ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00589

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 250 del 23/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: BRUNETTA RENATO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 23/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/06/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 23/06/2014
Stato iter:
26/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/06/2014
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 26/06/2014
Resoconto LEGNINI GIOVANNI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 26/06/2014
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/06/2014

SVOLTO IL 26/06/2014

CONCLUSO IL 26/06/2014

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00589
presentato da
BRUNETTA Renato
testo presentato
Lunedì 23 giugno 2014
modificato
Giovedì 26 giugno 2014, seduta n. 253

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   gli ultimi dati sul debito pubblico rilevati dalla Banca d'Italia mostrano come questo abbia toccato, nel mese di aprile 2014, il valore record di 2,1 trilioni di euro, con un aumento di 77 miliardi di euro registrato nei primi 4 mesi del 2014. Un aumento ben al di sopra di quello registrato nei precedenti 2 anni, 51 miliardi di euro nel 2012 e 53 miliardi di euro nel 2012;
   tutto ciò pone con forza il problema relativo alla sostenibilità del debito pubblico italiano, in considerazione soprattutto dello scenario economico attuale, caratterizzato da un tasso di inflazione prossimo allo zero nel quale l'Italia si trova e che, come noto, penalizza i debitori;
   si pensava che, grazie al crollo dei tassi d'interesse, per effetto delle politiche monetarie estremamente accomodanti decise della Banca centrale europea e alla conseguente contrazione dei rendimenti d'emissione dei titoli di Stato, il debito potesse finalmente scendere. Non solo questo non è accaduto, ma esiste un evidente rischio di aumento ulteriore dello stock di debito che si potrebbe generare da un aumento dei tassi d'interesse. Scenario non inverosimile se si pensa che la Banca d'Inghilterra ha già annunciato che entro il 2014 aumenteranno i tassi inglesi;
   al tempo stesso, la Federal Reserve americana (Fed) è decisa a portare avanti le operazioni di tapering, riducendo le sue operazioni di rifinanziamento di dieci miliardi di dollari al mese. Ne deriva la permanenza di un rischio destinato a far aumentare, in una prospettiva di medio periodo, l'intera struttura dei tassi di interesse. Fenomeno che non potrà non riflettersi sulla stessa politica della Banca centrale europea, facendo riemergere tutte le problematiche inerenti al premio per il rischio, con conseguenze immediate sulla solvibilità del debito italiano;
   le analisi condotte dal Dipartimento del Tesoro nell'ultimo documento di economia e finanza mostrano la vulnerabilità del debito pubblico italiano ad un aumento dei tassi d'interesse variabile, sulla quale il Governo non ha alcun potere d'intervento. Sul debito pubblico pesa poi l'incognita relativa al pagamento dell'integrale ammontare di debiti commerciali della pubblica amministrazione alle aziende, quantificato provvisoriamente dalla Banca d'Italia in 75 miliardi di euro (ma che potrebbe essere ben più elevato). Lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri Renzi aveva promesso di ripagare ben 68 miliardi di euro entro la fine del mese di luglio 2014, obiettivo che sembra essersi smarrito;
   infine, l'ultimo bollettino trimestrale del Tesoro mostra come, nei prossimi 3 anni, ci saranno titoli pubblici in scadenza pari a oltre 500 miliardi di euro, circa un quarto di quelli totali;
   è bene ricordare che l'Italia ha sottoscritto una quota nel capitale del Meccanismo europeo di stabilità pari a 125,4 miliardi di euro e che di questa sono stati versati solamente 14,3 miliardi di euro (l'ultima tranche di 2,9 miliardi di euro è stata pagata ad aprile 2014). Pesa, pertanto, sull'immediato futuro l'esigenza di far fronte a questo ulteriore impegno destinato a far lievitare di quasi sette punti di prodotto interno lordo il debito complessivo italiano –:
   quali siano le ragioni dell'aumento del debito pubblico di ben 77 miliardi di euro nei primi quattro mesi del 2014;
   quali politiche di debt management intenda adottare il Governo per fronteggiare la scadenza dei titoli pubblici per un valore di 500 miliardi di euro, che avverrà nei prossimi 3 anni;
   quale sia l'impatto che si verificherebbe sul debito pubblico italiano per effetto dell'eventuale emissione di prestiti obbligazionari da parte del Meccanismo europeo di stabilità (cosiddetto Fondo salva Stati) per nuovi salvataggi;
   quale sarà l'impatto sul debito pubblico per effetto del pagamento dei debiti commerciali pregressi e dell'eventuale ulteriore tiraggio dovuto agli impegni internazionali assunti.
(2-00589) «Brunetta, Palese».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

debito pubblico

Banca centrale europea

pagamenti internazionali

inflazione