ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/02459

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 13
Seduta di annuncio: 734 del 06/06/2000
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: MISTO
Data firma: 06/06/2000


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

PRESENTATO IL 06/06/2000

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della
giustizia, per sapere - premesso che:
il 27 gennaio 1999 venne arrestato a Palermo l'ingegner
Giuseppe Montalbano, un imprenditore edile siciliano, insieme
a Salvatore Gangi, ex direttore di banca alla Sicilcassa, capo
della commissione di Cosa Nostra nella zona di Agrigento e
Sciacca, da tempo ricercato;
l'ingegnere Montalbano è stato rilasciato per decorrenza
dei termini, ma il 2 febbraio 2000 è stato disposto il
sequestro di tutti i suoi beni, per un valore di 400 miliardi;
tra i beni sequestrati vi è il più importante complesso
turistico residenziale della Sicilia, 'Torre Makauda', a
Sciacca;
secondo il settimanale Diario, che al ruolo
dell'ingegner Montalbano dedica un'inchiesta giornalistica a
firma del direttore Enrico Deaglio (settimana 2-8 giugno 2000,
p. 32), il magistrato di Agrigento che ha disposto il
sequestro, dottor Salvatore Cardinale, ritiene che 'Torre
Makauda' non è esattamente della famiglia Montalbano, ma con
ogni probabilità di Salvatore Riina di cui Montalbano è
prestanome. Il settimanale indica il complesso turistico come
il luogo 'dove il capo dei capi è stato spesso in vacanza, e
non c'era bisogno di proteggerlo con i mitra, perché almeno
quattro dei manager dell'albergo erano dei fidati uomini di
Cosa Nostra'; Diario riferisce inoltre che tra le proprietà
sequestrate figura anche la 'Villa Antica spa', proprietaria
tra l'altro anche del complesso residenziale dove Riina è
stato arrestato; nel corso del sequestro dei beni
dell'ingegnere, inoltre, sono state rinvenute, nella sua
abitazione, due bollette dell'Enel intestate a Giuseppe
Bellomo, il falso nome dietro cui si celava Totò Rima nel
corso della sua latitanza;
tuttavia, al momento dell'arresto di Totò Riina, il 15
gennaio 1993, non venne svolta alcuna azione nei confronti del
proprietario della casa nonostante il suo nome fosse molto
noto agli inquirenti poiché Giovanni Falcone, nel 1984, lo
aveva indiziato di reato come uno dei colletti bianchi della
mafia. Dopo tre anni la sua posizione venne archiviata;
già nel 1993, il pentito Balduccio Di Maggio aveva
rivelato agli inquirenti come Montalbano e Riina fossero
strettamente legati, 'la stessa persona', come scrive Diario;
il padre dell'ingegnere, il professor Giuseppe
Montalbano, era un esponente di primo piano del Partito
Comunista in Sicilia, insieme a Li Causi e a Colajanni. Il
professore è stato ordinario di procedura penale, deputato
regionale e nazionale, sottosegretario alla Marina Mercantile
nel Governo Parri, 'un uomo - come riporta Diario - che ha
formato centinaia di giovani comunisti alla militanza politica
e che ha avuto un figlio, misteriosamente sepolto a cura della
famiglia mafiosa di Mangiaracina'. Scrive ancora il
settimanale che 'l'altro suo figlio, l'ingegnere, ha tenuto
alta la bandiera del padre e ha sempre fatto motivo di vanto
la sua collocazione politica. Ha sostenuto e finanziato le
iniziative della sinistra, ha avuto una particolare simpatia
per i temi ambientali, è diventato nel corso della sua
carriera professionale il più importante operatore turistico
siciliano. Sostiene il presidente della regione, Angelo
Capodicasa, diessino, e la regione sostiene le sue iniziative
imprenditoriali. Sostiene uomini forti dei Ds, come
Michelangelo Russo... Nel dispositivo in cui si sequestrano i
suoi beni (facendo capire che buona parte di essi sono in
realtà di Salvatore Riina) si parla molto di altre società che
sono a lui riferite' tra i cui soci figurano, tra gli altri,
'un certo Antonino Fontana, figura di spicco del vecchio Pci
di Bagheria e il suo socio, tale Simone Castello che faceva il
postino all'ultimo capo della mafia latitante, il vecchio e
imprendibile Bernardo Provenzano. E poi si trovano società
possedute da vecchi e noti mafiosi come Andrea Vassallo e Pino
Lipari e le si vede partecipanti a società romane moderne,
leader dell'edilizia. E poi si trovano la moglie di Bernardo
Provenzano, Savona Palazzolo e i suoi commercialisti';
il settimanale precisa che le carte dell'ingegnere sono
'assolutamente pubbliche, carte che un maresciallo di polizia
poteva consultare già sette anni fa'. Vi si trova anche 'il
documento catastale della casa che fin dal 1985 Riina affittò.
Si trovano tutti i passaggi di denaro, i nomi dei sindaci
delle società immobiliari, i passaggi di quote. E si trova che
"uno spunto investigativo" su tutto ciò Giovanni Falcone lo
aveva già offerto nel 1984. E si scopre che, alla ricerca del
tesoro di Totò Riina, forse una parte di questo era già stato
trovato sette anni fa, quando il famoso e famigerato Balduccio
Di Maggio aveva fatto presente che Montalbano e Riina erano
praticamente la stessa persona';
il settimanale rileva gli aspetti oscuri delle
investigazioni che portarono alla cattura di Balduccio Di
Maggio e di Totò Riina, alle confessioni del Di Maggio, al
'premio' di un miliardo e mezzo di lire garantitogli dallo
Stato, agli omicidi da lui compiuti durante il programma di
protezione, alla scarcerazione dovuta alla perizia medica che
ne certifica la non compatibilità con la detenzione, alla
mancata perquisizione dell'appartamento dove viveva in
latitanza Riina e al recupero di tutti i suoi documenti
compiuto dai capi di Cosa Nostra;
conclude il settimanale: 'Brutta storia, vero? Scomoda
per tutti, vero? Con Riina e Provenzano alla testa di una
specie di compromesso storico o commissione bicamerale che
agisce nella Sicilia laboratorio politico, mentre il grande
teatro assiste al processo Andreotti e il suo grande
accusatore, Balduccio Di Maggio, chiede soldi, li ottiene,
torna ad ammazzare, si paralizza, trova tre professori che gli
danno ragione, esce dal carcere e scompare' -:
se la ricostruzione del settimanale corrisponda a
verità, e, in tal caso, se non ritenga opportuno avviare
un'indagine ministeriale presso la procura di Palermo per
verificare per quale motivo le confessioni di Balduccio Di
Maggio, che sono state all'origine del processo contro Giulio
Andreotti, non abbiano avuto seguito per la parte concernente
l'ingegner Giuseppe Montalbano.
(2-02459)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
CAMPEGGI E VILLAGGI TURISTICI, DESISTENZA E RAVVEDIMENTO ATTIVO, IMPRENDITORI, INDAGINI GIUDIZIARIE, MAFIA E CAMORRA
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

SCIACCA (AGRIGENTO+ SICILIA+)