ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01143

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 565 del 09/02/2016
Abbinamenti
Atto 1/00966 abbinato in data 11/02/2016
Atto 1/01144 abbinato in data 11/02/2016
Atto 1/01149 abbinato in data 11/02/2016
Atto 1/01150 abbinato in data 11/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: BALDASSARRE MARCO
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 09/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 09/02/2016


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 09/02/2016 09/02/2016
Stato iter:
11/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 11/02/2016
Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/02/2016
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto ABRIGNANI IGNAZIO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto RABINO MARIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CAUSIN ANDREA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PICCHI GUGLIELMO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto NICOLETTI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/02/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/02/2016

ACCOLTO IL 11/02/2016

PARERE GOVERNO IL 11/02/2016

DISCUSSIONE IL 11/02/2016

VOTATO PER PARTI IL 11/02/2016

APPROVATO IL 11/02/2016

CONCLUSO IL 11/02/2016

Atto Camera

Mozione 1-01143
presentato da
BALDASSARRE Marco
testo presentato
Martedì 9 febbraio 2016
modificato
Giovedì 11 febbraio 2016, seduta n. 567

   La Camera,
   premesso che:
    il 6 gennaio 2016 la Corea del Nord ha annunciato di aver effettuato con successo un test nucleare con l'impiego di una bomba all'idrogeno (bomba H) miniaturizzata;
    sul fatto che si sia trattato effettivamente di un ordigno termonucleare vi sono numerosi dubbi, tra cui quello relativo all'energia sprigionata dall'esplosione che pare troppo esigua per essere stata provocata da un processo di fusione nucleare; nondimeno è dubbio che si sia realmente trattato dell'esplosione di una bomba H, di una «normale» bomba A, o, più probabilmente, di un test non perfettamente riuscito (la detonazione di una bomba all'idrogeno è attivata da un ordigno atomico a fissione, e potrebbe essersi trattato di un tentativo fallito di innescare la fusione nucleare); non c’è dubbio che il progredire del programma di armamento strategico nordcoreano non possa essere sottovalutato;
    l'esplosione del 6 gennaio, infatti, rappresenta il quarto test nucleare condotto dalla Corea del Nord, dopo quelli effettuati nel 2006, 2009 e 2013;
    il 7 febbraio 2016 la Corea del Nord ha annunciato di aver effettuato il lancio del satellite per osservazione terrestre Kwangmyongsong-4 impiegando un razzo vettore a tre stadi Unha;
    il lancio è avvenuto in anticipo rispetto a quanto comunicato da Pyongyang alla International Telecommunication Union (ITU), quando fu annunciato che la finestra di lancio sarebbe stata compresa tra l'8 e il 25 febbraio;
    l'Unha è una versione modificata del missile balistico intercontinentale Taepo Dong-2, in fase di sviluppo e accreditato di un raggio d'azione di 8.000 chilometri, e perciò in grado di raggiungere anche il Nord America;
    il lancio dell'Unha è dunque considerato dalla comunità internazionale come un altro test del programma missilistico della Corea del Nord, anche in considerazione del fatto che possedere un razzo capace di porre in orbita terrestre un oggetto è fattore abilitante per lo sviluppo di missili balistici intercontinentali eventualmente armabili anche con testate nucleari;
    il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha commentato il lancio dichiarando, tramite il suo portavoce, che «si tratta di una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sul bando a carico di Pyongyang dell'uso di tecnologie balistiche» e ha sollecitato lo stop immediato «delle azioni provocatorie» osservando che la mossa della Corea del Nord è maturata «nonostante la richiesta della comunità internazionale per evitare un atto del genere»;
    le Nazioni Unite, su richiesta di Washington, Tokyo e Seul, hanno convocato una riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza, il quale ha condannato «nei termini più forti» il lancio del missile e ha annunciato di lavorare a una nuova risoluzione che includa ulteriori sanzioni;
    nonostante le pesanti sanzioni in vigore nei confronti della Corea del Nord, i programmi di armamento nucleare e missilistico nordcoreani continuano a progredire rapidamente;
    a questo proposito, all'indomani dell'ultimo lancio del missile Unha, l'agenzia di stampa di Stato cinese Xinhua, ha paventato il rischio di «risvolti negativi» per le azioni nordcoreane e ha parlato apertamente del «rischio di una guerra» se non verrà posto un freno deciso «all'escalation senza fine»;
    negli ultimi anni l'impegno di Pechino verso Pyongyang non è andato, tuttavia, oltre le note diplomatiche e le esortazioni a rispettare gli impegni assunti per la denuclearizzazione e a non prendere iniziative che potrebbero peggiorare la sua situazione a livello internazionale e nella penisola coreana;
    le reazioni dei principali attori regionali sono state pressoché le stesse di quelle all'indomani del test nucleare di gennaio: la Corea del Sud si è posta alla guida di un'iniziativa di forte condanna, cercando di riunire i 5 Paesi che componevano il principale tavolo di dialogo con Pyongyang – i cosiddetti Six Party Talks – a eccezione della Corea del Nord stessa e l'iniziativa ha subito ottenuto l'appoggio di Stati Uniti e Giappone, molto meno interessati alla questione rispetto al passato e piuttosto inclini a delegare la guida della questione a Seoul; Cina e Russia si sono dette contrarie, in quanto ravvisano nella «proposta a 5» un controproducente tentativo ulteriore di isolare la Corea del Nord;
    se in passato sia Seoul che Washington sono state protagoniste dei negoziati sul nucleare nordcoreano, in questo caso sembra che l'unico attore in grado di indirizzare il percorso in un senso o nell'altro sia la Cina;
    storicamente molto cauta quando si tratta di relazionarsi con il regime di Pyongyang, Pechino ha più volte richiamato tutte le parti alla calma e alla necessità di dirimere la questione attraverso il dialogo, possibilmente un dialogo gestito dalla stessa, come avveniva per il Six Party Talks;
    in un rapporto diffuso dalla Corea del Sud nel 2013 relativo all'analisi dei detriti di un analogo razzo lanciato nel 2012 effettuata allo scopo di risalire all'origine dei singoli pezzi del vettore, si evidenzia come tutte le parti fondamentali dell'Unha siano state progettate e realizzate in Corea del Nord, con l'eccezione di alcune parti minori, come sensori di temperatura e cavi elettrici, che sono risultate provenire dalla Cina e da alcuni Paesi europei e che, comunque, non rientrano tra i materiali regolamentati dal Missile Technology Control Regime (MTCR);
    la Cina è considerata lo storico alleato del regime nordcoreano ed è il suo fondamentale fornitore di energia elettrica e petrolio e irrinunciabile collegamento con il resto del mondo;
    secondo le stime del Council on Foreign Relations, la Corea del Nord importa dalla Repubblica Popolare Cinese il 90 per cento dell'energia, l'80 per cento dei beni di consumo e il 45 per cento dei prodotti alimentari;
    la Repubblica Popolare Cinese rappresenta, dunque, l'attore internazionale con la maggiore capacità d'influenza sul regime di Pyongyang;
    Pechino ha condannato i test nucleari, nonché i recenti test missilistici condotti dalla Corea del Nord che stanno spingendo Corea del Sud e Giappone al riarmo, con il rischio di innescare nella regione una pericolosa corsa agli armamenti;
    con ogni probabilità questa nuova «sfida» nordcoreana non porterà a cambiamenti significativi nell'atteggiamento cinese o a un suo avvicinamento alle posizioni intransigenti della Corea del Sud, tanto più che proprio in queste settimane è tornata di grande attualità la possibilità di dispiegare il sistema antimissile americano Thaad (Terminal High Altitude Area Defense) proprio sulla parte meridionale della penisola, creando momenti di tensione fra Seoul e Pechino;
    la situazione sembra quindi bloccata nel solito stallo fra intransigenza e dialogo delle parti in causa, con l'incognita di un peggioramento della situazione vista la doverosa severità del Consiglio di sicurezza;
    la «creatività di approcci» invocata dalla presidente sudcoreana Park Geun-hye per uscire dall’impasse e risolvere la questione è sicuramente un'idea accattivante, ma attualmente non sembra che alcuna delle parti in causa, tutte ancorate saldamente alle solite posizioni, abbia la volontà o l'interesse ad agire in maniera creativa;
    il Segretario generale Ban Ki-moon, un sudcoreano, è stato perentorio affermando che: «il nuovo test è profondamente preoccupante, destabilizzante per la sicurezza della regione, e costituisce una seria minaccia per la comunità internazionale» e chiedendo a Pyongyang di «rispettare i suoi obblighi sulla denuclearizzazione» nonché «l'immediata sospensione di ogni attività» capace di «destabilizzare in profondità la regione» su cui, al contrario, il riavvio di un faticoso dialogo tra Nord e Sud Corea aveva fatto sperare in meglio sul futuro della penisola;
    il Consiglio di sicurezza dell'Onu, che ha definito il nuovo test una «chiara violazione» delle sue risoluzioni, ha assicurato che inizierà a lavorare immediatamente su ulteriori misure restrittive con una nuova risoluzione: l'ultima di una lunga serie che però non è servita a frenare la corsa al nucleare militare della Corea del Nord;
    il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha ammonito che ogni test nucleare è una «provocazione inaccettabile e irresponsabile» e una «flagrante violazione» delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu, condanna espressa subito dopo il colloquio del Pentagono con il segretario alla difesa Usa Ash Carter e il suo collega sudcoreano Han Min-koo, che hanno concordato sull'opportunità di «conseguenze»;
    come era prevedibile, le prime reazioni alle minacce di Kim Jong Un da parte di Corea del Sud e Stati Uniti non si sono fatte attendere. Seoul ha deciso di limitare l'ingresso esclusivamente agli impiegati al polo industriale condiviso di Kaesong, gestito congiuntamente dalle due Coree dove lavorano 120 imprese sudcoreane che danno lavoro a 53.000 dipendenti nordcoreani;
    la notte del primo esperimento nucleare, aerei di ricognizione americani hanno preso il volo dalle basi aeree sull'isola di Okinawa, nel sud del Giappone. Dalla base di Kadena sono decollati tre aerei-spia, fra cui un Rc-135, impiegati in missioni per la raccolta di dati da siti di esplosioni e per la verifica del rispetto dei trattati sugli armamenti;
    proprio nella giornata dell'8 febbraio 2016 tuttavia una nuova provocazione nordcoreana si è materializzata in un tentativo di intrusione di una motovedetta in acque territoriali del Sud: i sudcoreani hanno sparato cinque colpi di avvertimento e l'incidente non ha avuto seguito;
    la tensione resta alta e il Consiglio di sicurezza dell'Onu, riunito d'urgenza, ha già condannato il lancio di un razzo a lungo raggio effettuato dalla Corea del Nord ventilando nuove sanzioni internazionali, che peraltro erano già in discussione dopo che un mese fa Pyongyang aveva effettuato il suo quarto test nucleare;
    anche se la Corea del Nord sottolinea che si è trattato del lancio in orbita di un satellite, il Consiglio di sicurezza dell'Onu concorda sul fatto che questo contribuisca allo sviluppo di sistemi di lancio di ordigni nucleari;
    il rafforzamento e soprattutto l'efficacia delle sanzioni, però, dipendono molto dall'atteggiamento della Cina, che si trova in una posizione delicata. I Governi di Seul e Washington hanno subito annunciato l'avvio di trattative per il dispiegamento di un avanzato sistema antimissilistico Thaad in territorio sudcoreano. Il che ha già suscitato le proteste di Pechino, che ha convocato l'ambasciatore sudcoreano per fare rimostranze: non crede che una sorta di «scudo spaziale» ai suoi confini possa essere esclusivamente focalizzato sulla Corea del Nord, come è stato sottolineato dai due partner che intendono attuarlo;
    l'aggressività di Pyongyang, insomma, rischia anche di alzare le tensioni tra Cina e Stati Uniti dal momento che la riluttanza di Pechino a fare pressioni efficaci su Pyongyang (in quanto non interessata a un crollo del regime) finisce per creare una situazione in cui diventa inevitabile il rialzo del profilo della presenza militare americana ai suoi confini. Inoltre, Seul ha già annunciato che quest'anno le manovre militari congiunte con le forze armate statunitensi saranno imponenti,

impegna il Governo

a svolgere pressioni politico-diplomatiche nei confronti del Governo della Repubblica Popolare Cinese, in raccordo con l'azione dell'Unione europea, affinché Pechino assuma tutte le iniziative necessarie, inclusa eventualmente l'adozione di stringenti sanzioni, al fine di spingere la Corea del Nord ad abbandonare i propri programmi di riarmo nucleare e missilistico.
(1-01143)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Baldassarre, Artini, Bechis, Segoni, Turco, Brignone, Civati, Andrea Maestri, Matarrelli, Pastorino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

arma nucleare

risoluzione

esperimento nucleare