XIX Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA PER L'INDO-PACIFICO

Resoconto stenografico



Seduta n. 15 di Martedì 27 febbraio 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Formentini Paolo , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROIEZIONE DELL'ITALIA E DEI PAESI EUROPEI NELL'INDO-PACIFICO
Formentini Paolo , Presidente ... 2 
Rastam Zahid , Ambasciatore della Malaysia in Italia ... 2 
Formentini Paolo , Presidente ... 5 
Quartapelle Procopio Lia (PD-IDP)  ... 5 
Orsini Andrea (FI-PPE)  ... 5 
Billi Simone (LEGA)  ... 6 
Formentini Paolo , Presidente ... 6 
Rastam Zahid , Ambasciatore della Malaysia in Italia ... 6 
Formentini Paolo , Presidente ... 7 
Rastam Zahid , Ambasciatore della Malaysia in Italia ... 7 
Formentini Paolo , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PAOLO FORMENTINI

  La seduta comincia alle 13.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione dell'Ambasciatore della Malaysia in Italia, Zahid Rastam.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle tematiche relative alla proiezione dell'Italia e dei Paesi europei nell'Indo-Pacifico, l'audizione dell'Ambasciatore della Malaysia in Italia, Zahid Rastam.
  Ricordo che la partecipazione da remoto è consentita alle colleghe e ai colleghi secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  Anche a nome dei componenti del Comitato, ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori l'Ambasciatore, accompagnato dal dottor Ahmad Fuad bin Mohd Norzin, Ministro consigliere, dal dottor Low Tze Hian, primo segretario, e dalla dottoressa Eleonora Testa.
  Considerati i tempi stretti dell'audizione, do subito la parola all'Ambasciatore perché possa svolgere il proprio intervento. Grazie.

  ZAHID RASTAM, Ambasciatore della Malaysia in Italia. Buon pomeriggio, signor presidente e stimati membri della Commissione. Sono arrivato nel vostro bellissimo Paese solo alla fine di ottobre dell'anno scorso e la mia conoscenza della lingua italiana è ancora un lavoro in corso. Vi ringrazio per avermi permesso di rivolgermi a questa Commissione in inglese.
  Signor presidente, onorevoli signore e signori, vi ringrazio per l'invito a prendere la parola dinanzi a questo Comitato. È in corso naturalmente una crescente discussione all'interno del governo italiano, del Parlamento italiano e nelle comunità di politica estera, accademiche e giornalistiche italiane sull'importanza dell'area indo-pacifica e sulla necessità che l'Italia si impegni maggiormente in questa regione. Tradizionalmente, l'Italia si è concentrata sul Mediterraneo e sul vicino Oriente. Il fatto che questo Comitato intraprenda un'indagine conoscitiva sulla proiezione dell'Italia e dei Paesi europei nell'Indo-Pacifico è un riconoscimento del fatto che questa regione è strategica per il commercio e la sicurezza globali, anche per l'Italia. Si è detto che questo impegno si inserisce in un quadro di preoccupazione per le rivalità geopolitiche e per la diffusione del potere globale in un mondo più multipolare.
  È importante non dimenticare che questa regione comprende molti Paesi che sono fortemente coinvolti nel commercio e nella sicurezza mondiali, essenziali per le catene di approvvigionamento globali e, cosa fondamentale, aventi il diritto sovrano di determinare da soli ciò che ritengono sia meglio per i propri Paesi e la propria regione. A questo proposito, apprezziamo che questo Comitato abbia invitato me, in rappresentanza della Malaysia, a questa audizione oggi. La voce di coloro che provengono dalla regione e che la rappresentano è essenziale.
  Per quanto riguarda la Malaysia, lo farò condividendo alcune istantanee, attraverso Pag. 3la lente di: 1) l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), di cui la Malaysia è membro, e per la quale il principio della centralità dell'ASEAN è rilevante per qualsiasi discussione sull'Indo-Pacifico; 2) la politica estera generale della Malaysia; e 3) le relazioni bilaterali tra la Malaysia e l'Italia, a che punto sono le cose, ma anche - cosa importante - dove dovrebbero essere e dove possono andare.
  Per quanto riguarda la prima questione, uno dei problemi principali attualmente presenti nelle relazioni internazionali, e su cui si concentra questo Comitato, è l'aumento della rivalità geopolitica nell'Indo-Pacifico, che porta a tensioni crescenti e a potenziali riallineamenti geostrategici che, se non gestiti correttamente, possono turbare la pace e la stabilità globali.
  L'ASEAN lo sa. L'ASEAN si trova al centro del crocevia in cui convergono queste rivalità. Per l'ASEAN il mantenimento della pace e della stabilità regionale è fondamentale. L'ASEAN sa che è imperativo gestire la rivalità e la tensione tra grandi potenze e rimanere vigili nel salvaguardare la propria libertà, indipendenza e dignità. È fondamentale che l'ASEAN rimanga la forza trainante nel plasmare l'architettura regionale. Pertanto, la centralità e l'unità dell'ASEAN continuano a sorreggere saldamente le sue interazioni con le grandi potenze e con i Paesi esterni alla regione.
  Ma cosa significa questo? Come si pone l'ASEAN nei confronti di tutto ciò? Come interagisce con quelle potenze? Quali sono i passi pratici necessari?
  Innanzitutto, il principio della centralità dell'ASEAN promuove la cooperazione nella regione Indo-Pacifica, con meccanismi guidati dall'ASEAN come piattaforme per il dialogo e l'attuazione della cooperazione indo-pacifica. La centralità dell'ASEAN riconosce le regioni dell'Asia-Pacifico e dell'Oceano Indiano come strettamente integrate e interconnesse. Il principio della centralità dell'ASEAN, applicato attraverso l'ASEAN Outlook on the Indo-Pacific (prospettiva dell'ASEAN relativa all'Indo-Pacifico), vede l'attuazione e la strategia di quest'ultima come finalizzati a: 1) offrire una prospettiva per guidare la cooperazione nella regione; 2) contribuire a promuovere un ambiente favorevole alla pace, alla stabilità, alla prosperità della regione, affrontando le sfide comuni, sostenendo l'architettura regionale basata sulle regole e promuovendo una più stretta cooperazione economica, rafforzando così la fiducia; 3) migliorare il processo di costruzione della comunità dell'ASEAN e rafforzare ulteriormente i meccanismi esistenti a guida ASEAN; 4) implementare le aree di cooperazione prioritarie per l'ASEAN già esistenti ed esplorarne altre, tra cui la cooperazione marittima, la connettività, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, l'economia e altre possibili aree di cooperazione.
  In altre parole, quando si tratta delle regioni dell'Asia-Pacifico e dell'Oceano Indiano, riunite nel più ampio Indo-Pacifico, è necessario che l'ASEAN sia presente nelle interazioni delle grandi potenze e delle altre potenze.
  L'ASEAN si è fatta avanti e continua a rafforzare i meccanismi esistenti per far sì che ciò avvenga; tra questi, credo che il più rilevante per l'Italia sia il meccanismo di cooperazione ASEAN-UE. Con l'UE, ad esempio, lo scorso 2 febbraio a Bruxelles si è svolta la 24a riunione ministeriale ASEAN-UE, poi si è tenuto, sempre a Bruxelles, il 3 febbraio, il 3° Forum ministeriale UE–Indo Pacifico.
  L'ASEAN Outlook on the Indo-Pacific (prospettiva dell'ASEAN relativa all'Indo-Pacifico) e il principio della centralità dell'ASEAN sono stati riconosciuti come fondamentali dai nostri partner all'interno e all'esterno della regione, ivi inclusa l'Unione Europea. I Paesi che hanno sviluppato le proprie strategie indo-pacifiche capiscono l'importanza di includere e dare rilievo al principio della centralità dell'ASEAN. Questo perché si tratta di un principio che unisce i Paesi e persegue la cooperazione, riducendo le tensioni.
  La crescita economica e lo sviluppo sostenibile continuano ad essere estremamente importanti per il lavoro che ci attende. L'ASEAN del futuro sarebbe allo stesso tempo uno dei principali attori dell'economia globale, essendo la quarta economia mondiale, con una crescita media Pag. 4del PIL regionale di almeno il 5 per cento, un PIL combinato di oltre 20 mila miliardi di dollari e con tutti gli Stati membri dell'ASEAN che raggiungeranno uno status di reddito medio-alto.
  Per raggiungere questo obiettivo saremo in grado di sfruttare la scienza, la tecnologia e l'innovazione, di guidare la trasformazione digitale e di gestire la futura crescita urbana o di essere parte integrante della catena di approvvigionamento globale e di rendere l'ASEAN economicamente e finanziariamente resiliente. L'obiettivo è quello di una ASEAN verde e blu che si muova verso un futuro sostenibile, equo, in grado di adattarsi alle sfide ambientali e climatiche nuove ed emergenti.
  Per quanto riguarda il secondo punto, relativo alla Malaysia in particolare, attribuiamo massima importanza alla pace, alla sicurezza e alla stabilità in questa regione. La Malaysia è sempre stata interconnessa con il mondo, dai tempi del sultanato di Malacca nel 1500 all'era coloniale sotto i portoghesi, gli olandesi e il Regno Unito, l'occupazione giapponese durante la seconda guerra mondiale e ora, con un ruolo indipendente, in qualità di Federazione della Malaysia dal 31 agosto 1957 e poi in qualità di Malaysia dal 16 settembre 1963.
  La politica estera della Malaysia è stata coerente nell'essere indipendente, guidata da princìpi e pragmatica, fondata sui valori di pace, umanità, giustizia ed uguaglianza. Dai vari Primi Ministri fino all'attuale Primo Ministro Datuk Seri Anwar Ibrahim, e ai vari Ministri degli esteri, si può notare che la politica estera della Malaysia è coerente nei suoi princìpi. Possono emergere sfumature di enfasi, ma i fondamentali rimangono gli stessi.
  Il progresso della nazione rimane la priorità numero uno per la Malaysia e il benessere della nostra nazione si basa su relazioni forti e amichevoli con altri Paesi, nonché sull'impegno nei confronti del sistema multilaterale. Promuoviamo una politica estera lungimirante e pragmatica, che faciliti il commercio, attragga gli investimenti esteri e proietti la Malaysia come Paese stabile e pacifico.
  Noi adottiamo una politica del «fai prosperare il tuo vicino» e l'ASEAN naturalmente continua ad esserne la pietra angolare. Riconosciamo di avere una posizione geopolitica strategica: collocati dove siamo, all'incrocio della rotta commerciale strategica importante tra l'Oriente e l'Occidente, al centro del Sud-Est asiatico, consideriamo questi princìpi di coesistenza pacifica e non allineamento ancora più pertinenti. Siamo pienamente consapevoli delle nostre responsabilità nel garantire che le nostre zone marittime siano sicure e protette per la navigazione. La Malaysia si impegna costantemente a far rispettare, proteggere e sorvegliare direttamente le proprie zone marittime.
  Desidero condividere con questo Comitato la posizione della Malaysia in merito al Mar Cinese meridionale. La Malaysia è fermamente convinta che, a causa della sua complessità e delicatezza, la questione del Mar Cinese meridionale deve essere gestita in modo pacifico e razionale, attraverso dialogo e consultazione. Tutte le parti devono lavorare insieme per mantenere pace, sicurezza e stabilità nel Mar Cinese meridionale e continuare a costruire, mantenere e rafforzare la fiducia reciproca. Le controversie territoriali e marittime devono essere risolte dalle parti interessate con mezzi pacifici, in conformità con i princìpi universalmente riconosciuti del diritto internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) del 1982. Tutte le parti devono garantire la libertà di navigazione e di sorvolo nel Mar Cinese meridionale, come previsto dal diritto internazionale, inclusa l'UNCLOS del 1982. Tutte le parti devono evitare l'uso o la minaccia di usare la forza, l'intimidazione e la coercizione. Tutte le parti devono esercitare l'autocontrollo nel Mar Cinese meridionale. Tutte le parti devono evitare azioni ritenute provocatorie che possano aumentare le tensioni. Tutte le rivendicazioni nel Mar Cinese meridionale devono essere basate sul diritto internazionale, inclusa l'UNCLOS del 1982.
  Per quanto riguarda l'ultimo punto, le relazioni bilaterali tra Malaysia e Italia, le nostre relazioni rimangono molto amichevoliPag. 5 e ci auguriamo di esplorare ulteriori aree di cooperazione come la cyber-sicurezza, la tecnologia avanzata e la diplomazia digitale e culturale. Ci auguriamo che entrambe le parti intensifichino ulteriormente la frequenza delle visite a vari livelli.
  Nel periodo gennaio-novembre 2023 l'Italia è stata il ventiquattresimo partner commerciale della Malaysia, ventiquattresima destinazione delle esportazioni e ventiduesima fonte di importazioni. La Malaysia, invece, è stata il cinquantacinquesimo partner commerciale dell'Italia, sessantaduesima destinazione delle esportazioni e cinquantacinquesima fonte di importazioni.
  Per quanto riguarda gli investimenti, l'Italia è il ventisettesimo investitore in Malaysia e il settimo per gli investitori provenienti dai Paesi dell'UE. I nostri due Paesi hanno sviluppato una stretta collaborazione nel settore della difesa e l'Italia è una delle principali fonti di approvvigionamento nel settore della difesa per le forze armate della Malaysia.
  Molto altro è possibile. Siamo soddisfatti e stiamo lavorando per incrementare gli investimenti delle aziende italiane, in particolare nel settore della tecnologia verde, della tecnologia digitale e dei progetti di sviluppo sostenibile. La Malaysia ha solidi fondamentali economici, infrastrutture sviluppate, capitale umano di talento, politiche di investimento favorevoli alle imprese e incentivi agli investimenti competitivi. Siamo fiduciosi e incoraggiamo fortemente gli investitori italiani a sfruttare la Malaysia come porta d'accesso all'ASEAN e ad altri mercati regionali.
  Mentre l'Italia procede nel suo dibattito sull'Indo-Pacifico, si intravedono opportunità per l'Italia di collaborare ulteriormente con i Paesi della regione nell'ambito del commercio, investimenti, difesa, sicurezza, turismo e scambi interpersonali. Per tutti gli Stati interessati, compresa l'Italia, una strategia emergente per l'Indo-Pacifico dovrebbe mirare a mantenere pace e stabilità e ridurre tutto quanto per evitare le tensioni. Questo è fondamentale per garantire il libero scambio, la sicurezza e la prosperità per tutti.
  A questo proposito, tale strategia deve porre l'accento sul concetto di centralità dell'ASEAN, come indicato nell'ASEAN Outlook on the Indo-Pacific (prospettiva dell'ASEAN relativa all'Indo-Pacifico), e sul fatto che qualsiasi forma di cooperazione dovrebbe basarsi o essere complementare alle aree di cooperazione attraverso i meccanismi ASEAN esistenti.
  Vi ringrazio e attendo le domande.

  PRESIDENTE. Grazie mille, Ambasciatore. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Vedo che l'Ambasciatore ha un'estesa esperienza nell'ambito dei negoziati sulla proibizione delle armi nucleari. È uno degli argomenti che noi riteniamo più sensibili dal punto di vista della sicurezza nazionale e globale.
  Su questo punto, anche a partire dalla sua esperienza, quali possono essere le riflessioni, non solo di preoccupazione, ma anche in senso costruttivo? Ci sono aspetti che Lei sente di suggerirci, da prendere in considerazione? Questa Commissione ha più volte discusso della possibilità, per esempio, che l'Italia faccia parte dei Paesi osservatori al TPNW (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons), senza poi riuscire a concretizzare.
  Da questo punto di vista, ci sono degli ambiti di engagement che il nostro Paese deve considerare per rafforzare il concetto di sicurezza, ma anche ridurre i rischi?

  ANDREA ORSINI. Grazie, Ambasciatore, per la sua interessantissima presentazione. Ho avuto, qualche anno fa, il privilegio di visitare il suo bellissimo Paese. Tra le cose che ho apprezzato – oltre alle grandi bellezze naturali, al grande sviluppo tecnologico della Capitale, alle città storiche – è il fatto che la Malaysia è un Paese islamico in cui l'Islam è declinato in termini tolleranti, aperti, dialoganti.
  Questo fa della Malaysia un bastione importante. Non in tutto il mondo la situazione dei Paesi islamici è la stessa della Malaysia. La crisi in Medio Oriente – per Pag. 6venire a un riferimento diretto – al di là di tutti gli aspetti generali che ben conosciamo e all'auspicio comune, credo, ad una soluzione pacifica, mette in pericolo, per responsabilità dell'Iran – e delle formazioni come i ribelli Houti nello Yemen, sostenuti dall'Iran – anche il sistema dei commerci internazionali, le rotte navali delle quali la Malaysia è una protagonista, perché il sistema di transazioni commerciali fra Oriente e Occidente vi riguarda direttamente. Siete preoccupati da questa situazione? Che giudizio date? Grazie.

  SIMONE BILLI. Anche io ringrazio l'Ambasciatore per la sua presenza e la sua disponibilità.
  Ambasciatore, Le volevo chiedere qualcosa riguardo ai rapporti con la Cina e gli Stati Uniti, considerando che la Cina è chiaramente un grosso mercato. Non voglio dire che sia il mercato nazionale più importante al mondo, però comunque possiamo dire che è un grosso mercato, è una superpotenza di sicuro dal punto di vista sia commerciale che tecnologico. È anche vero che la Cina è, a mio parere, una dittatura non democratica, che presenta diverse problematicità.
  Ha una politica industriale e commerciale estera molto dura – definiamola in questo modo –, un conflitto anche economico, commerciale e politico con gli Stati Uniti, che ha alti e bassi; però si può dire che in questi ultimi anni è sempre stato molto pesante.
  La Malaysia, il suo Paese, più volte ha chiaramente ribadito la sua posizione equidistante tra questi due Paesi, chiaramente e giustamente anche per la sua posizione geografica, la sua posizione commerciale ed economica. Le volevo chiedere un po' di aggiornamenti al riguardo, sulla posizione del suo Paese per quanto riguarda gli Stati Uniti e la Cina, considerando anche le elezioni, considerando il nuovo Governo e i nuovi politici che ci sono nel suo Paese. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Do la parola all'Ambasciatore per le risposte.

  ZAHID RASTAM, Ambasciatore della Malaysia in Italia. Grazie, signor presidente. Se posso, risponderei alle domande nel loro ordine di formulazione.
  In merito alla prima domanda sulle armi nucleari e su quali sono i punti salienti: le pietre angolari del sistema internazionale in materia di disarmo e non proliferazione sono rappresentate dall'NPT (il Trattato di non proliferazione) e dal TPNW (il Trattato per la proibizione delle armi nucleari).
  Nel 2017 ho fatto parte della delegazione malese durante il processo che era in corso. Il trattato è entrato in vigore un paio d'anni fa. Si tratta di due pietre angolari molto importanti dell'architettura del disarmo e della non proliferazione. Abbiamo visto una erosione di questo, soprattutto per quanto attiene le tensioni tra Est e Ovest negli anni, con diversi Trattati che avevano lo scopo di dare stabilità e che sono stati messi a repentaglio da una serie di Paesi.
  Naturalmente, in quanto rappresentante della Malaysia non posso che incoraggiare l'Italia a diventare membro del TPNW, anche se siamo consapevoli che ci sono delle difficoltà date dal fatto che l'Italia fa parte della NATO e sostiene la postura comune di difesa della NATO. Comunque, per quanto riguarda l'Italia e il suo interesse per il TPNW, naturalmente noi riteniamo questo un aspetto molto positivo. Ci sono state delle difficoltà nel processo che ha portato al Trattato e ancora oggi alcuni Paesi, soprattutto quelli che sono membri di alleanze con armi nucleari, hanno un po’ boicottato il processo del TPNW. Occorre tuttavia ricordare che questo Trattato è in vigore: quasi due terzi dei Paesi del pianeta ne sono Parte o ne sono firmatari, quindi occorre dar spazio anche alle voci favorevoli al disarmo.
  Ci sono alcuni punti del Trattato che conducono al disarmo, pur riconoscendo il fatto che alcuni Paesi possono essere ancora dipendenti dalle armi nucleari in termini di postura di difesa. Quindi, non è che si entra a far parte del Trattato e ci si libera di esso, perché esiste una serie di passi da seguire. Un approccio graduale potrebbe essere una giusta via da seguire e in rappresentanza della Malaysia non posso che Pag. 7incoraggiare l'Italia ad aderire al Trattato, anche solo come osservatore.
  Per quanto riguarda, invece, la seconda domanda – grazie per le cortesi parole per quanto riguarda la Malaysia – noi siamo un Paese molto fiero del proprio retaggio multirazziale, multietnica e multireligioso. Come potete vedere dai miei colleghi qui presenti, veniamo tutti da diverse parti della Malaysia. Eleonora è italiana, però la consideriamo veramente malese, una di noi.
  Comunque, per quanto riguarda la situazione nel Medio Oriente, la soluzione a tutto questo è un immediato cessate-il-fuoco. Noi, come tutti gli altri Paesi, siamo sconvolti per quello che è successo il 7 ottobre, però nulla giustifica le misure attualmente adottate da Israele per attaccare la gente di Gaza, evitare che possano arrivare a destinazione gli aiuti umanitari, e anzi bloccandoli. Tutto questo va avanti da troppo tempo. Occorre un cessate-il-fuoco umanitario immediato e permanente.
  Per quanto riguarda il discorso degli attacchi al commercio, soprattutto nel Mar Rosso, la situazione per il nostro interscambio è davvero complicata e difficile. Ma auspichiamo che si possa giungere a una cessazione degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza.
  La terza domanda riguardava la situazione aggiornata sulla posizione della Malaysia rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. La Malaysia ha deciso di fare un passo indietro nei confronti di tutti e due i Paesi. Entrambi i Paesi sono cari amici, abbiamo forti relazioni con ambedue, in molti settori: scambi commerciali, investimenti, cooperazione alla difesa con gli USA, interazioni interpersonali, quindi molte cose continuano ad essere positive nelle relazioni tra Malaysia e, rispettivamente, Stati Uniti e Cina.
  Credo che la domanda facesse anche riferimento ad eventuali cambiamenti con il nuovo Governo: quest'ultimo, tra l'altro, non è così nuovo, perché ha iniziato il proprio mandato nell'ottobre 2022, quando si sono tenute le nostre ultime elezioni politiche. La politica rimane uguale. Nel mio discorso di apertura ho detto che anche se abbiamo cambiato Governi a seguito delle nostre elezioni, la politica estera è rimasta uguale, quindi per quanto riguarda USA e Cina la nostra posizione è che siamo amici di ambedue i Paesi e abbiamo buone relazioni con ambedue i Paesi. Noi lavoriamo con ambedue i Paesi quando si pongono questioni difficili, come nel caso del Mar della Cina Meridionale, oppure altre questioni. Noi parliamo con loro ma utilizziamo anche l'ASEAN; ecco perché ho posto molta enfasi sulla centralità dell'ASEAN nel mio discorso iniziale. L'ASEAN infatti dispone di meccanismi - come l'ASEAN Joint Forum, l'ASEAN Plus Three, che comprende anche il Giappone, la Corea e la Cina - e altri meccanismi - Plus One con gli USA, con l'Australia e via dicendo - che costituiscono uno strumento e una sede nella quale i Paesi si riuniscono fra di loro e affrontano temi e questioni di sicurezza, anche sul piano strategico, di grande complessità. E l'ASEAN consente di fare tutto questo.

  PRESIDENTE. Grazie davvero, Ambasciatore. È stato un contributo molto importante per i lavori del Comitato. Come ci ha raccontato, vediamo l'impegno del suo Paese per arrivare a far sì che possa fiorire il commercio. Ci ha parlato di prosperità, sicurezza e, appunto, commercio, scambio tecnologico. Ma perché tutto questo possa avvenire c'è bisogno che l'Indo-Pacifico resti un'area sicura, stabile e che venga difesa la libertà di navigazione. L'onorevole Orsini chiedeva del Mar Rosso: ecco, per legare Malaysia e Italia serve che il commercio marittimo sia sicuro, non sottoposto a minacce, e che ci sia un sistema di regole globali che lo permetta. Solo così potremo lavorare per incrementare il nostro scambio commerciale in ogni campo, tecnologico, della difesa e anche il turismo.
  La ringrazio ancora. Continuiamo a lavorare insieme per avere un contributo costante, un apporto da parte vostra e costruire finalmente un approccio sistemico italiano all'Indo-Pacifico. Grazie.

  ZAHID RASTAM, Ambasciatore della Malaysia in Italia. Grazie, presidente, di Pag. 8avermi dato l'opportunità di parlare dinanzi a questo Comitato.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.40.

Gli interventi in lingua straniera sono tradotti a cura degli interpreti.