XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 33 di Martedì 26 marzo 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dell'interno, Matteo Piantedosi:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 
Piantedosi Matteo , Ministro dell'Interno ... 5 
Morrone Jacopo , Presidente ... 19 
Lorefice Pietro  ... 19 
Giuliano Carla (M5S)  ... 19 
Morrone Jacopo , Presidente ... 23 
Piantedosi Matteo , Ministro dell'Interno ... 23 
Morrone Jacopo , Presidente ... 23 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 23 
Cangiano Gerolamo (FDI)  ... 24 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 25 
Fina Michele  ... 27 
Morrone Jacopo , Presidente ... 27 
Piantedosi Matteo , Ministro dell'Interno ... 27 
Morrone Jacopo , Presidente ... 27 
Piantedosi Matteo , Ministro dell'Interno ... 27 
Morrone Jacopo , Presidente ... 29 

(La seduta, sospesa alle 14.30, è ripresa alle 14.55) ... 29 

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 29 

Comunicazioni del presidente:
Morrone Jacopo , Presidente ... 29

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 13.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'interno, Matteo Piantedosi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che saluto e ringrazio della presenza. Il Ministro è accompagnato dal prefetto, dottor Paolo Formicola, e dal viceprefetto, dottor Luca Antonio Colarusso, rispettivamente direttore e capo ufficio affari legislativi e relazioni parlamentari del Ministero, nonché dalla dottoressa Maria Pia Terracciano e dalla dottoressa Paola Tommasi, rispettivamente capo segreteria tecnica e capo segreteria del Ministro.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Avverto, inoltre, il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Segnalo che, in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza, saranno spenti tutti i collegamenti da remoto e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.Pag. 4
  Al fine di assicurare il miglior svolgimento dei lavori, invito, inoltre, il nostro ospite a destinare, se possibile, l'illustrazione di eventuali contenuti riservati alla parte finale della seduta.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito di un programma di audizioni deliberato dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 25 ottobre 2023, che mira ad approfondire questioni di carattere generale sulla materia oggetto d'inchiesta, ai sensi della legge istitutiva della Commissione.
  In particolare, la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, con particolare riguardo alla verifica dei compartimenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero da parte di soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti.
  La Commissione intende, inoltre, acquisire elementi di conoscenza utili a individuare eventuali connessioni tra tali comportamenti illeciti e altre attività economiche. In tale contesto, nell'ambito dell'attività di inchiesta avviata, la Commissione verifica, altresì, l'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti da parte di soggetti pubblici o privati, con particolare riguardo anche ai sistemi di affidamento dei citati servizi, nonché lo stato delle attività di bonifica dei siti risultati inquinati a seguito del mancato rispetto della normativa vigente in materia ambientale.
  Da ultimo, ricordo che, in forza della legge istitutiva, la Commissione ha ampliato la fattispecie oggetto di indagine all'interno dell'inchiesta avviata anche a quelle attività illecite perpetrate nel settore agricolo e agroalimentare, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata, commesse anche attraverso sofisticazione e contraffazione di prodotti Pag. 5enogastronomici, di etichettatura e di marchi di tutela, compreso il traffico illecito, anche transfrontaliero, dei prodotti con marchio Made in Italy contraffatti o alterati.
  Cedo, dunque, la parola al signor Ministro per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Signor presidente, ringrazio lei e tutti i componenti di questa Commissione per l'invito a riferire in merito alle iniziative intraprese per contrastare le attività illecite in materia ambientale, in particolare quelle connesse al ciclo dei rifiuti.
  Se me lo permette, vorrei iniziare il mio intervento facendo un breve cenno al quadro normativo di riferimento, per poi analizzare alcuni aspetti di prevenzione e contrasto in materia di illeciti ambientali, dedicando, poi, l'ultima parte alle più recenti attività poste in essere per fronteggiare i fenomeni di illegalità diffusa nella cosiddetta «Terra dei fuochi».
  Il tema della tutela dell'ambiente e della gestione dei rifiuti è stato affrontato dal legislatore attraverso una pluralità di provvedimenti normativi, stratificatisi nel corso degli anni e solo parzialmente riconducibili a unità nell'ambito del Testo unico ambientale.
  Questa proliferazione normativa è anche frutto di una maggiore consapevolezza e della sensibilità crescente della società e delle istituzioni nei confronti della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema. Ne costituisce prova la legge costituzionale n. 1 dell'11 febbraio 2022, che, con un lungimirante sguardo proiettato nel futuro, ha conferito un espresso e significativo rilievo alla tutela dell'ambiente, sia nella parte dedicata ai princìpi fondamentali che nella cosiddetta «costituzione economica» della nostra Carta fondamentale.Pag. 6
  Il novellato articolo 9 della Costituzione stabilisce, infatti, che la Repubblica «tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni», delineando un principio guida di cruciale importanza per l'attuazione di uno sviluppo sostenibile nel contesto di una responsabilità intergenerazionale.
  Sempre in tale prospettiva, il legislatore costituzionale ha previsto che l'attività economica non possa svolgersi in maniera da recare danno all'ambiente, e che la stessa possa essere orientata a fini non solo sociali, ma anche ambientali.
  Con l'esplicito riconoscimento costituzionale, la tutela ambientale è diventata, pertanto, un principio fondamentale e un parametro a cui le leggi dello Stato e l'azione delle pubbliche amministrazioni devono riferirsi in modo imprescindibile.
  Anche gli strumenti giuridici di contrasto degli illeciti ambientali sono stati nel tempo aggiornati e affinati, con particolare riferimento alle fattispecie di natura penale, tra le quali una posizione di rilievo assume il delitto di «attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti», ricompreso tra i reati di competenza della direzione distrettuale antimafia.
  In materia sanzionatoria, il legislatore è, poi, intervenuto di recente con il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 105, che, oltre a disporre l'inasprimento delle pene, principali e accessorie, conseguenti agli illeciti ambientali, ha esteso l'applicabilità dell'istituto della confisca obbligatoria dei beni ai casi di condanna per i reati di inquinamento ambientale e morte o lesioni come conseguenza dei reati di inquinamento ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, oltre che di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.
  A livello di normazione unionale, va ricordato che il 27 febbraio scorso il Parlamento europeo si è espresso favorevolmente sulla proposta di una nuova direttiva in materia di tutela Pag. 7penale dell'ambiente, volta non solo ad armonizzare la legislazione europea, ma anche a migliorare, in chiave dissuasiva, gli strumenti di prevenzione e contrasto a disposizione degli Stati membri.
  Circa l'attività di prevenzione e contrasto, diversi interventi normativi hanno disegnato un progressivo riassetto del quadro delle competenze delle forze di polizia, anche in ragione dell'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri.
  In questo contesto, l'Arma dei carabinieri è deputata, oggi in via esclusiva, alla tutela della sicurezza forestale e, in via preminente, alla tutela ambientale e agroalimentare, mediante lo svolgimento di attività finalizzate alla repressione dei traffici illeciti e degli smaltimenti illegali dei rifiuti, nonché all'accertamento dei reati commessi in violazione delle norme in materia di tutela delle acque dall'inquinamento.
  Peraltro, il recente decreto-legge n. 44/2023 ha rafforzato le predette competenze stabilendo espressamente che l'Arma dei carabinieri in materia ambientale esercita funzioni di polizia giudiziaria, di sicurezza pubblica e di polizia forestale, ambientale e agroalimentare, con una specifica disciplina del personale ispettivo con compiti di polizia ambientale.
  Una funzione concorrente nel settore della tutela ambientale, in ambito terrestre e marino, è, inoltre, affidata alla Guardia di finanza, che può avvalersi del costante scambio informativo operato dalle componenti specialistiche del Corpo.
  A queste competenze specialistiche e alle conseguenti attività operative si affianca, con specifico riferimento alle iniziative di prevenzione e contrasto dei reati ambientali connotati da matrice associativa, anche mafiosa, il ruolo della direzione centrale anticrimine del dipartimento della pubblica sicurezza. Si tratta di compiti di impulso e coordinamento delle indagini Pag. 8effettuate dalle squadre mobili delle questure e del costante supporto all'applicazione delle misure di prevenzione a seguito dell'attività investigativa svolta dalle forze di polizia.
  Come noto, il settore ambientale rappresenta un'area privilegiata del business della criminalità, che tende ad agire in modo sempre più marcato attraverso logiche connotate da profili di transnazionalità, manifestando una forte capacità espansiva e di adattamento ai mutevoli scenari di riferimento.
  Le acquisizioni investigative in materia hanno consentito di delineare alcuni tratti peculiari della criminalità ambientale, con particolare riferimento ai tentativi di infiltrazione nel cosiddetto ciclo dei rifiuti.
  Il contesto che fa da sfondo al traffico illecito di rifiuti si caratterizza per la lunga e complessa filiera della loro gestione, che va dalla fase della produzione e raccolta sino a quella del riciclo o smaltimento, e per la presenza in tale processo anche di segmenti o «attori» a vario titolo coinvolti, come gli enti pubblici assegnatari dei servizi di raccolta, gli intermediari, i trasportatori, gli impianti di stoccaggio e di trattamento, i laboratori di analisi e gli smaltitori.
  Su un piano generale, si registra un costante modus operandi della criminalità connotato da una particolare specializzazione e flessibilità, in grado di assicurare l'immediata rimodulazione delle condotte programmate, a cui si aggiunge la capacità di intrecciare rapporti con i diversi soggetti che intervengono nel ciclo dei rifiuti, ivi compresi i pubblici amministratori e imprenditori. Questi ultimi – gli imprenditori –, al fine di abbattere i costi di produzione, ricorrono all'illegale gestione dello smaltimento dei rifiuti, determinando effetti distorsivi del mercato a discapito delle aziende, le quali, invece, adempiono puntualmente agli obblighi di legge.Pag. 9
  Nella filiera criminale entrano in gioco spesso anche società di intermediazione, incaricate di individuare soluzioni convenienti per lo smaltimento dei rifiuti mediante il ricorso a pratiche illecite, quali, ad esempio, la fraudolenta classificazione del rifiuto ovvero la declassificazione solo cartolare dello stesso, attestata da figure professionali compiacenti, come gli analisti chimici.
  L'alterazione della certificazione consente di conseguire simultaneamente diversi scopi. Da un lato, persegue lo scopo di rendere i rifiuti compatibili, in modo illecito, con le autorizzazioni possedute dagli autotrasportatori, dagli impianti di stoccaggio e dagli smaltitori; dall'altro, lo scopo di consentire la sottrazione al fisco di rilevanti importi, in relazione al prescritto pagamento della cosiddetta «ecotassa».
  Tra l'altro, il danno erariale causato in queste circostanze è duplice, se si considerano le ricadute in termini di costi di bonifica del contesto ambientale deturpato o inquinato, destinati a gravare sull'intera collettività.
  A volte, la condotta illecita si concentra nelle fasi del trasporto e dello stoccaggio, allorché i rifiuti vengono solo formalmente privati della loro pericolosità, mediante la simulazione di operazioni di trattamento e recupero, oppure attraverso la falsificazione di documenti di trasporto e dei certificati di analisi.
  È da notare come il trasporto costituisca un segmento particolarmente sensibile all'infiltrazione criminale della filiera, in quanto rappresenta una sorta di ponte tra le diverse fasi della gestione dei rifiuti, dalla produzione e raccolta, allo stoccaggio intermedio, sino allo smaltimento finale. Anche queste due ultime fasi del ciclo sono particolarmente delicate.
  Il sito di stoccaggio può, infatti, diventare funzionale al declassamento cartolare dei rifiuti con la sostituzione della Pag. 10documentazione di accompagnamento e l'attribuzione di un diverso codice di identificazione, mentre, nella fase finale dello smaltimento, le condotte illecite possono cagionare danni ambientali molto ingenti, come dimostrato dal rinvenimento di siti – come, ad esempio, cave dismesse o aree di interramento – non autorizzati al trattamento dei rifiuti.
  Le indagini svolte negli ultimi anni evidenziano anche l'interesse della criminalità organizzata all'acquisizione degli appalti per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, nonché per le stesse attività di bonifica dei siti.
  In tale contesto, assumono particolare rilievo i tentativi di condizionamento delle procedure di appalto, attuati non solo mediante il ricorso a intimidazioni in danno delle imprese concorrenti, ma anche attraverso accordi e relazioni con esponenti delle istituzioni locali e del mondo imprenditoriale.
  In alcuni casi, le organizzazioni criminali intervengono a valle del procedimento, vale a dire nella fase di esecuzione del rapporto contrattuale, tentando di imporre l'assunzione di manodopera alle imprese aggiudicatarie del servizio di raccolta e smaltimento, l'affidamento di attività connesse al ciclo dei rifiuti a imprese riconducibili alle medesime organizzazioni criminali o, ancora, estorcendo somme di denaro per evitare il danneggiamento ritorsivo dei mezzi d'opera.
  L'esperienza investigativa ha evidenziato anche la capacità mafiosa di sfruttare il ruolo di soggetti istituzionali compiacenti nell'assegnazione straordinaria di servizi connessi al ciclo dei rifiuti.
  In tale ambito, le più diffuse anomalie riguardano il ricorso a ordinanze emergenziali e l'uso distorto dell'«in house providing», in luogo delle ordinarie modalità di acquisizione dei servizi mediante gara a evidenza pubblica. Altri fattori sintomatici del tentativo di infiltrazione mafiosa sono costituiti Pag. 11dall'espletamento delle procedure di affidamento, con ripetute proroghe e rinnovi, dalla scarsa partecipazione alle gare, dalla concessione di servizi in subappalto o dalla qualità del servizio offerto, difforme rispetto alle previsioni contrattuali.
  Non di rado, questi elementi di permeabilità rispetto alle finalità della criminalità organizzata, in contesti spesso connotati da mala gestio dei soggetti pubblici, costituiscono il presupposto dei provvedimenti di scioglimento degli enti locali per infiltrazioni mafiose, emessi ai sensi dell'articolo 143 del Testo unico degli enti locali.
  In chiave di prevenzione, un ulteriore strumento di rilievo è costituito dall'attività svolta dalle Prefetture in tema di documentazione antimafia, con il supporto delle forze di polizia territoriale e della direzione investigativa antimafia, ove è istituito l'Osservatorio centrale degli appalti pubblici (OCAP), che, tra l'altro, svolge una specifica attività di monitoraggio nei confronti di aziende operanti nel settore della gestione dei rifiuti.
  Come noto, le misure di prevenzione amministrativa antimafia sono finalizzate a preservare il sistema degli appalti pubblici e il corretto regolare funzionamento dell'azione amministrativa, consentendo di anticipare al massimo la soglia di prevenzione di fronte all'espansione della criminalità organizzata.
  Rispondono alla stessa logica del modello rafforzato di controllo preventivo le cosiddette white list, istituite presso le prefetture, per le imprese operanti nei settori a più marcato rischio di infiltrazione della criminalità organizzata, come quello dei servizi ambientali o connessi alla gestione dei rifiuti.
  La crescente quantità di rifiuti prodotti in Italia, il numero di impianti di trattamento o di valorizzazione presenti sul territorio, non commisurato alle effettive esigenze, nonché Pag. 12l'elevato costo delle operazioni di gestione del ciclo dei rifiuti facilitano il ricorso da parte di imprenditori senza scrupoli allo smaltimento illecito, anche attraverso canali transnazionali.
  In tal senso, si registra un interesse sempre più marcato dei gruppi criminali a indirizzare i rifiuti verso l'Africa e l'Asia, con particolare riguardo a quelli speciali di tipo elettronico, che sono diventati una merce ricercata ai fini del recupero e del riciclo dei metalli ivi contenuti.
  A livello internazionale, le evidenze investigative documentano una sinergia affaristica tra organizzazioni criminali italiane e quelle operanti in Paesi caratterizzati dalla presenza di discipline normative più permissive.
  In effetti, tra i fattori che facilitano il ricorso all'esportazione illecita dei rifiuti sono annoverabili la disomogeneità delle normative estere, che sono spesso caratterizzate da una legislazione più flessibile rispetto a quella nazionale, nonché la possibilità di incrementare i proventi a fronte di rischi penali limitati a causa di normative difformi in materia di contrasto degli illeciti.
  Ulteriori aspetti da considerare sono costituiti dalla facilità di penetrazione dei mercati esteri grazie al vettore della corruzione, cui si aggiunge, a volte, la complessità della documentazione di riferimento che non agevola le attività ispettive.
  Non a caso, il crescente livello della minaccia nel contesto internazionale ha portato l'Unione europea, con la propria agenzia Europol, a inserire i crimini ambientali tra quelli di maggiore impatto e rilevanza, rappresentando gli stessi, per volume d'affari, uno dei più lucrosi business su scala globale, dopo il traffico di droga, la contraffazione e il traffico di esseri umani.
  L'attuale scenario impone, pertanto, di potenziare l'attività di coordinamento sul piano internazionale, anche in ragione del Pag. 13fatto che il settore criminale ambientale è fortemente spinto dalla massimizzazione dei profitti, senza ancorarsi a uno specifico contesto territoriale.
  In tale ottica, lo scambio informativo tra tutte le Forze di polizia, finalizzato a una maggiore condivisione e raccordo con Europol, è di fondamentale importanza per lo sviluppo di strategie di contrasto delle consorterie criminali a livello internazionale.
  Sul piano più strettamente operativo, mi sembra interessante riportare alcuni dati relativi all'attività del comando carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, che da tempo si è affermato come organismo qualificato per lo svolgimento di attività di rilievo strategico nel settore del controllo della sicurezza ambientale, con particolare attenzione al traffico illecito di rifiuti speciali.
  L'azione di contrasto e prevenzione del predetto comando ha consentito, nel corso del 2023, di arrestare 65 persone e di denunciarne 1.066. Le violazioni amministrative accertate sono state 104, per un importo di circa 424 mila euro; i sequestri sono stati 336, per un valore di circa 197 milioni di euro.
  Nel primo bimestre del 2024 sono state arrestate 11 persone e denunciate 150. Sono state accertate 19 violazioni amministrative, per un importo di circa 93 mila euro, e sono stati effettuati 42 sequestri, per un valore di circa 8,5 milioni di euro.
  Per quanto riguarda, invece, l'attività di contrasto posta in essere dalla Guardia di Finanza, nel 2023, gli interventi effettuati sono stati 592 e hanno portato alla denuncia di 614 persone, di cui 11 sono state tratte in arresto, e al sequestro di 18 discariche abusive.
  Ritengo utile anche fare un riferimento ai dati non ancora consolidati della banca dati SDI, relativi ai delitti contro l'ambiente previsti nel codice penale.Pag. 14
  Nel corso del 2023, a tale riguardo, si registrano:

   156 reati di inquinamento ambientale (art. 452-bis), con 200 persone arrestate o denunciate;
   19 reati di disastro ambientale (art. 452-quater), con 50 denunce/arresti;
   10 reati di impedimento del controllo (art. 452-septies), con 13 denunce/arresti;
   20 reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (art. 452-quaterdecies), con 211 soggetti arrestati o denunciati;
   559 reati di combustione illecita di rifiuti (d.lgs. n. 152/2006 art. 256-bis), con 586 i soggetti arrestati o denunciati.

  Come accennato in apertura, vorrei anche soffermarmi ora sulla particolare realtà della cosiddetta Terra dei fuochi, ossia quella fascia di 90 comuni tra Napoli e Caserta nei quali è stata delimitata una mappa dei terreni agricoli da sottoporre a indagini tecniche per verificare i rischi di effetti contaminanti derivanti da illeciti ambientali commessi in quell'area.
  Per affrontare con maggiore efficacia e sistematicità le criticità presenti è stata messa a punto nel tempo una strategia di intervento, coordinata dall'incaricato di Governo per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania.
  La programmazione delle attività di vigilanza e controllo si snoda attraverso tre punti di raccordo fondamentali: in primo luogo, una cabina di regia che opera con il coinvolgimento delle forze dell'ordine e delle polizie locali, dell'Esercito (con l'operazione Strade sicure), del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e dell'Ispettorato tutela qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari; in secondo luogo, i comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduti dai prefetti delle province interessate; in terzo luogo, i tavoli tecnici delle questure,Pag. 15 funzionali alle predisposizioni dei piani coordinati di controllo del territorio.
  A livello operativo, è costante l'attività di presidio dinamico e di controllo del territorio operata dal contingente militare dell'operazione Strade sicure a cui si aggiunge l'attività svolta dalle Forze di polizia, anche mediante l'impiego di pattuglie miste con le polizie locali.
  Apro una parentesi per ricordare che, al fine di intensificare ulteriormente la cornice di sicurezza, con l'ultima legge di bilancio, abbiamo incrementato il contingente dei militari dell'operazione Strade sicure a 6 mila unità, dalle 5 mila previste prima.
  Periodicamente sono realizzati mirati interventi di controllo a composizione interforze, i cosiddetti «action day», previa individuazione degli obiettivi di maggior interesse. In un'ottica di razionalizzazione degli interventi, è stata perfezionata la selezione degli obiettivi di controllo sulle attività produttive ritenute più a rischio di sversamenti di rifiuti. Rispetto alle tradizionali attività – rivenditori di gomme, officine, laboratori tessili – l'attenzione negli ultimi tempi è stata rivolta anche all'individuazione di siti di stoccaggio illecito, presso aree utilizzate da aziende operanti nel campo della gestione dei rifiuti.
  Le attività di controllo del territorio possono, inoltre, giovarsi anche di strumenti tecnologici come i droni, utili a ricostruire gli scambi e le dinamiche della movimentazione dei rifiuti, a partire dall'osservazione delle frequentazioni nelle aree attigue agli sversamenti.
  L'impegno del dispositivo di controllo e contrasto sul territorio è restituito dai dati, forniti dall'incaricato di Governo, sui risultati dell'attività svolta dall'Esercito, con il contingente Strade sicure-Terra dei fuochi e dalle forze di polizia, relativi all'anno 2023.

Pag. 16

  I dati sono questi:

   798 attività industriali, commerciali e agricole controllate;
   291 attività industriali, commerciali e agricole sanzionate;
   1.258 veicoli sequestrati;
   368 persone denunciate e 1.101 sanzionate.

  Evidenzio anche che nel territorio in questione il numero complessivo dei roghi continua a diminuire; nel 2023 ne sono stati registrati 980, pari a circa il 7 per cento in meno rispetto all'anno precedente.
  Per rafforzare l'azione di controllo svolta dalle polizie locali dei comuni della Terra dei fuochi, che scontano una storica carenza di personale, stiamo mettendo a punto un'iniziativa volta a consentire a quegli enti maggiormente interessati dai roghi e con organici più ridotti assunzioni a tempo determinato di unità della polizia locale per i prossimi mesi estivi.
  La lotta alle mafie e la riaffermazione della legalità costituiscono snodi cruciali per la salvaguardia di una dimensione fondamentale della nostra vita quotidiana quale la salubrità ambientale che, come ha avuto modo di esporre, si intreccia inevitabilmente con altri aspetti rilevanti, come lo sviluppo dei territori e il buon andamento della pubblica amministrazione.
  Si tratta di tematiche rispetto alle quali è mio fermo intendimento mettere in campo qualsiasi iniziativa idonea a sviluppare politiche ad ampio raggio, in collaborazione con i diversi livelli di Governo del territorio.
  Nella consapevolezza che la criminalità organizzata rappresenta un fattore in grado di produrre sottosviluppo, dal punto di vista economico non meno che sociale, stiamo orientando ogni sforzo per investire risorse in legalità e sicurezza che, viceversa, costituiscono premesse fondamentali per il benessere e la crescita del Paese.Pag. 17
  L'Italia, nel tempo, si è dotata di una legislazione di prevenzione e di contrasto alle mafie assai avanzata, divenendo un punto di riferimento a livello internazionale. Basti pensare al rilievo strategico assunto dagli strumenti di aggressione ai patrimoni illecitamente acquisiti, quali sequestri e confische. Grazie a ciò e al lavoro inesausto della magistratura e delle forze di polizia abbiamo raggiunto importanti risultati.
  Il nostro obiettivo primario rimane anche quello di valorizzare al massimo le elevate professionalità presenti nelle forze di polizia, investendo sia sul piano investigativo che su quello della prevenzione e rafforzando gli organici esistenti.
  Grazie al fondo per le assunzioni, previsto nella legge di bilancio per l'anno 2023, e agli stanziamenti assicurati ancora per gli anni a venire, stiamo attuando un'inversione di tendenza storica rispetto ai tagli operati nel passato, aumentando la presenza delle forze dell'ordine nelle nostre città e ringiovanendo gli organici.
  È mia intenzione continuare lungo questa strada, assicurando il necessario sostegno alle forze di polizia. Accanto all'azione di prevenzione e contrasto delle forze di polizia e della magistratura, ritengo indispensabile proseguire nella promozione, con il coinvolgimento delle istituzioni locali, di strategie e di strumenti efficaci per la realizzazione di interventi volti alla riqualificazione del territorio e alla rigenerazione urbana.
  Sulla scia delle iniziative messe in campo a Caivano, il Governo è fortemente impegnato per favorire investimenti per le aree periferiche, allo scopo di spezzare l'intreccio tra condizioni di degrado e di marginalità sociale in cui la commissione di crimini trova terreno fertile, soprattutto tra i giovani. Investire sui processi di rigenerazione significa, dunque, non solo Pag. 18migliorare la qualità del nostro ambiente di vita, ma anche aumentare il livello di sicurezza delle nostre città.
  È del tutto evidente che la valorizzazione del territorio, l'efficienza energetica, la lotta al dissesto idrogeologico, la fruibilità sostenibile del patrimonio paesaggistico e ambientale e delle aree verdi in genere richiedono interventi mirati, opportunamente programmati in sinergia con tutti gli attori coinvolti.
  Diviene indispensabile, pertanto, fare buon uso di tutte le risorse disponibili, a partire dalle rilevanti opportunità derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il quale il Ministero dell'Interno è impegnato a fornire la massima collaborazione e il pieno supporto agli enti locali, affinché gli investimenti previsti siano governati in modo da assicurare trasparenza, legalità e celerità nell'esecuzione dei lavori.
  Dobbiamo sfruttare ogni opportunità anche per ridurre i divari infrastrutturali tra grandi città ed entroterra, tra il Nord e il Sud dell'Italia, destinati a ripercuotersi inevitabilmente anche sul fronte della tutela ambientale.
  Sotto questo profilo, come ho avuto modo di evidenziare, diverse criticità sono riconducibili alla carenza, in alcune aree del Paese, di strutture adatte al completamento del ciclo di gestione dei rifiuti, al conseguente incremento dei costi di smaltimento, ad asimmetrie nell'impiantistica tra i diversi territori e al conseguente sfruttamento di tutte le opportunità di arricchimento offerte da un sistema che presenta, nel complesso, elementi di inefficienza.
  Appare necessario, dunque, portare avanti un percorso parallelo di affermazione della legalità attraverso il contrasto, costante e serrato, alle organizzazioni criminali e di promozione di politiche di sviluppo territoriali pienamente sostenibili dal punto di vista ambientale. Questo lo dobbiamo, per salvaguardarePag. 19 la sicurezza e il benessere dei cittadini e delle future generazioni.

  PRESIDENTE. Signor Ministro, la ringrazio per la sua relazione. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PIETRO LOREFICE. Grazie, Ministro, per la relazione. Nel suo intervento lei ha fatto riferimento anche alle white list presenti presso le varie prefetture in Italia. Le chiedo una sua valutazione personale sullo strumento delle white list e, in particolare, se è in grado – anche se non ora – di fornire alla Commissione una relazione più ampia e puntuale riguardo a tutto ciò che è legato al sistema di verifica, in particolare indicando quali ed, eventualmente, anche quante interdittive antimafia, almeno per i codici ATECO attinenti alla gestione dei rifiuti (perciò, codice ATECO 38, riguardante attività di raccolta, trattamento e smaltimento rifiuti; codice ATECO 39, riguardante attività di risanamento e altri servizi di gestione rifiuti).
  Lei sa meglio di me che le prefetture, con un organico spesso ridotto, cercano di mantenere anche queste white list aggiornate. Personalmente, mi risulta ci siano dei ritardi o, comunque, delle carenze nel riuscire a mantenere adeguatamente aggiornate tali white list. Però questo è uno strumento indispensabile per arginare i vari soggetti, i quali, per svariati motivi, da anni hanno attenzionato questo settore, essendo altamente redditizio: le chiedo se è in grado di fornirci tale elenco e se, secondo lei, le prefetture riescono in maniera efficace, efficiente e tempestiva a mantenere queste white list aggiornate.

  CARLA GIULIANO. Ringrazio il Ministro per la sua relazione. In base anche agli spunti che ci ha dato con la sua Pag. 20relazione, ho qualche domanda e qualche considerazione. Lei parlava di sempre più infiltrazioni della criminalità negli appalti sulla gestione dei rifiuti solidi urbani. Noi abbiamo avuto – io sono della provincia di Foggia – un caso eclatante proprio a Foggia, con il caso Amica. Le chiedo, innanzitutto, se lei non ritenga possibile – in controtendenza rispetto a quella che è stata l'ultima modifica normativa del Codice degli appalti e, a cascata, sul subappalto – una stretta in tal senso. L'altro aspetto riguarda i crimini ambientali. La regione Puglia è la seconda, dopo la Campania, per numero di crimini ambientali: siamo a oltre 3 mila reati ambientali. Proprio con la Commissione abbiamo fatto anche un sopralluogo, in particolare nelle province di Foggia, BAT e Bari, perché ci sono forti connessioni con la Terra dei fuochi. Dagli incontri e dalle audizioni svolte abbiamo intuito che buona parte delle cosiddette ecoballe, che vengono poi abbandonate soprattutto nelle campagne o nelle strade interpoderali secondarie, provengono dalla Campania.
  A fronte di un'attività criminale molto intensa anche su questo settore, colgo l'occasione per farle presente una preoccupazione che riguarda i reparti prevenzione crimine, che sono poi anche quelli che non solo reprimono ma fanno controllo assiduo sul territorio, anche nelle campagne. Nella mia provincia c'è il reparto prevenzione crimine, con sede a San Severo, la mia città, che controlla, oltre il Molise, anche tutto il territorio del Gargano, che geograficamente è molto impervio. Siccome c'è forte preoccupazione, da parte della stampa e dei sindacati, in merito all'attività di riordino, di riorganizzazione a livello nazionale dei reparti prevenzione crimine – per esempio, c'è la chiusura probabile di quello della Basilicata – e di altre riorganizzazioni, le chiedo se questa riorganizzazione interesserà anche la provincia di Foggia, quindi il reparto Pag. 21prevenzione crimine di San Severo, che assicura la prevenzione di tutta la provincia di Foggia.
  In riferimento a questo, siccome buona parte di questi reati interessano la provincia di Foggia, in particolare il Basso Tavoliere, la zona di Cerignola, Stornarella, Ascoli Satriano e, inoltre, l'Alto Tavoliere, compreso il Gargano, le chiedo anche se non ritenga – questa è una proposta che abbiamo portato avanti già da molto tempo, anche con altri colleghi – di procedere all'elevazione dei commissariati di San Severo e Cerignola a strutture dirigenziali di primo livello (ricordo che una parte di questa elevazione è stata già iniziata dal Ministro Lamorgese, che l'ha preceduta).
  Altre sollecitazioni riguardano gli stanziamenti per gli insediamenti abusivi. Una parte importante, almeno nella mia provincia, dei rifiuti abbandonati, o comunque illecitamente trattati e smaltiti, proviene da grandi insediamenti abusivi. Noi ne abbiamo due di grandissime dimensioni: il Borgo Mezzanone (la pista di Borgo Mezzanone) e il Gran Ghetto di Rignano. In riferimento a questi due insediamenti, ci sono delle risorse del PNRR e so che è stato previsto anche un commissario straordinario, a livello nazionale, che seguirà tutte le procedure. Nonostante il commissario straordinario, le segnalo, per parte dei diversi prefetti, una difficoltà di gestione con proprio personale. Le prefetture non hanno personale assunto alle proprie dipendenze per gestire diverse eventualità – dai Vigili del fuoco al Genio civile – per aspetti tecnici che riguardano le strutture. Le chiedo, quindi, se lei non ritenga opportuno dare un'ulteriore mano alle prefetture in questo senso. Gli ultimi due aspetti riguardano il finanziamento della videosorveglianza. Un po' in tutte le audizioni che abbiamo tenuto, sia in loco che qui in Commissione, uno dei problemi, o meglio una delle misure di prevenzione principale, soprattutto relativamente allo smaltimentoPag. 22 nelle campagne, allo smaltimento illecito, è la scarsa presenza di aree videosorvegliate. I comuni, ovviamente, spesso non hanno la capacità proprio economica e neanche di personale, che poi deve materialmente andare a cambiare la cassettina e vedere le immagini. Quindi, le chiedo se non ritenga opportuno rifinanziare dei bandi, che ci sono proprio per la videosorveglianza nei piccoli e nei grandi comuni, magari aumentando la videosorveglianza mediante videocamere di ultima generazione; le chiedo anche se non ritenga opportuno rifinanziare – questo era in combinato con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – un progetto, che ha visto proprio la mia città quale pilota ed è stato molto positivo, che si chiama «Criminal focus area». È un progetto che mappa tutto il territorio attraverso dei droni, che verificano gli abbandoni illeciti di rifiuti, ma anche i reati agroalimentari (intombamento e altro), andando a fotografare le campagne, quindi vedendo la diversa conformazione che nel tempo assume un terreno: se un terreno, prima piatto, poi ha una «montagnella» – la dico in maniera molto banale – qualcosa lì è successo.
  Un'ultima domanda. Siccome dalla nostra visita in Puglia è risultato un traffico in uscita verso l'estero che interessa molto i porti e i controlli portuali sono – così ci hanno spiegato – al 90 per cento documentali, le chiedo cosa si può fare per ampliare tali controlli. È difficilissimo, infatti, controllare i container e probabilmente ciò richiede molto tempo (soprattutto, tantissima formazione). Vorrei sapere se, per esempio, il Ministero, a livello centrale, cercherà di mettere in campo una formazione per la Polizia di Stato, che spesso non ha le competenze specifiche in tale ambito – a parte i carabinieri del NOE – per riconoscere adeguatamente e districarsi nei vari codici che identificano i rifiuti.

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  PRESIDENTE. Possiamo andare avanti con le domande ma immagino che il Ministro riuscirà a rispondere a una parte di queste, mentre a un'altra parte risponderà magari per iscritto. Tra l'altro, sono domande molto puntuali.

  MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. A parte prendere nota e rispondere, se volete, per iscritto, io posso anche ritornare.

  PRESIDENTE. Grazie. Per noi sarebbe un onore.

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (Videocollegamento). Ringrazio il Ministro. I dati degli arresti della Terra dei fuochi ritengo siano insoddisfacenti. Il prefetto di Caserta ci ha detto, durante il nostro sopralluogo – l'ultimo che abbiamo fatto –, che hanno fatto zero arresti negli ultimi due anni e, dal report presentato ieri da Legambiente a Succivo e che abbiamo visto gli arresti, in generale, per reati ambientali sono in numero assolutamente piccolo. Le chiedo, quindi, se non ritenga necessario cambiare delle norme. Seconda questione: l'aumento del numero delle forze dell'ordine, onestamente, non mi sembra riscontrato; prevalentemente sono persone che vanno in pensione e vengono sostituite. Non che lei ne sia il responsabile, poiché questo è un processo che va avanti da decenni; sostanzialmente, il numero delle forze dell'ordine è minimale, cioè piccolo rispetto alle necessità e ai numeri che servirebbero. Terza questione: rispetto alla presenza dei militari, invito il Ministro a riflettere se veramente ritenga che la presenza dei militari abbia un effetto davvero così positivo. Io le dico, per esperienza, per quello che sto vedendo – e lo possiamo vedere anche dai report degli arresti e degli interventi – che è molto più utile assumere o fare concorsi per polizia locale, Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, piuttosto che mettere i militari, Pag. 24molto spesso, in quelle situazioni (addirittura, i crimini avvengono davanti a loro e loro dicono di non avere l'ingaggio per intervenire).
  Infine, il tema della Terra dei fuochi: l'ho posto al presidente della Commissione e l'ho posto in più occasioni. Se è vero che si sono ridotti i roghi, sugli arresti e sullo stop agli scarichi non ci siamo. Sul problema della Terra dei fuochi, mentre i roghi si sono oggettivamente ridotti, gli scarichi di rifiuti non accennano a ridursi. Voglio capire se non ritenga che si debba fare un «tagliando» o delle modifiche alla norma che istituisce il commissariato per la Terra dei fuochi, per poter fare interventi più cogenti. Voglio ricordare al Ministro – non è sua competenza, però gliela voglio dire perché è utile che la sappia, così come sanno pure il presidente della Commissione e molte altre persone – che in questo momento la Cassazione si sta riunendo per decidere se restituire o meno 220 milioni di euro alla famiglia Pellini, condannata per disastro ambientale, con sentenza passata in giudicato, nelle terre di Acerra, per il più grande disastro ambientale della Campania. Qualora fossero restituiti i soldi, per un errore giudiziario, ritengo che, nel nostro territorio e, probabilmente, anche nel Paese, l'effetto di scoramento rispetto alla lotta alle ecomafie, in particolare a chi ha inquinato, ucciso e devastato il nostro territorio sarebbe terrificante!

  GEROLAMO CANGIANO. (Videocollegamento). Ringrazio il Ministro per la relazione. Vorrei riprendere quanto appena detto dal collega Borrelli, sul numero degli arresti rispetto ai crimini ambientali, anche in base ai dati che ci sono stati forniti ieri dal report annuale di Legambiente: sono veramente pochi rispetto ai numeri dei crimini. In più, anche rispetto a un ragionamento fatto ieri, sempre con Legambiente, una lamentela che condivido è quella di un ritardo da parte degli enti Pag. 25locali – soprattutto del comune di Napoli – rispetto alla rimozione di rifiuti nei pressi dei campi rom. Quindi, che cosa si può immaginare e, soprattutto, il Governo potrebbe eventualmente nominare un commissario ad hoc anche su questo? Chiedo ciò perché la causa dei roghi è lo stanziamento per un tempo eccessivo di rifiuti nei pressi dei campi rom.

  MARCO SIMIANI. (Videocollegamento). Signor Ministro, la ringrazio. Ho ascoltato la sua relazione e lei ha snocciolato una serie di numeri importanti, che, logicamente, ci devono far riflettere, anche nell'ambito dell'intervento delle forze dell'ordine e delle attività di queste ultime in tutta Italia. Tuttavia, quando ci sono questi numeri, ci sono vari arresti e si sgominano gruppi malavitosi nell'ambito del riciclaggio dei rifiuti, dello smaltimento dei rifiuti, questa è anche una sconfitta – per quanto ci riguarda – dello Stato. L'attività di indagine e anche culturale comprende due aspetti che, secondo me, devono marciare di pari passo. Serve, secondo me, meno staticità – come diceva anche Borrelli – circa l'intervento dell'Esercito nell'ambito di alcune città, di alcuni luoghi e serve più dinamicità nell'ambito dell'indagine, soprattutto nell'ambito di quelle aree in cui, come abbiamo visto anche durante i sopralluoghi della Commissione in Puglia o anche in Campania, per ovviare alla carenza di uomini nel settore delle indagini e nei possibili filoni d'inchiesta. Per questo, secondo noi, dovremmo spostare molte più forze nelle attività dinamiche e meno in quelle statiche. Altro aspetto fondamentale è quello per cui lo Stato si deve attivare nell'ambito della risposta a queste azioni malavitose, non solamente mediante azioni coercitive. Penso anche la presenza dello Stato in quelle zone dove i rifiuti ci sono ancora, dove ci sono sversamenti nelle campagne, accanto al mare, come abbiamo visto effettivamente in Puglia e in Campania: quei rifiuti rimangono lì per anni, senza che nessuno Pag. 26vada a rimuoverli. Per questo, credo sia importante trovare risorse affinché, dopo un'attenta indagine, si possano anche rimuovere tali rifiuti velocemente. Noi abbiamo visto sversamenti in capannoni, abbiamo visto sversamenti accanto al mare – a cento metri dal mare, come diceva, giustamente, anche la collega – vicino a Manfredonia, così come abbiamo visto anche in altre situazioni in giro per l'Italia. Per questo, è importante dare una risposta nel rimuovere i rifiuti. Ciò farebbe capire che la presenza dello Stato c'è, che chi sbaglia viene giustamente colpito e che, come in questo caso, nello stesso tempo si liberano le zone dai rifiuti. L'ultimo aspetto – e poi chiudo – riguarda la questione degli impianti e delle discariche. Noi sappiamo benissimo che, in base alle direttive comunitarie, dovremo andare verso la chiusura delle discariche stesse. Per questo, è importante avere gli impianti e qui il lavoro è sinergico con il Ministero. Sappiamo benissimo che, oggi, anche i sistemi di pianificazione delle regioni sono in difficoltà (noi lo stiamo verificando nelle Marche). La carenza di pianificazione di impianti ci porta ancora a creare nuove discariche. Questo credo che sia un errore: servono impianti, impianti, impianti; impianti per il riciclo, per il riuso e anche, dove serve, per la termovalorizzazione. Solo così possiamo combattere anche quel sistema, mediante un'attenta pianificazione. In molte regioni la pianificazione la fanno le aziende pubbliche, o le aziende private addirittura, proprio per la carenza di pianificazione da parte delle regioni. Ci vuole una capacità, anche da parte del Ministero, da parte sua, una sinergia che si deve attivare sia nel lavoro con il Ministero, proprio per far sì che la pianificazione sia l'elemento principale, cioè sia la vera prevenzione per creare meno disordini, meno arresti, meno sversamenti sul territorio e meno criminalità organizzata.

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  MICHELE FINA. Signor Ministro, la ringrazio per la relazione. Ho una domanda molto semplice, che è poi una sottolineatura o un approfondimento di quello che ha detto. Nella dimensione di indagine, in particolare per tutte le forme di nuovi reati collegati all'ambiente, alla sostenibilità e all'agroalimentare, quali sono gli strumenti che sono stati privilegiati e che hanno dato maggiori risultati all'esito del lavoro inquirente?

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro per la replica.

  MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Ho preso nota di tutte le domande, ma credo che ci sarà un accordo con la segreteria per la puntualizzazione della ricognizione delle domande. Alcune sono molto specifiche e mi vorrei riservare di dare delle risposte compiute, non sottraendomi anche a un confronto ulteriore.

  PRESIDENTE. D'accordissimo.

  MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Non voglio imporre per forza la mia rinnovata presenza, però possiamo, anche in contraddittorio, di persona, fornire ulteriori puntualizzazioni. Ci tengo solo a dire alcune cose rapide e minimali. Innanzitutto, sul tema delle white list la complicazione molto spesso non è questione di adeguatezza delle risorse di personale: è il procedimento che è molto complesso. Molto spesso gli intrecci societari, la pluralità dei soggetti che vanno a comporre il quadro di indagine di accertamento dell'assenza di requisiti ostativi, in qualche modo fa sì che ci sia un'interlocuzione incrociata tra più amministrazioni territorialmente articolate in maniera molteplice. Questo fa sì che si ritardi nei tempi. Ovviamente, l'obiettivo è quello di arrivare a una sempre maggiore e crescente implementazione della banca dati antimafia,Pag. 28 che noi abbiamo, che, quindi, potrebbe essere il supporto principale, in progressione, alimentando la stessa di tutte le informazioni, per semplificare e contrarre i tempi.
  Un'altra cosa ci tengo a dirla subito, in risposta all'onorevole Borrelli. Mi sembrava che l'onorevole Borrelli avesse fatto un riferimento critico rispetto al mio riferimento, che poi era di carattere generale, e che ovviamente trova la sua applicazione anche in questo settore, in merito allo sforzo che il Governo ha fatto nell'allocazione delle risorse per incrementare il personale delle forze di polizia. Mi sembrava che facesse riferimento a un aspetto critico dicendo che, al di là delle iniziative intraprese, non registrava un sensibile incremento delle forze di polizia. È un dato di cui dispongo: l'anno scorso, per effetto degli interventi che abbiamo fatto, abbiamo avuto circa 15 mila unità di personale in più assunte tra le tre forze di polizia, di cui il saldo attivo, cioè il turnover positivo, è stato di 3.500 unità. Questo è un dato di cui già disponiamo e mi rendo conto che una persona non sempre ne può avere contezza sul territorio, oppure nell'analisi delle ricadute sui singoli servizi. È, chiaramente, un'iniziativa che il Governo ha fatto finanziando questo fondo assunzioni, che è un fondo pluriennale – arriva fino al 2036, credo, almeno adesso, nella programmazione che ha fatto il Governo di finanziamento crescente dello stesso – ma non si ricostituiscono dall'oggi al domani gli organici, soprattutto per via dei deficit di presenza e assunzionali che si sono registrati in un passato (grazie a Dio, un passato ormai remoto, in cui questo era considerato un fattore di costo più che un fattore di investimento).
  Sulle altre questioni, di cui ho preso nota, mi riservo di far avere delle schede specifiche e analitiche con i relativi dati, posto che alcune domande sono molto puntuali e sicuramente richiedono una risposta meditata, precisa e correlata ad elementiPag. 29 di fatto e a dati più concreti. Il tutto, come ripeto, se lo ritenete necessario, potrà essere illustrato in occasione di un seguito dell'audizione odierna.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il Ministro Piantedosi per la presenza e la disponibilità. Accettiamo molto volentieri e con onore di poterla ricevere nuovamente, compatibilmente con la sua disponibilità. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 14.30, è ripresa alle 14.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, all'esito della riunione svolta in data odierna, ha convenuto di procedere, nell'ambito del filone di inchiesta riguardante il sistema complessivo di gestione dei rifiuti della regione Lazio e di Roma Capitale, con particolare riferimento alla discarica di Malagrotta, anche alla luce delle audizioni fin qui condotte e dei sopralluoghi effettuati, a fare richiesta di acquisizione dei seguenti atti: alla regione Lazio, di una relazione sullo stato dell'arte ed eventuali criticità in merito alle tariffe di accesso fissate per gli impianti che trattano rifiuti urbani indifferenziati per la provincia di Roma e le altre province del Lazio; ad AMA S.p.A., di una relazione sullo stato dell'arte ed eventuali criticità in merito ai costi relativi al sistema di gestione dei rifiuti di Roma Capitale, che includa in particolare dati relativi ai costi complessivi di Pag. 30trasferenza e relativa gestione dei rifiuti indifferenziati e speciali, nonché la tariffa della raccolta, nelle varie forme, delle varie tipologie di rifiuti per i servizi TARI, extra TARI e trasferenza; alla Corte dei conti, di una relazione, eventualmente corredata dalla relativa documentazione, in merito alla presenza di procedimenti di responsabilità contabile e di verifiche di controllo sulle spese, con specifico riferimento alle tematiche ambientali del sito di Malagrotta ed alle diverse realtà di gestione illecita dei rifiuti nel Lazio per il comune di Roma e sue Municipalizzate (AMA e società collegate), nonché le province di Roma e le altre province del Lazio; alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Struttura per le procedure di infrazione, di una relazione che tratti in particolare i seguenti aspetti: quadro generale sul contenzioso comunitario relativo ai rifiuti della provincia di Roma e della regione Lazio; stato delle relative interlocuzioni con la Commissione europea; rapporti con le amministrazioni coinvolte; costi sostenuti per le infrazioni comunitarie ed eventuale complessiva riduzione dell'incidenza del contenzioso; nonché costi sostenuti e da sostenere per la risoluzione delle procedure d'infrazione comunitarie. Nessuno chiedendo di intervenire, dichiaro quindi concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 15.