XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Giovedì 18 gennaio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 

Audizione del prefetto di Roma, Lamberto Giannini:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 
Giannini Lamberto , prefetto di Roma ... 3 
Morrone Jacopo , Presidente ... 11 
Lorefice Pietro  ... 11 
Giannini Lamberto , prefetto di Roma ... 12 
Lorefice Pietro  ... 12 
Giannini Lamberto , prefetto di Roma ... 12 
Lorefice Pietro  ... 12 
Giannini Lamberto , prefetto di Roma ... 12 
Lorefice Pietro  ... 12 
Giannini Lamberto , prefetto di Roma ... 13 
Lorefice Pietro  ... 13 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 13 
Giannini Lamberto , prefetto di Roma ... 14 
Morrone Jacopo , Presidente ... 14 
Giannini Lamberto , prefetto di Roma ... 15 
De Priamo Andrea  ... 15 
Petrucci Simona  ... 16 
Giannini Lamberto , prefetto di Roma ... 16 
Morrone Jacopo , Presidente ... 17

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del prefetto di Roma, Lamberto Giannini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del prefetto di Roma, Lamberto Giannini, che ringrazio. Il prefetto Giannini è accompagnato dal capo di gabinetto, dottoressa Antonietta Orlando.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che in tal caso, per la parte sottoposta a regime di segretezza saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera. Ricordo che l'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento avviato per decisione dell'Ufficio di presidenza il 28 dicembre scorso in relazione all'incendio dell'impianto di trattamento meccanico-biologico TMB avvenuto il 24 dicembre all'interno dell'area di trattamento di rifiuti del sito di Malagrotta. Ricordo, inoltre, che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, sulle organizzazioni in esse coinvolte, sulle infiltrazioni della criminalità organizzata. In Pag. 3particolare, la Commissione acquisisce informazioni sui soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti con l'obiettivo specifico di individuare eventuali connessioni tra tale attività illecite o altre attività economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti all'interno dei territori comunali e provinciali e tra le diverse regioni, tenuto anche conto del divario della dotazione di impianti. Da ultimo, sulla base della legge istitutiva, è compito specifico della Commissione indagare sulle attività illecite legate al fenomeno degli incendi o su altre condotte illecite riguardanti gli impianti di deposito, trattamento e smaltimento dei rifiuti, ovvero i siti abusivi di discarica. Cedo dunque la parola al nostro ospite per lo svolgimento della sua relazione introduttiva al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  LAMBERTO GIANNINI, prefetto di Roma. Grazie e buon pomeriggio a tutti i presenti. Io, se voi siete d'accordo, ho preparato un breve cenno su quella che è la situazione di Malagrotta – sulla quale si sono susseguiti una serie di provvedimenti, dal sequestro ai commissariamenti, all'amministrazione giudiziaria – per poi riferire quello che è accaduto nel corso del tempo, soprattutto il 24 dicembre scorso. Com'è noto la discarica di Malagrotta è in un contesto territoriale del comune di Roma, è un'area vasta, stiamo parlando di 226 ettari di superficie, nella quale ci sono una discarica e due impianti di trattamento meccanico biologico (TMB), ed è nella disponibilità della società Giovi srl.
  Nel 2013 la discarica di Malagrotta in Roma cessò l'attività di ricezione e abbancamento dei rifiuti e dalla stessa data è stata avviata, sempre a cura della società Giovi, la fase post operativa che è stata poi da ultimo autorizzata nel 2018, il 3 dicembre 2018, con determinazione della Regione Lazio che ha Pag. 4approvato il progetto di modifica sostanziale per la copertura della discarica. C'era stato un primo progetto nel 2008. Nel 2018 c'è un fatto nuovo. Il 2018 è un anno importante perché c'è un'attività giudiziaria, c'è un procedimento, e il Comando per la tutela ambientale dei Carabinieri esegue un'ordinanza del GIP di Roma che sequestra l'azienda Giovi e le quote societarie della società, perché viene ritenuta un ente stabilmente utilizzato per traffico di rifiuti. Sostanzialmente dalla data del sequestro la Giovi è retta da un amministratore giudiziario, il dottor Palumbo, che gestisce il complesso aziendale attuando la normativa speciale in materia di amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati, nonché quelle in materia di tutela dei diritti dei terzi. L'amministrazione giudiziaria ha incaricato la società Technital S.p.A. di eseguire le attività necessarie e propedeutiche alla messa in sicurezza della discarica, sempre seguendo i tempi della determinazione. Quindi, c'è un procedimento penale, ci sono queste accuse e c'è un sequestro a cui segue poi un provvedimento di amministrazione giudiziaria.
  Le attività di gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria condotte dalla Giovi sono complesse e articolate e hanno controlli e verifiche quotidiane per il buon andamento. Faccio alcuni esempi, non esaustivi: il controllo quotidiano per due volte al giorno dell'efficientamento dei pozzi di estrazione e raccolta del percolato e delle postazioni di deposito temporaneo, il monitoraggio giornaliero a livello qualitativo con strumentazione da campo per garantire alle due centrali di recapito del biogas una maggiore efficienza dei motori per la produzione di energia elettrica, il controllo quotidiano dei pozzi per la messa in sicurezza di emergenza, il controllo generale e la manutenzione della morfologia della discarica – come livellamento di pendenze di gradoni, taglio di erba essendo in campagna, ed altro – lavori edili e meccanici per riparare attrezzaturePag. 5 – per riparare anche la rete idrica, perché è particolarmente importante il corretto funzionamento della rete per le acque industriali – e i lavori di tipo digitale.
  In questa fase l'amministrazione giudiziaria della società Giovi ha rappresentato ai vari enti competenti, sempre in maniera formale, di avere problemi finanziari per procedere con la dovuta sollecitudine alla messa in sicurezza del sito di Malagrotta. Quindi, è stato individuato quale soggetto attuatore degli interventi di messa in sicurezza il commissario unico, generale di brigata dell'Arma dei carabinieri Giuseppe Vadalà. Sulla Gazzetta Ufficiale del 10 maggio 2022 è stata pubblicata la delibera del Consiglio dei ministri che attribuisce al commissario unico il compito di gestire tutta la fase post mortem della discarica e realizzare tutti gli interventi necessari ad adeguare alla vigente normativa la discarica di Malagrotta.
  Per quello che risulta e che abbiamo visto – sono prefetto di Roma da maggio – ho subito riscontrato una proficua collaborazione tra l'amministrazione giudiziaria della Giovi e il commissario unico con condivisione di informazioni, dati e documenti necessari per poter portare avanti i rispettivi compiti. Tra l'altro il mandato ricevuto dal commissario unico nasce delle difficoltà segnalate dalla stessa amministrazione giudiziaria, non perché siano state segnalate particolari inadempienze, a quello che risulta. Il 15 giugno 2022 c'è il primo episodio che riguarda la centrale di Malagrotta. Sempre nell'area dell'ex mega discarica di Malagrotta viene distrutto da un incendio il TMB2, che era l'impianto gemello di quello che ha subito il problema adesso, gemello come tipo, sebbene più grande. Si crearono, dunque, grosse difficoltà al trattamento dei rifiuti della Capitale, dal momento che prima dell'incendio in questo TMB 2 veniva accolto un quantitativo di circa 440 mila tonnellate annue di rifiuti.Pag. 6
  Tutto questo si inserisce in una situazione di difficoltà, perché l'11 dicembre 2018 era stato distrutto da un incendio il TMB Salario e, a marzo 2019, il TMB di Rocca Cencia era stato oggetto di un rogo e poi chiuso dal Campidoglio in tempi più recenti. Già nel mese di luglio 2022, quindi subito dopo questo incendio, la prefettura di Roma nell'ambito delle funzioni del tavolo provinciale permanente sulle aziende sequestrate e confiscate aveva convocato numerose riunioni aventi ad oggetto, nel caso specifico, la sussistenza delle condizioni e conseguente modalità operativo-giuridiche per l'intervento finanziario dell'erario sia per salvaguardare i livelli occupazionali dell'azienda, sia per gestire e conservare l'impresa sequestrata e consentire la prosecuzione delle opere necessarie alla messa in sicurezza e ripristino ambientale del sito di Malagrotta di proprietà della Giovi.
  Contestualmente alla prima riunione – il 15 luglio 2022, quindi circa un mese dopo il primo incendio – tenuto conto della permanenza in capo all'amministrazione giudiziaria della Giovi di talune attività di gestione ordinaria del complesso aziendale e del sito di Malagrotta, che non erano immediatamente interessate dalle attività di messa in sicurezza della discarica da parte del commissario unico – è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il commissario unico per la bonifica delle discariche, generale Giuseppe Vadalà, e l'amministrazione giudiziaria della Giovi, dottor Luigi Palumbo, che ha definito in maniera puntuale le competenze e responsabilità spettanti a entrambe le parti nell'attuazione delle rispettive attribuzioni, nell'eseguire gli interventi di messa in sicurezza della discarica di Malagrotta e al fine di evitare nel più breve tempo possibile il rischio di inquinamento ambientale e una possibile condanna della Commissione europea ai danni dello Stato italiano, tenuto conto dell'entità e della complessità tecnica degli interventi, Pag. 7dell'estensione dell'area interessata e di tutte le difficoltà connesse anche alla tempistica della gestione degli appalti. Ritengo giusto evidenziare – anche per rendere un po' il clima in cui si svolgeva, questa è una parte di cui mi sono direttamente occupato io – che il 13 dicembre scorso, qualche giorno prima, sempre nell'ambito delle funzioni del tavolo provinciale permanente delle aziende sequestrate e confiscate, abbiamo organizzato un incontro per la discarica di Malagrotta perché era nato un problema che poteva avere un riverbero molto negativo, avvicinandosi il periodo delle feste. Sostanzialmente, c'era stato un cambio della tariffa regionale – la tariffa disposta per il pagamento dei rifiuti – e questo cambio in qualche modo non era ritenuto soddisfacente dalla ditta, che prima, oltre ad avere una tariffa, aveva anche un extra. Vale a dire si discuteva, per riuscire a stare al passo con le spese, se ci dovesse essere l'integrazione di un extra e in che termini. Il problema per cui abbiamo convocato un tavolo in prefettura derivava dal fatto che il dottor Palumbo ci aveva segnalato che, in attesa dell'accordo, non c'erano risorse in cassa per poter pagare lo stipendio di dicembre e la tredicesima, ci sarebbero stati un grosso malcontento e anche una possibilità di sciopero. Abbiamo fatto l'incontro e, in attesa di mettersi d'accordo sull'entità esatta della tariffa, l'AMA ha anticipato i pagamenti e quindi sono state soddisfatte le richieste degli operai. Quello che è accaduto è stato un grosso fulmine a ciel sereno, perché eravamo contenti di aver scongiurato questa difficoltà per gli operai e per le loro famiglie a seguito di una mediazione che ha visto tutti assolutamente coesi nel raggiungimento di questo risultato.
  Arriviamo dunque al 24 dicembre 2023 quando c'è l'incendio all'impianto di trattamento meccanico-biologico che tratta a freddo i rifiuti indifferenziati, o residuali dopo la raccolta Pag. 8differenziata, e come abbiamo detto era l'ultimo impianto di questo tipo che era aperto a Roma.
  Nel TMB di Malagrotta l'AMA ogni giorno portava circa 680 tonnellate di rifiuti, quindi parliamo di 200 mila tonnellate l'anno, tra rifiuti indifferenziati o residuali della raccolta differenziata. Io sono stato avvertito dalla dottoressa dell'incendio nel pomeriggio e immediatamente ho preso una serie di contatti. Il primo contatto è stato con il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, che stavano intervenendo sul posto, per riuscire a capire qual era l'entità e ho subito avuto notizie non positive perché – non so se eravate tutti presenti alla visita all'impianto – da tutte le finestre usciva un grosso fumo nero e il comandante mi diceva che stava cercando di aumentare la quantità di mezzi per riuscire a fare questo tipo di attività; con il questore, perché chiaramente stavano arrivando le forze di polizia, dato che c'era l'assoluta necessità di circoscrivere l'area, sia per i curiosi sia per l'intervento della polizia giudiziaria per fare le indagini, con l'intervento della polizia scientifica, indagini poi affidate senza soluzione di continuità al NOE dei Carabinieri e delle quali non conosco gli sviluppi perché c'è il segreto investigativo; con il sindaco, che manifestava subito preoccupazione; con il capo di gabinetto della Regione Lazio, dottor Pisano, con il presidente della Regione. Ci siamo tutti assicurati del fatto che per fortuna non c'erano né feriti né tanto meno vittime, per cercare poi di seguire le attività di soccorso e spegnimento per evitare danni. È stato subito attivato l'intervento dell'ARPA, che è arrivata dopo non molto tempo. In quel frangente, mentre si stava organizzando l'arrivo dell'ARPA, visto anche che c'erano dei fumi neri molto pesanti che uscivano da tutte le finestre, il dottor Stancanelli, capo di gabinetto del sindaco Gualtieri, mi ha fatto presente – ma io assolutamente concordavo – l'idea di fare nell'immediato un'ordinanza Pag. 9del Sindaco per stabilire un raggio in cui fare una serie di norme a tutela della salute, raggio poi fissato in 6 chilometri.
  In più sono stato costantemente aggiornato durante la notte di quelle che erano le iniziative dei Vigili del fuoco, di come veniva circoscritto l'incendio. Chiaramente non era possibile accedere all'interno del TMB, perché le fiamme erano altissime. Avete visto quali erano i danni, anche la deformazione della parte superiore. Tuttavia, si è riusciti sostanzialmente a isolare una parte cospicua dei macchinari – adesso uso un termine improprio, sicuramente il comandante provinciale dei Vigili del fuoco potrà essere molto più preciso di me – si è riusciti quasi a tagliare, quindi a isolare, la parte dei macchinari. Questo ha fatto sì che ci potesse essere una prognosi di riapertura, non disastrosa, di alcuni mesi per poter far riprendere a funzionare gli impianti. Anche su questo l'amministratore giudiziario potrà essere più preciso di me. Quella sera stessa è stato fatto il comitato operativo comunale (COC), ma sono queste le cose di cui si è discusso. La prefettura non vi partecipa ma, in un rapporto di reciproca collaborazione e cortesia istituzionale, siamo stati di volta in volta tenuti al corrente. Siamo stati tenuti al corrente anche il giorno dopo, quando le rilevazioni dell'ARPA hanno dato valori che hanno consentito sostanzialmente di ridurre il raggio e il tipo delle prescrizioni imposte per la popolazione da un raggio di sei chilometri a un raggio di tre chilometri. Mano a mano che si acquisivano le notizie, poi c'è stato lo spegnimento dell'incendio. Ho convocato un comitato per l'ordine e per la sicurezza pubblica che è stato fatto formalmente il giorno 29 dicembre. Dico formalmente perché di fatto in quei giorni è stato un susseguirsi di telefonate e di chiamate per seguire la situazione fino allo spegnimento e anche soprattutto per vedere come si potesse organizzare – che non è competenza del prefetto – l'attività di raccolta dei rifiuti Pag. 10in un momento in cui si prevedeva un sovraccarico di rifiuti. Già c'era una situazione che poteva in qualche modo mettere in crisi la tenuta del sistema e adesso veniva ad aggravarsi, anche per possibili proteste ed altro.
  Siamo arrivati a questo comitato, nel quale sono intervenuti tutti i vari attori. Il dottor Palumbo ci aveva riferito di aver subito iniziato tutte le interlocuzioni con l'autorità giudiziaria, anche per poter fare le valutazioni in ordine a una disponibilità piuttosto veloce dell'area e tutte le attività di ripristino, però è evidente che ci vogliono dei tempi tecnici. Il direttore dell'AMA, invece, ci aveva fatto presente che sostanzialmente non venivano trattati il 25 per cento dei rifiuti trattati a Roma e ci ha illustrato che c'era necessità di spalmare questi rifiuti su tre impianti, oltre a fare delle attività per portarli fuori regione per il trattamento. Quello su cui si è particolarmente incentrato il Comitato, in assenza completa di indicazioni di carattere investigativo, io parlo ancora da poliziotto, è che si era in una situazione molto critica. Aveva colpito il fatto che questo evento era accaduto proprio alla vigilia delle feste ed era stata richiesta una messa in sicurezza o un incremento della vigilanza temendo che si potesse verificare qualcosa. Chiaramente nell'immediato non si sapeva se potesse essere – e io ancora non lo so – un'azione di tipo doloso, un problema di tipo accidentale, una lacuna dei sistemi. Su questo abbiamo discusso e sono stati presi dei provvedimenti sia chiedendo ad AMA di fare dei raddoppi della vigilanza privata e di fare un aumento di presidio, sia per cercare di fare un'attività di controllo coordinato delle pattuglie della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza per presidiare questi siti, anche col concorso della polizia locale, con una serie di passaggi frequenti e una serie di controlli, senza che si incrociassero le auto ma garantendo un controllo più ampio. Dico questo perché Pag. 11noi ci siamo trovati a dover gestire questa ulteriore emergenza in un periodo che – è inutile che ve lo dica – è di particolare criticità, dove c'è stato un incremento degli obiettivi da vigilare. Mi riferisco, in particolare, alla crisi in Medioriente e alla guerra che c'è in Israele e c'era un problema effettivo a dover bloccare per lungo tempo questi mezzi. Per cui abbiamo organizzato un sistema piuttosto articolato, che comunque garantisce a mio avviso un'adeguata copertura, l'incremento delle attività private ma soprattutto l'indicazione di fare i controlli anche all'interno dei vari centri. Quindi si è aumentato sensibilmente il livello di guardia, ritengo sia importante, e può essere ancora implementato. Abbiamo poi fatto delle richieste, nei limiti, con le forze dell'ordine, al di là del segreto investigativo, e chiaramente sarà utile riuscire a sapere il contesto in cui è accaduto il fatto. Fortunatamente, ma questa è una semplice riflessione, il fatto è accaduto sì in un giorno critico, sì in un pomeriggio di festa, ma in un orario nel quale è stata possibile una pronta risposta e ciò ha consentito in qualche modo di limitare i danni.

  PRESIDENTE. Grazie prefetto. Lascio la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PIETRO LOREFICE. Grazie presidente. Grazie prefetto per la relazione. Lei chiaramente ha fatto una lunga e puntuale esposizione e ha citato anche il tavolo provinciale permanente per le aziende sequestrate. È possibile avere copia dei verbali di riunione inerenti a tutta la gestione rifiuti dell'ambito di Roma Capitale? Almeno degli ultimi due anni, in modo da poter verificare, da parte nostra, l'attività svolta prima dell'ultimo rogo. Il tavolo si è riunito anche successivamente all'ultimo rogo di dicembre?

Pag. 12

  LAMBERTO GIANNINI, prefetto di Roma. No, questo tavolo si era riunito qualche giorno prima per la vicenda degli stipendi. Io non ho difficoltà per quel che riguarda i tavoli e le attività che sono state fatte in prefettura, però ritengo che per quello che riguarda l'attività della gestione del ciclo, forse sono altri enti che dovrebbero essere interessati, ma questo lo potrà vedere poi nelle successive audizioni. Per fornire quello che è di competenza della prefettura non ci sono problemi.

  PIETRO LOREFICE. Sì, grazie. Lei ha citato un protocollo d'intesa, si riferisce a quello del luglio 2022 firmato tra il commissario unico e l'amministratore giudiziario o ce ne sono di successivi?

  LAMBERTO GIANNINI, prefetto di Roma. Mi riferisco a quello.

  PIETRO LOREFICE. Presidente, le chiedo di verificare se abbiamo acquisito il protocollo. Nel caso non ce l'avessimo, converrebbe acquisirlo. Infine, per quanto riguarda il tema della videosorveglianza dei siti in questione, i TMB e non solo, è mai stato affrontato in sede di riunione o di tavolo?

  LAMBERTO GIANNINI, prefetto di Roma. Un sistema di videosorveglianza c'è. Per quanto riguarda il discorso di efficienza, penso che sia oggetto delle indagini in corso. Per quanto riguarda il comitato a cui ho fatto cenno prima, una delle indicazioni che sono state date, al di là di quella di implementare la vigilanza, è la richiesta ai Vigili del fuoco di fare delle verifiche insieme con i gestori per verificare la corretta tenuta dei sistemi di sicurezza.

  PIETRO LOREFICE. La mia domanda era un po' più precisa. Le chiedevo se nel corso dei tavoli precedenti qualcuno dei Pag. 13soggetti invitati ha posto la questione relativa alla sorveglianza da remoto di tutti i siti TMB, trasferenze, eccetera. Questo sarebbe interessante.

  LAMBERTO GIANNINI, prefetto di Roma. Guardi questo lo devo verificare, perché non è molto che ho assunto questo incarico e quindi non le so dire. Devo anche dire che ho contezza dell'esistenza di un impianto di videosorveglianza, non ho contezza dello stato, cioè se era perfettamente efficiente o meno, che sarà oggetto di indagini. Però possiamo andare a vedere negli atti degli ultimi due anni se è stato fatto questo.

  PIETRO LOREFICE. Perfetto.

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI. Sì grazie presidente. Salve signor prefetto. Vorrei fare tre domande. La prima, mi sembra che già in precedenza ci sono stati dei roghi all'interno di Malagrotta e non hanno mai portato a nessun tipo di verifica di responsabilità. Lo dico perché io non conosco, nella mia esperienza di amministratore e di persona che si occupa di ambiente da molto tempo, nessuna vicenda che abbia portato – nella gran parte dei casi – a condanne o identificazioni di responsabili. Tanto meno non ho riscontro del fatto che ci possano essere, in casi come questi, fenomeni di autocombustione. La mia preoccupazione, quindi, nasce dalla circostanza che ho letto sulla stampa – se è vera – che sarebbero stati addirittura cittadini dall'esterno a chiamare i Vigili del fuoco e non il personale all'interno dell'impianto. Questa è una cosa importante da verificare. Come è possibile che se ne siano accorti i cittadini dall'esterno e nessuno all'interno dell'impianto? Rispetto a una cosa del genere, è rimasto lo stesso personale a sorvegliare Malagrotta, lo stesso che non è riuscito a vedere un rogo di questo tipo?Pag. 14
  Infine, non so se lei ne è a conoscenza, mi hanno detto che ci sono state una serie di denunce – che solo successivamente a questo rogo hanno avuto seguito – legate a un'altra discarica che produceva dei fumi all'esterno e che in questo caso non era a norma, addirittura denunciata da vari amministratori locali. Soltanto dopo che alcuni piloti di aereo hanno segnalato questi fumi che uscivano ci sarebbe stato un intervento. Quindi, poiché mi è stata fatta anche quest'altra segnalazione importante, le chiederei su questi tre temi – ovviamente nei limiti delle sue conoscenze e delle possibilità che ha di rispondermi – di fornirci eventuali dati più approfonditi. Grazie.

  LAMBERTO GIANNINI, prefetto di Roma. Con riferimento al primo rogo di Malagrotta mi risulta che ci sia un'indagine, un procedimento penale in corso di cui non conosco l'esito. Non credo che si sia conclusa, non credo che ci sia stato un sequestro e non conosco l'esito. Per quanto riguarda le modalità di scoperta delle fiamme, mi risulta ci siano state delle chiamate dei cittadini. Non so se era già partito l'allarme o meno però certamente, questo lo dico come esperienza pregressa professionale, per come si fanno queste inchieste, una delle prime cose che si verificano è come ci si è accorti, quando ci si è accorti, le tempistiche, quindi sarà oggetto dell'indagine. Di conseguenza io non so risponderle sui possibili spostamenti, provvedimenti o se c'era una qualche forma di responsabilità. Ripeto questa è una competenza dell'autorità giudiziaria. Non so poi se invece ci fosse qualche altra cosa, se la società ha preso provvedimenti di tipo cautelativo già ravvisando qualche cosa, ma noi non ne siamo a conoscenza anche perché attualmente il sito non sta più producendo.

  PRESIDENTE. C'è anche la seconda parte della domanda sul rogo dell'altra discarica.

Pag. 15

  LAMBERTO GIANNINI, prefetto di Roma. Sì, non ne sono a conoscenza, dei fumi visti da un aereo, non ne sono a conoscenza.

  ANDREA DE PRIAMO. Posto che chiaramente rimaniamo nell'ambito delle competenze del prefetto e che non partiamo da nessuna posizione di certezza sulle motivazioni, non abbiamo una posizione «dogmatica», immaginando subito la tesi dolosa piuttosto che quella di altro tipo, però quello che è avvenuto negli ultimi anni, cioè la distruzione di quattro impianti – pubblici o comunque, nel caso di Malagrotta, attualmente in una sorta di gestione pubblica, tale la possiamo definire – rappresenta un danno per la pubblica amministrazione, in questo caso per Roma e per la Regione Lazio, sostanzialmente incalcolabile.
  Anche alla luce del sopralluogo che abbiamo fatto – che personalmente mi ha lasciato forse ancora più dubbi di quanti non ne avessi prima, perché abbiamo visto dei luoghi tutto sommato ordinati, dei luoghi dove pensare a quello che è successo è veramente paradossale – le vorrei chiedere se nei tavoli ai quali lei aveva partecipato qualcuno dei responsabili di questi impianti – mi riferisco ovviamente in questo caso a Malagrotta – le avesse segnalato una sofferenza, una difficoltà, un problema tecnico o comunque una saturazione di questi impianti o meno. Questo è comunque un elemento importante per noi, anche alla luce del fatto che, per quanto riguarda l'ultimo impianto che è stato danneggiato, ci risulta appunto che quel giorno addirittura non fosse attivo, perché era chiuso in quel momento. Quindi dobbiamo capire se su questi quattro impianti c'è un denominatore comune che è la saturazione, la sofferenza di questi impianti, o magari se in alcuni casi questo problema ci fosse di meno e penso appunto al caso di Malagrotta.Pag. 16
  Infine, anche se mi rendo conto, e chiedo scusa al Presidente perché non è strettamente connesso a questa indagine, sono certo che il prefetto conosca anche la situazione di un altro incendio importante che ha causato problemi, ne ha parlato anche l'ARPA in audizione, che è avvenuto il 31 dicembre nel quartiere Torrino-Mezzocammino, nel IX municipio di Roma. Approfitto solo per segnalare che anche lì vi è attualmente una situazione molto problematica, con rifiuti pericolosi ancora sul posto. Il luogo è in parte sotto sequestro della procura, audiremo anche la procura su Malagrotta, però auspico che anche il prefetto nei limiti delle sue competenze sia sensibilizzato su questo tema e penso fosse doveroso approfittare di questa audizione per segnalarlo.

  SIMONA PETRUCCI. Buonasera, grazie perfetto. Io volevo solo ricollegarmi a quello che ha detto il mio collega per quanto riguarda la sofferenza di questi impianti, perché quando è venuta l'ARPA ci ha comunicato che il quantitativo massimo giornaliero autorizzato erano 600 tonnellate, invece già lei oggi ha parlato di 680 tonnellate, siamo andati all'impianto e parlano di 650 tonnellate, quindi sicuramente una percentuale non elevatissima, ma si inizia a parlare di una piccola percentuale – qui il dieci per cento e in alcuni casi il 15 per cento – in più rispetto a quello autorizzato. Al di là della parte autorizzativa, caricare un impianto di un quantitativo maggiore sappiamo che può dare poi delle problematiche.

  LAMBERTO GIANNINI, prefetto di Roma. Quando ho fatto un sopralluogo sul posto, mi pare di aver capito che l'impianto aveva funzionato nella giornata. Sul momento era chiuso, ma in realtà nella giornata aveva funzionato e comunque la quantità di rifiuti era «modesta» rispetto alla capienza ordinaria. Per quanto riguarda gli episodi, io mi rendo perfettamente conto Pag. 17del fatto che ci siano quattro episodi, che ci sia un gravissimo danno e quindi che ci sia anche la possibilità di immaginare che ci possano essere stati una serie di interventi, però non ne ho conoscenza perché non conosco le indagini che sono state fatte. Vedremo quelle che sono le conclusioni della magistratura. Siamo a conoscenza della vicenda di Mezzocammino, io ho interloquito con il comandante, stiamo cercando di fare delle attività. Infine, per quanto riguarda la sofferenza rispetto alla quantità, io segnalo solo che in questo periodo è stato trovato un accordo e i dipendenti della Giovi, visto che il TMB non sta funzionando, sono impiegati su altri impianti per poter comunque far fronte alla quantità maggiore di rifiuti da trattare.

  PRESIDENTE. Grazie. Vedo che non ci sono altri interventi né in collegamento, né in presenza quindi ringrazio il signor prefetto per la sua relazione e ringrazio anche il capo di gabinetto. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.45.