ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00001

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 11
Seduta di annuncio: 2 del 30/04/1992
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: FEDERAZIONE DEI VERDI
Data firma: 30/04/1992
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDER. EUROPEO PR 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992
FEDERAZIONE DEI VERDI 04/30/1992


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

PRESENTATO IL 30/04/1992

La Camera,
premesso che il sistema economico mondiale, col suo
dualismo complementare di ipersviluppo quantitativo
nordoccidentale e di sottosviluppo economico e sociale del Sud
del mondo e oggi anche dei paesi ex comunisti, ha imboccato una
rotta di collisione con il "sistema terra", con la disponibilità
di risorse, con la limitata capacità di assorbimento
dell'inquinamento, con la rottura di fondamentali equilibri
ecologici, ponendo una seria ipoteca sulla capacità di carico e
di mantenimento delle future generazioni e di una possibilità di
superamento delle condizioni e di fame per una parte rilevante
della popolazione mondiale;
prendendo atto che la questione ecologica è decisiva per le
possibilità stesse dello sviluppo, l'Assemblea generale dell'Onu
con la risoluzione n. 44/228 del 22 dicembre 1989, ha fissato una
conferenza mondiale delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo
sviluppo (UNCED - United Nations Conference on Environment and
Development) che si terrà a Rio de Janeiro;
premesso che:
l'Assemblea dell'Onu ha creato un comitato preparatore
con funzioni organizzative e istruttorie che ha stabilito
l'ordine del giorno della conferenza, elaborato le direttive per
i rapporti degli stati nazionali e sta predisponendo le bozze dei
progetti di convenzione e di indicazione della conferenza.
Il comitato preparatore ha già svolto 5 sessioni di lavoro
(sessione organizzativa: 5-16 marzo 1990, sessione di Nairobi,
6-31 agosto 1990, sessione di Ginevra 18 marzo-15 aprile 1991,
sessione di Ginevra 12-30 agosto 1991, sessione di New York 2
marzo-3 aprile 1992);
la commissione sulla Salute e l'ambiente
dell'Organizzazione mondiale della sanità, in vista della
conferenza UNCED di Rio, ha predisposto un proprio rapporto che
si conclude con l'individuazione di strategie e raccomandazioni
(arresto dell'aumento della popolazione, promozione di stili di
vita e schemi di consumo sostenibili, necessità di un ambiente
che favorisca la salute, accesso più equo alle risorse) che
rappresentano un autorevole e importante riferimento per l'ormai
prossimo "vertice della terra";
la conferenza come si viene strutturando nei lavori
preparatori si pone quattro obiettivi fondamentali:
1) alcune convenzioni internazionali negoziate in questi
anni (sul clima, sulla biodiversità, per la protezione delle
foreste);
2) definire un'"Agenda 21", un'agenda di obiettivi e
strumenti per il XXI secolo, per la tutela del "sistema Terra" e
dei suoi fondamentali equilibri ecologici, insieme a uno sviluppo
durevole per tutti i paesi;
3) stabilire entità e modalità di finanziamento necessari
a sostenere, in particolare nei paesi in via di sviluppo,
risanamenti ambientali e uno sviluppo economico ecologicamente
sostenibile;
4) ridefinire gli strumenti istituzionali di intervento,
organismi delle Nazioni Unite, ruolo delle popolazioni e dei
governi locali, rapporto con la Banca Mondiale e il GATT (Accordo
generale sulle tariffe e sul commercio);
si sono svolte importanti conferenze regionali preparatorie
dell'Unced: in particolare dei paesi latinoamericani e caraibici
a Mexico City nel marzo 1991, dell'Asia e del Pacifico
nell'ottobre 1990 a Bangkok e dei paesi europei a Bergen nel
1990. La conferenza di Mexico City rileva che i paesi
dell'America Latina e dei Caraibi hanno un impatto ridotto sul
clima, chiedono assistenza finanziaria per proteggere le foreste
e evidenziano i rapporti fra crescita del debito estero e
sfruttamento pesante delle risorse naturali. Si insiste in
particolare su una condizione irrinunciabile, il risanamento
delle condizioni di povertà estrema tanto in ambienti urbani
quanto rurali.
La conferenza di Bangkok ribadisce come le emergenze
ambientali siano strettamente legate a quelle sociali, sanitarie
e demografiche. Sottolinea insieme al problema della distruzione
delle foreste e della perdita di fertilità dei suoli agricoli una
grave emergenza dovuta alla riduzione della disponibilità di
acqua potabile. La Conferenza europea di Bergen ha affrontato 4
temi:
1) informazione e controllo pubblico con la diffusione
delle procedure di valutazione di impatto ambientale sia dei
progetti che dei prodotti e con l'obiettivo di incidere sui
consumi formando consumatori responsabili. Gli attuali stili di
vita e di consumo prevalenti nel Nord del mondo non potranno
diventare sostenibili nemmeno grazie a ulteriori perfezionamenti
tecnologici e non potranno comunque venire estesi ai dieci
miliardi di abitanti che presto ci saranno sul pianeta;
2) realizzazione di un'economia ecologicamente
sostenibile modificando i parametri della contabilità nazionale,
integrando negli obiettivi economici i vincoli ambientali,
introducendo modifiche dei prezzi, con tasse e altri strumenti,
in modo da incidere sui modelli di produzione e di consumo in
direzione di una sostenibilità ecologica;
3) promozione di un uso sostenibile dell'energia,
stabilizzando le emissioni di CO2 e degli altri gas di serra;
4) sviluppo di attività industriali e sistemi di
produzione non inquinanti;
la Conferenza per l'ambiente e lo sviluppo, per i temi che
affronta, per gli esiti che può avere o non avere, richiede il
massimo impegno dei Parlamenti e dei Governi per avviare una
svolta nelle scelte economiche e politiche per raggiungere
l'obiettivo di fermare la marcia sulla rotta di collisione e
realizzare economie sostenibili e uno sviluppo sociale più equo e
duraturo;
impegna il Governo:
ad assumere un ruolo più attivo nella preparazione e nello
svolgimento della conferenza mondiale delle Nazioni Unite
affinché questa affronti realmente il nodo della insostenibilità
dell'attuale tipo di sviluppo economico, promuova misure di
riduzione dell'impatto ambientale delle attività umane di
adeguato controllo demografico e di preservazione degli equilibri
ecologici e delle risorse naturali, con particolare attenzione al
riequilibrio dello sviluppo sociale in diverse parti del pianeta,
della quantità e qualità dei consumi, superando sia i modelli del
consumismo insostenibile sia la miseria, la povertà, la fame che
attanagliano una parte rilevante della popolazione mondiale;
a sostenere nell'ambito dell'UNCED l'adozione e
l'attuazione di una convenzione internazionale sul clima che
contenga impegni vincolanti in particolare per tutti i paesi
industrializzati a stabilizzare sui livelli del 1990 le emissioni
di CO2 entro il 2000 e a ridurle di almeno il 20 per cento
entro il 2005, ad estendere i medesimi impegni agli altri gas che
concorrono a causare l'effetto serra, a fornire ai paesi del Sud
del mondo e dell'Europa centro-orientale un'assistenza
finanziaria e tecnologica adeguata per contenere le medesime
emissioni in presenza di necessari interventi per il
miglioramento della qualità della vita tanto nelle zone rurali
quanto in quelle urbane;
a sostenere nell'ambito dell'UNCED l'adozione e
l'attuazione di una convenzione internazionale per la protezione
delle foreste, per una gestione sostenibile delle risorse
forestali e una conservazione del patrimonio e della diversità
biologica degli ecosistemi forestali, stabilendo un sistema
internazionale di monitoraggio, fornendo la necessaria assistenza
per una gestione sostenibile di queste risorse e garantendo la
partecipazione delle popolazioni locali ai processi di decisione
che li riguardano;
a sostenere nell'ambito dell'UNCED l'adozione e
l'attuazione di una convenzione internazionale per la
conservazione della diversità biologica e culturale con priorità
per i programmi di conservazione in situ, con una individuazione
delle aree critiche da tutelare ai fini della conservazione
biologica, che impegni in particolare i paesi industrializzati a
un utilizzo responsabile e compatibile della ricerca e dello
sviluppo delle biotecnologie, a valorizzare le conoscenze
tradizionali locali e a trasferire ai paesi in via di sviluppo
solo conoscenze e tecnologie utili agli impieghi sostenibili, a
un impiego efficace delle risorse e che non intacchino il
patrimonio naturale e la diversità biologica, impedendo la
brevettazione e la mercificazione del vivente, ma assicurando a
tutti i popoli accesso sostenibile alle risorse naturali;
a sostenere la definizione di una "Agenda 21" che contenga
indicazioni e impegni rilevanti, in particolare per:
a) la protezione dell'atmosfera;
b) la protezione delle risorse terrestri;
c) la conservazione della diversità biologica;
d) la protezione delle acque dolci;
e) la protezione degli oceani, dei mari e delle zone
costiere;
f) la gestione responsabile delle biotecnologie;
g) porre fine alla vivisezione e alla sperimentazione
animale, inefficaci dal punto di vista della tutela della salute
umana oltre che violente nei confronti delle altre specie;
h) la riduzione dei rifiuti, della loro pericolosità,
loro riuso, recupero e riciclo e la prevenzione dei traffici
internazionali dei rifiuti stessi;
i) il miglioramento della qualità dei consumi per una
migliore qualità della vita, la difesa della salute e la
riduzione degli impatti ambientali;
l) il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro
in particolare delle popolazioni più povere con modelli di
sviluppo e tecnologie ambientalmente compatibili a più alto
contenuto occupazionale;
m) promuovere una conversione dell'economia, delle
attività industriali e dei sistemi di produzione per renderli
ecologicamente sostenibili;
a promuovere un azzeramento del debito dei paesi in via di
sviluppo convertendolo in un comune debito ecologico. In
particolare promuovendo un fondo per i cambiamenti climatici, per
la difesa delle foreste e per la diversità biologica, alimentato
dai paesi industriali e destinato ai paesi in via di sviluppo al
fine di concorrere al raggiungimento degli obiettivi delineati
dalla convenzione UNCED. Nella gestione dei trasferimenti di tale
fondo si dovrà assicurare la partecipazione dei cittadini, delle
associazioni ambientaliste e degli organismi non governativi
operanti nei paesi interessati del Sud del mondo. Occorrerà
inoltre interrompere lo sfruttamento delle foreste primarie,
garantire la sicurezza delle terre per i contadini poveri e
garantire contropartite di sviluppo sociale e di miglioramento
della qualità della vita a quei paesi del Sud che "sacrificano"
parte delle loro potenziali risorse per la conservazione del
patrimonio naturale di interesse planetario. Occorrerà infine
rivedere le politiche di cooperazione allo sviluppo sia dal punto
di vista della loro reale efficacia sociale che dei loro impatti
ambientali con un nuovo e più consistente e qualificato impegno
dei paesi industrializzati, secondo criteri di spesa che
privilegino iniziative locali anziché business e burocrazie
internazionali, con obbligo della valutazione preventiva degli
impatti ambientali per ogni intervento;
a rivedere nell'ambito dell'UNCED contenuto e modalità di
gestione del GEF (Global environment facility) creato per aiutare
i paesi in via di sviluppo nell'attuazione di progetti di tutela
ambientale e gestito dalla Banca Mondiale, dall'UNEP e dall'UNDP.
In particolare la Banca Mondiale sta gestendo sostanzialmente
questo fondo secondo criteri tradizionali e inadeguati agli scopi
del GEF, quando non apertamente in contrasto;
a fissare nell'ambito UNCED una proposta di revisione e
rafforzamento delle istituzioni dell'ONU introducendo una
concezione della minaccia e della sicurezza del pianeta che
comprenda prioritariamente i rischi di catastrofe ecologica e di
sterminio per povertà rivedendo in tal senso anche i compiti, i
poteri e la composizione del Consiglio di Sicurezza, istituire un
tribunale internazionale per l'ambiente; a fissare dei vincoli
sugli accordi "GATT" che si basino sulle convenzioni UNCED e a
chiedere un codice di comportamento per le aziende esportatrici
che fissi garanzie di valutazione di impatto ambientale sugli
interventi e sui prodotti;
impegna inoltre il Governo:
a definire una strategia nazionale per la sostenibilità con
interventi che incidano nelle politiche di sviluppo, nella
contabilità nazionale, nella pianificazione del territorio, nelle
scelte economiche agricole e industriali, nei piani nazionali per
la viabilità, per i trasporti e l'approvvigionamento energetico;
a introdurre la procedura di valutazione dell'impatto
ambientale sui piani e sui progetti oltre che sulle opere a
impatto rilevante, vincolando investimenti e finanziamenti a
sostegno delle imprese al rispetto delle prescrizioni della
normativa ambientale;
a migliorare l'efficacia delle politiche ambientali,
dell'applicazione delle leggi e dei controlli per la tutela
dell'ambiente, riformando il Ministero dell'ambiente
rafforzandone l'efficacia operativa e la capacità di
coordinamento, potenziando i servizi tecnici e creando un'Agenzia
multireferenziale e dotando le strutture tecniche per i controlli
ambientali degli organici, delle apparecchiature e dei
finanziamenti necessari;
a promuovere sia una riduzione del carico inquinante delle
attività economiche e produttive sia una redistribuzione del
reddito attraverso tasse ecologiche, incentivi e disincentivi
fiscali, colpendo le attività economiche e i consumi a più alto
impatto, a maggior consumo di energia, di materie prime e a
maggior produzione di rifiuti;
a rivedere la politica estera e di difesa del Paese,
riducendo le spese militari, promuovendo la cooperazione e la
sicurezza comuni con progetti che concorrano allo sviluppo
sociale e alla compatibilità ambientale delle economie dei paesi
più poveri, riducendo così sia le tensioni internazionali, sia un
incremento demografico incontrollato, sia le migrazioni non
volute, causate dalla miseria, dalle devastazioni ambientali e
dai conflitti militari;
a rivedere l'attuale politica di cooperazione
internazionale tenendo presente l'esigenza di finanziare
interventi di tutela e recupero ambientale e la necessità di
efficaci politiche di pianificazione familiare nei paesi dove
povertà, carenze sanitarie, assenza di informazione e di
istruzione spingono verso insostenibili incrementi demografici
con altissima mortalità infantile;
a promuovere nelle sedi istituzionali della Comunità
europea i predetti contenuti ed in particolare una revisione
della politica agricola comunitaria che non deve più essere
mirata alla produzione e alla gestione delle eccedenze, alle
colture intensive e al massiccio uso dei fitofarmaci, ma alla
qualità dei prodotti, alla compatibilità ambientale, alla difesa
del territorio e al miglioramento delle condizioni di vita delle
popolazioni rurali;
a promuovere una partecipazione delle organizzazioni non
governative italiane con supporto organizzativo alla conferenza
stessa.
(1-00001)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
BOSCHI E FORESTE, CONGRESSI CONVEGNI E SEMINARI, DECONTAMINAZIONE DALL' INQUINAMENTO, PAESI IN VIA DI SVILUPPO, RISANAMENTO URBANO, TRATTATI ED ACCORDI INTERNAZIONALI, TUTELA DELL' AMBIENTE, TUTELA DELLA SALUTE, VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SU AMBIENTE E SVILUPPO ( UNCED )