ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00233

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 217 del 21/09/2009
Abbinamenti
Atto 1/00202 abbinato in data 21/09/2009
Atto 1/00234 abbinato in data 21/09/2009
Atto 1/00236 abbinato in data 21/09/2009
Firmatari
Primo firmatario: BORGHESI ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 18/09/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 18/09/2009
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 18/09/2009
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 18/09/2009
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 18/09/2009
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 18/09/2009
PISICCHIO PINO ITALIA DEI VALORI 18/09/2009
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 18/09/2009


Stato iter:
23/09/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/09/2009
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/09/2009
Resoconto LANZILLOTTA LINDA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TESTA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 21/09/2009
Resoconto PIZZA GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
PARERE GOVERNO 23/09/2009
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON LE REGIONI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 23/09/2009
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
Resoconto GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO
Resoconto FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA
Resoconto LANZILLOTTA LINDA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VALDUCCI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/09/2009

DISCUSSIONE IL 21/09/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 21/09/2009

NON ACCOLTO IL 23/09/2009

PARERE GOVERNO IL 23/09/2009

DISCUSSIONE IL 23/09/2009

RESPINTO IL 23/09/2009

CONCLUSO IL 23/09/2009

Atto Camera

Mozione 1-00233
presentata da
ANTONIO BORGHESI
testo di
lunedì 21 settembre 2009, seduta n.217

La Camera,

premesso che:

negli ultimi dieci anni, non v'è stata maggioranza che non si sia cimentata nella materia della liberalizzazione dei servizi pubblici locali, poi puntualmente lasciata cadere in questo o quel ramo del Parlamento;

dal 2008 si è ravvisata la volontà del Governo di procedere ad una riforma dei servizi pubblici locali, espressasi, tuttavia, non in un provvedimento organico e compiuto, ma in una serie di interventi inseriti qua e là nei più disparati provvedimenti, tutti accomunati dalla forma, il decreto-legge, strumento che appare come il meno idoneo e che non appare giovare ad una disamina e ad un confronto approfonditi, che necessariamente devono accompagnare un processo di riforma complesso ed articolato;

con l'articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, il Governo aveva aperto la strada della riforma dei servizi pubblici locali, formulando alcuni principi generali e facendo rinvio, per la normativa di dettaglio e per la regolazione di diversi nodi cruciali, all'emanazione di uno o più regolamenti successivi di attuazione;

pur potendo comprendere le ragioni di un intervento graduale in una materia così variegata e complessa, anche alla luce delle precedenti e vane esperienze normative, si è sottoposta una normativa così delicata a rischio di contenzioso e di incertezza, con riguardo alla sopravvivenza o meno delle norme, non contenendo, l'articolo 23-bis, esplicite abrogazioni, ma semplicemente l'applicabilità delle nuove norme verso «tutti i servizi pubblici locali» e la loro prevalenza sulle parti della vecchia normativa con esse incompatibili, in particolare quella dettata dall'articolo 113 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000;

in attesa di veder chiarito il quadro normativo con i regolamenti attuativi dell'articolo 23-bis, il cui termine risulta scaduto, è giunta pochi giorni fa la notizia, avallata al momento dal solo comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 9 settembre 2009, dell'inserimento, nel decreto-legge finalizzato al rapido assolvimento di obblighi nei confronti dell'Unione europea e ad ovviare a procedure di infrazione di un articolo che modificherebbe nuovamente e radicalmente l'impianto dei servizi pubblici locali, come delineato dal citato articolo 23-bis nelle parti riguardanti gli affidamenti;

ancora, nel decreto-legge n. 39 del 2009, che recava «Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 ed ulteriori interventi urgenti di protezione civile», con l'articolo 9-bis, in nome della riforma del sistema di regolazione dei servizi idrici su scala nazionale, sono stati soppressi il Comitato di vigilanza sui servizi idrici (Coviri) e l'Osservatorio sui servizi idrici, sostituiti da una commissione che dovrebbe ereditarne le funzioni, ma in assenza di una struttura tecnica di supporto, quale era l'Osservatorio;

successivamente, con l'articolo 19 del recente decreto-legge n. 78 del 2009, cosiddetto «anticrisi», si è provveduto ad estendere alle società a partecipazione pubblica totale o di controllo titolari di affidamenti diretti di servizi pubblici locali senza gara gli stessi divieti e le stesse limitazioni alle assunzioni di personale che gravano sugli enti pubblici di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;

il citato articolo 19 ha anche rinviato ad un successivo decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro il settembre 2009, le modalità e la modulistica per l'assoggettamento delle stesse società al patto di stabilità interno;

un intervento verso la modernizzazione del settore dei servizi risulta essenziale per la società, soprattutto ove si tratti di servizi pubblici locali, stante la ricaduta diretta verso lo sviluppo urbano, il governo del territorio, i cittadini e le imprese: riprendere e portare a termine una riforma dei servizi pubblici locali deve significare offrire una spinta alla competitività e all'efficienza del settore e un'occasione di stimolo alla crescita economica, aumentare il rispetto verso i diritti dei cittadini e ridurre i costi sostenuti da essi e dalle imprese;

le scelte da compiere in tema di servizi pubblici locali sono determinanti anche ai fini della volontà di procedere verso una maggiore trasparenza nei rapporti tra politica ed economia, oltre che di riduzione dell'incidenza della politica nella gestione delle imprese e nelle economie locali: il settore pubblico ha l'opportunità di scegliere ed offrire un quadro di regole stabili, di indirizzi certi, di definire gli standard di livello nazionale, di controllare con rigore, per il tramite di autorità indipendenti, gli assetti e gli aspetti del mercato; di procedere, dunque, verso quella liberalizzazione dei servizi che significa, nel suo obiettivo primario, promuovere l'efficienza ed una reale concorrenza che spezzi i regni di monopoli ed oligopoli, rispetto alla quale, al momento, l'Italia è fanalino di coda nelle classifiche stilate dalla gran parte degli organismi statistici internazionali;

dall'insieme delle disposizioni già introdotte o in via di introduzione, emerge la prospettiva della possibile privatizzazione e liberalizzazione tout court di tutti i servizi pubblici, compreso il bene acqua ed il servizio idrico: l'acqua è un bene non sostituibile, è un diritto, non è possibile identificare il bene acqua alla stregua di una merce, non è concepibile individuarne un proprietario, a tal proposito essendo perfino l'attore pubblico, lo Stato, garante dell'interesse generale riguardo a quel bene indisponibile ed inalienabile;

entro il 2011, se saranno confermate anche le ultime ventilate modifiche in materia di servizi pubblici, si rischia di veder privatizzata la nostra acqua potabile, di dover consegnare i rubinetti delle nostre case ai disegni delle multinazionali, di esporre ciò che tiene in vita gli esseri umani ed il pianeta stesso ai capricci del mercato e alle problematiche dei bilanci;

è stata presentata alla Camera dei deputati una proposta di legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica e partecipata dell'acqua e la ripubblicizzazione del servizio idrico, che il Parlamento dovrebbe esaminare ed approvare con urgenza per salvare il bene acqua, anche attraverso la previsione di aziende pubbliche speciali a totale capitale pubblico;

infine, il Paese si trova a fronteggiare una riforma che intende imprimere una fortissima spinta verso la liberalizzazione e consente la totale privatizzazione di tutti i servizi pubblici, compreso quello idrico, con una debolissima quanto incongruente strategia in ordine alla regolazione economica del settore dei servizi pubblici: un quadro regolatorio che dovrebbe essere, invece, determinante in ogni processo di liberalizzazione e, quale è nei Paesi più avanzati, sempre più orientato verso l'istituzione di poteri terzi rispetto alla dinamica tra enti concedenti e gestori del servizio pubblico,
impegna il Governo:
a portare a compimento il processo di riforma e liberalizzazione dei servizi pubblici locali, considerando che il dispiegarsi della libera concorrenza deve esserne l'obiettivo primario;

a procedere con provvedimenti unitari, compiuti ed organici che ne agevolino il confronto e la discussione;

ad escludere il bene acqua ed il servizio idrico dalla normativa adottata per i servizi pubblici locali di rilevanza economica e a sottrarli dalle logiche del profitto, dichiarando la non rilevanza economica del servizio idrico;

ad adottare iniziative per prevedere, infine, adeguati strumenti di regolazione economica del mercato dei servizi pubblici locali.

(1-00233)
«Borghesi, Di Pietro, Donadi, Evangelisti, Cambursano, Favia, Pisicchio, Piffari».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2009 0078

EUROVOC :

cogestione

gestione delle acque

gestione d'impresa

libera prestazione di servizi

liberalizzazione del mercato

politica della concorrenza

politica di sostegno

regolamento d'applicazione

servizio pubblico

urbanizzazione