ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00058

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 12
Seduta di annuncio: 114 del 14/12/1994
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: PROG.FEDER.
Data firma: 14/12/1994
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994
PROG.FEDER. 12/14/1994


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

PRESENTATO IL 14/12/1994

La Camera,
premesso:
che il Governo ha creato nei confronti della magistratura,
in relazione a gravi processi per corruzione, un gravissimo stato
di conflittualità che, senza immediati interventi correttivi è
destinato ad alterare in modo intollerabile l'equilibrio
costituzionale tra i poteri dello Stato e la fiducia dei
cittadini nelle istituzioni della Repubblica;
che tale conflittualità è la logica conclusione di un
indirizzo diretto a concepire la maggioranza politica come
dominio esente dal rispetto delle regole e l'azione di governo
come scontro pregiudiziale con tutte le altre istituzioni e con
le forze sociali;
che a tale logica era peraltro ispirato il cosiddetto
decreto Biondi in materia di custodia cautelare, poi ritirato, e
che solo a seguito dell'iniziativa legislativa delle opposizioni
è stato presentato un disegno di legge sulla stessa materia;
che a questo indirizzo politico ha fatto riscontro
l'assenza di proposte del Governo dirette a prevenire ulteriori
fenomeni di corruzione ed anzi in materia di appalti pubblici e
di condono edilizio sono state presentate proposte che appaiono
destinate a conseguire effetti diametralmente opposti;
che l'aggressività di esponenti della maggioranza e del
governo ha costretto alcuni magistrati ad assumere, a volte,
inopportuni atteggiamenti extragiudiziari per difendere la
propria dignità e la propria autonomia;
che la situazione è precipitata nelle ultime settimane per
effetto di decisioni e comportamenti che risalgono direttamente
al Governo o a suoi esponenti quali:
a) l'inchiesta amministrativa disposta dal ministro di
Grazia e Giustizia nei confronti di un'indagine in corso, presso
la Procura di Milano, che vede tra le persone indagate per
corruzione lo stesso Presidente del Consiglio;
b) le violente ingiurie che da un canale televisivo di
proprietà del Presidente del Consiglio sono reiteratamente
pronunciate nei confronti dei magistrati della procura della
Repubblica di Milano, definiti anche "assassini" e, più in
generale, nei confronti di appartenenti all'ordine giudiziario;
c) l'organizzazione, da parte di settori politici facenti
capo al Presidente del Consiglio e ad altro partito della
maggioranza, di una serie di manifestazioni pubbliche che, oltre
ad esprimere legittimamente sostegno al Governo, hanno
violentemente ingiuriato e diffamato l'intera magistratura ed in
particolare i magistrati della procura della Repubblica di Milano
che conducono indagini per fatti di corruzione che allo stato
coinvolgono il Presidente del Consiglio;
d) le dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio
dopo la ricezione dell'avviso di garanzia per corruzione ed in
particolare quelle, gravemente intimidatrici verso i giudici del
dibattimento, secondo le quali una sua eventuale condanna sarebbe
un fatto eversivo;
che queste decisioni e questi comportamenti assumono
oggettiva natura di attentati alla autonomia ed alla indipendenza
dell'ordine giudiziario e di ogni singolo magistrato, ed hanno
come risultato quello di incrinare i rapporti costituzionali tra
i poteri dello Stato per il corretto esercizio della
giurisdizione, con danni gravi per tutti i cittadini;
che in questo contesto assumono un significato preoccupante
tanto la lettera inviata dal dottor Antonio Di Pietro al
Procuratore della Repubblica di Milano quanto la lettera inviata
al Presidente della Repubblica dai magistrati della procura della
Repubblica di Palermo;
che particolarmente scorretto sotto il profilo dei doveri
che incombono ad un uomo di governo è il comportamento del
Presidente del Consiglio che non ha immediatamente ottemperato,
come avrebbe fatto qualsiasi altro cittadino, all'invito a
presentarsi presso la procura di Milano per rispondere quale
indagato per il delitto di corruzione;
che è compito del Parlamento impartire al governo gli
indirizzi necessari per il ripristino di rapporti
costituzionalmente corretti tra i poteri dello Stato ed è dovere
del governo assumere le più opportune iniziative per porre fine
all'attuale intollerabile stato di tensione,
impegna il governo
a) a desistere da ogni comportamento che possa determinare
situazioni di conflitto nei confronti della magistratura;
b) a considerare princìpi basilari nel comportamento
complessivo del governo e in quello dei singoli suoi componenti
il senso dello Stato, il rispetto di tutte le istituzioni, delle
loro prerogative, e della dignità di coloro che vi operano,
evitando accuratamente ogni dichiarazione o atto che possa
accendere un conflitto tra poteri costituzionali, ponendo
rapidamente rimedio alle omissioni, agli abusi ed agli eccessi
che hanno condotto all'attuale situazione ed informando il
Parlamento, delle misure concretamente adottate;
c) a far sì che i membri del governo che si trovino in
situazione di conflitto di interessi sulla base del disegno di
legge presentato dallo stesso governo comincino ad applicare a se
stessi le misure ivi previste a partire dal 1^ febbraio 1995;
d) a sospendere l'inchiesta amministrativa del Ministero di
Grazia e Giustizia in corso alla procura della Repubblica di
Milano sino al momento in cui sarà cessata ogni ragione di
interferenza con il procedimento che vede indagato il Presidente
del Consiglio e ad impartire, in ogni caso, specifici indirizzi
tesi ad evitare interferenze nei procedimenti in corso, e ad
evitare ogni illegittima acquisizione di informazioni;
e) a fornire agli uffici giudiziari di Brescia ogni
supporto ritenuto necessario per consentire di svolgere con
rapidità ed efficienza le indagini recentemente attribuite a
quella sede dalla Corte di Cassazione, nel caso venga confermato
il provvedimento che trasferisce il processo da Milano a Brescia.
(1-00058)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
CONFLITTI TRA POTERI, CORRUZIONE, GOVERNO, INDAGINI GIUDIZIARIE, ISPETTORI, MAGISTRATURA, PROCESSO PENALE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

MILANO (MILANO+ LOMBARDIA+), PROCURA DELLA REPUBBLICA, BRESCIA (BRESCIA+ LOMBARDIA+)