Atto Camera
Mozione 1-01083
presentata da
GIANPAOLO DOZZO
testo di
lunedì 18 giugno 2012, seduta n.651
La Camera,
premesso che:
dal marzo 2011 è in corso in Siria un processo insurrezionale che è ormai sfociato in una guerra civile;
si contrappone al regime di Damasco, guidato da Bashar al Assad, un gruppo assai composito di organizzazioni d'opposizione, tra le quali figurano le emanazioni locali della Fratellanza musulmana, movimenti di ispirazione salafita o wahabita, gruppi riconducibili alla galassia di Al Qaeda ed altri, che non fanno mistero di puntare alla liquidazione della minoranza sciita alawita ed all'espulsione dei cristiani dalla Siria;
le deprecabili violenze messe in atto dal regime di Assad si affiancano alle provocazioni poste in atto dalle opposizioni, in cui si annidano anche focolai terroristici, se è vero che Ayman Al Zawahiri, attuale capo di Al Qaeda, ha lanciato un appello per chiedere a tutti i musulmani di accorrere alla rivoluzione contro il regime di Assad; aumentano i sospetti che alcune azioni violente siano state attribuite al regime, ma in realtà siano state provocate dai ribelli per obbligare moralmente la comunità internazionale ad un nuovo esercizio della cosiddetta «responsabilità di proteggere», cioè a un intervento militare internazionale a fianco degli insorti;
tale intervento non ha finora avuto luogo per l'impossibilità di raggiungere un accordo nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove Russia e Cina eserciterebbero il proprio veto, e neanche la Lega araba, che pure rifornisce di armi e denaro i ribelli, si dichiara a favore dell'intervento;
crescono, però, le dichiarazioni di condanna anche da parte del Governo italiano, che potrebbero fare intravedere l'ineludibilità di un intervento militare anche in mancanza di una posizione unitaria a livello internazionale definita in un preciso mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
nessuna azione militare può essere autorizzata dal nostro Paese senza un chiaro indirizzo parlamentare al Governo, né al di fuori della Carta delle Nazioni Unite e in ogni caso non dovrebbe ripetersi il vergognoso «gioco delle carte» che ha portato all'intervento in Libia, deciso in segreto in alcune cancellerie occidentali, senza un'adeguata conoscenza del Parlamento italiano, ed infine sanato in forme non condivise dai firmatari del presente atto di indirizzo da un'ambigua risoluzione dell'Onu;
non è ancora chiaro sino a che punto il Governo italiano intenda spingersi nel sostenere la causa dell'insurrezione in atto in Siria;
nell'attuale situazione di crisi economica che sta investendo pesantemente il nostro Paese e che già impegna le finanze italiane in uno sforzo solidale in ambito europeo a sostegno dei partner in difficoltà, le 22 missioni internazionali attualmente in essere a cui il nostro Paese prende parte a vario titolo comportano costi per 1 miliardo e 400 milioni di euro, un onere forse doveroso in condizioni normali, ma che forse non ci si può più permettere oggi,
impegna il Governo:
a non assumere a livello internazionale, con riferimento alla Siria, alcun ulteriore impegno militare, ancorché a carattere umanitario, senza un dibattito parlamentare esaustivo, preventivo a qualsiasi negoziato in tal senso in sede internazionale e senza un preciso e puntuale mandato delle Camere;
a non prendere parte ad iniziative internazionali a carattere militare in Siria, senza un preventivo mandato in tal senso da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
in caso le circostanze impongano comunque un impegno militare nazionale in Siria, a compensarne il costo con una parallela riduzione degli oneri connessi al mantenimento dei contingenti dislocati in altri teatri, a partire dall'Afghanistan.
(1-01083)
«Dozzo, Stefani, Pini, Togni, Allasia, Gidoni, Chiappori, Molgora».