XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 40 di Giovedì 18 aprile 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 

Audizione del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, nell'ambito del filone d'inchiesta relativo alla produzione e contraffazione di prodotti agroalimentari e agroindustriali:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 
Alesse Roberto , direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 5 
Morrone Jacopo , Presidente ... 15 
Alesse Roberto , direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 16 
Morrone Jacopo , Presidente ... 16 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 16 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 21 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 21 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 21 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 22 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 22 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 22 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 22 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 22 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 22 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 22 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 22 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 23 
Morrone Jacopo , Presidente ... 23 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 23 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 25 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 25 
Auriemma Carmela (M5S)  ... 25 
Gallo Sergio , direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 25 
Morrone Jacopo , Presidente ... 25 
Alesse Roberto , direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 26 
Morrone Jacopo , Presidente ... 27 

(La seduta, sospesa alle 15.05, è ripresa alle 15.10) ... 28 

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 28 

Comunicazioni del presidente:
Morrone Jacopo , Presidente ... 28

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, nell'ambito del filone d'inchiesta relativo alla produzione e contraffazione di prodotti agroalimentari e agroindustriali.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, consigliere Roberto Alesse, accompagnato dal consigliere Sergio Gallo, direttore della direzione antifrode, dal dottor Leonardo Di Stefano, direttore dell'ufficio affari giuridici e rapporti istituzionali, e dal dottor Rocco Antonio Burdo, funzionario della direzione antifrode, che saluto e ringrazio per la presenza.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendolo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta.
  Ricordo che in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza, saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.Pag. 4
  L'audizione odierna rientra nell'ambito delle materie oggetto di inchiesta ai sensi della legge istitutiva n. 53 del 10 maggio 2023, con particolare riguardo al filone di approfondimento relativo alla produzione e contraffazione di prodotti agroalimentari e agroindustriali su cui la Commissione ha inteso avviare una specifica attività di indagine secondo quanto convenuto nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 28 febbraio scorso.
  Ricordo che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, anche con riguardo a verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero da parte di soggetti pubblici o privati operanti nella gestione e nel trattamento e recupero dei rifiuti.
  La Commissione ha anche il compito di individuare eventuali connessioni tra tali comportamenti illeciti o di altre attività economiche con particolare riguardo al traffico dei rifiuti sia all'interno dei territori comunali e provinciali sia tra le diverse regioni sia con riguardo ai flussi al di fuori del contesto nazionale. In particolare, con riguardo ai temi che saranno oggetto dell'odierna audizione, ricordo altresì che, ai sensi della sopracitata legge istitutiva, la Commissione ha ampliato il novero delle materie già oggetto di inchiesta nelle precedenti legislature, nonché dei relativi filoni di approfondimento, includendo anche le attività illecite commesse nel settore agricolo e agroalimentare, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata perpetrate mediante sofisticazione e contraffazione di prodotti enogastronomici, di etichettatura e di marchi e tutela, compreso il loro traffico transfrontaliero.
  A tal fine la Commissione mira ad acquisire elementi di conoscenza utili anche ai fini dell'aggiornamento del potenziamentoPag. 5 dell'attuale normativa esistente in materia di reati agroalimentari a tutela della salute umana, del lavoro e dell'ambiente, nonché del contrasto del traffico illecito di prodotti con marchio made in Italy contraffatti o alterati. In tal senso la Commissione è interessata a conoscere quali attività di controllo, prevenzione e monitoraggio siano poste in essere o siano state eventualmente realizzate dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, presso i porti del Paese o sulle frontiere, con finalità di contrasto rispetto a tale attività illegali.
  Cedo dunque la parola al direttore Alesse per lo svolgimento della relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  ROBERTO ALESSE, direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Onorevoli deputati, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli è lieta di poter fornire il proprio contributo tecnico in sede di audizione odierna convocata da codesta Commissione nell'ambito del filone d'inchiesta relativo alla produzione e alla contraffazione dei prodotti agroalimentari e agroindustriali. Mi concentrerò, pertanto, in particolare, sulle iniziative intraprese a tutela della sicurezza alimentare e del Made in Italy e sulle azioni di prevenzione e contrasto dei fenomeni illegali inerenti alla produzione e alla contraffazione dei prodotti agroalimentari.
  Per cogliere al meglio lo sforzo profuso dall'Agenzia in tale ambito, occorre considerare che le attività poste in essere si inseriscono in una più ampia gamma di funzioni attribuite all'Agenzia che, a seguito della incorporazione dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, avvenuta nel 2012, è diventata una grande holding pubblica titolare di molteplici e differenziate attribuzioni di rilevanza nazionale, unionale e internazionale non solo nel settore doganale dei prodotti energeticiPag. 6 e delle bevande alcoliche, ma anche del gioco pubblico e dei prodotti da fumo.
  Con specifico riferimento all'ambito doganale, l'Agenzia, oltre a tutelare l'interesse erariale, ha il compito di favorire la crescita economica dell'Italia, contemperando l'esigenza di facilitare la circolazione delle merci negli scambi internazionali con la necessità di salvaguardare la sicurezza e la salute dei cittadini. Tale missione è favorita da un'ampia autonomia regolamentare, amministrativa, patrimoniale, organizzativa, contabile e finanziaria di cui l'Amministrazione doganale gode in quanto ente pubblico non economico dotato di personalità giuridica. Nondimeno, gli obiettivi strategici concordati annualmente con il Ministero vigilante – vale a dire il MEF – impongono di differenziare la risposta istituzionale rivolgendola verso fenomeni complessi e molteplici quali il contrabbando, la contraffazione, il riciclaggio, il commercio illegale di specie protette, il traffico illecito di armi, di stupefacenti e loro precursori, di sostanze psicotrope, di farmaci e di merci che violano i diritti di proprietà intellettuale.
  Pur a fronte di una devoluzione di compiti dallo spettro così ampio, l'attenzione dedicata alle materie di interesse della Commissione è stata nel tempo sempre maggiore, con riguardo all'intensificarsi della globalizzazione degli scambi commerciali e al loro correlato rilievo strategico nell'attuale contesto storico, economico e internazionale.
  Si tratta di settori in cui si può apprezzare con singolare evidenza anche la crescente importanza delle competenze extra tributarie dell'Agenzia, che si aggiungono a quelle più tradizionali di salvaguardia dell'interesse erariale.
  Tale premessa intende mettere in evidenza come la tutela del Made in Italy e il contrasto agli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti o inerenti alla materia ambientale e agroalimentare, Pag. 7possano trovare attuazione in un complesso sistema integrato che chiama in causa anche le competenze di altre autorità amministrative unionali e nazionali, e che trova tuttavia nell'Agenzia, soprattutto all'interno degli spazi doganali, l'Amministrazione titolare di precipue funzioni di polizia tributaria e giudiziaria.
  In particolare l'Agenzia dispone del potere di sottoporre a controllo i mezzi di trasporto e le spedizioni, nonché le persone che si trovano negli spazi doganali o che entrino o che escano dal confine dello Stato. In tale attività l'Agenzia si avvale di modelli predittivi fondati su un sistema di intelligence che esamina costantemente i flussi commerciali a rischio in transito nei porti, aeroporti e valichi di frontiera mediante l'attivazione e la gestione di banche dati, che, tramite l'elaborazione preliminare di specifici profili di rischio, consentono di orientare la operatività dei competenti uffici territoriali. Centrale è, infatti, il sistema di analisi dei rischi che, attraverso il circuito doganale di controllo, consente una vigilanza mirata e costante sullo scandalo delle merci in ingresso e in uscita dal territorio dell'Italia e dell'Unione europea ed è fondamentale questo sistema di analisi dei rischi per il contrasto dei fenomeni illeciti di particolare interesse per codesta Commissione.
  Le norme dell'Unione europea, in primis il Codice doganale dell'Unione e quelle nazionali, declinano forme e contenuti dell'attività di vigilanza sulle merci italiane, unionali ed extra unionali, consentendo la loro sottoposizione a controlli fisici sin dalla loro introduzione negli spazi doganali dell'Unione sebbene il controllo, a determinate condizioni, possa addirittura collocarsi in un momento antecedente anche grazie alla collaborazione di altre autorità nazionali ed estere.
  A questo riguardo va anche segnalato che i menzionati compiti di vigilanza e controllo sono spesso attribuiti all'AgenziaPag. 8 anche nei casi in cui l'attività di regolamentazione e sanzionatoria è rimessa ad altre Amministrazioni dello Stato.
  Tanto premesso, signor presidente, onorevoli senatori e deputati, vorrei mettere a disposizione, per le attività di competenza di codesta Commissione d'inchiesta, un documento illustrativo di alcuni risultati conseguiti dall'Agenzia nel periodo gennaio-dicembre 2023, con particolare riferimento: 1) al settore ambientale; 2) alle frodi nel settore agroalimentare; 3) all'analisi del fenomeno della contraffazione; 4) all'attività di certificazione dei laboratori chimici dell'agenzia nel settore agroalimentare; 5) alle operazioni doganali congiunte con altre autorità.
  Nel demandare al contributo scritto già trasmesso alla segreteria della Commissione per gli aspetti di dettaglio, mi soffermo brevemente su alcuni passaggi salienti, ritenuti di particolare rilievo, citando solo alcuni dei valori quantitativi emblematici dei fenomeni analizzati.
  Con riferimento al settore ambientale, nel 2023, anno di insediamento degli attuali organi di governance, particolare rilievo è stato posto all'accertamento e alla repressione delle violazioni in materia di rifiuti, cascami e avanzi industriali. L'analisi dei dati relativa ai sequestri di rifiuti effettuati dall'Agenzia al momento dell'esportazione nel 2023 evidenzia, rispetto al 2022, un aumento del numero dei pezzi sequestrati, 390 per cento in più, e del relativo valore stimato, 57 per cento in più, a fronte di una diminuzione del peso complessivo della merce sequestrata.
  Tale risultato è ritenuto riconducibile a un affinamento dei parametri di rischio utilizzati per orientare i controlli fisici verso operazioni doganali a maggiore tasso di positività e connotati da particolare rilevanza economico-finanziaria. Con riguardo alle tipologie di rifiuti, negli ultimi anni si è registrato Pag. 9un significativo calo di sequestri di materiale plastico e di metalli e per converso un netto incremento di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
  Per quanto riguarda la destinazione di tale tipologia di merci, la quasi totalità dei sequestri, circa il 95 per cento del totale, ha riguardato operazioni di esportazione, con la precisazione che le attività illecite si dirigono verso rotte commerciali che mutano sia in base alla categoria merceologica, sia in base al parametro temporale. In particolare, i sequestri di rifiuti inclusi nella cosiddetta categoria «altro», che include carta e cartoni, rottami di metalli, cascami e avanzi di ghisa, di ferro o di acciaio, masserizie, pneumatici usati, erano destinati al Pakistan e a diversi Paesi africani, mentre i sequestri di veicoli motori e loro parti, nonché di ciclomotori, erano principalmente destinati ai Paesi africani e agli Emirati Arabi Uniti.
  Inoltre, sono diminuite notevolmente le esportazioni di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche verso i Paesi che erano risultati rilevanti negli anni precedenti: Thailandia, Singapore e Turchia. I maggiori quantitativi sequestrati nel 2023, infatti, sono risultati destinati al Pakistan, al Giappone e, a seguire, a diversi Paesi del continente africano.
  Fornisco anche un dato comparativo tra l'Italia e la media dell'Unione europea riguardante le esportazioni di cascami e avanzi. Le analisi sui dati del 2023, relative alle sole esportazioni italiane, evidenziano, rispetto al 2022, un incremento del 37,7 per cento in più rispetto alla media europea che si attesta, invece, su un incremento del 13,9 per cento in più.
  La maggior parte delle esportazioni italiane continua a riguardare i cascami di carta o cartone, in forte crescita nell'ultimo anno, e i cascami di avanzi di ghisa, ferro e acciaio. Queste due voci, considerate congiuntamente, rappresentano Pag. 10nel 2023 oltre l'80 per cento del volume totale delle esportazioni di cascami e avanzi dell'Italia.
  Nel settore, invece, agroalimentare, che, al pari di quello tessile, caratterizza con emblematica valenza identitaria l'immagine del nostro Paese, le attività svolte dall'Agenzia di controllo e di contrasto alle violazioni mirano, da un lato a sostenere e tutelare il mercato e i flussi leciti, e dall'altro a prevenire i pericoli che possono derivare dalla commercializzazione di prodotti a rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini. I circuiti dell'agropirateria sono, infatti, estesi, ben articolati e diffusi dentro e fuori i confini nazionali.
  Particolare attenzione è quindi posta alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale e del made in Italy per evitare che contraffazione, adulterazione e sofisticazione dei prodotti agroalimentari italiani arrechino danno al valore della qualità che caratterizza di per sé il settore alimentare del nostro Paese.
  L'Agenzia, inoltre, svolge controlli all'importazione, anche con riferimento al cosiddetto fenomeno dell'italian sounding, che ha diversa natura giuridica rispetto alla contraffazione, pur essendone in qualche misura complementare. Questo fenomeno riguarda, com'è noto, la produzione e la commercializzazione di beni, in particolare del settore agroalimentare, che richiamano la italianità e la genuinità del prodotto nostrano tramite simboli, immagini, luoghi nazionali, con caratteristiche e modalità di confezionamento similari a quelle della produzione italiana.
  Il citato fenomeno ha assunto grande importanza proprio in relazione ai prodotti agroalimentari che, tramite l'uso improprio di nomi, slogan, colori e disegni, evocano le principali caratteristiche del Made in Italy al fine di raggirare l'acquirente relativamente alla loro provenienza.Pag. 11
  In tale ambito, la quasi totalità delle comunicazioni di notizie di reato relative al settore agroalimentare presenti nella banca dati antifrode dell'Agenzia, è collegata al comparto oleario e, in particolare, all'olio vegetale dichiarato come extravergine di oliva, ma accertato e riclassificato come semplice olio vergine di oliva a seguito di analisi chimiche e organolettiche effettuate da laboratori chimici dell'Agenzia tramite un apposito panel test.
  Nel corso del 2023 sono stati effettuati controlli su oltre duemila dichiarazioni doganali, pari a più di 13.000 tonnellate e sono state accertate violazioni su 210 tonnellate di olio e 90.000 unità di prodotto (bottiglie, lattine eccetera). Nella maggior parte dei casi si è trattato di violazioni riconducibili ai reati di frode in commercio e di falso ideologico. Il 77 per cento delle violazioni è stato riscontrato all'atto dell'esportazione, il che testimonia il costante impegno che l'Agenzia rivolge al contrasto degli abusi nell'utilizzo del Made in Italy relativamente a prodotti destinati al mercato estero.
  Oltre alle quotidiane attività di controllo delle spedizioni di collaborazione e coordinamento istituzionale, svolte unitamente alle forze di polizia e alle altre amministrazioni pubbliche competenti, l'Agenzia è da anni promotrice di memorandum di intesa con enti e associazioni di categoria titolari dei diritti di proprietà intellettuale, che hanno consentito un fruttuoso interscambio informativo finalizzato a rafforzare i controlli e a incrementare la cognizione dei meccanismi sottostanti agli illeciti e a realizzare azioni sinergiche con gli stakeholder.
  Da ultimo, vorrei altresì segnalare che, in caso di confisca di prodotti alimentari idonei al consumo umano o animale, non pericolosi e dannosi per la salute pubblica, l'Agenzia, acquisito il nulla osta dell'autorità giudiziaria, ne dispone la cessione Pag. 12gratuita a enti pubblici o enti privati costituiti per il perseguimento senza scopo di lucro di finalità civiche e solidaristiche.
  Con specifico riferimento alla contraffazione, come è stato anticipato, le attività svolte dall'Agenzia mirano non solo a tutelare il mercato e i flussi leciti, ma anche a prevenire i pericoli che possono derivare dalla commercializzazione di merce che viola un marchio, un'indicazione geografica, un diritto d'autore, un disegno o un modello. Il prodotto contraffatto è sovente non sicuro – ossia dannoso – e, sotto il profilo fiscale, è sotto fatturato, con conseguente frode sul valore e il relativo danno erariale.
  L'Agenzia esercita, attraverso il costante monitoraggio dei traffici illeciti, una rilevante funzione securitaria finalizzata alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni fraudolenti, in particolare per quelli che più incidono sulla regolarità degli scambi commerciali e sulla salute e sicurezza dei cittadini. Le categorie merceologiche maggiormente interessate in relazione al numero di pezzi sequestri sono state quella dei giocattoli, con il 56 per cento totale dei sequestri, e, a seguire, quella dei prodotti alimentari, delle bevande, dell'abbigliamento e degli accessori.
  Per quanto riguarda, invece, i cosiddetti «beni immateriali», la normativa dell'Unione europea disciplina anche la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, regolamentando in particolare l'intervento dell'Autorità doganale dei Paesi membri nel caso in cui i beni contraffatti incidano su tali posizioni giuridiche soggettive.
  Nell'ambito delle attività di controllo e certificazione dei prodotti agroalimentari, assume, inoltre, particolare rilievo la funzione assolta dai laboratori chimici dell'Agenzia, dislocati sul territorio nazionale, provvisti anche di postazioni mobili. I sedici laboratori chimici consentono di effettuare indispensabili analisi chimiche e merceologiche del materiale sottoposto al Pag. 13controllo documentale e fisico delle merci o dei relativi campioni prelevati durante l'attività di verifica.
  Le procedure e le attività dei laboratori sono tutte conformi agli standard internazionali di qualità. I laboratori, infatti, sono tutti accreditati presso Accredia come laboratorio multisito. L'accreditamento attesta la competenza tecnica, l'indipendenza e l'imparzialità delle attività dei laboratori in conformità ai requisiti previsti dalla norma tecnica UNI CEI EN ISO/IEC 17025 del 2018. I laboratori svolgono un ruolo di primo piano nell'attività di controllo e certificazione dei prodotti agroalimentari secondo le specializzazioni acquisite nelle singole sedi territoriali e sono stati autorizzati dal Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste al rilascio dei certificati di analisi ufficiali sia nel settore oleicolo che in quello vitivinicolo, nell'ambito della convenzione tra l'Agenzia e il predetto Ministero (il MASAF).
  I laboratori, inoltre, effettuano le analisi chimiche dei residui di fitosanitari e di OGM in qualità di autorità di controllo competente per il settore biologico. Guardando al futuro dell'Agenzia, la sfida principale è quella di un pieno avvalimento delle potenzialità rese disponibili dall'intelligenza artificiale, che ha portato significativi progressi in vari settori, inclusa l'industria agroalimentare, offrendo nuove opportunità per migliorare l'efficienza, la sicurezza e la qualità dei prodotti alimentari e dell'intera filiera agroalimentare.
  Per quanto di competenza dell'Agenzia, l'intelligenza artificiale può svolgere un ruolo fondamentale nella tutela dei prodotti alimentari importati in Italia, ovvero che passano la frontiera italiana per entrare nell'Unione europea. Il potenziale delle applicazioni dell'intelligenza artificiale per garantire la tutela dei prodotti agroalimentari destinati al mercato italiano è ampio e variegato. L'Agenzia al momento intende realizzare Pag. 14uno studio volto all'automazione dei processi informativi dell'Agenzia. Lo studio intende, tra l'altro, perseguire l'attuazione di metodiche di analisi da parte dei laboratori chimici dell'Agenzia più veloci, così da facilitare la circolazione delle merci negli scambi internazionali e i relativi controlli doganali, agevolando gli operatori anche del settore agroalimentare e allo stesso tempo per tutelare i consumatori italiani ed europei.
  Come prima applicazione concreta, l'Agenzia sta analizzando i dati sui campioni di merce inviati all'analisi dei laboratori per sviluppare un algoritmo avanzato e intelligente in grado di indirizzare, previo vaglio umano, i campioni di merce ai laboratori territoriali dell'Agenzia in maniera efficace e tempestiva, in base alle necessità, alle specializzazioni e alle professionalità disponibili nelle singole articolazioni territoriali.
  In una prospettiva più ampia, l'impiego dell'intelligenza artificiale nell'agroalimentare potrebbe svolgere un ruolo cruciale nella tutela dei prodotti alimentari che varcano la frontiera italiana. Nell'import, attraverso l'identificazione di prodotti contraffatti o di scarsa qualità, il monitoraggio della sicurezza alimentare e la verifica della etichettatura, l'intelligenza artificiale potrebbe contribuire a garantire la sicurezza dei consumatori italiani e la qualità dei prodotti agroalimentari. Tuttavia, si ritiene fondamentale sviluppare politiche e regolamentazioni adeguate per garantire un utilizzo responsabile e sostenibile dell'intelligenza artificiale, bilanciando la tutela dei consumatori con la privacy dei dati e l'equità nell'accesso alle tecnologie. Implementare soluzioni basate sull'intelligenza artificiale nell'agroalimentare italiano può contribuire a rafforzare la fiducia dei consumatori e ad alimentare una filiera agroalimentare sicura e di qualità.
  Da ultimo, in considerazione della competenza, della rilevanza e dell'autorità rivestita da codesta Commissione, l'AgenziaPag. 15 coglie l'occasione della odierna audizione per manifestare la propria assoluta disponibilità a fornire, anche tramite il proprio personale di polizia giudiziaria, la massima collaborazione istituzionale, nell'ottica di favorire un eventuale scambio di dati, informazioni e best practice al fine di rafforzare le rispettive capacità di contrasto e fornire il consueto supporto nelle materie di competenza dell'Agenzia.
  Signor presidente, onorevoli senatori, onorevoli deputati, confido che l'esposizione, pur sintetica, abbia potuto fornire iniziali spunti di approfondimento dei fenomeni considerati, fermo restando che i responsabili delle competenti unità organizzative dell'Agenzia, a partire dal consigliere Sergio Gallo, che siede alla mia destra, direttore centrale della direzione antifrode, sono sin da ora a disposizione della Commissione parlamentare d'inchiesta per eventuali domande di approfondimento. Grazie.

  PRESIDENTE. Darei la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. Intanto, io ho un paio di domande. Immagino che tanti vogliano leggere la relazione, per poi fare le domande anche in un secondo momento e magari avere un'interazione successiva.
  Nonostante il numero di controlli, soprattutto dei soggetti deputati a svolgere questo ruolo (Agenzia delle dogane, NAS, Guardia di finanza), il mercato italiano e i prodotti agroalimentari italiani risultano essere quelli maggiormente soggetti a contraffazione e alterazione di tutti i generi, con i rischi conseguenti che lei ha anche evidenziato. A tal proposito, chiedo cosa andrebbe migliorato e cosa va implementato per contrastare tale fenomeno in modo ancora più incisivo e per ridurre la proliferazione della commercializzazione di prodotti contraffatti.Pag. 16
  L'accuratezza dei controlli svolti dalle dogane italiane sui prodotti sdoganati in Italia è equivalente in termini di controlli svolti negli altri Paesi dell'Unione europea? Questa è la seconda domanda.
  C'è il rischio di avere merci sdoganate nel porto di Rotterdam o di Amburgo, con controlli meno accurati che poi, nel rispetto del Trattato di Schengen, entrano e vengono commercializzate in Italia come merci europee? Questo comporterebbe una enorme perdita di competitività per i nostri prodotti italiani: come è possibile contenere questo fenomeno?
  Ho poi delle altre domande che riguardano alcune qualità del prodotto; sono domande più tecniche, che le posso anche lasciare per poi rispondere anche in un secondo momento.

  ROBERTO ALESSE, direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Se siete d'accordo, io darei la parola a chi dirige la direzione antifrode e, semmai, poi integro io.

  PRESIDENTE. Va bene. Prego.

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Buonasera a tutti. Rispondo subito a entrambe le domande che sono state formulate. La prima è come sia possibile incrementare l'attività di controllo – questo mi consente di fare un ragionamento più ampio malgrado i tempi contenuti – quando operano più soggetti istituzionali nelle stesse materie con funzioni sostanzialmente identiche. In realtà, ci sono due metodologie di lavoro. Partirei dal settore agroalimentare. Per quanto riguarda il settore agroalimentare, credo sia molto importante la cabina di regia istituita presso il Ministero dell'Agricoltura. Questa cabina di regia, di cui facciamo parte insieme anche alle forze di polizia – Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Guardia costiera – Pag. 17e allo stesso Ministero, con cadenza quindicinale, individua i settori dove bisogna operare i controlli, fa verifiche quindicinali per i controlli che vengono effettuati e vengono sviluppate costantemente le linee di azione su cui poi queste forze, congiuntamente, possono e devono operare.
  Per quanto riguarda il settore agroalimentare, l'idea dell'istituzione e dell'implementazione di questa cabina di regia è stata decisiva, perché le forze istituzionali preposte ai controlli in questo momento operano congiuntamente realizzando risultati certamente non indifferenti.
  Nelle altre materie, in realtà, l'Agenzia delle dogane opera sulla base anche di protocolli. In particolare, vorrei qui ricordare il protocollo che è stato stipulato recentemente – qualche mese fa – dal nostro direttore generale con il Comandante generale della Guardia di finanza, un protocollo in cui sono sviluppate con la Guardia di finanza le metodologie anche operative per effettuare controlli che, in genere, sono congiunti. Non solo: quel protocollo prevede un aggiornamento costante degli incontri tra noi, come direzione centrale antifrode, e un nucleo della Guardia di finanza; inoltre, prevede contemporaneamente anche una verifica concreta con tutte le direzioni territoriali delle dogane delle attività in concreto svolte.
  Questo mi consente di aggiungere un altro tassello nella dinamica dei controlli che l'Agenzia delle dogane sta sviluppando in questo momento, un tassello decisivo, che entrerà in vigore fra non molto a seguito della riorganizzazione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, che è in via di approvazione definitiva da parte del MEF.
  Con questa riorganizzazione, per quanto riguarda specificamente l'organizzazione dell'antifrode, si costituirà una vera e propria rete nazionale antifrode, con degli uffici regionali antifrode che avranno competenza per quanto riguarda determinatiPag. 18 tipi di reati di maggiore rilevanza sociale, che consentiranno un raccordo più stretto con la direzione centrale antifrode.
  Questa riorganizzazione determinerà un'implementazione sicuramente delle attività di controllo per la repressione di tutti gli illeciti che si verificano nell'ambito del territorio nazionale. C'è un punto che, però, voglio sottolineare, sul quale vorrei rimettere al dibattito le riflessioni comuni. Il problema dei controlli ha anche un altro aspetto, perché i controlli che vengono effettuati dagli organi istituzionali preposti, a cominciare dall'Agenzia delle dogane, talvolta possono, in astratto, contrastare con l'esigenza della celerità dei traffici commerciali. Questo è un problema che sicuramente comporta un'oscillazione continua che si verifica anno per anno su determinati prodotti. Faccio un esempio molto concreto. Nel 2023 il dibattito si è concentrato sull'efficacia dei controlli e contemporaneamente sull'efficienza dei traffici in materia di olio di oliva.
  Premesso che i nostri laboratori sono molto veloci nelle verifiche dei prodotti che vengono fermati per le verifiche necessarie – quindi, al massimo, si va dai tre ai quattro giorni, salvo in casi eccezionali in cui occorrono verifiche di maggiore spessore che allungano i tempi – si è contemporaneamente assistito, da parte degli operatori nell'ambito di questo settore, alla necessità di garantire comunque una celerità dei traffici. Ovviamente, l'olio d'oliva che noi analizziamo, deve poi essere comunque trattato anche ai fini dell'esportazione, con tempi necessari che sono stringenti. Ebbene, da questo punto di vista, abbiamo avuto l'accortezza di ascoltare gli stakeholder in materia. Vorrei anche ricordare che, a giugno, l'Agenzia delle dogane, grazie a un'idea del direttore generale, terrà gli Stati generali dell'Agenzia delle dogane su determinate materie (accise, tabacchi e dogane), che saranno aperti a tutti gli stakeholderPag. 19. In quella sede, sostanzialmente, non saremo noi a enunciare o formulare le relazioni, ma ascolteremo le esigenze degli stakeholder. A seguito di questo ascolto, con un'interlocuzione costante che c'è tra la direzione antifrode, che io dirigo, e la direzione delle dogane, si è pervenuti all'emanazione di una circolare che, se lo ritiene opportuno, presidente, nei prossimi giorni posso anche rimettere alla vostra attenzione, in quanto è significativa della problematica con la quale si è disciplinata l'operatività concreta dei nostri funzionari sulle dogane. L'obiettivo è cercare di consentire – ed è questo il vero problema che va analizzato – controlli efficaci, pregnanti, performanti, che sono fondamentali per la tutela del Made in Italy e dei prodotti italiani e, contemporaneamente, per garantire l'efficienza e anche la tempestività dei commerci stessi. Questo è un nodo che ogni tanto si ripete e che probabilmente necessita anche di una riflessione comune.
  Ciò vale per la prima domanda che ci è stata formulata, anche se in parte ho già risposto anche alla seconda. Chi ha formulato la domanda sui controlli doganali che avvengono in altri Paesi – e ha citato, ad esempio, il porto di Amsterdam e così via – effettivamente ha detto una cosa giusta, perché noi ci troviamo di fronte a questa situazione per cui ci sono alcune dogane, alcuni porti, in cui ci risulta che, effettivamente, non si realizzano quegli stessi controlli che noi facciamo. Il paradosso vero di tutta questa disciplina è che noi ragioniamo in termini unionali, ma poi operiamo a livello nazionale nei controlli. Operando a livello nazionale, ci troviamo in questo paradosso per cui, in realtà, l'Italia è probabilmente la nazione che effettua il maggior numero di controlli e, probabilmente, anche i migliori controlli sui prodotti che vengono importati ed esportati, a fronte di dinamiche assolutamente molto più lassiste che si verificano in altri porti europei.Pag. 20
  Noi abbiamo dei nostri referenti dell'Agenzia delle dogane che lavorano presso questi porti e questi problemi ci sono stati segnalati. Quindi, a questa domanda rispondo che è vero: è così. Effettivamente, c'è un problema di carenza di controlli in determinati porti. Una volta entrata la merce da un Paese extracomunitario in qualunque porto dell'Unione doganale, a quel punto c'è la libera commerciabilità e il libero transito in tutti i territori dell'Unione europea, quindi, di fatto, non ci sono più controlli. Questo è un problema che probabilmente va risolto a livello europeo. Sicuramente è un problema che noi abbiamo constatato, che richiede degli interventi che noi sollecitiamo, ma che credo vadano fatti a livello sia di accordi con le altre Agenzie delle dogane, sia a livello governativo.
  Questa domanda mi consente anche di affrontare e di illustrare un altro aspetto, che forse esula un po' dal contesto ma che è interessante. Il problema è che, a fronte di una normativa unionale uniforme per tutte le nazioni che fanno parte della Unione europea, in realtà vi sono strutture doganali che sono organizzate in maniera differente per ogni nazione.
  Vi lascio – perché è molto interessante – la brochure di come è organizzata, ad esempio, l'Agenzia delle dogane in Germania (ovviamente la lascio a lei, presidente, ma immagino che sarà poi distribuita). Come potrete vedere, si ha una struttura e una potenzialità in termini di uomini e donne assolutamente superiore alla nostra, tanto che l'Agenzia delle dogane tedesca addirittura ha una divisione che si occupa di terrorismo, che è qualcosa che esula completamente dalle nostre competenze. L'Agenzia delle dogane francese e l'Agenzia delle dogane britannica hanno competenza, ad esempio, in materia di immigrazione. Noi abbiamo una competenza assolutamente riduttiva in questa materia, solo per quanto riguarda lo smaltimento dei cosiddetti «barchini».Pag. 21
  Dico questo perché il direttore è stato invitato recentemente a Parigi a partecipare a una riunione di tutti i direttori generali delle Agenzie delle dogane – britanniche, francesi e così via – a cui non è potuto andare e abbiamo delegato il nostro direttore territoriale della Sicilia, che è competente per materia; noi ovviamente pensiamo a Lampedusa e, in quella sede, ci siamo accorti che effettivamente ci sono delle competenze più ampie rispetto a quelle delle dogane italiane. Per carità, le competenze che abbiamo bastano e avanzano per le forze di cui disponiamo e crediamo di svolgere abbastanza bene il nostro compito, ma è significativo che ci siano organizzazioni e forme organizzative diverse per ogni nazione con competenze diverse. Anche questo determina, poi, conflitti di competenza in determinate materie. L'esempio classico è quello dell'immigrazione.
  Ciò che può servire e che credo possa uscire anche da questa nostra conversazione, è la necessità di proporre una maggiore omogeneizzazione delle organizzazioni e delle normative, anche nazionali, in conformità alle normative unionali. Penso di aver risposto anche alla seconda domanda.

  CARMELA AURIEMMA. Ringrazio gli auditi. Vorrei fare una domanda sui controlli delle merci che poi sono qualificate come rifiuti. Da alcune audizioni, ma anche dai fatti recenti, che riguardano per esempio l'inchiesta della procura sui rifiuti campani in Tunisia...

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. La procura di Salerno, credo!

  CARMELA AURIEMMA. Adesso è Salerno, ma è partita da Potenza per poi essere trasferita a Salerno. Come le dicevo, da alcune audizioni emerge chiaramente che c'è questa rotta di Pag. 22rifiuti di merci qualificate come rifiuti sia nella rotta balcanica, sia in Africa. Su questo, per capire proprio come funziona, l'Agenzia delle dogane fa dei controlli? Che tipo di controlli fa? Cosa ci può dire con riguardo a questa nuova tratta verso i Balcani e verso l'Africa?

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (in videocollegamento) Vorrei chiedere un chiarimento al rappresentante dell'Agenzia delle dogane, perché potrei aver capito male. Lui ha detto che l'Agenzia delle dogane in Italia ha un livello molto basso di corruzione e di problemi di questo tipo, oppure ho capito male io? Perché, a seconda della risposta, poi avrei una seconda domanda.

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Non credo di aver parlato di corruzione: non penso di aver parlato di livelli di corruzione!

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (in videocollegamento) Ho capito male.

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Secondo me, sì.

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (in videocollegamento) Lei ha detto che l'Agenzia delle dogane...

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Parlavo di competenze!

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (in videocollegamento) Solo competenze?

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Competenze per materia.

Pag. 23

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (in videocollegamento) Perfetto. Va bene. Vorrei aggiungere solo una domanda. Sulla contraffazione e sull'ingresso – probabilmente non l'ho sentito e l'avrà già detto – di materiali contraffatti che riescono a superare tranquillamente la nostra dogana, avete dei numeri approssimativi, oltre quello che leggiamo ovviamente sulla stampa? Avete una percentuale? Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Voglio fare una premessa. Questa mattina abbiamo trasmesso alla segreteria della Commissione – quindi per il presidente – non solo la relazione del direttore generale, ma anche delle schede (ventisei pagine di schede) comprendenti tutti i numeri che, probabilmente, soddisferanno anche l'onorevole Borrelli per quanto riguarda le percentuali che chiedeva in materia. Abbiamo anche trasmesso un terzo documento, che è proprio del mio ufficio (ufficio direzione nazionale antimafia DDA e ufficio EPPO – European Public Prosecutor's Office), con l'indicazione delle attività che abbiamo svolto, soprattutto insieme ai ROS, dal 2014 in poi, fino all'attualità, sul contrasto nei confronti della criminalità organizzata in questo settore.
  Sono dati che, ovviamente, abbiamo reso leggibili, disponibili, mentre, ovviamente, specialmente per le attività che abbiamo svolto e che stiamo svolgendo dal 2022 in poi, non possiamo dare indicazioni più specifiche. Se infatti venisse fatta una richiesta del genere, che pure è possibile, ovviamente chiederemmo poi la secretazione delle risposte. Però, quel documento, per come lo abbiamo formulato e per come lo abbiamo costruito, è assolutamente disponibile, tant'è che già lo abbiamo depositato.Pag. 24
  Per quanto riguarda il discorso del traffico dei rifiuti, non riguarda solo la Tunisia. In realtà, esiste un traffico di rifiuti non solo nei confronti dei Paesi africani, ma anche verso i Paesi balcanici. Poi, vi è un tipo particolare di traffico di rifiuti, che è stato soprattutto intercettato dalla nostra direzione territoriale della Liguria, effettuato da soggetti pachistani residenti nel territorio italiano, verso il Pakistan; si tratta di prodotti che noi riteniamo essere rifiuti, ma che in Pakistan possono essere utilizzati. Noi operiamo in questa maniera. Sostanzialmente, l'attività che facciamo è un'attività, come è stato anche precedentemente accennato, sempre più di natura predittiva. Noi analizziamo i dati che ci vengono forniti dai nostri uffici doganali sul territorio, che sono analisi ed elementi di natura oggettiva, che riguardano l'oggetto del trasporto, e soggettiva, che riguardano ovviamente i soggetti che procedono a esportare o importare determinati elementi. Questi elementi fanno parte di quel meccanismo che noi definiamo come analisi del rischio. Questi elementi vengono inseriti sia nel circuito doganale di controllo, sia, soprattutto, nella banca dati antifrode, che è di competenza di questa direzione. Sulla base di questi elementi, cioè degli elementi che noi acquisiamo, sia sotto il profilo soggettivo che sotto il profilo oggettivo, diamo immediato riscontro a tutte le direzioni territoriali e a tutte le unità operative che ci sono sul territorio se determinati soggetti stanno effettuando attività di import ed export che sono stati da noi attenzionati.
  Questo dovrebbe determinare in astratto, ma anche in concreto, l'intervento dei nostri funzionari procedendo a quella che viene chiamata la «visita fisica» del prodotto, per verificare se esso sia conforme e quindi possa essere esportato oppure no. Effettivamente, però, stiamo cercando di implementare sempre di più questa attività e stiamo cercando di implementarla, come Pag. 25diceva anche prima il direttore dell'Agenzia, sviluppando il meccanismo dell'intelligenza artificiale.
  Noi per primi, come direzione antifrode, abbiamo costituito un gruppo di lavoro che è composto da funzionari e dirigenti non solo a livello centrale, ma anche a livello locale, che si sta concentrando esclusivamente sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale per implementare queste forme di controllo sul territorio. Credo di aver risposto.

  CARMELA AURIEMMA. Vorrei fare due sottodomande. Il controllo fisico, quello materiale, avviene soltanto dopo il controllo soggettivo e oggettivo incrociato, qualora ci dovesse essere?

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Normalmente, proprio per quel discorso che facevo prima, ovvero il discorso dei controlli e della celerità dei traffici, la cosiddetta visita fisica ormai costituisce un'eccezione rispetto al controllo documentale.

  CARMELA AURIEMMA. Su questo – il presidente poi riterrà opportuno se secretare la seduta – volevo chiedere se con riguardo all'inchiesta dei rifiuti in Tunisia c'è stato un controllo fisico: risulta che l'Agenzia, in quei casi, su quei rifiuti abbia fatto dei controlli fisici?

  SERGIO GALLO, direttore della direzione antifrode dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. A me non risulta, o perlomeno non ne sono a conoscenza.

  PRESIDENTE. Io penso che questa sia una prima audizione conoscitiva. Noi abbiamo diversi filoni di inchiesta. Adesso leggeremo anche la relazione che ci è stata inviata e che forniremo ai commissari, così potremo approfondire la materia.Pag. 26 Potremmo quindi avere un'interazione successiva in linea con alcuni filoni di inchiesta su cui anche i nostri magistrati che collaborano con la Commissione stanno iniziando a svolgere approfondimenti. Questo di oggi, quindi, è un passaggio intermedio (poi, magari, potremo fare una nuova audizione con chi nello specifico si è occupato proprio di una determinata inchiesta o con chi è sul campo).
  Noi, però siamo preoccupati per due ordini di motivi. Il primo, perché da alcune audizioni alcuni procuratori ci hanno riferito che a volte trovare un carico di rifiuti è come trovare un ago in un pagliaio; infatti, quando ciò si trova all'interno di un container o di una nave portacontainer, dove magari ce ne sono 8.000, non è fattibile far aprire i container. Spesso e volentieri la documentazione non corrisponde al rifiuto ma, da parte delle forze dell'ordine – quindi non voi nello specifico – non c'è la conoscenza, il bagaglio culturale o la preparazione per capire se quanto indicato nel documento corrisponde al materiale all'interno del camion. Inoltre, le stesse ecoballe non è così semplice distinguerle a livello tecnico. Su questo aspetto, secondo me, noi dovremmo approfondire il problema, soprattutto con riferimento ai carichi nei porti. Su questo svolgeremo delle inchieste specifiche, entrando nello specifico in un secondo momento.

  ROBERTO ALESSE, direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Vorrei dire solo una cosa a integrazione di quello che il consigliere Gallo, che peraltro è un magistrato ordinario – ve ne sarete accorti – ha detto con riferimento alle domande poste. Quando egli ha fatto cenno in modo molto interessante e in chiave comparatistica alla eterogeneità delle competenze delle varie Autorità doganali all'interno del «circuito» dell'Unione europea, dovete sapere – ma forse lo sapete – che c'è un dibattito serrato sulla necessità di andare in direzione della Pag. 27istituzione di un'unica autorità doganale a livello europeo, il che significa, poi, ottenere un'unica procedura dei rischi, un'unica autorità centrale dei rischi, che risolverebbe molti problemi in chiave di successiva applicazione delle varie discipline doganali.
  Mi auguro che dopo le elezioni europee, ovviamente, questo dibattito, che trova ancora un po' di resistenza da parte di qualche importante Paese europeo, possa essere ripreso e andare nella direzione di approvare una proposta – che già c'è e che è sul tavolo della Commissione – di modifica dell'attuale codice dell'Unione europea per far nascere questo importante organismo unico, che risolverebbe tantissimi problemi di applicazione della disciplina.
  Questo, ovviamente, significherebbe, poi, anche un'omogeneità sostanziale delle competenze delle varie Autorità doganali. È vero quello che dice il consigliere Gallo, che effettivamente esse hanno compiti molto diversi fra di loro.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio. Specifico che per la prima volta questa Commissione ha allargato le sue competenze: prima si riguardava solo ai rifiuti, oggi si guarda anche a tutto il tema dell'agroalimentare, del made in Italy e della tutela del marchio. Secondo me è necessario confrontarsi su questo, perché poi apriremo un tavolo anche sui marchi e sui prodotti che arrivano dall'estero. Mi sembra ci sia una norma europea, un progetto di legge europeo, che sta facendo partire un'associazione di categoria legata agli agricoltori, che riguarda proprio, nel nocciolo, il codice doganale. Nello specifico noi apriremo un filone su questo e magari chiederemo anche una vostra collaborazione diretta, magari da parte di qualcuno dei vostri tecnici, per poter approfondire questo tema. Noi facciamo attività sia di ispezione che d'inchiesta, ma soprattutto di ricerca e di proposta normativa. Quindi, laddove ci siano Pag. 28suggerimenti, questi sono molto ben accolti. Grazie della disponibilità. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 15.05, è ripresa alle 15.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, all'esito della riunione svolta in data odierna, ha convenuto, nell'ambito del filone di inchiesta riguardante il sistema complessivo di gestione dei rifiuti di Roma Capitale e della regione Lazio, con particolare riferimento alla discarica di Malagrotta, alla luce delle risultanze delle audizioni fin qui condotte e dei sopralluoghi effettuati, di procedere a fare richiesta all'amministratore giudiziario della società «E. Giovi S.r.l.», responsabile della gestione degli impianti TMB1 e TMB2 nell'area di Malagrotta, di acquisizione dei dati relativi alla quantità di rifiuti trattati e ai costi sostenuti da AMA S.p.a. quando i due impianti erano ancora in funzione, ivi inclusi i costi riscontrati fino al 2023 relativi ai rifiuti trattati presso gli impianti citati. Nell'ambito del medesimo filone d'inchiesta, l'Ufficio di presidenza ha convenuto, inoltre, con riferimento ai fatti riguardanti i terreni siti in Santa Palomba, destinati alla realizzazione del Termovalorizzatore dei rifiuti di Roma, di richiedere ad Ama S.p.a. ed eventualmente alla Corte dei conti (che secondo notizie di stampa avrebbe aperto al riguardo un'inchiesta contabile) il fascicolo di Pag. 29valutazione e stima del valore dei terreni in questione. In particolare, andrebbe acquisito il fascicolo di istruttoria tecnica, con allegati gli immobili di comparazione utilizzati dal collegio incaricato per la stima, sulla base del quale si è pervenuti all'individuazione del prezzo dei citati terreni, stimato, sempre secondo notizie di stampa, in circa 7 milioni di euro.
  Comunico altresì che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nell'ambito del filone di approfondimento concernente il ciclo dei rifiuti nella regione Emilia-Romagna, anche con riferimento alla presenza di attività illecite connesse a tale ciclo, ha convenuto, alla luce delle recenti notizie di stampa relative alla presenza di presunti illeciti nell'affidamento di lavori di smaltimento di rifiuti speciali, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla procura di Reggio Emilia che avrebbe portato all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in danno di imprenditori e pubblici ufficiali emiliani coinvolti, di procedere a richiedere a tale procura la suddetta ordinanza, nonché eventuali ulteriori atti giudiziari. Tali atti saranno utili al fine del prosieguo dell'attività indagine. Infine, comunico che, come concordato in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, una delegazione della Commissione si recherà in missione in Piemonte dal 27 al 28 aprile. In particolare, nella giornata del 27 aprile, anche alla luce della celebrazione della giornata mondiale delle vittime dell'amianto, la delegazione della Commissione si recherà nella provincia di Alessandria, presso il comune di Casale Monferrato, sede dell'ex insediamento produttivo Eternit, che ha causato significativi livelli di inquinamento da amianto, con effetti nocivi sui lavoratori, sulla popolazione e sull'ambiente, ove sono ancora in corso attività di bonifica delle aree inquinate. Ricordo, infatti, che la Commissione, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera h) della relativa legge istitutiva, ha anche il Pag. 30compito di «verificare il rispetto della normativa vigente in materia di gestione e smaltimento di materiali contenenti amianto, nonché il rispetto della normativa vigente ed eventuali inadempienze da parte di soggetti pubblici e privati». Nella giornata del 28 aprile, in occasione della prossima riunione dei Ministri dei Paesi del G7 in materia di clima, energia e ambiente, prevista a Torino dal 28 al 30 aprile prossimo, a seguito dei contatti intercorsi con gli uffici del Ministero competente e della Presidenza del Consiglio dei ministri, la delegazione della Commissione sarà accreditata presso uno spazio appositamente riservato all'interno della Reggia di Venaria, ove si svolgerà il G7, organizzandovi un evento di carattere seminariale, preparatorio rispetto alla suddetta riunione intergovernativa, che vedrà la discussione di tematiche rientranti nelle competenze della Commissione medesima, con specifico riguardo alla sostenibilità ambientale e ai reati ambientali. Vi sarà la partecipazione di esponenti delle istituzioni e del mondo dell'università, alla presenza anche del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica.
  Informa che, in considerazione della particolare rilevanza della missione in questione, delle tematiche trattate e degli ospiti coinvolti, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di estendere la partecipazione a tutti i membri della Commissione. Al fine di consentire l'adozione delle relative misure organizzative, ciascun commissario dovrà comunicare la propria adesione entro le ore 13.00 di venerdì 19 aprile.
  Nessuno chiedendo di intervenire, dichiaro quindi concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 15.15.