ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00138

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 104 del 17/05/2023
Firmatari
Primo firmatario: FONTANA ILARIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/05/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
COSTA SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
L'ABBATE PATTY MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
MORFINO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
SANTILLO AGOSTINO MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
PAVANELLI EMMA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
CARAMIELLO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
ORRICO ANNA LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
QUARTINI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023
IARIA ANTONINO MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2023


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00138
presentato da
FONTANA Ilaria
testo di
Mercoledì 17 maggio 2023, seduta n. 104

   La Camera,

   premesso che:

    la legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, nel modificare gli articoli 9 e 41 della Costituzione, ha riconosciuto, nell'ambito dei Principi fondamentali, un espresso rilievo alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi;

    si tratta di un criterio di tutela generale che vincola l'agire dei pubblici poteri e le scelte del decisore pubblico, in una prospettiva temporale di lungo periodo che guardi anche ai bisogni delle generazioni future;

    per effetto della citata riforma costituzionale la biodiversità acquista una sua autonoma posizione di tutela, seppur nell'inevitabile correlazione e sinergia con la protezione dell'ambiente e degli ecosistemi;

    secondo la definizione della Convenzione di Rio de Janeiro sulla diversità biologica, la biodiversità deve essere intesa infatti come la variabilità di tutti gli organismi viventi inclusi negli ecosistemi acquatici, terrestri e marini e nei complessi ecologici di cui essi sono parte;

    la tutela della biodiversità rientra in diversi obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU per lo sviluppo sostenibile, come ad esempio in quelli relativi alla tutela della vita sulla terra, della vita sott'acqua, della produzione responsabile e della lotta ai cambiamenti climatici;

    gli impatti, già osservati, dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi e la biodiversità sono allarmanti e ad essi si sommano quelli riconducibili alle attività antropiche;

    l'accordo di Parigi del 2015 ha previsto iniziative volte a limitare l'innalzamento della temperatura globale del pianeta a 1,5 gradi centigradi, invitando l'organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici IPPC (Intergovernmental Panel on Climate Change), per tramite della Convenzione Quadro per i Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC) a redigere un rapporto speciale sugli impatti del riscaldamento globale. Il citato rapporto ha evidenziato come alcuni degli impatti dovuti all'innalzamento di 1,5 gradi centigradi delle temperature terrestri potrebbero essere di lunga durata o irreversibili;

    nel sesto rapporto IPPC del 2022 è stato stimato che l'attuale surriscaldamento globale si attesta intorno ad 1,1 gradi centigradi, con una prospettiva di crescita fino a 3,2 gradi centigradi al 2100, mantenendo le attuali politiche ambientali. Per restare nel limite di 1,5 gradi centigradi, le emissioni dovrebbero ridursi del 60 per cento nel 2035 rispetto a quelle registrate nel 2019. È stato inoltre confermato che il ripristino degli ecosistemi sia fondamentale sia per il contrasto ai cambiamenti climatici che per limitare i rischi per la sicurezza alimentare;

    il «Green Deal» europeo prevede una serie di azioni volte al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, sul presupposto di una crescita economica slegata dal consumo di risorse, incentrata su investimenti in energia pulita, nuovi posti di lavoro indotti dalla transizione ecologica, efficienza energetica e biodiversità;

    a tal fine l'Unione europea ha varato un complesso di interventi, il cosiddetto «pacchetto Fit for 55», che mira ad una riduzione delle emissioni del 55 per cento rispetto al 1991, attraverso la revisione e l'aggiornamento della normativa in diversi ambiti di intervento, tra i quali le emissioni dovute al trasporto su gomma, l'efficientamento energetico e i combustibili a nullo o a basso impatto ambientale;

    tra le misure del pacchetto Fit for 55 è inoltre presente anche un impegno vincolante a ridurre le emissioni e aumentare l'assorbimento di CO2 all'interno del regolamento sull'uso del suolo, sul cambiamento di uso del suolo e sulla silvicoltura (LULUCF);

    il suolo è una risorsa preziosa e non rinnovabile che richiede efficaci strumenti di tutela. Come noto, in esso si concentra il 90 per cento della biodiversità del pianeta e svolge un'importante funzione nel contrasto alla crisi climatica grazie alla sua capacità di fissare in modo stabile la CO2 dall'atmosfera. La sostanza organica presente nel suolo ne facilita, infatti, il riscaldamento, ne previene l'essiccamento, migliora il trattenimento dell'acqua, ne stabilizza la struttura e incrementa la permeabilità, intrappola e rilascia i nutrienti minerali, supporta la vita microbica e la biodiversità;

    a tale riguardo, la Commissione europea ha recentemente adottato una proposta di regolamento (COM (2022)672), all'esame delle Commissioni parlamentari competenti, che istituisce un quadro di certificazione dell'Unione per gli assorbenti di carbonio al fine di incentivare la diffusione di «assorbimenti di alta qualità, nel pieno rispetto degli obiettivi di biodiversità e inquinamento zero»;

    la biodiversità contribuisce in modo determinante anche all'agricoltura e alla sicurezza alimentare. Nel 2021 il Consiglio della FAO ha approvato il quadro d'azione sulla biodiversità per l'alimentazione e l'agricoltura, che definisce l'azione globale, nazionale e locale per contrastare la perdita di biodiversità e garantire la sicurezza alimentare;

    la biodiversità per l'alimentazione e l'agricoltura (BFA) fornisce, infatti, molti servizi ecosistemici vitali, tra i quali la creazione e il mantenimento di suoli sani, l'impollinazione delle piante, il controllo dei parassiti e la fornitura di habitat per la fauna selvatica; servizi ecosistemici che ad oggi sono in declino a causa della distruzione e del degrado degli habitat, dello sfruttamento eccessivo e dell'inquinamento;

    in Europa le foreste assorbono circa il 10 per cento delle emissioni annuali di gas serra, attestandosi ad oltre 300 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente;

    secondo il Piano nazionale di contabilizzazione forestale trasmesso dall'Italia all'Unione europea nel 2019, il livello di riferimento indicato per le foreste (Forest Reference Level, FRL) pari a -19,656.1 chilotonnellate di anidride carbonica equivalente all'anno nel periodo 2021-2025;

    nella Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità «COP15» di Montreal del dicembre 2022, è stato adottato un pacchetto di azioni, il cosiddetto «Global Biodiversity Framework», per contrastare la perdita di biodiversità che prevede, oltre a strategie a lungo termine al 2050, anche obiettivi intermedi al 2030; in particolare, il predetto pacchetto è costituito da quattro obiettivi primari e racchiude 25 target specifici che mirano anche a proteggere il 30 per cento della superficie terrestre, delle aree costiere e delle acque interne entro il 2030 e a diminuire gli sprechi alimentari del 50 per cento;

    sempre all'interno del Green Deal europeo è inoltre collocata la Strategia europea per la biodiversità al 2030, un piano a lungo termine da 20 miliardi di euro volto alla conservazione della natura che si pone l'obiettivo di invertire l'attuale tendenza di degradazione degli ecosistemi e che prevede una serie di azioni non soltanto finalizzate all'estensione delle aree protette Natura 2000, ma anche ad una loro migliore conservazione e al relativo monitoraggio, al fine di istituirne di nuove affinché la superficie totale protetta raggiunga almeno il 30 per cento della superficie terrestre e marina;

    la Strategia prevede inoltre il ripristino degli ecosistemi degradati in tutta l'UE entro il 2030 attraverso una serie di impegni e misure specifiche, tra cui la riduzione dell'uso e del rischio dei pesticidi del 50 per cento entro il 2030 e l'impianto di 3 miliardi di alberi all'interno dell'UE;

    la Commissione europea ha proposto al Parlamento europeo l'adozione di una nuova normativa, Nature Restoration Law, volta a ripristinare l'habitat naturale europeo. Muovendo dal dato allarmante da cui emerge che l'80 per cento del patrimonio naturale dell'UE versa in cattive condizioni, gli Stati membri saranno chiamati ad azioni di recupero degli ecosistemi anche con la finalità di combattere il cambiamento climatico e salvaguardare molte specie dall'estinzione, riducendo i rischi di disastri ed eventi naturali catastrofici;

    sulla base della citata strategia europea, il nostro Paese ha elaborato una strategia nazionale per la biodiversità al 2030, arrivando a definirne un testo consolidato nel marzo 2023;

    la Strategia de quo prevede una serie di azioni finalizzate al raggiungimento di cinque obiettivi specifici riguardanti la protezione di almeno il 30 per cento della superficie terrestre e il 30 per cento della superficie marina attraverso un sistema integrato di aree protette, a garantire la protezione rigorosa di almeno un terzo delle aree protette terrestri e marine e la connessione ecologico-funzionale delle stesse, nonché a gestire efficacemente le aree protette definendo obiettivi e misure di conservazione, monitorandone la corretta attuazione, e prevedendo adeguati finanziamenti e misure incentivanti;

   considerato che,

    la tutela della biodiversità può contribuire in modo decisivo alla trasformazione del tessuto economico, creando nuovi posti di lavoro e crescita in chiave sostenibile;

    in Italia, con il cosiddetto decreto Clima (decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111) sono state introdotte le «Zone Economiche Ambientali», coincidenti con i territori dei parchi nazionali, prevedendo risorse da destinare a progetti in favore delle micro e piccole imprese con sede operativa all'interno di esse che svolgono attività economiche eco-compatibili;

    gli atti della Commissione europea, inoltre, confermano che ogni euro investito per il ripristino della natura possa apportare un valore economico compreso tra 8 e 38 euro, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l'attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la tutela della salute umana;

    siccità e biodiversità sono strettamente legate, in quanto la siccità può compromettere e deteriorare gli habitat naturali laddove un'azione volta a limitare l'erosione e l'impatto sui corsi d'acqua può essere di sostegno anche al miglioramento delle condizioni naturali presenti sulla terra e in acqua;

    numerosi studi hanno evidenziato l'importanza di potenziare le aree verdi urbane e collegare frammenti di spazio verde con corridoi ecologici per migliorare la biodiversità e la dispersione di specie animali all'interno del paesaggio urbano, senza considerare gli effetti positivi sulla salute umana, sull'adattamento ai cambiamenti climatici, i benefici connessi al miglioramento della ventilazione urbana, alla riduzione dell'inquinamento e alla prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico;

    l'articolo 3 della legge 14 gennaio 2013, n. 10 ha previsto l'istituzione presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di un Comitato per lo sviluppo del verde pubblico con compiti relativi alla definizione di un piano finalizzato a fissare «criteri e linee guida per la realizzazione di aree verdi permanenti intorno alle maggiori conurbazioni e di filari alberati lungo le strade, per consentire un adeguamento dell'edilizia e delle infrastrutture pubbliche e scolastiche che garantisca la riqualificazione degli edifici»;

    la Componente 4 – Misura 3 della Missione 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza è dedicata alla salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, che, come già evidenziato, rappresenta una priorità assoluta per l'Unione europea. In particolare, l'investimento 3.1, con uno stanziamento pari a 330.000.000 euro, mira a proteggere le aree verdi e ad aumentarne il numero, con l'obiettivo sia di preservare e rafforzare la biodiversità che di migliorare la qualità della vita degli abitanti di tali aree. Le azioni devono incentrarsi sulle 14 città metropolitane italiane, sempre più esposte a problemi ambientali come l'inquinamento atmosferico, la perdita di biodiversità e gli effetti dei cambiamenti climatici;

impegna il Governo:

1) a definire un cronoprogramma per l'attuazione degli obiettivi previsti dalla Strategia nazionale per la biodiversità al 2030, nonché garantire la tracciabilità dei fondi ad essa destinati e il monitoraggio dei risultati raggiunti;

2) ad adottare le necessarie iniziative normative volte a valorizzare i servizi ecosistemici, mediante la sollecita definizione di un sistema di incentivi pubblici, con particolare riguardo ai servizi agro-ecosistemici, anche attraverso misure di compensazione dei redditi o sgravi fiscali per le attività silvo-pastorali utili alla salvaguardia del territorio e per le attività agricole che utilizzano pratiche agronomiche a basso impatto ambientale, nonché misure volte a ristabilire la funzione naturale dei suoli degradati tramite interventi che ne accrescano la fertilità e la resilienza;

3) nel quadro delle azioni sulla biodiversità volte a garantire la sicurezza alimentare e sistemi agroalimentari sostenibili, a prevedere adeguati investimenti in misure per la standardizzazione di protocolli di campionatura e analisi e per il monitoraggio delle variazioni della biodiversità del suolo, che consentano la raccolta di dati comparabili, anche promuovendo l'utilizzo di tecnologie innovative;

4) a promuovere misure volte a contrastare la perdita netta di spazi verdi urbani, finalizzando le azioni volte ad incrementare il numero di alberi presenti e la copertura arborea nelle città attraverso Piani di inverdimento urbano;

5) a definire una nuova disciplina sull'arresto del consumo di suolo, nell'ottica di una concreta rigenerazione del territorio, che includa misure per il riuso del suolo edificato e per la tutela del paesaggio;

6) ad adottare le iniziative di competenza volte ad incrementare le risorse previste dalla disposizione di cui all'articolo 4-ter, comma 2, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111 destinate ai bandi pubblici per la concessione di contributi in favore di micro e piccole imprese operanti nelle Zone Economiche Ambientali (ZEA);

7) a definire standard più restrittivi per la tutela degli habitat marini, mediante la previsione di soglie minime per garantire la sostenibilità biologica degli stessi;

8) ad elaborare un programma per definire tempistiche e risorse necessarie per il risanamento dei Siti di interesse nazionale (SIN) ai fini della bonifica, adottando le iniziative di competenza per disporre le necessarie coperture finanziarie per il completamento degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza permanente previsti per ognuno di essi, nonché una stima dei costi e delle tempistiche attese per la conclusione delle attività, anche attraverso la definizione di soluzioni efficaci per l'individuazione del responsabile della contaminazione;

9) ad adottare le idonee iniziative normative affinché lo studio dell'impatto sulla biodiversità, nell'intero ciclo di vita, sia considerato presupposto vincolante per l'approvazione dei progetti sottoposti a valutazione di impatto ambientale e dei piani e programmi sottoposti a valutazione ambientale strategica;

10) ad adottare iniziative normative per prevedere limiti di emissione più stringenti per i progetti sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale laddove collocati in aree SIN.
(1-00138) «Ilaria Fontana, Francesco Silvestri, Sergio Costa, L'Abbate, Morfino, Santillo, Pavanelli, Caramiello, Orrico, Torto, Quartini, Iaria».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cambiamento climatico

protezione dell'ambiente

risorse rinnovabili