CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 aprile 2024
294.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Giulio TREMONTI. – Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli.

  La seduta comincia alle 10.35.

Documento di economia e finanza 2024.
Doc LVII, n. 2 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giulio TREMONTI, presidente, dà conto delle sostituzioni. Ricorda che il provvedimento è calendarizzato per l'Assemblea nella giornata di domani e che la Commissione Bilancio ha richiesto di ricevere i pareri entro le 12 della giornata odierna.
  Dà quindi la parola alla relatrice affinché illustri i profili di competenza della Commissione contenuti nel provvedimento e presenti la proposta di parere.

  Deborah BERGAMINI (FI-PPE), relatrice, in premessa, segnala che il documento è accompagnato da sette allegati contenenti, rispettivamente: la relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate (Allegato I); il documento «Strategie per le infrastrutture, la mobilità e la logistica» (Allegato II); la relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (Allegato III); il documento sulle spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome (Allegato IV); la relazione sull'attuazione della razionalizzazione del sistema degli acquisti di beni e servizi (Allegato V); Pag. 135il documento sugli indicatori di benessere equo e sostenibile (Allegato VI); le relazioni dei Ministeri sul grado di raggiungimento degli obiettivi di spesa 2023-2025 (Allegato VII).
  Considerata l'ampiezza delle tematiche affrontate dal DEF, precisa che in questa sede si limiterà ad una sintetica illustrazione dei principali profili di specifica rilevanza per la III Commissione.
  In primo luogo, rileva che il presente Documento di economia e finanza è stato predisposto tenendo conto della nuova disciplina del Patto di stabilità e crescita, di cui sono ancora in atto le procedure di approvazione formale – di competenza del Parlamento europeo e del Consiglio Ecofin – e quelle attuative, di competenza della Commissione europea. Al riguardo, ricorda che il primo passo della nuova governance del Patto consisterà nell'invio entro il 21 giugno, da parte della Commissione europea, di una traiettoria di riferimento. Quest'ultima definisce un profilo temporale di crescita massima dell'aggregato di spesa pubblica netta, in base al quale gli Stati membri dovranno costruire i futuri Piani strutturali nazionali di bilancio a medio termine. Sottolinea che il nuovo sistema di regole è più marcatamente orientato alla sostenibilità del debito pubblico e alla valorizzazione di una programmazione di medio-lungo termine della finanza pubblica e in particolare della spesa primaria (al netto degli interessi).
  Osserva che, proprio alla luce dell'imminente entrata in vigore delle nuove regole, il Governo ha tenuto conto dell'indicazione da parte della Commissione europea di presentare per quest'anno Programmi di stabilità sintetici. Allo stesso tempo, in considerazione della formale vigenza del sistema di regole definito dal Patto di stabilità e crescita, il DEF in esame segue la tradizionale struttura, indicando l'andamento tendenziale delle principali grandezze di finanza pubblica.
  Pertanto, il Programma di stabilità parte dalla definizione del nuovo quadro macroeconomico, con una leggera revisione al ribasso rispetto alle previsioni di crescita presentate lo scorso settembre, nonostante la migliore competitività e la dinamicità dimostrata recentemente dall'economia italiana. Precisa che, sebbene lo scenario di crescita dell'economia mondiale e le condizioni finanziarie siano lievemente più favorevoli rispetto al quadro su cui si basava la NADEF, i rischi di natura geopolitica e ambientale restano elevati.
  Per quanto riguarda la finanza pubblica, evidenzia che secondo le stime provvisorie diffuse dall'Istat lo scorso 5 aprile, nel 2023 l'incidenza dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche rispetto al PIL si è attestata al 7,2 per cento, in miglioramento rispetto all'8,6 per cento del 2022, ma comunque superiore all'obiettivo programmatico fissato nella NADEF 2023, in ragione dei maggiori costi relativi al Superbonus.
  Rileva che, nonostante la crescita prevista dell'incidenza della spesa per interessi sul PIL, dovuta alla trasmissione della politica monetaria restrittiva a una quota sempre maggiore di titoli del debito pubblico, la previsione a legislazione vigente per il quadriennio 2024-2027 conferma il progressivo rientro dell'indebitamento netto sul PIL lungo tutto l'orizzonte di previsione. L'indebitamento netto tendenziale della PA è previsto attestarsi al 4,3 per cento del PIL nel 2024, per poi scendere al 3,7 per cento del PIL nel 2025, al 3,0 per cento nel 2026 e quindi al 2,2 per cento l'anno successivo.
  Per quanto riguarda il debito pubblico, sottolinea che in rapporto al PIL esso è previsto in moderata crescita fino al 2026, quando raggiungerebbe il 139,8 per cento, un livello sostanzialmente in linea con quanto previsto nella NADEF 2023. Incidono pesantemente fino a tale anno le minori entrate legate alle ingenti compensazioni d'imposta previste per via dei vari incentivi fiscali introdotti negli ultimi anni. Il ritorno a un percorso decrescente è previsto a partire dal 2027, con una lieve riduzione di 0,2 punti percentuali. Negli anni successivi è prevista un'accelerazione del ritmo di discesa del rapporto, con il cessare degli effetti legati alle suddette misure.Pag. 136
  Osserva che la previsione del PIL si attesta, per il 2024, all'1,0 per cento, mentre si prospetta pari all'1,2 per cento nel 2025, e all'1,1 e allo 0,9 per cento, rispettivamente, nei due anni successivi. La crescita del PIL sarà sostenuta, in particolare, dagli investimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e da un graduale recupero del reddito reale delle famiglie. Secondo le nuove previsioni, l'espansione del PIL per l'anno in corso sarebbe guidata dalla domanda interna al netto delle scorte, con queste ultime che tornerebbero a fornire un contributo positivo; al contrario, sarebbe nullo quello delle esportazioni nette. Le esportazioni, infatti, dopo il rallentamento del 2023, riprenderanno slancio, ma ciò sarà accompagnato da una risalita delle importazioni.
  Nel complesso, rileva che il saldo commerciale è risultato in avanzo per 34,4 miliardi, recuperando integralmente il deficit del 2022 (-34,1 miliardi) e confermandosi come il quarto per entità tra i maggiori Paesi dell'UE, dopo Germania (+208 miliardi), Paesi Bassi (+85 miliardi) e Irlanda (+57 miliardi). Esaminando la quota sulle esportazioni complessive, nell'intero anno le vendite di beni all'estero hanno subito un ridimensionamento che ha coinvolto tutti i principali partners commerciali. Per la prima volta in dieci anni (ad eccezione dell'anno di inizio della pandemia) sono risultate in contrazione le vendite verso la Germania, che rappresenta un importante mercato di sbocco. Sono risultate, invece, in leggero aumento le esportazioni verso la Francia e, in maggior misura, la Spagna, cui si affianca l'incremento più ampio verso gli Stati Uniti, seppur in decelerazione rispetto all'anno precedente. Accelerano le esportazioni verso la Cina e mantengono tassi di crescita positivi anche quelle dirette ai Paesi OPEC e alla Turchia, mentre si riducono i flussi verso la Svizzera e il Regno Unito; rispetto alla Russia, si protrae la diminuzione delle vendite in seguito alle sanzioni economiche.
  In prospettiva, fa presente che nell'arco dei quattro anni di riferimento, le esportazioni riprenderebbero un robusto percorso espansivo, con un picco nel 2025 (+4,2 per cento), in linea con la ripresa dei mercati esteri rilevanti per Italia.
  Per quanto concerne l'inflazione, attestatasi al 5,7 per cento nel 2023, evidenzia che dovrebbe scendere significativamente all'1,1 per cento nel 2024, per poi risalire moderatamente nel 2025 e nel 2022 (2,0 per cento). Il sostegno ai redditi dei lavoratori, avvenuto prevalentemente – ma non solo – tramite la riduzione contributiva, ha consentito di moderare la spinta salariale volta al recupero del potere di acquisto dopo la fiammata inflazionistica. Ciò ha favorito una più rapida discesa del tasso di inflazione. La crescita dell'indice dei prezzi al consumo, a marzo pari al 1,3 per cento in termini di variazione sui dodici mesi, si è portata ben al di sotto della media dell'area dell'euro.
  Rileva che il Documento sottolinea, altresì, i risultati positivi registrati nel 2023 con riferimento all'andamento del mercato del lavoro: per quanto concerne il tasso di occupazione, questo nel 2023 ha subito un ulteriore incremento, attestandosi al 61,5 per cento (+1,3 per cento rispetto al 2022), con un aumento del numero di occupati pari al 2,1 per cento (+481 mila unità). Risultati positivi hanno riguardato anche il tasso di disoccupazione che, anche a causa della riduzione delle persone in cerca di occupazione (-4 per cento), a gennaio 2024 ha raggiunto il valore minimo degli ultimi 15 anni, pari al 7,2 per cento. Per quanto riguarda i valori tendenziali, si prevede un tasso di disoccupazione in costante diminuzione, con valori pari al 7,1 per cento nel 2024, al 7,0 per cento nel 2025, al 6,9 per cento nel 2026 e al 6,8 per cento nel 2027.
  A fronte di questo quadro complessivamente incoraggiante, che peraltro già sconta gli effetti economici dei conflitti in atto e, in generale, delle tensioni di carattere geopolitico che caratterizzano il contesto internazionale, il DEF esamina possibili scenari di rischio associati a un inasprirsi delle tensioni geostrategiche e all'acuirsi della frammentazione globale, per valutarne l'impatto sull'economia italiana.
  Un primo scenario di rischio riguarda un'evoluzione meno vivace del commercio mondiale pesato. Al riguardo, rileva che Pag. 137l'estensione del conflitto al Mar Rosso ha già causato un sensibile incremento del prezzo di trasporto tramite container nella rotta Asia-Mediterraneo. L'amplificazione e il prolungarsi della crisi indurrebbero un calo strutturale dei transiti attraverso il canale di Suez, con un maggiore impatto negativo sull'andamento degli scambi internazionali, in particolare per Paesi mediterranei come l'Italia. Un ulteriore fattore che potrebbe rallentare il commercio estero è il possibile indebolimento della domanda interna cinese per via delle difficoltà in cui versa il settore immobiliare. La considerazione di questi fattori di rischio porta a ipotizzare, per il 2024 e 2025, un rallentamento del commercio mondiale rispetto allo scenario di riferimento. In particolare, la domanda estera crescerebbe dell'1,4 per cento nel 2024 (anziché dell'1,9 per cento) e del 3,4 per cento nel 2025 (invece che del 4,4 per cento). Successivamente, la crescita della domanda estera riprenderebbe vigore, con un tasso di variazione del 4,4 per cento nel 2026 e 4,1 nel 2027.
  Un secondo scenario prospetta un andamento dei prezzi delle materie prime energetiche (in particolare petrolio e gas naturale) meno favorevole rispetto a quanto ipotizzato nello scenario di riferimento, con nuovi e improvvisi aumenti del prezzo del petrolio e del gas. Questi sarebbero connessi a sviluppi negativi delle attuali tensioni in Medio Oriente, nonché ad eventuali tagli alle forniture da parte dell'OPEC+. Il prezzo del petrolio si attesterebbe dunque a 91,1 dollari nel 2024 e 85,8 dollari nel 2025, mentre quello del gas sarebbe pari a 37,4 euro nel 2024 e 39,9 euro nel 2025.
  Una terza simulazione riguarda il manifestarsi di elementi di rischio tramite l'andamento dei tassi di cambio, con un apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro maggiore rispetto a quello dello scenario di base (dell'1,3 per cento invece che dello 0,1 per cento).
  Infine, un ultimo scenario riguarda elementi di rischio connessi alle condizioni dei mercati finanziari. L'ipotesi a cui il DEF ha fatto ricorso è un livello del tasso di rendimento del BTP a dieci anni maggiore di 100 punti base rispetto allo scenario di riferimento, in ciascun anno dal 2024 al 2027. Le condizioni meno favorevoli per il finanziamento del debito pubblico si tradurrebbero in maggiori livelli dello spread BTP-Bund.
  Sottolinea che ciascuno dei citati scenari di rischio può impattare sul tasso di crescita del PIL, rispetto al quadro macroeconomico tendenziale, in una percentuale compresa tra lo 0,1 per cento e lo 0,5 per cento.
  Per quanto riguarda i profili di competenza della III Commissione, evidenzia, nella Sezione I, il tema dell'Aiuto pubblico allo sviluppo (APS). Secondo i dati riportati nel DEF, nel 2022 l'APS italiano è stato pari a 6,3 miliardi, ovvero allo 0,33 per cento del Reddito Nazionale Lordo (RNL). Tale esito rappresenta un importante incremento rispetto ai risultati del 2020 e del 2021 (pari rispettivamente allo 0,22 e allo 0,29 per cento del RNL). A determinare l'aumento nel 2022 hanno contribuito: a) l'incremento della spesa sostenuta dal Ministero dell'interno e dalla Presidenza del Consiglio – Dipartimento della Protezione Civile per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo (in larga parte contabilizzata come APS e passata da poco più di 470 milioni a oltre 1,4 miliardi); b) gli aiuti in favore della popolazione ucraina (oltre 330 milioni che si sommano alle spese per l'accoglienza in Italia); c) le maggiori erogazioni a valere sui contributi pluriennali che il MEF corrisponde a banche e fondi di sviluppo (oltre 673 milioni).
  In prospettiva, segnala che il Governo conferma l'intenzione di un allineamento pluriennale tendenziale dell'Italia agli standard internazionali in materia di APS, impegnandosi in un percorso di avvicinamento graduale all'obiettivo dello 0,7 per cento del RNL fissato dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ed in linea con quanto previsto dall'art. 30 della legge n. 125 del 2014. A tal fine, si riafferma l'importanza di promuovere il massimo coordinamento delle politiche pubbliche nel settore della cooperazione internazionale, con l'obiettivo di migliorare la qualità e la coerenza dell'azione dell'Italia in tema di APS Pag. 138valorizzando gli strumenti previsti dalla citata legge, anche nel quadro del «Piano Mattei» per l'Africa.
  Per quanto attiene ai contenuti della Sezione III, contenente il Programma nazionale di riforma, in primo luogo sottolinea il ruolo centrale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), non sono solo per il volume di investimenti previsti e l'impatto macroeconomico che ne deriverà, ma anche per la sua capacità di incanalare le risorse nazionali ed europee verso un unico programma di riforma, ambizioso e coerente. In tale contesto, evidenzia che è stato fondamentale modificare il PNRR in modo che esso potesse rispondere alle nuove sfide emerse nel mutato contesto economico e geopolitico. Grazie alla revisione e all'ampliamento delle risorse complessive, delle milestones e degli obiettivi, il PNRR è ora uno strumento più efficace a rispondere alle Raccomandazioni specifiche all'Italia del Consiglio UE, ad accelerare la transizione ecologica e digitale, nonché a migliorare l'efficacia della Pubblica Amministrazione.
  In tema di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese – in linea con la strategia annuale delineata dalla Cabina di regia co-presieduta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale – osserva che rimane centrale il ruolo del sistema di coassicurazione (Stato e SACE) per il supporto del credito all'esportazione, il cui portafoglio ha superato complessivamente, al 31 dicembre 2023, i 100 miliardi di euro. A tal riguardo, la legge di bilancio 2024 ha fissato un limite cumulato massimo di esposizione di 175 miliardi, di cui 60 miliardi di nuovo flusso.
  Segnala che un altro strumento di supporto pubblico è rappresentato dalla finanza agevolata erogata sul Fondo previsto dalla legge n. 394 del 1981 e affidata alla gestione di Simest S.p.A., che comprende anche uno specifico supporto ai processi di transizione digitale e ecologica, il cui target è stato pienamente raggiunto il 31 dicembre del medesimo anno con l'erogazione di finanziamenti agevolati in favore di oltre 8 mila imprese, per un valore complessivo di circa 1,1 miliardi di euro.
  Con riferimento al settore fiscale segnala che, al fine di allineare il sistema fiscale italiano alla recente evoluzione normativa internazionale ed europea in tema di contrasto all'evasione e l'elusione, nonché alle raccomandazioni OCSE nell'ambito del progetto BEPS (Base Erosion and Profit Shifting), è stata aggiornata la disciplina della residenza delle persone fisiche, delle società e degli enti diversi dalle società. Le nuove disposizioni, introdotte con il decreto legislativo n. 209 del 2023, permetteranno di superare le incertezze derivanti dall'interpretazione giurisprudenziale e prevenire comportamenti elusivi da parte dei contribuenti. Si è provveduto, inoltre, all'introduzione della global minimum tax, in vigore dal 1° gennaio 2024, mediante il recepimento della Direttiva (UE) 2022/2523, basata sulle Model Rules adottate dall'OCSE. In generale, si prevede che tale misura, disincentivando gli investimenti in Paesi con bassa tassazione, favorirà la rilocalizzazione delle imprese nel nostro Paese, generando un impatto in termini di recupero di gettito.
  Menziona, altresì, l'insieme delle riforme avviate dall'Italia nel settore giudiziario civile e dell'insolvenza, finalizzate al recupero di efficienza e competitività e alla promozione di una maggiore attrattività del Paese per gli investitori esteri. Al riguardo, ricorda che attraverso il PNRR sono stati stanziati 2,85 miliardi per la riduzione dei tempi dei processi, l'abbattimento dell'arretrato civile e la realizzazione degli investimenti per l'incremento del capitale umano.
  Rileva che la sezione III si sofferma, altresì, sul percorso compiuto dal nostro Paese per l'attuazione dell'Agenda 2030 ed il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile: la disamina si basa sui risultati del Rapporto di monitoraggio di Eurostat e sulla Relazione della Commissione europea che accompagna la proposta di raccomandazione sul Programma nazionale di riforma 2023. In estrema sintesi, emerge che la performance dell'Italia risulta superiore a quella della media europea per quanto riguarda la salute e il benessere, con miglioramenti sostanziali nello sviluppo delle Pag. 139energie rinnovabili e nella sostenibilità dei trasporti. Nonostante i progressi, permangono, tuttavia, difficoltà strutturali in merito all'equità e all'inclusione, che sono in parte legate alle disparità territoriali. In tale contesto, si richiede all'Italia di effettuare ulteriori interventi per il miglioramento dell'occupazione, dell'istruzione, della produttività e della lotta alla povertà.
  Sottolineando che quanto esposto non ha la pretesa di svolgere un'analisi esaustiva di tutte le problematiche illustrate nel DEF, ma soltanto offrire alcuni spunti di riflessione ai colleghi commissari, illustra una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Giuseppe PROVENZANO (PD-IDP), preannunciando il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere presentata dalla relatrice, stigmatizza l'assenza, nel provvedimento in esame, del quadro programmatico, in contrasto con la normativa che disciplina la contabilità e la finanza pubblica, di cui alla legge n. 196 del 2009. A suo avviso, tale lacuna non può essere giustificata dall'esigenza di ottemperare al nuovo sistema di regole introdotto con la riforma del Patto di stabilità e crescita, più marcatamente orientato alla sostenibilità del debito pubblico e alla valorizzazione di una programmazione di medio-lungo termine; peraltro, come ammesso dallo stesso Esecutivo, i nuovi vincoli introdotti a livello di Unione europea esporranno il nostro Paese ad una inevitabile procedura per disavanzo eccessivo: consapevole di tale rischio, il Governo ha preferito rinviare la discussione sui provvedimenti che intende assumere per ridurre il deficit di bilancio, con l'unico scopo di preservare il consenso in vista delle prossime elezioni europee di giugno. Osserva, tuttavia, che finora solo i Governi dimissionari hanno presentato al Parlamento un Documento di economia e finanza limitato al quadro tendenziale, senza alcuna indicazione delle prospettive programmatiche.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) evidenzia che – come rilevato dalla stessa relatrice – l'aumento degli stanziamenti destinati all'Aiuto pubblico allo sviluppo (APS) è in larga parte imputabile all'incremento della spesa per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo e per gli aiuti in favore della popolazione ucraina. Pur condividendo le finalità di tali stanziamenti, osserva che tali risorse vengono, di fatto, sottratte alle politiche di cooperazione allo sviluppo propriamente dette. A suo avviso, in assenza di un quadro programmatico, è impossibile valutare se il Governo sarà in grado di rispettare l'obiettivo dello 0,7 per cento del Reddito nazionale lordo destinato alle politiche di cooperazione, fissato dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

  Il viceministro Edmondo CIRIELLI, pur comprendendo le obiezioni della deputata Boldrini, precisa che le spese per l'accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo sono computabili come Aiuto pubblico allo sviluppo in base ai criteri forniti dallo stesso OCSE-DAC, organismo incaricato di definire, armonizzare ed aggiornare le norme e gli standard sulla valutazione della cooperazione allo sviluppo: peraltro, tale prassi è stata seguita dai Governi di ogni orientamento politico. Sottolinea, altresì, che l'Esecutivo in carica nel 2023 si è dovuto confrontare con una situazione di bilancio assai complessa, aggravata dagli oneri correlati al reddito di cittadinanza e al cosiddetto Superbonus per le ristrutturazioni edilizie: pertanto, ha dovuto procedere ad un taglio lineare del 5 per cento delle dotazioni finanziarie di ciascun Ministero. Ciononostante, ribadisce l'impegno del Ministero degli affari esteri – e suo personale – ad assicurare adeguati stanziamenti per la cooperazione allo sviluppo, tenuto conto che lo stesso Dicastero, nell'ultimo anno, ha garantito un significativo aumento della capacità di spesa: a fronte di uno stanziamento di 1 miliardo, il MAECI è riuscito a spendere 900 milioni di euro, circa il 40 per cento in più rispetto all'anno precedente. Peraltro, rileva che per effetto del «Piano Mattei» sarà possibile conseguire anche economie di scala che, unitamente agli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dovrebbero consentire il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

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  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), ringraziando il viceministro per le precisazioni fornite e la disponibilità ad interloquire con il Parlamento, si associa alle considerazioni della collega Boldrini, evidenziando che il citato taglio lineare del 5 per cento mal si concilia con l'obiettivo di rilanciare le relazioni Italia-Africa, incluso l'aumento da otto a ventuno dei Paesi prioritari per la cooperazione allo sviluppo. Riguardo al «Piano Mattei», esprime preoccupazione per il ritardo con il quale il Governo sta adempiendo agli obblighi previsti dal decreto-legge n. 161 del 2023, dal momento che non ha ancora provveduto a trasmettere al Parlamento le schede sulle iniziative che intende attuare; tale ritardo, abbinato alla mancata presentazione entro il termine stabilito – 31 marzo – del Documento triennale di programmazione e indirizzo sulle attività di cooperazione, limita fortemente le prerogative di controllo e indirizzo delle Camere.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) chiede delucidazioni sulle sinergie tra le attività ordinarie di cooperazione allo sviluppo e le iniziative del «Piano Mattei», di cui peraltro si ignora l'effettiva dotazione finanziaria.

  Riccardo RICCIARDI (M5S), avvertendo che il gruppo del Movimento 5 Stelle ha presentato a una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2), ricorda che l'attuale Ministro dell'economia ha ricoperto la carica di Ministro dello sviluppo economico nel precedente Esecutivo, a conferma della sostanziale continuità di azione su questa materia. Evidenziando che le dinamiche dell'economia del nostro Paese saranno inevitabilmente influenzate dal protrarsi dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, osserva che, rispetto alla crescita prevista del PIL dell'1 per cento nel 2024, lo 0,9 per cento è imputabile agli investimenti del PNRR, che sono stati garantiti all'Italia grazie all'azione negoziale del Governo Conte.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), ribadendo il voto contrario sulla proposta di parere presentata dalla relatrice, auspica che le forze di maggioranza e di opposizione possano convergere sull'opportunità di incrementare le risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo. Ribadendo le riserve sull'assenza di un quadro programmatico degli interventi, preannuncia che in sede di ufficio di presidenza, integrato da rappresentanti dei gruppi, avanzerà la richiesta di audizione di esponenti del Governo sullo stato di attuazione del «Piano Mattei».

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice, risultando conseguentemente preclusa la proposta alternativa di parere a prima firma Riccardo Ricciardi.

  La seduta termina alle 11.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 23 aprile 2024.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.10 alle 11.25.

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI NEL MONDO

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza della presidente Laura BOLDRINI.

  La seduta comincia alle 11.45.

Sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Audizione di rappresentanti dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
(Svolgimento e conclusione).

  Laura BOLDRINI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissionePag. 141 diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Simona FRAUDATARIO, Silvia DE MUNARI, Francesca CASAFINA e Gloria Mendiola PONTÓN , rappresentanti dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, svolgono una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni Laura BOLDRINI, presidente, a più riprese, e Andrea ORLANDO (PD-IDP).

  Simona FRAUDATARIO e Francesca CASAFINA, rappresentanti dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, rispondono ai quesiti posti e forniscono ulteriori precisazioni.

  Laura BOLDRINI, presidente, dichiara, quindi, conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.40.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.