ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00359

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 166 del 18/04/2019
Firmatari
Primo firmatario: FIORINI BENEDETTA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 18/04/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/04/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00359
presentato da
FIORINI Benedetta
testo di
Giovedì 18 aprile 2019, seduta n. 166

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il 15 aprile 2019 la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Parmalat, volto ad annullare la richiesta di risarcimento di 431 milioni di euro alla americana Citibank;

   il ricorso della società di Collecchio, dal 2011 sotto il controllo del gruppo francese Lactalis della famiglia Besnier, era stato presentato contro un'ordinanza della corte d'appello di Bologna del 2014, che aveva stabilito l'efficacia in Italia della sentenza con cui nel 2008 una corte del New Jersey, negli Stati Uniti, aveva condannato Parmalat a risarcire Citibank;

   la Corte di Cassazione ha respinto tutti i nove motivi di appello presentati da Parmalat definendoli «infondati» o «inammissibili» e stabilendo in via definitiva la legittimità della richiesta di risarcimento della banca americana;

   il concordato tra Parmalat e Citibank fatto nel 2005, dopo la bancarotta del gruppo alimentare, prevedeva la soddisfazione del credito attraverso l'assegnazione di azioni del gruppo alimentare: Citibank dovrebbe avere quindi una quota intorno al 15 per cento delle azioni di Parmalat, che però dal mese scorso non è più quotata a Piazza Affari per decisione dell'azionista francese. Nei mesi scorsi Citibank, con un altro procedimento davanti al Tar, aveva provato a impedire il ritiro del gruppo alimentare dal listino, proprio per evitare di ritrovarsi in mano, come poi è avvenuto, azioni difficilmente liquidabili;

   Citibank si era rivolta al Tar per chiedere «l'annullamento, previa sospensione dell'efficacia» della «delibera della Consob con la quale è stato approvato il documento informativo relativo all'assolvimento, da parte di Sofil, dell'obbligo di Acquisto» delle azioni Parmalat, finalizzato al delisting del gruppo agroalimentare da Piazza Affari;

   i giudici amministrativi in quel caso non accoglievano le tesi di Citibank, sostenendo che «la posizione creditoria fatta valere dalla società ricorrente (per quanto possa rilevare quale presupposto della situazione giuridica azionata in questa sede) è comunque ancora sub-judice, essendo pendente il giudizio sul ricorso per Cassazione»;

   ora però il verdetto della Corte di Cassazione dà corpo alle ragioni di Citibank, mettendo in forse la decisione ultima del Tar;

   preso atto che società francesi controllano il 10 per cento di tutta Piazza Affari (54,9 miliardi di euro), il caso Parmalat, ad avviso dell'interpellante, mostra che la loro tendenza è quella di smobilitare e portare in Francia la gestione delle società acquisite, in particolare se si tratta di pilastri del made in Italy;

   dal gennaio 2019 la società proprietaria di Parmalat, la francese Lactalis ha proceduto a smantellare Parmalat stessa;

   dapprima l'uscita da Piazza Affari, poi una riorganizzazione che fa traslocare tutte le controllate nei vari Paesi, Italia inclusa, sotto l'ombrello della Francia;

   risulta di tutta evidenza all'interpellante come Parmalat abbia perso così la sua formale indipendenza;

   è noto infine come la mattina del 9 gennaio 2019, i circa mille dipendenti del gruppo italiano si siano trovati nella loro casella di posta elettronica una nota di servizio: in un tono asettico, si informa che in vista dell'imminente delisting di Parmalat, Lactalis vara una riorganizzazione mondiale;

   senza dirlo esplicitamente, la funzione strategica di supervisione, il cervello del gruppo Parmalat, di fatto scompare: le nove divisioni previste dalla riorganizzazione saranno gestite da manager francesi e faranno capo a Lactalis;

   questa nuova fisionomia di fatto cancella la funzione corporate del quartier generale di Collecchio: per la nuova Parmalat orfana di Piazza Affari si profila un futuro da azienda puramente commerciale con impianti produttivi, con inevitabili riflessi occupazionali sul management italiano, con infine inevitabile storno della gran parte degli asset positivi in terra francese;

   paradosso finale vuole che sia stata una banca estera creditrice, il miglior difensore della permanenza in Italia di Parmalat;

   l'impressione che ricava l'interpellante da questa storia, è che francesi e americani si litigano le spoglie di quel che una volta era italiano –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interpellante al riguardo e quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, sulla vicenda esposta in premessa e, più in generale, per difendere l'italianità delle imprese che operano nei comparti fondamentali del made in Italy, anche con riferimento alla conservazione e alla tutela delle filiere produttive del comparto.
(2-00359) «Fiorini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

denominazione di origine

banca