che dovrebbe dare il
via libera all'offerta pubblica di vendita dei titoli azionari;
presso la Banca di Roma si sarebbe tenuta una riunione,
presieduta dallo stesso presidente Capaldo, presenti gli istituti
esposti con la Federconsorzi: la Banca di Roma, con 170 miliardi;
il Banco di Napoli, con 230 miliardi; la BNL, con 180 miliardi;
la Banca San Paolo di Torino, con 120 miliardi; il Credito
Italiano, con 65 miliardi; il Banco di Sicilia, con 60 miliardi;
la Banca Popolare di Novara con 50 miliardi; la Cariplo, con 23
miliardi. Erano presenti all'incontro creditori le cui spettanze
ammonterebbero complessivamente a circa 1000 miliardi di lire, su
ben oltre 3000 miliardi che riguardano il solo sistema bancario;
la procedura che è stata escogitata prevederebbe:
1) chiudere la vicenda giudiziaria facendo subentrare,
nella liquidazione dell'attivo della FEDIT, una società di
carattere privato composta dagli stessi creditori;
2) le banche creditrici costituirebbero una società per
azioni, portando le proprie spettanze verso la Federconsorzi;
3) le azioni verrebbero offerte in sottoscrizione a tutti
i creditori;
4) la nuova SPA acquisterebbe dalla Agrifattoring, in
concordato preventivo, sia i crediti nei confronti della
Federconsorzi e sia verso i CAP ad un prezzo, sembra, più basso
dei crediti nominali;
5) la nuova SPA proporrebbe al tribunale il rilievo di
tutto il patrimonio FEDIT (3.940 miliardi), gestendo la
liquidazione dei beni acquistati fuori dalle procedure della
liquidazione, con la prospettiva di un netto guadagno e senza che
emerga, così, responsabilità alcuna;
una seconda operazione dovrebbe affrontare la situazione
dei CAP anch'essi travolti dal crac finanziario (su 74 consorzi
solo 27 sono ancora in amministrazione ordinaria), anche in
questo caso con una gestione privatistica che dovrebbe acquisire
e orientare le future strategie aziendali -:
se non ritengano necessario chiarire i termini dell'intera
vicenda e particolarmente per quali motivi l'operazione Capaldo,
che si configura come una vera e propria azione speculativa,
abbia avuto il consenso del ministro dell'agricoltura e del
Governo i quali hanno rinunciato così all'espletamento delle
funzioni di coordinamento dei soggetti interessati e a trovare
soluzioni più idonee ai guasti determinati dal crac
Federconsorzi;
se la manovra Capaldo sia da considerarsi tesa al
raggiungimento di soli due obbiettivi, come sembrerebbe evidente
a parere degli interroganti: 1) occasione per un enorme affare
speculativo; 2) esigenza politica di non far emergere nessuna
responsabilità per il crac finanziario della FEDIT, dal momento
che non si comprende come il "Piano Capaldo" si possa conciliare
con l'esigenza di rinnovamento e di rilancio del ruolo della
FEDIT;
se siano a conoscenza, e quale sia in proposito l'opinione
del Governo, della gravissima situazione di incertezza in cui si
trovano i dipendenti della Federconsorzi, sia della sede centrale
di Roma, da molti giorni in assemblea permanente, sia delle sedi
provinciali, sui quali pesa concretamente la minaccia della
perdita del loro posto di lavoro e, in questo quadro,
relativamente alla prioritaria esigenza di assicurare il
mantenimento dei livelli occupazionali, quali siano le garanzie
che si aprirebbero dalla eventuale attuazione del "Piano
Capaldo";
se considerino ancora valide - come sostengono da tempo le
stesse organizzazioni sindacali - le ragioni per la riconferma
del sistema Federconsorzi come supporto al servizio esclusivo
dell'agricoltura, eliminando le ragioni vere che sono alla base
della degenerazione, la pratica gestionale clientelare e
antidemocratica e rapportando l'intera struttura al suo naturale
quadro costitutivo oggi gravemente alterato;
con quali criteri siano stati scelti e nominati i
liquidatori-commissari dei CAP, tra i quali quello del CAP di
Taranto, nei confronti del quale (ma non è l'unico caso!), vi è
un diffuso malcontento tra i lavoratori del Consorzio per gli
atteggiamenti incondivisibili che lo contraddistinguono.
(3-00120)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
AZIONI, COMMISSARIO STRAORDINARIO, CONSORZI AGRARI, CONTROLLI CONTABILI, CURATORE FALLIMENTARE, GESTIONE DI IMPRESE, LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA, VENDITA
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

FEDERAZIONE ITALIANA DEI CONSORZI AGRARI ( FEDERCONSORZI )