XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Giovedì 25 gennaio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 
Lollobrigida Francesco (FDI) , Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ... 3 
Lorefice Pietro  ... 15 
Morrone Jacopo , Presidente ... 16 
Lorefice Pietro  ... 16 
Morrone Jacopo , Presidente ... 16 
Mennuni Lavinia  ... 16 
Morrone Jacopo , Presidente ... 16 
Lollobrigida Francesco (FDI) , Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ... 17 
Morrone Jacopo , Presidente ... 17 
Lollobrigida Francesco (FDI) , Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ... 17 
Morrone Jacopo , Presidente ... 20 
Lorefice Pietro  ... 20 
Morrone Jacopo , Presidente ... 22 
Bizzotto Mara  ... 22 
Morrone Jacopo , Presidente ... 23 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 23 
Morrone Jacopo , Presidente ... 24 
Petrucci Simona  ... 25 
Morrone Jacopo , Presidente ... 25 
Longi Eliana (FDI)  ... 26 
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 
Lollobrigida Francesco (FDI) , Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ... 26 
Morrone Jacopo , Presidente ... 32

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 14.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, che ringrazio della presenza. Il Ministro Lollobrigida è accompagnato dal generale Donato Monaco, vice capo di gabinetto vicario, dalla dottoressa Giorgia De Prosperis, componente dello staff del Ministro, e dal dottor Santo Iannò, addetto stampa.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza, saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito di un programma di audizioni deliberato dall'ufficio di presidenza nella riunione del 25 ottobre scorso, che mira ad approfondire questioni di carattere generale sulle materie oggetto d'inchiesta ai sensi della Pag. 3legge istitutiva della Commissione (legge 10 maggio 2023, n. 53). In particolare, ricordo che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, con particolare riguardo alla verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero da parte di soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti. La Commissione intende inoltre acquisire elementi di conoscenza utili ad individuare le eventuali connessioni tra tali comportamenti illeciti e altre attività economiche, nonché con riferimento alla destinazione e utilizzo dei fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo ambientale. Da ultimo, con riferimento specifico alle tematiche dell'audizione odierna, la Commissione svolge indagini sull'esistenza di attività illecite nel settore agricolo e agroalimentare, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata, commesse anche attraverso sofisticazioni e contraffazione di prodotti enogastronomici, di etichettature e di marchi di tutela, compreso il loro traffico transfrontaliero, anche ai fini dell'aggiornamento e del potenziamento della normativa in materia di reati agroalimentari, a tutela della salute umana, del lavoro e dell'ambiente, nonché del contrasto del traffico illecito di prodotti con marchio made in Italy contraffatti o alterati. Cedo dunque la parola al Ministro per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Ringrazio il presidente Morrone, lo ringrazio per la convocazione, che è giunta a me, così come ad altri colleghi Ministri per rendicontare sulle attività svolte nei settori di competenza della Commissione. Pag. 4Voglio ringraziarlo anche per aver promosso l'ampliamento delle tematiche che vengono sviluppate all'interno di questa Commissione, che nasce come Commissione d'inchiesta sui rifiuti e che attualmente è competente anche sugli illeciti nell'ambito agroalimentare e ambientale, un settore strategico della nostra produzione e della nostra azione conseguente di Governo. Per quanto di mia competenza c'è certamente il settore dell'agroalimentare, ma richiamo l'attenzione alla connessione, intima e imprescindibile, tra il sistema agricolo e il sistema di tutela dell'ambiente, perché le due cose non sono a nostro avviso distinguibili, in quanto riteniamo che l'agricoltura sia un fattore indispensabile per la tutela e la manutenzione dell'ambiente. Colgo l'occasione per ringraziare i vicepresidenti della Commissione Borrelli e Cangiano, i segretari Iaia e Simiani e tutti gli altri componenti della Commissione.
  Per economia di tempo non so se preferite che io legga tutta la relazione o ne descriva i contenuti depositando il testo integrale, per me vanno bene entrambe le soluzioni. Essendo una relazione dettagliata, nella quale abbiamo cercato di citare i dati che ritenevamo utili alla Commissione per il proprio lavoro, è abbastanza lunga, però per me va benissimo anche leggervi tutto o leggervi le parti secondo i tempi che voi avete a disposizione. Intanto inquadrerei comunque il settore agricolo che rappresenta l'elemento trainante, anche in relazione agli eventi che stanno in questi giorni accentuandosi in tutto il contesto europeo e che ovviamente hanno delle dinamiche conseguenti anche sul piano nazionale. Le contestazioni di parte del mondo agricolo al cosiddetto Green Deal, che oggi ha operato per tutelare la sostenibilità ambientale avendo meno considerazione e meno attenzione al settore agricolo che è invece un pilastro indispensabile anche per le politiche dell'Unione europea dalla sua fondazione, cioè la produttività, la Pag. 5garanzia del reddito e di conseguenza l'equità sociale che ne deriva. Manca un'attenzione, a detta degli agricoltori, ma io devo dire che condivido totalmente l'impianto e lo abbiamo rappresentato anche in sede di Unione Europea. Dunque, è oggi necessario valutare con attenzione il dato relativo alla redditività per gli agricoltori. Lo dico anche in questa sede perché l'assenza di reddito per gli agricoltori è un fattore di debolezza, che rende più aggredibili i contesti nei quali non c'è una possibilità di resistenza dovuta all'esasperazione del soggetto su cui grava una problematica e una criticità di questa natura. Quindi, infiltrazioni di un tessuto criminale all'interno del mondo dell'agricoltura vengono rese più semplici da una debolezza del sistema dal punto di vista economico. Un sistema che per noi non rappresenta un sistema secondario, l'economia italiana è legata intimamente a questo settore, non solo per storia, non solo per dati che oggettivamente ci vedono oggi avere un export che tocca numeri da record: arriviamo a 62 miliardi, con un indice di occupazione ancora elevato rispetto alle altre nazioni, l'Italia è la seconda nazione europea in termini di export dopo la Francia, ci avviciniamo al dato francese. Rappresenta quindi un dato economico già consolidato, ma anche un potenziale dato di espansione della nostra economia. Ciò potrà avvenire se avremo la possibilità da una parte di investire e dall'altra di curare quello che è un elemento fondamentale per svolgere l'impresa, cioè la garanzia di sicurezza e legalità. Su questi due pilastri dovremo e potremo collaborare insieme per riuscire a indagare e per intervenire in termini normativi, perché questa è la funzione istituzionale che abbiamo, per le diverse competenze, e anche ovviamente per mettere in condizione le forze dell'ordine di intervenire puntualmente nella repressione, ma soprattutto nella prevenzione. Questi sono gli elementi portanti del ragionamento.Pag. 6
  Chiusa la premessa, vi espongo quali sono i compiti ministeriali e le funzioni che svolgiamo: il sostegno alla filiera agroalimentare, della pesca, dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la verifica e il controllo della produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali.
  Abbiamo anche un'altra funzione – peraltro oggi è una giornata particolare – che è la funzione di controllo del mondo dell'allevamento dei cavalli, di incentivazione al suo sviluppo e quindi il settore dell'ippica. Sapete che con legge istitutiva del 24 marzo del 1942 venne istituito l'UNIRE, purtroppo – io dico purtroppo perché questa da parte mia è una considerazione politica, ma è una considerazione che per il mondo dell'ippica viene ritenuta oggettiva – a seguito delle degenerazioni all'interno del sistema UNIRE si mise in discussione l'UNIRE e non le degenerazioni stesse. Quindi, la gestione dell'ippica viene spostata all'interno di un Ministero, che invece ha una competenza specifica, quella dell'allevamento del cavallo, e non dovrebbe gestire le corse dei cavalli, credo che sia abbastanza logico e nemmeno da spiegare. Tant'è vero che in questi anni – all'interno del Ministero dell'agricoltura, oggi MASAF – l'ippica purtroppo è stata considerata minore, non per responsabilità di nessuno ma nella dialettica politica non è certo stata un elemento centrale. Questo ha portato a un indebolimento del sistema, non solo in assoluto ma anche con relativamente alle altre Nazioni che hanno fatto scelte diverse, più simili invece al meccanismo di gestione che l'UNIRE aveva, sul modello francese, che vede un attivo per lo Stato e una gestione più forte.
  A parità di condizioni di partenza noi, senza togliere nulla ai colleghi francesi, non siamo secondi nemmeno su quello; i Pag. 7nostri cavalli, i nostri allevatori, i nostri ippodromi sono estremamente competitivi se messi in condizione di competere alla pari con gli altri.
  Alcune competenze del Ministero sono state trasferite nel 2018 in termini funzionali al Ministero dell'ambiente, perché con la scelta che si fece all'epoca, che ora è inutile discutere, di scioglimento del glorioso Corpo forestale dello Stato si scelse di darne le funzioni alla gloriosissima Arma dei carabinieri. Ovviamente, in questi casi c'è un periodo di assestamento sia in termini di organizzazione interna sia in termini di propensione alla omogeneizzazione delle due strutture e in una seconda fase alla specializzazione. I Carabinieri e il Corpo forestale svolgevano attività completamente differenti, in particolare per quello che riguarda la prevenzione, e nel tempo questo assorbimento ha reso necessario – e l'Arma lo sta facendo in maniera eccezionale – specializzare una parte delle sue forze con competenze specifiche di controllo.
  Anche la politica da questo punto di vista, nella organizzazione istituzionale, deve fare degli aggiornamenti costanti e continui per capire quale Ministero si debba occupare in termini funzionali di coordinare le attività dei Carabinieri nei settori di propria competenza.
  Questa fase è ancora in evoluzione, ma nel 2018 portò allo spostamento di parte delle competenze verso il Ministero dell'ambiente. All'interno del CUFA, che è la struttura dei Carabinieri che risponde al mandato prioritario di controllo di ambiente e sistema agroalimentare, i Carabinieri della tutela agroalimentare sono stati mantenuti come funzione in capo al Ministro dell'agricoltura mentre quelli di tutela dell'ambiente, in tutte le sue declinazioni, dipendono funzionalmente dal Ministero dell'ambiente. Il dato ha portato però che anche nella distribuzione della forza ci fosse una divaricazione di energie. Pag. 8Quindi noi ci siamo trovati ad avere all'inizio del nostro mandato 113 carabinieri che si dovevano occupare di tutto il sistema della tutela dell'agroalimentare italiano in termini di verifica dei fondi europei. Quando parliamo di fondi europei parliamo per esempio della politica agricola comune (PAC), che come sapete è la politica comune europea: 37 miliardi di euro in cinque anni. Dunque, 113 carabinieri che controllano 37 miliardi di euro in cinque anni e a cui viene poi demandata un'altra serie di attività. Diciamo un po' pochini e io ringrazio il Parlamento che su nostra proposta, con l'approvazione della legge di bilancio del 2022, ha portato la forza a regime a 313 unità, che io ritengo sempre insufficienti rispetto a quello che richiederebbe il sistema, ma che comunque hanno permesso di ristabilire un nucleo di 16 unità che controllerà gli ippodromi italiani, di aprire altre sette sedi in giro per il territorio nazionale, che si vanno a sommare alle altre cinque aperte, garantendo una ripartizione territoriale che si avvicina alla ripartizione regionale che a mio avviso dovremmo avere a regime, garantendo un controllo idoneo su tutti i territori.
  Nell'ambito del Ministero abbiamo cercato di attuare una riorganizzazione funzionale, che è stata approvata da poco, con tre dipartimenti e delle agenzie che sono collegate al Ministero. I tre dipartimenti si occupano della politica agricola comune e dello sviluppo rurale – con attenzione a una visione che dovrà diventare sempre più strategica – e i rapporti con l'Unione europea e le relazioni internazionali; un dipartimento della sovranità alimentare e dell'ippica, abbiamo istituito una direzione specifica, tra le 13 che esistono, che si dedica esclusivamente all'ippica, l'ippica non aveva una direzione; un dipartimento dell'Ispettorato centrale per la tutela della qualità e della repressione frodi, più conosciuto con l'acronimo ICQRF, che si occupa della tutela dei prodotti – per semplificare direi della Pag. 9garanzia che il consumatore deve avere che il prodotto che viene acquistato è esattamente quello che è descritto in etichetta – e di tutto quello che riguarda la contraffazione dei nostri prodotti, quindi l'italian sounding – non devo spiegare a voi di che si tratta – che per noi è un nemico fondamentale, cioè quei prodotti emulatori che si richiamano all'italianità e che invece vengono totalmente prodotti in luoghi o in modi differenti rispetto ai disciplinari. Devo dire che è stato fatto un lavoro pregevole e abbiamo confermato il capo dipartimento, il dottor Assenza. Avevamo avuto prima dell'insediamento dell'ultimo Governo una criticità che ci veniva evidenziata. L'istituzione dell'Ispettorato nasce durante la crisi del metanolo, ormai trent'anni fa, all'epoca gli si diede grande visibilità, anche una grande attribuzione di funzioni e di forze, nel tempo è passato in secondo piano. Per mia responsabilità probabilmente, mi accorgo che molte delle istituzioni anche locali non conoscevano l'esistenza dell'Ispettorato, non sapevano proprio che cosa fosse, mentre c'è un lavoro pregevole fatto dagli ispettori, fatto dai laboratori di analisi in giro per tutto il territorio nazionale. Anche su questo ringrazio il Parlamento e ringrazio i colleghi, perché approvando la legge di bilancio del 2022 hanno permesso di portare la forza, che era rimasta a 650 unità, a regime a 1070 unità. Alcuni giornali sia per i Carabinieri che per questa implementazione di forze parlarono di pioggia di assunzioni, ma si tratta di questo. Verranno assunti, sono stati banditi i concorsi per l'Ispettorato e le domande scadranno il 27 gennaio, per assumere funzionari e agenti che controlleranno i nostri prodotti, a difesa delle nostre imprese. Come spieghiamo ai colleghi Ministri l'italian sounding è un nostro problema ma anche un problema delle persone che consumano i nostri prodotti, perché se uno statunitense compra un prodotto pensando che sia italiano e che gli porterà sapore Pag. 10e benessere e poi si ritrova un prodotto che non ha nulla a che fare con le nostre tipologie di produzione, è vero che la nostra impresa viene danneggiata ma viene danneggiato anche il cittadino di quel Paese. Per questo motivo consideriamo strategica l'azione e la capacità degli uomini e delle donne dell'Ispettorato, che lavorano con le ispezioni fisiche, con i laboratori, ma anche con dei controlli in sinergia con le grandi piattaforme internazionali – tra cui Amazon, Alibaba e le altre che sviluppano le vendite di prodotti sui mercati asiatici – con azioni che attraverso l'intelligenza artificiale permettono di verificare i prodotti che vengono contraffatti. Lavorando in sinergia con le piattaforme, su segnalazione dei nostri ispettori, ogni anno vengono eliminati dal mercato migliaia di prodotti che emulano i prodotti nazionali.
  Ci sono anche altre forze che collaborano con il Ministero. Abbiamo detto dei Carabinieri, abbiamo detto dell'Ispettorato, abbiamo ovviamente rapporti con la Guardia di finanza, con la Guardia costiera, che ha anche una dipendenza funzionale per quanto riguarda il controllo della pesca, l'Agenzia delle dogane, ci sono altri comparti dei Carabinieri, ho citato già quelli dell'ambiente, ma anche i NAS ovviamente, con i quali il rapporto è costante.
  All'inizio del nostro mandato abbiamo valutato che ci fossero alcune sovrapposizioni tra le azioni delle singole forze, magari non veniva controllata per niente l'ippica e tutti controllavano il vino, oppure, faccio un esempio a caso, non c'era un grandissimo coordinamento, oppure tutti avevano lo stesso tipo di laboratorio e non avevano i soldi per comprare la macchina per fare altri tipi di analisi.
  Quindi, abbiamo istituito una cabina di regia tra le diverse forze e il generale Monaco per conto del gabinetto ne coordina l'azione. Il generale Monaco è oggi nell'Arma dei Carabinieri, Pag. 11era stato il comandante della Scuola del Corpo forestale dello Stato. Un esempio di buon coordinamento dell'azione attraverso la cabina di regia è l'azione di contrasto all'immissione di grano estero in Italia proveniente da Nazioni che non usano i nostri stessi criteri di attenzione al modello e ai disciplinari europei.
  Abbiamo anche una dialettica in corso, qualcuno tra i nostri agricoltori dice che dobbiamo fermare le importazioni. L'Italia non può e non deve agire in termini protezionistici rispetto alle merci, perché sarebbe una scelta non corretta per un Paese esportatore. Se nella tua bilancia hai più esportazioni che importazioni se chiudi i confini o metti dazi ne ricevi un danno, perché gli altri faranno altrettanto e quindi sarai penalizzato.
  È evidente che non tutta la bilancia commerciale corrisponde nel dare e avere, quindi c'è qualcuno che è avvantaggiato e qualcuno che può essere svantaggiato dalle immissioni alcune volte, in fasi congiunturali e contingenti come quelle attuali, di prodotti che vengono da altre Nazioni. Contingente perché non sfuggirà a nessuno che la vicenda legata all'aggressione della Russia all'Ucraina ha portato delle conseguenze. Il sostegno che noi rivendichiamo con orgoglio alla lotta di resistenza del popolo ucraino corrisponde anche alla ricerca di possibilità alternative di export dei loro prodotti, che non potevano essere esportati via mare causa occupazione e che arrivavano peraltro, e dovevano arrivare, alle Nazioni più deboli tipo quelle che dell'Africa del Nord e dell'Africa tutta. Questo ha portato a una crisi e a un'emergenza che ci ha visto, come Europa, a scegliere di derogare ai meccanismi di flusso all'interno del territorio europeo, con alcune degenerazioni, che hanno penalizzato molto meno il nostro import, però hanno penalizzato molto per esempio i Paesi confinanti con l'Ucraina, perché una parte di quelle merci venivano immesse nel mercato Pag. 12a prezzi più bassi rispetto a quello che i nostri produttori europei potevano gestire sulla base dei regolamenti europei, che sono più rigidi in termini di sostenibilità ambientale, di diritti dei lavoratori, facendo crescere il prezzo. Questo ha portato a delle criticità, alcune siamo riusciti ad affrontarle a livello europeo.
  In Italia i nostri produttori denunciavano il rischio che venisse immesso grano che secondo loro non poteva essere immesso in Italia, quindi abbiamo chiesto per esempio alla cabina di regia di operare dei controlli, che sono stati fatti in numero importante sulle imbarcazioni e sulle imprese.
  Vorrei fornire una rendicontazione puntuale di tutte le verifiche svolte, se il presidente Morrone e l'ufficio di presidenza lo riterranno opportuno anche con un'audizione della cabina di regia stessa. Sarebbe bello per me vedere la fotografia di tutte le nostre forze che insieme analizzavano i dati del grano, sempre molto operativa anche rispetto alle segnalazioni, a volte riceviamo segnalazioni via Facebook, l'ultima per esempio su una partita di carciofi provenienti dall'Africa che venivano etichettati, secondo la persona che ce lo segnalava, come italiani. In realtà a quel controllo non è corrisposta un'informazione veritiera, nel senso che l'analisi ha portato a verificare che erano in realtà etichettati come provenienti dall'Africa, ma in quel controllo sono emerse invece altre importazioni che venivano etichettate e poi distribuite in un'importante catena di distribuzione come italiane, pur non essendo state né prodotte né curate nella trasformazione da aziende italiane.
  Per quello che riguarda l'Ispettorato ovviamente questo è addetto ai controlli di vino, olio, oltre che delle etichettature, e anche delle etichettature che riguardano le nuove immissioni di farine derivanti da insetti, ciò dalla fase successiva alla nostra scelta di restringere il più possibile il campo rispetto a una Pag. 13commistione tra i generi tradizionali e i novel food. L'Europa ha scelto di rendere compatibili con l'alimentazione dei cittadini europei alcuni insetti, quattro specie, su questo non torno, però per quello che ci riguarda siamo intervenuti sull'etichettatura, perché era l'unica possibilità di intervento che ci competeva. Da quando verranno messi in vendita avremo scaffali separati, etichettature non solo con il dato scientifico, quindi con il nome in latino delle specie che vengono immesse nel mercato ma anche con il nome in italiano. Su questo ovviamente noi abbiamo specificato che i cittadini che desiderano utilizzare i prodotti che l'Unione europea prevede che vengano immessi sul mercato lo potranno fare, i cittadini che invece non vogliono avere nessun tipo di contatto con queste farine potranno scegliere di non farlo, in maniera libera. Trattasi comunque di insetti che sono parte dell'alimentazione che esiste in tante altre parti del mondo, noi abbiamo alcuni prodotti che non mangerebbero in altre parti del mondo, anche le cose più banali per noi. La carne di maiale tendenzialmente fa parte dell'alimentazione europea, sapete bene che in gran parte del pianeta non viene utilizzata, la carne rossa derivante da mucche non viene utilizzata in una parte importante del pianeta, quindi da questo punto di vista non è vietata. Anche altri Paesi hanno delle regole rigide di ripartizione e compartimentazione di questi prodotti, che non fanno parte della propria cultura alimentare, per garantire princìpi di natura religiosa, etica, civile o di gusto. Cosa diversa sulla vicenda delle eventuali produzioni non distribuibili né producibili né importabili nella nostra Nazione, tra le quali quelle che l'Europa ha già proibito in passato. Voi sapete che in Europa è vietata l'importazione di carne derivata da animali clonati, vi ricorderete la pecora Dolly, e fu vietata in tutta Europa l'importazione di questo tipo di carne. Così come è vietata in parte dell'Europa quello che deriva da prodotti Pag. 14OGM, perché c'è il diritto di opzione dei singoli Stati a scegliere se attuare o non attuare alcune logiche di importazione.
  A questo si aggiunge, per quanto riguarda l'Italia, il divieto di importazione, produzione e commercializzazione di carni coltivate, carni sintetiche, chiamatele come ritenete più opportuno, che peraltro ha visto negli ultimi giorni anche esprimersi gran parte dei Paesi europei sul tema. Abbiamo numeri, se volete ve li elenco anche, è un po' pedante come cosa e quindi non vorrei annoiarvi troppo, se invece preferite vi faccio avere tabelle esplicative oltre che lasciarvi la relazione per eventuali approfondimenti. Citiamo tutti i controlli che vengono effettuati, una cosa che tengo a ricordare a me stesso è che l'Italia è una delle Nazioni che fa più controlli. Quando si dice che noi abbiamo più persone che combinano guai sui fondi europei, in realtà non siamo certi che sia così, siamo certi che i nostri sono più controllati e quindi emergono più criticità rispetto ad altri. Abbiamo un controllo delle filiere che è fermissimo. È anche utile alle imprese, non è che il controllo è sempre negativo per le imprese. A volte è l'impresa stessa che chiede di essere controllata, perché la forza del prodotto italiano non è la quantità, chiunque conosce le nostre indicazioni geografiche, le DOP, sa che la nostra forza è la qualità. Il prezzo è dato da questo fatto, quindi è interesse delle imprese avere controlli serrati. Nel tempo quindi noi abbiamo avuto un controllo e una certificazione importante. A mio avviso è importante anche che su questo si dia una comunicazione corretta. Esistono criminali, esistono delinquenti, esistono persone che vanno perseguite e colpite nella maniera più forte possibile – visto il danno che fanno, a volte alla salute ma anche all'economia nazionale – ma sono una minoranza dei nostri produttori in tutti i settori.
  Quando si parla di allevamento, di olio, di vino, di agricoltori, sono una minoranza esigua quelli che commettono crimini Pag. 15e dobbiamo stare attenti nella comunicazione, perché se noi comunichiamo in Italia che viene sequestrato l'olio d'oliva dobbiamo dire come comunicazione – non ho ovviamente nessuna mancanza di rispetto dei colleghi, lo dico in senso generale – che all'interno della produzione di milioni di ettolitri di olio c'è una partita di olio marginale che è stata verificata e abbiamo colpito chi sbagliava per garantire la qualità complessiva. Perché un giapponese o un americano che leggono che c'è una partita di olio viziata, che il nostro prosciutto è fatto in modo da non garantire il benessere animale, uno deve dire che ci sono alcuni allevatori che commettono questi crimini, li colpiamo e anzi stanno emergendo proprio per questa capacità del sistema Italia nel suo complesso di denunciare alcune criticità importanti. Altrimenti dall'altra parte smettono immediatamente di comprare quel prodotto. Se noi dovessimo comprare un prodotto che viene da un'altra Nazione e ci arrivasse una notizia in prima pagina o su una grande rete di Stato che ci dice che quel prodotto è viziato da un veleno, da una sostanza chimica, dall'inquinamento, penso che smetteremmo di comprarlo o avremmo problemi a comprarlo, insomma sarebbe un problema. Io penso che vada valorizzata la notizia del reato, ma vada valorizzata anche dall'altra parte la qualità complessiva del nostro sistema. Questo è il lavoro che stiamo facendo, abbiamo per questo chiesto alla nostra cabina di regia di rendicontare quello che hanno fatto con una conferenza stampa ogni quattro mesi. Dunque, reprimere il reato e ogni quattro mesi spiegare tutto quello che hanno fatto, invece del comunicato al giorno, che li rende più forti in quella giornata ma rischia di minare questo tipo di processo.

  PIETRO LOREFICE. Presidente, posso intervenire sull'ordine dei lavori? Chiaramente la relazione è interessantissima, però essendo di ordine generale la leggeremo con attenzione, Pag. 16altrimenti rischiamo di non avere neanche quei minuti necessari a indirizzare la discussione, anche per una futura nuova audizione. Il Ministro sta facendo una carrellata generale che è più da Commissione agricoltura, noi siamo una Commissione bicamerale d'inchiesta...

  PRESIDENTE. Per correttezza non abbiamo mai interrotto nessun Ministro mentre svolgeva la relazione.

  PIETRO LOREFICE. Siccome il Ministro l'ha chiesto all'inizio e nessuno ha detto...

  PRESIDENTE. C'è stato anche il caso del Ministro Pichetto Fratin che è tornato in un momento successivo, quindi io lascerei libertà al Ministro di scegliere. Naturalmente la relazione la faremo avere a tutti i commissari in modo che ognuno se la potrà leggere e verificare, è volontà del Ministro quella di collaborare anche perché ci siamo parlati prima della seduta ed è la prima volta che questa Commissione è costituita avendo tra le proprie competenze anche una parte relativa al settore agroalimentare. Quindi io lascerei la parola al Ministro, vediamo quante tempo rimane e quello che non riusciremo a fare oggi lo faremo in un secondo momento.

  LAVINIA MENNUNI. Presidente, sempre sull'ordine dei lavori. Io invece devo dire che sono estremamente interessata alla relazione che sta svolgendo il Ministro, proprio perché, come lei presidente giustamente rappresenta, è la prima occasione in cui questa Commissione ha modo di ascoltare il Ministro e stanno emergendo tutta una serie di dati di estremo interesse.

  PRESIDENTE. Ripeto, non si vuole restringere in alcun modo il dibattito e lascerei al Ministro la possibilità di decidere.

Pag. 17

  FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Cercherò di contemperare le due esigenze in maniera puntuale.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro.

  FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Concludo brevemente per lasciare tempo alle domande. Lascio la relazione con la disponibilità a rispondere direttamente o per il tramite del gabinetto in caso di domande tecniche più puntuali sui singoli settori. Se ritiene che servano dei focus specifici, il Ministero è a disposizione per qualsiasi dubbio sugli aspetti che ci competono. Siamo ovviamente disponibili a raccogliere suggerimenti operativi in interconnessione tra l'indirizzo parlamentare e le responsabilità di Governo. Concludendo il focus, sulle vicende di Agea e le società, abbiamo nel Ministero dell'agricoltura alcuni istituti che hanno una vocazione importante: l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA), che a nostro avviso dovrà assumere sempre più il ruolo della banca degli agricoltori, perché questa era la sua competenza iniziale – sostegno all'agricoltura e gestione dei fondi che gli agricoltori possono usare – perché ciò è funzionale al rafforzamento del mondo agricolo; UNIRELAB, i laboratori di verifica e di controllo per l'antidoping, non solo nelle corse dei cavalli e ringrazio il generale Monaco che da questa mattina è anche presidente pro tempore di UNIRELAB e che ha firmato una convenzione con la Federazione degli sport equestri per far sì che la federazione non si debba più rivolgere a enti terzi o stranieri per verificare le attività dei cavalli nelle competizioni di quella natura ma si possa rivolgere a un istituto pubblico; il Consiglio per la ricerca in agricoltura (CREA), che è il nostro istituto di ricerca, un istituto che ha grandissime potenzialità. Pag. 18Per chi conosce questo percorso, questo istituto si è evoluto, sono stati accorpati più istituti – l'ultimo è il CREA, prima era CRAI e poi un'altra serie di istituti – anche se l'evoluzione non è stata mai portata a compimento con una omogeneizzazione dell'attività. Ci sono decine di centri in tutta Italia che svolgono funzioni diverse, con una centralità operativa inferiore a mio avviso alle potenzialità di una visione strategica e scientifica delle attività del Ministero. Dovrebbe essere il cervello, tra virgolette, delle attività del Ministero, grazie agli scienziati che vi operano, ma attualmente è un soggetto parallelo alle attività del Ministero.
  Non aggiungo altro se non sull'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). L'AGEA è la struttura che eroga i fondi, una struttura che nel tempo ha visto anche dinamiche molto complesse. C'è una situazione degli organismi pagatori, dei controlli, che si sta evolvendo.
  Nell'ultima riunione in sede AGRIFISH – questo riguarda i controlli – si è verificata la necessità di utilizzare sempre meglio i satelliti. Sono emerse delle criticità, perché l'utilizzo di nuove tecnologie porta anche all'emersione di nuove criticità, e bisogna essere pragmatici. A nostro avviso è importante che queste criticità non ricadano sull'anello debole della filiera, cioè sui produttori agricoli né sulle persone che consumano.
  L'AGEA ha invece accelerato i pagamenti, questo è il primo anno in cui i pagamenti dell'AGEA arrivano nei tempi. Piccole eccezioni derivano però da qualche corto circuito, perché nel tempo l'Italia non ha portato a compimento alcune formule gerarchiche, tra virgolette, anzi ha deciso di invertirle o metterle sullo stesso piano in termini istituzionali, quindi abbiamo organismi pagatori regionali e organismo pagatore nazionale, con responsabilità che però non sono dall'Europa riconosciute nelle stesse modalità. L'AGEA è responsabile di tutto ma le Pag. 19funzioni sono attribuite in modo difforme a livello nazionale. Alcuni organismi pagatori regionali sono più veloci, altri sono meno veloci, qualcuno è più efficiente dell'AGEA attuale, qualcuno è meno efficiente, però si sta lavorando bene con le regioni per tentare di arrivare a una omogeneizzazione più rapida possibile.
  Sulle vicende legate ai crediti di carbonio e ad altre questioni specifiche, si è lavorato in Parlamento e quindi si stanno facendo dei passi importanti verso un sistema di sostenibilità ambientale che garantisca anche l'utilizzo del sistema agricolo per bilanciare le emissioni industriali, certificandolo come ulteriore potenziale ricavo da parte dei produttori agricoli e forestali della loro risorsa. Chi fa l'agricoltore vende il prodotto ma vende anche aria pulita, quando la pianta interscambia con l'ambiente, e questo dall'ultima legge di bilancio ha un valore economico, la questione va disciplinata anche in relazione alle direttive europee. Ciò metterà le aziende in condizione di avere un reddito ulteriore e meno inquinamento, perché ci saranno sempre più investitori in piante che garantiscono un maggior interscambio. Io chiuderei qui perché sono stato lungo. Mi dispiace, mi entusiasmo. L'unica cosa, con tutto il rispetto per l'affermazione del collega, è difficile poi riuscire a capire qual è il confine tra le competenze di uno e dell'altro. Il sistema agricolo nel suo complesso dà il senso ai controlli effettuati e ai rischi connessi alle infiltrazioni criminali nel sistema stesso. Per questo che ho provato a fare una relazione che non si attenesse esclusivamente a quanti controlli sono stati fatti e al loro esito positivo o negativo, informazioni che se necessarie verranno fornite in tutti i dettagli, ma pensavo fosse invece più utile inquadrare il nostro dato economico, la legalità e la sicurezza in relazione alla necessità di garantire l'impresa e il consumatore finale.

Pag. 20

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro e lascio adesso la parola ai commissari che intendano intervenire. Do la parola al senatore Lorefice.

  PIETRO LOREFICE. Grazie presidente, grazie Ministro. Spero di non aver interferito con la relazione. Provo a fare delle domande abbastanza puntuali sui vari comparti, quello agricolo, il mondo degli allevamenti, specialmente quelli estensivi o intensivi, e la pesca. Le porto anche qualche esempio puntuale che ci hanno segnalato o che ho avuto modo di affrontare nella passata legislatura. Ad esempio sul comparto oleario. È emerso anche nella passata legislatura tutto ciò che è legato ai reflui, parliamo di acque di vegetazione specialmente nel periodo della molitura e lo smaltimento illegale correlato, pertanto volevo capire come il suo Ministero sta affrontando il tema.
  Sugli effluenti zootecnici e tutto ciò che è legato agli allevamenti intensivi e agli impianti correlati, in particolare c'è qualche allevamento che ha anche sistemi di depurazione e di conseguenza produce fanghi di depurazione, ma non solo quelli. Anche il tema dei fanghi di depurazione l'abbiamo affrontato nella passata legislatura con questa Commissione, con le pratiche ad esse correlate, cioè lo spandimento tal quale nei terreni e in particolare l'alto impatto in alcune regioni del nord, pratica non sempre lecita che è stata oggetto di varie indagini e inchieste anche giornalistiche, quelle legate ai cosiddetti gessi di defecazione. È una pratica che sulla carta è legale, ma che viene utilizzata impropriamente proprio per l'assenza o per i pochi controlli dei soggetti deputati, mi riferisco sia alle ARPA ma anche ai corpi specializzati.
  Come ha detto giustamente anche il presidente, lei lo sa meglio di me, ora tra i poteri di questa Commissione e i filoni d'inchiesta ci saranno anche quelli legati alle energie, perciò al comparto agroenergia e a tutto ciò che invece è correlato Pag. 21all'agrivoltaico, agrisolare e alla pratica che è stata anche incrociata con uno smaltimento illecito o sommerso degli impianti fotovoltaici che negli ultimi decenni sono stati impiantati in area agricola sottraendo suolo utile e suolo fertile all'uso che riteniamo sia più consono, cioè quello di fare agricoltura. Perciò le chiedo come il suo Ministero si sta muovendo per riuscire a coniugare le buone pratiche e le nuove impostazioni che riescono a far convivere in maniera sinergica ambiente e economia, e per supportare adeguatamente l'economia dei coltivatori e del comparto. Come ha messo ben in evidenza lei, assieme noi dobbiamo trovare le migliori soluzioni per sostenere tutto il comparto e quello può essere uno dei sistemi.
  Zone di coltivazione intensiva: io mi riferisco ad alcune aree, specialmente della Sicilia, con alta presenza di serre, ci sono state segnalate delle azioni di smaltimenti illeciti sia di rifiuti prodotti nel comparto serricolo sia delle plastiche delle serre e non solo, compreso abbruciamento di contenitori di fitofarmaci. Stiamo parlando di smaltimento illecito su area vasta, con il cosiddetto fenomeno delle fumarole, mi riferisco alla zona del ragusano, dei comparti che sono delle eccellenze internazionali, le zone vocate al ciliegino, riconosciuto a livello internazionale, Pachino, perciò andiamo dal siracusano al ragusano, al nisseno, al trapanese. Buona parte del litorale della fascia trasformata siciliana è altamente impattata da questi fenomeni. Si tratta di colture intensive, anche qui legate al nostro made in Italy. Le chiedo come si sta muovendo il suo Ministero su questo.
  Abbiamo avuto il Ministro delle politiche del mare e abbiamo affrontato il tema dei decreti attuativi al cosiddetto «Salvamare», legato anche al comparto pesca. Il suo Ministero deve produrre assieme al Ministro Pichetto Fratin dei decreti attuativi, però è materia concorrente. A che punto sono? Perché il comparto pesca da un lato è onerato per legge a dover Pag. 22collaborare per pulire i nostri mari, solo che per la mancanza di decreti attuativi non lo può fare e in ogni caso non possiamo gravare di un onere il comparto pesca, che già è in sofferenza, pertanto assieme cerchiamo di capire. Le chiedo se è possibile avere notizie in tal senso.
  Mi fermerei perché sulle agromafie ci sarebbe tanto da dire Le chiederei solo se ha già messo in campo dei protocolli oltre alle collaborazioni con i reparti specializzati. Se come Ministero sta promuovendo, anche tramite le rappresentanze di categoria, dei protocolli che possano coinvolgere gli uffici territoriali del Governo, pertanto le prefetture, affinché ci sia una collaborazione sinergica che possa contrastare i vari fenomeni, non solo quelli di caporalato ma tutto ciò che è legato alle agromafie in senso più ampio. Grazie Ministro.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Lorefice. La parola alla senatrice Bizzotto.

  MARA BIZZOTTO. Grazie Ministro per la sua relazione molto completa. Io mi soffermerò su molti temi che ha citato, anche perché essendo in Commissione agricoltura buona parte di questi temi, grazie all'ottimo presidente De Carlo li affrontiamo quotidianamente. Bene i passaggi sull'italian sounding, bene anche la precisazione che ha fatto – che purtroppo bisogna continuare a fare – sui controlli che devono essere svolti per tutelare i consumatori, per tutelare gli agricoltori e gli allevatori onesti, ma ricordiamoci che il 99,99 per cento degli agricoltori e degli imprenditori sono onesti e quindi è anche giusto precisarlo. Io mi soffermo su una questione specifica che non so se sia toccata dalla sua relazione, ma eventualmente sono sicura che la integrerà successivamente, cioè il commercio illegale di specie selvatiche, animali e vegetali, che sono un rischio per la biodiversità e che hanno come sappiamo implicazioniPag. 23 negative sul cambiamento climatico. Abbiamo avuto dei casi, dal granchio blu alla cimice asiatica, che sono arrivati in maniera anomala in Italia, ma sappiamo anche che c'è un commercio illegale di animali e di piante che sono specie aliene e che possono compromettere la biodiversità ma anche le coltivazioni agricole, di pesca o gli animali. Quindi volevo capire se il Ministero ha già fatto un focus su questo, ovviamente non chiedo la risposta adesso ma se può fornirmela, perché è un comparto che preoccupa, giusto per evitare che tra qualche anno il Ministero debba intervenire ancora per arginare il proliferare di queste specie aliene.

  PRESIDENTE. Grazie senatrice Bizzotto. Do la parola all'onorevole Borrelli.

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. Grazie presidente, grazie Ministro. Poiché molti colleghi hanno fatto domande al Ministro, anche a 360 gradi, io mi soffermo solo su due punti di cui uno discusso pure con il ministro Musumeci durante la precedente audizione.
  Il territorio da cui provengo è stato molto colpito dal fenomeno dell'interramento di rifiuti speciali in aree agricole. Prima c'è stato un passaggio particolare in cui ha detto che la stragrande maggioranza dei contadini in alcuni casi ha difficoltà a sopravvivere. Purtroppo in alcuni casi – in qualche caso perché erano già collusi e in altri casi per disperazione, non che questo giustifichi i comportamenti – nella vicenda della Terra dei fuochi hanno messo a disposizione i loro terreni all'interno dei quali sono stati interrati rifiuti tossici di industrie del nord – in moltissimi casi o nella prevalenza dei casi come è stato verificato, purtroppo non è soltanto un articolo di giornale – che hanno inquinato o devastato alcune aree. Io volevo capire se, nei tempi e nei modi che riterrà opportuni, è possibile sapere Pag. 24a che punto è la verifica sui terreni che sono stati colpiti e se questo fenomeno è stato definitivamente debellato.
  Anche la seconda questione mi interessa particolarmente, avendo svolto a livello territoriale l'attività di assessore all'agricoltura in provincia di Napoli e poi di presidente della Commissione agricoltura. Abbiamo cercato di lavorare molto su un aspetto che anche altri colleghi hanno sottolineato, ne abbiamo parlato anche con il Ministro Musumeci. Inviterei il Ministro a valutare una possibile norma al riguardo. Io non credo che gli enti, dai Ministeri fino ai comuni, siano in grado di poter svolgere un'attività di pulizia del mare al pari di quello che possono fare i pescatori. Per un motivo molto semplice, perché già oggi loro svolgono questa attività quando escono. Purtroppo il tema è che molto spesso rigettano in mare i materiali che raccolgono, perché lo smaltimento sarebbe a carico loro. Come ho già raccontato in un'altra occasione – perlomeno io ho seguito un solo caso – si trattava di una sperimentazione con l'area marina protetta Regno di Nettuno, in cui si incaricava l'area marina protetta dello smaltimento una volta arrivati a terra, solo per i pescatori di Ischia e quindi per un numero limitatissimo di persone. È potuto durare un periodo di sei mesi e poi è finito. Tuttavia, questo intervento normativo oggettivamente potrebbe essere un aiuto da una parte al comparto della pesca e dall'altra alla pulizia superficiale del mare, perché poi vi sono alcuni rifiuti che vanno in profondità, mi riferisco ad esempio ai copertoni delle ruote, che necessitano di azioni molto più precise. Su questo aspetto si potrebbero unire due necessità, quello di aiutare un comparto e quello di pulire il mare.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borrelli. Senatrice Petrucci.

Pag. 25

  SIMONA PETRUCCI. Grazie, Ministro, per la relazione. Io invece sono dell'idea che siamo qui per ascoltare tutte le relazioni, altrimenti poi diventa difficile fare le domande e capire quello che è stato fatto in questo anno di lavoro. Volevo fare una domanda un pochino più specifica, anche perché ci aiuterà a capire in una seconda fase, quando andremo ad analizzare i vari comparti, quale prendere in maggior considerazione.
  Vorrei sapere quali sono i canali utilizzati dai cittadini per comunicare i vari tipi di illeciti, sia agroalimentari che quelli connessi al ciclo dei rifiuti ma che eventualmente poi si ripercuotono sull'agricoltura, sia quelli legati al mondo animale, intesi come gare o come allevamento e vendita degli animali, e quali sono, invece, i canali che vengono attenzionati dagli ispettori, che molte volte sono completamente differenti da quelli utilizzati e se è possibile in qualche modo riuscire a capire se si può investire su informazione e formazione dei cittadini.
  L'altra cosa che volevo invece evidenziare è il problema dei rifiuti in mare. Abbiamo già affrontato con il Ministro Musumeci il problema della pesca legato ai rifiuti e la mancanza di decreti attuativi del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 197, sappiamo però che è alla Commissione ambiente del Senato un atto di Governo che andrà a modificare non solo la terminologia ma la competenza per la gestione dei rifiuti che provengono dal mare. Quindi è importantissimo andare a definire prima quell'atto, completare il decreto n. 197 del 2021 – che ad oggi risulta difficilmente applicabile proprio per la mancanza di chi dovrà gestire i rifiuti quando questi arrivano sulla terraferma – e poi speriamo nei decreti attuativi il prima possibile per la gestione dei rifiuti.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola all'onorevole Longi.

Pag. 26

  ELIANA LONGI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, per la sua accurata relazione, che avremo il piacere di leggere in maniera più dettagliata, soprattutto perché riguarda i nuovi ambiti di cui si sta interessando adesso questa Commissione, appunto quello dell'agroalimentare e del mondo animale.
  Oggi con il collega Iaia abbiamo avuto il piacere di partecipare alla conferenza stampa di presentazione dell'unità dei Carabinieri del comparto ippico. Mi ha reso molto felice che ci sia questo particolare interesse e focus su questo mondo, ma non avevamo dubbi.
  Voglio anche ringraziare il Gruppo di Fratelli d'Italia di questa Commissione e il presidente, che hanno condiviso l'interesse nel trattare un tema importante come quello delle corse clandestine dei cavalli, radicate soprattutto nel Sud Italia, che si declina in tre tipi di reati: il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite, la violenza sugli animali e di conseguenza anche poi le macellazioni clandestine. A questo andiamo ad aggiungere anche il traffico illecito di cuccioli. Volevamo, infine, esprimere la nostra gratitudine e soddisfazione per la creazione di questo nuovo comparto all'interno dei Carabinieri.

  PRESIDENTE. Grazie. Non ci sono più interventi. Ricordo che altri Ministri su alcune domande ci hanno fornito le risposte per iscritto, soprattutto per le materie più specifiche, per le quali sono necessari dati o approfondimenti. Lascio la parola al Ministro per le risposte.

  FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie presidente. Ringrazio tutti i colleghi. Oggi ho svolto una relazione ovviamente solo parziale delle attività del Ministero, in particolare quelle che ritenevo più interconnesse con queste vicende. È evidente che avendo allargato le competenze della Commissione d'inchiesta Pag. 27dai rifiuti al settore agroalimentare, quest'ultimo è connesso sostanzialmente con tutte le attività del Ministero. Quindi, penso sia utile nel tempo, se la Commissione lo riterrà opportuno, sentire capi dipartimento o rappresentanti del Ministero per entrare nel dettaglio in maniera specifica e valutare le questioni che riguardano anche un utile interscambio di informazioni strategiche.
  Il collega Lorefice ha posto molti quesiti, penso che sia opportuno anche farvi avere una risposta scritta, perché immagino si sia dovuto allontanare e quindi mi sembra inopportuno rispondere in sua assenza, pur essendo presente il suo gruppo. Forse è più opportuno che vi trasmetta le informazioni in maniera dettagliata. Molte delle domande erano interessanti, non tutte riguardano propriamente le mie funzioni ma riguardano dal 2018 le funzioni del Ministero dell'ambiente, quindi non vorrei anche su questo che ci fosse un'assenza di coordinamento nelle risposte tra i due Ministeri. Pregherei il comandante Monaco di farsi latore presso il nostro gabinetto e il gabinetto del collega Pichetto Fratin in modo da coordinarsi e dare la massima possibilità di risposta complessiva al collega, anche a livello territoriale. L'Italia quest'anno presiede il G7, è un fatto noto, e presiederà il G7 sull'agricoltura in Sicilia, a Siracusa. Ci sarà un grande stimolo alla collaborazione nel nostro G7, credo sia una novità positiva, e immaginiamo di svolgere un G7 che abbia una parte precedente attenta a tutte le dinamiche del nostro sistema, con la possibilità di partecipazione delle regioni, delle aziende e delle imprese. Nell'isola di Ortigia immaginiamo di fare una mini Expo che permetta di presentare tutto, compresa la nostra attenzione alla legalità nel sistema Italia, quindi con il coinvolgimento anche di tutte le forze di polizia, gli agenti doganali e le altre strutture che hanno competenza su questo.Pag. 28
  Si è parlato prima, lo diceva la collega Bizzotto, di alcune criticità che riguardano anche in questo caso i due Ministeri. Alcune specie arrivano in Italia con i fenomeni che lei ha ricordato e svolgendosi questo tipo di controlli alla dogana, mettere insieme tutte le forze crea una maglia più stretta. Il rischio dell'assenza di coordinamento è che tutti si concentrino su un pezzo della rete, mentre in un'altra parte questa presenti un buco. Se c'è, invece, una sovrapposizione integrata, si riesce ad avere una maglia stretta e quindi speriamo di riuscire a migliorare. È evidente che questo corrisponde all'azione di più Ministeri, del Ministro degli interni, del MIT per la competenza generale sulla Guardia costiera, del Ministero dell'economia per la competenza sulla finanza, ma del Governo in quanto tale. Abbiamo delle situazioni che riguardano in particolare le specie cosiddette aliene. Il granchio blu, al quale lei faceva riferimento, è una specie aliena dal 1987. Nel 1987, infatti, la Comunità europea, all'epoca così nominata, definiva il granchio blu, in un rapporto con la FAO, una specie ormai da considerarsi integrata, se vogliamo, nel nostro ecosistema. Questo forse avrebbe dovuto corrispondere a un'azione di ricerca dei tanti istituti pubblici, che ci mettesse in condizione di immaginare una fase di fluttuazione e di abbondanza, cioè quello che è accaduto adesso, che ancora oggi i nostri istituti non riescono a spiegarci come sia avvenuta.
  Alcuni fanno riferimento al fenomeno alluvionale, ma il fenomeno alluvionale è di maggio, la riproduzione del granchio blu è di diciotto mesi, quindi i tempi potrebbero non corrispondere. Esistono molte altre specie aliene che si stanno immettendo nel nostro sistema ittico. Ieri mattina alle 8 si è riunita la prima conferenza EUROMED, cioè i nove Ministri del Mediterraneo, per trattare oltre il fenomeno della peronospora in agricoltura, anche il fenomeno di alcune specie aliene molto Pag. 29più pericolose per l'uomo del granchio blu. Il granchio blu è pericoloso per la produzione dell'uomo, ci sono altre specie che rischiano di mettere in difficoltà il nostro sistema, hanno anche nomi suggestivi come il verme di fuoco, che è un verme particolarmente pericoloso anche per l'essere umano, immesso dall'Oceano Indiano attraverso probabilmente fenomeni simili a quello che hanno portato in origine il granchio blu nei nostri mari dall'Atlantico, cioè le acque di zavorra delle navi.
  Il problema è immaginare dei modelli che ci mettano in condizione di arginare i fenomeni e di intervenire anche a volte in deroga a normative stringenti. Noi non è che siamo favorevoli allo strascico entro le 3 miglia, ma se la riproduzione del granchio blu avviene in una fase specifica entro le 3 miglia, come intervento straordinario, a nostro avviso bisogna intervenire. L'epifenomeno che abbiamo valutato quest'anno, infatti, è ripetibile – quando una cosa accade può riaccadere diceva Levi per fenomeni ben più gravi di questi – direi che noi dobbiamo immaginare delle strategie e interventi massivi da applicare in alcuni momenti per depotenziare specie che danneggiano anche l'ecosistema addirittura più dell'essere umano. Il granchio blu è una specie aggressiva, danneggia l'acquacoltura umana ma danneggia tutto quello che ha intorno e, in assenza di cibo, danneggia anche se stesso intervenendo nella fase di riproduzione. Queste altre specie potrebbero danneggiare il sistema turistico, ma è un allarme di tutta l'area del Mediterraneo per quanto riguarda il mare. Per quanto riguarda le piante, invece, è un allarme, ma c'è un contenimento abbastanza severo nelle importazioni e nelle esportazioni anche nelle altre Nazioni. Devo dire che quando sbarcano le navi, specie sulle piante c'è un controllo attento, perché purtroppo alcune situazioni le abbiamo verificate solo a valle, ma erano situazioni difficili da controllare, perché una mosca o una cimice è più difficile da Pag. 30verificare, lo devi fare, devi stare attento sulle piante da vivaio, ma quella in fase embrionale può essere anche contenuta in un essere umano che la trasporta inconsapevolmente ed è proprio difficile la rilevazione. Non sappiamo spesso come sono giunte, ma abbiamo chiesto non solo di attenzionare il fenomeno ma anche di prevedere risorse europee in tema di immissione di specie aliene nel nostro ecosistema.
  L'altra questione che veniva posta dal collega Borrelli riguarda due vicende. Una sulla pesca, colto anche lo spunto per evitare gli aiuti di Stato, per aiutare i nostri pescatori gli si potrebbe dare una funzione più puntuale che è quella della raccolta, col modello che abbiamo utilizzato per il granchio blu. Per il granchio blu, che ha un costo di smaltimento diciamo 0,15-0,23 al chilo, abbiamo dato un contributo di un euro per permettere anche di sostenere nel complesso l'attività che i nostri pescatori fanno, cercando anche di ripagare in qualche modo il danno che hanno subito, almeno parzialmente. Bisogna cercare di guardare all'intera filiera, non si può dire al pescatore se trovi plastica la devi raccogliere, occupi un pezzo della tua barca, arrivi, paghi lo smaltimento. Quello lo farebbe pure come essere umano, ma come imprenditore non può, perché ci rimette e non si può chiedere a una persona di scegliere se dare da mangiare ai propri figli o provvedere allo smaltimento dei rifiuti, quindi lo Stato lì deve intervenire.
  A mio avviso, rispetto alle questioni che derivano anche da normative europee, anche di questo l'Europa si dovrebbe far carico, nel senso che per ogni direttiva ci dovrebbe essere la valutazione del costo di produzione, da ripagare ad agricoltori e pescatori per evitare che accada, come è accaduto quest'anno in agricoltura, che a fronte di un costo di produzione del 22 per cento lo scorso anno, dati Eurostat, con crescita dei valori del Pag. 3115 per cento, il delta del 7 per cento nessuno te lo paghi, che è il vero problema che poi porta all'esasperazione.
  Sulla vicenda di interesse territoriale, nella relazione troverà i dati, non li ho citati prima perché entravo veramente nei dettagli. L'operazione Terra dei fuochi, però, ha fatto emergere una mappatura complessiva delle 15.500 particelle che erano state purtroppo oggetto di immissioni criminali. C'è una regolare attenta verifica, sono stati classificati i terreni tra non idonei alla coltivazione, terreni che possono essere depurati, quelli dove c'è il divieto di produzione agroalimentare o silvo pastorale oppure quelli nei quali si possono produrre solamente alcuni beni. Tutti sanno che alcuni fattori inquinanti incidono sull'insalata in un modo, sulla frutta in un altro e altri fattori incidono ad esempio sull'albero di mele, quindi è evidente che nel frutto trovi meno tracce rispetto alla foglia di insalata e quindi i rischi diminuiscono. Scusate la semplificazione e la banalizzazione. Ultime due risposte alle colleghe Petrucci e Longi.
  Abbiamo un'attenzione particolare sulla formazione e sul coinvolgimento dei cittadini. La formula di denuncia però è quella classica: se uno ha un problema se va alla caserma dei Carabinieri sono loro che indicano e individuano qual è il comparto dei Carabinieri che si occuperà dell'indagine, dopo l'intervento repressivo se serve, sentono il magistrato che gli darà l'indicazione di come attivare l'indagine, servendosi della forza di polizia che è più idonea o che ritiene di utilizzare al meglio. Per quello che riguarda il rapporto con i cittadini in senso formativo ed educativo è una corresponsabilizzazione ovviamente di qualsiasi Ministero. Nell'agroalimentare, il rapporto con le agromafie è una cosa che fin da piccoli parte dalle scuole, di gestione del collega Valditara in termini formativi e passa per tutti gli altri colleghi, il mondo dell'università, genericamentePag. 32 le campagne dell'ambiente...anche noi ovviamente per quanto di nostra competenza ci dedicheremo a questo. Anche il rapporto con le forze dell'ordine e i comuni sul territorio è una cosa fondamentale, quindi anche con l'ANCI abbiamo attivato un confronto attento per far sì che l'ANCI e quindi i nostri sindaci e amministratori conoscessero le modalità con cui si sviluppano i controlli. Dicevo prima dell'Ispettorato, uno per tutti, spesso mi sono trovato con amministratori che non conoscevano l'ispettorato e i nostri ispettori che magari avevano sede in quel comune non si erano mai rapportati con l'amministrazione, che è una cosa che funziona fino a un certo punto perché sicuramente tutti e due fanno il loro dovere ma se lo fanno insieme a mio avviso lo fanno meglio con risultati esponenziali.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Lollobrigida, ringrazio i suoi collaboratori. Anch'io ho qualche domanda specifica, che però preferisco fare prossimamente anche per confrontarci, perché come ho detto è una Commissione che inizia a svolgere una nuova attività, che non è mai stata fatta fino adesso, e vorremmo collaborare in maniera fattiva per riuscire a portare risultati. Siamo dunque a disposizione laddove ci fossero suggerimenti per discutere insieme e seguire determinati filoni d'inchiesta che possono essere utili. Grazie di nuovo della disponibilità. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.