I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del
Consiglio dei ministri e il Ministro dell'interno, per sapere -
premesso che:
a brevissima distanza dall'assassinio del giudice Paolo
Borsellino si è tolta la vita una giovane di 18 anni, Rita Atria,
la quale, evidentemente, dopo quel fatto riteneva di non essere
più protetta da probabili vendette della mafia;
la stessa aveva reso importanti rivelazioni su gravi fatti
di mafia, che hanno portato tra l'altro la magistratura ad
inquisire il deputato Enzo Culicchia quale possibile mandante
dell'omicidio di un rivale politico, come risulta fra l'altro
dalla richiesta di autorizzazione a procedere promossa contro il
predetto deputato (atto Camera, doc. IV, n. 1);
Rita Atria, prima di suicidarsi, ha lasciato un amaro
biglietto contenente le seguenti, significative parole: "adesso
non c'è più chi mi protegge";
i funerali, svoltisi a Partanna (TP) in data 31 luglio
1992, sono stati disertati da quasi tutta la famiglia della
giovane, sicuramente per intimidazioni mafiose;
in tale occasione, lo Stato è risultato vergognosamente
assente -:
1) quali misure, di sicurezza e protezione e di sostegno
economico, erano state predisposte in favore di Rita Atria;
2) per quali motivi, in occasione dei funerali di Rita
Atria, non si sia provveduto ad assicurare a Partanna una
visibile ed autorevole presenza dell'autorità dello Stato, anche
al fine di contrastare il prevedibile clima di condizionamento
mafioso che ha impedito la partecipazione del paese alle esequie;
3) quali siano attualmente le strutture e le modalità di
protezione e tutela predisposte in favore dei pentiti di mafia.
(2-00207)