XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 18 di Mercoledì 31 gennaio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 

Audizione della Presidente del IX Municipio di Roma Capitale, Teresa Maria Di Salvo:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 
Di Salvo Teresa Maria , Presidente del IX Municipio di Roma Capitale ... 4 
Morrone Jacopo , Presidente ... 11 
De Priamo Andrea  ... 11 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 13 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 14 
Potenti Manfredi  ... 15 
Giuliano Carla (M5S)  ... 16 
Iaia Dario (FDI)  ... 17 
Petrucci Simona  ... 19 
Morrone Jacopo , Presidente ... 19 
Di Salvo Teresa Maria , Presidente del IX Municipio di Roma Capitale ... 19 
Morrone Jacopo , Presidente ... 19 
Di Salvo Teresa Maria , Presidente del IX Municipio di Roma Capitale ... 20 
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 
Petrucci Simona  ... 26 
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 
Di Salvo Teresa Maria , Presidente del IX Municipio di Roma Capitale ... 26 
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 

Audizione dell'Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della Regione Marche, Stefano Aguzzi:
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 
Aguzzi Stefano , Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche ... 28 
Morrone Jacopo , Presidente ... 36 
Fregolent Silvia  ... 36 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 37 
Petrucci Simona  ... 39 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 40 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 42 
Morrone Jacopo , Presidente ... 42 
Aguzzi Stefano , Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche ... 42 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 46 
Aguzzi Stefano , Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche ... 46 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 47 
Aguzzi Stefano , Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche ... 47 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 47 
Aguzzi Stefano , Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche ... 47 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 47 
Aguzzi Stefano , Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche ... 47 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 48 
Aguzzi Stefano , Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche ... 48 
Morrone Jacopo , Presidente ... 49 

(La seduta, sospesa alle 9.50, riprende alle 9.55) ... 49 

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 50 

Comunicazioni del Presidente:
Morrone Jacopo , Presidente ... 50

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 8.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera deputati.

Audizione della Presidente del IX Municipio di Roma Capitale, Teresa Maria Di Salvo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della presidente del IX Municipio di Roma Capitale, Teresa Maria Di Salvo, che ringrazio della presenza. Avverto la nostra ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza, saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento sul sistema complessivo di gestione dei rifiuti della Regione Lazio e di Roma Capitale, anche con riferimento alla destinazione dei flussi extra regionale dei rifiuti e la gestione illecita di rifiuti, incluso il fenomeno dei roghi. In particolare la presente audizione ha ad oggetto il rogo divampato il 31 dicembre scorso nel quartiere di Mezzocammino nel IX Municipio di Roma e fa seguito al sopralluogo svolto il 25 gennaio scorso da una delegazione della Commissione sui luoghi dell'incendio.Pag. 4 Ricordo che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, sulle organizzazioni in esse coinvolte e sulle infiltrazioni della criminalità organizzata. La Commissione acquisisce informazioni sui soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, con l'obiettivo specifico di individuare eventuali connessioni tra tali attività illecite e altre attività economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti all'interno dei territori comunali e provinciali e tra le diverse regioni, anche tenendo conto del divario nella dotazione di impianti. Inoltre, sulla base delle legge istitutiva, è compito specifico della Commissione indagare sulle attività illecite legate al fenomeno degli incendi e su altre condotte illecite riguardanti gli impianti di deposito, trattamento e smaltimento dei rifiuti, ovvero i siti abusivi di discarica. Cedo dunque la parola alla presidente Di Salvo per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  TERESA MARIA DI SALVO, Presidente del IX Municipio di Roma Capitale. Grazie davvero presidente e grazie a tutti voi. È un ringraziamento non formale, perché credo che sia molto importante avere la possibilità in questa sede di raccontare che cosa è successo nel mio municipio e in particolare a largo Jacovitti. Questo racconto necessita di una brevissima premessa.
  Voi sapete come Roma sia divisa in 15 municipi, ogni municipio è più grande di una media città italiana, in particolare il IX Municipio, che io amministro, è un municipio più grande di Milano, 183 chilometri quadrati, certamente con una densità demografica inferiore, anche perché sul territorio ci sono ben due riserve naturali, con circa 183 mila abitanti.Pag. 5
  Ho descritto il perimetro del territorio perché è un elemento delle cose che dirò successivamente. È un territorio, quindi, come vi ho detto, che ha grandissimi spazi verdi e una densità demografica che lascia al verde molte possibilità. È proprio questa configurazione ad essere particolarmente attrattiva per lo smaltimento illecito di rifiuti, per questo descrivevo le caratteristiche del territorio.
  Per venire a quello che è successo il 31 dicembre, io vi ringrazio di aiutarci ad accendere i riflettori e considero l'audizione di oggi importante anche a questo fine, non solo al fine di essere aiutati da tutti i livelli istituzionali a risolvere i problemi che abbiamo. Anche già la stessa audizione è un sostegno nell'accensione dei riflettori. Nella notte tra il 30 e il 31 dicembre scoppia un incendio, la cui natura non è ancora definita, nell'autorimessa che è sottostante una piazza, largo Jacovitti, una piazza enorme, privata a uso pubblico. Nell'autorimessa privata scoppia un incendio, che determinerà poi nel giro delle ore – nonostante l'intervento dei Vigili del fuoco e, immaginerete, della protezione civile, insomma di tutti quelli che ci dovevano essere – il crollo della piazza. Quindi al momento esiste questa grande voragine, lungo il cui perimetro c'è il condominio «I Gelsi» e, al di sotto, rifiuti combusti di non certa origine. Che ci fosse una discarica abusiva dentro l'autorimessa era noto da almeno dieci anni. Era noto, era stato ampiamente denunciato attraverso esposti dai cittadini e dalle cittadine. Il fenomeno era stato attenzionato, e infatti da quelle denunce erano nati alcuni sequestri. Quell'area era sequestrata, l'ultimo sequestro risale a maggio del 2023. Noi amministriamo il territorio dalla fine del 2021, quindi da due anni, e noi stessi abbiamo sollecitato la polizia locale a chiedere un'ulteriore attenzione, insomma c'era stato un nuovo sequestro a maggio del 2023. Nonostante i ripetuti sequestri, almeno tre nel corso Pag. 6di dieci anni, lì in quella autorimessa furgoni e camion hanno continuato a scaricare rifiuti di origine non identificata. La proprietà di quella autorimessa ha in proprietà anche altri luoghi del municipio, in particolare c'è il Torrino Sport Center, nei cui pressi esiste un'altra discarica abusiva che abbiamo chiesto di attenzionare e anche questa adesso è sequestrata. Ma il meccanismo che emerge da brevi cenni che vi ho riassunto, è che c'è l'acquisizione di immobili, spesso all'asta, che sono poi riempiti da rifiuti che non vengono smaltiti con i costi che le norme e le regole prevedono in caso di smaltimento di rifiuti solidi urbani. Quindi, è una modalità attraverso cui ci sono quelli che conferiscono questi rifiuti e questa proprietà, questa persona ben identificata e nota, che li acquisisce e poi li stipa dentro questi luoghi. Parliamo di questo quando parliamo dell'autorimessa sottostante largo Jacovitti. Sono diversi i piani su cui può incentrarsi l'azione amministrativa, ma anche l'attenzione di tutti i livelli istituzionali. C'è un primo piano che è quello della magistratura, delle indagini, per accertare le responsabilità dell'incendio, che non è detto che sia stato doloso, ma che non è escluso che lo sia stato. Ripeto, sono dieci anni, non so se vi do il senso di questi dieci anni in cui le persone hanno visto continuare a scaricare nell'autorimessa camion di rifiuti non ben identificati, facendo gli esposti. Poi il sequestro, con il proprietario dell'autorimessa stessa che è diventato il custode giudiziario. Vi ho detto che cosa è successo dopo l'incendio. Un piano è quello della magistratura, quindi il piano è quello di indagare sulle cause dell'incendio.
  C'è un secondo piano che è in corso, che è quello della bonifica almeno dei rifiuti esterni, perché c'è una grande mole di rifiuti combusti sotto l'autorimessa e quindi sotto la piazza, nella voragine, poi c'era una parte non altrettanto numerosa, ma comunque esistente, di rifiuti nella parte esterna.Pag. 7
  Noi abbiamo chiesto al dipartimento di Roma e all'assessorato all'ambiente le risorse da conferire ad AMA, la nostra azienda municipalizzata per i rifiuti, per bonificare questa parte esterna in danno. È iniziata venerdì scorso questa bonifica ed è in corso. Quindi i rifiuti esterni verranno tolti con risorse del comune di Roma e poi, come si fa in questi casi, come quando buttano giù gli immobili abusivi, in danno della proprietà, quasi sicuramente non solvibile. Comunque la procedura è questa. E questo è un secondo piano, la bonifica esterna.
  Tuttavia, nel frattempo, cioè da quando è scoppiato l'incendio fino ad oggi, prima con un servizio addirittura di polizia privata, di cui il condominio si è dotato, poi – mi autodenuncio – grazie all'azione di mobbing nei confronti di tutti i livelli istituzionali possibili – le forze di polizia, conoscete la situazione, devono presidiare tanti luoghi e hanno pochi agenti – c'è stato un rafforzamento del pattugliamento intorno al perimetro di quella piazza. Sono stata audita dal comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, presieduto dal prefetto e con il questore e tutti i comandanti delle varie forze di polizia e in quella sede ho chiesto il rafforzamento del pattugliamento, che è avvenuto. Inoltre, ieri il municipio a spese proprie ha installato anche una videosorveglianza. Questo perché non si sono interrotti del tutto gli sversamenti, o comunque i residenti denunciano la presenza di personaggi non ben identificati che si aggirano di notte, ci sono stati furti intorno a quel perimetro, pare che siano passate macchine di notte lanciando dei sacchetti. Può darsi anche, io questo non posso garantirvelo, che ci sia un livello di attenzione, di esasperazione e di preoccupazione che fa sì che si interpretino in un certo modo dei movimenti che magari in altra situazione sembrerebbero meno sospetti. Sta di fatto che siccome è successo e siccome anche dopo la combustione ha Pag. 8continuato a esserci, non era detto che nei giorni immediatamente successivi si fosse tutto completamente risolto, probabilmente adesso sì, quindi le persone hanno richiesto un aumento del livello dalle propria sicurezza, garantito in una prima fase da una guardiania che il condominio ha pagato di tasca propria, e successivamente da un servizio di pattugliamento incrementato e dalla videosorveglianza installata da ieri.
  L'incendio ha determinato nei primi giorni un livello importante di inquinamento dell'aria, infatti la mattina del 31 dicembre per precauzione tutte le persone sono state evacuate e per alcuni giorni, fino al 3 gennaio, sera in cui sono rientrate, è stata allestita una palestra in una scuola vicino dalla protezione civile. In realtà poche persone l'hanno utilizzata perché molte sono state accolte dai parenti, c'è stata una solidarietà molto importante da parte dei cittadini lì intorno. Quindi c'è stata per un certo tempo anche una preoccupazione serissima sull'inquinamento dell'aria e per le conseguenze sulle persone.
  C'è un ultimo piano che è quello della ricostruzione.
  Un tema riguarda la bonifica, che è in corso grazie al comune di Roma. C'è un'altra bonifica totale, e questo è il terzo piano, propedeutica alla ricostruzione della piazza, che deve essere fatta e che non può essere fatta in questo momento da AMA, perché al di là delle risorse necessarie, punto rilevante ma in questo caso secondario, quell'area essendo crollata la piazza è stata dichiarata inagibile da una commissione ad hoc, che è quella che verifica la solidità e la stabilità degli edifici. Lei, presidente, l'ha visto perché la vostra Commissione ha fatto un sopralluogo – come ha detto nello speech iniziale – e io vi ringrazio anche di questo. Quindi il luogo è inagibile, per cui probabilmente l'unica soluzione possibile per bonificare – e a quel punto capire che tipo di rifiuti ci sono perché al momento non lo sappiamo – è la demolizione. Cosa non priva di Pag. 9complicazioni, perché lungo questa voragine ci sono due piccoli edifici di proprietà privata, che quindi vanno coinvolti nella demolizione. Non ho detto prima, ma aggiungo adesso, che oltre alle preoccupazioni e a quello che vi ho raccontato che ha coinvolto i condomini, c'erano al pian terreno del condominio degli esercizi commerciali, che, immaginate voi, sono lungo il bordo di un burrone, non sono chiusi perché non sono chiusi ma naturalmente hanno subito una perdita importantissima. C'è un piccolo marciapiede lungo cui si può accedere, ma capite la scarsa attrattività di un bar piuttosto che di un'estetica messa in quella situazione. C vorrà uno strutturista che accerti, non se sia agibile o meno, perché che non sia agibile quel posto è già dichiarato, ma che accerti le modalità attraverso cui si possa bonificare. Ci dicono i nostri uffici, che hanno come direzione tecnica ingegneri e architetti e quindi sono persone competenti, che dovrebbe essere demolito e poi ricostruito.
  Era previsto che il proprietario, parliamo di convenzioni urbanistiche e di oneri, rendesse la piazza molto attrattiva e accogliente con alberi e panchine. Non è mai stata questo. Quindi l'intenzione dell'amministrazione è da un lato di fare quello che serve per bonificare, dall'altro di ricostruire una piazza accogliente, a risarcimento di dieci anni vissuti diciamo pericolosamente.
  L'intenzione dell'amministrazione si scontra con due problemi: il primo, la piazza è privata, quindi tutto quello che bisognerà fare così come fatto fino adesso sarà fatto in danno. I costi preventivabili, ma non preventivati in modo certo, sono di 2 milioni di euro, per demolire e poi ricostruire nel modo che vi ho detto. Successivamente, io penso che una volta che le risorse pubbliche vengano utilizzate, ancorché in danno ma su proprietari non solvibili, quella piazza debba diventare un luogo pubblico, aperto ai cittadini, una risorsa in più per il Pag. 10nostro territorio, per quel quadrante di Mezzocammino, perché altrimenti non ha veramente senso tutto questo.
  Concludendo, la richiesta che io ho fatto durante il sopralluogo al presidente e che vorrei fare a tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato, perché di interesse generale, è di aiutarci a trovare le risorse. Occorre una collaborazione istituzionale per trovare le risorse necessarie per fare quello che vi dicevo. La prima necessità è quella di aiutarci a tenere accesi i riflettori e quindi fare quello che la vostra Commissione ha il compito di fare per mission. Ma aggiungo, lo dicevo all'inizio e chiudo con questo, che il territorio del IX Municipio, che è territorio di una bellezza assoluta – bellissimo, è proprio bello, è un territorio di grande attrattività naturale, ci sono due riserve naturali e un fosso dichiarato monumento naturale – per le sue caratteristiche, appunto per questi grandi spazi anche difficili da presidiare, è un luogo scelto per lo smaltimento illecito dei rifiuti. Quello che è successo a largo Jacovitti non è un fatto isolato, vi ho detto che ci sono sparsi e conosciuti altri luoghi utilizzati come discariche abusive in immobili acquisiti ad hoc, ma ci sono anche con frequenza camioncini che arrivano da fuori Roma per smaltire i loro rifiuti, della cui natura sappiamo solo che sono solidi urbani e quindi non smaltibili nelle cave. Vengono scaricati nottetempo negli unici due luoghi del territorio che non hanno il porta a porta ma la raccolta su strada e quindi i cassonetti. Anche questo è noto. Il tema non è soltanto largo Jacovitti ma è un sistema di smaltimento dei rifiuti che avviene in modo illecito da parte di chi conferisce, in modo illecito da parte di chi riceve, in questo caso con una persona identificata, certa, che fa queste cose. Non so se è solo quella, ma quella è certa. Mi sembra che si tratti di un fenomeno non così difficile da individuare. Io credo che le persone debbano sapere che le istituzioni si mobilitano unite Pag. 11per spezzare questo sistema e per questo vi ringrazio particolarmente.

  PRESIDENTE. Ringrazio la Presidente per questa sua relazione. Lascio la parola ai colleghi. Do la parola al senatore De Priamo, che è in collegamento.

  ANDREA DE PRIAMO. Buongiorno. Innanzitutto ringrazio il presidente che con grande sensibilità e in pochissimi giorni ha approntato un sopralluogo della Commissione. Esercitando in quel caso più la funzione di cittadino che non quella di senatore, gli avevo segnalato quello che era accaduto il 31 dicembre a causa dell'incendio di Torrino Mezzocammino, che aveva una rilevanza molto grave e sicuramente era di interesse della Commissione ecomafie. La presidente ha ricordato in modo esaustivo quello che è accaduto. Voglio solo aggiungere nella ricostruzione della vicenda – non perché tanto si possa tornare indietro nel tempo ma giusto perché anche i colleghi e il presidente abbiamo tutti gli elementi – che in anni passati, quindi non parliamo di questa amministrazione ma parliamo addirittura del 2015, erano stati stanziati dei fondi per fare proprio un'ordinanza in danno, poiché questo fenomeno di degrado e di sversamenti già esisteva, come anche gli obblighi dal punto di vista urbanistico della proprietà, che doveva realizzare, come ha detto giustamente la presidente, una piazza attrezzata ad uso pubblico. Questi soldi erano stati stanziati e poi una successiva amministrazione, parliamo del 2016-2017, purtroppo ha definanziato. All'epoca ci fu anche un po' di polemica, fatto sta che siamo arrivati a questa situazione.
  Cerco di essere breve però è molto importante, io parto dall'aspetto che ha segnalato la presidente, anche come tema di indagine non solo di questo singolo fenomeno ma del fenomeno in generale dei cosiddetti svuota cantine abusivi e dell'utilizzo Pag. 12della ricerca di aree – in questo caso addirittura sotto il naso dei cittadini incredibilmente, è un'area che infatti era sotto sequestro – per buttare materiale che i cittadini ingenuamente ritengono di smaltire in modo legale rivolgendosi a questi soggetti. Voglio dire che su questo in loco, quando abbiamo fatto il sopralluogo, abbiamo avuto modo di parlare, anche con il presidente, con un funzionario della polizia locale di Roma Capitale che in precedenza è stato consulente di questa Commissione e che io ritengo, lo dico quindi affinché resti a verbale, possa essere utile quantomeno audire, se necessario anche in forma segretata, per capire come possiamo dare un aiuto, ovviamente senza sovrapporci al lavoro della procura. Come ben sappiamo è una delle nostre facoltà e a mio avviso anche il nostro dovere.
  Questo in generale, nello specifico devo dire che la presidente è molto attiva, operosa e anche collaborativa. Non voglio fare polemica ma ho finora ho percepito di meno la presenza del Campidoglio, c'è voluta veramente molta fatica, ricordo che anche noi abbiamo sollecitato sia il prefetto sia il sindaco. Credo che la parte di bonifica della zona combusta, quindi la parte più complessa di cui parlava la presidente, è importantissima, perché ad oggi abbiamo avuto dei rilievi dell'Arpa non a norma nei giorni dopo l'incendio, e quindi c'è una situazione ambientale molto pericolosa oltre al degrado e alla necessità di ricostruire.
  Per quanto riguarda l'appello della presidente, sicuramente tutte le forze politiche potranno sensibilizzare in tutti i modi e a tutti i livelli istituzionali, però non so se la parte parlamentare può avere un ruolo in questo, se non quello di sensibilizzare. Credo che sia in questo caso il Campidoglio a dover tracciare un percorso a supporto del municipio per una tempistica e anche un finanziamento della bonifica, della messa in sicurezza,Pag. 13 della riqualificazione successiva e del rifacimento della piazza. Diamo ovviamente la disponibilità a tutti i livelli istituzionali, tuttavia il punto è questo ed è un tema molto urgente, perché anche chi non è stato presente al sopralluogo può andarlo a verificare, è una situazione del tutto anomala. Quindi l'importante sarà capire dal Campidoglio cosa vuole fare, l'importante sarà da parte nostra a contribuire ad accendere i fari su questo fenomeno, sia nello specifico ma anche in senso più ampio sugli sversamenti abusivi – e criminali direi – di rifiuti, e da questo punto di vista c'è molto da fare. Dunque alla presidente chiederei se il Campidoglio le ha dato un percorso, al di là della difficoltà a trovare risorse, e qual è questo percorso, fermo restando il suo impegno personale che riconosco pubblicamente e per la quale la ringrazio.

  MARCO SIMIANI. Buongiorno, presidente. Ringrazio l'onorevole Di Salvo della sua relazione. Io credo che la vicenda che ha vissuto in queste settimane il municipio sia una vicenda che vada attenzionata non solo per gli aspetti legati a questa Commissione, ma soprattutto per capire quello che le istituzioni possono fare per risolvere il problema. Non possiamo essere solo quelli che fanno indagini, siamo parlamentari e dobbiamo anche trovare le soluzioni. Quello che ha detto la presidente è molto particolare, anche nel passaggio in cui ha detto che il proprietario è anche il custode giudiziario, una cosa veramente assurda, però poi credo che ci sarà chi di dovere a verificare tale scelta, perché è veramente anomala.
  Questa situazione in cui addirittura c'è la possibilità di acquistare immobili all'asta per poi farli diventare discariche in giro per la città credo sia un tema che, se questo è vero, e ci credo perché ce lo dice lei, credo che debba essere non solo attenzionato da questa Commissione ma anche da tutto il Pag. 14sistema giudiziario e delle forze dell'ordine per poter verificare lo stato dell'arte.
  Credo che oggi non serva scaricare la palla sul Campidoglio o sul Parlamento, perché è un gioco che a me non piace. Credo, invece, che noi possiamo trovare insieme una soluzione. Sono d'accordo con chi nella sua riflessione dice che la palazzina vada distrutta e completamente risanata, magari per farla diventare anche una piazza, un luogo di tutti, dando anche un messaggio politico vero e serio, in un momento in cui le istituzioni devono acquisire credibilità su certi tipi di lotte. Credo che su questo tema si possano creare anche le condizioni, senza farla diventare una bandierina politica dell'una e dell'altra parte, per una soluzione di carattere economico in cui anche a livello parlamentare noi possiamo trovare risorse, che siano fondi provenienti dal Fondo per la coesione e lo sviluppo (FSC) o che siano fondi dello Stato. Abbiamo visto nella legge di bilancio che sono state fatte tante scelte di questo tipo, in termini generali, abbiamo commissariato addirittura una regione per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti e gli abbiamo dato 800 milioni di fondi FSC. Se Roma Capitale, la Regione Lazio e il Governo facessero un accordo in tal senso non ci vedrei niente di male, perché credo che sia più facile mettere 1 o 2 milioni, non so quale sarà la cifra per risanare e ricostruire questa piazza, che commissariare una regione sul ciclo dei rifiuti come la Sicilia. Credo anche che possa essere un messaggio molto più forte di quello che è stato fatto in Sicilia.

  CARMELA AURIEMMA. Grazie, presidente. Io innanzitutto ringrazio la presidente Di Salvo. L'unica fortuna forse in questa grande sfortuna è che quando c'è stato l'incendio – io so che ci sono quattro scuole nella zona – era il periodo in cui le scuole erano chiuse. Mi sembra, da quello che ci ha descritto e dalle notizie che abbiamo, che è il triste epilogo di una storia Pag. 15che oggettivamente ha delle forti contraddizioni. Come appunto dicevamo prima, è inimmaginabile che l'autore di questa discarica sia anche il custode giudiziario, questa è una contraddizione imbarazzante. Secondo me, come legislatori dovremmo approfondire anche questo punto. Mi interessa però capire alcuni aspetti. Lei ha parlato di una cifra di circa 2 milioni di euro per la bonifica totale, che ricomprende l'abbattimento. Vorrei capire se c'è una previsione per il reperimento di queste risorse, cioè se il comune già sa quanto può stanziare e quanto in realtà invece non può stanziare, dove si può attingere e chi possiamo sollecitare con una collaborazione trasversale.
  Poi c'è la questione che lei pone che è estremamente interessante per la nostra Commissione, cioè questa pratica dell'acquisto delle case all'asta. So che era un fenomeno conosciutissimo, risaputo, anche dalle istituzioni, e quindi le chiedo se, anche per evitare un altro triste epilogo come questo, ci sono altre situazioni già esistenti da parte dello stesso autore o anche solo notizie su cui la Commissione può indagare.
  Infine, la piazza era a uso pubblico, ma rientrava sempre nella normativa per quanto riguarda gli oneri urbanistici, quindi il grande paradosso è che con l'applicazione della normativa in questione, sono stati ridotti gli incassi del comune, ma nello stesso tempo non è stato utilizzato il bene che doveva fornire il costruttore e questo bene è poi diventato uno strumento illegale. Veramente siamo a dei paradossi imbarazzanti

  MANFREDI POTENTI. La ringrazio, presidente. Le mie sono domande un po' più specifiche, che probabilmente le avranno già rivolto nel corso della visita, ma che vorrei rimanessero a verbale anche per un futuro utilizzo delle stesse. Le volevo chiedere se è a conoscenza e se può riferirci, relativamente a indagini in corso o indagini che sono state già effettuate in passato, quale ne sia l'esito e quale l'autorità giudiziaria e se si Pag. 16ricorda anche il nome dei giudici o dei pubblici ministeri procedenti. Infine, le volevo chiedere se quest'area di cui parlavano i colleghi fosse in qualche modo funzionale, quindi adibita a uso e servizio, quindi fosse nella gestione, di un condominio costituito e identificabile e quali sono state le iniziative riferibili a questo condominio.

  CARLA GIULIANO. Grazie, presidente. Io ringrazio la presidente del IX Municipio per la sua relazione. Volevo alcuni chiarimenti e formulare una domanda, che è quella anche del collega che mi ha preceduto. Volevo capire a che punto è l'iter giudiziario, perché lei parlava di diversi esposti dei cittadini, se quindi in base anche allo stato di avanzamento dell'iter giudiziario vi eravate mai coordinati con la procura della repubblica per mettere in atto delle azioni tramite appunto una sorta di bonifica in danno. Volevo anche capire se negli anni erano stati fatti dei rilievi ulteriori, oltre a quelli che sono stati svolti dall'Arpa successivamente all'incendio; se nel corso degli anni, anche considerato l'iter giudiziario di cui non abbiamo contezza, erano state fatte delle caratterizzazioni dei rifiuti presenti; se c'erano stati dei rilievi di inquinamento ambientale in senso ampio, quindi sia del sottosuolo sia dell'aria; se e da quando sono ricominciate normalmente tutte le attività di quell'area e – visto che leggevo da fonti di stampa che in realtà i rilievi fatti dall'Arpa avrebbero certificato la presenza di diossina addirittura superiore a quella presente dopo l'incendio di Malagrotta – se non avete ritenuto opportuno, anche sentendo l'Arpa, di procedere a delle restrizioni a tutela dei residenti di quell'area. Mi è sfuggito il passaggio, forse l'ha detto, di che tipo di raccolta viene effettuata normalmente in quell'area, quindi prima dell'incendio, se era una raccolta differenziata porta a porta o con i cassonetti.Pag. 17
  Un aspetto interessante per la Commissione, che spero possa essere approfondito, è la vicenda legata agli acquisti degli immobili all'asta per poi adibirli a luoghi di smaltimento illecito di rifiuti.
  Infine, le chiedo se avete pensato – visto che si tratta di una vicenda che va avanti da dieci anni – di interessare anche la regione, tra l'altro credo dal 2022 o 2021 c'è a livello nazionale una normativa sui siti orfani – anche se non so, ripeto, a che livello è l'iter giudiziario – per consentire la bonifica con fondi ministeriali di siti fortemente contaminati e vasti, che però non possono essere bonificati perché o il proprietario è ignoto oppure non mette in atto le azioni di bonifica.

  DARIO IAIA. Grazie, presidente. Buongiorno, dottoressa, e complimenti per la trasparenza con cui ha descritto questo fenomeno. Io purtroppo non ho potuto partecipare al sopralluogo, però mi sono fatto un'idea, ho visto delle foto, veramente una situazione paradossale, direi incredibile. È nostro compito quello di accendere i riflettori, per cui siamo ben felici di farlo in questo momento, però non è compito della Commissione quello di reperire le risorse per poter effettuare questa bonifica.
  Per cui io le chiederei in primo luogo, dal punto di vista pratico e concreto, avendo fatto il sindaco per dieci anni e quindi sapendo di cosa parliamo, a che punto siamo dal punto di vista amministrativo, in relazione alle bonifiche. Voi avete ricevuto comunicazioni, disponibilità, risorse? Vi è stata chiesta la collaborazione con risorse anche del IX Municipio o del comune per effettuare queste bonifiche? Si è fatto riferimento agli 800 milioni della Sicilia, che non hanno nulla a che vedere con la vicenda che riguarda Mezzocammino perché lì si parla di 800 milioni per la realizzazione di due termovalorizzatori e non per le bonifiche. Noi riteniamo che se ci fossero più termovalorizzatori probabilmente avremo meno discariche abusivePag. 18 e meno fenomeni di sversamenti abusivi, così come purtroppo si verificano. Ancora un'altra domanda, lei ha parlato di sequestro, quindi mi riallaccio anche alle domande fatte precedentemente dai colleghi. C'è una misura di sequestro in corso, lei ha detto chiaramente che c'è un soggetto identificato che dovrebbe essere responsabile di tutta questa situazione. Le chiedo, da quello che le risulta, a che punto sono i procedimenti penali e se il IX Municipio e il comune di Roma si sono mai costituiti parte civile, quindi se siamo nella fase dibattimentale o soltanto nella fase delle indagini preliminari. Lei ci ha parlato di misure cautelari reali, vorremmo anche capire se sono state adottate misure cautelari personali nei confronti di qualche soggetto, anche per interrompere la consumazione di reati, che da quello che lei ha riferito dovrebbe essere ancora in corso. Lei ha detto che ancora oggi risulta lo sversamento di rifiuti, non ho capito se di singoli sacchetti da parte di cittadini oppure in maniera organizzata, ci può chiarire anche questo aspetto?
  Molto bene la videosorveglianza e il pattugliamento che si sta facendo. Credo che si possa arrivare – all'esito del procedimento penale – all'acquisizione al patrimonio pubblico dell'area anche a seguito di una proposta che è diventata legge, con un mio emendamento in relazione ai reati ambientali, che prevede la confisca a seguito della consumazione di reati ambientali.
  Quindi qui ci troviamo di fronte a inquinamento ambientale, non so se il reato contestato è il traffico organizzato di rifiuti, ma una delle conseguenze che i tribunali a seguito della condanna possono tranquillamente applicare è la confisca del bene. Quindi da questo punto di vista credo che questo possa essere un percorso, con i tempi che purtroppo richiedono i processi in Italia.

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  SIMONA PETRUCCI. Buongiorno presidente, la ringrazio. Ho seguito da remoto tutta la sua illustrazione. Io non ho capito bene una cosa, la capienza di questi stabili e i metri cubi di rifiuti di cui si parla. Penso li abbia definiti rifiuti urbani, quindi se penso all'acquisto di un immobile per metterci i rifiuti urbani, penso alla capienza di un appartamento medio e sinceramente non ci trovo la convenienza economica. È stata fatta una classificazione? I rifiuti sono rifiuti speciali o rifiuti pericolosi non assimilabili agli urbani? Mi sembra un'operazione troppo dispendiosa, sapendo qual è il costo medio di una tonnellata di rifiuto urbano, l'indifferenziato che è quello che costa di più vale sui 200, 250 euro a tonnellata.

  PRESIDENTE. Non ci sono più richieste di intervento. Sulla scelta del commissario giudiziario, se non sbaglio, credo che sia una prassi dei tribunali. Comunque, prima di lasciarle la parola, avrei due domande: il giorno dopo il nostro sopralluogo è iniziata la bonifica? Quindi, probabilmente non era stata messa in cantiere. È stata anche attivata una sorta di video videosorveglianza? Quindi, qualcosa si è mosso comunque, siamo sulla buona strada.

  TERESA MARIA DI SALVO, Presidente del IX Municipio di Roma Capitale. Abbiamo lavorato attivamente. Ho definito l'azione congiunta una «mobbizzazione» di tutti quelli che potevamo mobbizzare perché qualcosa succedesse.

  PRESIDENTE. Bene. Anch'io volevo chiederle se è a conoscenza di altre situazioni analoghe nelle quali vengono presi immobili – questo era un magazzino molto alto e molto grande – per essere riempiti di rifiuti e se ci sono dei collegamenti, perché poi valuteremo in Ufficio di presidenza in quale filone inserire questa problematica. Le lascio la parola per le risposte.

Pag. 20

  TERESA MARIA DI SALVO, Presidente del IX Municipio di Roma Capitale. Io intanto vi ringrazio e ringrazio i commissari e le commissarie dell'attenzione, testimoniata dalle domande.
  Io ho cercato di scrivere le domande, qualcosa rischia di sfuggirmi, ma ho una risposta per tutte le domande, quindi se a qualcosa non ho risposto è perché ho dimenticato di scrivere.
  In primo luogo, la domanda iniziale del senatore De Priamo, che ringrazio perché il senatore Andrea De Priamo abita a Mezzocammino e ha vissuto da vicino e lavorato attivamente per attirare l'attenzione e sollecitare iniziative. C'è una collaborazione istituzionale molto forte e volevo ringraziarlo. La domanda che il senatore De Priamo propone riguarda l'azione del comune. Io vi dico quello che penso io, intanto il comune è stato vicino al municipio e ha seguito con noi la concitazione di quelle ore. Voi immaginate che tutto questo è successo nella notte del 31 dicembre. La mia personale opinione, anche da presidente di municipio, è che questa storia sia una storia emblematica. Anche per la mia esperienza precedente come parlamentare della Repubblica, io penso che su una vicenda emblematica sia importante e necessario che ci sia una trasversalità politica e soprattutto una collaborazione istituzionale. Siccome in questo luogo esiste un'amministrazione, la nostra, che è disponibile a dire tutto quello che va detto, senza tacere nulla, io ho pensato e penso che fosse giusto, ma anche importante, chiedere a tutte le istituzioni, qualunque fosse il livello, da quello parlamentare a quello regionale e comunale, una collaborazione istituzionale per spezzare un sistema. Anche perché noi come amministrazione abbiamo scelto di assumerci tutte le responsabilità, pure quelle che non abbiamo – nel senso che non abbiamo le competenze, perché voi sapete che i municipi di Roma hanno dei bilanci derivati – e siamo stati noi a chiedere di accendere i riflettori a tutti i livelli istituzionali. Pag. 21Non solo perché il Parlamento possa aiutarci a trovare le risorse, anche questo, ma per la ragione che vi dicevo prima ed è per questo che come avete visto senza nessun velo ho dato alla Commissione tutte le informazioni che posseggo. Non le ho tutte, perché è in corso un'inchiesta della magistratura, quindi non ho tutte le informazioni. Ad alcune delle cose che mi sono state chieste non posso rispondere, non ho le informazioni, so che è in corso un'inchiesta della magistratura. Pensavo che qui con me oggi ci fosse l'assessora capitolina all'ambiente e rifiuti, però poi, poco prima di entrare qui, ho capito che c'è stato un equivoco sulla presenza in contemporanea. Comunque qualche minuto prima di entrare ho per l'appunto convenuto con l'assessora Alfonsi di svolgere un incontro municipio-comune-regione, per vedere anche di esperire le linee di finanziamento possibili. Tuttavia, non so se riesco a essere chiara, per me il punto non è soltanto individuare le linee di finanziamento possibili, ma è accendere un riflettore per spezzare una catena. Come ha ricordato giustamente il senatore De Priamo, a un certo punto – amministrazione Santoro, 2015, quindi giunta Marino – c'è stato un finanziamento per un'azione in danno, poi con la nuova amministrazione, caduta la giunta Marino, quei soldi non sono stati utilizzati e adesso la situazione naturalmente è diversa. Da donna delle istituzioni, e sulla base anche della mia esperienza, io penso di avere il diritto e il dovere di chiedere che su quella situazione si accenda un riflettore importante, perché non è una questione che si possa stringere nel recinto di una questione locale. Quindi, per questo vi dicevo che con il comune ho appena concordato un attimo fa di coinvolgere anche la regione per trovare le linee di finanziamento, però ho cercato di darvi il senso del punto di vista che mi ha ispirato a chiedere non solo al presidente Morrone, che ringrazio per l'ennesima volta. Si consideri ringraziato, presidente,Pag. 22 non lo faccio più...ieri pomeriggio sono stata alla Camera, ho chiamato tutti i gruppi parlamentari, ho cercato di incontrare tutti per raccontare questa situazione, per chiedere un'alleanza istituzionale, per provare a spiegare le ragioni per cui ho chiesto un'attenzione parlamentare, non solo per trovare le risorse, che pure è un tema, ma riguarda l'altra cosa.
  Per quanto riguarda le risorse che servono, i 2 milioni che vi ho detto essere necessari per bonificare i rifiuti combusti e poi ricostruire non sono un conto preciso. La cosa è successa il 31 dicembre, quindi abbiamo un mese alle nostre spalle, e il primo mese è stato utilizzato tutto per trovare il modo di bonificare i rifiuti non combusti sulla piazza. Avendo allertato subito il comune, avendo ottenuto subito dal comune di Roma le risorse, 60 mila euro con ordinanza in danno, per rimuovere i rifiuti non combusti, il tema era poter entrare in un'area sequestrata. Quindi noi abbiamo atteso 26 giorni per ottenere non il dissequestro ma la possibilità di entrare per fare quella bonifica, con risorse messe a disposizione dal comune di Roma. Insisto che il municipio appunto avendo un bilancio derivato ha dei limiti che non sono risolvibili. Il Municipio però – così rispondo a un'altra domanda – avendo un finanziamento specifico sulla videosorveglianza, utilizzando parte di quelle risorse ha collocato da ieri la videosorveglianza sulla piazza. Ci sono alcune domande sulle risorse, si tratta di una quantificazione fatta dai nostri uffici che però annoverano al loro interno architetti e ingegneri, quindi non è da sociologi, è una stima abbastanza precisa anche se non fatta nel dettaglio.
  Non rispondo forse nell'ordine in cui mi avete fatto le domande, ma seguo un ordine secondo il mio ragionamento. È stato chiesto del monitoraggio dell'aria dalle onorevoli Auriemma e Giuliano. L'Arpa ha fatto subito i rilievi, è stato messo un rilevatore su richiesta della protezione civile immediatamentePag. 23 a seguito dell'incendio, poi è stato tolto. L'Arpa non comunica prima i risultati alle istituzioni ma pubblica sul sito i risultati, quindi noi apprendevamo la situazione insieme ai cittadini. L'Arpa ha messo il rilevatore il 31 dicembre, l'ha tolto anche perché i cittadini che avevano ospitato questo rilevatore avevano chiesto di essere sollevati da questa incombenza, perché vuol dire dover cambiare continuamente i dischetti, non è una cosa gradevole. Noi abbiamo fatto una riunione in Campidoglio con Protezione civile, Asl, Arpa, assessora Sabrina Alfonsi, io stessa e il capo di gabinetto del sindaco, a seguito di una riunione fatta in municipio convocata da me il 2 gennaio, per richiedere una nuova collocazione del rilevatore. Abbiamo chiesto l'autorizzazione in questo caso al condominio «I Gelsi», che è il condominio coinvolto, è stato rimesso il rilevatore e ha certificato la totale assenza di inquinanti o comunque livelli bassissimi. Vi dico una cosa, ve la dico per inciso, lei prima citava fonti giornalistiche in cui si riferiva di alti livelli di inquinamento, poi quando i livelli non c'erano più, non si sono più riferiti. Succede così, quando c'è un problema lo si dice e quando il problema non c'è non lo si dice. In questo caso è andata così, quindi quando è stata fatta la seconda rilevazione non c'era più nulla. Non c'è stata, invece, una rilevazione precedente, quindi non c'era un metro di misura. Veniva chiesto se prima dell'incendio era stata fatta una rilevazione, la risposta è no, o comunque non specifica. Ogni tanto nella città ci sono. Le domeniche ecologiche, infatti, a Roma vengono fatte perché ci sono livelli che si ritiene necessitino di quella misura.
  Veniva chiesto prima che cosa avevamo fatto precedentemente. La nostra amministrazione è in carica dal 9 novembre 2021, quindi due anni circa. Precedentemente ci sono stati due sequestri, noi una volta arrivati abbiamo sollecitato la polizia locale per un ulteriore approfondimento. Il nuovo sequestro è Pag. 24scattato a maggio 2023, quindi è stato ordinato il sequestro, con custode giudiziario il proprietario dell'autorimessa.
  Veniva chiesta l'utilità di operazioni immobiliari così poco interessanti, in realtà quando si parla di immobili dove stipare i rifiuti, si parla di autorimesse. Quello in cui è scoppiato l'incendio è un'enorme autorimessa sottostante la piazza, quindi non sono appartamenti.
  Sicuramente ce n'è un altro, nei pressi del Torrino Sporting Center, a tre chilometri dalla piazza, della stessa proprietà. Dopo l'incendio, noi abbiamo chiesto una verifica alla polizia locale, che è andata ed è scattato il sequestro, quindi adesso anche quell'altra area è sequestrata. L'operazione immobiliare è tutta da verificare, perché come vi dicevo la magistratura fa il suo corso, quindi noi non abbiamo informazioni continue e dirette, mi auguro e immagino che stiano procedendo velocemente. C'è un elemento più politico che non ho detto prima, sollecitato un po' dalle vostre domande, non l'ho detto prima perché pensavo non fosse strettamente legato alla relazione di descrizione dei fatti. In tutta questa situazione uno degli elementi più importanti da rimuovere, da qui il coinvolgimento del Parlamento, è che le persone normali di fronte a una cosa così – che da dieci anni è lì, nonostante i sequestri – si fanno delle domande e tutto questo alimenta una distanza dalle istituzioni e una diffidenza. Nella mia funzione di presidente di municipio naturalmente le istituzioni le difendo e opero per fare in modo che..., però li capisco, fatemi dire che li capisco. E ho chiuso la parentesi.
  Le procedure amministrative non possono essere un ostacolo alla soluzione dei problemi, cioè c'è un tema che riguarda come le procedure amministrative sostengano le persone nell'esercizio dei loro diritti e non viceversa. Questo tema esiste e, a mio avviso, è un tema generale. Sta di fatto che lì c'è stato il Pag. 25sequestro nel maggio 2023 e il proprietario dell'autorimessa è custode giudiziario. C'è stata un'altra domanda che mi ha chiesto di precisare che cosa è successo dopo l'incendio. Dopo l'incendio il condominio «I Gelsi», che è il condominio che si erge lungo il perimetro, si è dotato di un servizio di guardiania privata, perché la polizia locale non era in grado da sola di ottemperare a un presidio fisso ventiquattr'ore su ventiquattro. È questo servizio che ha segnalato di aver avvistato nei giorni successivi il proprietario insieme ad altre persone che si aggiravano lì intorno, è questo servizio che ha detto di aver visto una macchina passare e buttare nel cavo dell'autorimessa un fagotto fumante. Queste, però, sono tutte cose che ci sono state riferite. Come vi dicevo prima, io penso che quelle persone avessero il diritto di avere il ripristino di una sensazione di sicurezza, quindi è per questo che ho «mobbizzato» tutti quelli che potevo ed effettivamente c'è stata una grande attenzione del sindaco e del prefetto, che mi hanno audito nel comitato per l'ordine e la sicurezza del comune di Roma, nel quale ho chiesto che ci fosse un presidio di tutte le forze, un servizio rafforzato di tutte le forze, perché nel comitato non c'è solo la polizia locale, c'è la Guardia di finanza, c'è la Polizia di Stato, ci sono i Carabinieri, che insieme potevano realizzare quel pattugliamento rafforzato che la sola polizia locale non poteva svolgere. Vi dicevo che il territorio è più grande di Milano, quindi presidiare obiettivamente un territorio più grande di Milano, francamente capivo anche io che era uno sforzo che la polizia locale non si poteva permettere. Da lì nasce il servizio rafforzato ed è finito il servizio di guardiania privata. Da lì poi con le risorse proprie del municipio, avendo chiesto e ottenuto nel bilancio di quest'anno un finanziamento per la videosorveglianza, proprio ieri l'abbiamo installata. Quindi, io penso di sì, ma non posso dimostrare che ci siano stati ulteriori sversamenti,Pag. 26 però una cosa è certa, quel condominio è su un burrone, quindi il tema del presidio e della sicurezza esiste, anche se c'è naturalmente il transennamento.
  Sulla domanda della senatrice Petrucci, non saprei dirle quanti metri cubi sono, sono autorimesse grandi...

  PRESIDENTE. Io le ho viste da fuori, di fatto hanno la grandezza di un capannone, anche se sotto terra.

  SIMONA PETRUCCI. Non torna sull'indifferenziato, l'indifferenziato pesa 0,1 tonnellata a metro cubo, in dieci metri cubi...

  PRESIDENTE. Ma non sanno che tipo di rifiuti ci sono...

  TERESA MARIA DI SALVO, Presidente del IX Municipio di Roma Capitale. Le rispondo. Noi non sappiamo che rifiuti ci sono lì dentro, non lo sappiamo, però sappiamo che non lì ma in altri posti come Spinaceto e Laurentino dove c'è la raccolta su strada – gli unici due posti non c'è il porta a porta – arrivano camioncini da fuori Roma, che adesso con la videosorveglianza sono stati anche identificati, a portare rifiuti, spesso calcinacci e rifiuti solidi. Cosa c'è lì sotto non lo sappiamo, possono assolutamente essere rifiuti speciali o forse no. La dimensione lo consentirebbe, non so se sono stata chiara.

  PRESIDENTE. Chiarissima. Se non ci sono altre domande, proseguiamo con la seconda audizione. Dichiaro conclusa l'audizione, ringraziando la presidente Di Salvo.

Audizione dell'Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche, Stefano Aguzzi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio,Pag. 27 ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche, Stefano Aguzzi, che ringrazio per la presenza. L'assessore Aguzzi è accompagnato dal dottor Valerio Pignotti, componente della segreteria dell'assessorato.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che in tal caso, per la parte della seduta sottoposta a regime di segretezza, saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento avviato, per decisione dell'Ufficio di Presidenza del 20 dicembre scorso, sulla discarica di Riceci nella provincia di Pesaro-Urbino. Ricordo che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, con particolare riguardo alla verifica dei comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero di soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, con l'obiettivo specifico di individuare eventuali connessioni tra tali attività illecite e altre attività economiche, nonché con riferimento alla destinazione dell'utilizzo dei fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo ambientale. Ricordo inoltre che la Commissione intende acquisire elementi di conoscenza utili alla verifica della sussistenza di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti da parte di soggetti pubblici o privati, nonché ai relativi sistemi di affidamento, ovvero l'attività di bonifica dei siti inquinati a seguito del mancato rispetto alle normative vigenti in materia ambientale.Pag. 28
  Cedo dunque la parola all'assessore Aguzzi per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento. Specifico che l'Aula della Camera è convocata alle 9.30, quindi entro le 9.50 siamo costretti a chiudere l'audizione, domande comprese.

  STEFANO AGUZZI, Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche. Grazie, presidente. Io illustrerò le cose che ovviamente so e che possono in qualche modo coinvolgere la regione Marche, anche perché questo è un procedimento che è a capo della provincia di Pesaro-Urbino, non è a capo della regione Marche, quindi non c'è un coinvolgimento a monte della regione né è una iniziativa che parte dalla regione Marche. Poi vi dirò le tappe che si sono succedute.
  Voglio fare questa piccola premessa, per quanto può valere, del mio umile pensiero rispetto a questa vicenda. La regione Marche ha approvato un piano regionale dei rifiuti nell'anno 2015, che prevedeva una serie di soluzioni nei vari ambiti delle cinque province delle Marche. Per quel che riguarda in questo caso la provincia di Pesaro-Urbino erano all'epoca funzionanti tre discariche di rifiuti urbani: una a Urbino, una a Tavullia, di fatto a Pesaro, e una a Fano. Queste tre discariche erano autorizzate e previste dal piano regionale dei rifiuti e dal piano d'ambito provinciale della provincia di Pesaro-Urbino. Il piano regionale dei rifiuti prevedeva che in queste discariche, previste appunto nei piani d'ambito, fossero smaltiti i rifiuti urbani, ovviamente dei vari ambiti di riferimento delle discariche, quindi all'interno comunque della provincia dove le discariche sono ubicate. Inoltre queste discariche potevano ospitare, vista la loro capienza, fino a un massimo del 50 per cento di rifiuti speciali – a libero mercato, quelli che provengono anche Pag. 29volendo da fuori ambito eccetera – quindi, a fronte di 100 tonnellate di urbani potevano ospitarne 50 anche di speciali. Questa è tuttora la normativa regionale che indica l'utilizzo delle nostre discariche. Due discariche della provincia di Pesaro-Urbino sono in gestione a Marche Multiservizi, quella di Urbino e quella di Pesaro, cioè Tavullia. Quella di Fano, invece, è in gestione all'azienda ASET, è un'azienda solo pubblica che fa riferimento alla città di Fano e ad altri 17 comuni del territorio. Questo era il piano d'ambito all'epoca, quindi praticamente in queste discariche si potevano portare tutti i rifiuti urbani dei territori, oltre a un 50 per cento di rifiuti speciali. Cos'è che è avvenuto che oggi dal mio umile punto di vista porta a questa volontà di creare una nuova discarica di rifiuti speciali in quei territori? Il fatto che nelle tre discariche, ma particolarmente in quella di Urbino e in quella di Tavullia, la società che gestisce queste discariche, Marche Multiservizi, tramite un'autorizzazione – quindi, capiamoci, tutto autorizzato – della provincia di Pesaro-Urbino, ha fatto sì che il volume dei rifiuti speciali abbancati in quelle discariche fosse molto superiore al 50 per cento così come era indicato dal piano regionale. Abbiamo fatto i conti e in alcuni periodi c'era un rapporto anche fino al 150 per cento rispetto agli urbani. Questo è stato un accordo fatto dalla provincia e dall'ATA nel 2017, su richiesta di Marche Multiservizi, per far sì che le discariche potessero essere chiuse anticipatamente – così come anche i sindaci del territorio richiedevano, il sindaco di Urbino e il sindaco di Tavullia – e rimanesse un'unica discarica nella provincia di Pesaro-Urbino, che sarebbe quella di Fano. Su questo nulla da eccepire, guardate, è una previsione che va avanti da anni, da quando anch'io ero sindaco di Fano all'epoca, fino al 2014, quindi non c'è una contrarietà ideale su questo. Sappiamo che nel medio periodo l'unica discarica in quella provincia che dovesse rimanerePag. 30 fosse quella di Fano, ma questo ci sta, è nel programma. Cos'è la cosa che ha un po' fatto saltare tutta questa previsione? Nel 2015 queste discariche, tutte e tre insieme, con il metodo del 50 per cento di speciali rispetto agli urbani, dovevano più o meno avere una durata più lunga: quella di Urbino doveva arrivare intorno al 2024-2025, invece è già chiusa da un anno perché è stata riempita anticipatamente; quella di Tavullia doveva avere una capienza più o meno fino al 2030 secondo le previsioni, invece sarà chiusa nel 2027, cioè fra due anni; quella di Fano doveva prevedere un ampliamento però con una certa calma, appunto perché doveva essere in attività anche le altre due. Attualmente la discarica di Urbino ha già chiuso in anticipo, quella di Tavullia verrà chiusa nel 2027 e si deve ragionare sull'ampliamento immediato o quasi di quella di Fano. Ma anche su questo nulla mi scandalizza e non c'è un qualcosa di particolarmente fuori luogo. Ripeto, per quella di Fano era già previsto un potenziale ampliamento futuro, lo anticipiamo eventualmente di qualche anno. Qual è la cosa che stona fortemente in tutto questo? Che nel frattempo arriva una società di San Marino, partecipata per il 40 per cento da Marche Multiservizi, creata appositamente, e chiede di realizzare una nuova megadiscarica, enorme, solo per rifiuti speciali, quindi fuori dal piano d'ambito, cosiddetti a libero mercato, nella zona di Urbino, quindi gestita da Marche Multiservizi. Secondo me, lo dico da assessore regionale oltre che da persona che vive in quei territori, quella è una discarica che non serve. Io non sono contrario perché la discarica è brutta, le discariche sono tutte brutte, dipende poi come vengono ovviamente realizzate, utilizzate e se servono. Se in quei territori si fossero seguite le indicazioni del piano regionale dei rifiuti, una nuova discarica per rifiuti speciali nella provincia di Pesaro-Urbino non sarebbe servita in questo momento, perché se si fossero Pag. 31mantenuti quei parametri del 50 per cento le discariche erano sufficienti fino al 2030 e oltre, per poi continuare tranquillamente con l'ampliamento di quella di Fano.
  Secondo me cos'è che porta a questa accelerazione nell'individuare il nuovo sito di una discarica solo per rifiuti speciali in quel territorio? Il fatto che Marche Multiservizi, che ha ovviamente utilizzato questo flusso dei rifiuti oltre a quanto il piano regionale prevedeva, indubbiamente avrà fatto cassa, avrà fatto utili immagino. Non lo immagino, è così, basta guardare i bilanci. È legittimo questo, non è che ha fatto un peccato facendo utili. Però vede questo business andare a scemare, perché finita quella di Urbino, fra due anni termina anche quella di Tavullia e dovranno andare in quella di Fano. Quella di Fano però non è gestita da Marche Multiservizi, bensì da ASET, che è l'azienda solo pubblica del comune di Fano e di altri 17 comuni. Conseguentemente loro sanno già in previsione che tra due anni dovranno portare solo il 50 per cento di speciali rispetto agli urbani nella discarica unica, che rimane della provincia di Pesaro-Urbino che è quella di Fano.
  Allora credo che si colga benissimo questa situazione, che Marche Multiservizi attraverso l'adesione a una società partecipata, sulla quale sta investendo anche molto, punti a realizzare una nuova discarica per rifiuti speciali perché evidentemente vuol continuare con quel flusso di rifiuti provenienti tendenzialmente da fuori regione e dal nord Italia, per continuare ad avere i suoi utili e per continuare a fare il suo lavoro. Legittimo sicuramente, quando autorizzato, come in questo caso, però secondo me abbastanza sconveniente, perché una provincia, come quella di Pesaro-Urbino ma come quella di qualsiasi altro territorio del nostro Paese, va a deturpare il suo territorio dal punto di vista fisico, pratico ma anche morale se vogliamo, per il semplice motivo di poter abbancare rifiuti Pag. 32provenienti da altre regioni, quando invece ha già le strutture adeguate per poter ospitare rifiuti propri. La provincia di Pesaro-Urbino, infatti, non aveva e non avrebbe dovuto avere esigenze di nuove discariche nel medio periodo perché erano già sufficienti quelle che aveva. Secondo me uno più uno è uguale a due. Oggi Marche Multiservizi investe su una società privata di San Marino, partecipata al 40 per cento da Marche Multiservizi, con l'opzione che una volta che questa società avrà ottenuto i permessi di quella discarica verrà completamente acquisita da Marche Multiservizi per 20 milioni di euro, questo c'è scritto nei patti parasociali. Conseguentemente vuol dire che quella discarica alla fine sarà di Marche Multiservizi. Anche su questo non è che si trova nulla di scandaloso, se non il fatto che quella discarica non serve per i rifiuti della provincia di Pesaro-Urbino, perché se fossero stati mantenuti i parametri che indicava la regione Marche, e che ancora indica la regione Marche, le discariche che erano e sono ancora in parte presenti nella provincia di Pesaro-Urbino erano sufficienti per i nostri rifiuti sia urbani che extra urbani.
  Qual è la situazione che oggi si pone fortemente? La regione Marche nel piano regionale dei rifiuti prevede che le discariche devono stare a 2 mila metri dai centri abitati. La deroga viene concessa per le discariche che abbancano rifiuti urbani e un massimo del 50 per cento, come dicevo prima, di quelli speciali, a quel punto possono stare anche a 500 metri dai centri abitati. Questa discarica, che è stata richiesta esclusivamente per rifiuti speciali, deve stare a 2 mila metri. Questo noi l'abbiamo scritto come regione Marche, a richiesta della provincia di Pesaro-Urbino che è a capo del procedimento, e quella discarica non è a 2 mila metri dai centri abitati, è a mille metri dal centro abitato di Petriano, che è il capoluogo del comune dove viene ospitata. Quindi, quella è una discarica che per quel che Pag. 33riguarda la regione Marche ha un diniego, perché non rispetta i limiti preposti e previsti dal piano regionale dei rifiuti. Marche Multiservizi su questo adduce tutta una serie di motivazioni, dicendo che i rifiuti che provengono da fuori sono gli urbani che sono stati trattati, quindi rimangono urbani. No, non rimangono urbani, nel senso che quando un rifiuto esce dalla provincia per essere trattato in qualsiasi tipo di impianto di riciclaggio, riutilizzo, eccetera e poi ritorna diventa comunque un rifiuto speciale. E poi non mi vengono a convincere che una discarica di quelle proporzioni serve solo per riciclare la raccolta differenziata, perché sappiamo benissimo che non sarà così. Non è stato così fino adesso e non sarà così neanche in futuro. Tuttavia, io non faccio qui il processo alle intenzioni, dico solo che una discarica di quel genere non serviva. Questo è un mio pensiero, non serviva. Ma nel momento in cui viene proposta, legittimamente perché comunque è un'iniziativa privata – rifiuti speciali e libero mercato, una qualsiasi società può richiedere di realizzarla – per quel che riguarda la regione Marche deve stare a 2 mila metri. Questo noi lo abbiamo detto, lo abbiamo scritto, l'abbiamo inviato alla provincia di Pesaro-Urbino, che per il momento non ha ancora sciolto il nodo, anzi ha ulteriormente prorogato di sei mesi prima di chiudere il procedimento, che scadeva il 13 gennaio. La provincia di Pesaro-Urbino ha ben pensato di prorogarlo fino ad agosto, senza dare una risposta né sì né no sulla realizzazione di questa nuova discarica. Come regione, al di là di questo coinvolgimento sulle distanze, noi sediamo in quella conferenza di servizi solo come genio civile e nella conferenza di servizi che si è svolta a maggio del 2023 abbiamo dato un parere non positivo, dando tutta una serie di prescrizioni. Quel territorio dal punto di vista del genio civile non è adatto nell'attuale conformazione a ospitare una discarica di quel genere, ma dovrebbero essere Pag. 34fatti tutta una serie di approfondimenti e accertamenti sui corsi d'acqua e sulla parte di bosco che c'è in quell'area, e anche su delle frane che sono potenzialmente in movimento. Il 15 maggio dello scorso anno noi abbiamo dato queste prescrizioni, per poter adempiere a queste prescrizioni la provincia di Pesaro-Urbino ha dato sei mesi di tempo alla società Aurora – si chiama società Aurora questa società privata partecipata da Marche Multiservizi al 40 per cento – per produrre le sue deduzioni rispetto a quanto gli era stato posto dal genio civile e il 13 gennaio scadeva il termine. Non sono mai arrivate deduzioni da parte di Marche Multiservizi. È arrivato un ricorso al TAR il mese di settembre, contro le prescrizioni che il genio civile aveva emesso, dicendo che erano lesive e che gli avrebbero impedito, essendo troppo forti dal loro punto di vista, di poter proseguire con le attività. Noi abbiamo nominato come regione Marche un avvocato per difenderci al TAR, a quel punto non si è mosso più niente, se non che a novembre la provincia ha convocato il genio civile della regione Marche, la dirigente si è recata in provincia. C'era anche la società Aurora, che ha riferito in quel momento che avrebbero sospeso la richiesta di sospensiva al TAR e proposto di fare tutta questa serie di approfondimenti da noi richiesti all'epoca. Il genio civile ha risposto che era quello da loro richiesto e che quindi andava bene. Ma noi non siamo entrati nel merito sul fatto che dovevano farlo entro il 13 gennaio così come era previsto. Il genio civile dice: «Quello che tu mi proponi è quello che io ti ho chiesto a maggio, quindi per quel che mi riguarda quello che tu mi proponi tecnicamente mi va bene, punto, finito, chiusa la riunione». La provincia dice: «Siccome il genio civile dice che va bene che loro facciano quegli approfondimenti gli diamo altri sei mesi di proroga». Io scrivo alla provincia, e anche sulla stampa, dicendo: «Guardate che noi non chiediamo nessuna Pag. 35proroga come regione Marche, noi quelle cose lì gliele abbiamo chieste a maggio, ce le avrebbero dovute portare entro il 13 gennaio, se non le hanno portate non è un problema della regione ma è un problema della società che non le ha portate. Noi abbiamo semplicemente detto che quello che loro ci propongono a novembre sono le cose che noi abbiamo chiesto a maggio». Quindi è corretto quello che ci propongono, la tempistica è sbagliata, ma questo lo deve dire la provincia.
  Detto questo, la provincia propone una proroga, la mia dirigente del genio civile scrive alla provincia dicendo: «Se vuoi dare la proroga fai pure, però sappi che non la chiediamo noi come regione Marche, perché le cose che loro ci dicono a novembre sono quelle che noi gli abbiamo chiesto a maggio, conseguentemente avevano tutto il tempo di portarle se volevano, invece ci hanno fatto ricorso al TAR e non le hanno portate. Ora tu provincia ci chiami a novembre per poter poi dare un'ulteriore proroga». Dal mio punto di vista questa proroga serve solo per andare oltre le elezioni amministrative, perché la provincia non vuole dire né sì né no prima delle elezioni amministrative. Secondo me c'è chi teme di dare un parere positivo prima, perché ne pagherebbe poi le conseguenze rispetto ai cittadini che non sono d'accordo, o forse potrebbe anche temere la società che non condivide un potenziale diniego, eccetera. Quindi per non sbagliare da questo punto di vista hanno dato una proroga fino a luglio di quest'anno e noi abbiamo messo per iscritto come genio civile e regione Marche che la provincia è a capo del procedimento, che se deciderà di dare la proroga lo farà per scelta sua e non perché lo ha chiesto la regione. Noi le prescrizioni le abbiamo date a maggio, avevano tutto il tempo di darci il loro responso entro il 13 gennaio, piuttosto ci hanno fatto ricorso al TAR e fino a novembre non si sono fatti sentire. A novembre la provincia ci Pag. 36ha chiamato per sapere se andava bene ciò che ci proponevano, la regione ha risposto che tecnicamente andava bene ma che erano fuori tempo massimo. Era la provincia a dover dire alla società che erano fuori tempo massimo, invece ha dato una proroga. Questa è tutta la situazione e il mio pensiero, è la motivazione che mi spinge a dire che quella è una discarica che non serve nella nostra provincia, non perché è brutta ma perché secondo me è fuori luogo. Tutte le situazioni che io ho appena detto qui le ho dette molte volte, le ho messe anche per iscritto, ho partecipato anche ad assemblee in presenza di Marche Multiservizi e in assemblee dell'ATA. Addirittura nel nuovo piano regionale dei rifiuti a cui noi stiamo pensando, vorremmo mantenere le distanze sulle discariche e abbassare il livello del 50 per cento di rifiuti speciali per cercare di salvaguardare le nostre discariche. A una nostra proposta, la presidenza dell'ATA di Pesaro-Urbino ha annunciato un ricorso al TAR contro la decisione della regione Marche. Come dire: «Vogliamo continuare a fare come abbiamo fatto finora, perché ci conviene continuare a fare come abbiamo fatto finora». Questa è la situazione politica, credo di aver esposto anche le questioni tecniche e pratiche legate alle leggi, alle norme e alle situazioni. In quanto è avvenuto finora non è che c'è qualcosa fuori norma, secondo me è più fuori luogo che fuori norma.

  PRESIDENTE. Grazie, assessore. Lascio la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SILVIA FREGOLENT. Grazie, assessore, ovviamente avendo lei una funzione ben determinata le sue non sono mai motivazioni personali. Quando lei dice che quella discarica non serve è una motivazione politica perché fa l'assessore regionale, non è un libero cittadino, e questa è un'audizione pubblica. Pag. 37Vorrei fare soltanto tre domande brevi. A parte che a me fa ancora specie sentir parlare di discariche, pensavo che fossimo nel 2024 e si parlasse ad esempio di termovalorizzatori, ma forse è un mondo diverso. Soprattutto c'è anche una direttiva europea sulle discariche che vale per tutta l'Italia, anzi vale per tutta l'Europa. Vedo anche che c'è molta armonia tra regione e provincia, quindi auguri per la gestione della cosa pubblica.
  Ho bisogno di tre dati per comprendere meglio. Quanti rifiuti produce la regione Marche, nel senso quanto viene stoccato da voi, quanto va nelle altre regioni, perché non avendo termovalorizzatori io dubito che voi riusciate solo con le discariche a far fronte a tutto. Quindi, visto che lei continua a dire che non è necessaria una nuova discarica, volevo sapere se c'è autosufficienza nella gestione rifiuti dal punto di vista regionale. Sul ricorso al TAR, guardi, io sono un avvocato amministrativista, questo Paese fa la fortuna di noi avvocati amministrativisti perché tutti fanno ricorso al TAR. Io mi auguro piuttosto che ci sia una sede dove insieme riusciate a trovare una soluzione, perché non credo che una guerra tra provincia e regione porti a un buon risultato. Questa è la mia esperienza personale, io vivo in una provincia complicata come la provincia di Torino che ha risolto tutto questo con un grande termovalorizzatore, che è stato fortemente contestato. Addirittura ci sono persone che hanno fatto la campagna elettorale sulla chiusura di quel termovalorizzatore, oggi non lo chiuderebbe più nessuno, perché ha portato soldi, ha risolto il problema dei rifiuti e non ha fatto aprire discariche.

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. Grazie, presidente. A una delle domande che avevo preparato ha già risposto l'assessore, perché mi sembra che la sua posizione e la posizione tecnico-amministrativo oltre che politica siano di contrarietà. Ci sono due elementi che però vorrei capire meglio e approfondire.Pag. 38 Se è stato il genio civile a dare sei mesi alla società con quelle prescrizioni, perché poi è la provincia che fa la proroga? Non doveva essere sempre il genio civile? O in qualche modo si è fatto intimorire da questo ricorso al TAR? Perché se ci sono delle prescrizioni e bisogna dare degli elementi di sicurezza dal punto di vista territoriale e degli approfondimenti, non si fa ricorso al TAR, eventualmente si chiede prima la proroga. Ma se è il genio civile a chiedere queste cose, perché poi è la provincia a fare autonomamente la proroga, senza richiesta da parte del genio civile, essendo stata emessa dal genio civile la richiesta di dare entro sei mesi quegli approfondimenti? Io sono d'accordo che dal punto di vista di procedura amministrativa probabilmente ci sono tutta una serie di cose corrette e ho chiesto anche al presidente di audire determinati soggetti, però a me fa strano perché per me è la prima volta. Già parlare di discariche onestamente e oggettivamente, sono d'accordo con la collega che intervenuta prima, siamo nel 2024. Ma noi ci troviamo in una situazione in cui prima viene fatta da Marche Multiservizi la richiesta di terreni per poter realizzare questa discarica. Dopodiché viene data la disponibilità da parte di soggetti che si occupano della compravendita di terreni con dei contratti preliminari che scadevano a dicembre 2022. Vengono fatti scadere questi contratti preliminari e improvvisamente arriva una società di San Marino, di cui risulterebbero titolari due persone anziane. È complicato verificare, so che ci sono anche altri colleghi che hanno fatto interrogazioni. È un po' originale che all'improvviso arrivi una società di San Marino dicendo a un ente pubblico di fare insieme una società e di portare avanti un certo business. Per di più, questa società di San Marino offre immediatamente questi terreni e si prepara un business particolare. Se non sbaglio, infatti, attualmente Marche Multiservizi ha 3 milioni di euro all'interno del capitale Pag. 39sociale di questa operazione, ma, come lei ha detto giustamente prima, già ha previsto che una volta entrata a regime metterà 25 milioni di euro e si comprerà le altre quote.
  Ultima domanda, il comune di Petriano, che ha chiesto alla regione una tutela che risolverebbe ogni tipo di problema sul loro territorio per non far realizzare la discarica. Poiché la richiesta è direttamente alla regione Marche, leggo testualmente: «il 12 dicembre 2023 il comune di Petriano ha inviato alla regione Marche e alla sovrintendenza delle Marche una richiesta di attivazione della procedura di dichiarazione di notevole interesse pubblico di quest'area». Se la regione è intenzionata ad andare avanti su questa cosa ovviamente risolveremmo, visto che ci troviamo in un'area dove la regione Marche – non adesso ma tanti anni fa – addirittura fece realizzare lo spot di Dustin Hoffman che passeggiava su quelle che erano le vallate che aveva raccontato anche Raffaello. Ci troviamo davanti a un comune, quello di Urbino, che è patrimonio UNESCO, e infine ci troviamo nel primo presidio slow food di Italia. Nel momento in cui c'è un'urgenza, allora ci si siede e si discute e io condivido pienamente, perché se c'è un'emergenza, se c'è una problematica nella gestione ordinaria dei rifiuti bisogna cercare di risolverla, anche se è doloroso. Ma se è un business, perché questo è un business per fare soldi, non esiste che un territorio del genere venga massacrato in questo modo.

  SIMONA PETRUCCI. Grazie presidente, grazie assessore per la descrizione dettagliata che ha fatto della situazione. Mi associo sul fatto delle discariche, che non solo sono obsolete, ma c'è proprio l'input di non andare verso le discariche. Io personalmente penso che avremo sempre un po' bisogno delle discariche, perché tutti i processi produttivi nella gestione dei rifiuti danno uno scarto, quindi immaginarsi che questo scarto Pag. 40ce lo si possa mettere in tasca è impossibile. Quindi le discariche ci devono essere, giustissima la soluzione che era stata proposta dal piano dei rifiuti, di portare a esaurimento le prime due e poi utilizzare solo una discarica. Le discariche attualmente devono essere autorizzate per chiudere il ciclo di una regione, perché ormai il sistema di gestione dei rifiuti è regionale e quindi ogni regione tramite gli ambiti si deve dotare del sistema impiantistico per chiudere il cerchio. La domanda che le volevo fare è innanzitutto quanti sono i metri cubi previsti dalla nuova discarica. Parla di rifiuti speciali, nei rifiuti speciali ci mettiamo un po' di tutto, in questo caso sono rifiuti urbani indifferenziati che vengono lavorati in altre regioni e poi viene portato il residuo di lavorazione – penso che sia questo il procedimento – intendendo per tali i rifiuti speciali e non speciali come quelli derivanti da ingombranti o altre tipologie di rifiuto. Quanti sono i metri cubi autorizzati? Qual è la durata prevista per questa discarica? Penso che sia scritto nel progetto di fattibilità. Infine, le chiedo se effettivamente è aperta solo all'ingresso di rifiuti indifferenziati, quindi urbani, extra regione. Questa mi sembra veramente una cosa contro le normative, anche nazionali. Vanno comprese – nel cronoprogramma, nel progetto di fattibilità – quali sono le motivazioni che inducono a fare un'attività del genere, perché io capisco impianti di rifiuti che trattano rifiuti speciali – per il trattamento e la successiva trasformazione, come sfridi edili, come il problema della carta, plastiche – per farli diventare materie prime seconde, qui si parla invece solo di discarica. La normativa non permette più di portare i rifiuti fuori regione o di fare nuovi impianti di discarica per recepire rifiuti provenienti da fuori.

  CARMELA AURIEMMA. Grazie, presidente. Io volevo fare un passaggio sull'allocazione di questa discarica. Come ci ha Pag. 41detto l'assessore, in virtù di una deroga prevista dal piano regionale rifiuti, sembrerebbe che sia allocata al di sotto dei 2000 metri di distanza dal centro urbano. C'è tutta una discussione sulla maggioranza dei rifiuti urbani non pericolosi e quindi la ditta proponente di fatto utilizza questa deroga, che è prevista dal piano regionale di gestione dei rifiuti delle Marche. Eventualmente sarà un ricorso al TAR a dover dirimere questo vulnus interpretativo, perché immagino che la ditta nel proporre e nell'andare avanti in questa richiesta faccia una battaglia anche per mantenere l'allocazione del sito. Quindi le chiedo se la regione a questo punto cercherà di intervenire sul piano regionale rifiuti modificando questa deroga. Ciò peraltro sarebbe un riconoscimento che aveva un senso la proposta fatta con una mozione del capogruppo in regione Marche del Movimento 5 Stelle, che prevedeva un chiarimento sulla definizione dei criteri per l'allocazione delle discariche, che non devono scendere al di sotto dei 2 mila metri dai centri abitati e dai luoghi sensibili. La realtà ci dimostra che ha senso, perché adesso la regione Marche di fatto gioca in difesa e non ha una posizione blindata, che avrebbe potuto avere con l'accoglimento della mozione presentata a febbraio dell'anno scorso.
  Dunque, la domanda è se l'assessore pensa di intervenire sul piano regionale rifiuti, anche per evitare per il futuro chiarimenti su questa deroga che favorisce di fatto l'allocazione delle discariche a pochi metri dai centri urbani e dai siti sensibili. Inoltre, vorrei sapere se, alla luce di quello che ci ha detto, la regione ha intenzione di impugnare la valutazione di impatto ambientale, proprio perché come lei sostiene la discarica non dovrebbe essere allocata al di sotto dei 2 mila metri, mentre si utilizza questa deroga attraverso un'interpretazione che fa il Pag. 42proponente. La regione manterrà questa posizione fino in fondo, quindi con un'impugnazione al TAR?

  MARCO SIMIANI. Sarò breve, anche perché la domanda sulle distanze l'ha fatta l'onorevole Auriemma. Vorrei concentrarmi di più sulla questione del piano regionale dei rifiuti. Vorrei capire se la regione sta adottando un nuovo piano e, in caso affermativo, quali saranno i tempi.
  Inoltre, vorrei chiedere se l'intenzione della regione è quella di andare verso una pianificazione che comprenda oltre che le discariche anche impianti di termovalorizzazione, dal momento che con l'adozione di questo piano, che si attende da diversi anni, si devono comunque dare delle risposte.

  PRESIDENTE. Do la parola all'assessore per le risposte, anche se abbiamo pochi minuti.

  STEFANO AGUZZI, Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche. Solo pochi minuti per dare le risposte, anche se ad alcune domande pensavo di aver già dato risposta, evidentemente non mi sono spiegato bene prima. Comunque, per quel che riguarda quanti rifiuti produce la regione Marche, se parliamo dei rifiuti urbani le nostre discariche sono attualmente in grado di recepire quanto viene prodotto nella regione Marche. Se si mantiene, come credo che si manterrà, anche nel nuovo piano regionale, anche se forse andremo a una riduzione intorno al 30 o 40 per cento, quella percentuale di rifiuti speciali, vuol dire che noi ci faremo carico anche di quei rifiuti che provengono da imprese, industrie, eccetera, che non sono urbani ma che potranno comunque continuare a essere smaltiti nelle nostre discariche. La regione Marche non è autosufficiente con le attuali discariche, direi una Pag. 43stupidaggine, però sappiamo benissimo che i rifiuti speciali sono a libero mercato, quindi ogni impresa può portarli e smaltirli dove meglio crede, in Italia, all'estero, regione o non regione, questo a livello di rifiuti provenienti da imprese, quindi rifiuti speciali. In teoria dovrebbero essere quelli che dovrebbero andare dentro questa discarica di Riceci. Quindi alla prima domanda rispondo che non è che pretendiamo di essere autosufficienti, ma per gli urbani sì e anche per buona parte di quelli provenienti da altri cicli, cioè anche da rifiuti imprenditoriali che possono entrare nelle nostre discariche, ad oggi al 50 per cento, probabilmente domani nel nuovo piano – poi risponderò anche all'ultima domanda – potrebbe essere una percentuale minore. È chiaro che in questo caso però occorrerà proporre anche altre soluzioni, perché se noi continuiamo a pensare solamente alle discariche sappiamo benissimo che non diamo una risposta sufficiente e adatta al futuro, su questo non c'è dubbio. Tornando alla prima domanda, e la chiudo, oggi noi parliamo di provincia di Pesaro-Urbino. Lei la domanda l'ha fatta sulla regione Marche, ma siccome Riceci è nella provincia di Pesaro-Urbino, la provincia di Pesaro-Urbino era e sarebbe ancora autosufficiente – ma lo sarebbe stata ancora meglio se fossero state rispettate perfettamente le norme del piano regionale dei rifiuti – con una situazione migliore di molte altre province della nostra stessa regione, senza necessità di andare a cercare nuovi impianti e nuove situazioni. Perché, ripeto, c'erano tre discariche, che sono anche sconvenienti per un'unica provincia ma c'erano, se fossero state utilizzate secondo le indicazioni del piano regionale della regione Marche oggi quelle discariche avrebbero ancora un'autonomia di almeno dieci anni. Quello che è successo ha drogato questo percorso, diciamo così. Dunque, non siamo autosufficienti, però per quel che riguarda la provincia di Pesaro-Urbino avremmo potuto dirci Pag. 44autosufficienti se fossero state rispettate le nostre indicazioni, non dico le nostre norme – le norme sono state rispettate, perché la provincia ha autorizzato – però non le indicazioni date dal piano regionale dei rifiuti.
  Onorevole Borrelli, non me ne voglia, sicuramente sono stato io non chiaro, perché non è la regione Marche che dà proroghe. Il procedimento è a capo della provincia di Pesaro Urbino, che dopo che sono arrivate le richieste di questa società Aurora, ha portato avanti la sua conferenza di servizi, a maggio dello scorso anno, e in quella conferenza dei servizi il genio civile ha posto una serie di prescrizioni. Per poter dar tempo di rispondere a queste prescrizioni la provincia ha dato sei mesi alla società per portare le sue deduzioni, che scadevano il 13 gennaio. Di fronte a quelle richieste di chiarimenti poste dal genio civile, che impedivano se non chiarite la realizzazione di quella discarica, prima c'è stato silenzio per qualche mese, poi è arrivato il ricorso al TAR, infine evidentemente hanno capito che avremmo resistito al ricorso al TAR, qualora si fosse arrivati al dibattimento. La provincia ha convocato il nostro genio civile a novembre, organizzando un incontro in provincia con la società Aurora, che ci ha portato il loro piano di intervento. Noi in quella seduta abbiamo semplicemente preso atto del fatto che quel piano di intervento era confacente a quello che noi gli chiedemmo a maggio, ma è chiaro che ormai eravamo fuori tempo massimo. Tant'è che il 13 gennaio io stesso ho chiesto alla provincia di chiudere il procedimento, perché non era arrivato nulla rispetto ai tempi che gli avevamo dato. La provincia, invece, a questo punto si è presa la responsabilità di dare ulteriori sei mesi fino a luglio di questo anno. Noi abbiamo chiarito come regione Marche che non chiediamo quell'ulteriore tempistica, perché quello che loro ci hanno portato a novembre era esattamente quello che noi avevamo Pag. 45chiesto a maggio, quindi avrebbero avuto tutto il tempo di portarle queste cose se avessero voluto portarle. Secondo me, devo dire la verità, questo è stato solo un escamotage della provincia per dargli ulteriore tempo e scavallare le elezioni, questo è il mio punto di vista. Tecnicamente non è la regione che dà proroghe ma è la provincia, la regione ha chiesto di non darla. L'ho chiesto anche io politicamente. Il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, che verrà audito dalla Commissione, sostiene che l'assessore regionale si debba mettere d'accordo con gli uffici, perché i miei uffici avrebbero detto che va bene quello che ci propone la società Aurora. Sì, tecnicamente va bene, ma non decidiamo noi se dare ulteriori proroghe. Tant'è che la mia dirigente ha scritto alla provincia che noi non chiediamo proroghe, noi diciamo solo che quello che la ditta ci propone a novembre sono le stesse cose che noi abbiamo chiesto a maggio, aveva tutto il tempo di farlo se voleva. Quindi questo l'abbiamo chiarito.
  La richiesta sui terreni: io su questo non entro, perché di chiacchiericcio ne ho sentito tanto, persone che giravano, che chiedevano ai proprietari la disponibilità. Io su questo non entro, non c'ero e non voglio entrarci. Tuttavia in questo caso, voglio chiarirlo, non è Marche Multiservizi che è andata a cercare i terreni, casomai sarà qualche mandatario della società Aurora. Questo lo chiarisco perché lei prima ha utilizzato il termine Marche Multiservizi, non è Marche Multiservizi, o perlomeno non mi risulta questo, poi se lo hanno fatto non lo so. Per quel che riguarda il vincolo, c'è stata questa richiesta del comune di Petriano, ma non è che la regione mette vincoli, io sono in contatto con la sovrintendenza, anzi ho anche interessato il sottosegretario Sgarbi di questo, per capire se c'è qualche possibilità e potenzialità di instaurare lì un vincolo. Al momento non c'è stato uno sviluppo su questo, se dovesse esserci Pag. 46questo sviluppo la regione si porrebbe in maniera probabilmente favorevole, dipende soprattutto dalla sovrintendenza.
  La senatrice Petrucci se non sbaglio mi chiede i metri cubi. Guardi, mi sfugge, però la durata è di 25 anni, un periodo temporale lunghissimo che ovviamente prelude a una grandissima discarica. Per questo prima io mi sono permesso di dire che non va bene quello che intenderebbe la società Aurora nel dire che quei rifiuti non sono speciali, perché provengono dalla raccolta differenziata, vengono lavorati in impianti fuori regione e rientrano come scarto. Ci vogliamo prendere in giro? Una discarica di questo genere che durerebbe 25 anni verrebbe utilizzata solo per quello che viene riportato indietro dalla differenziata? È una presa in giro. Sulle distanze, invece, vorrei dire che i 500 metri non valgono per quella discarica, perché quella è una discarica per rifiuti speciali. Le discariche nella regione Marche stanno a 2 mila metri dai centri abitati, la deroga che li porta a 500 vale solo per le discariche che trattano rifiuti urbani.

  CARMELA AURIEMMA. Questa però è già allocata.

  STEFANO AGUZZI, Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche. Questa intanto è una richiesta per rifiuti speciali e non urbani. Se dovesse essere, come Aurora in qualche caso tende a voler far credere, questa discarica dovrebbe essere inserita nel piano provinciale dei rifiuti dall'ATA. Perché se è una discarica per rifiuti urbani deve essere prevista nel piano di ambito provinciale. Questa discarica non è prevista in nessun piano provinciale, quindi non è una discarica per rifiuti urbani, è una discarica richiesta da una società privata per rifiuti speciali ed essendo una richiesta di una società privata per rifiuti speciali deve stare a 2 mila metri dai centri abitati.

Pag. 47

  CARMELA AURIEMMA. Assessore, mi scusi, la domanda è: la discarica è a 2 mila metri da un centro abitato?

  STEFANO AGUZZI, Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche. No, è a mille metri.

  CARMELA AURIEMMA. E quindi è al di sotto dei 2 mila, non sta rispettando i limiti.

  STEFANO AGUZZI, Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche. Ma non per niente noi come regione Marche abbiamo scritto alla provincia che quella è una discarica che non può stare in quel territorio perché è all'interno dei 2 mila metri.

  CARMELA AURIEMMA. Ho capito. Ma in questo momento la società proponente si avvale di un'interpretazione su questa deroga. Questa questione è stata sollevata più volte dal Movimento 5 Stelle in regione, dicendo che c'era proprio questo pericolo. I fatti a distanza di un anno hanno dato ragione a questa posizione. Oggi riscontriamo che anche lei ritiene che questa discarica non debba stare al di sotto dei 2 mila metri. Tuttavia, la società proponente lo ha richiesto al di sotto dei 2 mila e si fa forte di questa interpretazione. Sarà il TAR a decidere se ha torto o ha ragione, ma nel frattempo...

  STEFANO AGUZZI, Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche. Non c'è nessun TAR perché su questo non c'è un ricorso al TAR. Io non voglio riportare qui il dibattito già fatto in consiglio regionale delle Marche. Quella discarica lì non ci può stare per quel che Pag. 48riguarda la regione Marche, perché è all'interno dei 2 mila metri ed è la norma regionale. Punto.

  CARMELA AURIEMMA. Se non ci può stare allora la provincia non darà l'autorizzazione. Poi vedremo. Speriamo, ce lo auguriamo tutti.

  STEFANO AGUZZI, Assessore alle politiche del lavoro, urbanistica, tutela del territorio, ambiente, protezione civile ed edilizia pubblica della regione Marche. Ma infatti io deduco, penso e spero che la provincia non darà l'autorizzazione. Se la desse se ne prenderebbe la responsabilità e ci saranno molti ricorsi, probabilmente anche quello della regione Marche in quel caso. Tuttavia, non credo che si arriverà a questo, perché il dirigente della provincia è cosciente del fatto che i 2 mila metri non sono «opzionabili», nonostante questo gioco della società Aurora di dire che non sono speciali perché derivanti dalla raccolta differenziata. Non regge, perché anche qualora fosse vero che fossero i rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata, una volta che questi rifiuti sono stati portati fuori regione per essere trattati, nel momento in cui lo scarto ritorna è un rifiuto speciale, anche qualora venisse dalla raccolta differenziata degli urbani. Una volta lavorato fuori regione e ritornato all'interno della regione diventa un rifiuto speciale, non è più un rifiuto urbano perché è stato lavorato, è lo scarto di una produzione. Quindi non regge quella interpretazione. Lo so che la società Aurora punta su quello, ma non regge.
  C'era un'ultima domanda sul nuovo piano regionale. Noi stiamo sviluppando il nuovo piano regionale, abbiamo già portato avanti uno studio. Intanto non prevede più i cinque ambiti, ma un unico ambito regionale, così almeno finisce questa guerra tra una provincia e l'altra su dove portiamo questo e dove portiamo quest'altro, lo ritengo molto opportuno. Pag. 49A parte il piano regionale dei rifiuti, credo che su questo partirà proprio una mia proposta di legge nei prossimi giorni, cioè una legge che porta a un unico ambito regionale in modo che non ci sia più questa discussione provincia per provincia, che fa solo perdere tempo a questo punto. È chiaro che in questo piano regionale dovremmo cominciare a pensare di prevedere qualcosa che vada al di là delle discariche, questo è il mio pensiero, che va molto incontro ad alcuni interventi che sono stati fatti in questa sede. Su questo devo ammettere che c'è qualche perplessità da parte di alcuni amministratori anche della mia stessa maggioranza sul fare o meno un termovalorizzatore, ma adesso non stiamo facendo un dibattito politico su questo. Secondo me quella sul termovalorizzatore è una scelta ormai non rinviabile, però su questo devo ammettere che qualche distinguo lo trovo all'interno della mia stessa maggioranza. Conseguentemente, il piano rifiuti ancora non è stato discusso approfonditamente ma si è fermato alla prima discussione, su quella degli ambiti, sui quali c'è un accordo che porterò avanti con una legge. Io credo che invece di fare la cagnara tutti i giorni su dove mettiamo le discariche, sarebbe meglio individuare un sito per un unico impianto eliminando tutte le discariche, se non quelle del tutto residuali. Forse i cittadini marchigiani sarebbero anche contenti, se glielo si facesse capire.

  PRESIDENTE. Io ringrazio nuovamente l'assessore e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 9.50, riprende alle 9.55.

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Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, all'esito della riunione testé conclusasi, ha convenuto che una delegazione della Commissione si recherà in missione in Puglia la prossima settimana, nelle giornate del 6,7 e 8 febbraio, nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia. La missione rientra nell'ambito dei due filoni d'inchiesta su I reati economici collegati alla gestione illecita dei rifiuti e sulla Analisi sul fenomeno del traffico illecito di rifiuti in merito alle infiltrazioni mafiose e al ruolo della cosiddetta «area grigia» già deliberati in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 20 dicembre scorso. Nessuno chiedendo di intervenire, dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 10.