XIX Legislatura

Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità

Resoconto stenografico



Seduta n. 13 di Mercoledì 31 gennaio 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Lai Silvio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INDIVIDUAZIONE DEGLI SVANTAGGI DERIVANTI DALLA CONDIZIONE D'INSULARITÀ E SULLE RELATIVE MISURE DI CONTRASTO

Audizione del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Sen. Nello Musumeci, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
Lai Silvio , Presidente ... 3 
Musumeci Nello , Ministro per la protezione civile e le politiche del mare ... 3 
Lai Silvio , Presidente ... 7 
Giagoni Dario (LEGA)  ... 7 
Lai Silvio , Presidente ... 8 
Nicita Antonio  ... 8 
Lai Silvio , Presidente ... 9 
Ciancitto Francesco Maria Salvatore (FDI)  ... 9 
Lai Silvio , Presidente ... 10 
Musumeci Nello , Ministro per la protezione civile e le politiche del mare ... 10 
Lai Silvio , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
SILVIO LAI

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Sen. Nello Musumeci, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.

  PRESIDENTE L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, senatore Nello Musumeci, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e sulle relative misure di contrasto.
  Comunico che il Ministro Musumeci è accompagnato dal Capo di Gabinetto dottor Riccardo Rigillo, dal Capo del Settore legislativo, il consigliere Francesco De Luca, e dal capo dipartimento Casa Italia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dottor Luigi Ferrara.
  Ringrazio il Ministro Musumeci per avere accolto il nostro invito e gli do subito la parola. Prego.

  NELLO MUSUMECI, Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. Grazie, Presidente, un saluto ai parlamentari commissari in presenza e da remoto e mi compiaccio per l'iniziativa, sulla quale mi sarà consentito svolgere una breve, ma spero compiuta, relazione per le parti di mia competenza che sono quelle legate alla protezione civile, e alle politiche del mare. Sull'insularità, in generale, so che è stato ascoltato il collega Calderoli, il quale, peraltro, ha svolto una relazione essenzialmente finalizzata ad illustrare l'attività relativa al disegno di legge in corso di redazione. Si tratta di un disegno di legge organico per dare un assetto normativo alle isole minori, che finora è mancato.
  In effetti, la materia negli ultimi anni, quella della insularità, ha acquisito una particolare centralità, come sanno gli onorevoli commissari, proprio a seguito della modifica dell'articolo 119 della Costituzione, al sesto comma, che rilancia le esigenze per le istituzioni in generale, europee e nazionali, ma in particolare per quelle locali, le esigenze di tutela, di salvaguardia e di potenziamento di questa straordinaria realtà che sono le isole minori, marine – mi consenta questa sottolineatura – per distinguere dalle isole minori le lagunari e le lacustri.
  Sulle isole minori va detto che sono 56 in tutto quelle marine, 21 sono disabitate, e le altre sono abitate da circa 225.000 italiani, aggregati in 36 comuni che interessano e coinvolgono sette regioni: la Sicilia, la Sardegna, la Puglia, la Campania, il Lazio, la Toscana e la Liguria.
  È inutile evidenziare come le isole minori italiane da sempre siano in una condizione di disagio, un disagio che non ha conosciuto tregua, e che, anzi, cresce con il passare del tempo. Popolazione ridotta, diversitàPag. 4 economica limitata, difficoltà di accesso ai servizi fondamentali e vulnerabilità agli effetti dei cambiamenti climatici che colpiscono anche il Mediterraneo. Inoltre, vincoli paesaggistici a volte troppo rigidi, richieste di connessione assai complesse, procedure di autorizzazione intricate, e spesso obsolete, sono soltanto alcune delle barriere, non tecnologiche, che impediscono di mettere in pratica un'adeguata azione di transizione energetica in questi territori.
  Rispetto a queste problematiche, il Governo Meloni è impegnato in un'azione di sostegno e di promozione, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. Numerose sono, inoltre, le misure previste nel Piano del Mare in funzione di un miglioramento delle condizioni di vita sulle isole e, in particolare, su quelle marine.
  Vorrei accennare ai vari settori con assoluta sintesi. Per quanto riguarda il settore sanitario è necessario definire un modello efficiente di assistenza sanitaria adatto al territorio insulare ed occorrono presidi medici locali per superare la fragilità e le inefficienze del sistema. Occorre pensare ad implementare un piano di prevenzione e di intervento per le emergenze sanitarie in mare.
  Per il settore scolastico è opportuno sia riconosciuto agli insegnanti che provengono dall'esterno degli ambiti insulari un sistema premiante per incentivare qualità e quantità.
  Per il settore giudiziario occorre non solo definire una strategia con le amministrazioni interessate per consentire almeno l'accesso ai servizi digitali, ma bisogna anche capire se è possibile utilizzare gli edifici giudiziari, penso agli ex penitenziari, quelli ormai chiusi che potrebbero, opportunamente ristrutturati, essere utilizzati come spazi culturali. Ricordo che le isole minori sono famose in Italia, tristemente famose, soprattutto per essere state colonie penali e sedi di istituti di pena anche per detenuti condannati all'ergastolo.
  Per quanto riguarda il trasporto in generale è opportuno promuovere, nel rispetto dei principi unionali, indirizzi strategici che favoriscano la semplificazione del settore dei trasporti marittimi e della logistica, in modo da renderli efficaci, efficienti, sicuri, sostenibili ed economicamente accessibili.
  Con riferimento alla portualità, occorre una pianificazione per fissare obiettivi e tempistiche certe, coinvolgendo tutte le parti pubbliche interessate, anche per predisporre una mappatura degli approdi utilizzati e utilizzabili per i servizi di collegamento marittimo.
  Risulta ancora fondamentale conservare e sviluppare la vocazione professionale verso le discipline marittime, semplificare le condizioni di accesso alle professioni del mare attraverso il raccordo con le Camere di commercio, le associazioni del lavoro artigianale, la Federalberghi, le università, la scuola, gli istituti professionali e tutte le rappresentanze di interessi che possono agevolare l'individuazione dei bisogni e delle strategie di intervento.
  Nel settore della pesca sono previste – parlo sempre delle previsioni contenute nel Piano del Mare, che, lo ricordo, è frutto del lavoro condotto dal CIPOM, il Comitato interministeriale per le politiche del mare, ed è la prima volta che il Governo si dota di uno strumento di coordinamento e di programmazione – misure per l'incremento dell'acquacoltura e il contrasto alla pesca illecita. È necessario intensificare il controllo dell'inquinamento da plastica e da idrocarburi dispersi in mare e, sempre in materia di tutela ambientale, occorre creare un quadro regolatorio comune per disciplinare lo scarico in mare dei prodotti di scarto dei dissalatori.
  Nel settore della cantieristica è opportuna la valorizzazione dei cantieri locali e di quelli costieri.
  Quanto al turismo, occorre promuovere l'allargamento dell'offerta a settori anche ulteriori rispetto alla balneazione e al diporto nautico, penso a quelli culturali, cioè musei e scavi archeologici che si trovano nelle isolette e di cui si ha scarsa conoscenza, purtroppo, e non per ultimo la enogastronomia di prossimità.
  Nel settore energetico grande rilevanza è attribuita alla transizione ecologica delle attività sulle isole, a partire dal trasporto Pag. 5marittimo. Al riguardo vanno sostenute tutte le fonti alternative possibili sulle isole, in primis l'eolico.
  In questo contesto occorre ribadire la necessità di perseguire quanto già da tempo posto al centro dell'azione del Governo, ovvero l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili locali e l'adozione di un programma che preveda azioni di adeguamento infrastrutturali, interventi che tengano conto dei fabbisogni energetici e che siano volti ad un progressivo efficientamento energetico, la realizzazione di strutture portuali e turistiche adeguate alle più recenti unità nautiche, mobilità marittima, sostenibile, oltre allo sviluppo dell'economia circolare locale.
  Bisogna dare impulso alle attività di innovazione tecnologica nei porti turistici, semplificazione delle procedure di autorizzazione, intricate e spesso obsolete allo stato attuale.
  Relativamente al settore idrico gli interventi da promuovere devono essere volti a rinnovare la rete idrica esistente, soprattutto alla luce delle ingenti perdite che si registrano. Parallelamente si dovrebbe procedere alla realizzazione o al potenziamento degli impianti di depurazione delle acque reflue. Tra le ulteriori misure potrebbe essere prevista la creazione di agenzie di assistenza tecnica alle isole minori, in particolare alle autorità locali isolane, per sostenerle nella realizzazione di procedure complesse, nella partecipazione a progetti nazionali e europei, per favorire lo sviluppo delle isole migliorando l'offerta formativa turistica, oltre che l'approccio a politiche di sviluppo sostenibile.
  Per quanto riguarda le risorse finanziarie destinate alle isole minori, di particolare importanza credo possa essere considerata la recente iniziativa che abbiamo voluto come Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, intrapresa dal Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio, in collaborazione con il Dipartimento di Protezione civile. Si tratta di una procedura per la selezione di proposte progettuali di interventi di prevenzione del rischio sismico su edifici e infrastrutture pubbliche strategiche insistenti sul territorio delle isole minori.
  Si tratta, e lo dico con legittimo orgoglio, di un intervento di prevenzione strutturale antisismica come mai se ne sono determinati nel passato per entità di risorse messe a disposizione, pari a 100 milioni di euro nel complesso, a sostegno, appunto, delle isole minori marine.
  Un provvedimento che viene adottato anche in attuazione di quanto previsto a tutela della insularità dall'articolo 119, sesto comma, della Costituzione, finalizzato a rafforzare la politica nazionale per la promozione della sicurezza a fronte di rischi naturali in un territorio connotato da gravi e permanenti svantaggi, a cominciare da quello della accessibilità fisica.
  Mi consenta di sottolineare, signor Presidente, e me lo consentano gli onorevoli commissari, che delle isole minori marine abbiamo un'idea molto limitata, siamo abituati a conoscerle e forse anche ad apprezzarle nei mesi estivi, quando diventano, per ciascuno di noi, luogo di attrazione, di aggregazione, di ricreazione, luogo di vacanza. Per gli abitanti delle isole minori, come dicevo poco fa circa 230.000, non è così, perché per il resto dell'anno, per almeno otto mesi l'anno, sono spesso costretti a fare fronte a disagi notevoli e che si ripetono costantemente, mi riferisco soprattutto a tre servizi essenziali: la mobilità, la sanità e l'istruzione.
  Le isole sono interessate da un processo di erosione nelle loro coste e al loro interno permangono vaste aree vulnerabili alle frane e al dissesto idrogeologico, e quello che più in questo bando appena accennato interessa, è che non tutte le strutture pubbliche strategiche sono state costruite nel rispetto delle norme antisismiche. Parlo di ospedali, di strutture sanitarie, di edifici scolastici, di edifici destinati ai servizi municipali, luoghi di aggregazione, luoghi di cultura.
  Ecco perché abbiamo ritenuto, e ringrazio ancora il Dipartimento Casa Italia per il contributo che ci ha dato, Dipartimento che fa capo al sottoscritto insieme a quello della Protezione civile. Solo che la protezione civile si occupa essenzialmente di previsione, prevenzione e gestione delle Pag. 6emergenze e dell'immediato post emergenza, mentre Casa Italia si occupa della fase meno pesante, vorrei dire meno drammatica, che è quella della ricostruzione.
  L'obiettivo del bando di 100 milioni di euro è quello di assegnare 60 milioni per le infrastrutture pubbliche strategiche che ho appena accennato, e 40 milioni alle strutture portuali, per facilitare l'approdo e consentire alle infrastrutture di resistere alla azione di erosione del mare e, inoltre, sono destinati i 40 milioni – ma ne occuperanno soltanto una minima parte – al consolidamento, al miglioramento delle elisuperfici, o alla realizzazione di nuove strutture ove dovessero essere mancanti.
  È inutile sottolineare a questa Commissione l'importanza di un'elisuperficie in un isola minore. Molto spesso il mare diventa proibitivo e, perché i primi soccorsi possano arrivare, non rimane che il cielo, l'aria, e quindi un'isola non dotata di un luogo di facile, comodo, razionale e sicuro atterraggio costringe i soccorritori a tardare e, in quei casi, il tempo diventa una componente essenziale.
  Ricordo sempre la tragedia di Ischia nel 2022. Il mare era proibitivo, anche le attività di volo erano assai limitate per il forte vento che spirava, per fortuna sull'isola esiste un Dipartimento stabile dei Vigili del Fuoco, una struttura stabile, che ha consentito ai pompieri di accorrere per primi sui luoghi del disastro a Casamicciola.
  Ecco perché, partendo da questa considerazione, da Ministro per la protezione civile ritengo che abbiamo il dovere, dal punto di vista della previsione e prevenzione, di rendere le isole minori marine quanto più possibile autonome, con un distaccamento dei Vigili del Fuoco, con un presidio di volontari della Protezione civile, con mezzi adeguati, per far fronte alle prime necessità, in attesa che dalla penisola, dal territorio continentale, possano arrivare in forze i soccorritori.
  In questo obiettivo rientra l'avviso di 100 milioni di euro, al quale farà seguito – mi piace anticiparlo in questa autorevole sede istituzionale – un ulteriore intervento, che è oggetto di confronto in questi giorni con il collega dell'Interno, Prefetto Piantedosi, per dotare le isole che ne sono sprovviste, di mezzi di soccorso da affidare, possibilmente a effettivi dello Stato, in caso contrario a volontari, appositamente formati.
  L'autonomia di soccorso di ogni isola può consentire di neutralizzare quell'ora, due, tre ore di tempo che servono perché, dato l'allarme, dalla terraferma i soccorritori possano arrivare sul luogo.
  Credo di avere, nella sintesi che mi ero prefisso, anche per rispetto e in omaggio alla Commissione, sintetizzato quali sono gli interventi operati, quali sono le tante criticità che ho appena svolto, e gli obiettivi che il Piano del Mare appunto, in quanto strumento di coordinamento, si prefigge di raggiungere. Per farlo serve l'intervento di ogni amministrazione chiamata in base alle proprie competenze. Il CIPOM mette attorno a un tavolo 11 Ministeri, ognuno dei quali – direttamente o indirettamente – è interessato alle politiche del mare. Quindi abbiamo predisposto, come ho appena elencato, gli obiettivi che riteniamo essenziali, quelli legati alla sicurezza e alla economia del mare e sarà adesso compito di ogni amministrazione lavorare perché gli obiettivi possano essere affrontati, progettati, finanziati e, mi auguro, presto raggiunti.
  L'unica certezza – e concludo – è che le isole minori costituiscono, non solo un problema per le cose che abbiamo detto, per la loro fragilità e vulnerabilità, ma anche una preziosa risorsa. Si tratta di territori che potremmo considerare veri e propri laboratori dal punto di vista ambientale. Il processo di denatalità, al quale non si sottraggono le isole minori marine, e il continuo lento, ma inesorabile, spopolamento potrebbe paventare l'ipotesi che tra 20–30 anni molte di queste isole resteranno disabitate per 6–8 mesi l'anno e questo non ce lo possiamo permettere perché, come è a tutti noto, un territorio senza la presenza responsabile dell'uomo è un territorio che si rende sempre più fragile e sempre più vulnerabile. A parte la ricaduta in termini economici che può determinare un razionale utilizzo delle isole minori che hanno bisogno di grande rispetto e quindi di una Pag. 7educazione ambientale della quale lo Stato non può che essere il primo garante.
  Credo di aver detto quello che ritenevo prioritario dire. È inutile sottolineare che da questo momento, se serve, mi metto a disposizione sua, Presidente, e dei parlamentari commissari, qualora ci fossero delle richieste di approfondimento, di chiarimento o domande in generale. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro davvero – nel frattempo chiedo ai colleghi di iniziare a prepararsi se ci sono delle domande, anche a quelli collegati – perché certamente nell'audizione che abbiamo svolto con il Ministro Calderoli c'è stato un accenno alla presenza di un piano per le isole minori, ma, obiettivamente, lei ha approfondito e si è capito maggiormente a cosa sono diretti in qualche modo gli obiettivi che ha messo al centro, in termini di tutela e di salvaguardia di questa risorsa che sono le isole minori.
  Il compito di questa Commissione è certamente di guardare all'insularità in generale, e naturalmente alle due isole maggiori, ma in realtà abbiamo ben chiaro ed è molto importante che ci concentriamo sulle isole minori, che spesso sono connesse alle isole maggiori per la maggior parte dei casi, ma hanno anche una storia a sé di maggiore isolamento.
  C'è già una domanda, agirei in questo modo: raccoglierei due o tre domande e consentirei, se il Ministro è d'accordo, di dare delle risposte complessive. L'Aula riprende alle 16 e penso che abbiamo venti minuti di tempo abbondante per poter approfondire con il Ministro. C'è l'onorevole Giagoni che ha chiesto la parola. Prego.

  DARIO GIAGONI. Grazie, Presidente, saluto il Ministro, la ringrazio per essere qua con noi, soprattutto per averci relazionato e anche tranquillizzato in alcuni aspetti che sono condivisibili.
  Io sono sardo, come probabilmente sentirà dal mio accento, come prima si faceva la battuta, sono dell'Islanda sarda. A parte gli scherzi, abito a Santa Teresa di Gallura, un territorio transfrontaliero, perché di fronte a noi c'è la Corsica e, come ha evidenziato lei, ci sono stati dei cambiamenti climatici e quindi il territorio è diventato molto vulnerabile. Riterrei fondamentale la presenza tutto l'anno, o almeno sino a fine novembre o agli inizi di dicembre, dei canadair in Sardegna, perché ci sono stati degli incendi a novembre e il mezzo per muoversi da Roma per arrivare in Sardegna impiega un determinato tempo, superiore rispetto a quello che impiegherebbe se il canadair fosse presente ad Olbia o in altre aree dove atterrano e operano durante l'estate.
  Ha evidenziato anche il discorso dei presidi medici. In Sardegna c'è il problema della sanità che ci portiamo da tanto, come una catena, in merito a politiche sbagliate che non sto lì ad evidenziare a destra o sinistra, o chi sia stato, ma l'assenza del medico di base in Sardegna è presente in gran parte dei comuni, e parlo del mio paese perché è una cosa che tocco con mano, è più tangibile. Non è possibile che in un territorio che conta 5 mila residenti, come ad esempio nel mio paese, e che d'estate arriva a 60, 70 mila abitanti, non si ha il medico di base che è fondamentale per dare un servizio, soprattutto al turista, perché ormai i turisti partono anche con una assicurazione, con la garanzia che possono avere quel servizio medico nel caso dovesse accadere qualcosa.
  Ma, allo stesso tempo, ci sono più volte casi da noi, durante l'inverno, in cui chi viaggia – essendo un comune transfrontaliero – per la Corsica, rimane bloccato per via della forza del mare, e del vento, che mette in difficoltà anche lo stesso elicottero che interviene per l'emergenza e l'urgenza. Quindi rimarrebbero là sia gli italiani che i francesi, anche gli autisti che probabilmente si muovono, anche gli operatori, rimangono fermi là. Se qualcuno dovesse avere determinate problematiche, come è successo a una persona, a un disabile, registrandosi purtroppo l'assenza del medico di base, si è dovuto trasportarlo da Santa Teresa a Olbia, percorso per cui ci vogliono circa 60 minuti di macchina, per fare all'incirca 58 chilometri, durante la stagione invernale.Pag. 8
  Durante la stagione estiva si arriva addirittura dopo 1 ora e 45 minuti, perché percorro anch'io quella strada per prendere l'aereo per venire dall'aeroporto di Olbia a Roma.
  È poi molto interessante il fatto della rivalorizzazione degli istituti penali. Da noi c'è Tempio, noto come la rotonda, la «rotunda» detto in gallurese, che è un ex istituto penale perché a qualche chilometro ne è stato realizzato uno nuovo. È un grosso fabbricato, rivalorizzarlo, trasformarlo in un fabbricato destinato alla cultura, oppure in altre tipologie, è un aspetto interessante.
  Sarò brevissimo, perché giustamente devono intervenire i colleghi. Ho visto che ha citato, signor Ministro, che per la questione sismica – in Sardegna non abbiamo questo problema, per fortuna siamo una terra antica, e siamo antichi anche noi ogni tanto – sono stati stanziati 60 milioni di euro. Però si è parlato anche di 40 milioni per l'erosione del mare. Purtroppo da noi in Sardegna questa si sta creando: ci sono spiagge che prima avevano una profondità di 20–30 metri, adesso ne hanno una di 12–15, e quindi si sta creando questo grosso problema. Le chiedo se eventualmente tenendo un rapporto, una proporzione, visto che la Sicilia avrà consistenti – non vorrei neanche dire tanto o poco – milioni a disposizione per la questione sismica, puntare semmai per la Sardegna a contenere l'erosione del mare.
  Concludo, lei ha citato il settore nautico. Secondo me, in alcune zone dove alcune scuole stanno chiudendo, come ad esempio gli istituti scientifici, ovvero gli istituti come ragioneria e per geometri in quelle piccole entità, bisogna semmai puntare sul settore nautico, cercando di creare quell'artigiano, quel personale specializzato per lavorare la vetroresina, perché in Sardegna, soprattutto i paesi e le città che si affacciano sul mare hanno una continua richiesta di navi, di piccoli mezzi, piccole imbarcazioni, ma anche yacht, e c'è un'assenza consistente di quel tipo di personale che lavora la vetroresina, che è uno dei materiali più utilizzati per le imbarcazioni. Ho concluso, grazie Presidente e grazie Ministro per la sua attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie al collega Giagoni, abbiamo il senatore Nicita e poi il deputato Ciancitto. Prego, senatore Nicita.

  ANTONIO NICITA. Grazie, ringrazio il Presidente e ringrazio il Ministro. Ovviamente molte delle questioni sono state citate dal Ministro, non ci torno; è molto importante, come ha detto il Presidente, questa enfasi della sua relazione finale sulle imprese, sulle isole di minore dimensione, e uno dei temi che abbiamo sollecitato, affrontato, per esempio, riguarda la possibilità, all'interno del progetto finanziato da REPowerEU, di poter allargare ed estendere anche la connettività energetica per parte o gruppi di isole minori, siciliane in particolare, ma questo vale anche ovviamente per altre isole.
  Sulla questione dell'emergenza, degli incendi, mi pare che il Ministro abbia evidenziato fabbisogni e necessità importanti. Anche qui sarebbe importante avere un mutamento strutturale dei sistemi di prevenzione e di soccorso per eventi meteorologici estremi, inclusi gli incendi, anche se molto spesso hanno natura dolosa, ma vengono ovviamente favoriti da situazioni meteorologiche particolari, e quindi l'appello che ha fatto il collega in relazione alla Sardegna, lo replico a proposito della Sicilia.
  Dovremmo immaginare, proprio nell'ottica di servizi essenziali legati alla insularità, dei presidi stabili, strutturali, disseminati nell'isola in modo tale di poter avere situazioni di intervento, per esempio in relazione agli incendi, ma non solo, in tempi molto rapidi.
  La seconda questione che vorremmo sottoporre attiene proprio, invece, a una ridefinizione delle nostre isole maggiori, ma questo vale anche per le isole minori, sul tema dell'uso della pianificazione del demanio, sia con riferimento alle questioni che sono state evidenziate dal Ministro, cioè la valorizzazione dei porti, dei traffici, dei commerci, e quindi anche la prospettiva del potenziamento economico dei porti, Pag. 9ma anche la valorizzazione economica sotto quell'egida di possibile ipotesi di sdemanializzazione che è stata pure inserita dentro il PNRR, di ambiti che riguardano le nostre coste che vanno incrociati in molti casi con la Marina militare, con l'Aeronautica e così via, che possono essere valorizzati, per esempio, per finalità di turismo e che quindi, in qualche modo, possono avere una programmazione.
  Chiedo in questo senso al Ministro – mi ripromettevo di fare un appello specifico, ma mi fa piacere farlo qui in Commissione – se possiamo pensare per le nostre isole di istituire un tavolo coordinato dal Ministro, con il Ministero della Difesa – perché abbiamo molte strutture nelle nostre coste che non sono più utilizzate o in dismissione o che potrebbero essere riprogrammate e trasferite, ed essere rivalorizzate per altri usi, sia di natura commerciale, sia di natura proprio di promozione turistica e quindi fare anche un tavolo diciamo di ricognizione di quello che c'è e che non c'è, di strutture che non sono più utilizzate e che magari non sono più neanche funzionali alle attività per le quali erano pensate; se è possibile fare una mappatura di natura per adesso squisitamente ricognitiva, per poi poter immaginare delle forme di interventi di valorizzazione delle nostre isole.
  Un altro tema che è emerso abbastanza in continuità è quello che riguarda la connettività, in particolare dei porti da una parte, e, come sappiamo, ci sono degli investimenti legati al PNRR per molte zone portuali, ma manca ancora una programmazione chiara delle prospettive, questo anche nel dialogo tra Governo nazionale e Governo regionale.
  Un ultimo tema che volevo evidenziare e affidare al Ministro è quello che riguarda l'interazione che esiste anche nei rapporti tra le isole in un sistema integrato di trasporti che possa riguardare sia il tema, che non riguarda direttamente il Ministro, del trasporto aereo, sia il tema del trasporto marittimo. Pensare a una qualche forma, come dire, di integrazione tra queste attività, legate poi anche alle specificità di cui si occupa il Ministro, quindi anche proprio di nuovo qui la valorizzazione delle connessioni e dei collegamenti marittimi.
  L'ultimo punto che resta sullo sfondo, che riguarda soprattutto la Sicilia, alcune isole minori della Sicilia, ma mi fa piacere citarlo, perché lo ha citato il Ministro anche se non direttamente, è il tema di come immaginare, al di là di prospettive di politica economica e sociale future, comunque di come prospettare meglio la pianificazione delle nostre coste e dei nostri siti per quello che riguarda tutto il tema dei migranti, dal soccorso all'accoglienza. Abbiamo moltissime zone dismesse, soprattutto della Sicilia meridionale, che potrebbero essere anche qui valorizzate come investimento per approntare strutture di soccorso e di coordinamento e una migliore programmazione tra i diversi siti hub che abbiamo in Sicilia. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Nicita, passo la parola al collega Ciancitto, prego.

  FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro Musumeci per la sua relazione puntuale, precisa e dettagliata. Cercherò di essere brevissimo, anche per dare la possibilità al Ministro di rispondere, visto che credo massimo alle 15.55 dobbiamo lasciare la Commissione per ritornare in Aula. Lei ha parlato della sanità, ritengo che la sanità di prossimità, che riguarda quindi le isole minori, sia un tema importante e fondamentale, anche perché la realizzazione di piccoli ambulatori aperti tutto l'anno, ben realizzati e organizzati, gestiti con la telemedicina dà la possibilità senza avere lì in presenza ad esempio un cardiologo, se c'è un paziente che sta male, di fare un elettrocardiogramma che può essere inviato tramite i sistemi digitali, letto, oppure un ecocardiogramma per poi trasportare il paziente tramite le piste di elisoccorso che lei ha citato poc'anzi.
  La realizzazione di questi ambulatori di prossimità, così mi piace chiamarli, che ritengo fondamentali, da estendere anche all'entroterra darebbero la possibilità ad esempio all'anziano che vive in un'isola minore affetto da un tumore, che deve Pag. 10effettuare una particolare terapia oncologica, e/o assumere determinati farmaci e che all'improvviso sta male, di avere un punto di riferimento dove iniziare una serie di esami, che oggi si possono fare grazie ai moderni meccanismi che ci mette a disposizione la scienza, per poi essere trasmessi e, quando si alza in volo l'elicottero per andare a prendere quel malato, già c'è una diagnosi di massima e quindi è possibile effettuare un intervento.
  Anche per il sistema scolastico ritengo importante investire molto sul digitale e quindi sull'educazione a distanza per consentire a chi è giovane di restare e vivere nelle isole tutto l'anno e quindi, associato a quello che diceva poc'anzi anche lei, una indennità da riconoscere agli insegnanti che stanno nelle isole. Questi mi sembrano due interventi attuabili, non molto costosi, ma che darebbero delle risposte sia ai cittadini che ai turisti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Onorevole. Non aggiungerei altre domande, ne avrei tante da fare, ma mi sembra che dobbiamo anche dare la possibilità al Ministro di rispondere alle tematiche che sono state sollevate, e quindi magari se abbiamo degli altri quesiti glieli manderemo per iscritto e le chiederemo degli ulteriori chiarimenti.

  NELLO MUSUMECI, Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. Sarà un piacere, Presidente. Intanto mi sforzo di contenere nel tempo le risposte ai parlamentari che ringrazio per i loro quesiti.
  Vado secondo l'ordine cronologico. L'onorevole Giagoni, la cui identità sarda emerge dall'accento, perché noi isolani siamo particolarmente sensibili a cogliere queste particolarità, sosteneva la necessità di dovere tenere un canadair in Sardegna per potere fare fronte in tempi ragionevolmente brevi agli incendi che purtroppo ogni anno puntualmente nei mesi estivi interessano soprattutto le aree boschive.
  Mi dispiace doverla deludere, ma la flotta dei nostri canadair, egregio onorevole, è sempre più assottigliata. Lei tenga conto che questo velivolo anfibio è stato progettato negli anni sessanta da una società canadese che ha detenuto il monopolio per quasi mezzo secolo e che da decenni non produce più velivoli, che nel frattempo, quelli in dotazione dell'Unione europea, del meccanismo unionale europeo, come si chiama in gergo tecnico e ufficiale, alcuni sono fuori uso per vecchiaia, altri purtroppo sono precipitati. Il risultato qual è? Che l'Europa non ha una flotta aerea antincendio degna di questo nome.
  Il nostro Governo al momento dell'insediamento – è materia che ho affrontato io per competenza diretta – si è preoccupato di chiedere a Bruxelles quali strategie intendono muovere e, in questo senso, abbiamo invitato a Roma il Commissario per gli affari umanitari che nello scorso mese, credo di novembre, ha partecipato a un apposito convegno internazionale e ci ha detto di avere ripreso come Commissione i contatti con la società che produceva i canadair con l'impegno che avrebbero presto messo mani alla fornitura, presto significa 5-6-7 anni.
  Abbiamo interessato due gruppi industriali italiani, uno dei quali ha già un progetto per la realizzazione di un velivolo che molto somiglierebbe al canadair, perché servono apparecchi agili, snelli, e capaci di potere immagazzinare una notevole quantità di acqua anche da un laghetto artificiale e subito intervenire sul luogo dell'incendio.
  C'è quindi una trattativa, due trattative parallele, una con la società dei canadair, e una con i gruppi industriali italiani, uno dei quali – sono autorizzato a dirlo – è Leonardo, che, come è noto, è una società che ha un capitale pubblico e privato.
  Quindi sottoporrò questa esigenza logistica e operativa al Dipartimento di Protezione civile, anche se la flotta viene gestita in concorso con il Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Ho il dovere di non farmi illusioni e neanche di alimentarne in lei sulla possibilità che, con questa esiguità di velivoli, uno possa essere a tempo stabile destinato alla Sardegna. Dobbiamo verificare come poter rimediare, ma veramente è da sottolineare quanto paradossale sia il fatto che per decenni nessun Governo, me lo lasci dire, lo dico senza polemiche, per Pag. 11carità, si sia posto il problema del potenziamento della flotta, né in Italia, né in sede comunitaria.
  Il problema della sanità è assolutamente vero, e richiama anche quello che ha detto da medico, peraltro, il deputato Ciancitto. La medicina di base è quella della quale maggiormente soffrono le isole minori, anche negli ospedali la permanenza di un sanitario a volte non supera la durata di un anno. Occorre introdurre una misura normativa perché, se è vero che il diritto alla salute, che prima di essere istituzionale, è un diritto fisiologico, è consacrato dalla Costituzione, è anche vero che se manca lo strumento essenziale, che è il medico, il diritto alla salute rimane soltanto una nobile enunciazione.
  Quindi dobbiamo introdurre, come parlamentari, una norma che invece assicuri per un determinato periodo di tempo, per 3–5 anni, la presenza costante di un sanitario nella struttura ospedaliera e, ove non ci fosse l'ospedale, in una struttura sanitaria, o comunque nella guardia medica o con la medicina del territorio, che come sappiamo ormai da tanto tempo diventa un oggetto sconosciuto in molte realtà della nazione, e non svolge più quella funzione di filtro tra gli accessi impropri ai Pronto soccorso degli ospedali e le famiglie che di fatto non sanno a quale medico telefonare, perché la medicina di base è diventata assai carente.
  Soprattutto nei mesi estivi abbiamo questo dovere, ma questo vale anche per i mesi invernali, anche se sull'isola dovessero restare solo dieci persone, perché ogni cittadino ha il diritto, sul suolo nazionale, alla tutela e alla salvaguardia della propria salute.
  Sulla erosione del mare, il tema è di competenza regionale. Il Presidente della Regione è anche Commissario per la lotta al dissesto idrogeologico – lo so per interesse pubblico in atto non più esercitato, ma fino a qualche anno fa – e alla erosione costiera. Ha un apposito bilancio, può dotarsi di un soggetto attuatore. Non ho dubbi che lo abbia fatto anche il collega Presidente della Regione Sardegna, e quindi si tratta soltanto di individuare il tipo di intervento, affidare la progettazione e utilizzare le risorse disponibili.
  In ogni caso nella misura di prevenzione stiamo immaginando anche di dotarci, speriamo che il MEF lo faccia, ma quello è un altro grosso problema, di dotarci di fondi per neutralizzare la costante azione erosiva del mare.
  Sull'assenza del personale qualificato concordo perfettamente; le industrie interessate alla costruzione di imbarcazioni, e in questo caso particolare di nautica da diporto, lamentano la mancanza di professionalità. È frutto anche di una sbagliata azione della politica, me lo lasci dire, che negli ultimi trenta anni ha esaltato il valore della laurea, giustissimo, ma ha criminalizzato il lavoro manuale, dimenticando che la dignità del camice bianco di un primario ospedaliero ha la stessa dignità di una tuta sporca di un meccanico, perché è il lavoro che rende l'uomo soggetto attivo del territorio.
  Al Senatore Nicita, che conosco anche personalmente per essere collega e senatore, ma anche perché, come me, siciliano, dico che alcuni dei temi chiamati in causa esulano dalle competenze delle mie deleghe e invece investono la Regione Siciliana; in particolare, per quanto riguarda gli incendi estivi, per la necessità, anche qui, di garantire un intervento, un soccorso immediato, la legge nazionale stabilisce, una legge del 2000 credo, che la competenza per la lotta agli incendi è esclusivamente delle regioni.
  Il tavolo su strutture inutilizzate del demanio costiero mi convince moltissimo, anche qui alcune realtà demaniali appartengono allo Stato, altre alla Regione. Per quanto riguarda la Regione, mi piace ricordarlo, lo dico anche ora senza iattanza, ma con grande compiacimento, che subito dopo il mio insediamento la Regione ha pubblicato un bando per affidare a privati in spazi di tempo congruo anche per decenni, diversi decenni, i demani costieri inutilizzati. La risposta è stata significativa, in verità inferiore a quello che ci aspettavamo, proprio perché condivido con il senatore Nicita l'esigenza di rendere produttive, oltre che di salvaguardare molte delle strutture demaniali sulle nostre coste, che, Pag. 12se abbandonate, conferiscono un aspetto di degrado al contesto paesaggistico.
  Sul sistema dei trasporti naturalmente bisognerà parlare con il collega che si occupa di trasporti, ma, ove mai fosse necessario, potrei rendermi interprete e portavoce di questa esigenza, che è fortemente avvertita in tutte le regioni che hanno competenze con le isole minori.
  L'onorevole Ciancitto, naturalmente da medico, punta il dito sulla sanità. Assolutamente in linea con una visione innovativa dei servizi sanitari da offrire al territorio, questa degli ambulatori di prossimità, se l'onorevole Ciancitto è d'accordo, e non mi chiede diritti di copyright, potrei utilizzarla nel prosieguo della mia attività. Abbiamo la necessità, lo dico per avere fatto un giro in molte delle isole minori e aver parlato con i sindaci e con i cittadini e avere visitato le strutture sanitarie, che un malato di cancro che deve sottoporsi periodicamente alla chemioterapia, di volta in volta deve affrontare due calvari, il primo quello del trattamento della chemio e il secondo è quello dei trasporti. È davvero insopportabile e inconcepibile una cosa del genere, è uno dei temi che affronterò nel mese di febbraio con il collega Ministro Schillaci, proprio perché almeno per le isole si possa derogare, così come si è derogato per la formazione delle classi dell'istruzione primaria.
  La mancanza di alunni spesso non consentiva con la norma vigente di poter formare un'altra classe. Una recente norma di questo Parlamento manda in deroga la normativa generale e consente alle isole minori anche con 2–3 bambini di potere assicurare l'istruzione fino a quando non si raggiunge l'età necessaria per, magari, utilizzare strutture scolastiche nella terra ferma.
  Questi sono gli obiettivi essenziali che si aggiungono a quelli che ho appena elencato. Sono contento, signor Presidente e onorevoli commissari, dell'interesse che questa Commissione manifesta verso questo tema, è probabile quindi che ci si possa o ci si debba incontrare in prosieguo ed è inutile dire che lei e i commissari potrete contare sulla disponibilità mia e dei dirigenti, del Capo Gabinetto, del direttore di Casa Italia, del direttore della Protezione civile, del consigliere legislativo che sono qui con me e che rimangono a vostra disposizione e ringrazio per la loro presenza.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. La voglio ringraziare sia per avere risposto a tutte le domande che per l'esauriente relazione svolta e la invitiamo in caso ad inviare ulteriore documentazione qualora possa essere utile al lavoro di questa Commissione, che ha davanti a sé del tempo nel quale deve lavorare soprattutto per provare a standardizzare quelle che sono le esigenze delle piccole isole e delle grandi isole per raggiungere e colmare il gap di sviluppo che è naturale nella costituzione dell'essere isola.
  Lo ha misurato già l'Istat con la documentazione molto importante che ha depositato ed è evidente questo dato di ritardo che è strutturale e che dipende dalla dimensione stessa delle isole, dall'essere mercato ridotto, in qualche modo, e dalle difficoltà di connessione e quindi è molto importante il contributo che ci ha dato, la ringraziamo.
  Dichiaro conclusa l'audizione e la Commissione è aggiornata a domattina con l'Ufficio parlamentare di bilancio alle 8.45. Grazie ancora Ministro.

  La seduta termina alle 16.