XIX Legislatura

Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità

Resoconto stenografico



Seduta n. 15 di Giovedì 15 febbraio 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INDIVIDUAZIONE DEGLI SVANTAGGI DERIVANTI DALLA CONDIZIONE D'INSULARITÀ E SULLE RELATIVE MISURE DI CONTRASTO

Audizione di Giovanni Pino, Sindaco del Comune di San Filippo del Mela, e di Lorenzo Giussani, Direttore Business Unit Generazione & Trading della Life Company A2A, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 3 
Pino Giovanni , Sindaco del Comune di San Filippo del Mela ... 3 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 4 
Pino Giovanni , Sindaco del Comune di San Filippo del Mela ... 4 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 5 
Nicita Antonio  ... 5 
Pino Giovanni , Sindaco del Comune di San Filippo del Mela ... 5 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 6 

(La seduta, sospesa alle 9, è ripresa alle 9,05) ... 6 

Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 6 
Giussani Lorenzo , Direttore Business Unit Generazione & Trading della Life Company A2A ... 6 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 13 
Giussani Lorenzo , Direttore Business Unit Generazione & Trading della Life Company A2A ... 13 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 13 
Nicita Antonio  ... 13 
Giussani Lorenzo , Direttore Business Unite Generazione & Trading della Life Company A2A ... 14 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 15 
Russo Raoul  ... 15 
Giussani Lorenzo , Direttore Business Unite Generazione & Trading della Life Company A2A ... 16 
Russo Raoul  ... 16 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 16 

(La seduta termina alle 9.50) ... 16 

ALLEGATO: Documento della Life Company A2A ... 17

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
TOMMASO ANTONINO CALDERONE

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di Giovanni Pino, Sindaco del Comune di San Filippo del Mela, e di Lorenzo Giussani, Direttore Business Unit Generazione & Trading della Life Company A2A, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco del Comune di San Filippo del Mela, avvocato Giovanni Pino, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e sulle relative misure di contrasto.
  A nome di tutti i commissari do il benvenuto all'avvocato Pino, che ringrazio per la disponibilità. Gli do quindi la parola, affinché evidenzi alla Commissione le problematiche di cui si è fatto portatore.

  GIOVANNI PINO, Sindaco del Comune di San Filippo del Mela. Buongiorno.
  Onorevole Presidente, lei insieme a me vive la Sicilia e in particolare la provincia di Messina, conosce benissimo le problematiche del territorio, le problematiche ambientali, occupazionali e quelle della salute. È stato proprio lei a presentare la norma regionale contro l'inquinamento per mettere dei limiti stabili ed è stato proprio lei a portare avanti tantissime battaglie, anche per garantire ambiente, salute ed occupazione. I territori, dunque, hanno una grande attesa rispetto al suo autorevole intervento per una problematica che si è posta circa vent'anni fa, almeno. Vent'anni fa è stato determinato il destino della nostra zona, anche sotto il profilo occupazionale.
  Poi sono intervenuti dei fattori diversi. La proprietà passa a A2A, che fa una prima proposta di riconversione per il termovalorizzatore e il territorio dice «no» in maniera secca, basta, non si brucia più nulla. Ero addirittura l'avvocato del Comune di San Filippo del Mela nel ricorso al TAR fatto da A2A. Dopo divento sindaco, inizia un'interlocuzione con A2A che presenta il piano B. Il piano B, invece, è un piano di riconversione per un ciclo combinato a gas e addirittura, veramente in un percorso di transizione ecologica, anche all'interno di un'economia circolare. Quindi, è previsto anche un biodigestore, un impianto FORSU che produce biometano e quindi la risoluzione delle problematiche relative allo smaltimento dei rifiuti.
  Questa volta A2A lo presenta, lo presentiamo assieme in varie circostanze, e, occasione più unica che rara, ottiene il consenso da parte di tutti, associazioni ambientaliste, sindacati, associazioni industriali,Pag. 4 assolutamente tutti. Abbiamo per la prima volta un progetto che non ci mette più di fronte al dilemma salute o lavoro, ma ci dice: garantiamo l'ambiente, garantiamo il lavoro e, attraverso le migliori tecnologie, garantiamo pure la salute. Parte questa iniziativa nel 2018, formalmente nel 2019 A2A presenta tutte le istanze. Si conclude il percorso, dopo il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR), con l'Autorizzazione integrata ambientale (AIA) e la sua revisione del 30 novembre.
  Il giorno 30 novembre addirittura al Ministero mi fanno i complimenti, dicendo che avevo ottenuto un risultato straordinario. Le cose però in quattro anni, purtroppo, cambiano e percepisco, come sindaco, che A2A non ha più quello slancio iniziale per l'iniziativa, probabilmente il tutto giustificato dal fatto che c'è qualche problema rispetto alla vendita o rispetto alla distribuzione della produzione, e c'è il rischio che questa riconversione non venga effettuata. Per noi sarà un problema gravissimo, sotto molteplici profili. Il primo sicuramente è il profilo occupazionale.
  Il secondo, secondo me, è il più grave di tutti, ed è per questo che mi rivolgo alla Commissione insularità e sono felice di essere qua. Loro hanno prodotto sul nostro territorio per più di cinquant'anni; più di cinquanta anni di produzione ad olio combustibile. Addirittura c'è stato un periodo in cui l'olio combustibile era quanto di peggio ci potesse essere nel pianeta, perché fosse sostenibile la produzione. Venivano e vengono addirittura puliti i fumi, viene prodotto del gesso, proprio perché c'è questo fortissimo impatto ambientale. Quindi, ci hanno sostanzialmente avvelenati per cinquant'anni, producendo energia elettrica. C'è stato un periodo, quando non era proprietà di A2A, in cui addirittura producevano per le municipalità di Milano e di Torino. A Milazzo e a San Filippo del Mela si produceva per la municipalità di Milano e di Torino. Abbiamo pagato il prezzo di questa produzione, sotto il profilo ambientale, sotto il profilo dello sviluppo alternativo del territorio, sotto tutti i profili, sotto il profilo della salute, purtroppo. L'industria è lì, ci ha dato occupazione, ci ha dato lavoro e abbiamo accettato questo.
  Nel momento in cui viene proposta la riconversione della centrale con un ciclo produttivo pulito e sostenibile, per tutta una serie di motivi non comprensibili, l'investimento non si fa più – ed è già di per sé importante, un investimento di 450 milioni di euro di per sé è un investimento importante per il nostro territorio – e c'è il pericolo ancora più grave che la centrale, così come era previsto, diventi una centrale sostanzialmente a freddo, perché deve rimanere aperta per l'equilibrio della distribuzione, dando magari lavoro a 20 persone e mantenendo lì l'ecomostro.
  Chiaramente io che sono il rappresentante del territorio non lo posso accettare. Vorrei capire se il gap, se torniamo forse alla storia dell'Unità d'Italia, cioè alla fine fin quando il Sud viene utilizzato e sfruttato va bene.

  PRESIDENTE. Sindaco, i problemi li sta rappresentando bene. Si mantenga su questo, le questioni storiche le conosciamo.

  GIOVANNI PINO, Sindaco del Comune di San Filippo del Mela. Volevo dire che nel momento in cui siamo consumatori reali, addirittura A2A con la distribuzione vince un lotto e distribuirà energia elettrica in Sicilia, per quelli che escono fuori dal regime di salvaguardia, noi a quel punto diventiamo buoni consumatori, ma produttori non va più bene perché la produzione è pulita. Allora, se noi perdiamo 500 posti di lavoro, in questo momento che possiamo averli senza pagare più il prezzo di un inquinamento alto, se perdiamo 500 milioni di euro di investimento, non penso che stiamo recuperando dal punto di vista dello svantaggio dell'insularità.
  Quindi, concludo in maniera provocatoria, e veramente vi chiedo scusa. Perché in maniera provocatoria? Non si capisce qual è la logica: dovremmo festeggiare per Pag. 5aver ottenuto il risultato e invece siamo qui a capire se l'investimento si farà o non si farà, anche perché, da quello che mi dicono, A2A non lo fa perché Terna non vuole più produzione, non vuole più energia elettrica. Se questo è vero, diventa un grave problema. Allora, questi motivi che non si capiscono mi portano a fare un pensiero sbagliato, sicuramente sbagliato: non è questo forse il prezzo che quel territorio deve pagare per non aver voluto il termovalorizzatore? Io mi domando, oggi, se A2A avesse fatto il termovalorizzatore tre anni fa, quattro anni fa, oggi che farebbe? Nel 2027 verrebbe spento, non si utilizzerebbe più? Paradossalmente, se si faceva il termovalorizzatore, che il territorio non vuole perché ha un impatto alto dal punto di vista ambientale, probabilmente continueremmo a produrre e l'energia andrebbe bene; nel momento in cui al termovalorizzatore diciamo «no», c'è un ciclo a metano, un abbattimento anche sotto il profilo paesaggistico, che è stato il vero problema del termovalorizzatore, nel momento in cui tutto va bene non so se l'economia o altro blocca l'investimento e il territorio rischia di pagare un prezzo estremamente alto.
  Presidente, crediamo che la Commissione insularità possa intervenire in maniera assolutamente autorevole per far sì che questo non avvenga, per tutelare tutto, per tutelare l'ambiente, la salute e soprattutto per mantenere i livelli occupazionali in atto. Notoriamente non siamo una terra ricca e se la impoveriamo ancora di più diventerà veramente un problema anche sotto il profilo sociale.
  Vi chiedo scusa se ho un po' allargato i temi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. È stato chiarissimo e ha rappresentato un problema virtuale, che speriamo resti virtuale, perché è di una delicatezza estrema. Se del caso, ora sentiremo ovviamente le opinioni e i pareri di A2A, convocheremo anche Terna, se i commissari sono d'accordo in maniera collegiale, perché non è una problematica di poca maniera, soprattutto per il prezzo che il nostro territorio ha pagato negli ultimi cinquant'anni.
  Cerco di effettuare un procedimento di astrazione, nel senso che, appartenendo a quel territorio, il mio ruolo istituzionale mi impone di essere assolutamente terzo, ma è difficile essere terzi quando da generazioni si risiede e si vive in quella che viene chiamata la «valle delle parrucche».
  Nel momento in cui adesso c'è la possibilità di produrre e si va via, diventerebbe veramente un problema nazionale.
  La ringrazio. Chiedo ai commissari collegati in videoconferenza e al senatore Nicita presente se hanno domande da porre al sindaco.

  ANTONIO NICITA. La ringrazio. Evidentemente questo è un tema – mi associo a quello che ha appena detto il Presidente sul fatto specifico – importante. Naturalmente, come Commissione, oltre ai problemi, che lei ha citato, di natura industriale che riguardano il Mezzogiorno, perché le isole, quelle più grandi ma anche quelle più piccole, prevalentemente sono nel Mezzogiorno, quindi ereditano tutti i problemi del Mezzogiorno, in più vediamo un tema di investimenti ulteriori e quindi di impatto sul mercato legato alla rete di distribuzione. Noi – penso che il presidente condivida, e anche i colleghi – lo affrontiamo da questo punto di vista, cioè quello dei problemi incrementali, poiché la Commissione può porre dei temi, ma deve farlo, come diceva il Presidente, dal punto di vista della specificità delle condizioni.
  Da questo punto di vista, oltre a questo caso specifico, vi è un tema che emerge e le chiedo se ci sono, a suo avviso, anche in base alla sua esperienza, al di là di questo, una serie di problematiche legate, in particolare in Sicilia, al tema del passaggio al mercato tutelato per le amministrazioni, se l'avete riscontrato, se questo impatta e quali impatti ci sono anche sotto l'altro profilo, che poi è quello a valle della discussione che spesso molti comuni hanno nel passaggio da un regime ad un altro.

  GIOVANNI PINO, Sindaco del Comune di San Filippo del Mela. Onorevole senatore,Pag. 6 la ringrazio per la domanda. Lei capisce che il mio ruolo purtroppo è un po' diverso dal vostro, quindi le regole le conosco un po' meno ed è giusta la correzione da lei fatta rispetto all'intervento della Commissione, non mi permetto di suggerire nulla.
  Non registriamo grandi problematiche sotto quel profilo. Le problematiche le registro sotto un altro profilo, che è quello che avevo testé citato. Il vero profilo della problematica è che nel momento in cui tutti i problemi vengono spazzati via, mentre di solito quando ci sono queste riconversioni e queste trasformazioni ci sono mille problematiche, quindi enti locali d'accordo, parti sociali d'accordo, industriali d'accordo, ambientalisti, tutti d'accordo, nel momento in cui tutti i problemi vengono spazzati via ci si ferma e non si capisce il perché. Il nostro vero problema è questo. Se capissimo – ecco, qui forse ci può aiutare A2A – perché si è fermato tutto, e ce lo spiega l'azienda, potremmo anche capire in che maniera correggere eventualmente quello che viene in qualche modo distorto.

  PRESIDENTE. È molto chiaro. Non essendovi altri colleghi che chiedono di intervenire, sospendiamo la seduta per qualche minuto.

  La seduta, sospesa alle 9, è ripresa alle 9,05.

  PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di A2A. È presente Lorenzo Giussani, Direttore Business Unit Generazione & Trading della Life Company A2A, accompagnato da Ilaria Pratesi, responsabile National Public Affairs e da Cristiano Abbagnano, responsabile dei rapporti con il Parlamento.
  Do quindi la parola al Direttore Lorenzo Giussani.

  LORENZO GIUSSANI, Direttore Business Unit Generazione & Trading della Life Company A2A. Buongiorno. Signor Presidente, grazie per l'invito. Grazie ai presenti e alle persone collegate. Ci fa molto piacere essere qui, anche per condividere il percorso che stiamo facendo.
  Ho portato con me alcune pagine che spero possano essere viste sicuramente dai presenti e probabilmente anche dalle persone collegate. Cerco di essere il più rapido possibile, ovviamente sono a disposizione per domande, interruzioni in ogni momento, senza alcun problema. Le prime pagine illustrano A2A.
  Chiedo cortesemente di passare direttamente a pagina 5, poi le lasciamo agli atti ovviamente. A2A è un soggetto particolare, nel senso che è un'azienda importante, con oltre 13 mila persone, l'azionariato è a maggioranza pubblica, i comuni di Milano e Brescia detengono il 50 per cento più 2 azioni, quindi sono in maggioranza, però siamo anche quotati in borsa, quindi abbiamo tutte le logiche, sia di soggetto detenuto dal pubblico sia di soggetto che opera nel mercato.
  L'azienda nasce in Lombardia, la larga parte delle attività e la larga parte delle persone operano in Lombardia, ma in realtà siamo ormai presenti da alcuni anni già in tutto il territorio. In particolar modo – chiederei di andare nella pagina successiva – per quanto concerne l'attività di generazione di energia elettrica, di cui sono responsabile, oggi sostanzialmente operiamo in quasi tutte le regioni d'Italia, ivi inclusa la Sicilia.
  Due parole di contesto – passerei a pagina 8 – per inquadrare la situazione di San Filippo del Mela nel più ampio quadro del percorso di transizione energetica del nostro Paese e per spiegare anche quali sono gli elementi di approfondimento e i punti di incertezza che connotano questo momento. In particolar modo, sappiamo tutti bene che arriviamo da alcuni anni di grandissima turbolenza dal punto di vista sociale ed economico, con implicazioni molto importanti, in particolare nel 2022, con un'onda lunga sul 2023, per quanto concerne i mercati dell'energia.
  Cosa abbiamo visto negli ultimi dodici mesi? Una sorta di normalizzazione dei prezzi, che rimangono comunque abbastanzaPag. 7 alti, ma non sono più attestati sui valori folli che abbiamo visto nel 2022. Vediamo anche che l'Italia, e in qualche maniera l'Europa, si è liberata dalla fornitura del gas russo, anche se in realtà la situazione non è definitivamente tranquilla, perché nei fatti, se prima la Russia ci forniva il 40 per cento del gas, oggi il 40 per cento del gas viene fornito dall'Algeria che è un fornitore più attiguo dal punto di vista geografico, ma evidentemente porta con sé delle incertezze nel medio-lungo termine.
  L'altro elemento che vediamo è che nel corso del 2023 c'è stata una contrazione molto importante, di circa il 30 per cento, della produzione degli impianti termoelettrici – quando diciamo la sigla CCGT vuol dire impianti a ciclo combinato, che bruciano gas – che hanno visto una riduzione molto importante per una serie di fattori, tra cui la riduzione della domanda, per un effetto di contesto macroeconomico, maggiore produzione idroelettrica e maggiore importazione del nucleare francese.
  L'impianto di San Filippo che, ricordo, è un impianto a olio combustibile di circa 1.000 megawatt, ha una caratteristica fondamentale, cioè è un impianto che è indispensabile, nell'assetto attuale, per l'equilibrio elettrico della Regione Siciliana, pur essendo ovviamente un impianto con tantissimi anni alle spalle, quindi è una tecnologia che oggi sul mercato non competerebbe in termini di competitività della produzione, ma data la sua peculiarità di posizione è appunto essenziale, quindi è sostanzialmente dispacciato da Terna, che è il responsabile gestore della rete di alta tensione.
  Nel corso del 2022 e nella prima parte del 2023, l'impianto è stato ricompreso nel processo di massimizzazione della produzione non gas per fronteggiare il rischio di fornitura del nostro Paese, quindi ha prodotto molto di più di quanto eravamo abituati a vederlo produrre negli ultimi anni. Questa situazione si è normalizzata, nel senso che poi, nel corso del 2023, la produzione è stata molto contenuta, e stiamo valutando quello che può essere il percorso di evoluzione.
  Andiamo a pagina 10. Qual è la situazione di breve termine e quali sono, invece, le sfide che stiamo provando ad affrontare? In prima battuta, l'impianto, come dicevo prima, è essenziale. Ormai è da parecchi anni che opera in questo regime di essenzialità. È stata ufficializzata l'essenzialità per tutto l'anno 2024.
  Nel corso del primo trimestre di quest'anno andremo a richiedere l'estensione del regime di essenzialità anche per il 2025, anche perché non è possibile avere una visibilità pluriennale, nel senso che per le regole del nostro settore l'essenzialità è un istituto che può essere rinnovato solo di anno in anno. Però, vediamo che il percorso di transizione energetica che stiamo affrontando in Italia e che sta investendo in modo particolare la Sicilia, ovviamente, non avrà degli impatti così nel breve termine. Quindi, nel 2025 e ragionevolmente anche negli anni immediatamente successivi, non ci immaginiamo un mutamento degli equilibri di rete e quindi l'impianto nella forma attuale ci aspettiamo che possa continuare l'assetto di essenzialità. Questo lo dico anche rispetto alla comprensione delle dinamiche per il percorso di riconversione.
  Detto questo, va capito che cosa possiamo fare e quali sono le prospettive nel medio e lungo termine, perché, ovviamente, questo è un po' il tema rilevante per noi.
  Rapidamente, su pagina 11, faccio solo un cenno circa il fatto che, senza entrare nel dettaglio, sostanzialmente San Filippo – vi invito solo a leggere la parte bassa della pagina – svolge questo ruolo fondamentale per la regolazione di tensione e di potenza in un assetto, che è quello della rete elettrica siciliana, che vede una posizione netta di importazione dalla Calabria dell'energia elettrica.
  Tecnicamente, quindi, ed è un tema scientifico, i calcoli che vengono fatti sono volti ad assicurare la stabilità della rete siciliana in tutte le condizioni, anche in caso di eventuali guasti. L'impianto, quindi, Pag. 8è indispensabile che sia pronto a funzionare. Poi, funziona in casi di necessità e funziona meno in casi più tranquilli, ma è indispensabile che ci sia.
  Cosa cambierà nel corso dei prossimi anni? Questo è un po' lo snodo dei punti di domanda sull'evoluzione per quanto concerne il segmento della generazione elettrica. Succederanno fondamentalmente due grandi cose, per quanto concerne l'Italia e la Sicilia in particolare, nell'ambito del percorso di transizione energetica.
  A pagina 12 vediamo come – lo sanno tutti – l'Italia affronterà un percorso di incremento molto significativo della produzione di energia rinnovabile. Stiamo parlando di un'attesa di 70/80 gigawatt di nuova capacità installata da qui al 2030.
  Se vedete, è un po' piccolo, la dimensione dei grafici a torta nella cartina dell'Italia, noterete che la torta sulla Sicilia è molto grossa, perché, molto banalmente, la Sicilia è una delle zone d'Italia più dotate delle due risorse che guidano lo sviluppo delle rinnovabili, il sole e il vento. La rete siciliana e il sistema italiano vedranno uno sviluppo molto importante di produzione, quindi di tanti megawatt/ora rinnovabili che verranno prodotti in tale situazione.
  L'altro elemento che andrà a cambiare è riscontrabile prendendo in prestito un grafico elaborato da Terna, che è il gestore della rete, che ci mostra, anche qui senza entrare troppo nel dettaglio, un piano di sviluppo che va a impattare in modo importante la parte sud dell'Italia. Lo snodo chiave che vediamo è la connessione che avverrà tra Sicilia Sardegna e Campania, quindi anche la parte peninsulare della nostra penisola, con il Tyrrhenian link, che è un cavo ad alta tensione importantissimo, che potrebbe andare a sbloccare una situazione che rende l'isola della Sicilia un'isola elettrica a tutti gli effetti, quindi la trasforma in maniera più piena come parte integrante del sistema elettrico. Queste due cose andranno a mutare in maniera significativa l'equilibrio del sistema elettrico nel suo complesso.
  Questo che implicazioni potrà avere per un impianto come San Filippo? Nell'assetto a olio, al di fuori dell'essenzialità, non c'è spazio nel mercato per un impianto come quello, ma è nell'interesse di tutti, anche nel percorso della riduzione delle emissioni, che la produzione a olio vada a ridursi.
  Ripeto, oggi siamo in funzionamento solo quando ci viene richiesto di farlo, fermo restando che tutta la produzione e tutte le attività che facciamo sono sempre nel rigoroso rispetto delle prescrizioni di legge. Questo ci tengo a dirlo, perché è chiaro che un impianto a olio non è un impianto idroelettrico, però il rigore che adottiamo nella gestione e nella verifica di quelle che sono le emissioni è evidentemente molto rigoroso.
  Dal punto di vista dello spazio di mercato, cosa vediamo? Andiamo a pagina 13. Provo a dirla in maniera molto semplice, perdonatemi. Sostanzialmente, gli impianti termoelettrici nel sistema elettrico italiano andranno un po' a cambiare il loro ruolo. Qual è il loro ruolo oggi? Forniscono energia. Circa il 50 per cento dell'energia consumata in Italia è prodotta da impianti termoelettrici, in particolar modo a gas, in parte a carbone, ma anche qui verranno sostituiti.
  Succederà che con il fortissimo sviluppo di rinnovabili, in particolar modo in determinate ore della giornata – è facile intuire che il fotovoltaico produce principalmente nelle ore centrali della giornata e in particolar modo nei mesi più caldi – avremo tantissima produzione prodotta da fonti rinnovabili. Quindi, lo spazio di mercato delle fonti termoelettriche andrà a ridursi, ma cambierà il ruolo, che sarà non più di mero fornitore di energia, ma di fornitore di servizi.
  Gli impianti termo faranno una sorta di ginnastica – perdonate la semplificazione – per mantenere in ogni istante in equilibrio la rete tra energia prodotta ed energia consumata. Questo perché ci sono dei momenti della giornata in cui gli impianti di rinnovabili non producono. Ovviamente, di sera e di notte il fotovoltaico fino a oggi non siamo stati in grado Pag. 9di farlo funzionare. L'altro aspetto è legato all'imprevedibilità, nel senso che se c'è il sole producono, se non c'è il sole non producono, se c'è vento viceversa. Questi impianti fanno una sorta di complemento rispetto alla curva di domanda.
  Che cosa possono fare gli impianti? Quando manca energia possono funzionare di più, quando c'è troppa energia, perché magari arriva il vento forte, riducono il loro carico. Vediamo che, stando solo al mercato, il ruolo oggi o nel breve termine di questi impianti è prevalentemente a salire, cioè ad aumentare la produzione quando manca. Con l'abbondare delle fonti rinnovabili, il ruolo sarà prevalentemente a scendere: io sono in servizio e riduco.
  Il problema è che se un impianto termoelettrico è in un'area in cui c'è tantissima energia, tendenzialmente, non sarà in servizio molto spesso. Quindi, questo lavoro di riduzione non può esserci o può esserci molto poco, perché se non sono in servizio meno di zero non posso fare. Questo è il punto di domanda.
  Come si inserisce tutto questo in un percorso di evoluzione del sistema? Verrebbe da dire che tutti diranno che non serve più e servirà pochissimo un parco di generazione termoelettrica, e quando dico «parco di generazione termoelettrica» intendo dire «generazione a gas», fondamentalmente. Può essere poi ridotto l'impatto ambientale con una serie di ragionamenti che esistono circa l'utilizzo del biogas piuttosto che l'idrogeno piuttosto che i sistemi di carbon capture, ma la sostanza è generazione a gas.
  In realtà, se noi andiamo a vedere (lo vediamo un po' sulla pagina successiva) le previsioni fatte a livello di piano di sviluppo di Terna, a livello di rapporto di adeguatezza, sempre fatto la Terna, o anche a livello di PNIEC, si dice che, in prospettiva, nel 2030, nel 2040 e, in parte, anche nel 2050 esisterà un ruolo per il termoelettrico.
  Il problema è che non si sa esattamente, con precisione, quanto sarà il fabbisogno in termini di megawatt installati di termoelettrico. Il fabbisogno sarà anche funzionale a quanto e a dove andranno a svilupparsi le fonti rinnovabili, quindi dove ci sarà necessità in termini di adeguatezza.
  «Adeguatezza» cosa vuol dire? Provo a dirlo in termini molto semplici. Terna ha bisogno di avere un set di strumenti per mantenere la rete in continuo equilibrio. Per farlo ha bisogno che ci siano degli impianti pronti a funzionare, magari non funzionanti o funzionanti per poche ore, ma questi impianti per stare in piedi devono avere un conto economico che faccia almeno zero.
  Per fare questo è stato introdotto il meccanismo del capacity market.
  Il capacity market è una remunerazione fissa che viene data e assegnata mediante aste agli impianti. In realtà, è uno strumento neutrale dal punto di vista tecnologico. Possono parteciparvi tutti, però è innegabile che la larga parte dei megawatt che sono contrattualizzati con i capacity sono impianti termoelettrici. Quindi, che cosa ha fatto Terna per il 2022, per il 2023 e per il 2024? Ha fatto una stima della domanda di adeguatezza, quindi di quanti megawatt ha bisogno per essere tranquilla di riuscire a gestire il sistema elettrico senza andare in black-out. Sono una serie di conti estremamente rigorosi, che vanno a valutare i picchi di domanda, la disponibilità della capacità, eccetera, e determinano una curva di domanda.
  Sulla base di questa curva sono state celebrate queste aste, che hanno assegnato e contrattualizzato la capacità esistente, quindi vengono remunerati gli impianti – semplifico – per non chiudere, o la capacità nuova. Viene remunerata la capacità per quindici anni, per realizzare un nuovo impianto che serva per l'adeguatezza.
  È successo che nel 2022, 2023 e 2024 sono stati assegnati determinati montanti di megawatt, ma all'asta 2024, che è la più recente, che è quella a cui noi abbiamo partecipato con il futuro impianto a gas di San Filippo del Mela, l'incrocio tra le offerte fatte e la domanda di Terna, sostanzialmente, secondo le stime fatte per il fabbisogno 2024, ma ovviamente con un orizzonte prospettico, indicava che la SiciliaPag. 10 non avesse bisogno di nuova capacità. Sostanzialmente, si è chiusa l'asta (è un dato pubblico) con 7 megawatt – l'impianto che noi abbiamo autorizzato supera gli 800 megawatt – di nuova capacità necessaria per l'adeguatezza.
  Questo è il motivo per cui tutto l'iter, tutto il lavoro e tutte le energie che abbiamo messo puntando sul nuovo impianto a gas sono rimaste un po' in stallo, perché manca uno degli elementi fondamentali, nel senso che il termoelettrico in prospettiva ha poca possibilità di stare in piedi come sostenibilità nel medio-lungo termine, operando semplicemente a mercato, senza questo appoggio del capacity market. Questo è razionale, nel senso che se si vuole un sistema elettrico con grande prevalenza di rinnovabili, come è giusto che sia, c'è bisogno di una sorta di capacità di backup.
  Questa è la situazione. Questo rimarrà vero per sempre? È una domanda che al momento non ha una risposta definitiva. Qui vedete, nella parte destra del grafico, senza andare troppo nel dettaglio, che in funzione delle possibili ipotesi di evoluzione dello scenario in termini di megawatt rinnovabili, in termini di stoccaggi elettrochimici, in termini di evoluzione della rete, eccetera, ci sarà un fabbisogno maggiore o minore di capacità termoelettrica. Questa cosa va calata territorialmente sulle varie zone geografiche. Quindi, evidentemente, per San Filippo a la valutazione va fatta a livello di Sicilia, anche in un'ottica di maggiore integrazione dal punto di vista di sistema con le altre regioni attraverso il Tyrrhenian link, che in parte è una buona notizia, in parte è una cattiva notizia dal punto di vista di prospettive per l'impianto, perché ci possono essere opportunità che vengono colte da impianti che stanno al di fuori della Sicilia per servire la rete siciliana.
  Se, invece, non è interconnessa, ovviamente, è anche il motivo per cui l'impianto nell'assetto attuale è indispensabile, perché non ci sono altri impianti più efficienti che possono sostituirsi.
  Siamo a pagina 15. Cosa stiamo facendo? Non l'ho detto all'inizio, ma l'A2A, in realtà, non è solo un operatore che produce energia elettrica, ma è un operatore che opera in diversi settori. Quindi, il tentativo che stiamo facendo è quello di sfruttare al meglio le nostre competenze in n ambiti diversi in cui operiamo. Noi operiamo nella generazione, nella distribuzione, nella vendita di energia, nei servizi ambientali, nel trattamento dei rifiuti, nel recupero, nel recupero energetico, nel ciclo idrico, teleriscaldamento e quant'altro.
  Il tentativo è quello di capire come, rispetto a un sito come San Filippo del Mela, possiamo mettere insieme le competenze di A2A con le prospettive di mercato e di equilibrio delle varie iniziative, andando a risolvere delle necessità nei vari ambiti in cui operiamo, in un contesto in cui autorizzazioni e regolazione del sistema lo consentono.
  Allo stato attuale, sul sito di San Filippo del Mela abbiamo alcune iniziative in via di autorizzazione. Oltre all'impianto a ciclo combinato – che è il penultimo – dove vediamo gas, di cui abbiamo già parlato, stiamo parlando di un impianto di nuova generazione da 800 megawatt, che ha raggiunto l'autorizzazione, che effettivamente è una cosa non affatto scontata, nel senso che nel contesto italiano arrivare in fondo a un percorso di questo tipo è certamente molto impegnativo, a questo si aggiungono altre tre iniziative.
  La prima. FORSU è un impianto che si occupa del trattamento e della valorizzazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, è un'ipotesi di impianto che andrebbe a trattare fino a 75.000 tonnellate annue, è in fase di iter autorizzativo, che ha avuto tutta una serie di travagli, quindi su questo stiamo lavorando perché questo iter possa proseguire e andare a buon fine. È chiaro che un impianto di questo tipo ha bisogno di inserirsi in un quadro di pianificazione dei rifiuti completa. Quindi, è un percorso che stiamo perseguendo.
  La seconda riga, il secondo titolo che vedete – chiedo scusa se usiamo acronimi da addetti ai lavori, poi in realtà sono cose molto più semplici di quello che potrebbe sembrare – sono batterie. Le BESS sono battery energy storage system. Abbiamo già Pag. 11autorizzato 20 megawatt e abbiamo chiesto una proroga autorizzativa per tenerci pronti per poterla realizzare. Inoltre, stiamo per avviare un'integrazione della capacità, aumentando in maniera significativa il potenziale dimensionale. Questo perché, quando parlavo prima della produzione intermittente delle rinnovabili, le batterie possono dare un contributo spostando l'eccesso di offerta nelle ore centrali e calde della giornata verso gli estremi o verso la notte, addirittura. A questo riguardo dovrebbe esserci, verso la fine dell'anno, una gara per approvvigionamento di capacità di stoccaggio. Quindi, è un'altra prospettiva.
  Salto l'impianto a gas, su cui dopo torno. L'elemento ulteriore, a integrazione delle realizzazioni che possono essere fatte sul sito, è che abbiamo la possibilità di installare pannelli fotovoltaici. Qui è relativamente semplice. Sono soluzioni che si possono customizzare a seconda degli spazi e delle opportunità.
  Qual è la domanda che faceva prima, anche correttamente, il sindaco? Qual è la situazione? Perché siamo fermi? La risposta è che siamo fermi allo stato attuale perché non vediamo – è un'analisi che abbiamo fatto di cui vi parlo – allo stato attuale una possibilità di percorrere, per quanto concerne la parte dell'impianto a gas, una soluzione di riconversione di quel tipo, immaginando che tale impianto possa funzionare solo a mercato, peraltro in un contesto in cui tutti gli altri impianti avrebbero questo appoggio del capacity market.
  Per essere sicuri di questo abbiamo fatto un esercizio proprio cercando di capire quali sono e quali saranno, perché il sistema andrà a mutare in maniera molto radicale, l'interconnessione con la Campania e con la Sardegna cambierà il mercato, l'interconnessione con la Tunisia andrà a cambiare il mercato elettrico siciliano, quindi abbiamo provato a studiare anche rispetto a possibili diverse configurazioni che potrebbe avere questo nuovo impianto. Noi abbiamo autorizzato un impianto da 860 megawatt, ciclo combinato, classe H, che sono quelli a più elevata efficienza, e abbiamo provato anche a dire: vediamo cosa succede se mettiamo un impianto più piccolo, da 400 megawatt, un po' meno performante, ma essendo più piccolo si può più facilmente insinuare in spazi di mercato, o addirittura un impianto ancora più piccolo, di motori da 100 megawatt, cercando di capire quelle che sono le diverse prospettive di redditività.
  In soldoni, abbiamo studiato quattro opzioni tecnologiche e sostanzialmente diciamo che cosa? Che una di queste non ha nessun senso – lo trovate nella pagina successiva – che è una soluzione a ciclo aperto. Quindi, l'abbiamo scartata perché non avrebbe sostenibilità in alcun caso. Le altre, con modulazioni differenti a seconda di quelle che sono le ipotesi di sviluppo del sistema, hanno degli spazi di redditività, ma non sufficienti da rendere sostenibile l'intervento e la soluzione a puro mercato.
  Siamo in una fase finale di affinamento e di approfondimento, ma questa è la situazione. Quindi, abbiamo una pluralità di iniziative. Per quanto concerne la soluzione di riconversione a gas, purtroppo le aste precedenti non hanno evidenziato un fabbisogno di capacità termoelettrica addizionale in Sicilia per sostenere l'adeguatezza del sistema. In ipotesi di puro mercato, quindi energy only, le soluzioni, pur nuove e pur efficienti, non sono industrialmente sostenibili.
  In chiusura, faccio tre considerazioni. La prima. Ovviamente A2A ha un approccio – lo dico senza rossori – molto serio e molto rigoroso circa la ricerca di soluzioni che diano continuità industriale ai propri siti. Per noi, il fatto di avere un sito importante, come quello di San Filippo del Mela, attivo, funzionante e che eroghi servizi che vanno in coerenza con il DNA di A2A, ma che vadano a rispondere a esigenze vere del sistema è un tema assolutamente rilevante. Così come è un tema assolutamente rilevante, ovviamente, quello della tutela occupazionale.
  Credo che in questo senso ci possa essere riconosciuto anche un track record, perché, se noi guardiamo situazioni analoghe in contesti territoriali diversi, con grande fatica e talvolta con molto tempo, situazioni come queste sono state affrontate, in parte risolte o sono in via di Pag. 12risoluzione. Mi riferisco in particolare al sito di Brindisi, che era un impianto a carbone, che è stato fermo quasi per dieci anni, ma che ormai da qualche anno svolge il ruolo di compensatori sincroni. Quindi, abbiamo preservato una larga parte dell'occupazione, eroga un servizio che è fondamentale per l'equilibrio della rete, quindi si è raggiunta una soluzione. Anche lì abbiamo fatto ventisette tentativi diversi, abbiamo proposto prima un impianto, poi un altro, poi è capitata un'opportunità e l'abbiamo colta. Monfalcone è una situazione paragonabile. È un impianto di produzione a carbone, molto avversato, ma abbiamo avviato un percorso di riconversione, e lì sì, per fortuna, siamo riusciti a ottenere uno spazio sul capacity market e sta partendo in questi giorni il cantiere di realizzazione del nuovo impianto. Da un certo punto di vista mi sento di dire che la perseveranza di A2A nel cercare soluzioni è un fatto, quindi anche su San Filippo del Mela questo esercizio andiamo avanti a farlo.
  Seconda considerazione. Nella pluralità di iniziative andiamo avanti a esplorarle tutte, ben sapendo che alcune di queste hanno un'incidenza più rilevante in termini industriali e in termini occupazionali e altre evidentemente un po' meno. Però, il fatto di tenersi aperte tante opzioni è certamente un valore. Magari non c'è la soluzione che da sola, schioccando le dita, risolva tutto, ma tanti tasselli insieme danno un contributo. In questo senso stiamo facendo anche dei ragionamenti su opzioni che possono essere anche più innovative, che non vediamo descritte qua in quanto ancora ci stiamo ragionando, per cui ogni spunto è certamente utile. Continuiamo a raccogliere stimoli dal mercato, cercando opportunità e quant'altro.
  Terza considerazione. Sul tema della riconversione a gas la situazione è la seguente. Dicevo prima e lo ribadisco, l'impianto nell'assetto attuale ha davanti a sé ancora un po' di tempo di funzionamento, il che ovviamente è ossigeno, perché consente di funzionare, consente di mantenere occupate le persone, consente di erogare servizi che servono alla rete, quindi certamente per tutto il 2024. La mia opinione personale rispetto a come evolverà la rete: il 2025 dovrebbe essere lo stesso, ma secondo me anche il 2026. Insomma, finché non arriva il Tyrrhenian Link l'equilibrio della rete siciliana è più o meno quello. Quindi, abbiamo un po' di tempo per ragionare, per progettare e per lavorare in maniera non di stand-by, che anche solo banalmente dal punto di vista di percepito delle persone posso testimoniare che è una cosa molto diversa. Ho visto l'impianto di Brindisi che per parecchi anni è stato in una situazione di conservazione, tu andavi dalle persone e dicevi «no, tranquillo, ci stiamo pensando», però stringi e stringi che cosa? Poi è arrivata la soluzione. Però, è chiaro che finché si lavora evidentemente è molto meglio.
  Il secondo tema è sul capacity. Che cosa sta succedendo in questo momento? Che da qualche settimana, forse appena prima di Natale, Terna ha pubblicato il documento di consultazione per le possibili aste del capacity per il 2025, il 2026 e il 2027. Quindi, ciò che è stato fatto per il 2022, 2023 e 2024 verrà reiterato anche per i tre anni successivi, con tre aste separate, perché per ragioni normative le aste del capacity possono essere fatte solo anno per anno, ma verranno fatte, ragionevolmente, da quello che abbiamo capito, a qualche settimana l'una dall'altra, e sta consultando quelle che sono le regole del funzionamento. Quindi, oggi stiamo capendo come ci immaginiamo che possa evolvere il meccanismo, le regole del gioco, che è un elemento ovviamente importante.
  Non abbiamo ancora visibilità su un secondo elemento, che è un elemento determinante, che è come verrà costruita la curva di domanda. Perché? Molto banalmente, se l'asta 2024 ha dato esito zero, 7 megawatt di capacità nuova, perché nell'asta 2025 dovrebbe esserci più capacità? Se nulla è cambiato, se i fattori sono gli stessi, il risultato potrebbe essere lo stesso. Ma, in realtà, nel mezzo sono successe un sacco di cose. Che cosa è Pag. 13successo? È successo che il nostro sistema elettrico ha vissuto anni estremamente turbolenti.
  Abbiamo visto la Russia che ha chiuso i rubinetti, abbiamo visto un anno siccitoso che ha dato impatti molto rilevanti. Tendiamo a dimenticarlo, ma nel 2022 è successo questo: è mancata tanta acqua e, al netto delle implicazioni ovviamente rilevanti in ambito irriguo e in ambito idropotabile, c'è stato un impatto molto significativo in ambito elettrico, con due sfaccettature. Primo, c'era meno produzione idroelettrica. Secondo, alcuni impianti termoelettrici non riuscivano a funzionare perché, essendo raffreddati ad acqua, i livelli dei fiumi erano bassi, quindi non riuscivano a pescare acqua a sufficienza per raffreddare o l'acqua pescata era talmente calda che non raffreddava abbastanza. Quindi, gli impianti funzionavano poco. Per cui, la stessa Terna, nel Documento di consultazione (DCO), dice: «Attenzione, ci siamo accorti che nel 2022 c'è stato un momento di crisi, quindi sappi, caro operatore, che se tu prima avevi un impianto da 800 megawatt e io immaginavo di poter fare conto sulla tua capacità, mediamente in probabilità, per 700 megawatt, mi sono accorto che non è sempre vero, perché talvolta succede che, se fa caldo, tu non funzioni quanto dovresti, quindi magari non sono 700, ma sono 600».
  Secondo aspetto. Abbiamo visto nel corso di questi anni che l'Italia è un importatore netto di energia. Importa tanta energia, in particolar modo dalla Francia. Il parco nucleare francese ha avuto un po' di difficoltà, quindi l'Italia non ha importato sempre e continuamente energia o tanta energia dalla Francia. Nel 2023 ne ha importata molta, nel 2022 molta poca, molta meno, cosa che per un operatore che produce energia in Italia è una buona notizia perché c'è più spazio di mercato, ma per il sistema è un punto di domanda. Quindi, ancora una volta quando Terna dice «voglio essere adeguato, quanto import sottendono ai miei calcoli?», va capito. Questo è un esercizio, che è il loro mestiere, che fanno con enorme rigore. L'unico elemento che oggi porto a casa è che non è scontato che le ipotesi sottostanti alla costruzione della curva di adeguatezza siano le stesse identiche di quelle delle aste precedenti. Quindi, c'è questa opportunità che potrà essere valutata.
  In questo contesto, che è caratterizzato oggettivamente da grandissima incertezza, non lo nascondiamo, quello che possiamo mettere sul piatto sono, uno, la provata serietà di A2A nell'affrontare situazioni complicate analoghe a questa. È oggettivamente un tema di grande attenzione. Qui mi permetto anche di ringraziare il sindaco, perché la dialettica sul territorio è molto importante. È chiaro che noi facciamo un mestiere e la pubblica amministrazione fa un altro mestiere, ma se si ha condivisione degli scopi poi le diverse posizioni riescono a convergere anche in una situazione difficile. Quindi, la nostra serietà da una parte, la nostra operatività in varie aree di business.
  Il terzo elemento, che è un po' fuori dal nostro controllo, è quelle che sono le prospettive del mercato in un mercato in evoluzione.
  Mi fermo. Spero di non avervi annoiato troppo.

  PRESIDENTE. È stato massimamente chiaro, non proprio confortante, purtroppo.

  LORENZO GIUSSANI, Direttore Business Unit Generazione & Trading della Life Company A2A. Ci sono prospettive. Ripeto, non volevo apparire troppo pessimista.

  PRESIDENTE. Infatti, non ho detto pessimista, ho detto non troppo confortante, che è un concetto diverso.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANTONIO NICITA. Intanto anch'io mi aggiungo al Presidente nel complimentarmi per la chiarezza dell'esposizione.
  Ho alcune domande che possono essere interessanti per noi. Vedete, in base Pag. 14alla vostra esperienza, una specificità che potrebbe essere fatta per le isole rispetto ai meccanismi d'asta che si possono fare da altre parti dove ci sono diversi gradi di interconnessione? Ci può essere una specialità che questa Commissione potrebbe porre proprio sul tema delle aste? Mi riferisco sia alla dimensione geografica sia, evidentemente, anche alla programmazione e alla tempistica.
  La questione che lei ha citato da ultimo, quella della siccità, il problema della quantità idrica, ha un doppio aspetto. Significa stagioni più calde, meno piovose, meno capacità di utilizzare l'idroelettrico o di raffreddare gli impianti, ma allo stesso tempo anche un maggior utilizzo di condizionatori, quindi di energia. Anche qui, qualcosa in più, secondo voi, si può immaginare dal punto di vista dell'analisi dei picchi, quindi non semplicemente il mercato del giorno prima o il mercato del giorno dopo, ma una complessità legata ai mutamenti climatici, quindi ad hoc, di nuovo, per le isole che stanno nella parte finale del Mediterraneo da discutere sia con Terna sia con ARERA?
  Non ho capito, quando fate riferimento al mercato, dal punto di vista interno della Sicilia, com'è la questione, invece, della capacità di trasmissione, cioè se questo fabbisogno, o ridondanza, è limitato soltanto all'area geografica dell'impianto che avete citato o se è un tema siciliano nel suo complesso. Che significa? Se con altri investimenti – se sono necessari – di trasmissione elettrica interna alla Sicilia c'è una distribuzione più efficiente dentro la Sicilia, perché i due grandi investimenti che si stanno facendo sono di connessione tra Algeria e Italia, che già c'è. Sardegna, Sicilia, macro capacità, ma dentro le isole, quindi questo vale anche per la Sardegna, se, invece, un investimento maggiore può risolvere una serie di questioni.
  Un altro tema mi veniva in mente come domanda. Ai fini anche della sostenibilità di questi impianti, quando hanno una capacità prospettica pari a zero, in base alle dinamiche della domanda, se per queste isole, quindi per le specificità, di nuovo, che hanno le grandi isole, si può immaginare, se per voi si possono immaginare situazioni «multiutility», in cui, sostanzialmente, al fine di favorire un'economia di scala anche degli impianti e del personale, non si debba trasferire questa eccezionalità anche nell'idea di organizzare diversamente, anche nei servizi, quindi nelle gare, nell'approvvigionamento degli enti locali e così via, forme di multiutility, che l'Antitrust non guarda bene, di solito, nei mercati rilevanti locali, ma se, data la specificità, ciò serve a garantire sostenibilità dell'occupazione, eccetera, non possa essere sostenibile. Mi spiego: quanta diversificazione sostenibile di questa tipologia di impianti a capacità zero potete pensare. Questo vale per l'impianto di cui avete discusso, ma vale in generale su questo tipo di investimenti prospettici. Grazie.

  LORENZO GIUSSANI, Direttore Business Unite Generazione & Trading della Life Company A2A. Grazie per le domande.
  Provo a tratteggiare alcuni spunti di risposta, anche se evidentemente non posso essere esaustivo. Ovviamente, lei apre dei fronti estremamente ampi.
  Per quanto concerne la dinamica delle specificità delle isole rispetto ai meccanismi d'asta sul capacity – quando parlo di isole adesso parlo di Sicilia e Sardegna, nel senso che le isole più piccole sono in qualche maniera un'eccezione, su cui A2A è poco protagonista – sostanzialmente come funziona? L'obiettivo ideale di un gestore della rete è avere tutto il suo sistema perfettamente omogeneo dal punto di vista delle condizioni. Quindi, in un mondo ideale, avere un sistema perfettamente magliato e senza colli di bottiglia è l'ideale. Per tutta l'Italia. Non è un tema di isole. Per tutta l'Italia. Dal punto di vista elettrico, le isole geografiche sono isole elettriche nel momento in cui ci sono interconnessioni che rappresentano dei colli di bottiglia. Nei fatti, esistono anche delle «isole» anche senza essere isole. La Calabria, in qualche modo, è un'isola, tant'è che è una zona elettrica a sé stante, pur essendo, ovviamente, parte del continente, Pag. 15perché ha dei vincoli in entrata e in uscita dati dalla capacità di trasmissione.
  L'esercizio che fa Terna, quindi, è questo: una volta identificati, tra le varie zone elettriche, quelli che sono i vincoli all'importazione e all'esportazione, va ad allocare in maniera ottimale la capacità. Questo cosa vuol dire? Dico una banalità assoluta. Concettualmente, proviamo a pensare all'impianto fotovoltaico. È chiaro che un impianto fotovoltaico a Messina produce molte più ore che un impianto fotovoltaico a Milano. Però, se i consumi di energia elettrica sono a Milano, produco l'energia a Messina e devo farla arrivare a Milano, sostenendo gli oneri di trasmissione, ma superando anche eventuali colli di bottiglia. Quindi, se il consumo è cento al Nord e dieci al Sud e la produzione è cento al Sud e dieci al Nord ho un problema. Il problema si risolve in che modo? O allargando le maglie della trasmissione, quindi faccio in modo che il cento del Sud possa andare tutto al Nord, con bassi costi di produzione, ma alti costi di trasmissione, o, viceversa, produco cento al Nord con costi di trasmissione bassi, perché produco dove consumo o consumo dove produco, ma con costi di produzione più elevati.
  Adesso la zona elettrica è unica, ma nei fatti ci sono anche dei piccoli nodi, che sono delle piccole isole a sé stanti. Quindi, il grande dilemma che il gestore di rete deve affrontare è come trovare l'allocazione ideale del bilanciamento tra investimenti nella rete e investimenti nella capacità di generazione e di approvvigionamento. In questo senso, l'asta dovrebbe svolgere anche il mestiere di allocare nella maniera economicamente più efficiente questo. In qualche maniera, questo è tenuto in considerazione.
  Qual è il punto di difficoltà? È che si basano i calcoli su una previsione di sviluppo della capacità di generazione e della rete di trasmissione, le quali poi, nei fatti, potranno avere tempi e risultati diversi. Gli investimenti di trasmissione Terna li può pianificare. Poi, magari, ci mette un po' di più o un po' di meno (tipicamente un po' di più, perché sono cantieri molto impegnativi). La capacità di generazione, in realtà, è un mercato libero. Quindi, Terna può dire: «Mi aspetto che in Sicilia arrivino dieci gigawatt», ma magari ne arrivano cinque o venti, e l'equilibrio si va a modificare. Quindi, c'è questo elemento di incertezza.
  Telegraficamente. Il tema siccità è certamente un fattore. Noi vediamo un mondo che, in prospettiva, aumenta in maniera importante i consumi elettrici, ma non per un tema di spreco di risorse, bensì per un tema di efficientamento, cioè di elettrificazione dei consumi. Noi immaginiamo un mondo in cui i consumi elettrici, come incidenza sui consumi totali, che dovrebbero andare in riduzione, vanno a crescere, quindi la domanda dovrebbe aumentare. È altrettanto vero che questi fenomeni eccezionali – la base statistica mia personale è molto limitata, ma quello che stiamo vedendo, ovviamente, è che accadono con una frequenza molto significativa – devono diventare un fattore anche nella pianificazione. Sarebbe ingenuo oggi dire: «Il 2022 è stato un anno particolare. Risuccederà nel 2122, quindi chi se ne frega». Non può essere così.
  Questo guida anche, poi, gli spunti che concernono i ragionamenti dell'evoluzione della rete di trasmissione anche all'interno della Sicilia. Anche qui, la regione è un po' suddivisa nella zona est e nella zona ovest dal punto di vista elettrico. Il vero vincolo, però, che noi vediamo è principalmente al di fuori del perimetro siciliano.

  PRESIDENTE. Grazie. Tra l'altro, dobbiamo chiudere perché c'è un Ufficio di Presidenza in Commissione Giustizia.
  Ci sono altre domande? La prego di essere sintetico perché alle 10 devo essere nell'altro Palazzo.

  RAOUL RUSSO. Due secondi soltanto. Una valutazione tecnica e di prospettiva, perché mi sono perso la prima parte dell'audizione. Non ricordo esattamente dove è collocata la centrale. Forse la domanda non ha senso. Una delle emergenze in Sicilia sarà la siccità, nei prossimiPag. 16 anni. Due temi, secondo me, diventeranno importanti: depurazione delle acque e desalinizzazione, che diventa sempre più importante. Nelle vostre possibilità di sviluppo alternative, la desalinizzazione e la depurazione possono rientrare?

  LORENZO GIUSSANI, Direttore Business Unite Generazione & Trading della Life Company A2A. È uno di quei temi, che non ho elencato, su cui non abbiamo iter autorizzativi, ma che, ovviamente, stiamo guardando. La situazione del 2022 ci ha interrogato assolutamente in tal senso.

  RAOUL RUSSO. Anche questi sono elementi che porterebbero a un maggiore consumo di energia in Sicilia in generale, cioè impianti di desalinizzazione e depurazione. Questo è un ragionamento in prospettiva.

  PRESIDENTE. È stata tanto breve quanto opportuna la sua domanda, senatore Russo.
  Ringrazio gli auditi, dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione presentata sia pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

  La seduta termina alle 9.50.

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