Primo firmatario: Gruppo: FEDERAZIONE DEI VERDI Data firma: 18/09/1992
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario
Gruppo
Data firma
DEMOCRATICO CRISTIANO
09/18/1992
FEDER. EUROPEO PR
09/18/1992
REPUBBLICANO
09/18/1992
PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA
09/18/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI
09/18/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI
09/18/1992
DEMOCRATICO CRISTIANO
09/18/1992
MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE
09/18/1992
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
09/18/1992
PARTITO SOCIALISTA DEMOCRATICO ITALIANO
09/18/1992
MOVIMENTO DEMOCRATICO RETE
09/18/1992
RIFONDAZIONE COMUNISTA
09/18/1992
PARTITO LIBERALE ITALIANO
09/18/1992
PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA
09/18/1992
Destinatari
Ministero destinatario:
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:
PRESENTATO IL 18/09/1992
La Camera, premesso che: le foreste tropicali dello Stato Malese del Sarawak rappresentano alcune delle foreste pluviali più ricche dal punto di vista della diversità biologica e culturale; lo sfruttamento indiscriminato delle risorse forestali causerà la scomparsa quasi totale delle foreste tropicali di questo Stato entro la fine del secolo; le attività di taglio del legname finanziate da capitale estero rappresentano la causa principale di deforestazione nel Sarawak, ed i vantaggi economici derivanti da tali attività non vengono redistribuiti equamente, anzi la maggior parte di essi vanno nelle casse dei paesi importatori; gli effetti di tali attività sulle popolazioni indigene del Sarawak causano fame e sofferenza, e porteranno alla distruzione delle loro culture tradizionali se tali attività non verranno interrotte immediatamente; l'Italia figura tra i maggiori importatori CEE di legname tropicale dallo Stato Malese del Sarawak (soprattutto Ramin, Meranti, Kapur); considerato che: a) le popolazioni indigene del Sarawak sono da anni impegnate in iniziative di protesta e denuncia pacifica allo scopo di fermare la distruzione delle proprie terre ed hanno chiesto più volte ai Paesi membri della Comunità il blocco delle importazioni di legname tropicale dal loro paese; b) tali popolazioni sono sottoposte a trattamenti da parte delle forze di polizia (detenzione preventiva, minacce, detenzione in incommunicado) più volte denunciati da autorevoli organizzazioni internazionali per la tutela dei diritti umani; c) l'estrazione di legname tropicale da terre legalmente riconosciute quali appartenenti alle popolazioni indigene del Sarawak senza il loro consenso, rappresenta una grave violazione della legge nazionale e degli standard internazionali quali quelli fissati dalla Convenzione sui popoli indigeni e tribali adottata dall'OIL nel 1989, in particolare degli articoli 7, 14 e 15; non solo ma anche una serie di diritti umani riconosciuti dalla Dichiarazione universale dei Diritti umani delle Nazioni Unite, quali - tra gli altri - il diritto alla vita (articolo 3), il diritto alla salute ed al benessere (articolo 25 (1), il diritto alla cultura ed alla protezione del patrimonio culturale (articoli 22 e 27); d) in un documento unitario i rappresentanti dei popoli indigeni delle foreste tropicali hanno definito l'attività di taglio nelle loro riserve quale "crimine contro l'umanità" chiedendo quindi una interruzione immediata di tale attività; e) l'attività di estrazione di legname in Sarawak non è sostenibile dal punto di vista ecologico e sociale, dato che porta alla distruzione di almeno 400.000 ettari di foresta l'anno ed all'impoverimento conseguente delle popolazioni locali; l'insostenibilità è stata riconosciuta da numerosi esperti e dalla stessa Banca Mondiale secondo la quale l'attività di taglio del legname tropicale in Malesia sia ben quattro volte superiore ai livelli sostenibili; f) nonostante le raccomandazioni provenienti da più parti, ITTO e Banca Mondiale incluse, la produzione di legname tropicale nel 1990 ha toccato un livello senza precedenti pari a 18,8 milioni di metri cubi contro i 12 dell'anno precedente; secondo notizie recenti, provenienti da associazioni ambientaliste malesiane, il volume di esportazione di legname tropicale nel corso dei primi quattro mesi del 1992 è stato pari a circa 5 milioni di metri cubi, che, considerando il legname perso nel processo di lavorazione e quello distrutto nelle operazioni di taglio, equivale ad un volume di estrazione pari a 7-8 milioni di metri cubi. A tale ritmo, i livelli del 1991 verranno quasi sicuramente superati; g) le misure proposte dal governo del Sarawak non sembrano rappresentare la soluzione al problema, dato che continuano a non prendere in debita considerazione le necessità delle comunità locali (quali ad esempio la necessaria interruzione delle attività di taglio nelle zone sulle quali esistono dispute territoriali, o aree appartenenti tradizionalmente ai gruppi indigeni) ed anche la riduzione della produzione di legname annunciata sembra essere insufficiente a prevenire la distruzione delle foreste dello stato; inoltre l'intenzione recentemente annunciata dalle autorità del Sarawak di reprimere le attività di taglio illegale non considera in maniera adeguata la necessità di interrompere comunque le attività di taglio in aree soggette a disputa territoriale o in aree ecologicamente delicate (bacini imbriferi, foreste collinari e zone ad alto valore di biodiversità), nonché i diritti tradizionali alla terra delle popolazioni indigene dello Stato; h) le concessioni di taglio vengono attribuite in base ad interessi politici di élite locali ed in maniera arbitraria, senza considerare le conseguenze di carattere socio-ecologico; i) il Parlamento europeo ha approvato ben tre risoluzioni, luglio 1988, nel novembre 1990 e nel settembre 1991, che fanno diretto riferimento alla situazione delle popolazioni indigene ed alla deforestazione su vasta scala in Sarawak, e nelle quali il Parlamento europeo esprimeva la sua preoccupazione per le conseguenze ambientali e sociali dell'attività di taglio indiscriminato di legname, chiedendo - tra l'altro - alla Comunità ed agli Stati membri di sospendere immediatamente le importazioni di legname tropicale da quello Stato finché non venga stabilito che questo legname viene estratto senza arrecare pregiudizio all'ambiente ed alle popolazioni locali; lo stesso Parlamento europeo ha approvato nell'aprile 1992 un'ennesima risoluzione nella quale esortava gli Stati membri a mettere in atto una moratoria immediata alle importazioni di legname tropicale; l) alcuni paesi hanno di recente deciso di limitare le importazioni di legname tropicale, l'Austria ad esempio ha già introdotto una legge che limita le importazioni di legname tropicale estratto in maniera non sostenibile, l'Olanda si sta apprestando a varare misure simili, l'Associazione neozelandese degli importatori di legname ha deciso di non importare più legname dal Sarawak, e migliaia di comuni in Europa e negli Stati Uniti hanno deciso di non utilizzare più legname tropicale; m) è stato dimostrato da fonti autorevoli (Benedek, 1992) che tali misure restrittive non violano gli accordi internazionali, in particolare il GATT che fissa il criterio di nondiscriminazione e di liberalizzazione degli scambi commerciali; n) il Governo non ha dato risposta ad una interrogazione sullo stesso argomento nel maggio dello scorso anno, e questa Camera in una mozione approvata il 19 aprile 1989 impegnava il Governo a promuovere un maggior controllo delle importazioni di legname tropicale prodotto con criteri non sostenibili, chiedendo tra l'altro di "adoperarsi per una direttiva (in sede comunitaria) che preveda la sospensione delle importazioni (di legname) da concessioni in aree vergini (...)" impegna il Governo a) ad attuare immediatamente una moratoria alle importazioni di legname tropicale proveniente dal Sarawak, finché non venga garantito che l'estrazione di questo legname non arrechi pregiudizio all'ambiente ed alle popolazioni locali, recependo così - tra l'altro - le risoluzioni del Parlamento europeo; b) a prendere iniziative ad ogni livello al fine di garantire la sopravvivenza delle popolazioni indigene del Sarawak ed il rispetto dei loro diritti, tramite misure di riparazione per quelle comunità locali che direttamente o indirettamente sono state danneggiate a causa dell'estrazione di legname, in pratica rubato ai legittimi proprietari e venduto agli importatori esteri, tra cui il nostro Paese; c) a prevedere, nell'ambito della nostra politica di cooperazione allo sviluppo, programmi per la demarcazione delle terre indigene e per la commercializzazione di prodotti forestali non legnosi estratti in maniera compatibile con l'equilibrio ambientale e sociale in Sarawak; d) a prevedere misure di compensazione come, ad esempio, il finanziamento di programmi di reinserimento per i lavoratori dell'industria locale del legname che verrebbero a perdere il loro lavoro per effetto della decisione del Governo italiano di interrompere le importazioni di legname da questo Paese; e) ad istituire un organismo di controllo sulla provenienza del legname tropicale importato dal nostro paese, allo scopo di permettere che venga importato solo legname tropicale effettivamente estratto: 1) con il consenso ed il coinvolgimento delle comunità locali, garantendo altresì che i proventi derivanti dall'estrazione siano distribuiti in maniera equa all'interno della comunità locale, e che la capacità della foresta di fornire altre risorse quali cibo, fibra, sostanze medicinali non venga pregiudicata; 2) senza causare il degrado della foresta, cioè senza danneggiare le specie viventi dipendenti dalla foresta e le funzioni dell'ecosistema; f) a prevedere programmi che informino consumatori e produttori sulle alternative ecologicamente compatibili al legname tropicale estratto in maniera non sostenibile. (1-00077)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
ACCORDI E CONVENZIONI, BOSCHI E FORESTE, IMPORTAZIONI, LEGNO E LEGNAME, PAESI IN VIA DI SVILUPPO, TUTELA DELL' AMBIENTE, ZONE PROTETTE