XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 32 di Giovedì 21 marzo 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 

Audizione del direttore generale di ARPA Sicilia, Vincenzo Infantino:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 4 
Morrone Jacopo , Presidente ... 6 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 6 
Morrone Jacopo , Presidente ... 6 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 6 
Morrone Jacopo , Presidente ... 6 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 6 
Morrone Jacopo , Presidente ... 7 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 7 
Morrone Jacopo , Presidente ... 7 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 7 
Morrone Jacopo , Presidente ... 7 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 7 
Morrone Jacopo , Presidente ... 7 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 7 
Morrone Jacopo , Presidente ... 8 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 8 
Morrone Jacopo , Presidente ... 9 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 9 
Morrone Jacopo , Presidente ... 9 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 9 
Morrone Jacopo , Presidente ... 11 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 11 
Morrone Jacopo , Presidente ... 12 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 13 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 13 
Morrone Jacopo , Presidente ... 13 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 13 
Morrone Jacopo , Presidente ... 14 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 14 
Morrone Jacopo , Presidente ... 14 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 15 
Morrone Jacopo , Presidente ... 16 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 16 
Morrone Jacopo , Presidente ... 17 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 18 
Morrone Jacopo , Presidente ... 18 
Longi Eliana (FDI)  ... 19 
Lorefice Pietro  ... 20 
Morrone Jacopo , Presidente ... 23 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 23 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 23 
Lorefice Pietro  ... 25 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 25 
Lorefice Pietro  ... 26 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 26 
Lorefice Pietro  ... 27 
Caldara Salvatore , direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali» ... 27 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 27 
Morrone Jacopo , Presidente ... 28 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 28 
Morrone Jacopo , Presidente ... 28 
Infantino Vincenzo , direttore generale di ARPA Sicilia ... 29 
Morrone Jacopo , Presidente ... 29

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 13.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del direttore generale di ARPA Sicilia, Vincenzo Infantino.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore generale di ARPA Sicilia, Vincenzo Infantino, che ringrazio della presenza. Il direttore generale Infantino è accompagnato dal direttore dell'unità operativa complessa valutazioni e pareri ambientali, ingegner Salvatore Caldara.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Avverto, inoltre, i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Segnalo che, in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera. Al fine di assicurare il miglior svolgimento dei lavori invito, inoltre, i nostri ospiti a destinare, se possibile, l'illustrazione di eventuali contributi riservati alla parte finale della seduta.Pag. 3
  L'audizione odierna rientra nell'ambito del filone di inchieste relative al sistema di smaltimento dei rifiuti in Sicilia, al monitoraggio degli appalti relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani e alle conseguenze di incendi e accadimenti di natura criminale nella medesima regione, nonché alla bonifica del sito di interesse nazionale di Gela, già deliberata in sede di Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 20 dicembre scorso. Al riguardo ricordo che, come convenuto in sede di Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 7 marzo scorso, una delegazione della Commissione si recherà in missione in Sicilia nelle giornate del 26, 27 e 28 marzo, nelle province di Catania e Caltanissetta.
  Ricordo, inoltre, che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, con particolare riguardo alla verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero da parte di soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti. A tal fine, la Commissione acquisisce informazioni su soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, con l'obiettivo specifico di individuare eventuali connessioni tra tali attività illecite e altre attività economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti all'interno dei territori comunali e provinciali, nonché tra le diverse regioni, anche tenendo conto del divario della dotazione di impianti.
  Inoltre, con riferimento specifico alle tematiche dell'audizione odierna, ricordo che rientrano tra le competenze della Commissione, ai sensi della legge istitutiva, verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite relative ai siti inquinanti e alle attività di bonifica, nonché verificare la correttezza dell'attuazionePag. 4 della normativa vigente in materia ambientale relativamente agli ambiti di indagine della Commissione stessa e l'applicazione della legge 22 maggio 2015, n. 68, recante «Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente».
  Cedo, dunque, la parola al direttore generale di ARPA Sicilia, Vincenzo Infantino, per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Grazie. Buongiorno. Sono Vincenzo Infantino, direttore generale di ARPA Sicilia.
  Ho preparato una relazione, ma sinteticamente ne traccio i punti più importanti, poi la lascio agli atti della Commissione.
  ARPA Sicilia è stata istituita nel 2001 e si occupa di attività ispettive nell'ambito delle funzioni di controllo ambientale, monitoraggio dello stato dell'ambiente – sono due diverse funzioni, con un approccio completamente differente –, controllo delle fonti di pressione e dei fattori di inquinamento, attività di ricerca finalizzata al sostegno delle proprie funzioni, supporto tecnico-scientifico alle attività degli enti statali, regionali e locali che hanno compiti di amministrazione attiva in campo ambientale. ARPA infine cura la raccolta, l'organizzazione e la diffusione dei dati ambientali, unitamente alle informazioni statistiche derivanti dalle predette attività, che costituiscono un riferimento tecnico ufficiale da utilizzare ai fini delle attività di competenza della pubblica amministrazione.
  ARPA Sicilia fa parte del sistema nazionale di protezione dell'ambiente, che è stato riorganizzato con la legge n. 132/2016, ed è costituito dalle ventuno agenzie regionali e delle province autonome, più ISPRA.Pag. 5
  Detto questo, ho da aggiungere solo una cosa, che ripeto a tutte le Commissioni. Sono stato sentito prima dalla Commissione Bratti, poi dalla Commissione Vignaroli e adesso da voi. L'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sicilia vive un momento di grande difficoltà, che però è una difficoltà che esiste praticamente da sempre, perché rispetto a una pianta organica – ormai non si ragiona più così, però la pianta organica ancora esiste – di 957 unità di personale, siamo circa 280, con una dotazione assolutamente insufficiente. Lo si rileva anche dall'esito della precedente relazione della Commissione Vignaroli, dove è ben rappresentato questo stato di criticità.
  A questo aggiungo che c'è stata una lunga questione, che ha riguardato anche la Corte costituzionale, circa la legittimità della norma che riguardava il finanziamento dell'agenzia, che è stata risolta brillantemente, in quanto il nuovo Governo ha legiferato a marzo 2022 e ha innovato la questione del finanziamento dell'agenzia superando il problema. Ciononostante, ad oggi, l'agenzia non ha il bilancio approvato – per tutta una serie di questioni delle quali parlo nella relazione che lascio alla Commissione –, per cui rappresento che potrebbe verificarsi una potenziale paralisi delle attività di competenza, anche per impossibilità di adozione degli atti di programmazione economica. Questa è una criticità importante, viste le refluenze potenziali per i danni all'ambiente e i rischi sulla salute della collettività.
  Nella relazione che lascio agli atti è allegato anche il nostro organigramma. L'agenzia regionale è presente sul territorio con almeno una sede in ogni provincia, in alcune ne abbiamo anche più di una. Vi è una direzione generale, che governa e dà gli indirizzi e poi ci sono le strutture territoriali, che svolgono le attività di controllo e monitoraggio. Noi, infatti, controlliamo in maniera puntiforme tutte le attività che hanno a che fare con Pag. 6impatti di natura ambientale e gestiamo le reti di monitoraggio (qualità dell'aria, acque superficiali, acque profonde, campi elettromagnetici, radioattività) che sono attive ventiquattr'ore su ventiquattro e sono gestite dalla direzione generale. In più, i nostri laboratori sono accreditati secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i laboratori di prova. Sono laboratori multisito e si trovano a Palermo, Catania, Siracusa e Ragusa.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore Infantino.
  Ho preparato una serie di domande. Alcune le reputo superate da quello che ci ha appena detto. Possono servire come traccia, poi vediamo se i colleghi parlamentari ne hanno altre.
  In un'audizione pregressa è stato riferito in questa Commissione che è importante la dotazione organica dell'agenzia. Al momento è cambiata la dotazione organica. Qual è la situazione del personale in servizio in ARPA Sicilia rispetto a quanto previsto dalla pianta organica? ARPA dispone del personale con qualifica di polizia giudiziaria? Quindi, mi sembra di poter rispondere che la dotazione organica non è cambiata. Lei diceva che la pianta organica è di quanti?

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Siamo circa 280 di ruolo.

  PRESIDENTE. Invece, la pianta organica sarebbe di?

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. 957 unità di personale.

  PRESIDENTE. 957 unità, mentre voi siete 280.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Ricordo che la struttura organizzativa delle agenzie delle singole regioni nel 1994, a valle del referendum, si costituiva in Pag. 7funzione alla grandezza del territorio – ricordo che la Sicilia è la regione più grande d'Italia –, e poi in base a tante altre questioni dettate dagli impatti ambientali sul territorio.

  PRESIDENTE. Quindi, la dotazione organica non è cambiata.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. No.

  PRESIDENTE. L'ARPA dispone di personale con qualifica di polizia giudiziaria?

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Sì, sono circa quaranta i nostri ufficiali di polizia giudiziaria. Adesso non ricordo il numero esatto.

  PRESIDENTE. Va bene anche così, indicativamente.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Comunque, li abbiamo.

  PRESIDENTE. In questi ultimi anni ARPA Sicilia è riuscita a garantire i livelli essenziali delle prestazioni ambientali (LEPTA)? Le chiedo se può approfondire questo aspetto, in particolare con riferimento al controllo delle pressioni sull'ambiente.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. La prima risposta è: decisamente no. Noi costruiamo il PIAO (Piano integrato di attività e organizzazione), che è lo strumento di programmazione della pubblica amministrazione, e le nostre attività vengono programmate in funzione innanzitutto di quella che è la dotazione finanziaria, che è assolutamente inferiore rispetto a quella che servirebbe per le nostre attività.Pag. 8
  Vorrei fare solo una precisazione. In virtù della questione che ha riguardato la Regione Siciliana, vale a dire l'illegittimità della norma, che poi è stata cambiata a valle della sentenza della Corte costituzionale, per tutto il 2023 abbiamo strutturato una piattaforma di contabilità per valutare esattamente i costi delle nostre singole attività, perché abbiamo un elenco di servizi e prestazioni da erogare che riguarda tutto il sistema nazionale (del quale fa parte anche ARPA Sicilia), e per ogni servizio e prestazione inserita in questo elenco, nel 2023 abbiamo valutato i costi. Ebbene, rispetto a ciò che la legge prescrive – dove non c'è una precisa prescrizione di norma, abbiamo lavorato sulla base delle pressioni ambientali del nostro territorio, stabilendo quanta attività o quanta prestazione avremmo dovuto fare – è stato totalizzato un complessivo di 79 milioni di euro.
  Questa nota è stata mandata all'organo di vigilanza (che è il dipartimento dell'ambiente dell'assessorato del territorio e dell'ambiente), al presidente della regione e all'assessore alla salute, perché il nostro finanziamento proviene per 24 milioni dal Fondo sanitario regionale e per 7 milioni dal fondo regionale. Come ho detto prima, il computo complessivo, se avessimo dovuto fare tutte le nostre attività, sarebbe stato pari a 79 milioni di euro.

  PRESIDENTE. Dal rapporto di sintesi dei dati ambientali, pubblicato per l'anno 2023, si apprende che in merito ai controlli ARPA dei novantacinque impianti AIA (Autorizzazione integrata ambientale) regionali in esercizio sono emerse quindici non conformità di tipo penale. Può approfondire meglio che tipo di illeciti penali sono stati rilevati e se questi sono stati oggetto di prescrizioni ARPA alle quali ottemperare? Oppure, hanno dato origine a ulteriori indagini?

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. A queste domande preferisco che risponda l'ingegner Caldara, che Pag. 9è più esperto di me sulla materia. Avevo chiesto al nostro direttore tecnico di partecipare, ma è ammalato e, quindi, non è potuto venire. Comunque, immagino che avrete modo di sentirlo nel vostro prossimo giro in Sicilia.

  PRESIDENTE. Do la parola all'ingegner Caldara.

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». Buongiorno a tutti.
  Sul nostro territorio regionale buona parte degli impianti in autorizzazione integrata ambientale è rappresentata da impianti di trattamento dei rifiuti, per cui buona parte dei controlli è stata dedicata a questo settore di attività. Nello specifico, l'esito delle singole azioni, delle ispezioni e il tipo di violazioni riscontrate potrà essere fornito nel dettaglio, se questa è la richiesta della Commissione. Però, una buona parte di queste non conformità riguarda proprio le modalità gestionali dei rifiuti in questi impianti. Ad ogni modo, in alcuni casi le non conformità sono sfociate in comunicazioni all'autorità giudiziaria.

  PRESIDENTE. Recentemente nell'attività ispettiva, ARPA ha accertato una variazione della quantità dei rifiuti gestiti fuori regione. Le chiedo se ce ne può dare informazione con specifico riferimento alla tipologia di rifiuti, all'entità nonché alle destinazioni extraregionali e transfrontaliere.

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». Come sapete, in Sicilia non ci sono sistemi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani diversi dalle discariche. Ebbene, da quando si è esaurita la discarica della ditta Sicula Trasporti, in contrada Grotte San Giorgio, situata a cavallo delle province di Catania e Siracusa, in tutta la Sicilia orientale si è determinata una forte criticità. Pag. 10A causa di ciò, il gestore dell'impianto di trattamento meccanico-biologico, che tratta il rifiuto residuale urbano derivante dalla raccolta differenziata – è giusto precisare che, soprattutto nei grandi centri come Palermo e Catania, la raccolta differenziata è assolutamente insufficiente rispetto agli standard previsti dalla norma – presso l'impianto di trattamento situato in contrada Coda Volpe, sempre di proprietà della ditta Sicula Trasporti, era nell'impossibilità di conferire in discarica il rifiuto trattato e ha chiesto l'autorizzazione alla regione a conferire i rifiuti all'estero.
  Da quello che ci risulta, sebbene i flussi dei rifiuti siano regolamentati dalla regione – in particolare dal dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti, incardinato nell'assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità, che è quindi l'autorità che stabilisce i flussi – i rifiuti, dopo il trattamento, vengono conferiti in Danimarca e in Finlandia. A tal riguardo è utile rappresentare che questo impianto, che definirei un unico impianto, è costituito dalla parte di trattamento meccanico e dalla parte di trattamento biologico – non mi soffermo sui dettagli relativi alle modalità di trattamento e alle tecnologie adoperate, chiaramente laddove la Commissione lo ritenesse potrei approfondire – ed è soggetto a due differenti autorizzazioni: c'è un decreto AIA che riguarda l'impianto di trattamento meccanico e un decreto AIA che riguarda l'impianto di trattamento biologico. In una sintesi, che abbiamo lasciato agli atti nella segreteria della Commissione, è riportata tutta la sequenza dei provvedimenti autorizzativi. In ultimo, il decreto del 7 aprile 2023 ha modificato entrambe le autorizzazioni, sia quella dell'impianto di trattamento meccanico sia quella dell'impianto di trattamento biologico, inserendo l'operazione di recupero R12, che prima non era prevista nelle due autorizzazioni, al fine di consentire l'ingresso nell'impianto dei Pag. 11rifiuti in operazione R (recupero) per il successivo invio in operazione R1 (termovalorizzazione) fuori regione e, da quello che risulta, anche fuori Paese.
  Recentemente abbiamo verificato che la procedura ambientale prevista in questo decreto, il cosiddetto «decreto ponte» che consente questa modalità gestionale nell'impianto, prevedeva l'espletamento di una procedura ambientale di valutazione preliminare, ai sensi dell'articolo 6, comma 9, del decreto n. 152/2006, che ha avuto una valutazione negativa da parte dell'autorità ambientale regionale.
  Questa è la situazione dell'autorizzazione dell'impianto di trattamento meccanico-biologico della ditta Sicula Trasporti, sito in contrada Coda Volpe, a Catania.

  PRESIDENTE. Faccio un po' di ordine. Noi sappiamo che i rifiuti urbani prodotti in Sicilia nel 2022 sono pari a 2.149.603 tonnellate. Lei si riferiva a questa quota di rifiuti urbani?

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». No, mi riferivo soltanto alla quota di rifiuti urbani della Sicilia orientale, che viene trattata presso l'impianto di contrada Coda Volpe. Per la parte della Sicilia occidentale, in particolare Palermo e Ustica – a Ustica ovviamente la produzione è minima – i rifiuti vengono conferiti presso la piattaforma tecnologica di contrada Bellolampo, alle porte della città di Palermo, anch'essa dotata di un impianto di trattamento meccanico-biologico e di un complesso di vasche di discarica, che ormai sono tutte esaurite, ad eccezione dell'ultima, che è stata autorizzata e realizzata recentemente.
  In realtà, questa vasca è stata solo parzialmente realizzata, nel senso che è stato consegnato soltanto un primo stralcio, che comunque ha consentito la ripresa degli abbancamenti in quel Pag. 12sito. Queste operazioni di abbancamento erano state interrotte in precedenza al momento dell'esaurimento dell'ultima vasca che era in coltivazione. Sono poi riprese a seguito di ordinanze contingibili e urgenti del sindaco, ai sensi dell'articolo 191 del decreto n. 152/2006, utilizzando i volumi che si erano resi disponibili per dell'assestamento dei rifiuti abbancati nelle vasche precedentemente esaurite e non ancora chiuse in maniera definitiva. Si trattava soltanto di una chiusura provvisoria. Il profilo si era modificato per i normali processi di assestamento e biodegradazione del rifiuto, soprattutto della componente organica, il che ha reso disponibili questi volumi, che peraltro devono essere comunque riprofilati, al fine di garantire, nella configurazione definitiva, il corretto deflusso delle acque superficiali. Quindi, in quella fase emergenziale, i rifiuti del comprensorio di Palermo erano stati conferiti in queste vecchie discariche in fase di chiusura, per le quali è in via di definizione il PAUR, il procedimento autorizzatorio unico regionale, per la chiusura definitiva di tutto il complesso delle vecchie vasche.
  È stato aperto, invece, da pochi mesi, il conferimento nel primo stralcio della cosiddetta «settima vasca». Poi, c'è anche un altro impianto di trattamento meccanico-biologico, che tratta i rifiuti urbani a Trapani, della ditta Trapani Servizi, che effettua questo trattamento ma conferisce presso discariche diverse. In precedenza questo sito aveva una propria discarica ma anche questa è esaurita e quindi conferiscono principalmente, da quello che ci risulta, alla discarica di Timpazzo, a Gela.

  PRESIDENTE. Non ho capito una cosa. Quanti rifiuti prendono una destinazione extraregionale?

Pag. 13

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». Questo dato non ce l'ho al momento. Ve lo forniamo.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Ovviamente, pesa molto il fatto che le grandi città metropolitane, e parlo di Messina, Palermo, Catania e Siracusa, hanno livelli di raccolta differenziata che si attestano intorno al 15-20 per cento. Questo significa che il rifiuto va tutto in discarica. Le discariche, quindi, sono fortemente in crisi. Basta che c'è un problema in una di queste discariche che scatta subito l'emergenza più folle del mondo.

  PRESIDENTE. Vado avanti con le domande che abbiamo preparato, però a noi quello che interessa sapere sulla quantità di rifiuti è: quanto è differenziato e quanto non è differenziato? Dove vanno a finire i rifiuti? Vorremmo conoscere le quantità e, più che altro, i costi e, soprattutto, capire quanto costa una tonnellata di rifiuti che deve prendere una direzione transfrontaliera. Sono dati che non so se avete, e comunque queste domande ve le possiamo far avere per iscritto e poi voi ci mandate i dati. Noi dobbiamo avere il quadro completo dei costi del sistema rifiuti in Sicilia.
  La produzione regionale dei rifiuti speciali si attesta a circa 9,3 milioni di tonnellate, mentre la gestione interessa circa 8,4 milioni di tonnellate. La differenza tra produzione e gestione a cosa è attribuibile e dove va a finire? Abbiamo uno scarto di quasi un milione di tonnellate.

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». Anche qui proveremo a recuperare il dato.
  Posso provare a dedurre una risposta, nel senso che i rifiuti speciali non sono soggetti a regime di privativa, cioè non devono Pag. 14essere trattati necessariamente in ambito regionale. Non possiamo escludere, quindi, che vengano mandati fuori regione, come la norma consente, presso impianti che sono attrezzati per poter trattare quella tipologia di rifiuti.
  Non so se sono stato chiaro.

  PRESIDENTE. Dal report dell'anno 2023 emerge che l'attività di controllo effettuata da ARPA Sicilia presso gli impianti di depurazione, ha determinato 54 comunicazioni all'autorità giudiziaria. Al riguardo, le chiedo se ci può riferire l'elemento comune a tali illeciti e se queste comunicazioni riguardano prevalentemente la gestione dei rifiuti prodotti presso un impianto di trattamento reflui, ovvero i fanghi prodotti dal processo di depurazione.

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». Sicuramente una delle fattispecie più ricorrenti riguarda la non corretta gestione dei fanghi, però ci possono essere anche altre tipologie di violazioni che si configurano come responsabilità penali, che possono riguardare, ad esempio, lo scarico di sostanze pericolose nei reflui. Potrebbe essere anche questa la causa.
  Se volete il dato...

  PRESIDENTE. Al termine, le faccio avere le domande che abbiamo preparato, così voi avete modo di rispondere. Adesso le leggo, però mi rendo conto che sono specifiche, quindi non è neanche semplice rispondere.
  Per i corpi idrici sotterranei l'ARPA ha riscontrato uno stato chimico di qualità scarsa per il 61 per cento. Al riguardo è stato fatto un accertamento programmato e pianificato per valutare la fonte delle contaminazioni? Eventualmente, con quali risultati?

Pag. 15

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Siamo in ritardo atavico come regione. Per fortuna, per evitare il rischio di infrazione, il ministero ci sta aiutando perché abbiamo strutturato un accordo di programma che è stato finanziato interamente dal MASE.
  Stiamo assumendo a tempo determinato circa 160 unità di personale che si occuperanno solo ed esclusivamente del monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei.
  L'accordo è partito da circa setto-otto mesi. Questo anche per individuare le fonti di pressione insieme all'Autorità di bacino, che è di nuova istituzione, anche questa costituita con grave ritardo alla fine del precedente Governo. Su questo stiamo lavorando. Tra l'altro c'è una prima infrazione in corso, per cui speriamo che questa attività possa essere condotta a completamento entro la fine del 2025, come da accordo con il MASE.
  Vorrei aggiungere solo una cosa in merito ai rifiuti. La titolarità del controllo in Regione Sicilia è delle province. Le province da noi hanno avuto tantissimi problemi. Sostanzialmente la presenza di rappresentanti delle province nei tavoli che discutono di rifiuti è quasi nulla. Spesso siamo chiamati noi perché siamo per legge a supporto delle province ma, in assenza di esse, siamo chiamati in prima persona a rispondere come ci chiedono di rispondere a queste domande, che rivestono la competenza degli enti che autorizzano.
  Gli enti che autorizzano, nella fattispecie, per i rifiuti, sono il Dipartimento acqua e rifiuti dell'Assessorato energia e non l'Assessorato all'ambiente, perché anche qui le competenze fra gli Assessorati sono diverse. Acqua e rifiuti sono di competenza dell'energia, la parte dell'aria dell'Assessorato al territorio e ambiente.Pag. 16
  Lo dico anche a voi perché così, nel giro siciliano, sapete di chi è competenza e chi chiamare al tavolo.

  PRESIDENTE. Prossimamente la Commissione si recherà in missione in Sicilia presso le province di Catania e Caltanissetta. Al riguardo vorrei chiedere dei chiarimenti. Quali sono le attuali criticità che può riferirci rispetto alle aree destinate all'attuazione della bonifica della raffineria di Gela?

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». Anche per questo abbiamo preparato un breve appunto che abbiamo già lasciato alla segreteria della Commissione, in cui in realtà abbiamo riportato le attività svolte dall'Agenzia nell'ambito del SIN di Gela, che, a differenza dei siti regionali – lo ricordiamo –, ha come autorità competente, e che quindi governa i procedimenti di bonifica, il Ministero dell'ambiente.
  ARPA partecipa, insieme a ISPRA, ovviamente, in tutte le attività di campo: collaudo delle bonifiche, indagini ambientali, monitoraggio e altro. In particolare, l'Agenzia negli ultimi anni ha svolto le seguenti attività: monitoraggio idrochimico e freatimetrico della falda del multisocietario ai fini della verifica dell'efficacia idrochimica, dell'efficienza idraulica e delle performance dell'impianto TAF (Trattamento acque di falda) ed è stato prelevato un numero di campioni pari a circa 120 all'anno con una trentina di sopralluoghi; è stato effettuato il collaudo della bonifica mediante desorbimento termico nell'area della vasca A Zona 2 della raffineria; il collaudo della bonifica per scavo e smaltimento nell'area dei nuovi serbatoi S111 e S112 della raffineria; le indagini di baseline e collaudo bonifica per scavo e smaltimento nell'area Texaco e lavaggio gas; il monitoraggio ante operam e operam della bonifica della cosiddetta «Isola 9 ISAF»; il collaudo e la verifica dello stato di avanzamento;Pag. 17 il monitoraggio in opera e bonifica delle Isole 1-2-6-17 di Eni Rewind; la verifica di ottemperanza dei procedimenti di valutazione ex articolo 242-ter del decreto legislativo n. 152/2006, sempre nell'area della raffineria di Gela; la verifica della messa in sicurezza di emergenza per eventi accidentali all'interno della raffineria di Gela e nell'area di competenza di Eni Rewind. Questo come attività di campo.
  Come attività istruttoria, l'Agenzia rende i pareri richiesti dal ministero (sono circa una trentina all'anno) congiuntamente a ISPRA e provvede alla stesura della relazione di validazione, cioè di chiusura delle attività, ai sensi dell'articolo 248 del decreto legislativo 152/06. Ovviamente, ARPA partecipa alle Conferenze dei servizi e ai tavoli tecnici convocati dal ministero.
  Lo stato di avanzamento complessivo dei procedimenti di bonifica è abbastanza articolato. In parte lo possiamo desumere anche dal sito del ministero, però se anche su questo la Commissione chiede un dettaglio, lo forniremo in seguito.
  Ripeto, nell'ambito del SIN di Gela ci sono diversi sotto procedimenti, chiamiamoli così, che possono trovarsi a stadi differenti: quelli dove è stata completata la caratterizzazione e quelli dove è in corso il progetto di bonifica e così via. Quindi, siamo in grado di dettagliare, per ogni singolo procedimento all'interno del SIN, qual è lo stato di avanzamento.

  PRESIDENTE. Recentemente, con un'ordinanza di revoca della misura cautelare reale, la Procura della Repubblica presso il tribunale di Gela, in data 2 gennaio 2024, ha disposto il dissequestro della porzione dell'area della vasca E, presso la discarica di Timpazzo gestita dalla Impianti S.R.R. ATO 4 Caltanissetta Provincia Sud S.r.l., sottoposta in precedenza a vincolo cautelare per il superamento delle soglie di contaminazione di rischio delle matrici ambientali. Può riferirci qual è la situazione ad oggi?

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  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». In realtà, il sequestro era stato operato dai nostri colleghi UPG (Ufficio prevenzione generale) a seguito di un sopralluogo svoltosi nell'ottobre del 2021. Erano state rilevate delle non conformità, perché sono stati trovati rifiuti non adeguatamente trattati. Come sappiamo, la norma prevede che i rifiuti possano essere conferiti in discarica previo adeguato trattamento. Durante il sopralluogo sono state riscontrate delle non conformità sui rifiuti rinvenuti e questo ha dato origine al sequestro. Anche su questo abbiamo già lasciato alla segreteria della Commissione un estratto della relazione dei nostri colleghi ufficiali di Polizia giudiziaria che hanno eseguito l'intervento.
  Il procedimento si è chiuso, dal punto di vista del sequestro, perché la ditta che gestiva l'impianto ha ottemperato alle prescrizioni che le erano state impartite, in particolare ritrattando i rifiuti nella porzione di vasca che era stata sequestrata, rendendoli così conformi all'abbancamento.
  Per quanto riguarda il superamento delle CSC (Concentrazioni soglia di contaminazioni) in alcuni piezometri, questo è un problema comune a tutti i siti in cui le vasche nuove, quelle di recente realizzazione, convivono con quelle esaurite. Tuttavia, l'iter di bonifica è ancora in corso. Credo che sia stato approvato il Piano di caratterizzazione, però anche questo ve lo confermiamo successivamente.

  PRESIDENTE. Io non ho altre domande. Poi, vi faremo pervenire nello specifico l'elenco delle domande, in modo che riusciate a darci le risposte e avremo così un quadro più chiaro la settimana prossima quando andremo in loco.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
  Prego onorevole Longi.

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  ELIANA LONGI. Vorrei ringraziare il dottor Infantino e il dottor Caldara per la loro presenza anche in questa nuova legislatura qui in Commissione. Io ho avuto modo di leggere, almeno parzialmente, la relazione depositata in precedenza sullo stato della depurazione in Sicilia, che purtroppo conosciamo bene, e le relative procedure di infrazione.
  Mi voglio intanto complimentare per quello che, da siciliana, riconosco essere il lavoro eroico che l'ARPA porta avanti in un territorio così vasto, dilaniato da ogni tipo di reato ambientale. Quindi, è fuori da ogni dubbio che come Governo, come Commissione, dobbiamo cercare di essere incisivi per dare gli strumenti necessari affinché l'ARPA possa realmente assolvere tutti i compiti e far fronte a tutte le responsabilità che, giorno dopo giorno, le vengono attribuite, che vanno dall'acqua ai rifiuti, alle nuove tecnologie e agli spazi elettromagnetici.
  È oggettivamente difficile operare in Sicilia, una regione nella quale non esistono, a differenza del resto d'Italia, le province, ossia l'ente intermedio deputato alla gestione di alcuni ambiti sui quali l'ARPA lavora. Gli assessorati di competenza sono due e quindi anche sulle funzioni c'è un po' di confusione nell'attribuire le responsabilità, nel riuscire a stabilire chi, anche a livello regionale, deve monitorare. È difficile capire chi fa cosa. Tutto ciò rende veramente ancora più complicato seguire dei processi che, in altre regioni, sono molto più lineari e scontati. Io sono molto contenta che la prossima settimana ci recheremo in Sicilia perché, a volte, se non si toccano con mano le tragiche realtà in cui si vive in alcune zone geografiche d'Italia, è anche difficile provare a trovare delle soluzioni.
  Sicuramente noi porremo, anche per iscritto, delle domande. Io mi riservo di porre all'ARPA e al direttore una serie di domande e di quesiti più specifici, sicura di trovare sempre la Pag. 20loro disponibilità per cercare di affrontare quanto meno le emergenze che la Sicilia ci pone.
  Nel quadro generale la Sicilia è una regione che conta quasi 6 milioni di abitanti e riesce ad arrivare solo al 15-20 per cento di differenziata. Immaginate la mole di rifiuti che vengono prodotti.
  Solo in poche province, come ad esempio Enna, dove vivo io, che è un piccolo centro, si raggiunge una differenziata quasi del 70 per cento, ma il resto della Sicilia è invaso di rifiuti che non possono essere tracciati, che vengono raccolti con gli escavatori e che è veramente difficile trattare come prescrive la legge.
  Io mi riservo di porre delle domande specifiche in futuro e vi ringrazio ancora per quello che fate con i pochi mezzi e le poche risorse che avete a disposizione.

  PIETRO LOREFICE. Ringrazio gli auditi e il direttore generale. Ci vediamo ormai periodicamente. Provo a formulare una serie di domande nell'attesa di leggere la relazione.
  Non ho sentito parlare nell'illustrazione dei siti sottoposti alla normativa Seveso, ossia di quegli impianti a rischio di incidente rilevante. Chiedo se è possibile avere materialmente una fotografia sullo stato di questi siti, tra cui Gela, perché il presidente e noi commissari prima di andare in missione avremmo bisogno di avere un quadro aggiornato.
  Per quanto riguarda il SIN di Gela, voi sapete che il piano di emergenza esterno è in corso di aggiornamento. Se non erro, è stata già fatta la pubblicazione da parte della Prefettura per dare conoscenza e pubblicità al piano. Chiedo: possiamo avere aggiornamenti? In che modo l'Agenzia sta partecipando e contribuendo?
  Sempre in merito al sito di Gela, vi chiedo un approfondimento particolare per la parte legata ai rifiuti radioattivi. Mi riferisco all'ex impianto di trattamento delle fosforiti, quindi Pag. 21materiali o ex materiali a bassa radioattività. All'interno del SIN di Gela abbiamo anche questa fattispecie, con la presenza di una delle più grandi discariche, forse d'Europa, di fosfogessi ed è stata creata una collina artificiale con milioni di metri cubi di residui. Sapete perfettamente che gli impianti, ora in disuso, trattavano e trituravano le fosforiti e si sono caricati di radioattività. Qual è lo stato di avanzamento della attività di messa in sicurezza permanente, di bonifica? In particolare, vorrei sapere l'esito delle richieste legate alla creazione di discariche interne, perché voi mi insegnate che il problema non è solo quello di riuscire a definire e quantificare il rifiuto, ma poi c'è la necessità, se non si può trattare, di portarlo da qualche parte. Se non erro, nei progetti autorizzati dal Ministero dell'ambiente dal 2018 in poi, c'era anche quello di creare alcune discariche interne al sito. Ci potete dare un aggiornamento in tal senso?
  Sempre per quanto riguarda il SIN di Gela, vorrei un aggiornamento sulla fase di decommissioning e messa in sicurezza di emergenza, permanente e operativa, se c'è. Forse i componenti della Commissione non sanno che una parte degli ex impianti della raffineria di Gela risulta in cosiddetta «conservazione»: l'Eni nel 2014, quando ha fermato la raffineria, ha deciso che buona parte dei suoi impianti sarebbe stata ripulita e messa sotto azoto, pronta, come se fosse una macchina, a ripartire. Quanti di questi impianti risultano in «conservazione»? Oppure questo è un escamotage tecnico per non passare alla dismissione totale dall'impiantistica, o quasi, su 700 ettari di superficie?
  Un'ultima domanda per il SIN attiene ai siti orfani. All'esterno del perimetro della raffineria abbiamo una porzione che rientra sempre nel SIN, e mi riferisco alla discarica Cipolla, che è una discarica di rifiuti speciali originariamente autorizzata per rifiuti non pericolosi, ma la situazione è ben altra. SappiamoPag. 22 che in questo sito la Regione Siciliana ha avviato una serie di attività tra cui la caratterizzazione. Vorremmo sapere il progetto di bonifica o di messa in sicurezza permanente, compresa l'altra discarica rientrante nel SIN, quella di Marabusca, a che punto è?
  Lasciamo il SIN, per ora, e passiamo alla discarica di Timpazzo, che è forse una delle pochissime, o l'unica, ad essere costruita con risorse pubbliche, che negli ultimi anni è stata anche utilizzata come discarica per mezza Sicilia o tre quarti della Sicilia.
  Parto dal residuo di abbancamento. Utilizzando una delle poche discariche in Sicilia, in emergenza, tantissimi comuni hanno portato i loro rifiuti presso questa discarica. In merito alla situazione dell'abbancamento, all'interno dello stesso sito, abbiamo un TMB. Io chiaramente mi rifaccio alle vostre interlocuzioni o ad alcune vostre relazioni. Stiamo parlando di circa un anno fa. Prima del 2023 avete fatto un nutrito elenco di non conformità. In relazione all'AIA di Timpazzo, con tutta una serie di prescrizioni puntuali, vorrei sapere se quelle prescrizioni sono state ottemperate e, se no, per quale motivo e cosa state facendo in tal senso visto tutto ciò che avete indicato, anche con segnalazioni all'autorità giudiziaria. Mi riferisco alla mancanza di effettuazioni in autocontrolli, alla mancata piantumazione arborea, alle torce che non funzionavano per quanto riguarda i pozzi di captazione di biogas e anche a tante criticità legate al TMB. Ho avuto interlocuzioni informali con la nuova gestione e loro mi dicono di aver risolto e ottemperato almeno alle non conformità macroscopiche. Tanto per fare un esempio, non si chiudevano neanche le porte del TMB. Pertanto, lì c'era una non conformità del rifiuto in uscita.
  Un'ultima cosa, ma non in ordine di importanza: sono venuto a sapere che il CSS prodotto in quel TMB, nonostante Pag. 23sia certificato come CSS di qualità, viene smaltito all'interno della discarica. Voglio sapere se è così. Se un CSS ora è conforme, addirittura è certificato, qual è il problema? La SRR Impianti dice: «La Regione Siciliana non ci autorizza. Di conseguenza, siamo costretti. Nonostante il TMB prodotto da noi sia di qualità certificata e che potremmo anche vendere, non lo possiamo fare perché la Regione Siciliana non ci autorizza». Questo è un problema rilevante. Chiaramente, sarà cura dei singoli parlamentari territoriali avvisare la Corte dei conti. Per me ci sono anche rilievi di natura contabile. Poi vediamo di chi e per quali motivi.
  Presidente, per ora mi fermo.

  PRESIDENTE. Direi che queste domande si possono raccogliere, anche noi dobbiamo inviare le nostre. Do la parola al direttore generale di ARPA Sicilia per rispondere a quelle che può. Le altre le inviamo.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Ad alcune possiamo rispondere subito. Lei pone troppe domande, senatore Lorefice, occorre un volume intero dedicato alle risposte. Alcune le possiamo dare subito.

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». La prima domanda riguarda gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, in generale nella regione e poi su Gela.
  L'agenzia ha alcuni tecnici specializzati e dedicati esclusivamente all'attività istruttoria sui rapporti di sicurezza, nell'ambito dei gruppi di lavoro che vengono costituiti dal Comitato tecnico regionale. L'approvazione dei documenti di rischio è effettuata dal Comitato tecnico regionale incardinato presso la direzione regionale dei Vigili del fuoco, dove ARPA ha due Pag. 24componenti fissi, annualmente designati, che partecipano ai gruppi di lavoro per le istruttorie. Per Gela è in fase di istruttoria il nuovo rapporto di sicurezza.
  Abbiamo partecipato attivamente al tavolo della Prefettura di Caltanissetta per la predisposizione del Piano di emergenza esterna, in particolar modo insieme all'ASP (sottolineo questo perché con ASP abbiamo curato insieme la sezione ambiente e salute). Abbiamo consegnato tutto alla Prefettura. Credo che il piano sia stato, di fatto, esitato. Su questo, quindi, posso confermare.
  Dopodiché, nell'ambito della normativa Seveso (decreto legislativo n. 105/2015) dobbiamo distinguere tra gli stabilimenti di soglia superiore e gli stabilimenti di soglia inferiore. Gli stabilimenti di soglia superiore vengono, come parte ispettiva degli SGS (Sistemi di gestione di sicurezza), coordinati sempre dal CTR (Comitato tecnico regionale). I nostri ispettori, quindi, fanno parte delle Commissioni ispettive nominate dal Ministero dell'interno. Per gli stabilimenti di soglia inferiore l'attività ispettiva è coordinata dalla regione, dal dipartimento regionale all'ambiente, che costituisce un gruppo di lavoro. Anche in questo caso, i nostri partecipano alle attività ispettive sugli stabilimenti, sulla base di una programmazione. Vengono eseguite circa sette-otto ispezioni sugli stabilimenti di soglia superiore e grosso modo altrettante per quelli di soglia inferiore secondo una programmazione che viene fatta dal CTR, in un caso, e dalla regione, dal dipartimento regionale all'ambiente, nell'altro caso. Però vi faremo avere il dettaglio, l'elenco degli stabilimenti, con le ispezioni che sono state fatte negli ultimi due-tre anni.
  Vengo ora a Gela: impianto fosfogessi e discarica di scopo. L'agenzia ha seguito molto da vicino questa attività, in particolare grazie alla nostra unità operativa complessa AERCA. Pag. 25Sappiamo benissimo che Gela è un'area ad alto rischio di crisi ambientale. Questa porzione di territorio ricade nelle competenze dell'unità operativa complessa AERCA, che segue anche il SIN di Gela e che sicuramente potrà essere presente anche al sopralluogo, se lo ritenete. Su alcuni aspetti di dettaglio della sua domanda AERCA potrà fornire maggiori informazioni. Sin da adesso, però, possiamo rassicurare sul fatto che l'agenzia ha seguito anche la parte sulla radioattività. Noi abbiamo un'unità operativa complessa specialistica che segue gli aspetti ambientali legati a fonti di pressione da agenti fisici, quindi anche le radiazioni ionizzanti. Il responsabile di questa unità operativa complessa ha partecipato ai tavoli promossi dalla Prefettura, la quale ha seguito e promosso questa attività proprio per gli aspetti relativi alla radioattività, che sono governati da un'apposita norma. In questo momento non ricordo il riferimento normativo, ma ve lo facciamo avere. Sono stati espletati tutti i passaggi previsti da quella norma.
  Qualche criticità nel sito è stata evidenziata anche da noi. Lo abbiamo fatto presente. Vi manderemo anche le relazioni di servizio che sono state fatte. Stessa cosa per quanto riguarda il decommissioning e la messa in sicurezza su tutto il sito di Gela. La collega responsabile dell'unità operativa complessa vi dirà tutto.
  Per quanto riguarda i siti orfani, contrada Cipolla e contrada Marabusca, non so moltissimo. A quanto mi risulta, il Dipartimento acqua e rifiuti ha fatto richiesta per inserire queste due discariche nell'elenco dei siti orfani. Anzi, sono già inserite.

  PIETRO LOREFICE. Hanno già avviato il processo di messa in sicurezza permanente.

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». Il processo di messa in Pag. 26sicurezza permanente? Esatto. La messa in sicurezza permanente deve passare prima dalla caratterizzazione. Credo che la validazione del supplemento di caratterizzazione sia in corso. Questo, però, ve lo confermiamo.
  Per quanto riguarda i volumi residui di Timpazzo, adesso il numero esatto non lo so, ma non è tanto. La discarica, di fatto, ha subìto una veloce fase di riempimento dovuta proprio a quello che ricordava il senatore Lorefice. Nelle fasi emergenziali regionali molti rifiuti da buona parte della regione sono stati conferiti lì. Anzi, addirittura ricordo che, per fare questo, l'autorità competente, sempre nel Dipartimento regionale acqua e rifiuti, modificò l'AIA, eliminando il limite del conferimento giornaliero che era previsto nel decreto iniziale.
  Sull'ottemperanza delle prescrizioni e sulle non conformità, ho già detto che sono state riscontrate, durante l'ispezione, alcune non conformità. Sicuramente non tutte le prescrizioni risultavano ottemperate, altrimenti non sarebbero state sollevate. Anche su questo vi faremo avere direttamente l'ultima relazione di verifica ispettiva AIA che è stata fatta sul sito.
  Sulla questione CSS, non siamo noi gli interlocutori, perché – come dicevo prima – i flussi dei rifiuti vengono determinati dall'autorità competente, ossia dalla regione. Intanto, bisognerebbe capire se questo CSS di cui stiamo parlando è CSS rifiuto o CSS combustibile. Penso che sia CSS rifiuto, però questo è da verificare.

  PIETRO LOREFICE. Se lo abbancano dovrebbe essere rifiuto.

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». No. Una cosa diventa rifiuto se uno non sa cosa farne e se ne deve disfare. Anche se è oro. Il CSS, invece, diventa CSS combustibile, quindi diventa Pag. 27end of waste, cioè esce fuori dal regime dei rifiuti, se ha determinate caratteristiche chimico-fisiche e merceologiche. Se dovesse essere questa seconda ipotesi, lo potrebbero, in teoria, mandare ovunque possa essere utilizzato il CSS combustibile. Se, invece, rimane nel regime dei rifiuti, essendo un rifiuto speciale, anche quello andrebbe fuori dal regime di privativa legata al rifiuto urbano. Il CSS non dovrebbe essere più considerato un rifiuto urbano, quindi dovrebbe poter essere gestito...

  PIETRO LOREFICE. L'ultimo controllo che avete fatto in discarica a Timpazzo quando è avvenuto? Penso che i vostri tecnici abbiano verificato cosa veniva abbancato. Pertanto, già da lì potremmo capire cosa entra in discarica. A me dicono che quello che esce dal TMB, per mancanza di autorizzazione regionale, nonostante abbia determinate caratteristiche, non può essere inviato ad altre filiere.

  SALVATORE CALDARA, direttore dell'Unità Operativa Complessa «Valutazioni e pareri ambientali». Questo lo verifichiamo senz'altro. Probabilmente, il gestore ha chiesto una modifica dell'autorizzazione per poter fare questo. Devono passare dalla modifica dell'autorizzazione, certo. Ho capito.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Ringrazio per le parole dell'onorevole Longi, che apprezzo tantissimo. Solo due cose sul tema degli impianti di depurazione. Probabilmente, avremo un'altra procedura di infrazione a breve. Recentemente, con il nostro assessore di riferimento, l'assessore all'ambiente, abbiamo discusso su come affrontare la questione, sebbene la competenza non sia di questo assessorato, ma dell'assessorato energia, dipartimento acqua e rifiuti.
  Noi abbiamo la legge regionale n. 27/1986. A dieci anni dalla legge Merli del 1976, esattamente nello stesso mese, la regione Pag. 28fece questa legge, la n. 27/1986, perché poi scadevano i termini. Da allora questa legge non è mai stata modificata. Tutte le altre regioni hanno modificato l'assetto normativo per la tutela delle acque. La legge n. 27/1986 mi dicono sia una legge «caducata»: praticamente rimane in piedi solo per piccoli tratti. Molte regioni, però, hanno normato adeguando i tempi. Noi abbiamo piccoli comuni limitrofi che, da 3 mila abitanti equivalenti, passano a 30 mila abitanti equivalenti nel giro di venti giorni. Molte regioni hanno normato e hanno dato deroghe in questi periodi transitori. Questo aiuta, ovviamente, chi gestisce l'impianto a portarlo, in un certo tempo, a regime. È una deroga anche legittima, se ci pensiamo. Noi attuiamo le leggi ma non le facciamo. Dal punto di vista ambientale, però, pensare che un impianto entri in funzione con questo carico organico dall'oggi al domani è veramente critico. La proposta che noi abbiamo fatto recentemente all'assessorato è di aggiornare la legge n. 27/1986, perché non è più adeguata ai tempi. Concordo sulla necessità di migliorare la nostra gestione organizzativa. Ci stiamo lavorando strutturando piattaforme informatizzate più efficienti, in modo tale da avere una fotografia sempre aggiornata che vi faremo avere quando verrete su tutti i nostri impianti di depurazione.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Se non ci sono altre domande, ringrazio gli auditi, per poi avere questo scambio epistolare per quelli che saranno ulteriori dubbi e chiarimenti.

  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Queste domande le acquisiamo adesso oppure per e-mail?

  PRESIDENTE. Prepariamo una e-mail complessiva e ve la mandiamo.

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  VINCENZO INFANTINO, direttore generale di ARPA Sicilia. Va bene. Tutta questa documentazione ve la dobbiamo produrre per il 26, quando venite, oppure prima del 26?

  PRESIDENTE. Vi evidenziamo i documenti di cui abbiamo necessità, per avere un approfondimento. Le altre quando potete, con i tempi che servono.
  Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.