XIX Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 16 di Mercoledì 28 febbraio 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO

Audizione di rappresentanti di Assotelecomunicazioni – Asstel.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Rendina Marco , Responsabile Lavoro e Relazioni industriali e Attività associativa di Assotelecomunicazioni – Asstel (Intervento in videoconferenza) ... 3 
Rizzetto Walter , Presidente ... 5 
Rendina Marco , Responsabile Lavoro e Relazioni industriali e Attività associativa di Assotelecomunicazioni – Asstel (Intervento in videoconferenza) ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 

Audizione di rappresentanti di Assosistema Confindustria:
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 
Nevi Matteo , Direttore generale di Assosistema Confindustria ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 8 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 
Nevi Matteo , Direttore generale di Assosistema Confindustria ... 9 
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 

Audizione di rappresentanti di Univendita:
Rizzetto Walter , Presidente ... 10 
Sinatra Ciro , presidente di Univendita (Intervento in videoconferenza) ... 10 
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 

Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale forense:
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 
Minervini Vittorio , Consigliere nazionale del Consiglio nazionale forense (Intervento in videoconferenza) ... 12 
Rizzetto Walter , Presidente ... 14 
Minervini Vittorio , Consigliere nazionale del Consiglio nazionale forense ... 14 
Rizzetto Walter , Presidente ... 15 

Audizione di Riccardo Boccuzzi, CEO e fondatore di Hypex srl:
Rizzetto Walter , Presidente ... 15 
Boccuzzi Riccardo , CEO e fondatore di Hypex srl ... 15 
Rizzetto Walter , Presidente ... 16 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 16 
Rizzetto Walter , Presidente ... 16 
Boccuzzi Riccardo , CEO e fondatore di Hypex srl ... 16 
Rizzetto Walter , Presidente ... 16 
Boccuzzi Riccardo , CEO e fondatore di Hypex srl ... 17 
Rizzetto Walter , Presidente ... 17 
Boccuzzi Riccardo , CEO e fondatore di Hypex srl ... 17 
Rizzetto Walter , Presidente ... 17 
Boccuzzi Riccardo , CEO e fondatore di Hypex srl ... 17 
Rizzetto Walter , Presidente ... 17 
Boccuzzi Riccardo , CEO e fondatore di Hypex srl ... 17 
Rizzetto Walter , Presidente ... 17 
Boccuzzi Riccardo , CEO e fondatore di Hypex srl ... 18 
Rizzetto Walter , Presidente ... 18 

ALLEGATO 1 : Documentazione presentata dai rappresentanti di Assosistema Confindustria ... 19 

ALLEGATO 2: Documentazione presentata dai rappresentanti di Univendita ... 27

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 14.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Assotelecomunicazioni – Asstel.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Assotelecomunicazioni – Asstel.
  Ricordo che i deputati possono partecipare alla seduta in videoconferenza secondo le modalità stabilite nella riunione della Giunta per il Regolamento.
  È collegato in videoconferenza per Asstel Assotelecomunicazioni il dottor Marco Rendina, responsabile lavoro e relazioni industriali e attività associativa.
  Ringrazio il nostro ospite per la partecipazione e gli cedo immediatamente la parola, ricordando che la relazione dovrà avere una durata complessiva di circa cinque minuti.

  MARCO RENDINA, Responsabile Lavoro e Relazioni industriali e Attività associativa di Assotelecomunicazioni – Asstel (Intervento in videoconferenza). Ringrazio io la Commissione per il cortese invito.
  Assotelecomunicazioni è l'associazione di categoria che nel sistema di Confindustria rappresenta la filiera delle telecomunicazioni, che è costituita dagli operatori di telecomunicazione, dai produttori e fornitori di terminali, di infrastrutture e di servizi software per le telecomunicazioni, nonché dai gestori di infrastrutture e dai gestori di servizi di call center in outsourcing.
  Parliamo nel complesso, quando si fa riferimento alla filiera, di circa 200.000 lavoratori, 120.000 dei quali sono coperti dal contratto collettivo di lavoro stipulato da Assotelecomunicazioni.
  L'intelligenza artificiale ha delle potenzialità enormi per essere di supporto al sistema industriale. La filiera è centrale nello sviluppo e nella diffusione dell'intelligenza artificiale nel sistema produttivo nazionale. Le telecomunicazioni, infatti, forniscono l'infrastruttura fondamentale per la trasmissione dei dati che poi alimentano i sistemi di intelligenza artificiale e sono anche tra coloro che svilupperanno le piattaforme abilitanti per i sistemi basati sulla intelligenza artificiale, ma – è quello che più rileva ai fini della presente audizione – le imprese sono già utilizzatori delle tecnologie dell'intelligenza artificiale e agiscono per migliorare i propri processi interni sia nella configurazione, sviluppo e manutenzione delle reti e dei sistemi, sia anche per potenziare tutta l'area della customer experience dei propri clienti, che è un elemento fondamentale del nostro business.
  Passiamo ad esaminare la relazione tra intelligenza artificiale e trasformazione del lavoro. Questo è un tema all'attenzione di tutte le filiere industriali. Naturalmente è Pag. 4un punto di grande attenzione anche nella filiera delle telecomunicazioni.
  In questa audizione faremo alcuni esempi di attività presenti nella filiera in cui si può osservare come l'utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale impatti sulle persone e soprattutto sulle competenze dei lavoratori della filiera.
  Iniziando dalle reti, queste saranno chiaramente caratterizzate da un crescente livello di automazione, e questo servirà ad accrescere l'efficienza e l'efficacia nella loro gestione. Si ridurrà, quindi, la necessità di interventi umani, soprattutto quelli per attività di monitoraggio routinario, ma al tempo stesso avremo bisogno che le persone che lavorano sulle reti abbiano competenze nella gestione e nell'interpretazione di dati che sono generati dalle piattaforme intelligenti.
  Quando parliamo di competenze, parliamo chiaramente delle competenze tecniche (programmazione, analisi dei dati, gestione di modelli, machine learning), ma, facendo un passo in più, dobbiamo pensare anche a delle competenze che possiamo definire trasversali, più vicine alle soft skills, perché questi lavoratori dovranno essere in sintonia con l'intelligenza artificiale; quindi dovremo investire in modo significativo in programmi di formazione che non solo insegnino le competenze tecniche, ma che preparino anche i lavoratori a collaborare con questi sistemi avanzati, valorizzandone le capacità.
  Un altro punto è quello della evoluzione di servizio di CRM e BPO, che sono i call center che prima ho menzionato, che sta sperimentando una grande trasformazione digitale. Questo è dovuto al fatto che la clientela manifesta sempre più una propensione ad avvalersi di strumenti digitali. Che cosa accade dell'operatore di call center? All'operatore di call center vengono chieste delle capacità via via progressivamente diverse. Ad esempio, deve avere delle capacità di problem solving, perché se le operazioni più semplici saranno svolte tramite chatbot direttamente dall'utente, saranno quelle più complesse che dovranno essere gestite dall'operatore umano. Sarà chiesta una maggiore specializzazione, perché avremo una diversificazione di servizi, l'introduzione di multicanalità e degli strumenti di self service che moltiplicano la quantità di informazioni che dovranno essere processate e gestite.
  Infine, servirà una capacità di lavorare e di interagire con un sistema, un ecosistema di supporto digitale sempre più complesso, che potrà essere abilitato, attraverso l'intelligenza artificiale, alla collaborazione, co-navigazione e condivisione di device.
  Un ultimo punto che toccherò, però solo come titolo, perché è molto rilevante, è quello delle minacce cibernetiche. È chiaro che l'intelligenza artificiale potrà essere utilizzata anche in ambito cyber security per prevenire attacchi informatici. Quello della cyber security è uno degli ambiti in cui le competenze specialistiche, anche relative all'implementazione dei sistemi di difesa, come la cyber security data protection, sono tra le più richieste dalle imprese della filiera, ma anche quelle considerate tra le più difficili da reperire.
  Dal quadro sopra illustrato, emerge come il tema della trasformazione del lavoro e delle competenze sia centrale per la filiera. L'ultimo rapporto dello scorso anno sulla filiera delle telecomunicazioni in Italia, realizzato da Asstel, ha evidenziato che il 48 per cento delle imprese ha in programma di acquisire professionalità nell'ambito dell'intelligenza artificiale. Però, il 43 per cento delle imprese di telecomunicazioni riscontra difficoltà a svilupparle internamente o a ricercarle sul mercato.
  Cosa fa quindi l'associazione? L'associazione ha elaborato, nel corso del 2023, una mappatura delle sessantanove competenze, tra cui naturalmente quelle riferite ai fattori abilitanti digitali, come Big Data, Cloud, IoT, cyber security, che sono necessarie per lo sviluppo del lavoro a breve e medio termine, comprendendo sia quelle che devono essere cercate sul mercato sia quelle che possono essere acquisite attraverso processi di riconversione e riqualificazione.
  Riqualificazione e riconversione vogliono dire formazione. Le imprese attribuiscono grande importanza al concetto di formazione permanente. Nel 2022 quasi il 100 per cento dei lavoratori degli operatori di Pag. 5telecomunicazioni è stato coinvolto in attività di upskilling o reskilling, mediamente per sei giornate di formazione all'anno, che sono davvero molte. Teniamo anche conto che in Italia la filiera delle telecomunicazioni ha un'anzianità sia anagrafica sia aziendale piuttosto elevata, nella media più elevata di quella delle corrispondenti filiere in ambito europeo, anche se su questo alcune politiche messe in atto dalle aziende stanno facendo un po' diminuire questo fenomeno dell'elevata anzianità aziendale. Oltre alla formazione, ci sono altri piani rispetto ai quali la filiera dovrà continuare a impegnarsi.
  Uno è quello del rafforzamento dell'istruzione professionale e del miglioramento delle competenze attraverso azioni di orientamento anche nell'ambito delle scuole primarie e secondarie. L'altro è costituito da una pluralità di strumenti che sono necessari per accompagnare la trasformazione, perché devono avere la capacità di contemperare l'adozione dei nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il ricambio generazionale e, come detto, lo sviluppo delle competenze.
  In questa ottica – sono nel primo dei due temi che ho citato – Asstel ha posto particolare attenzione al tema dell'orientamento e lavora quindi nel mondo della scuola attraverso partnership con soggetti attivi nel mondo dell'education, con l'obiettivo di stimolare la curiosità dei giovani studenti verso ambiti di studio, che sono gli studi STEM, digitali, e analizzare e approfondire le proprie propensioni per capire quali percorsi formativi intraprendere per essere più in linea con le competenze non solo del futuro, ma anche del presente.
  Dall'altro lato, nel parlare di strumenti, Asstel, insieme alle organizzazioni sindacali, ha individuato nella definizione del Fondo bilaterale di solidarietà per la filiera delle comunicazioni, che ha preso avvio nel mese di gennaio 2024 – è stato autorizzato nel mese di agosto dello scorso anno – una risposta per accompagnare le azioni di formazione e riqualificazione di organizzazioni, che sono rese necessarie dai processi di innovazione tecnologica e di trasformazione.
  Rispetto a tale fondo si auspica un supporto economico pubblico aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori che ne acceleri la piena operatività, soprattutto nella fase di start-up.
  Oltre al fondo di solidarietà, sarebbe auspicabile poter continuare a disporre di strumenti come il contratto di espansione e il Fondo nuove competenze, che in questi anni hanno dimostrato la loro capacità di accompagnare l'evoluzione del lavoro non solo nella filiera delle telecomunicazioni, ma anche in altri comparti produttivi; la non operatività di tali misure nel 2024 potrebbe rallentare l'impulso positivo e richiedere l'implementazione di soluzioni di politiche attive.
  Giungo alle conclusioni. L'intelligenza artificiale sta trasformando diverse filiere, tra cui quella delle telecomunicazioni. I nuovi modelli organizzativi che si stanno affermando richiedono competenze avanzate e orientate all'innovazione.
  Di conseguenza, è necessario investire in modo significativo in programmi di formazione che trasmettano alle persone competenze tecniche e trasversali, necessarie per lavorare con l'intelligenza artificiale.
  Sarà sempre più importante anche incentivare alleanze educative tra il mondo del lavoro e il mondo della scuola fin dalle scuole secondarie per orientare ragazze e ragazzi e per intraprendere quei percorsi formativi che mettano sempre più in linea la loro formazione con le competenze richieste nel presente e nel futuro.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Rendina.
  È stato molto interessante. Lei ha basato il suo ragionamento, quantomeno nella prima parte, sul tema della formazione. Ne siamo convinti assolutamente tutti.
  Lei giustamente tocca il punto delle cosiddette «minacce cibernetiche». Ci dice che le tecnologie sotto questo punto di vista sono difficili da reperire. Sono difficili da reperire perché manca un mercato o perché mancano le competenze? Forse un mercato non manca, in realtà, ma mancano le necessarie competenze per poter offrire un prodotto di un certo livello in questo ambito.Pag. 6
  Do la parola al nostro ospite per la replica.

  MARCO RENDINA, Responsabile Lavoro e Relazioni industriali e Attività associativa di Assotelecomunicazioni – Asstel (Intervento in videoconferenza). Il mio riferimento è chiaramente alle competenze delle persone che dovrebbero poi utilizzare questi sistemi. Sotto questo profilo – sono sempre le risultanze del rapporto sulla filiera delle telecomunicazioni – queste competenze ci sono già nelle aziende, però vanno rafforzate e implementate. Sotto questo profilo abbiamo riscontrato da parte delle nostre imprese la rappresentazione di una certa difficoltà nel reperirle sul mercato. Questo può essere dovuto, naturalmente, a molti fattori: alla contendibilità ovvero alla questione della capacità del sistema educativo di fornirne in numero abbondante.
  Pensiamo a tutto il mondo degli ITS, molti dei quali si specializzano in temi della sicurezza. Molte cose vengono fatte; forse i risultati si vedranno progressivamente. Forse il mercato si livellerà e questa difficoltà di reperire risorse andrà stemperandosi.

  PRESIDENTE. Molto bene.
  Grazie al nostro ospite per il prezioso contributo che ci ha fornito. Qualora ci fossero dei documenti che lei volesse inviarci, li leggeremo con molta attenzione. Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Assosistema Confindustria.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Assosistema Confindustria.
  Ricordo che i deputati possono partecipare alla seduta in videoconferenza secondo le modalità stabilite nella riunione della Giunta per il Regolamento.
  È presente, per Assosistema Confindustria, il dottor Matteo Nevi, direttore generale, a cui cedo la parola per la relazione.

  MATTEO NEVI, Direttore generale di Assosistema Confindustria. Buon pomeriggio. Grazie dell'invito. Ho consegnato questa mattina una memoria che già contiene gli aspetti rilevanti.
  Qui rappresento due settori che sono altamente impattati sia dall'intelligenza artificiale sia dall'automatismo derivante dall'IT. Questo riguarda in particolar modo il settore manifatturiero della produzione di dispositivi di protezione individuale, quindi il tema sicurezza sul lavoro, e le imprese che producono servizi per il settore sanitario pubblico e privato.
  Nel mio intervento voglio tracciare tre aspetti fondamentali: il mercato del lavoro, le relazioni industriali e la sicurezza sul lavoro. Sarebbe il caso di invertirli in questo momento storico e iniziare dalla sicurezza sul lavoro, però poi ci arrivo con il ragionamento, sempre nel tempo a disposizione.
  Sul mercato del lavoro reputo che se noi ci concentriamo sull'elemento basilare della sostituzione uomo-macchina rischiamo di andare fuori focus rispetto a quello che, invece, l'intelligenza artificiale ci offre.
  Prima di porci il tema su quanti lavoratori e quali sostituirà l'intelligenza artificiale, secondo me, dovremmo porci anche il tema, nel momento in cui l'intelligenza artificiale varcherà le soglie dei cancelli delle fabbriche, chi troverà a gestire l'intelligenza artificiale. Questo perché ci troviamo di fronte a una rivoluzione culturale e formativa più importante del nostro secolo, che è chiamata a gestire e a implementare l'intelligenza artificiale.
  Oggi mancano 85.000 diplomati ITS. Siamo alla ricerca di 240.000 laureati in materie STEM, materie che, tra l'altro, sono quelle che dovrebbero dare l'implementazione logaritmica dell'intelligenza artificiale e dei sistemi di automazione. Quindi, prima di andarla a comprare all'estero dovremmo capire come formarla; un mismatch che è salito ormai al 45 per cento fra richiesta di formazione e figure professionali.Pag. 7
  Se a questo ci aggiungiamo anche l'invecchiamento della popolazione con un basso turnover, la domanda, secondo me, si sposta sul fatto se l'intelligenza artificiale andrà a sostituire persone o andrà a sostituire quei posti vacanti delle imprese.
  Il Future of Jobs Report 2023 del World Economic indica che il 40 per cento dei lavoratori dovrà cambiare le sue competenze; un decimo di questi avranno necessità di formazione già nel 2027. Quello che serve nella rivoluzione formativa che oggi abbiamo a disposizione è formare le competenze di chi dovrà recepire, gestire, implementare l'intelligenza artificiale; quindi al tema delle soft skills dovrà essere abbinato il tema delle hard skills. A noi serve un pilota che sappia fare anche il meccanico, perché oggi il manutentore di un sistema industriale di una macchina non può essere il semplice manutentore, ma deve conoscere di elettronica e di implementazioni digitali; altrimenti siamo fuori mercato e queste figure noi non le troviamo.
  Sul tema relazioni industriali – vado veloce anche se forse il tema di discussione dovrebbe riguardare anche la questione di come cambiare il sistema di relazioni industriali, a mio avviso – auspichiamo che il legislatore in questo caso non imbrigli il tema dell'intelligenza artificiale secondo il canonico dibattito fra parte datoriale e parte sindacale, strutturando i soliti metodi di concertazione.
  Oggi ci troviamo in un mondo del lavoro che cambia costantemente. Se pensiamo di utilizzare l'intelligenza artificiale come terreno per un dibattito fra datori di lavoro e sindacati, rischiamo di ingessare la materia. Soprattutto, abbiamo visto le prime avvisaglie, ad esempio, con alcune circolari anche ministeriali, che cercano di interpretare il volere della legge, in particolar modo sugli obblighi formativi ad esempio nel caso di utilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati, dove, di fatto, vengono richieste molte informazioni anche in relazione al fatto che l'azienda dia un computer o un telefono per l'utilizzo del telelavoro o dello smart working. Quello, secondo noi, è un modello che dobbiamo tenere a distanza, altrimenti rischiamo di ingessare.
  In particolar modo, nel momento in cui il mercato del lavoro abbiamo detto che cambia e cambia anche l'equilibrio fra orario di lavoro e salario, quindi quella prestazione sinallagmatica che spesso non trova più – e secondo noi non troverà più – l'equilibrio all'interno del contratto collettivo, come sintesi delle due esigenze, dobbiamo fare in modo che non vi sia una moltitudine di contratti collettivi che agiscono sullo stesso perimetro, spesso in dumping o trattando materie diverse.
  Arrivo al tema della sicurezza sul lavoro, su cui pensiamo che l'intelligenza artificiale sia la vera leva di sviluppo, sia in termini di prevenzione sia in termini di formazione.
  Il problema, però, che ci dobbiamo porre è che l'Italia, ad esempio, è il secondo Paese manifatturiero, ma è il quinto Paese in acquisto di dispositivi di protezione individuale. Questo significa che c'è una mancata attenzione al tema della sicurezza e che purtroppo ricadiamo sempre nella tragica visione del dispositivo di protezione individuale come un costo comprimibile, come un costo per le imprese.
  Se abbiamo difficoltà ad acquistare un DPI normale, come si può acquistare un DPI a cui invece si affianca un'intelligenza artificiale (che già è possibile trovare, come ad esempio facciali filtranti, spazi confinati, uomo a terra, anticaduta)? Immaginiamo sull'anticaduta l'intelligenza artificiale e la tecnologia quanto possono fare anche per dare segnali nel caso in cui la persona non sta bene, rischia di cadere o meno.
  La nostra richiesta è di cercare di agevolare l'acquisto di DPI di ultima generazione connessi all'intelligenza artificiale in modo da stimolare l'impresa a investire nell'intelligenza artificiale connessa alla sicurezza sul lavoro e ad acquistare questa tipologia di dispositivi.
  In sintesi, ho riportato un quadro dei punti trattati, ovvero superare il concetto di sostituzione uomo-macchina, concentrandomi più che altro sul tema formativo, su come formare quelle persone, quali formare,Pag. 8 in modo da fare gestire l'intelligenza artificiale a quelli che possono essere i lavoratori del futuro.
  La vera rivoluzione è una rivoluzione formativa, almeno a nostro avviso.
  Per quanto riguarda il tema delle relazioni industriali, bisogna evitare che l'intelligenza artificiale diventi uno scontro fra parti datoriali e parti sindacali; non parlo di una libertà di intervento assoluta, ma bisogna evitare di imbrigliare con troppe norme.
  Sul tema della sicurezza sul lavoro, come ho anticipato, sarebbe necessario dare uno stimolo sia all'acquisto dei DPI ordinari, sia di quelli connessi all'intelligenza artificiale.
  Da ultimo, concludendo, posso dire che riteniamo che non è pensabile un ecosistema che prevede solo la presenza dell'uomo o solo la presenza della macchina. Immaginiamo che debbano andare di pari passo l'uno con l'altra su queste tematiche così importanti. Però, ritorno al primo punto. Ritengo che l'aspetto formativo sia la vera rivoluzione culturale su cui dobbiamo andare ad indagare l'intelligenza artificiale, che non per forza è sostituzione del lavoratore con la macchina.
  Presidente, lei spesso utilizza, in vari interventi che ha fatto, il tema degli ascensori a New York. È una bellissima immagine di come, andando avanti, ci sia stata una evoluzione e non c'è più l'ascensorista.
  Alcune figure sicuramente subiranno questa rivoluzione, ma noi abbiamo il compito, secondo me, di dare delle risposte a quelle figure attraverso una formazione e una riqualificazione di quelle figure, unendo alle soft skills le hard skills. Altrimenti, dovremo trovare personale al di fuori del sistema Paese.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  VALENTINA BARZOTTI. Grazie, presidente.
  Ringrazio il dottor Nevi per il suo interessante contributo. I dubbi che ho sono ovviamente riferiti a questo discorso della formazione, perché lei nel suo intervento, giustamente, dice che dobbiamo pensare ai lavoratori del futuro, cercando di uscire da questo binomio lavoratori e sostituzione uomo-macchina.
  Forse, però, questo ragionamento rimane un po' parziale, perché è come se lei ci stesse dicendo che arriva uno tsunami, chi riesce a salvarsi si salva, chi non riesce a salvarsi viene travolto. In realtà, penso che un compito dello Stato sia proprio quello di dare gli strumenti per poter sopravvivere allo tsunami che sta arrivando, sopravvivere nel breve, nel medio e nel lungo periodo.
  Accetto il suo discorso sulla questione lavoratori che devono essere formati, sul mismatch del 50 per cento e quindi chiaramente bisognerà intervenire su questo, perché è chiaro che per forza dovremo farlo, però mi sembra che, invece, sul discorso riqualificazione del personale nel presente non ci sia nulla, perché l'intelligenza artificiale sta andando velocissima.
  Rischiamo veramente di avere parte del mondo del lavoro completamente sostituito ed emarginato. Non voglio dire che dobbiamo pensare soltanto ai rischi, perché assolutamente non è così, e io sono la prima a dire che ci sono grandi opportunità con l'intelligenza artificiale, però non possiamo non pensare a chi stiamo lasciando indietro.
  Noi abbiamo già un Paese in enorme sofferenza lavorativa, in enorme sofferenza di qualificazione lavorativa. Soprattutto, mi pare che si sottovaluti questo tema della formazione perché, ad esempio, in Germania ci mettono cinque anni a formare una persona per riqualificarla e rimetterla nel mercato del lavoro, cosa che in Italia non viene fatta. Si pensa che con dei minicorsi da sei mesi o un anno si riesca a riqualificare un lavoratore che necessita di competenze tecniche particolari per poter essere reinserito all'interno del mercato del lavoro.
  La mia domanda, quindi, riguarda la sfida più grande che, secondo me, abbiamo davanti: non dobbiamo pensare solo e chi mettiamo a gestire l'intelligenza artificiale – certo, è una sfida, ma sicuramente le persone con più strumenti sapranno muoversiPag. 9 in una direzione di aggiornamento delle competenze – ma dobbiamo concentrarci su chi lasciamo indietro e come facciamo a non lasciarlo indietro.

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

  MATTEO NEVI, Direttore generale di Assosistema Confindustria. Ringrazio l'onorevole per la domanda. Forse nella brevità e nella velocità dell'esposizione ho saltato qualche passaggio, però nella parte finale penso di aver dato una risposta.
  Concentriamoci su chi lasciamo indietro, non su chi gestirà; anche se chi gestirà è un elemento importante e chiave per lo sviluppo.
  Se guardiamo i dati, noi abbiamo un settore industriale abbastanza frammentato come Paese Italia, fatto in prevalenza non di grandi aziende, ma di piccole e medie imprese. Se vediamo i dati delle piccole e medie imprese che hanno investito in intelligenza artificiale – non confondiamo il tema della digitalizzazione con quello della intelligenza artificiale – abbiamo una percentuale piuttosto bassa, intorno al 2-3 per cento.
  Chi lasciamo indietro? Io l'ho detto nella parte finale dell'intervento. Noi abbiamo bisogno di riqualificare quelle figure professionali, ma ne abbiamo bisogno anche come imprese. Su questo o su come riqualificarle abbiamo diversi strumenti come settori industriali e come parte di relazioni industriali; stiamo già svolgendo una formazione finanziata attraverso i bandi di fondi impresa che si stanno orientando sul tema dell'intelligenza artificiale, mandando in formazione le persone che hanno più necessità di formazione su questo aspetto, che sono quelle inserite all'interno di sistemi ripetitivi o automatizzabili, perché sono quelle le principali persone che potrebbero subire un'eventuale sostituzione.
  Quello che si può fare all'interno del contratto collettivo nazionale di lavoro e all'interno di un'impalcatura di relazioni industriali è riqualificarle anche attraverso il sistema di fondi impresa. L'altra questione riguarda un investimento sugli ITS, che il Governo ha fatto, anche con il contributo di Confindustria, attraverso una riforma degli ITS, dai quali viene preso il 75 per cento dei nuovi giovani diplomati proprio perché servono quegli istituti tecnici che permettano di gestire la transizione e la riqualificazione.
  Aggiungo che molte aziende, anche del nostro comparto, hanno accordi con gli ITS perché questo serve sia per l'alternanza scuola-lavoro, ma anche per la riqualificazione del personale. Non abbiamo deciso di lasciare indietro qualcuno, abbiamo definito dei percorsi formativi proprio per quelle persone.
  È inevitabile, l'ho detto in premessa, che se partiamo, però, da questo concetto ci lasciamo dietro tutto quello che può essere il beneficio dell'intelligenza artificiale. Va implementato il sistema formativo, ma attualmente il sistema Paese ha la disponibilità per rispondere a livello formativo sia a chi deve entrare nel mondo del lavoro sia a chi deve riqualificarsi nel mondo del lavoro.
  Come ho detto prima, è necessario aggiungere alle soft skills le hard skills sia a livello di formazione all'interno dei contratti collettivi, dell'impalcatura delle relazioni industriali, sia per coloro che sono esterni, sia per un dialogo costante fra impresa e ITS.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Nevi.
  Personalmente su tutto il tema della formazione (ITS, STEM) sono particolarmente d'accordo. La sua relazione è sicuramente molto importante.
  Sono d'accordo quando si dice che non devono esserci molte norme che vadano quasi a mettere qualche bastone fra le ruote rispetto allo sviluppo di nuove tecnologie anche perché le norme partorite oggi potrebbero essere vecchie, obsolete e antiche nel giro di trenta giorni rispetto alla velocità a cui accennava anche la collega Barzotti.
  Sono, invece, molto d'accordo – e me lo sono segnato – sul tema dell'acquisto di dispositivi di protezione individuale che penso costino più dei dispositivi classici e su cui si deve fare un ragionamento, perché Pag. 10ritengo che sia un aiuto notevole. Avverto che l'audito ha messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 1).
  Non essendovi altre richieste di intervento da parte dei colleghi, ringrazio l'ospite intervenuto e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Univendita.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Univendita.
  Ricordo che i deputati possono partecipare alla seduta in videoconferenza secondo le modalità stabilite nella riunione della Giunta per il Regolamento.
  Cedo immediatamente la parola al nostro ospite, dottor Sinatra. Ha circa cinque minuti. Grazie.

  CIRO SINATRA, presidente di Univendita (Intervento in videoconferenza). Grazie a lei, egregio presidente e onorevoli. Intanto desidero ringraziarvi per avermi dato questa opportunità preziosa per poter rappresentare la nostra associazione e parlare dell'impatto che l'intelligenza artificiale può avere sulle aziende che si occupano di vendita diretta.
  Due parole rapidissime, visti i tempi, su Univendita. Siamo nati nel 2010, con l'obiettivo di riunire le più importanti, famose e rappresentative aziende del mondo della vendita diretta che opera in Italia. Siamo membri di Confcommercio nazionale e a livello europeo aderiamo alla DSE (Direct Selling Europe), l'associazione europea di aziende di vendita diretta.
  Per quanto riguarda l'Italia, aderiscono a Univendita marchi storici della vendita diretta, quelli che hanno fatto la storia realmente di questa modalità di vendita in Italia. Parliamo di Vorwerk Italia, che distribuisce l'aspirapolvere Folletto e il robot da cucina Bimby, Bofrost, che è attiva nel settore dei cibi surgelati, Avon e Just, attive nel settore della cosmetica e della cura della persona, Stanhome, attiva nei prodotti per la cura della casa, Nims-Lavazza, specializzata nella distribuzione e vendita del caffè in capsule, e altre aziende.
  In tutte le famiglie italiane c'è almeno uno di questi prodotti, a testimonianza del fatto che la vendita diretta è un sistema radicato nella nostra cultura, è un sistema attivo, è un sistema che dà la possibilità a tante persone di trovare uno sbocco lavorativo degno, in contesti economici anche difficili o problematici.
  Le nostre imprese rappresentano oltre il 50 per cento del valore dell'intero comparto della vendita diretta in Italia. Nel primo semestre 2023, che è l'ultimo dato disponibile ufficiale, abbiamo realizzato un fatturato associativo superiore a 750 milioni di euro, con una crescita dell'8,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022, quindi un grande balzo in avanti, e con una crescita anche rispetto al primo semestre del 2019, che è l'ultimo anno «pulito» prima della pandemia. Quindi, siamo riusciti non solo a evitare i rischi e a ridurre l'impatto negativo della pandemia, ma anche ad andare oltre.
  Abbiamo circa 140 mila incaricati alla vendita diretta, che fanno capo alle nostre aziende associate. La percentuale femminile è di oltre il 95 per cento.
  Le nostre aziende hanno sottoscritto, tutte, un codice etico, che ha lo scopo di garantire che le attività di vendita si svolgano nel massimo rispetto dei consumatori, secondo i princìpi enunciati nella nostra carta dei valori. In sintesi, il nostro obiettivo è quello di creare cultura e far sì che tutti i venditori possano avere comportamenti necessari per generare quel rapporto di fiducia indispensabile tra impresa, incaricato e cliente.
  Per quanto riguarda l'oggetto di questa audizione, noi dobbiamo partire da un presupposto fondamentale, da un assunto di base: la vendita diretta è e sarà caratterizzata – lo prevede la normativa europea e quella italiana, la nostra legge, la legge Pag. 11n. 173 del 2005 – dalla presenza fisica e simultanea di venditore e cliente. Proprio questa modalità di vendita ha fatto sì che fossimo in grado come aziende e come settore di superare tutte le difficoltà economiche che ci sono state negli anni. Abbiamo superato la crisi del 2008, fino ad arrivare alla pandemia. Questo perché il nostro è un settore anticiclico. Quindi, nel momento in cui i consumi crescono noi cresciamo, nel momento in cui c'è una stagnazione dei consumi la maggiore possibilità di inserire all'interno delle strutture di vendita dei venditori fa sì che, comunque, le vendite possano crescere. Quindi, abbiamo questo aspetto positivo di essere un settore anticiclico.
  È vero che siamo aziende anticicliche, siamo aziende che fanno vendita diretta, ma siamo, comunque, aziende «normali», quindi aziende che, come tutte le aziende modernamente organizzate, hanno settori di ricerca, sviluppo e progettazione, amministrazione, distribuzione e quant'altro.
  Proprio in questi settori l'intelligenza artificiale ha iniziato a fare capolino e sicuramente avrà grandi impatti nel futuro. Quali saranno non è facile prevederlo al momento. Però, sicuramente sono settori nei quali queste nuove tecnologie hanno già iniziato a creare delle differenze competitive rispetto a precedenti situazioni.
  Noi, però, come dicevo prima, ci differenziamo rispetto alle altre aziende, perché la fase finale della vendita è caratterizzata proprio da questa presenza fisica e simultanea di venditore e cliente. In questo – lo diciamo in maniera un po' divertita – noi riusciamo a fare una staffetta tra l'intelligenza artificiale e l'intelligenza umana del venditore, perché l'intelligenza artificiale, come dicevamo prima, è fondamentale per far sì che tutte le attività propedeutiche alla vendita siano gestite nel migliore dei modi e nella maniera più proficua, professionale e produttiva, ma arrivato il momento di perfezionare tutte queste attività propedeutiche entra in campo quella che è l'intelligenza umana del venditore o della venditrice, che di sicuro è meno potente, però è infinitamente più empatica, perché l'empatia, nemmeno al momento, non può essere insegnata a un sistema di intelligenza artificiale. L'intelligenza degli umani è geneticamente programmata per relazioni umane sincere e durevoli. Quindi, almeno ancora in questo abbiamo un vantaggio competitivo rispetto all'intelligenza artificiale.
  La sfida che hanno le nostre aziende è quella di riuscire a combinare in maniera virtuosa da una parte l'intelligenza artificiale e dall'altra parte l'intelligenza umana delle venditrici e dei venditori.
  Per venire ancora più nel concreto, come può l'intelligenza artificiale aiutare le aziende di vendita diretta? In maniera molto semplice, attraverso un'analisi dei dati ancora più approfondita. Ovviamente questo avviene nel rispetto assoluto delle normative sulla privacy. Questo riguarda non solamente le aziende di vendita diretta, ma tutte le aziende. Quindi nel rispetto della privacy, si tratta di poter analizzare enormi quantità di dati che provengono dai vari canali di vendita, analizzare le preferenze di acquisto, i modelli di comportamento e altro ancora.
  Possiamo personalizzare, grazie all'intelligenza artificiale, ancora di più le offerte economiche e le offerte di prodotti che vengono fatte ai nostri clienti, sia quelli reali, sia quegli attuali, sia quelli potenziali.
  L'intelligenza artificiale ci può aiutare nel dare supporto ai venditori per rispondere alle domande dei clienti, per gestire gli ordini, per fornire informazioni sui prodotti. Quindi, è un'assistenza virtuale ancora più efficace. Ci può aiutare molto nel servizio postvendita, proprio perché quella massa di dati che possono essere raccolti e sistematizzati può aiutarci a essere più vicini al cliente e magari ad anticipare bisogni, esigenze e necessità.
  È, quindi, un mix virtuoso tra l'intelligenza artificiale e, nel nostro caso, la fase finale di vendita, curata dall'intelligenza umana, senza però rinunciare, come dicevo, a quella caratteristica fondamentale, vale a dire il contatto diretto e simultaneo tra venditore e cliente.
  Per concludere questo intervento, che cosa chiediamo? Chiediamo intanto che il Governo possa incentivare le aziende e le Pag. 12imprese al cambiamento tecnologico enorme che è in corso, quindi trovare le modalità giuste per incentivare le nostre aziende a mantenere una competitività non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale.
  Chiediamo anche che vengano investite risorse adeguate sulla formazione. Bisogna formare e inserire nelle aziende nuove professionalità, in grado di gestire e dare valore a tutto quello che l'intelligenza artificiale potrà portare all'interno delle aziende.
  Consentitemi, infine, una segnalazione. Vi chiediamo un particolare supporto alle piccole e medie aziende e ai lavoratori autonomi, perché queste categorie avranno meno possibilità di investire, quindi, potendo investire meno e potendo beneficiare di una minore quantità di dati, di informazioni, di indicazioni provenienti dai sistemi evoluti di intelligenza artificiale, avranno purtroppo uno svantaggio competitivo rispetto alle grandi aziende. Quindi, noi chiediamo un'attenzione specifica e particolare nei confronti di piccole e medie aziende, nonché dei lavoratori autonomi.
  Vi ringrazio per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie. Sono sicuramente d'accordo con lei. Ritengo, comunque, molto importante questa audizione rispetto al fatto che, secondo me, ci saranno lavori che è praticamente impossibile che vengano sostituiti da un sistema di intelligenza artificiale, tra cui io ritengo anche l'attività di vendita, che può essere, giustamente, come da lei ricordato, coadiuvata da sistemi di intelligenza artificiale, da chat di intelligenza artificiale rispetto al postvendita, all'assistenza, a tutto un corollario di iniziative per quanto riguarda la compilazione delle pratiche e via elencando. Ma penso che effettivamente il tocco del venditore molto difficilmente possa essere sostituito da uno schermo o da un sistema di intelligenza artificiale. Quindi, sotto questo punto di vista sono assolutamente d'accordo con lei.
  Vi è tutta una serie di persone e di sistemi che magari non vanno quotidianamente dal cliente, ma aiutano nel perfezionamento della vendita, dal marketing iniziale al telemarketing, al postvendita, all'assistenza e via dicendo. Secondo me, in questo ambito, ma non solo in questo, anche la politica dovrà stare molto attenta nel cercare di preservare al massimo quelle che dopo molti anni si possono considerare delle eccellenze sotto questo punto di vista.
  Ringraziamo, quindi, il dottor Sinatra. Avverto che l'audito ha messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 2).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale forense.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale forense.
  Ricordo che i deputati possono partecipare alla seduta in videoconferenza secondo le modalità stabilite nella riunione della Giunta per il Regolamento.
  Per il Consiglio nazionale forense è collegato in videoconferenza l'avvocato Vittorio Minervini, consigliere nazionale del Consiglio nazionale forense.

  VITTORIO MINERVINI, Consigliere nazionale del Consiglio nazionale forense (Intervento in videoconferenza). Vi ringrazio anzitutto dell'attenzione che avete rivolto al Consiglio nazionale forense. A nome del consiglio e del presidente porto a tutti i saluti.
  Il tema è estremamente delicato e attuale. Dobbiamo considerare che noi esseri umani abbiamo sempre ritenuto di essere in grado di governare gli strumenti che vogliamo utilizzare, ma oggi ci stiamo riconoscendo come fragili e vulnerabili.
  L'eccezionalità del tema sta nel fatto che le evoluzioni tecnologiche precedenti erano ausiliarie, mentre oggi assistiamo ad un'accettazione acritica e quasi ammirata nei confronti dell'intelligenza artificiale, perchéPag. 13 propone una decisione che appare fondata sul medesimo percorso elaborativo del pensiero umano.
  Nell'ambito del mondo del lavoro genericamente inteso, il tema può essere parcellizzato in diversi e distinti sottotemi, escludendo però dalla discussione tutto il complesso universo della giustizia, che avrebbe necessità di molto tempo per la sua elaborazione.
  Il primo tema attiene alle decisioni automatizzate e, in conseguenza a ciò, alle attribuzioni delle responsabilità. Qualsiasi processo o attività si articola sempre in input, elaborazione e output. In un'attenta normazione, che auspichiamo possa essere a breve assunta dal legislatore, si dovrà prevedere il ruolo umano nell'emissione e cernita dei dati dell'input, per poter conoscere le modalità di elaborazione dell'algoritmo funzionale e, infine, avere la possibilità di controllare il risultato, la decisione.
  In una normazione dei sistemi di intelligenza artificiale deve essere prevista la possibilità di seguire attivamente i processi, con l'onere a carico dell'utilizzatore di quella attività di verifica e correzione ex post delle decisioni assunte dal sistema.
  A ciò consegue il tema dell'attribuzione delle responsabilità, che non può essere riferita al sistema, ma dovrà essere prevista una sorta di culpa in vigilando, perché all'operatore e a chi si vuole avvalere di sistemi di intelligenza artificiale dovrà essere imputata come presunta la consapevolezza delle logiche di funzionamento dell'intelligenza artificiale, in tutte le fasi che compongono il processo.
  Il prezzo dell'innovazione non potrà essere fatto gravare genericamente sulla collettività, ma dovrà essere riferito a più ristretti limiti di responsabilità oggettiva, in particolare laddove la scelta dovesse essere conseguente all'ottenimento di maggiori benefici nell'attività imprenditoriale. Il rischio dell'affidamento acritico alla decisione operata dall'intelligenza artificiale dovrà essere riportato nell'ambito di colui che se ne vuole giovare.
  Legato a tale tema è l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nelle direttive impartite nei rapporti di subordinazione. Si sta assistendo a una progressiva invasività dell'intelligenza artificiale nell'ambito della gestione del lavoro dei dipendenti, basato su logiche autonome, prescindendo dalla persona, fondata solo sull'analisi di maggiore produttività formulata da sistemi di intelligenza artificiale. Il tutto senza che vi sia piena consapevolezza, spesso, in capo alla parte datoriale.
  Inoltre, gli strumenti offerti alla parte datoriale, quali sistemi di intelligenza artificiale, aprono al pericolo che la rilevazione dei dati e i conseguenti processi decisionali conducano a forme di discriminazione indiretta, generate dalla fonte da cui alcuni dati vengono attinti, dall'aggregazione di quegli stessi dati, ma anche dalla logica di valorizzazione dei diversi elementi acquisiti. Se si pensa che spesso tali strumenti sono ignoti nella modalità di raccolta e analisi da parte dell'utilizzatore, è concreto il rischio di violazione del divieto di indagini sulle opinioni o sui controlli dei lavoratori, il tutto senza consapevolezza in capo al datore di lavoro. Solo la verifica ultima della decisione può ovviare la responsabilità del fatto, ma resta immutato il pericolo della raccolta di dati inquinati alla fonte, delle modalità con cui si svolge l'input.
  Infine, il tema più rilevante è dato dalla perdita di posti di lavoro. Se è vero che la storia insegna che nel medio periodo non si avverte una riduzione del saldo della complessiva forza lavoro all'esito dei progressi tecnologici, è oggi forte la preoccupazione a causa della velocità con cui assistiamo all'introduzione dell'intelligenza artificiale nella nostra vita quotidiana e al miglioramento dell'attività di impresa. Saranno toccati nel loro ambito professionale, ad esempio, i commercialisti, che saranno sostituiti da sistemi di analisi di dati sotto l'aspetto quantitativo e normativo e potranno, così, essere sostituiti da un'intelligenza artificiale generativa. Ai professionisti intellettuali si accompagneranno, quali perdenti posto, quei lavoratori con prestazioni a basso contenuto creativo e altamente ripetitive, per i quali l'apporto dello strumento tecnologico prenderà facilmente il sopravvento.Pag. 14
  Si deve, quindi, considerare che si deve giungere a una trasparenza delle nuove applicazioni di intelligenza artificiale. Per rendere trasparente tale attività si deve imporre un principio di qualità e sicurezza nell'immissione dei dati, che deve conseguire alla certificazione della loro fonte con sistemi che ne possano valutare sicurezza e integrità per il loro trattamento e il loro utilizzo.
  Con ciò deve essere garantito il rispetto del principio dell'accesso al sistema di elaborazione delle tecniche utilizzate nel loro trattamento, al fine di consentire la piena comprensione per la loro validazione delle fasi conclusive del procedimento.
  Nel solco dei criteri espressi recentemente dalla Corte di cassazione e dal Consiglio di Stato, dobbiamo ribadire come l'interesse collettivo debba prevalere sulla protezione dell'intelligenza artificiale, in particolare escludendola dall'applicazione della tutela propria dei segreti industriali.
  Concludendo, non si deve avere preoccupazione nei confronti dei sistemi di intelligenza artificiale, ma solo se il legislatore avrà la capacità di dare un'attenta regolamentazione al loro utilizzo.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'avvocato Minervini.
  Chiedo se ci sono domande. Mi pare di no, che sia tutto molto chiaro.
  Lei, avvocato, ha parlato, ad esempio, della categoria dei commercialisti rispetto all'analisi dei dati. Per quanto riguarda proprio la professione di avvocato, nutrite qualche dubbio nei confronti della sempre maggiore applicazione dell'intelligenza artificiale? Così come all'epoca annunciato dal vostro presidente, mi pare fosse l'estate dello scorso anno, leggevo che il Consiglio nazionale forense stava realizzando un portale dell'Avvocatura italiana basato su dati che vengono processati dall'intelligenza artificiale e che l'avreste messo in rete gratuitamente per tutti gli avvocati, ma anche per i magistrati o per qualche altra categoria. Tra l'altro, se non ricordo male, un portale certificato, quindi con una sorta di analisi dei dati caricati, che sono molto importanti sotto questo punto di vista, lei lo sa e ce lo insegna. Volevo capire a che punto siamo, brevemente, su questo ambito.
  Una domanda, poi, un po' più politica: se ci sono preoccupazioni pari a quelle della categoria che lei prima ha citato.
  Do la parola al nostro ospite per la replica.

  VITTORIO MINERVINI, Consigliere nazionale del Consiglio nazionale forense (Intervento in videoconferenza) Parto da quest'ultima domanda. Preoccupazioni non ce ne sono particolarmente. La preoccupazione è l'amministrazione della giustizia. Si parla sempre più di introdurre sistemi di intelligenza artificiale nella redazione, ad esempio, delle decisioni, togliendo, quindi, al giudice la possibilità di svolgere appieno la funzione decisionale che gli è propria. Tutto questo perché è estremamente delicato partire dai dati.
  Come lei ha detto, stiamo cercando di costruire un sistema di rilevazione della statistica delle sentenze o della dottrina, da mettere a disposizione gratuitamente di tutti gli avvocati. Tale piattaforma sarà pronta, si spera, a maggio. Penso che potrebbe essere accessibile, non so se a pagamento o meno, anche da parte della collettività. Ciò mira a valutare tutti i dati che possono essere matchati tra di loro, per dare una risposta all'operatore. Naturalmente, però, questi sono dati statistici. La preoccupazione è questa. Questi rappresentano il passato. Non si può fondare una decisione soltanto sui sistemi del passato. Il diritto – scusate l'immagine – è un fiume che scorre. Se ci affidiamo sempre e soltanto al precedente, il diritto, nella sua evoluzione, si ferma. Noi avvocati abbiamo sempre dato il nostro contributo perché l'evoluzione del diritto fosse sempre costante. I sistemi di intelligenza artificiale potrebbero veramente fermare questa evoluzione.
  Nell'ambito della giustizia tributaria, il MEF ha preparato un sistema di banca dati, nell'ambito del progetto PRODIGIT, che vuole mettere a disposizione dei magistrati. Questo è fondato sul precedente. Questi precedenti, se verranno continuamente replicati, fermeranno l'evoluzione del diritto tributario. Su questo abbiamo Pag. 15espresso delle preoccupazioni molto forti e le ribadiremo anche prossimamente.

  PRESIDENTE. Grazie, avvocato Minervini, per il prezioso contributo fornito all'indagine conoscitiva.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di Riccardo Boccuzzi, CEO e fondatore di Hypex srl.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di Riccardo Boccuzzi, CEO e fondatore di Hypex srl.
  Ricordo che i deputati possono partecipare alla seduta in videoconferenza secondo le modalità stabilite nella riunione della Giunta per il Regolamento.
  Ringrazio il nostro ospite per la partecipazione e gli cedo immediatamente la parola, ricordando che la relazione dovrebbe avere una durata di circa cinque minuti.
  Prego, dottor Boccuzzi.

  RICCARDO BOCCUZZI, CEO e fondatore di Hypex srl. Signor presidente, vi ringrazio per l'invito, è un onore.
  Sono l'amministratore delegato di una software house creativa, che si occupa di trasformare riprese video in videogiochi attraverso un brevetto. Quindi, fondamentalmente, le risorse che operano in Hypex sono multidisciplinari e partono dalla tecnologia – come informatici, sistemisti, ingegneri del software – per arrivare a registi, sceneggiatori, cameraman, graphic designer, musicisti e tanti altri mestieri creativi.
  Un aspetto accomuna tutti loro, l'obiettivo di creare esperienze video-interattive che prima non esistevano – quindi un lavoro creativo – nonché il sentimento di paura nei confronti dell'intelligenza artificiale. Hanno paura perché ChatGPT può scrivere la scena, perché Midjourney può realizzare l'immagine, perché Sora può realizzare il video. Quindi, la loro paura, fondamentalmente, è fondata sul futuro.
  Io ho cercato di capire come essere utile a questa indagine e ho scelto un elemento interstiziale in questa corsa alla supremazia tra intelligenza artificiale e intelligenza naturale. Questo elemento è proprio il sentimento della paura del futuro, che sta serpeggiando tra i mestieri creativi, che io trovo, sinceramente, paradossale. Oggi cercherò di spiegare il perché e quali soluzioni potrebbero discendere da questa riflessione.
  Intelligenza artificiale e intelligenza naturale non sono troppo dissimili. Il creativo attinge al passato, con propri ricordi ed esperienze, al presente, con sensazioni ed emozioni, e al futuro, con desideri, sogni e speranze. L'intelligenza artificiale fa lo stesso, solo che le chiama in maniera diversa: il passato, quindi ricordi ed esperienze, lo chiama «dati»; il presente lo chiama «algoritmi ed elaborazioni»; il futuro lo chiama «input», i desiderata. Questa somiglianza nel processo, che però ha una grande differenza, dov'è che mette paura al percorso creativo? L'intelligenza artificiale genera a tempo zero, praticamente, e con un'esecuzione sempre ben fatta, perché applica la matematica. Come diceva Leonardo da Vinci, la bellezza è matematica. Quindi, tutto ciò che fa è ben fatto. Però anche i creativi sono in grado di fare cose ben fatte. La differenza consta nel fatto che l'intelligenza artificiale attinge ai dati come linfa per il suo percorso. «Dati» in questo caso non è soltanto un sostantivo, ma è anche un participio passato, cioè qualcosa che avviene nel passato. Quindi, l'intelligenza artificiale possiamo dire che attinge e vive nel passato.
  Visto che ho citato Leonardo da Vinci, lo cito di nuovo. Leonardo da Vinci ha disegnato la «vite aerea», che è il prodromo dell'elicottero, secoli prima che un marchingegno del genere potesse orbitare nei pensieri dell'essere umano. Prendo un altro artista, Picasso, che con il suo cubismo probabilmente ha intuito l'avvento nel futuro del pixel, il quadrato alla base dell'immagine digitale. Dante Alighieri è stato ancora più sfacciato: nella Divina CommediaPag. 16ha praticamente preannunciato il suo esilio posizionando l'enunciazione del suo esilio in un momento cronologico precedente all'esecuzione dello stesso.
  Quindi, si riconosce agli artisti una certa preveggenza, cioè questa capacità di posizionarsi nel futuro. Così come l'intelligenza artificiale attinge al passato, così l'intelligenza naturale attinge al futuro.
  La paura del futuro, quindi, e il modo in cui diventa paradossale consta in questo: loro non hanno paura che l'intelligenza artificiale rubi loro il lavoro. Hanno semplicemente sfiducia nel fatto che qualcuno si prenda cura dei loro diritti e dei loro artefatti. Leonardo da Vinci era nel Castello Sforzesco quando ha generato le sue macchine belliche. A loro manca il Castello Sforzesco. Fondamentalmente, ritengo che la soluzione a questa paura, a mio avviso infondata, si debba trovare in un maggiore supporto ai lavori creativi, non limitando, quindi, la potenza dell'intelligenza artificiale, ma possibilmente sprigionando la potenza dell'intelligenza umana.
  Spero di essere stato utile con questa riflessione.

  PRESIDENTE. Secondo me, è stato molto utile. A me, personalmente, è piaciuta molto questa declinazione nel solco della paura.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  VALENTINA BARZOTTI. Signor presidente, mi unisco anch'io ai complimenti per questa audizione, perché sicuramente questo parallelismo che lei ha fatto ci dà una chiave interpretativa originale, che non avevamo ancora preso in considerazione.
  Sicuramente questo è un tema che riguarda tutti, non solo gli artisti. Come dico sempre, è uno tsunami che sta arrivando.
  Una considerazione corretta è che effettivamente ci si basa sulla paura che ci siano delle duplicazioni, la paura che non si vada a preservare il diritto d'autore e le caratteristiche del lavoro creativo. Questo è un tema reale.
  Sicuramente c'è da fare più sforzo sulla tutela della creazione, sulla tutela dell'opera dell'ingegno, però penso anche che probabilmente abbiamo bisogno di più strumenti per poterlo fare. Mi sembra che a livello tecnologico, se è vero che l'intelligenza artificiale si basa sui dati, ci sia anche una capacità di calcolo particolarmente importante e predittiva, che è un po' la caratteristica dell'intelligenza artificiale.
  Se da una parte mi rassicura tutto quello che lei ha detto, dall'altra parte temo per questo discorso della predittività, che non so come potremo governare. Non penso che dobbiamo avere timore, ma dobbiamo governare. Le chiedo un commento su questo, per favore.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

  RICCARDO BOCCUZZI, CEO e fondatore di Hypex srl. La capacità predittiva è data da una proiezione che è fondata sui dati. Cerco di fare un esempio che possa essere esaustivo, anche se è un po' banale, forse. Non è contemplato l'incidente nel processo di elaborazione dei dati e neanche negli algoritmi predittivi. L'incidente è il fulmine che crea il fuoco. Mentre la dinamica di evoluzione dell'intelligenza artificiale progressiva è lineare, l'evoluzione umana non è in alcun modo lineare, né può essere linearizzata, perché viene fondamentalmente incisa da fattori che sono incidentali. Da qui nascono le intuizioni che portano alla formazione di nuove idee che costruiscono il futuro, che è un campo in cui l'intelligenza artificiale annaspa. Essa si trascina nel futuro, mentre l'uomo nel futuro continua a evolversi sempre meglio. Non so se avete notato che poi all'avvento di nuove tecnologie c'è un progresso enorme della civiltà umana.
  Quindi, noi prendiamo vantaggio dal futuro, non lo inseguiamo. Siamo noi che lo tiriamo in avanti.

  PRESIDENTE. Lei ha ricordato poc'anzi il tema del progresso. Io sono d'accordo con lei, nel senso che da svariate epoche qualsiasi livello di progresso, anzi qualsiasi livello di innovazione ha portato a un progresso,Pag. 17 dalla scoperta del fuoco, alla ruota, per arrivare alla rivoluzione industriale, per arrivare a quella che oggi, secondo me, sarà qualcosa di altamente più impattante della rivoluzione industriale, che è l'avvento di queste tecnologie che è un po' che ci sono. Sono rimaste un po' sotto la cenere per qualche tempo e oggi stanno esplodendo con una velocità molto rapida, tant'è vero che noi stessi, lo dico spesso, anche cercando di andare a normare un determinato passaggio, corriamo il rischio di essere vecchi, obsoleti e superati nel giro di qualche mese visto quanto sta correndo tutto il resto.
  Le pongo una prima domanda, rapidissima. Lei è CEO di un'azienda. Tra l'altro, poc'anzi guardavo anche il vostro sito internet. Lei trova agevolmente collaboratori, dipendenti, persone che sono sufficientemente formate per mettere in pratica esattamente la vostra visione?

  RICCARDO BOCCUZZI, CEO e fondatore di Hypex srl. No. È un processo difficile.

  PRESIDENTE. Seconda domanda. Lei ha parlato di Picasso, Leonardo da Vinci, Dante. Ha detto che Picasso anticipa quello che, fondamentalmente, molti anni dopo, sarebbe diventato il pixel.

  RICCARDO BOCCUZZI, CEO e fondatore di Hypex srl. Sì, è una ipotesi esemplificativa, ovviamente.

  PRESIDENTE. È altrettanto esemplificativo e corretto dire che Leonardo da Vinci aveva progettato una macchina volante che dopo qualche tempo sarebbe stata chiamata «elicottero»; quindi ci sta assolutamente, come molti artisti contemporanei, come Klein, ad esempio.
  C'è un'opera molto interessante di Klein, che si intitola «Freedom», in cui una persona, Freedom, è dotata di un dispositivo – è chiaro che l'arte va interpretata – di protezione individuale. Giusto per capire anche i tempi che viviamo.
  Lei dice, secondo me giustamente, che Picasso, Leonardo da Vinci, Dante, e x numero di persone, fondamentalmente hanno già attinto dal futuro. Me lo sono segnato.
  Non essendoci miliardi di Dante, Leonardo da Vinci e Picasso che possono con un livello di intuizione molto elevato attingere dal futuro, la mia domanda è: quanto l'intelligenza artificiale, i sistemi di machine learning, quella che potrebbe diventare un'intelligenza artificiale generale – non si sa se questo avverrà o meno – può aiutarci e può aiutare la massa, seppur formata, ad attingere dal futuro?

  RICCARDO BOCCUZZI, CEO e fondatore di Hypex srl. Credo che il focus non debba essere l'intelligenza artificiale, ma l'essere umano. Come ha ben detto lei, proprio perché non esistono miliardi di Dante, cerchiamo di crearne di più, in modo da avere un vantaggio sempre maggiore sulle intuizioni e sul futuro.
  Il mio punto di vista, fondamentalmente, è quello che non si può cercare di depotenziare una macchina. Si può solo cercare di potenziare il suo controllore.

  PRESIDENTE. Questo è vero, al netto del fatto che, ad esempio, sistemi di intelligenza artificiale in alcuni ambiti possono potenziare anche l'essere umano, nelle disabilità, rispetto alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

  RICCARDO BOCCUZZI, CEO e fondatore di Hypex srl. Assolutamente sì.

  PRESIDENTE. Si parla, come lei ci insegna, oramai quasi di intelligenza artificiale predittiva. Venticinque anni fa vedevo i film con Tom Cruise che parlavano di questo. Minority Report parlava di intelligenza artificiale predittiva, fondamentalmente, rispetto ai crimini. Oggi già quasi ci siamo. Siamo dentro a questo contesto e faccio l'esempio della Cina, che ha cercato e sta cercando di normare questi passaggi.
  La domanda, secondo me, che dovremmo farci è questa. Nello Stato cinese, uno tra i tanti, lo abbiamo visto in epoca pandemica quanto effettivamente questi sistemi sono avanzati. Saranno gli stessi Governi a seguirePag. 18 le regole di ingaggio che gli stessi Governi scrivono? Questa è una domanda, anche sotto molti punti di vista, in termini di sicurezza, molto importante da porre, esattamente come quella della certificazione di un dato.
  Molto banalmente oggi uno studente universitario, ad esempio, da ChatGPT 3.5 a ChatGPT 4 a Gemini, si fa aiutare a scrivere dei testi. Il dato che viene riversato poi su un foglio, che è l'ex ecosistema dell'intelligenza artificiale, dovremmo cercare di capire se è certificato come reale, quanto la filosofia ci aiuterà a capire se è eticamente corretto.

  RICCARDO BOCCUZZI, CEO e fondatore di Hypex srl. È la filosofia che ci aiuterà a discernere tra artificiale e naturale.

  PRESIDENTE. Sono d'accordissimo con lei. Abbiamo terminato.
  Ringrazio il nostro ospite e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.05.

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