ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00396

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 342 del 23/06/2010
Abbinamenti
Atto 1/00261 abbinato in data 28/06/2010
Atto 1/00393 abbinato in data 28/06/2010
Atto 1/00398 abbinato in data 30/06/2010
Atto 1/00400 abbinato in data 30/06/2010
Atto 1/00401 abbinato in data 30/06/2010
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 23/06/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TESTA NUNZIO FRANCESCO UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
VIETTI MICHELE GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
DE POLI ANTONIO UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
CAPITANIO SANTOLINI LUISA UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
MONDELLO GABRIELLA UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
RAO ROBERTO UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO 23/06/2010
CIOCCHETTI LUCIANO UNIONE DI CENTRO 23/06/2010


Stato iter:
30/06/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/06/2010
Resoconto BINETTI PAOLA UNIONE DI CENTRO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 28/06/2010
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
Resoconto MISITI AURELIO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/06/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/06/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/06/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 30/06/2010

RITIRATO IL 30/06/2010

CONCLUSO IL 30/06/2010

Atto Camera

Mozione 1-00396
presentata da
PAOLA BINETTI
testo di
mercoledì 23 giugno 2010, seduta n.342

La Camera,

premesso che:

il carcinoma mammario risulta essere la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile: il numero dei decessi per questa patologia si attesta tra i 12.000 e i 13.000 ogni anno e il fenomeno risulta ancora più drammatico se si considera che ogni anno vi sono tra i 33.000 e i 37.000 nuovi casi (circa 1 donna su 13);

grazie alla possibilità di ottenere diagnosi sempre più precoci in Italia, la patologia viene diagnosticata nel 30,4 per cento dei casi a donne con meno di 44 anni, nel 37,7 per cento a donne di età compresa tra i 45 ed i 64 anni e nel 18 per cento a donne di età maggiore di 65 anni. Entro i 65 anni nella popolazione femminile una diagnosi di tumore su tre è rappresentata da un carcinoma mammario;

in particolare, si segnala che il 15 per cento dei tumori al seno viene diagnosticato durante la gravidanza probabilmente per l'innalzamento dell'età media della prima gravidanza (tra i 34 e i 38 anni); ma probabilmente anche perché l'82 per cento dei tumori del seno sono sensibili all'azione degli estrogeni, che aumentano notevolmente durante la gravidanza. In questa ipotesi, la maternità in età avanzata rappresenta un fattore di rischio, eppure questa è la tendenza che si va affermando nei Paesi occidentali, in cui matrimonio e maternità negli ultimi anni si sono spostati in avanti di circa 10 anni;

purtroppo, a quasi 20 anni dall'avvio dei programmi biennali di screening per la diagnosi precoce del tumore al seno, poco più del 60 per cento delle donne aventi diritto riceve l'invito a sottoporsi alla mammografia, per cui circa 3 milioni di italiane restano escluse da questa importante azione di prevenzione. Inoltre, la percentuale di donne che accedono ai controlli periodici è fortemente squilibrata fra il Nord e il Centro da un lato, dove varia tra il 70 e l'80 per cento, e il Sud e le Isole dall'altro, dove si supera di poco il 25 per cento. La mancata adesione ai programmi di screening comporta un ritardo nella diagnosi e diminuisce le chance della terapia, che oggi può portare alla guarigione in un numero crescente di casi;

recenti rilevazioni dell'Associazione italiana registro tumori (Airtum) mostrano che la mortalità per il tumore alla mammella è in diminuzione rispetto a quella osservata nel 1970; ma questo dato deve tener conto delle modalità specifiche con cui viene calcolato questo indice. Perché come spiega il segretario nazionale dell'Airtum, Eugenio Paci, se è vero che nel 1970 morivano 24 donne ogni 100.000 e oggi ne muoiono più di 37, la ragione in parte sta nel fatto che oggi la popolazione italiana è più vecchia di quella di quarant'anni fa e il tumore al seno colpisce maggiormente le donne in età avanzata. Di fatto, accade che l'incremento della popolazione anziana fa aumentare il numero assoluto di donne che si ammalano, ma quando con un artificio statistico (standardizzazione dei tassi) si cancella l'effetto dovuto all'invecchiamento, sembra che oggi le donne muoiono meno di 40 anni fa;

una recente indagine ha stimato i costi del tumore al seno tra i 30.000 ed i 35.000 euro, a seconda della gravità e delle complicanze che presenta; la stima include costi diretti di tipo medico-sanitario, circa l'80 per cento, e costi indiretti circa il 20 per cento, che spesso comportano una riduzione del reddito familiare dovuto alle mutate condizioni lavorative della donna affetta da tumore. In ogni caso, il tumore al seno rappresenta una vera e propria patologia sociale, con evidenti ripercussioni sulla qualità di vita complessiva di tutto il nucleo familiare. Non si può, infatti, ignorare che questo tipo di tumore colpisce in genere donne che, oltre al loro lavoro professionale, si fanno carico della famiglia e della gestione della casa;

poiché negli ultimi anni la conoscenza dei fattori di rischio di tipo genetico coinvolti nello sviluppo del carcinoma della mammella ha avuto un rapido sviluppo, con l'identificazione del gene TP53 e dei geni BRCA1 e BRCA2, responsabili di forme autosomiche dominanti di predisposizione allo sviluppo della neoplasia mammaria, definite ad «alta penetranza», diventa utile affiancare allo screening mammografico anche lo screening genetico nelle persone giovani, in cui sussistano dei fattori di familiarità, in quanto questi geni rivelano un significativo rischio di sviluppare tale neoplasia;

il 29 aprile 2010 la conferenza Stato-regioni ha sottoscritto l'intesa sul piano nazionale della prevenzione 2010-2012; tale intesa prevede che le regioni si impegnino ad adottare, entro il 30 settembre 2010, il piano regionale di prevenzione per la realizzazione degli interventi previsti dal piano nazionale della prevenzione;

in base a detto piano, le regioni e le province autonome sono chiamate ad adattare obiettivi e finalità del piano nazionale della prevenzione alle proprie realtà locali, elaborando un piano regionale per i prossimi 3 anni. Per permettere un intenso scambio di conoscenze e di esperienze fra i numerosi tecnici che da anni lavorano e agiscono sul tema e sui servizi di prevenzione, è stato predisposto un supporto alla progettazione e alla valutazione dei documenti dei piani regionali: «Supporto al piano nazionale della prevenzione e alla formazione per responsabili e operatori impegnati nei progetti dei piani regionali di prevenzione 2009-2011»;

l'intento del piano è quello di attivare, entro la fine del 2010, una comunità di tecnici, esperti, dirigenti del servizio sanitario provenienti da tutto il territorio nazionale, che, grazie alla condivisione di conoscenze ed esperienze su questa piattaforma, permetta alle singole regioni di mettere a punto dei piani di prevenzione centrati sul cittadino, solidi dal punto di vista metodologico ed efficaci rispetto agli obiettivi fissati;

il Sottosegretario Roccella, in risposta all'interrogazione n. 5-02359, a firma Nunzio Francesco Testa e inerente ai programmi di screening mammografici, ha dichiarato che era in corso di definizione il nuovo piano nazionale della prevenzione 2010-2012, che prevede, tra gli obiettivi prioritari, la possibilità di offrire standard diagnostici e terapeutici sempre più elevati a tutti i cittadini italiani, riducendo il gap esistente fra le diverse aree del Paese, e consente il contenimento della spesa sanitaria, con una sempre maggiore razionalizzazione delle risorse,
impegna il Governo:
ad assumere iniziative volte ad abbassare l'età in cui è garantito il primo screening mammografico, portandola dai 50 anni attualmente previsti ai 40 anni, per offrire una copertura diagnostica precoce ed efficace anche alle donne più giovani, in cui il carcinoma della mammella sembra decisamente in aumento;

a garantire l'accesso omogeneo alla diagnosi precoce in tutto il Paese, eliminando le sempre più evidenti discrepanze tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud Italia, istituendo una banca dati dalla quale si possa rilevare la concreta omogeneizzazione della prevenzione sull'intero territorio, considerando la patologia inquadrata all'interno dei livelli essenziali di assistenza;

a migliorare l'andamento dei programmi di screening mammografico, attribuendo al comitato per la verifica dei livelli essenziali di assistenza il compito di monitorare con continuità e attenzione i differenti costi e le molteplici modalità organizzative, promuovendo l'omogeneità dell'estensione in tutte le differenti realtà regionali;

a convocare tempestivamente un tavolo di confronto tra Governo e rappresentanti delle regioni, finalizzato a monitorare le regioni che sono in ritardo nell'attuazione dei programmi di screening e a fissare insieme un percorso che le porti ad allinearsi ai livelli nazionali entro i prossimi 3 anni;

a monitorare e verificare l'appropriatezza delle prestazioni e l'esatto adempimento degli obblighi del servizio sanitario, promuovendo, con il coinvolgimento delle regioni, campagne informative atte a favorire attivamente l'accesso allo screening, informando le donne sull'importanza di eseguire una mammografia ogni due anni;

ad assicurare opportuni livelli di qualità nel settore della prevenzione, grazie alla formazione degli operatori e allo sviluppo di adeguati programmi di educazione sanitaria, così come raccomandato dalle linee guida europee;

a garantire la tempestiva attuazione del piano nazionale della prevenzione 2010-2012, così come sottoscritto in sede di conferenza Stato-regioni il 29 aprile 2010, assicurando il rispetto dei termini previsti.

(1-00396)
«Binetti, Nunzio Francesco Testa, Vietti, De Poli, Capitanio Santolini, Anna Teresa Formisano, Mondello, Volontè, Rao, Ciccanti, Naro, Compagnon, Occhiuto, Ciocchetti».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cancro

condizione della donna

diritti della donna

malattia

mortalita'

morte

pianificazione nazionale

pianificazione regionale

prestazione di servizi