Doc. LXXXVII-bis, n. 4-A

RELAZIONE DELLA XIV COMMISSIONE PERMANENTE

(POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)

(Relatrice: BERLINGHIERI)

sulla

RELAZIONE PROGRAMMATICA SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALL'UNIONE EUROPEA RIFERITA ALL'ANNO 2016
(Doc. LXXXVII-BIS, N. 4)

sul
Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione (COM(2015)610 final)

e sul
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) (15258/15)

Approvata dalla Commissione il 17 marzo 2016

Presentata alla Presidenza il 17 marzo 2016

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RELAZIONE DELLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea ha svolto l'esame congiunto del Programma di lavoro della Commissione per il 2016 «È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione» (COM(2015)610 final), della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4) e del Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017).
  L'attività conoscitiva ha riguardato l'audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli affari europei, Sandro Gozi, nonché di rappresentanti della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, ed ha consentito di acquisire utili elementi di valutazione.
  Sono state trasmesse inoltre, ai sensi della legge n. 234 del 2012, le risoluzioni approvate dalle regioni Lazio e Friuli – Venezia Giulia.
  Tutte le Commissioni permanenti, nonché il Comitato per la legislazione, per i profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze, hanno espresso i pareri dei quali si dà conto in questa relazione.
  Va rilevato, innanzitutto, che in questa occasione il Parlamento è stato messo nelle condizioni di fornire un contributo utile entro il primo semestre dell'anno cui sono riferiti i documenti programmatici, avendo il Governo trasmesso la Relazione programmatica nel mese di dicembre 2015, entro i termini di legge.
  Si tratta di un dato particolarmente positivo, che consente di definire una cornice strategica coerente per la politica europea del nostro Paese, articolata intorno a grandi obiettivi e linee d'intervento prioritarie.

  Il Programma di lavoro della Commissione, il secondo del suo mandato, presentato il 27 ottobre 2015, si pone in una linea di continuità rispetto agli orientamenti politici dell'anno precedente, ribadendo l'impegno a favore delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici presentati dal presidente Juncker nel luglio 2014.
  Unitamente al discorso sullo stato dell'Unione, il Programma della Commissione riporta lo stato dell'arte delle principali misure messe in atto finora dalla Commissione e prospetta le prossime azioni che si intendono intraprendere.
  La Commissione europea sottolinea che gli eventi dell'ultimo anno – tra cui la crisi greca, la pressione migratoria sempre più forte alle frontiere UE, gli attacchi terroristici, l'instabilità che regna nel vicinato dell'UE – hanno rafforzato la determinazione a puntare su queste priorità e a optare per un metodo di lavoro che vada oltre l'ordinaria amministrazione, basato su una coraggiosa azione pragmatica e sull'impegno a collaborare con il Parlamento europeo e con il Consiglio per conseguire i risultati che gli europei si attendono.Pag. 4
  Ci si trova di fronte, è evidente a tutti, ad una fase decisiva per il futuro delle istituzioni europee e della stessa Unione europea. Da come l'Europa saprà affrontare i fenomeni migratori e il pericolo terrorista, ma anche dall'esito della questione Brexit, si deciderà il futuro della costruzione europea. In tale quadro, la capacità concreta di produrre la discontinuità a cui la Commissione si è impegnata diventa decisiva per superare la crisi del rapporto tra Europa e cittadini europei e tornare a far percepire l'Europa come una opportunità e non come un vincolo o un problema.
  Il Programma di lavoro si suddivide in 10 capitoli, corrispondenti a determinate priorità politiche, e reca sei allegati; in particolare, nel corso dell'esame in Commissione, ci si è soffermati sul primo, che raccoglie le 23 iniziative legislative che saranno proposte dalla Commissione europea nell'arco del 2016.

  La Relazione programmatica del Governo per l'anno 2016 è invece strutturata in cinque parti:
   gli impegni che il Governo intende assumere sulle questioni istituzionali e macroeconomiche;
   le priorità da adottare nel quadro delle politiche orizzontali, quali le politiche per il mercato unico e la competitività, e settoriali, quali le politiche di natura sociale o quelle rivolte al rafforzamento di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa ed oltre i suoi confini;
   la dimensione esterna dell'Unione (politica estera e di sicurezza comune, allargamento, politica di vicinato e di collaborazione con Paesi terzi);
   le strategie di comunicazione e di formazione sull'attività dell'Unione europea e la partecipazione italiana all'Unione europea;
   il ruolo di coordinamento delle politiche europee, svolto dal Comitato Interministeriale per gli Affari europei (CIAE) e il tema dell'adeguamento del diritto interno al diritto dell'Unione europea, con specifico riguardo alle attività di prevenzione e soluzione delle procedure di infrazione.
  Sono infine allegate al testo quattro Appendici con riferimenti ai documenti programmatici delle istituzioni europee.

  Il Programma di 18 mesi delle tre Presidenze olandese, slovacca e maltese, presentato il 3 dicembre 2015, riprende la struttura dell'Agenda strategica adottata dal Consiglio europeo del 27 giugno 2014.
  Si compone di cinque capitoli:
   1. Occupazione, crescita e competitività, a sua volta suddiviso in Mercato unico, Imprenditorialità e creazione di posti di lavoro, Investire nel futuro, Attrattiva globale, Unione economica e monetaria;Pag. 5
   2. Un'Unione che responsabilizza tutti i suoi cittadini e li protegge;
   3. Verso un'Unione dell'energia dotata di una politica lungimirante in materia di clima;
   4. Libertà, sicurezza e giustizia;
   5. L'Unione come attore forte sulla scena mondiale.
  Obiettivo primario, secondo il Trio di Presidenze, rimane quello della crescita economica e della creazione di posti di lavoro. Le iniziative che figurano nel Programma del Consiglio coincidono in gran parte con quelle della Commissione.

  L'esame congiunto dei richiamati documenti, insieme alle puntuali indicazioni recate nei pareri espressi dalle Commissioni permanenti nei rispettivi settori di interesse e emerse nel corso dell'attività conoscitiva, consente di individuare, nell'ambito delle condivisibili priorità indicate dalla Commissione europea, alcune iniziative cui attribuire particolare rilevanza.

  Nell'ambito della priorità «1. Un nuovo impulso all'occupazione alla crescita e agli investimenti», si sottolinea, in riferimento all'attuazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici di cui al cd. «piano Juncker», la necessità di una politica economica europea che, pur non dimenticando una gestione rigorosa e solida dei conti pubblici, privilegi maggiormente la crescita e la creazione di posti di lavoro. Appare a tal fine opportuno potenziare e accelerare gli investimenti del citato Piano, anche alla luce del suo andamento, definito «deludente» dall'OCSE, per ottenere l'effetto moltiplicatore complessivo stimato dalla Commissione europea.
  Per il nostro Paese, come sottolineato dal Governo, le risorse del FEIS dovrebbero prevalentemente finanziare progetti per infrastrutture, investimenti ambientali, la Digital Agenda, investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione con il settore industriale privato, il finanziamento a piccole e medie imprese e Mid-caps.
  Quanto alla revisione della Strategia UE 2020, emerge la necessità di individuare tempestivamente obiettivi che tengano conto dei profondi mutamenti intervenuti nel contesto macroeconomico, rispetto al momento dell'adozione della Strategia stessa. Per favorire in particolare occupazione, sviluppo e inclusione sociale, appare prioritario – oltre a concludere celermente l'iter delle proposte in materia impiego, mobilità dei lavoratori e integrazione dei mercati del lavoro – promuovere, nell'ambito della revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale dell'Unione, l'estensione dell'efficacia dell'Iniziativa europea per l'occupazione giovanile, in modo da assicurare continuità alle misure adottate a livello nazionale nell'ambito del Programma operativo nazionale «Iniziativa occupazione giovani».
  Il Governo italiano indica inoltre come prioritario il rafforzamento degli interventi di politica attiva a sostegno dell'occupazione giovanile e dell'inserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata e dei soggetti con maggiori difficoltà.Pag. 6
  Appare altresì utile avviare una riflessione, vista la complessità di un simile intervento, sulla possibilità di introdurre un sussidio europeo di disoccupazione, da finanziare tramite un rafforzato bilancio dell'UE (parere V commissione).
  Rispetto alla revisione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2014-2020 la Commissione sottolinea che si rifletterà su come assegnare i finanziamenti in modo più mirato, in funzione delle priorità cui l'UE deve fare fronte.
  Un ulteriore ambito di intervento è rappresentato dalla promozione degli investimenti nel capitale umano lungo tutto l'arco della vita, che si tratti di formazione professionale, istruzione superiore, competenze digitali e di alta tecnologia.
  Nel quadro dell'Agenda per le nuove competenze per l'Europa – che incide significativamente sulle competenze delle regioni, come emerso nell'ambito dell'audizione della Conferenza delle Assemblee legislative regionali – occorre potenziare una forte alleanza sistemica scuola-mondo del lavoro, tra istruzione e formazione professionale, tra cultura generale e competenze specialistiche. Appare questa la principale linea di intervento nel contrasto contro la disoccupazione giovanile, attraverso un sistema educativo che permetta una integrazione dell'apprendimento in aula ed in azienda.
  Il sistema duale appare infatti l'antidoto strutturale alla disoccupazione come occasione per rilanciare, anche con il contributo delle nuove tecnologie, quel concetto di cultura unitaria tra teoria e pratica, studio e lavoro, volto ad assicurare i livelli più elevati possibili di sviluppo economico, sociale e civile.
  Inoltre, il riconoscimento delle qualifiche professionali e l'implementazione delle procedure amministrative per il rilascio della tessera professionale europea, su cui il Governo italiano ha mostrato una notevole tempestività di azione, sono strumenti importanti non solo per semplificare, ma anche per agevolare la mobilità dei professionisti, condizione imprescindibile per lo sviluppo di competitività, innovazione, crescita e qualità dei servizi, all'interno del mercato unico.
  In tale contesto non debbono naturalmente essere tralasciate le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

  Per quanto concerne la priorità «2. Un mercato unico digitale connesso», nel corso dell'ultimo anno la Commissione europea ha presentato numerose iniziative, nel quadro della Strategia per il mercato unico digitale – diritto d'autore, commercio online, semplificazione e armonizzazione dei regimi IVA, registrazione online, anche transfrontaliera, delle imprese, portabilità dei contenuti tutelati da copyright – tutte condivisibili e all'attenzione del Parlamento.
  Nella Relazione il Governo ricorda di aver presentato nel novembre 2014 la Strategia per la crescita digitale 2014-2020, che identifica le azioni prioritarie per il conseguimento degli obiettivi dell'Agenda digitale italiana e il recupero del ritardo del nostro Paese rispetto allo scoreboard dell'Agenda digitale europea. Prospetta altresì l'adozione di una serie di iniziative in materia di sviluppo delle tecnologie cloud per una completa virtualizzazione dei servizi e delle Pag. 7infrastrutture; di audiovisivo; di amministrazione digitale e di diffusione sul territorio degli accessi broadband.
  Occorre infatti – tenuto conto del fatto che l'obiettivo della Commissione europea è di presentare tutte le proposte legislative necessarie entro la fine del 2016 – promuovere l'adozione di misure volte ad assicurare un elevato livello comune per la sicurezza delle reti e delle informazioni, la definizione di standard comuni per favorire l'interoperabilità all'interno dell'Unione, la rimozione delle barriere che ancora ostacolano lo sviluppo dei mercati online, la protezione dei consumatori su tali mercati.
  A tale impegno dovrebbe corrispondere, in ambito nazionale, un impulso decisivo all'attuazione delle misure organizzative e strumentali che permettano ai cittadini di accedere online al complesso dei servizi pubblici, mediante il Sistema pubblico di identità digitale, nonché di conseguire benefici in ambito sanitario e sociale, eminentemente di competenza regionale.

  La priorità «3. Un'Unione dell'energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici» si articola intorno ad un'ambiziosa politica per il clima, in grado di garantire ai consumatori energia sicura, sostenibile e competitiva a prezzi accessibili. Obiettivo dell'Unione dell'energia è quello di trasformare i 28 mercati nazionali in un unico mercato integrato, basato sulla concorrenza e sull'uso ottimale delle risorse, che consenta ai flussi di energia di transitare liberamente attraverso le frontiere.
  A partire dal pacchetto di misure presentate nel febbraio 2015, la Commissione europea ha adottato molte delle iniziative annunciate nella tabella di marcia, sulle quali si sono espresse anche le competenti Commissioni di Camera e Senato, esprimendosi in senso favorevole e sollecitando la tempestiva adozione, in particolare, di tutte le misure attuative dell'Unione dell'energia, con particolare riguardo alla sicurezza degli approvvigionamenti del gas e dell'energia elettrica, in vista del dibattito politico previsto per il 6 giugno 2016 al Consiglio energia.
  A questo proposito, il Governo preannuncia il suo impegno affinché tutte le proposte che saranno presentate dall'esecutivo europeo siano corredate da adeguate analisi di impatto che tengano conto degli effetti incrociati e delle interrelazioni delle varie politiche. Si sottolinea inoltre l'esigenza di disporre di un sistema di reportistica comune che usufruisca di indicatori atti a valutare le performance degli Stati membri nel raggiungere gli obiettivi al 2030.
  Ulteriore priorità del Governo sarà la proposta di revisione della decisione sullo scambio di informazioni in materia di accordi intergovernativi con paesi terzi (IGA), sulla quale si sosterrà una posizione di contrarietà sul controllo ex ante obbligatorio da parte della Commissione europea per gli Accordi intergovernativi con i Paesi terzi.
  Sulla revisione del regolamento dell'Agenzia europea dei regolatori (ACER), il Governo sosterrà un ruolo più forte della stessa nell'ambito della gestione del mercato interno dell'energia.
  Infine, altra priorità del Governo nell'ambito dell'Unione dell'energia sarà quella di concludere i negoziati sulla proposta di regolamento sull'etichettatura energetica.Pag. 8
  Per quanto riguarda le politiche sul clima, il Governo italiano intende impegnarsi nella definizione degli atti legislativi necessari ai fini dell'applicazione del Quadro 2030 per l'energia e il clima adottato dal Consiglio europeo nell'ottobre 2014. In tale contesto, il Governo, nell'ambito dell’iter di modifica della direttiva 2003/87/CE relativa al sistema di scambio quote emissioni (ETS), intende garantire che il sistema ETS si rafforzi, adotti regole di assegnazione gratuita che riflettano il progresso tecnologico e siano a favore degli impianti più efficienti, divenga più armonizzato per quanto riguarda la gestione del «carbon leakage diretto» ovvero la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio in paesi con limiti di emissione meno severi, nonché si doti di regole più lineari, procedure meno laboriose e semplificazioni amministrative.
  L'esame parlamentare delle proposte della Commissione ha evidenziato, oltre ai suddetti aspetti, la necessità, relativamente al pacchetto sull'economia circolare, di sostenere con adeguate misure sistemi virtuosi di gestione del ciclo dei rifiuti, anche mediante l'introduzione di una tassazione sulle emissioni di carbonio, i cui proventi dovrebbero essere destinati al finanziamento di politiche ambientali, come prospettato anche dal Governo italiano nella Relazione programmatica.
  Un ulteriore invito riguarda l'opportunità di procedere, nei termini prospettati nella relazione del Governo affinché la Commissione europea provveda a presentare le iniziative preannunciate in materia di protezione del suolo e della biodiversità.
  Si evidenzia infine, con riferimento alla piena e corretta attuazione degli obiettivi contenuti nel pacchetto sull'economia circolare, con particolare riferimento all'impatto sul sistema italiano delle autonomie, l'opportunità di addivenire a definizioni puntuali e di univoca interpretazione nella proposta di direttiva che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e alle discariche (COM(2015)595 final).

  La priorità «4. Un mercato unico più profondo e più equo con una base industriale più solida» è volta a consolidare i punti di forza del mercato unico, con particolare attenzione alle iniziative in materia di economia collaborativa e di introduzione di un piano d'azione sull'IVA che introduca un regime «definitivo, efficiente e a prova di frode».
  In tale ambito l'esame parlamentare ha evidenziato l'esigenza di tradurre concretamente la Strategia sulla rinascita industriale, da tempo delineata dalle Istituzioni europee, attraverso l'adozione di misure concrete, con particolare riguardo al settore manifatturiero e alla realizzazione del Piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile, anche rafforzando l'efficacia delle politiche a favore delle piccole e medie imprese. Particolare attenzione merita inoltre l'iniziativa della Commissione europea su Industria 4.0, al fine di massimizzare i benefici delle tecnologie digitali in ogni settore industriale in Europa.
  In tema di sicurezza dei prodotti, Governo e Parlamento concordano sulla particolare importanza dell'adozione di una normativa Pag. 9europea nei termini prospettati dall'attuale articolo 7 della proposta di regolamento di cui alla comunicazione COM(2013)78, che prevede l'obbligo per fabbricanti e produttori di indicare la provenienza di origine per i prodotti non alimentari venduti nel mercato europeo. (X Commissione).
  Con specifico riferimento, infine alla proprietà industriale, nella Relazione programmatica il Governo ricorda, l'imminente entrata in vigore del cosiddetto «pacchetto marchi» (direttiva 2015/2436/UE e regolamento 2015/2424/UE). Oltre a rendere più accessibile, efficiente e meno oneroso per le imprese il deposito di marchi industriali, il pacchetto istituisce l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo).
  L'Italia continuerà, inoltre, a dare il suo contributo alla lotta alla contraffazione, seguendo le linee strategiche dell'Unione europea, anche attraverso i piani operativi dell'EU Policy Cycle (il ciclo programmatico dell'Unione europea per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale, adottato nel 2010), dove il Governo italiano ha il ruolo di coordinatore della priorità «contraffazione di merci con impatto sulla salute e sicurezza pubblica». In tale ambito il Governo si propone di sostenere in sede europea l'introduzione dell'indicazione obbligatoria dell'origine, non in via generale, ma all'interno delle normative dell'UE che disciplinano i singoli settori merceologici.

  La priorità «5. Un'Unione economica e monetaria più profonda e più equa» si concentra innanzitutto su una serie di misure attuative della Relazione dei cinque Presidenti sul tema «Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa».
  In sede di esame parlamentare dei documenti, è stata evidenziata – in via generale – l'opportunità di garantire maggiore flessibilità sia nella gestione dei conti pubblici e nelle politiche di investimento comuni, sia nell'applicazione delle regole riguardanti il saldo dei bilanci pubblici.
  Con specifico riferimento al sistema creditizio è invece emersa l'esigenza di adoperarsi per il completamento dell'Unione bancaria, con l'introduzione, nel più breve tempo possibile, del terzo pilastro della garanzia comune europea sui depositi bancari, in aggiunta ai due pilastri già attuati del meccanismo unico di vigilanza europea e del meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie.
  Inoltre, è stata evidenziata l'opportunità che il Governo continui gli approfondimenti in sede europea su questioni di fondo quali quelle riguardanti: la ridotta disponibilità di credito bancario; il problema dei crediti in sofferenza delle banche; la connessa disciplina del bail-in (di cui alla direttiva 2014/59/UE); la creazione di un Tesoro europeo, nonché le misure in materia di requisiti patrimoniali degli enti creditizi, a sostegno dell'erogazione del credito per le PMI.

  La priorità «6. Un accordo realistico e equilibrato di libero scambio con gli Stati Uniti (TTIP)» vede proseguire in negoziati tra Ue e USA su temi particolarmente sensibili.
  La Commissione europea, come richiesto in più occasioni anche dal Parlamento italiano, ha acconsentito ad estendere l'accesso ai Pag. 10documenti negoziali ai parlamentari nazionali. Inoltre, la Commissione proseguirà ad attuare la propria agenda sugli scambi bilaterali, che già coinvolge 27 partner negoziali e che integra il sistema multilaterale dell'Organizzazione mondiale del commercio. In particolare, nel 2016, la Commissione cercherà di pervenire all'applicazione provvisoria di un certo numero di nuovi accordi, tra cui quelli conclusi con il Canada e con diverse regioni dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Tali accordi possono costituire un'opportunità per il nostro paese, che tuttavia deve esigere la piena tutela della qualità dei propri prodotti, considerato che, specie nel settore agroalimentare, la biodiversità italiana e l'attenzione alle produzioni di qualità e attente alle esigenze ambientali non possono essere messe in discussione.

  La priorità «7. Uno Spazio di libertà, sicurezza, giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia» si concentra sulla risposta dell'UE nei confronti del terrorismo e della radicalizzazione, della criminalità organizzata e della criminalità informatica. Il programma si riferisce ad alcune iniziative dirette ad attuare l'Agenda sulla sicurezza (riesame della decisione quadro sulla lotta al terrorismo; proposta sulla lotta contro le frodi e le falsificazioni dei mezzi di pagamento diversi dai contanti; revisione del quadro legislativo per il controllo delle armi da fuoco). Il Programma prevede inoltre il perfezionamento del processo di adozione della riforma in materia di protezione dei dati e affronta il tema dell'istituzione della Procura europea e della riforma di Europol.
  Sul versante della minaccia terroristica, il Governo italiano nella Relazione programmatica, sottolinea il proprio impegno a tradurre in pratica la Strategia europea di sicurezza nei tre settori chiave del contrasto al terrorismo, della criminalità organizzata e della criminalità informatica attraverso azioni concrete e mirate.
  Particolare importanza viene attribuita alla prevenzione dell'estremismo radicale violento mediante iniziative di contro-narrativa rivolte al pubblico di riferimento degli estremisti. Il Governo intende inoltre sviluppare forme avanzate di cooperazione pubblico/privato tra le strutture di law enforcement, i providers, nonché i gestori dei social network al fine di limitare l'abuso dello spazio telematico per scopi di radicalizzazione, nonché promuovere la cooperazione operativa tra autorità antiterrorismo dei Paesi dell'Unione europea, affinché esse possano attivarsi tempestivamente in caso di rilevazione sul territorio dell'Unione di foreign fighters e/o di returnees, valorizzando l'azione di prevenzione di Europol.
  Il Governo continuerà, inoltre, a perseguire la sicurezza delle frontiere come obiettivo primario dell'Unione europea, ritenendo importante la rapida approvazione della direttiva che consente alle Forze di Polizia l'accesso ai dati PNR (Passenger Name Record) dei passeggeri su tutti i voli intraeuropei.

  Nell'ambito della priorità «8. Verso una nuova politica della migrazione», la Commissione evidenzia che la priorità più urgente resta quella della crisi dei rifugiati, e richiama le misure già adottate nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione del 13 maggio 2015.Pag. 11
  Per quanto concerne la posizione del Governo riguardo al tema delle migrazioni, la strategia complessiva mira alla valorizzazione dei principi di responsabilità, solidarietà, leale collaborazione e fiducia reciproca che devono ispirare anche l'azione dell'Unione europea ed i rapporti tra gli Stati membri. Obiettivo del Governo, con la collaborazione degli altri Stati membri, sarà – oltre alla piena attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione – una effettiva applicazione delle decisioni relative alla cosiddetta relocation dei richiedenti protezione internazionale.
  In quest'ottica, è intenzione del Governo sottolineare l'esigenza di un rafforzamento dell'Agenzia Frontex, che passi anche attraverso una riforma del suo mandato, e la necessità di sviluppare una concreta politica europea in materia di rimpatri. Il Governo, quindi, sosterrà e stimolerà l'Unione europea per accrescere gli sforzi volti alla definizione di nuovi accordi di riammissione con Paesi terzi e all'attuazione di quelli già conclusi.
  L'Italia ribadirà, inoltre, l'importanza di concentrare l'azione dell'Unione europea, oltreché sui richiedenti protezione internazionale, anche nei confronti dei cosiddetti migranti economici, nella convinzione che, per una concreta politica europea in materia migratoria, occorra sviluppare strategie complessive e organiche che tengano conto di tutte le componenti dei flussi.
  Infine, nell'ambito del riesame di medio termine del Quadro Finanziario pluriennale (QFP) UE 2014-2020, che sarà presentato dalla Commissione europea nel corso del 2016, il Governo potrà sostenere la necessità di adeguare la programmazione finanziaria dell'Unione europea ai mutati scenari economici, politici e sociali, al fine di rafforzare, sia giuridicamente che finanziariamente, le politiche comunitarie a favore del controllo e della gestione dei fenomeni migratori e della cooperazione verso l'area mediterranea, medio-orientale e subsahariana.
  In considerazione delle evidenti criticità, dimostrate dall'attuale sistema di Dublino, di fronte alle situazioni di emergenza della crisi migratoria tuttora in corso, il Governo sosterrà infine il progetto di riforma del Regolamento Dublino, presentato dalla Commissione europea il 9 settembre 2015 (COM(2015) 450), finalizzato a creare, in casi di crisi, un sistema obbligatorio di relocation di richiedenti protezione internazionale tra gli Stati membri.
  Appare opportuno sottolineare in questo quadro l'evidente l'impatto di tali politiche sulla dimensione regionale e locale, soprattutto in merito alla prima accoglienza, e la conseguente necessità di tenere adeguatamente conto delle istanze dei territori maggiormente interessati.

  La priorità «9. Un ruolo più incisivo a livello mondiale», evidenzia la necessità generale di rafforzare la coerenza dell'azione esterna dell'Unione.
  A tal fine, la Commissione individua obiettivi e linee d'azione prioritarie: pieno sostegno all'Alta Rappresentante e Vicepresidente nei lavori per la predisposizione di una nuova strategia globale in materia di politica estera e di sicurezza, che dovrebbe essere Pag. 12presentata in occasione del Consiglio europeo del giugno 2016; impegno proattivo a sostegno degli attori internazionali, primi fra tutti Nazioni Unite e OSCE, onde far fronte alle più gravi crisi internazionali, quali i conflitti in Siria, Libia e Ucraina.
  Nella Relazione programmatica, il Governo ribadisce il proprio sostegno alla politica dell'allargamento tesa a: prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali e della Turchia, con particolare riferimento all'apertura di nuovi capitoli negoziali con Serbia e Montenegro; attuazione dell'Accordo di stabilizzazione e associazione UE-Kosovo; impegno nel cammino di integrazione europea e nei processi di riforma in atto in Albania; rilancio del processo di integrazione europea della Macedonia; prosecuzione del processo di riforme avviato in Bosnia-Erzegovina dopo l'entrata in vigore, nel luglio 2015, dell'Accordo di stabilizzazione e associazione; capitoli negoziali con la Turchia con l'obiettivo di incoraggiare Ankara a recepire e allinearsi ai valori fondanti dell'UE in tema di stato di diritto e libertà fondamentali.
  In sede parlamentare, con specifico riferimento al settore della difesa, è emersa l'esigenza che il Governo accentui il suo impegno affinché l'Europa mantenga costante l'attenzione sui Paesi dell'area balcanica ed in particolare sulla Bosnia, che è divenuta il quarto Paese per provenienza dei combattenti stranieri (foreign fighters) che si sono uniti all'ISIS.
  Prendendo spunto dalla positiva esperienza della missione Eunavfor Med «Sophia», che vede per la prima volta 22 Stati membri dell'Unione europea partecipare congiuntamente a un'operazione militare di interesse comune, è stata rilevata inoltre l'opportunità che il Governo si adoperi affinché l'Unione europea arrivi a dotarsi di una struttura di comando integrata e permanente che eserciti il raccordo con gli assetti militari di tutti i Paesi membri, in modo da garantire la rapida attivazione, in caso di necessità, di dispositivi militari.
  Si auspica altresì che il Governo sostenga, nell'ambito dell'Unione europea, le politiche volte a favorire lo sviluppo di convergenze delle industrie nazionali di produzione dei sistemi d'arma, in modo da promuovere la formazione di un'industria europea della difesa.

  La priorità «10. Un'Unione di cambiamento democratico» si incentra principalmente sulla conclusione dei negoziati sul nuovo accordo interistituzionale «Legiferare meglio».
  L'accordo prevede una cooperazione più stretta tra le istituzioni nell'ambito della programmazione legislativa, il rafforzamento delle valutazioni d'impatto delle nuove iniziative ed una maggiore trasparenza e consultazione pubblica nell’iter legislativo.
  Nell'ambito del rafforzamento della trasparenza del processo decisionale interno all'Unione, la Commissione ribadisce l'intenzione già annunciata per il 2015, di voler presentare una proposta di accordo interistituzionale per l'obbligatorietà di un registro per la trasparenza obbligatorio, per tutti i rappresentanti di interessi (lobby), in modo da garantire che tutte le istituzioni europee indichino chiaramente chi influenza il processo decisionale europeo.Pag. 13
  Infine, la Commissione esprime la volontà di proseguire e intensificare il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nel dialogo politico e nel processo decisionale europeo, nonché di ampliare i «dialoghi con i cittadini» che consentono alla Commissione di ascoltare direttamente i cittadini nelle loro regioni e di rispondere alle domande che stanno loro a cuore.

  Nella Relazione programmatica, il Governo attribuisce importanza primaria al tema di un ritorno a una piena adesione al progetto europeo, che deve tornare ad essere percepito dai cittadini come utile, efficace e a loro vicino, anche in vista del 60o anniversario della firma dei Trattati di Roma del 1957.
  Ulteriori priorità indicate dal Governo sulle questioni istituzionali sono le seguenti:
   perseguire il rafforzamento della legittimità democratica delle Istituzioni UE nel quadro del «doppio binario democratico» costituito da un lato dal Parlamento europeo, dall'altro da Consiglio europeo e Consiglio UE;
   proseguire il lavoro per il consolidamento della cooperazione interistituzionale, in favore di una rafforzata collaborazione del Consiglio con la Commissione e con il Parlamento europeo;
   favorire, nell'ambito dei negoziati per la permanenza del Regno Unito nell'UE, l'avvio di un ampio dibattito sul miglioramento del funzionamento dell'Unione europea, con la disponibilità da parte del Governo italiano a valutare un accordo che possa risultare accettabile sia per gli Stati membri che intendono approfondire l'integrazione, sia per gli Stati membri che intendono limitare la cooperazione principalmente ai settori riguardanti il mercato unico. Il governo indica che tale percorso potrebbe condurre ad una Europa a «cerchi concentrici», con al centro una Eurozona rafforzata aperta, in prospettiva, ad una evoluzione verso una Unione politica;
   promuovere, attraverso il dialogo annuale in sede di Consiglio, la tutela dello stato di diritto nell'UE e la difesa dei suoi valori fondamentali, nonché la conclusione del processo di adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

  Meritano infine un richiamo alcuni temi che hanno ricevuto particolare attenzione nella Relazione programmatica del Governo, nel programma del Consiglio e nel corso dell'esame parlamentare, e che non trovano riscontro nel programma di lavoro della Commissione, anche perché oggetto di proposte che sono in una fase avanzata dell'iter.

  Si tratta, in primo luogo, delle politiche in materia di trasporti stradale ferroviario e aereo.
  Il Programma del Consiglio si sofferma in particolare sul «quarto pacchetto ferroviario», relativamente al quale è opportuno che il Governo prosegua l'impegno per la definizione e l'approvazione del «Pilastro politico», sulla base dei principi di apertura dei mercati dei Pag. 14servizi ferroviari e di reciprocità interna all'Unione europea, in modo da pervenire a un'adeguata disciplina degli obblighi di servizio pubblico, assicurare la trasparenza degli affidamenti diretti della gestione delle infrastrutture ferroviarie e l'indipendenza del gestore dell'infrastruttura stessa e definire misure che, sotto il profilo normativo e finanziario, favoriscano il rinnovo del materiale rotabile.
  Per quanto concerne il trasporto stradale, sarà necessario considerare con attenzione le proposte che la Commissione intende presentare nell'ambito del pacchetto stradale, sostenendo l'adozione di misure volte a una regolazione del settore dell'autotrasporto, che tenga conto delle esigenze di riequilibrio intermodale e che assicuri la parità di trattamento e di condizioni per l'esercizio dell'attività di autotrasportatore in tutti gli Stati membri.
  In linea generale è opportuno sostenere interventi organici di contrasto al cabotaggio abusivo all'interno dell'Unione, così da prevenire iniziative dei singoli Stati membri non coordinate o, addirittura, contrastanti. Relativamente alla proposta della Commissione di regolamentare alcuni aspetti della sharing economy nel trasporto di persone, è opportuno – come emerso anche in sede parlamentare – sostenere le iniziative volte a regolamentare a livello europeo e a promuovere il car sharing e il car pooling, al fine di pervenire a una regolamentazione dei servizi di trasporto pubblico non di linea che tenga conto della diffusione di tali modalità di trasporto.
  Per quanto concerne il trasporto marittimo, è ampiamente condivisibile la definizione di una politica marittima integrata, a partire dalla realizzazione di un sistema di condivisione delle informazioni relative ai trasporti marittimi, nonché un maggiore sostegno finanziario a progetti quali le «Autostrade del mare».
  Per quanto concerne il trasporto aereo, l'accesso al mercato degli operatori e gli investimenti, con particolare riferimento ai collegamenti internazionali e ai rapporti con i Paesi terzi, l'efficienza dell'utilizzo dello spazio aereo e dei servizi a terra, dovranno essere disciplinati da misure che assicurino standard elevati di sicurezza, anche sotto il profilo informatico e attraverso l'implementazione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché una migliore protezione dei diritti dei passeggeri.
  Nel complesso, sia a livello europeo sia a livello nazionale, emerge l'esigenza di una politica complessiva dei trasporti e della logistica rivolta a sostenere l'intermodalità, a favorire i sistemi di trasporto sostenibili, a garantire l'adeguatezza e l'efficienza nello svolgimento del servizio di trasporto pubblico locale e a ridurre i livelli di congestione del traffico, in particolare in ambito urbano.
  In questo ambito, con specifico riferimento al semestre di Presidenza olandese, sarà dato avvio all'Agenda urbana europea, attraverso la prevista conclusione, il 30 maggio 2016, del «Patto di Amsterdam». In vista di tale evento, la Presidenza ha in programma di stabilire partnership tra Stati membri, città, Commissione europea e altri attori, sui temi della qualità dell'aria, degli alloggi, della povertà e dell'integrazione dei rifugiati e degli immigrati. Sarà svolto anche un Consiglio informale congiunto Ambiente e Trasporti, il 14 e 15 aprile 2016, sulle tecnologie e le politiche innovative per trovare soluzioni di Pag. 15trasporto intelligenti e verdi, tra cui la guida automatizzata (smart mobility). Potrebbe essere questa l'occasione per sollecitare una attenta riflessione sulla gestione dei dati relativi al trasporto, anche al fine di pervenire all'elaborazione di uno standard unico per la comunicazione di tali dati, valido all'interno di tutta l'Unione.

  Nella Relazione programmatica, il Governo si sofferma infine, opportunamente, sulle iniziative in materia di politiche sanitarie, con particolare attenzione alla tutela della salute delle popolazioni migranti e alla prevenzione delle malattie infettive, nonché in materia di sicurezza alimentare.
  Il nostro Paese è da sempre in prima linea e deve continuare ad esserlo nel settore dei controlli al fine di garantire la massima tutela ai consumatori e di prevenire le frodi.
  Il Governo fa altresì riferimento ai programmi europei per la salute dei giovani e in materia di sanità pubblica, ma nei documenti in esame – si tratta di una lacuna che deve essere sottolineata – non vi sono riferimenti a specifici piani di intervento per la disabilità.

* * *

  Occorre sottolineare, in conclusione, come l'esame dei documenti programmatici del Governo e delle Istituzioni dell'Unione rappresentino una occasione unica per svolgere alcune considerazioni di carattere generale sulle strategie politiche dell'Unione Europea e sulle priorità del nostro Paese al riguardo.

  L'utilità di tali atti è particolarmente utile per il nostro Paese che, anche rispetto ai maggiori partner, patisce le conseguenze di processi decisionali estremamente farraginosi e spesso gravati dalla difficoltà di ricondurre le singole decisioni entro un quadro più ampio e coerente di strategie e indirizzi.

  L'Unione Europea vive una fase estremamente difficile; da più parti si afferma che si tratterebbe del momento di maggiore difficoltà dall'avvio del processo di integrazione.
  L'anniversario della stipula dei Trattati di Roma, che cadrà il prossimo anno, offrirà l'opportunità di verificare l'idoneità dell'attuale assetto dell'Unione Europea e delle sue politiche a rispondere adeguatamente alle sfide e ai problemi che siamo chiamati ad affrontare.
  Si tratta di sfide e problemi di dimensioni globali che, lo abbiamo detto tante volte, non possono essere affrontati dai singoli Stati ma richiedono necessariamente una risposta comune.

  L'impressione generale è che la Commissione Juncker abbia avviato la sua attività mossa da una seria intenzione di segnare una svolta rispetto alla precedente Commissione, concentrando le sue iniziative su alcune grandi questioni.
  Anche la scelta delle priorità – appena illustrate – è apparsa pienamente condivisibile: l'Agenda per la migrazione; l'avvio del Pag. 16cosiddetto piano Junker per la ripresa degli investimenti; l'Unione per l'energia; il completamento dell'Unione bancaria e l'avvio di una discussione sulla flessibilità per quanto concerne le regole di finanza pubblica sono stati tutti segnali positivi che hanno alimentato un largo giudizio favorevole nei confronti della Commissione europea.
  Alla individuazione di queste priorità ha contribuito peraltro in misura decisiva l'iniziativa di alcuni Paesi membri, tra i quali in primo luogo l'Italia, che ha ripetutamente segnalato l'esigenza di una azione più decisa da parte dell'Unione Europea per ricollocarla al centro degli scenari internazionali e consentire al complesso dei Paesi membri di recuperare tassi accettabili di crescita e di realizzare effettivamente gli obiettivi che erano indicati nella Strategia Europa 2020, a cominciare dalla riduzione della quota di collazione al rischio povertà e dell'aumento dell'occupazione, che sino ad ora hanno trovato soltanto una limitata attuazione.

  L'indicazione di obiettivi e priorità condivisibili si accompagna tuttavia alla evidente difficoltà della Commissione europea di proseguire con coerenza lungo le linee indicate: è diffusa l'impressione che la Commissione europea abbia perso la sua capacità di azione di fronte alle resistenze e alle perplessità manifestate da alcuni Paesi membri.
  Si fa riferimento alle vicende che hanno fino ad oggi rallentato il programma di ricollocamento dei migranti per l'attuazione dell'Agenda sulla migrazione, alle iniziative unilaterali di numerosi Stati per la chiusura delle frontiere interne che rischiano di mettere in discussione l'accordo di Schengen sulla libera circolazione, uno dei principi fondanti dell'Unione su cui poggia l'intero progetto europeo, ai contrasti che stanno segnando il completamento del progetto dell'Unione bancaria che implica una parziale mutualizzazione e a talune contraddittorie pronunce delle Istituzioni europee relativamente ai progetti di collaborazione con i paesi fornitori in materia energetica.
  Inoltre, la perdurante crisi economica, soltanto parzialmente in via di soluzione, considerate le gravissime conseguenze sul piano produttivo e sociale che essa ha determinato; l'instabilità dei mercati finanziari che espone alcuni paesi europei (quelli più indebitati sia dal punto di vista della finanza pubblica che da quella privata al rischio di attacchi speculativi); il difficile rafforzamento della competitività dei sistemi economici europei di fronte alla concorrenza agguerrita delle cosiddette economie emergenti, pongono l'Unione europea di fronte al centrale problema della crescita.

  Se l'Europa crescesse di più la crisi migratoria peserebbe meno sia sotto il profilo finanziario che dal punto di vista dei timori e delle ansie che suscita nei cittadini dei paesi membri. In tal senso occorre lavorare e sostenere con determinazione l'azione del governo italiano affinché, accanto al Piano Junker per incrementare gli investimenti nei settori strategici, si giunga a sperimentare ulteriori strumenti atti a finanziare progetti di sostegno alla crescita dell'Unione, ricorrendo a emissioni di debito congiunte (come eurobond e project bond europei).

Pag. 17

  Eppure si deve registrare la situazione paradossale per cui le Istituzioni europee continuano a reagire con scetticismo alle richieste italiane perché si riorientino le politiche europee verso la crescita. Crescita della domanda interna, in primo luogo, attraverso un rilancio degli investimenti, perché economie mature come sono quelle europee non possono fondare le loro prospettive di sviluppo soltanto sulle esportazioni.

  Senza una crescita della domanda interna il tasso di inflazione non tornerà ai livelli fisiologici che il Presidente della BCE spera di conseguire e l'Europa resterà destinata ad una triste e prolungata fase deflazionistica, mentre non si esclude all'orizzonte una nuova crisi che metterebbe ancora più in difficoltà il nostro Continente che non ha ancora recuperato il terreno perso in questi anni, a differenza degli Stati Uniti.
  Proprio le scelte della BCE dimostrano che la volontà politica può cambiare l'interpretazione delle regole, rendendole dinamiche e rispondenti alle esigenze dei tempi.
  Riguardo alla richiamata revisione intermedia del QFP e dell'attuale sistema UE delle risorse proprie – anche sulla base dei risultati del Gruppo di lavoro ad alto livello, presieduto da Mario Monti, che saranno presentati nel mese di giugno 2016 – sarà opportuno cogliere l'occasione per sostenere un'eventuale rimodulazione delle risorse, sulla base degli impegni assunti dall'UE in una fase successiva al momento della definizione del Quadro stesso, caratterizzata dal culmine della crisi economica e finanziaria.

  Occorre quindi svolgere un'azione di forte sollecitazione perché la Commissione europea non rinunci al ruolo decisivo che i Trattati le conferiscono, di motore dell'iniziativa legislativa e non subisca la pressione verso il sistema intergovernativo che attualmente, per l'evidente squilibrio che si registra all'interno dell'Unione Europea privilegia nettamente alcuni Stati membri a scapito di altri.

  Per questo motivo, l'esame dei documenti programmatici rappresenta per il Parlamento italiano un'opportunità decisiva per contribuire a fornire al Governo utili indicazioni affinché nelle sedi negoziali europee gli interessi primari del nostro Paese possano trovare adeguato spazio e non vengano sacrificati.

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PARERI DELLE COMMISSIONI PERMANENTI

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PARERE DEL COMITATO PER LA LEGISLAZIONE

  Il Comitato per la legislazione,
   esaminati i documenti in titolo, con riguardo ai profili di competenza del Comitato;
   preso atto con favore che i tre documenti programmatici dedicano attenzione ai temi della buona legislazione, sia rilevando gli oneri gravanti su cittadini e imprese, sia prospettando la prosecuzione, il rafforzamento e l'applicazione di misure progettuali, sia l'introduzione di nuovi strumenti finalizzati ad affrontare questi temi;
   riconosciuto, altresì, il notevole sforzo profuso dalle Istituzioni europee nel perseguimento dell'obiettivo di legiferare meglio ed espresso, in particolare, il massimo apprezzamento per l'inclusione della conclusione dei negoziati dell'Accordo inter istituzionale «Legiferare meglio» tra le priorità del programma legislativo della Commissione europea per il 2016;
   ricordato altresì che – in ambito nazionale – è stato di recente adottato il decreto legislativo 22 gennaio 2016, n. 10, che abroga, tra l'altro, 46 previsioni di adempimenti contenuti in disposizioni di legge vigenti non adottati e ritenuti quindi superati;
   rammentato inoltre che, in via generale, la legge n. 124 del 2015 contiene diverse deleghe orientate alla semplificazione sia normativa sia amministrativa e che la semplificazione amministrativa è oggetto anche dell'Agenda per la semplificazione, prevista dall'articolo 24 del decreto-legge n. 90 del 2014 e monitorata annualmente dalla Commissione parlamentare per la semplificazione;
   ricordato altresì che, con riguardo alle consultazioni pubbliche, la cui importanza è sottolineata nel programma legislativo della Commissione, in ambito nazionale:
    l'Agenda per la semplificazione è stata elaborata tenendo conto delle segnalazioni di cittadini e imprese sulle procedure più complesse e da semplificare;
    l'articolo 8, comma 1-bis, del decreto-legge n. 133 del 2014 reca l'innovativa previsione in base alla quale lo schema di regolamento di delegificazione in materia di rocce e terre da scavo previsto dal comma 1 è sottoposto «ad una fase di consultazione pubblica per la durata di trenta giorni. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è tenuto a pubblicare entro trenta giorni eventuali controdeduzioni alle osservazioni pervenute» e che la consultazione pubblica si è svolta tra il 19 novembre e il 19 dicembre 2015 e ha visto la partecipazione di 92 soggetti; il 19 gennaio 2016 il Ministero dell'ambiente ha pubblicato sul proprio sito le controdeduzioni alle osservazioni pervenute e lo schema sarà sottoposto al parere delle competenti Commissioni parlamentari;Pag. 22
   rilevati, specificamente, i seguenti elementi:

  relativamente alla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea:
   la Relazione richiama in più punti la qualità della legislazione. In particolare:
    1) al capitolo 7, paragrafo 3, si sofferma sulle attività nel campo della semplificazione, focalizzando l'attenzione su tre elementi:
     a) la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Legiferare meglio per ottenere risultati migliori – Agenda dell'UE», che – come spiegato nella relazione – «rilancia gli obiettivi di una politica di semplificazione a livello europeo: la creazione di un ambiente regolatorio “adatto allo scopo”, vale a dire trasparente, semplice, privo di inutili oneri burocratici e che produca il massimo dei benefici a un costo contenuto». Nella comunicazione – come si legge nella relazione – «particolare enfasi è stata posta su trasparenza e consultazione, dato che cittadini e parti interessate potranno partecipare a consultazioni aperte in ogni fase della proposta legislativa avvalendosi anche di un nuovo portale web»;
     b) il Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolazione (REFIT), cui il Governo dichiara di voler contribuire attraverso «la partecipazione alle valutazioni congiunte con la Commissione europea nelle aree di regolazione oggetto di esame; la promozione del principio di proporzionalità tra adempimenti per le imprese in relazione alla dimensione e alle esigenze di tutela degli interessi pubblici»;
     c) la segnalazione di due iniziative legislative derivanti dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, recante delega al Governo per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche:
  «l'introduzione del meccanismo del silenzio-assenso tra amministrazioni pubbliche, che sta già riducendo i tempi di rilascio di concerti e di pareri a 30 giorni al massimo»;
   il decreto legislativo 22 gennaio 2016, n. 10, prima menzionato, che abroga 46 previsioni di adempimenti;
    2) al capitolo 9, in materia di energia, si afferma infine che «Tenendo conto del carattere trasversale della strategia dell'Unione energetica sarà fondamentale assicurare che le future proposte e decisioni che la Commissione presenterà siano basate su un'approfondita analisi d'impatto, che tenga conto delle interrelazioni e degli effetti incrociati di una politica rispetto ad altre, e che sia accompagnata dal monitoraggio ex post degli effetti e dei risultati, ispirato allo stesso principio»;

  relativamente al Programma di lavoro della Commissione:
   il Programma di lavoro dedica costante attenzione alle tematiche della qualità della legislazione e della semplificazione, con specifico riguardo all'efficacia della normativa: «Le norme vigenti che Pag. 23sono superate o che risultano troppo gravose o complesse per poter essere applicate non raggiungeranno i loro obiettivi». Occorre quindi verificare l'adeguatezza delle norme ed il loro rispetto e a questo scopo il programma si pone l'obiettivo di «riesaminare ambiti fondamentali della legislazione vigente affinché producano risultati reali e positivi». La Commissione propone anche di «abrogare alcune leggi che non sono più attuali»;
   anche il programma richiama l'accordo interistituzionale «Legiferare meglio», che rientra tra le priorità in esso indicate ed è parte delle iniziative intese a promuovere un'Unione europea di cambiamento democratico e menziona altresì l'importanza del dialogo con i Parlamenti nazionali, al fine di garantire che questi ultimi «abbiano voce in capitolo nel processo decisionale europeo»;
   la Commissione richiama infine il programma REFIT, che mira a ridurre la burocrazia e a eliminare gli oneri normativi e le cui azioni (modifiche legislative, controlli di idoneità e valutazioni) sono una componente fondamentale dell'attività della Commissione: in particolare, dunque, l'allegato 2 elenca tutte le misure (27) che la Commissione prevede di adottare nel corso del 2016 in attuazione del programma REFIT, dando altresì conto – per ciascuna di esse – dei presupposti e degli obiettivi; le azioni programmate comprendono: abrogazione, valutazione di atti legislativi vigenti, aggiornamento e riesame, studio inteso a valutare gli effetti di determinate normative, consolidamento, semplificazione e rifusione di discipline vigenti, controllo di idoneità di taluni atti legislativi rispetto agli obiettivi prefissati, valutazione dei costi normativi cumulativi (cioè di quanto incide su determinati settori la legislazione che impatta su di essi), codificazione; si ritiene che ciò possa costituire un modello di programmazione legislativa;
   il Programma, sulla base delle priorità di intervento della Commissione, individua 17 proposte attualmente in sospeso, che meritano di essere adottate in tempi brevi dai colegislatori (contenute nell'Allegato n. 3) e 20 proposte da ritirare o modificare (indicate nell'Allegato n. 4), perché non più rilevanti, bloccate o non abbastanza ambiziose. Le proposte saranno ritirate nell'arco di sei mesi, a partire da aprile 2016;
   il programma annuncia infine l'abrogazione di 28 norme non più attuali, elencate nell'Allegato 5 e, all'Allegato 6, a fini informativi nei confronti di cittadini e imprese, indica la data di entrata in vigore dei 68 atti legislativi che diventeranno efficaci nel 2016;

  relativamente al Programma di diciotto mesi del Consiglio:
   questo Programma – predisposto dalle presidenze olandese, slovacca e maltese – ribadisce che, nella sua attuazione, le tre presidenze terranno conto dell'importanza dei principi su cui si basa il miglioramento della regolamentazione. «Il Consiglio, in quanto colegislatore, ha una responsabilità particolare nel garantire che la regolamentazione dell'UE sia della migliore qualità e rispetti pienamente Pag. 24i principi di sussidiarietà, proporzionalità, semplicità, trasparenza e coerenza, nonché dei diritti fondamentali. Il miglioramento della regolamentazione contribuirà a conseguire gli obiettivi fissati nell'agenda strategica e una riduzione degli oneri normativi costituirà un importante motore della crescita economica e della competitività. Le tre presidenze prendono altresì atto dell'intenzione della Commissione di avviare una riflessione su un maggiore ruolo dei parlamenti nazionali nella preparazione del processo decisionale dell'UE.»;
   per quanto concerne la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2016:

  sotto il profilo della riduzione degli oneri regolatori, della valutazione di impatto della regolamentazione e della programmazione legislativa:
   nel prendere favorevolmente atto dell'impegno profuso in sede europea per la riduzione degli oneri regolatori gravanti su cittadini, imprese e pubblica amministrazione, auspica che il Governo dia sistematica applicazione al combinato disposto dell'articolo 14, commi da 1 a 10, della legge n. 246 del 2005 (legge di semplificazione 2005) e degli articoli 6, 7 ed 8 della legge n. 180 del 2011 (statuto delle imprese), anche corrispondendo all'obbligo di verificare l'impatto delle proprie iniziative legislative e regolamentari (VIR) e di integrare la formulazione delle proposte di atti normativi con l'analisi dell'impatto della regolamentazione (AIR);
   accolte con favore le iniziative recentemente adottate dal Governo nel senso della semplificazione legislativa e amministrativa, auspica il proseguimento dell'attività avviata con il decreto legislativo 22 gennaio 2016, n. 10, volto all'abrogazione di previsioni recanti adempimenti ritenuti superati;
   prende infine favorevolmente atto delle recenti esperienze di consultazione pubblica avviate dall'Esecutivo e auspica che tale metodo possa consolidarsi nella fase dell'istruttoria sugli atti normativi in sede governativa;
   per quanto concerne il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016:
  sotto il profilo della programmazione legislativa:
   prende atto con favore dell'importanza attribuita alle iniziative per legiferare meglio e auspica la prosecuzione e l'attuazione del Programma REFIT, il quale potrebbe utilmente essere trasposto, con gli opportuni adattamenti, sul piano della legislazione nazionale;
   per quanto concerne il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea:

  sotto il profilo della programmazione legislativa:
   prende atto con favore della rilevanza riconosciuta al miglioramento della regolamentazione ai fini del raggiungimento degli Pag. 25obiettivi fissati nell'agenda strategica dalle presidenze olandese, slovacca e maltese, nonché per il conseguimento della crescita economica e della competitività.».

PARERE DELLA I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

  La I Commissione,
   esaminati, per gli aspetti di propria competenza, il Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione (COM(2015)610 final), la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze neerlandese, slovacca e maltese (15258/15);
   preso atto che le priorità indicate nel Programma di lavoro della Commissione Europea sono riconducibili ai grandi temi del rilancio della crescita dell'occupazione, della gestione dell'emergenza migranti, della lotta ai cambiamenti climatici e del ruolo dell'Europa negli scenari internazionali e preso atto, altresì, che il Programma reca in primo luogo un elenco di 23 nuove iniziative che la Commissione intende avviare;
   ricordato che al Programma della Commissione si accompagna il documento predisposto dal Governo che intende fare il punto sulle priorità che il nostro Paese vorrebbe fossero perseguite nell'anno in corso dall'Unione europea;
   rilevato che, quanto alle competenze della I Commissione, la Commissione pone anzitutto l'accento sul riesame della decisione quadro sulla lotta al terrorismo, in modo da affrontare il fenomeno dei combattenti terroristi stranieri e sulla revisione del quadro legislativo per il controllo delle armi da fuoco;
   rilevato, altresì, che tra le priorità principali del Governo viene indicata l'aggiornamento della normativa sul contrasto al traffico di armi da fuoco;
   osservato che, relativamente al tema delle migrazioni, fra le principali iniziative che la Commissione intende assumere entro la fine del 2016, il programma, annovera: la revisione del sistema di Dublino sull'asilo e il rafforzamento del ruolo dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO); l'impegno a rendere «pienamente e rapidamente operativo» il Piano d'azione sul rimpatrio; una proposta relativa a un sistema strutturato di reinsediamento dei rifugiati;Pag. 26
   preso atto, quanto al Programma del trio di Presidenze, che esso sottolinea l'intenzione di concentrarsi sull'attuazione delle azioni previste nell'Agenda europea sulla migrazione e nelle Conclusioni adottate in occasione del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno e del 15 ottobre 2015;
   rilevato che il Programma della Presidenza olandese è finalizzato a portare avanti l'attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione e le proposte annunciate dalla Commissione nel Programma di lavoro per il 2016;
   evidenziato che il Governo ha definito come prioritaria la piena attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione e delle misure d'urgenza identificate dai successivi Consigli europei e dal Consiglio GAI nonché la necessità di concentrare l'azione dell'UE, oltre che sui richiedenti protezione internazionale, anche nei confronti dei migranti economici;
   evidenziato, altresì, che il Governo sosterrà lo sviluppo del negoziato sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 604/2013 per quanto riguarda la determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata da un minore non accompagnato che non ha familiari, fratelli o parenti presenti legalmente in uno Stato membro,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE.

PARERE DELLA II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

  La II Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della Commissione per il 2016 (COM(2015)610 final), la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016-30 giugno 2017) (15258/15),
   esprime

PARERE FAVOREVOLE.

     

Pag. 27

PARERE DELLA III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari)

  La III Commissione,
   concluso l'esame congiunto dei documenti programmatici in titolo, assegnati alla Commissione Politiche dell'Unione europea per l'esame ai sensi dell'articolo 126-ter del Regolamento;
   preso atto che il Programma di lavoro per il 2016, pur richiamandosi agli orientamenti politici espressi lo scorso anno, evidenzia opportunamente la necessità generale di rafforzare la coerenza dell'azione esterna dell'Unione e la sua centralità per accrescere l'incisività e la portata delle stesse politiche interne e, al tempo stesso, per fare sì che l'Unione europea possa cogliere le opportunità che le si aprono per promuovere nel resto del mondo i propri valori, quali la democrazia, i diritti umani, l'uguaglianza e la solidarietà;
   rilevato che la Commissione individua coerentemente un cluster di obiettivi e linee d'azione prioritarie sul versante della proiezione internazionale dell'Unione, che si articola:
    1) nel pieno sostegno all'Alta Rappresentante nei lavori per la predisposizione di una nuova strategia globale in materia di politica estera e di sicurezza;
    2) in un impegno proattivo a sostegno degli attori internazionali, primi fra tutti Nazioni Unite ed OSCE, per far fronte alle più gravi crisi internazionali, quali i conflitti in Siria, Libia e Ucraina;
    3) in un rinnovato impegno al fine di rendere più concreta la prospettiva di adesione dei paesi candidati, rafforzando in particolare il partenariato con la Turchia;
    4) nell'avvio della nuova Politica europea di vicinato, che dovrebbe offrire un quadro più mirato e su misura per sostenere la stabilizzazione e lo sviluppo democratico dei paesi interessati;
   in materia di politica commerciale, si valuta favorevolmente la posizione espressa nel Programma di lavoro, circa il negoziato sul Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), l'accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti che prevede la creazione di una zona di libero scambio tra le due parti, l'abbattimento dei dazi doganali, la rimozione del maggior numero di ostacoli, tariffari e non tariffari agli scambi e agli investimenti, generando nuove opportunità economiche in termini di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa;
   si sottolinea al contempo l'esigenza di garantire massima trasparenza stessa dei negoziati per il TTIP, mantenendo costantemente attivo un canale di comunicazione tra il Governo ed il Parlamento sull'andamento delle trattative, nella prospettiva di tutelare i prodotti italiani agroalimentari di qualità, di vigilare su un Pag. 28approccio equilibrato ai meccanismi arbitrali (ISDS) e di prevedere meccanismi di tutela e salvaguardia per il sistema delle piccole e medie imprese;
   evidenziato che la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 appare, nel suo complesso, conforme alle previsioni della legge n. 234 del 2012, riservando ampio spazio alla dimensione esterna dell'UE, con una chiara indicazione delle priorità nazionali in tema di Politica estera e di sicurezza comune (PESC), di Politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), di allargamento dell'Unione, alla Politica di vicinato e di strategie macroregionali, di collaborazione con i Paesi terzi e agli accordi internazionali, di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario e di Servizio europeo di azione esterna;
   per quanto concerne le priorità della PESC, si esprime piena condivisione circa il perseguimento dell'obiettivo di dare attuazione alle conclusioni adottate nel vertice della Valletta, elaborando proposte in grado di indirizzarsi alle cause della migrazione – in particolare in aree come il Corno d'Africa, il Sahel e il Nord Africa – valorizzando i dialoghi regionali (come i Processi di Rabat e Khartoum) e mettendo in opera i molteplici interventi di assistenza a tal fine predisposti;
   quanto alle crisi nel vicinato meridionale, si sostiene l'impegno del Governo ad adoperarsi affinché l'UE svolga un ruolo centrale nell'indispensabile azione di assistenza che la Comunità internazionale sarà chiamata a dispiegare in Libia all'indomani dell'insediamento del governo di unità nazionale, ed a sostenere una posizione dell'UE coesa a sostegno dell'iniziativa delle Nazioni Unite per porre fine alle violenze in Siria e facilitare una transizione politica conforme alle aspirazioni democratiche del popolo siriano;
   valutata in termini parimenti positivi la prosecuzione della collaborazione allo svolgimento dell'operazione EUNAVFOR MED Sophia per il contrasto al traffico di migranti nel Mediterraneo, all'esercizio di revisione della Strategia globale dell'UE, al rafforzamento del partenariato strategico con la NATO; al potenziamento delle capacità di pianificazione delle operazioni PSDC e al rafforzamento delle capacità di intervento rapido e di risposta alle crisi; allo sviluppo dal Quadro strategico dell'UE in materia di difesa cibernetica;
   preso atto favorevolmente, per quanto riguarda la politica di allargamento, che il Governo – come già nel corso del semestre italiano di Presidenza – sosterrà con forza e convinzione la prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Serbia, Macedonia e Montenegro) ed il percorso di adesione della Turchia, con l'obiettivo di incoraggiare Ankara a recepire ed allinearsi ai valori fondanti dell'UE in tema di stato di diritto e libertà fondamentali;
   espresso apprezzamento per l'impegno del Governo a favorire una rapida attuazione della nuova Politica europea di vicinato (PEV), improntata al rafforzamento dei principi di differenziazione, inclusività Pag. 29e co-ownership, finalizzati ad assicurare il pieno coinvolgimento di tutti i Partner, sia orientali che meridionali, tenendo conto delle rispettive ambizioni, esigenze e condizioni di partenza, e al potenziamento di settori in precedenza meno valorizzati, quali le relazioni con i cd. «Vicini dei Vicini» e la dimensione più strettamente connessa alla sicurezza;
   formulata una valutazione positiva degli orientamenti espressi nel Programma di lavoro e nella stessa Relazione programmatica sulla questione della gestione delle frontiere e dei flussi migratori: nel documento programmatico della Commissione infatti si pone opportunamente l'accento sulla necessità di ripensare radicalmente il modo di gestire le frontiere esterne comuni, attraverso la revisione del sistema di Dublino sull'asilo, l'istituzione di una guardia costiera e di frontiera europea ed una serie di modifiche mirate al codice frontiere Schengen;
   condiviso l'impegno da parte del Governo a dare piena attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione e di concentrare l'azione dell'UE, oltre che sui richiedenti protezione internazionale, anche nei confronti dei migranti economici, operando in particolare a far sì che l'Unione adempia agli impegni identificati dal Piano d'azione;
   conclusivamente, si condivide l'obiettivo espresso nella Relazione programmatica, di avviare – in una fase così difficile del percorso d'integrazione europea – un grande dibattito pubblico sul futuro dell'Unione europea, rivolto in particolare alle giovani generazioni, anche in vista del sessantesimo anniversario della sottoscrizione dei Trattati di Roma, che favorisca una maggiore e più consapevole adesione popolare al disegno europeista, una nuova legittimazione democratica della costruzione europea e proponga un assetto innovativo degli equilibri istituzionali dell'Unione stessa,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE.

PARERE DELLA IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)

  La IV Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016, il Programma di lavoro della Commissione europea per l'anno 2016 e relativi allegati, nonché il Programma di 18 mesi del Pag. 30Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017;
   rilevato che:
    il Governo continuerà a sostenere l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza e Vice presidente della Commissione nell'azione di guida della politica estera e di sicurezza e difesa comune dell'Unione europea;
    tra le priorità del Governo ci sono la gestione delle migrazioni e la stabilizzazione del vicinato, con particolare riguardo alla Siria e alla Libia. Per quanto riguarda, in particolare, la Libia, il Governo ribadisce che l'Italia è disponibile ad assumere un ruolo di capofila nello sforzo internazionale per la stabilizzazione del Paese, non appena l'Esecutivo di concordia nazionale sarà stato formato, dietro invito libico e in un quadro di legittimità internazionale, in collaborazione con altri Paesi;
    il Governo intende continuare a promuovere un approccio civile-militare integrato nelle missioni di pace che tenga conto delle esigenze delle popolazioni nelle aree di crisi e post-crisi e, nel contempo, a sostenere la costruzione di una efficace dimensione di sicurezza e difesa comune;
    il Governo intende mantenere gli attuali livelli di partecipazione del nostro Paese alle missioni internazionali;
    il Consiglio dell'Unione europea individua la lotta al terrorismo come una delle priorità del suo programma di lavoro;
    tra le nuove iniziative che la Commissione intende intraprendere figura, nell'ambito degli interventi nel settore dell'imprenditorialità e per la creazione di posti di lavoro, un pacchetto intitolato «Piano d'azione europeo sulla difesa», il cui obiettivo è quello di porre in essere un quadro legislativo e politico per garantire che il mercato, le industrie e le competenze dell'Europa siano in grado di realizzare le priorità in termini di capacità militare collegate a eventuali future necessità degli Stati membri sul piano della sicurezza,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) il Governo accentui il suo impegno affinché l'Europa mantenga costante l'attenzione sui Paesi dell'area balcanica ed in particolare sulla Bosnia, che non solo vede affermarsi una crescente e rapida radicalizzazione di stampo wahhabita, ma, tenuto conto del numero di abitanti, è divenuta il quarto Paese per provenienza dei combattenti stranieri (foreign fighters) che si sono uniti all'ISIS;
   b) il Governo sostenga, nell'ambito dell'Unione europea, le politiche volte a favorire lo sviluppo di convergenze delle industrie Pag. 31nazionali di produzione dei sistemi d'arma, in modo da promuovere la formazione di un'industria europea della difesa;
   c) prendendo spunto dalla positiva esperienza della missione Eunavfor Med «Sophia», che vede per la prima volta 22 Stati membri dell'Unione europea partecipare congiuntamente a un'operazione militare di interesse comune, il Governo si adoperi affinché l'Unione europea arrivi a dotarsi di una struttura di comando integrata e permanente che eserciti il raccordo con gli assetti militari di tutti i Paesi membri, in modo da garantire la rapida attivazione, in caso di necessità, di dispositivi militari sul modello di quello impiegato nell'operazione «Sophia».

PARERE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE
(Bilancio, tesoro e programmazione)

  La V Commissione,
   esaminati il Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione (COM(2015)610 final), il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze neerlandese, slovacca e maltese (15258/15) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4);
   premesso che:
    il 27 ottobre 2015 la Commissione europea ha presentato il Programma di lavoro per il 2016, il secondo del suo mandato;
    il programma ribadisce l'impegno a favore delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici presentati dal presidente Juncker nel luglio 2014, confermando l'obiettivo di un'Unione europea più grande e più ambiziosa sui temi importanti e più piccola e più modesta su aspetti meno rilevanti che non richiedono l'azione dell'UE;
    le dieci priorità del Presidente Juncker – che rappresentano il mandato politico della Commissione Juncker e la base sulla quale è stata nominata – affrontano le grandi sfide sulle quali l'UE è chiamata attualmente a confrontarsi, tra cui il rilancio dell'occupazione, la crescita economica e la carenza di investimenti, la crisi dei rifugiati, i cambiamenti climatici e la pressione sulle risorse naturali, la mancanza di fiducia sul ruolo dell'Europa nel nuovo ordine mondiale che sta emergendo;Pag. 32
    il programma di lavoro, che consta di una Comunicazione e di sei allegati, illustra innanzitutto le principali iniziative che l'Esecutivo europeo intende avviare nel 2016 relativamente, tra le altre, alle priorità concernenti un nuovo impulso all'occupazione, alla crescita e agli investimenti, un mercato unico digitale connesso, un mercato unico più profondo e più equo con una base industriale più solida, un'Unione economica e monetaria più profonda e più equa, un accordo realistico e equilibrato di libero scambio con gli Stati Uniti;
    per poter far leva su tutti gli strumenti a disposizione dell'Unione al fine di raggiungere gli obiettivi che si prefigge, la Commissione europea preannuncia la revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale che verterà su come orientare al meglio i finanziamenti in funzione delle priorità – tra cui quella relativa alla dimensione interna ed esterna della crisi dei rifugiati – e l'elaborazione di una strategia volta ad incentrare maggiormente il bilancio UE sui risultati;
    il programma della Commissione europea prevede una serie di iniziative per combattere la disoccupazione (in particolare quella giovanile e quella di lunga durata) e promuovere gli investimenti nel capitale umano;
    a tal fine, la Commissione intende presentare una nuova strategia per garantire la crescita economica e la sostenibilità sociale e ambientale oltre l'orizzonte temporale del 2020;
    per favorire occupazione, sviluppo e inclusione sociale, la Commissione intende promuovere gli investimenti nel capitale umano lungo tutto l'arco della vita, che si tratti di formazione professionale, istruzione superiore, competenze digitali e di alta tecnologia;
    nella relazione programmatica per il 2016, il Governo italiano intende perseguire il rafforzamento degli interventi di politica attiva diretti a favorire l'occupazione e la crescita, in particolare a sostegno dell'occupazione giovanile e dell'inserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata e dei soggetti con maggiori difficoltà di inserimento lavorativo;
    nel programma di lavoro per il 2016 la Commissione europea affronta i seguenti aspetti del mercato unico: una strategia generale; Unione dei mercati dei capitali; libera circolazione dei lavoratori; potenziamento di alcuni settori strategici; fiscalità;
    la Commissione ribadisce l'importanza di consolidare i punti di forza del mercato unico, permettendo a quest'ultimo di liberare appieno il proprio potenziale;
    il programma di lavoro specifica che la realizzazione di un mercato unico dei capitali, del finanziamento e del risparmio svolgerà un ruolo fondamentale per rimuovere gli ostacoli agli investimenti ed aiutare le imprese a crescere in tutto il mercato unico;
    per quanto riguarda invece la fiscalità, la Commissione preannuncia la presentazione di un piano d'azione sull'IVA che Pag. 33dovrebbe illustrare le prossime tappe per l'introduzione di un regime definitivo, efficiente e a prova di frode;
    in materia di fiscalità la Relazione programmatica del Governo ipotizza la presentazione di proposte di modifica della direttiva IVA in tema di aliquote normali e ridotte;
    nel programma di lavoro la Commissione europea sottolinea che ha già presentato una serie di misure attuative della relazione dei cinque presidenti sul tema «Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa», che delinea le prospettive di ulteriore integrazione per l'Eurozona;
    le priorità del Programma del trio di Presidenza in materia economico-finanziaria comprendono, tra l'altro, la proposta di regolamento sulla riforma strutturale del settore bancario (COM(2014)43), che mira alla separazione delle attività finanziarie più rischiose delle banche da quelle di intermediazione tradizionale; l'attuazione del meccanismo di risoluzione unico delle crisi bancarie, entrato in vigore con l'approvazione del regolamento (UE) n. 806/2014, che, al fine di limitare l'impatto sui bilanci pubblici degli interventi di salvataggio delle banche in crisi (cd. bail-out), introduce il principio per cui la ricapitalizzazione degli istituti di credito è affidata in primo luogo ad azionisti, obbligazionisti e creditori delle banche stesse (cd. bail-in); la proposta di regolamento che istituisce il sistema europeo di garanzia dei depositi bancari fino a 100 mila euro (COM(2015)586);
    altra priorità della Commissione europea per il 2016 è il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), l'accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti che prevede la creazione di una zona di libero scambio tra le due parti, generando nuove opportunità economiche in termini di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa;
    nella Relazione programmatica 2016 il Governo, riguardo alle politiche per l'impresa, segnala l'intenzione di rilanciare la politica industriale e di favorire – anche a livello europeo – l'integrazione delle politiche per l'impresa in tutte le politiche che impattano sulla competitività;
   considerato che:
    una delle priorità alle quali prestare maggiore attenzione è quella di superare la crisi di fiducia nel progetto europeo che sta emergendo in ampi settori dell'opinione pubblica degli Stati membri;
    occorre mettere quindi al centro del dibattito sulle prospettive dell'UE l'obiettivo di una sempre più stretta integrazione in un'Unione politica, intesa quale tappa verso la mèta degli Stati Uniti d'Europa;
    in questo quadro, appare necessaria un'iniziativa politica volta a superare problemi vecchi e nuovi, attraverso l'introduzione di strumenti innovativi;Pag. 34
    appare necessaria soprattutto una diversa politica economica europea che, pur non dimenticando una gestione rigorosa e solida dei conti pubblici, privilegi maggiormente la crescita e la creazione di posti di lavoro, riparando i guasti di troppi anni di austerità;
    occorre adoperarsi affinché si proceda al completamento dell'Unione bancaria, con l'introduzione, nel più breve tempo possibile, del terzo pilastro della garanzia comune europea sui depositi bancari, in aggiunta ai due pilastri già attuati del meccanismo unico di vigilanza europea e del meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie;
    appare necessaria una maggiore flessibilità nel perseguimento di una gestione rigorosa e solida dei conti pubblici e di un maggiore dinamismo nelle politiche di investimento comuni, insieme ad una graduale introduzione di forme di mutualizzazione del debito pubblico degli Stati membri;
    più in generale occorre che l'Italia, nell'ambito del processo di riforma delle istituzioni europee, faccia sentire la propria voce con piena consapevolezza del proprio ruolo, della propria forza e della propria storia;
    in particolare, occorre perseguire il rafforzamento della legittimità democratica delle principali istituzioni europee (Parlamento, Consiglio europeo, Consiglio dell'Unione europea, Commissione europea), anche attraverso meccanismi di funzionamento delle istituzioni europee più snelli ed efficaci;
    occorre infine creare le condizioni affinché possa essere scongiurata la cosiddetta Brexit nel quadro di un'intesa che sia equa, soddisfacente per tutti i contraenti della stessa, e tale da non mettere a rischio i presupposti essenziali del progetto di integrazione europea, del quale del resto il Regno Unito è stato, a partire dal suo ingresso, un soggetto protagonista;
   delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) appare necessario tenere nel dovuto conto, anche alla luce del crescente fabbisogno di investimenti pubblici in funzione anticiclica, il tema della flessibilità nell'applicazione delle regole riguardanti il saldo dei bilanci pubblici, in particolare considerando, nel valutare la coerenza dei bilanci nazionali con le predette regole, sia i percorsi nazionali di riduzione del disavanzo pubblico sia le riforme strutturali pro-crescita che in ogni Paese sono state progettate, attuate o in corso di attuazione;
   2) appare necessario potenziare e accelerare gli investimenti del Piano Juncker, alla luce sia del rallentamento economico globale messo in evidenza dall'ultimo Interim Economic Outlook pubblicato dall'OCSE in data 18 febbraio 2016 sia dell'andamento, definito Pag. 35«deludente» dall'OCSE stessa, dello stesso Piano Juncker, che secondo le previsioni avrebbe dovuto mobilitare investimenti per quasi 2 punti e mezzo di PIL dell'UE, mentre a gennaio 2016 i progetti di investimento approvati nell'ambito del Piano ammontano a meno di mezzo punto di PIL dell'UE;
   3) occorrere dare coerente applicazione alla cosiddetta «clausola migranti» per far fronte all'emergenza migratoria;
   4) bisogna perseguire il progetto di un'Europa a cerchi concentrici, con al centro un'Eurozona progressivamente rafforzata che si mantenga aperta, in prospettiva, ad un'evoluzione verso un'Unione politica;
   5) appare necessario accrescere la sfera d'influenza delle politiche comuni a livello europeo, in primo luogo completando, senza ulteriori tergiversazioni e incertezze, l'Unione bancaria, attraverso la messa in atto di una forma di garanzia europea dei depositi;
   6) occorre evitare di dar corso a iniziative volte a gravare i sistemi bancari nazionali di obblighi e vincoli legati all'ammontare e alla composizione dello stock di titoli del debito pubblico in loro possesso;
   7) occorre altresì introdurre forme rafforzate di smaltimento delle sofferenze bancarie, al fine di far ripartire il credito alle imprese;
   8) deve essere valutata l'opportunità di un'applicazione più flessibile delle regole del bail-in che non si presti a minare la fiducia degli investitori, per ridurre i rischi di instabilità sistemica provocati dalla crisi di singole banche;
   9) appare necessario prevedere, magari in tempi più lunghi vista la complessità di un simile intervento, l'introduzione di un sussidio europeo di disoccupazione finanziato tramite un rafforzato bilancio dell'UE;
   10) occorre incrementare la dotazione del bilancio dell'UE non solo per le politiche sopra ricordate ma anche per un'efficace gestione comunitaria e sovranazionale dell'emergenza migratoria che ha investito l'Unione Europea, alla quale certo non si può rispondere con scelte solo nazionali e tanto meno mettendo in discussione il Trattato di Schengen;
   11) appare necessario che il Governo continui gli approfondimenti in sede europea su questioni di fondo quali quelle riguardanti la creazione di un Tesoro europeo, che nello scenario ottimale dovrebbe essere dotato non solo di autonomia di entrata e di spesa, ma anche della facoltà di emettere titoli di debito propri con i quali finanziare politiche europee a sostegno della crescita e anche di contrasto a crisi di natura più squisitamente sociale e politica; quelle riguardanti il rafforzamento della legittimità democratica, affinché gli organi di governo dell'Unione europea siano legati al Parlamento europeo da un vincolo politico di fiducia; quelle riguardanti la Pag. 36posizione da tenere, a livello europeo, sulla situazione di profondo squilibrio macroeconomico generata dalla presenza in alcuni Paesi di avanzi con l'estero decisamente superiori ai limiti indicati negli accordi europei e, a tutti gli effetti, eccessivi;
   12) occorre promuovere, in sede parlamentare, una discussione sul Rapporto dei Cinque Presidenti dell'UE pubblicato nel giugno 2015, documento che costituisce un punto di riferimento di primaria importanza dei documenti programmatori che questa Commissione ha esaminato e ai quali la presente relazione si riferisce.

PARERE DELLA VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

  La VI Commissione,
   esaminate congiuntamente la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4), il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 e relativi allegati (COM(2015)610 final) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) (n. 15258/15);
   rilevato innanzitutto come la Relazione programmatica sia stata trasmessa dal Governo al Parlamento con maggiore tempestività rispetto agli anni precedenti, consentendo in tal modo alle Camere di esercitare in modo effettivo la loro funzione di indirizzo politico al Governo rispetto alla partecipazione ai meccanismi decisionali dell'Unione europea, al fine di assicurare maggiore trasparenza nel rapporto tra Esecutivo e Parlamento su tali temi, nonché di sviluppare una più forte sinergia politica a tutela degli interessi del Paese nelle sedi europee, in particolare nella fase ascendente di formazione della normativa europea;
   evidenziato come la Relazione programmatica evidenzi con maggiore chiarezza, rispetto al passato, gli orientamenti e le posizioni che il Governo intende assumere negli organismi dell'Unione europea, realizzando quindi in modo più efficace la funzione di documento programmatico rispetto alle tematiche europee che la Relazione stessa è chiamata a svolgere;
   rilevato con particolare favore l'impegno del Governo a porre al centro dell'Agenda europea i temi della promozione della crescita e dell'occupazione, in piena sintonia con l'azione di politica economica svolta a livello nazionale e in un'ottica di riforma della governance economica dell'area dell'euro che porti a spostare il focus dell'azione delle istituzioni europee sugli obiettivi della ripresa duratura, dell'eliminazione Pag. 37degli squilibri economici e finanziari, della piena integrazione e della solidarietà tra gli Stati membri;
   sottolineata l'esigenza di affiancare il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie con un sistema europeo accentrato di garanzia dei depositi, oggetto della proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 806/2014 al fine di istituire un sistema europeo di assicurazione dei depositi (COM(2015) 586 final) e della Comunicazione della Commissione: «Verso il completamento dell'Unione bancaria» (COM(2015) 587 final);
   valutato con favore l'interesse espresso dal Governo a seguire con attenzione i negoziati relativi alla proposta normativa (frutto delle raccomandazioni contenute nel cosiddetto «Rapporto Liikanen») concernente la separazione delle attività finanziarie più rischiose delle banche da quelle di intermediazione tradizionale, nell'ottica di sostenere la primaria funzione economica degli intermediari creditizi di finanziare innanzitutto l'economia reale;
   condivisa la grande rilevanza che il Governo annette alle questioni di carattere tributario legate all'economia digitale, in particolare per quanto riguarda i controlli fiscali in materia, l'impatto del commercio elettronico transfrontaliero sul regime IVA, l'armonizzazione dell'imposizione IVA sui prodotti digitali rispetto alla corrispondente imposizione sui loro corrispettivi materiali;
   segnalata l'esigenza di proseguire con determinazione, in un'ottica di sempre più stretta cooperazione tra le amministrazioni fiscali degli Stati membri, nell'azione di contrasto alle frodi intracomunitarie in materia di IVA, che costituiscono uno dei fattori più gravi di evasione fiscale e di concorrenza sleale tra le imprese;
   rilevato come le iniziative a livello comunitario in materia di fiscalità ambientale non possano prescindere dalle conclusioni della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi tra il 30 novembre e l'11 dicembre 2015, al fine di definire strategie comuni in merito alla fiscalità delle emissioni di carbonio e dei prodotti energetici;
   condiviso l'impegno del Governo a sostenere il processo legislativo di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi nel settore doganale, nel contesto della modernizzazione delle dogane europee richiesto dall'evoluzione dei traffici commerciali, i cui prossimi passi dovranno essere costituiti dall'applicazione completa del nuovo Codice doganale della UE, dalla riforma della governance dell'Unione doganale della UE e dalla definizione di un quadro giuridico unitario relativo alle infrazioni e sanzioni doganali;
   sottolineata l'esigenza di orientare sempre più la realizzazione del Piano d'azione per l'Unione dei mercati dei capitali verso gli obiettivi della mobilitazione dei capitali a favore delle iniziative produttive, della maggiore capitalizzazione delle imprese, dell'attrazione degli investimenti, in particolare a vantaggio di PMI, infrastrutture Pag. 38e progetti a lungo termine, nonché della migliore distribuzione del rischio finanziario;
   rilevata in particolare la necessità di favorire maggiormente le iniziative di venture capital e, in genere, quelle volte a intensificare il ricorso al capitale di rischio, nonché di sostenere la proposta di direttiva sulla cartolarizzazione (COM(2015)472), la quale mira alla creazione di un mercato unico delle cartolarizzazioni mediante una definizione univoca di cartolarizzazione di alta qualità, accompagnata da metodi di monitoraggio, misurazione e gestione dei rischi, al fine di istituire sistemi di cartolarizzazione semplici, trasparenti e standardizzati e di offrire maggiore sicurezza agli investitori;
   condivisa l'opportunità di proseguire nelle azioni volte al contrasto dell'evasione fiscale e delle frodi finanziarie, del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, dando piena attuazione alla direttiva 2015/849, recentemente adottata in materia, attraverso uno stretto confronto tra i Paesi membri in sede di recepimento della stessa, intensificando le attività di cooperazione con gli altri Stati membri, sostenendo pienamente l'azione del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell'Unione europea (OLAF), nonché realizzando l'inclusione delle frodi IVA nell'ambito di applicazione della futura direttiva sulla protezione degli interessi finanziari della UE (cosiddetta «direttiva PIF»);
   evidenziato positivamente come, alla fine del 2015, si sia raggiunto il numero storicamente più basso di infrazioni pendenti nei confronti dell'Italia, pari a 89, di cui 69 per violazione del diritto dell'UE e 20 per mancato recepimento di direttive;
   condiviso comunque l'obiettivo del Governo di ridurre ulteriormente il numero delle procedure di infrazione, rafforzando l'azione di prevenzione, individuando specifiche iniziative per risolvere i casi pendenti, coordinando maggiormente le amministrazioni centrali e locali, nonché favorendo un confronto costante e puntuale con i servizi della Commissione europea per superare le criticità in ordine alla compatibilità di misure nazionali con il diritto UE,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si segnala l'opportunità di portare a conclusione la discussione, iniziata nel semestre di Presidenza italiana, concernente la proposta di direttiva per una base imponibile comune consolidata dell'imposta sulla società (CCCTB), la quale appare strettamente connessa con le tematiche affrontate dall'OCSE relativamente all'erosione di base imponibile (BEPS), giungendo entro il 2016 ad adottare una proposta legislativa di carattere obbligatorio volta a contrastare l'erosione di base imponibile, nella prospettiva di realizzare un equo ed efficiente sistema di imposizione fiscale nell'Unione e di contrastare i fenomeni della concorrenza fiscale nociva;Pag. 39
   b) si sottolinea l'esigenza di mantenere e ampliare lo strumento del fattore di supporto delle piccole e medie imprese (SME Supporting factor) in materia di requisiti patrimoniali degli enti creditizi, in considerazione dell'importanza che tale strumento può avere al fine di sostenere l'erogazione del credito in favore delle PMI, le quali costituiscono un fattore fondamentale per le economie italiana ed europea nel suo complesso e che stanno soffrendo particolarmente a causa della restrizione delle condizioni creditizie conseguente alla crisi economico-finanziaria e all'introduzione di più stringenti requisiti patrimoniali e prudenziali per gli enti creditizi;
   c) si rileva la pressante necessità di completare il processo costruttivo dell'Unione bancaria europea, realizzando, dopo il sistema di vigilanza unico e il meccanismo di risoluzione unico delle banche, anche il terzo pilastro di tale complessa architettura, costituito dall'istituzione di un sistema europeo di assicurazione dei depositi, sostenendo in tutte le sedi la sollecita adozione del Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 806/2014 al fine di istituire un sistema europeo di assicurazione dei depositi (COM (2015) 586 final), in un'ottica di superamento delle divisioni tra Stati che attualmente caratterizzano il dibattito su tale tema cruciale, e che rischiano di minare, oltre alla stabilità del sistema finanziario europeo, le stesse prospettive della moneta unica;
   d) si richiama la necessità di assumere iniziative nelle sedi europee per promuovere un approfondimento delle problematiche connesse all'attuazione della direttiva 2014/59/UE che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento (cosiddetto bail in ovvero salvataggio interno), in base a quanto previsto dall'articolo 129 della medesima direttiva e alla possibilità di introdurre entro il 1o giugno 2018 le modifiche che verranno ritenute opportune; in particolare, al fine di eliminare gli elementi di criticità che sono emersi a pochi mesi dall'entrata in vigore di tale normativa, sembra prioritario valutare la possibilità di:
    modificare la disciplina europea tenendo conto dei principi sottesi agli standard internazionali elaborati dal Financial Stability Board in materia di requisito minimo di passività che possono essere sottoposte a bail-in;
    estendere i casi in cui, in via eccezionale, in presenza di crisi sistemiche e minacce alla stabilità finanziaria, sono ammessi interventi effettuati con risorse pubbliche;
    coordinare la disciplina prevista dalla direttiva con quella sugli schemi di garanzia dei depositi, per chiarire che sono ammessi interventi preventivi a favore di banche in difficoltà e agevolare la predisposizione di meccanismi volontari di intervento i cui costi per gli intermediari sarebbero compensati dalla rafforzata fiducia della clientela e dall'accresciuta stabilità del sistema;
   e) si evidenzia l'urgente necessità di superare la condizione di ridotta disponibilità di credito bancario che attualmente condiziona la crescita economica, soprattutto in alcune aree geografiche, in alcuni Pag. 40settori produttivi e in alcune classi dimensionali dell'attività imprenditoriale, attraverso una strategia integrata fondata, in una prospettiva di medio termine, sulla realizzazione dell'Unione dei mercati dei capitali, ma che non può prescindere, in una prospettiva più immediata, dati gli attuali rischi che l'inflazione rimanga persistentemente troppo bassa, dalla politica monetaria espansiva realizzata dalla Banca centrale europea attraverso le misure attualmente in corso (ad esempio, il programma di acquisti di titoli pubblici);
   f) si sottolinea, in tale contesto, la necessità di sostenere anche in sede europea le misure adottate a livello nazionale volte al superamento del problema dei crediti in sofferenza delle banche, al fine di consentire al sistema bancario di ripristinare condizioni di equilibrio finanziario adeguate ad erogare una quantità di credito sufficiente a sostenere e stabilizzare la ripresa economica;
   g) si rileva infine che, per quanto riguarda la citata proposta di direttiva (COM(2015)472), la quale mira a istituire una categoria di cartolarizzazioni semplici, trasparenti e standardizzate (STS), andranno salvaguardate e incluse tra le STS specifiche forme di cartolarizzazione, apparentemente complesse, ma finalizzate al sostegno delle PMI, come le tranche covered utilizzate anche nel sistema Confidi; andrebbe inoltre ridotto il ricorso ai rating esterni nel calcolo dei requisiti patrimoniali connessi alle cartolarizzazioni.

PARERE DELLA VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

  La VII Commissione,
   esaminata la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4),
   visto il Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione (COM(2015)610 final);
   esaminato inoltre, per la parte di competenza, il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze neerlandese, slovacca e maltese (15258/15);
   udita la relazione del deputato Dallai, cui si rinvia,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

     

Pag. 41

PARERE DELLA VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)

  La VIII Commissione,
   esaminati congiuntamente, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della commissione europea per il 2016 (COM (2015) 610); la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE per il 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016-30 giugno 2017) (15258/15);
   apprezzata la determinazione della Commissione a concentrare la propria attività sulle dieci priorità già individuate negli orientamenti politici presentati dal Presidente Juncker, in occasione del suo insediamento nel luglio 2014;
   considerate:
    l'assoluta necessità di far uscire l'Unione europea nel suo complesso, senza distinzioni tra i diversi Paesi membri, dalla crisi economico-finanziaria che si trascina da troppi anni e che si è rivelata la più grave dal dopoguerra per le conseguenze determinate sul piano produttivo, sociale e sotto il profilo dell'accentuazione dei divari all'interno dell'UE;
    l'esigenza di cogliere l'opportunità che si offre, nell'ambito del processo di aggiornamento della Strategia UE 2020, per adeguare alcune linee di indirizzo macroeconomiche e i modelli produttivi allo scopo di perseguire risultati concreti sul piano dello sviluppo che consideri i profili qualitativi oltre quantitativi e che si fondi sulla sostenibilità sociale e ambientale;
    apprezzata la centralità accordata all'attuazione dell'Unione dell'energia, articolata intorno ad un'ambiziosa politica per la lotta ai cambiamenti climatici; alla evoluzione da un modello di economia lineare a uno di economia circolare per promuovere il riutilizzo di materiali e risorse e ridurre i rifiuti e il lavoro svolto dalla Commissione europea per il buon esito della Conferenza COP 21;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si intervenga allo scopo di assicurare la definizione e l'attuazione di misure concrete di decarbonizzazione adeguate agli obiettivi definiti nell'accordo di Parigi e quindi al contenimento dell'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale e di puntare a rimanere entro 1,5 gradi di aumento, anche con l'opportuno adeguamento degli obiettivi definiti nel Pacchetto clima energia 2030 Pag. 42e verificando con tutti i 195 Paesi aderenti all'accordo di Parigi l'efficacia del sistema di monitoraggio e di costante revisione periodica degli obiettivi in termini di riduzione dei gas a effetto serra;
   b) si proceda in tempi rapidi alla riforma del sistema UE delle quote di emissioni (ETS), in modo da correggere i limiti fin qui emersi e avere un prezzo del carbonio tale da promuovere le attività e le tecnologie a bassissimo impatto di carbonio;
   c) relativamente al pacchetto sull'economia circolare, si promuova, nella definizione complessiva della proposta, una maggiore enfasi nella riduzione dei rifiuti prodotti, una maggiore uniformità nei criteri adottati dai singoli Stati membri, la più ampia e rapida convergenza di tutti i Paesi membri verso sistemi virtuosi di gestione del ciclo dei rifiuti, un rafforzamento delle misure a sostegno del mercato delle materie prime seconde in modo da definire un quadro coerente e organico di regole che consentano di ancorare le nuove politiche industriali all'economia circolare così come alla decarbonizzazione;
   d) si valutino le proposte volte ad introdurre una tassazione sulle emissioni di carbonio, i cui proventi dovrebbero essere destinati al finanziamento di politiche ambientali, come prospettato anche dal Governo italiano nella relazione programmatica;
   e) si rafforzi l'azione della Commissione nella promozione di investimenti per rilanciare la crescita e, in particolare, per sostenere la trasformazione verso un'economia a bassissimo impatto di carbonio;
   f) si rafforzi l'azione per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030 adottati lo scorso settembre nell'Assemblea generale dell'Onu;
   g) si proceda nei termini prospettati nella relazione del Governo, affinché la Commissione europea provveda a presentare le iniziative preannunciate in materia di protezione del suolo e della biodiversità.

PARERE DELLA IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

  La IX Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della Commissione per il 2016 (COM(2015)610 final), la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4) e il Programma di Pag. 43diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2016-30 giugno 2017 (15285/15);
   premesso che:
    in un periodo in cui è diffusa, nei confronti del ruolo dell'Europa, la sfiducia alimentata dalle difficoltà economiche e dal senso di insicurezza, è necessario che le Istituzioni dell'Unione europea e, in primo luogo, la Commissione europea concentrino le proprie energie nella definizione ed attuazione di tutte le iniziative utili a dare impulso all'occupazione, alla crescita e agli investimenti, in linea con il primo obiettivo indicato nel Programma di lavoro della Commissione stessa per l'anno 2016;
    rispetto a tali finalità, un contributo determinante può provenire dalla realizzazione del mercato unico digitale, in relazione al quale deve essere promosso, anche attraverso il sostegno agli investimenti, il raggiungimento degli obiettivi di diffusione della banda larga e ultralarga previsti dall'Agenda digitale, deve essere complessivamente rivisto il quadro normativo in materia di telecomunicazioni e di servizi di media audiovisivi, in modo da permettere di superare ogni tipo di frammentazione, devono essere sviluppate tutte le potenzialità, a favore delle imprese e dei consumatori, relative al commercio elettronico e, al tempo stesso, deve essere garantita un'adeguata protezione dei dati personali;
    l'espansione del commercio elettronico e, più in generale, uno sviluppo economico sostenibile richiedono a livello europeo una complessiva politica dei trasporti e della logistica, che si fondi sul riequilibrio intermodale, l'apertura dei mercati, l'abbattimento delle barriere nazionali sulla base del principio di reciprocità interna all'Unione europea; le misure volte ad attuare una simile politica dei trasporti e della logistica dovrebbero pertanto essere incluse nell'ambito degli ambiti prioritari di intervento del Programma della Commissione europea;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) il Governo sostenga tutte le iniziative che, sul versante delle regole di politica di bilancio per gli Stati membri e su quello dell'utilizzo delle risorse dell'Unione europea, anche con riferimento al Fondo europeo per gli investimenti strategici, sono finalizzate a finanziare gli investimenti relativi alla realizzazione delle infrastrutture prioritarie nel settore dei trasporti e della logistica e alla diffusione della banda larga e ultralarga, in modo da creare le condizioni per includere effettivamente l'accesso ad internet veloce nell'ambito del servizio universale;
   2) per quanto concerne il trasporto stradale, il Governo consideri con attenzione le proposte che la Commissione intende Pag. 44presentare nell'ambito del pacchetto stradale, sostenendo l'adozione di misure volte a una regolazione del settore dell'autotrasporto, che tenga conto delle esigenze di riequilibrio intermodale e che assicuri la parità di trattamento e di condizioni per l'esercizio dell'attività di autotrasportatore in tutti gli Stati membri; il Governo si faccia altresì promotore di un intervento organico e comune di contrasto al cabotaggio abusivo all'interno dell'Unione, così da prevenire iniziative dei singoli Stati membri non coordinate o, addirittura, contrastanti; quanto alla proposta della Commissione di regolamentare alcuni aspetti della sharing economy nel trasporto di persone, si sostengano altresì le iniziative volte a regolamentare a livello europeo e a promuovere il car sharing e il car pooling, al fine di pervenire a una regolamentazione dei servizi di trasporto pubblico non di linea che tenga conto della diffusione di tale ultima modalità di trasporto;
   3) per quanto concerne il trasporto ferroviario, il Governo prosegua l'impegno per la definizione e l'approvazione del «Pilastro politico» del IV pacchetto ferroviario, sulla base dei principi di apertura dei mercati dei servizi ferroviari e di reciprocità interna all'Unione europea, in modo da pervenire a un'adeguata disciplina degli obblighi di servizio pubblico, da assicurare la trasparenza degli affidamenti diretti della gestione delle infrastrutture ferroviarie e l'indipendenza del gestore dell'infrastruttura stessa e da definire misure che, sotto il profilo normativo e finanziario, favoriscano il rinnovo del materiale rotabile;
   4) per quanto concerne il trasporto marittimo, il Governo supporti l'attuazione a livello europeo di una politica marittima integrata, a partire dalla realizzazione di un sistema di condivisione delle informazioni relative ai trasporti marittimi, e promuova, anche in sede di revisione del quadro finanziario, un maggiore sostegno per il progetto «Autostrade del mare»;
   5) per quanto concerne il trasporto aereo, in considerazione del contributo alla crescita del settore che è derivato dalla liberalizzazione all'interno dell'Unione europea, il Governo promuova, nell'ambito delle procedure di definizione e adozione del «Pacchetto aviazione» e di attuazione del Cielo unico europeo, le misure finalizzate a favorire l'accesso al mercato degli operatori e gli investimenti, con particolare riferimento ai collegamenti internazionali e ai rapporti con i Paesi terzi, l'efficienza dell'utilizzo dello spazio aereo e dei servizi a terra, per ridurne limiti di capacità, e, al tempo stesso, l'adozione di standard elevati di sicurezza, anche sotto il profilo informatico e attraverso l'implementazione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché una migliore protezione dei diritti dei passeggeri;
   6) il Governo promuova, sia a livello europeo sia a livello nazionale, una politica complessiva dei trasporti e della logistica rivolta a sostenere l'intermodalità, a favorire i sistemi di trasporto sostenibili, a garantire l'adeguatezza e l'efficienza nello svolgimento del servizio di trasporto pubblico locale e a ridurre i livelli di congestione del traffico, in particolare in ambito urbano; in questo Pag. 45ambito, il Governo solleciti una attenta riflessione sulla gestione dei dati relativi al trasporto, anche al fine di pervenire all'elaborazione di uno standard unico per la comunicazione di tali dati, valido all'interno di tutta l'Unione;
   7) con riferimento alle iniziative legislative finalizzate alla realizzazione del mercato unico digitale, il Governo rivolga particolare impegno a promuovere l'adozione di misure per assicurare un elevato livello comune per la sicurezza delle reti e delle informazioni, la definizione di standard comuni per favorire l'interoperabilità all'interno dell'Unione, la rimozione delle barriere che ancora ostacolano lo sviluppo dei mercati online, la protezione dei consumatori su tali mercati;
   8) per quanto concerne gli interventi in ambito nazionale, il Governo, nell'ambito della riorganizzazione complessiva della pubblica amministrazione, dia un impulso decisivo all'attuazione delle misure organizzative e strumentali, che permettano ai cittadini di accedere online al complesso dei servizi pubblici, mediante il Sistema pubblico di identità digitale.

PARERE DELLA X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)

  La X Commissione,
   esaminati congiuntamente, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della commissione europea per il 2016 (COM(2015)610), la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE per il 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016-30 giugno 2017) (15258/15);
   apprezzata la determinazione della Commissione europea di concentrare la propria attività sulle dieci priorità già indicate negli orientamenti politici presentati dal Presidente Juncker nel luglio 2014;
considerato che l'obiettivo di rafforzare la competitività delle economie europee richiede la revisione delle strategie fino ad ora perseguite, che non si sono rivelate sufficienti, e l'attivazione di strumenti di intervento innovativi e più efficaci, posto che i singoli Stati membri non sono in condizioni di fronteggiare da soli le sfide globali e la concorrenza delle cosiddette economie emergenti;
   rilevato che, a tal fine, una prima occasione fondamentale sarà offerta dall'aggiornamento della Strategia UE 2020 che dovrebbe consentire a tutti i Paesi membri senza distinzioni di superare la più grave crisi economico-finanziaria dal dopoguerra e di ritrovare la strada di uno sviluppo che concili le esigenze dei sistemi produttivi Pag. 46con gli obiettivi della sostenibilità, della lotta alla povertà e dell'aumento dell'occupazione;
   apprezzata l'attenzione attribuita all'Unione dell'energia, articolata intorno ad un'ambiziosa politica per la lotta ai cambiamenti climatici, in grado di garantire ai consumatori energia sicura, sostenibile e competitiva a prezzi accessibili, e a promuovere la sicurezza dell'approvvigionamento energetico,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si attribuisca carattere prioritario all'obiettivo di tradurre concretamente la Strategia sulla rinascita industriale, da tempo delineata dalle istituzioni europee, attraverso l'adozione di misure concrete, al fine di invertire la tendenza al declino dell'industria europea, con particolare riguardo al settore manifatturiero e alla realizzazione del Piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile, di cui alla comunicazione COM(2013)407; di promuovere la competitività delle imprese europee e di rafforzare l'efficacia delle politiche a favore delle piccole e medie imprese;
   b) in tale ambito, si solleciti l'adozione della preannunciata iniziativa della Commissione europea su Industria 4.0, al fine di massimizzare i benefici delle tecnologie digitali in ogni settore industriale in Europa;
   c) si provveda alla tempestiva adozione di tutte le misure attuative dell'Unione dell'energia, con particolare riguardo al nuovo assetto del mercato dell'energia elettrica e alla revisione dei regolamenti sulla sicurezza dell'approvvigionamento di energia elettrica e gas;
   d) si proceda in tempi rapidi alla riforma del sistema delle quote di emissioni (ETS), in modo da correggere i limiti fin qui emersi;
   e) si solleciti la tempestiva adozione di una disciplina europea sulla sicurezza dei prodotti nei termini prospettati dall'attuale articolo 7 della proposta di regolamento di cui alla comunicazione COM(2013)78, che prevede l'obbligo per fabbricanti e produttori di indicare la provenienza di origine per i prodotti non alimentari venduti nel mercato comunitario;
   f) si garantisca, nello svolgimento dei negoziati con gli Stati Uniti relativi al TTIP, una adeguata salvaguardia delle peculiarità delle produzioni nazionali di qualità protette e si assicuri, attraverso l'attivazione di procedure idonee, l'accesso al Parlamento ai documenti negoziali consolidati, sulla base della disponibilità manifestata dalla Commissione europea al riguardo e alla luce delle iniziative già adottate da altri Paesi.

Pag. 47

PARERE DELLA XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

  La XI Commissione,
   esaminati, per quanto di competenza, la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4), il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione (COM(2015)610 final) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017 (15258/15);
   considerato che, anche alla luce delle novità introdotte dalla legge n. 234 del 2012, che ha rafforzato il raccordo tra il Parlamento e il Governo nell'ambito dell'attività dell'Unione europea, l'esame degli strumenti programmatici da essa previsti assume particolare valore, ai fini della definizione degli indirizzi da sostenere in sede europea sulle materie di competenza della Commissione;
   rilevato come l'esame degli strumenti programmatici relativi all'attività dell'Unione europea e alla partecipazione del nostro Paese all'Unione stessa rappresenti un'utile occasione di riflessione sugli orientamenti delle Istituzioni europee in materia di politiche per l'occupazione, nonché sulle priorità che il Governo intende perseguire, in linea con le indicazioni contenute nella relazione programmatica per l'anno in corso;
   considerato che, specialmente a seguito dell'introduzione delle procedure del Semestre europeo, le politiche nazionali in materia di occupazione devono sempre più essere valutate nel quadro degli orientamenti dell'Unione europea in materia di politica economica, anche alla luce delle raccomandazioni annualmente formulate a ciascuno Stato membro dalle Istituzioni dell'Unione con riferimento al programma nazionale di riforma e al programma di stabilità;
   considerato che il programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 si muove nella direzione, fortemente sostenuta dal nostro Paese, di individuare strumenti tesi a perseguire la progressiva uscita dalla crisi economica e finanziaria, la promozione della crescita e l'occupazione di qualità;
   valutata favorevolmente la sinergia adottata dalle Istituzioni europee nell'individuazione dei campi in cui intervenire e dei dossier sui quali concentrare l'impegno, che consente di leggere in un quadro unitario il Programma di lavoro della Commissione e il programma di diciotto mesi delle tre presidenze del Consiglio dell'Unione Europa;
   apprezzato il rilievo dato alla necessità di coniugare le esigenze di riequilibrio dei fattori macroeconomici con il rafforzamento della dimensione sociale dell'Unione europea, che appare in linea con la necessità, più volte sottolineata dal Governo italiano, di promuovere politiche che, senza incrinare la sostenibilità delle finanze pubbliche, sostengano in modo più deciso la ripresa dei consumi e il sostegno delle fasce più deboli della popolazione;Pag. 48
   considerata con favore la proposta della Commissione europea di rinnovare l'esercizio del Semestre europeo al fine di rafforzare il coordinamento dell'area euro e di incrementare l'incisività dei programmi nazionali di riforma, nonché di assicurare un maggiore coinvolgimento dei Parlamenti nazionali e delle parti sociali sin dalle prime fasi della procedura del Semestre;
   rilevato che, in materia di occupazione e di mercato del lavoro, le istituzioni europee e il Governo italiano concordano sulla necessità di procedere con interventi che stimolino la ripresa economica e la domanda di lavoro, soprattutto nei settori a maggiore richiesta di lavoratori altamente qualificati;
   condiviso l'obiettivo, indicato dal Governo, di dare continuità all'Iniziativa europea per l'occupazione giovanile al fine di assicurare il proseguimento degli interventi previsti a livello nazionale, che si inseriranno in un quadro istituzionale sensibilmente rinnovato a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, che ha istituito l'Agenzia nazionale per le politiche del lavoro;
   considerato che le Istituzioni europee riaffermano il loro impegno a dare nuovo impulso ai dossier ancora non conclusi, quali quello relativo alla riforma della Rete europea dei servizi dell'occupazione (EURES) e quello per l'istituzione di una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperazione volta a prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso, proposte sulle quali, peraltro, anche la XI Commissione si è già espressa favorevolmente, nonché la proposta di raccomandazione del Consiglio volta a promuovere il rientro nel mercato del lavoro dei disoccupati di lunga durata;
   rilevato che la Commissione europea intende proporre un Pacchetto sulla mobilità dei lavoratori, articolato in una comunicazione sulla mobilità dei lavoratori, in una revisione mirata della direttiva sul distacco dei lavoratori e nella revisione dei regolamenti sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, pacchetto sul quale anche il Consiglio europeo si è espresso con favore;
   valutata favorevolmente la convergenza tra le Istituzioni europee e il Governo italiano sulla necessità di adoperarsi per la revisione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro attraverso la revisione della direttiva 89/391/CEE, concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori e di ventitré direttive correlate, al fine di rafforzarne l'efficacia e l'efficienza;
   osservato che il Governo italiano, in linea con le intenzioni delle Istituzioni europee di promuovere iniziative, legislative e non legislative, per favorire una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ha recentemente approvato in Consiglio dei ministri un disegno di legge che disciplina, tra l'altro, il cosiddetto lavoro agile, ridisegnando l'organizzazione del lavoro senza penalizzare i percorsi di carriera delle donne, e consentendo loro di meglio conciliare lavoro e vita familiare,Pag. 49
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) in linea con quanto indicato nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e con le posizioni espresse da parte italiana nel corso del Semestre di Presidenza dell'Unione europea, si solleciti la Commissione europea ad affrontare celermente la discussione sulla revisione della Strategia Europa 2020, che mira a promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, al fine di individuare obiettivi che tengano conto dei profondi mutamenti intervenuti nel contesto macroeconomico rispetto al momento dell'adozione della Strategia stessa, nonché di rafforzare le misure in grado di favorire il raggiungimento degli obiettivi previsti in materia di occupazione;
   b) con riferimento alle proposte prioritarie in sospeso indicate nel Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016, si sostenga la celere conclusione dell’iter della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ad una rete europea dei servizi per l'impiego, all'accesso dei lavoratori ai servizi di mobilità e ad una maggiore integrazione dei mercati del lavoro e della proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperazione volta a prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso, sulle quali la XI Commissione si è in passato espressa in senso favorevole, nonché della proposta di raccomandazione del Consiglio sull'inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro;
   c) in linea con gli intendimenti indicati nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, si promuova, nell'ambito della revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale dell'Unione, l'estensione dell'efficacia dell'Iniziativa europea per l'occupazione giovanile, in modo da assicurare continuità alle misure adottate a livello nazionale nell'ambito del Programma operativo nazionale «Iniziativa occupazione giovani».

PARERE DELLA XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

  La XII Commissione,
   esaminati, per le parti competenza, il Programma di lavoro della Commissione per il 2016, il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016;Pag. 50
   rilevato l'impegno, in tutti e tre gli atti esaminati, a proseguire le azioni intraprese in tema di lotta alla povertà e all'esclusione sociale che, a livello europeo, ha fatto registrare risultati finora deludenti anche in conseguenza degli effetti della crisi economico-finanziaria avviatasi nel 2008;
   evidenziato che, in questa materia, il Governo italiano ha predisposto strumenti quali: la costituzione di un «Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale», previsto dalla legge di stabilità per il 2016, cui ha fatto seguito la recente approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un disegno di legge delega recante norme relative al contrasto alla povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali; ulteriori stanziamenti a valere sul Fondo di aiuti europei agli indigenti, destinati in parte anche a contrastare la deprivazione materiale di bambini e ragazzi in ambito scolastico; diverse azioni nell'ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) «Inclusione», in coerenza con quanto stabilito nel disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale, approvato dalla Camera e attualmente all'esame del Senato (A.S. 1870);
   rilevata nuovamente l'assenza di interventi aventi come finalità specifica il tema della disabilità, che nei programmi della Commissione europea, del Consiglio dell'Unione europea, come nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, è richiamato con riferimento alla proposta di direttiva del Consiglio UE 2008/0140, recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale (cosiddetta «direttiva antidiscriminazione»),
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   si segnala l'assenza, nei suddetti atti, di specifici piani di intervento sul tema della disabilità.

PARERE DELLA XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

  La XIII Commissione,
   esaminati congiuntamente per le parti di competenza il Programma di lavoro della Commissione per il 2016 (COM(2015)610 final), la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia Pag. 51all'Unione europea, relativa all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4) e il Programma dei diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze neerlandese, slovacca e maltese (15258/15);
   premesso che:
    tra le priorità della Commissione europea per il 2016 è il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), l'accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti che prevede la creazione di una zona di libero scambio tra le due parti, l'abbattimento dei dazi doganali, la rimozione del maggior numero di ostacoli, tariffari e non tariffari agli scambi e agli investimenti, generando nuove opportunità economiche in termini di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa;
    parallelamente alla negoziazione di questo accordo il programma della Commissione europea definisce – ad integrazione del sistema multilaterale di scambi dell'OMC – un'ambiziosa agenda per altri scambi bilaterali;
   preso atto che il Governo è impegnato a:
    produrre il massimo impegno, soprattutto nelle sedi internazionali, e quindi anche in sede di negoziato TTIP, per garantire la tutela delle produzioni di qualità italiane, che soffrono di fenomeni di usurpazione, evocazione e imitazione;
    operare a garanzia della sicurezza e dell'elevata qualità dei prodotti agricoli, impegnandosi, tra l'altro, per la reintroduzione dell'obbligo di indicare in etichetta la sede dello stabilimento di produzione;
    in tema di agricoltura intende dare il suo contributo al processo di semplificazione della PAC preannunciato dal Commissario europeo Hogan su richiesta del Consiglio, insistendo sulla necessità che siano adottate le modifiche regolamentari già avviate nel corso del 2015 in tema di pagamenti diretti e ribadendo al contempo l'esigenza prioritaria di non ridurre le risorse finanziarie destinate alla Politica agricola comune;
    proseguire, in linea con gli obiettivi stabiliti dalla direttiva sulle fonti rinnovabili (n. 28/2009) e dal Pacchetto climaenergia, l'impegno per l'incremento dell'efficienza energetica nel settore primario e per la diffusione e razionalizzazione delle fonti agricole rinnovabili;
    per quanto concerne la pesca, il Governo intende impegnarsi ulteriormente nella discussione sulle norme di applicazione del regolamento n. 1380/2013, concernente la riforma della Politica comune della Pesca (PCP), con l'intento generale di implementare l'obbligo di dichiarazione e sbarco delle catture,Pag. 52
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   si invita il Governo a garantire il massimo impegno in ogni sede internazionale, ed in particolare in sede di accordo TTIP e di accordi bilaterali, nell'ambito delle produzioni di qualità, a garantire in particolare la tutela ed il riconoscimento delle nostre produzioni a D.O. ed a I.G.P., come patrimonio fondamentale della qualità agricola e dell'immagine del nostro paese.