ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00026

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 12
Seduta di annuncio: 59 del 23/09/1994
Abbinamenti
Atto 1/00030 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00031 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00033 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00034 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00035 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00036 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00037 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00038 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00040 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00041 abbinato in data 07/02/1995
Atto 1/00073 abbinato in data 07/02/1995
Atto 6/00007 abbinato in data 08/02/1995
Atto 6/00008 abbinato in data 08/02/1995
Atto 6/00009 abbinato in data 08/02/1995
Atto 6/00010 abbinato in data 08/02/1995
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: PROG.FEDER.
Data firma: 23/09/1994
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994
PROG.FEDER. 09/23/1994


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Stato iter:
08/02/1995
Partecipanti allo svolgimento/discussione
SVOLGIMENTO 07/02/1995
PROG.FEDER.
 
INTERVENTO 07/02/1995
PROG.FEDER.
MISTO
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI
FORZA ITALIA
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
LEGA NORD
ALLEANZA NAZIONALE
PROG.FEDER.
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI
FORZA ITALIA
ALLEANZA NAZIONALE
PROG.FEDER.
FORZA ITALIA
PROG.FEDER.
FORZA ITALIA
PROG.FEDER.
PROG.FEDER.
FORZA ITALIA
PROG.FEDER.
FORZA ITALIA
PROG.FEDER.
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 08/02/1995
MINISTRO - (MINISTERO SENZA PORTAFOGLIO (PER LA FAMIGLIA E LA SOLIDARIETA' SOCIALE))
 
PARERE GOVERNO 08/02/1995
MINISTRO - (MINISTERO SENZA PORTAFOGLIO (PER LA FAMIGLIA E LA SOLIDARIETA' SOCIALE))
Fasi iter:

PRESENTATO IL 23/09/1994

DISCUSSIONE IL 07/02/1995

ABBINAMENTO (ATTO CAPOSTIPITE) IL 07/02/1995

RINVIATO IL 07/02/1995

DISCUSSIONE IL 08/02/1995

ABBINAMENTO (ATTO CAPOSTIPITE) IL 08/02/1995

ACCOLTO IL 08/02/1995

RESPINTO IL 08/02/1995

ITER CONCLUSO IL 08/02/1995

La Camera,
premesso che:
la Costituzione della Repubblica italiana riconosce a tutti
i cittadini pari dignità sociale e uguaglianza davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali (princìpi fondamentali, articolo 3) e pertanto spetta
alle persone la titolarità dei diritti sociali di cittadinanza;
la famiglia è oggi largamente intesa come luogo di affetti
e di responsabilità liberamente assunte, di autodeterminazione e
pari dignità dei suoi componenti e di reciproca solidarietà;
la famiglia svolge un ruolo fondamentale nella crescita e
nella formazione delle persone e contribuisce in modo
determinante a definire i valori e le forme delle relazioni
sociali;
attenzione, rispetto culturale e risposte concrete devono
essere date a bisogni e diritti propri anche di cittadini singoli
e di altre forme di comunità;
il riconoscimento della funzione primaria della famiglia
comporta la riaffermazione della responsabilità dello Stato, a
livello centrale e locale, in ordine sia all'offerta diretta di
prestazioni e servizi di carattere universalistico - come, ad
esempio, la scuola e la sanità - sia all'integrazione e al
sostegno dell'opera della famiglia;
la famiglia non deve essere costretta a svolgere ruoli di
supplenza delle funzioni e dei compiti sociali propri delle
istituzioni pubbliche;
in famiglia il lavoro di cura, prevalentemente svolto dalle
donne, deve essere contestualmente distribuito e scambiato tra i
soggetti validi;
il benessere della famiglia e dei suoi componenti è
garantito anzitutto dall'esercizio del diritto al lavoro da parte
di tutti i soggetti, donne, uomini e giovani, e inoltre dal
diritto allo studio nell'età giovane e dal diritto ad una
pensione adeguata nell'età anziana e negli stati di invalidità;
nei periodi di crisi economica strutturale come l'attuale,
caratterizzata da una forte disoccupazione, si accentuano le
disuguaglianze tra le fasce sociali, tra uomini e donne, e
sorgono problemi nuovi di sofferenza ed emarginazione;
il necessario processo di riforma o trasformazione dello
Stato sociale - che è e resta componente essenziale e
irrinunciabile delle società democratiche moderne - impone una
radicale innovazione delle modalità gestionali e organizzative,
così da valorizzare le responsabilità e le capacità di
autorganizzazione delle persone e delle formazioni sociali, con
particolare riferimento al volontariato, all'associazionismo
familiare, alle reti di mutuo aiuto e alle forme di autogestione
e di cooperazione sociale;
in particolare la famiglia, per i compiti che svolge, deve
essere considerata punto di riferimento e soggetto attivo delle
politiche sociali;
ai fini della politica sociale vale, come già largamente
avviene per la legislazione vigente, il dato di fatto della
convivenza di tipo familiare, ad evitare che il sostegno alla
famiglia dia luogo a discriminazioni o penalizzazioni a carico
dei componenti di unità di convivenza diverse dalla famigiia
legale: unica condizione è che le convivenze di tipo familiare
presentino caratteristiche di effettività e stabilità, che spetta
alle leggi anagrafiche di determinare e accertare; l'obiettivo
delle politiche sociali per la famiglia è duplice: da un lato,
ridurre le disuguaglianze tra i cittadini determinate dalle
situazioni familiari, dall'altro attivare misure di sostegno alle
responsabilità familiari;
il primo degli indicati obiettivi richiede l'applicazione,
per determinate politiche redistributive, del "parametro
famiglia", consistente nella diversificazione degli interventi in
rapporto al grado di bisogno, stimato sulla base del reddito
complessivo familiare correlato al numero dei componenti;
il secondo obiettivo impone allo Stato l'obbligo -
attraverso una pluralità di interventi - di alleggerire gli
oneri, non solo economici, connessi al lavoro di cura,
soprattutto verso i minori e gli anziani, e di attribuire
concreti riconoscimenti all'opera della famiglia come soggetto
primario della solidarietà intergenerazionale;
tra gli indicati interventi - finalizzati primariamente a
rendere compatibile l'attività lavorativa con il lavoro di cura
svolto nell'ambito familiare - vanno annoverati: le misure di
sostegno alla maternità; i congedi parentali; l'approntamento di
una rete adeguata di servizi sul territorio particolarmente per
l'infanzia e per l'assistenza, in specie domiciliare, agli
anziani); la flessibilizzazione dei percorsi lavorativi (mediante
appropriati incentivi giuridico-economici per l'uscita temporanea
dal mercato del lavoro e per il successivo rientro, ed altresì
mediante una nuova disciplina del part-time); il ripensamento
complessivo degli orari e dei tempi della scuola, del lavoro, dei
pubblici servizi e, più in generale, della città;
la quasi totalità degli italiani (oltre il 90 per cento)
vive in un contesto di convivenza di tipo familiare e, pertanto,
le concrete condizioni degli individui (disponibilità di reddito,
accesso all'istruzione e ai servizi, condizioni abitative,
qualità del lavoro ottenibile, ecc.) sono di fatto legate in modo
determinante alle situazioni familiari;
la realtà della famiglia, di per sé molto diversificata e
complessa - e profondamente mutata negli ultimi decenni - è
attraversata con particolare intensità dai processi di
trasformazione sociale e culturale che caratterizzano l'odierno
momento storico: aumentano i nuclei composti da una persona sola,
in specie tra le donne anziane; così pure le famiglie
monoparentali, che sempre più frequentemente hanno una donna come
persona di riferimento; e crescono, anche per effetto delle
continue restrizioni nell'offerta dei servizi, le famiglie in
difficoltà non soltanto economiche o materiali;
in base al 3^ Rapporto della Commissione di indagine sulla
povertà e l'emarginazione, istituita presso la Presidenza del
Consiglio dei ministri (reso pubblico il 14 luglio scorso), vi
sono nel nostro paese 2.232.000 famiglie - pari a 6.462.000
persone (fra cui oltre 1.000.000 di bambini sotto i 13 anni) - in
condizioni di povertà, cioè con consumi pro capite inferiori al
50 per cento del livello dei consumi medi nazionali pro capite;
se si utilizza una soglia di poco più elevata (60 per cento
della media nazionale dei consumi pro capite), ne risulta che
altri 8.000.000 di persone vivono in condizioni di "quasi
povertà", elevando così a circa 15 milioni il numero delle
persone che vivono in situazioni di gravissimo o grave disagio
economico;
l'area della povertà e della "quasi povertà" comprende un
gran numero di anziani soli o in coppia, ma soprattutto di
famiglie con quattro o più componenti, sicché i minori e gli
anziani ne risultano essere i soggetti maggiormente colpiti;
sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili,
riferiti all'anno 1992, il nostro Paese destina per l'intero
complesso delle misure monetarie di sostegno alla famiglia, oltre
a esigue detrazioni fiscali, la somma di 5.438 miliardi (tab.
3.25 del compendio statistico ISTAT 1994), pari al 3,5 per mille
del prodotto interno lordo (Pil), collocandosi agli ultimi posti
nell'Europa comunitaria;
l'unica forma di intervento monetario a carattere
redistributivo "verticale" a sostegno delle famiglie è
rappresentata dall'assegno al nucleo familiare, il cui importo -
fermo dalla data di istituzione (1988) - ha ormai perduto il 40
per cento dell'iniziale potere d'acquisto, riducendosi a
modestissima prestazione per un'area sempre più ridotta di
famiglie (3.650.000 nuclei familiari per il 1992), per una spesa
complessiva (gestione CUAF) di 5.284 miliardi, a fronte di una
contribuzione per gli assegni familiari, da parte dei lavoratori
dipendenti e delle imprese, ammontante nello stesso anno a 15.867
miliardi;
impegna il Governo
al fine di avviare il necessario processo di inversione di
tendenza nelle politiche familiari, che vedono l'Italia in grave
ritardo rispetto agli altri Paesi della CEE, a prevedere - già
con la legge finanziaria per il 1995 - le seguenti misure:
l'adeguamento dell'assegno per il nucleo familiare, in
misura tale da riportarlo - quanto meno - ai livelli di potere
d'acquisto del 1988, avviando altresì un graduale aumento dei
tetti di reddito familiare per il godimento dell'assegno stesso;
l'attribuzione alle regioni e agli enti locali delle
risorse necessarie per l'attuazione di una più adeguata rete di
servizi sociali sul territorio, con particolare riferimento ai
servizi per l'infanzia, soprattutto nel Mezzogiorno (scuole
dell'infanzia e asili nido, per i quali ultimi va superata
l'inaccettabile classificazione tra i "servizi a domanda
individuale", come previsto dall'apposita proposta di legge di
iniziativa popolare), all'assistenza - in specie domiciliare -
per gli anziani, nonché ai consultori;
la previsione di specifiche deduzioni fiscali, pur entro un
ammontare massimo predeterminato, a sostegno almeno delle
famiglie che debbano fronteggiare situazioni di particolare
disagio (handicap, tossicodipendenze, anziani non
autosufficienti, famiglie monoparentali con minori a carico,
ecc.);
un apposito accantonamento per le misure legislative volte
alla disciplina dei congedi parentali, all'estensione
universalistica del trattamento di maternità e all'attuazione
dell'affidamento familiare;
il rilancio di politiche abitative particolarmente
finalizzate a dare una casa, a prezzi accessibili, alle giovani
coppie, nonché a favorire - in conformità anche ai recenti
indirizzi della Conferenza internazionale del Cairo - il
ricongiungimento familiare degli immigrati extra-comunitari.
(1-00026)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
ASSEGNI FAMILIARI, ASSISTENZA AGLI ANZIANI, DEDUZIONI E DETRAZIONI, EXTRA COMUNITARI, FAMIGLIA, INDIGENTI E NULLATENENTI, REDDITO FAMILIARE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO: