XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

Resoconto stenografico



Seduta n. 24 di Martedì 14 maggio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 2 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 8 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 9 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 9 
De Maria Andrea (PD-IDP)  ... 9 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 11 
De Maria Andrea (PD-IDP)  ... 17 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 17 
Penza Pasqualino (M5S)  ... 17 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 20 
Ciani Paolo (PD-IDP)  ... 22 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 23 
Iaria Antonino (M5S)  ... 24 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 25 
Iaria Antonino (M5S)  ... 27 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 27 
Iaria Antonino (M5S)  ... 27 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 27 
Iaria Antonino (M5S)  ... 27 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 27 
Iaria Antonino (M5S)  ... 27 
De Palma Vito (FI-PPE)  ... 27 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 29 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 30

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BATTILOCCHIO

  La seduta inizia alle 11.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, che ringrazio per la sua disponibilità ad interagire con la nostra Commissione.
  Abbiamo avuto modo in questi mesi di confrontarci con molti ministri, che hanno presentato il loro lavoro sulla tematica più specificamente legata alle periferie italiane. Il suo Ministero in questi mesi è stato attivo in questo ambito e oggi avremo modo di approfondire alcune delle progettualità in corso e di avere un confronto su questi temi. Quindi, Ministro, le do la parola, rinnovando i ringraziamenti anche a nome di tutti i commissari.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Signor presidente, la ringrazio e ringrazio tutti i commissari presenti.
  Come dicevamo poco fa, è importante riportare al centro del dibattito il tema delle periferie, perché, soprattutto per le persone più fragili, i contesti difficili sono pluripenalizzanti, quindi avere un'attenzione da parte vostra, da parte del Governo, anche da parte del mondo del terzo settore è fondamentale,Pag. 3 lavorare insieme su questi obiettivi credo sia un valore per tutto il nostro Paese.
  In termini di disabilità, che, come sapete, nell'accezione della Convenzione ONU non riguarda più solo una persona che ha una disabilità fisica, intellettiva o sensoriale, ma è intesa come l'interazione negativa con il contesto, con l'ambiente, è quindi soprattutto nelle periferie, nei luoghi e negli spazi maggiormente isolati, disagiati e complessi, la persona, magari a fronte di una patologia anche lieve, aumenta il grado di disabilità per via di un'interazione con l'ambiente molto negativa.
  Come avrete già potuto notare in alcuni dei vostri sopralluoghi, anche con il Ministero per le disabilità abbiamo deciso di agire su due particolari settori, uno attraverso il bando delle Periferie inclusive, di cui immagino avrete sentito parlare. Vi sto parlando a braccio, ma lascio depositata la relazione con tutti i dettagli anche di questo bando, con alcune delle cifre che adesso magari vi leggo e con alcuni aspetti che vi possono interessare.
  Il bando Periferie inclusive è nato nella scorsa legge di bilancio, quando ho fatto la riflessione che state facendo voi: ci sono dei contesti che maggiormente limitano le persone nella vita quotidiana, che penalizzano ancora di più le persone, in particolare le persone che hanno una disabilità.
  Partendo da questo tema, cerchiamo di sviluppare percorsi virtuosi, che possano restituire in quei contesti un percorso magari ricreativo oppure di una dimensione di vita dignitosa per chi riesce a partecipare a progetti e iniziative che spesso partono dal mondo del terzo settore e dell'associazionismo. Io sono convinta che, in qualsiasi contesto difficile andiate, riuscirete a trovare delle persone che, generalmente in modo associato, riescono a produrre qualche progetto e qualche Pag. 4attività per dare una risposta a persone che hanno gravi disabilità o alle loro famiglie.
  Questo è qualcosa che noi dobbiamo potenziare e valorizzare, e ne sono così convinta che nella scorsa legge di bilancio abbiamo messo questi 10 milioni di euro, che sono rivolti alle città con più di 300.000 abitanti, perché le risorse erano circoscritte e dovevamo ovviamente individuare una platea. I contesti sono quelli delle periferie più complesse, più difficili del nostro Paese, naturalmente ce ne sono tante altre oltre a queste dieci città che vi elenco, ma il presupposto è il fatto di trovare una linea comune, di sperimentare questo percorso, che a breve vi dirò come è strutturato, partendo da questa opportunità di agire sulle dieci città con maggior numero di abitanti e in contesti difficili.
  Le città individuate sono Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Catania. Negli allegati trovate anche le cifre che sono state destinate, ma non sono state destinate con un riparto, sono state destinate attraverso un bando. Perché? Perché io sono profondamente convinta che, per dare delle risposte concrete ai bisogni delle persone, del territorio e soprattutto di chi è in difficoltà, dobbiamo unire le forze, noi, mondo istituzionale a tutti i livelli, e il mondo del terzo settore, insieme per trovare delle strategie di risposta comuni.
  Il mondo del terzo settore e le associazioni, naturalmente verificate e con tutte le caratteristiche di trasparenza e funzionalità corrette, sono quello strumento di competenza e di qualità che è in grado di raggiungere i bisogni dei cittadini, ma ha bisogno di essere legittimato proprio dalle Istituzioni.
  Le risorse sono quindi destinate attraverso un bando ai comuni, che sono obbligati a lavorare in rete con il mondo associativo, scegliendo loro (i comuni) il contesto e il gruppo di Pag. 5enti e associazioni che possono agire direttamente o coinvolgendo anche altri mondi. Penso al mondo delle parrocchie, penso ad aspetti sociosanitari, che riguardano la prevenzione, che possono essere parte di questa rete di iniziative.
  Loro hanno presentato tutte le loro proposte, che sono state vagliate da una Commissione e sono già state tutte autorizzate, quindi a breve inizieranno a lavorare sulle iniziative che hanno individuato. Naturalmente, è previsto un nostro monitoraggio con il Dipartimento, con gli uffici tecnici, e mi auguro che questa strategia possa coinvolgere tante persone che in questi luoghi, questi spazi, che spesso vengono portati all'attenzione per la criminalità, per fatti di cronaca più che cose positive, possano trovare un loro riscatto, cioè creare opportunità di collaborazione tra Istituzioni, mondo del terzo settore e singoli cittadini, ma anche creare un circolo virtuoso che possa autoalimentarsi.
  Avranno tempo fino a due anni per realizzare le proposte e potranno essere chieste anche delle proroghe. Se vi può interessare, io vi leggo anche le cifre del totale. Come leggete dai documenti, c'è una quota fissa che è stata destinata e una quota variabile, a seconda anche della popolazione e delle situazioni. Roma avrà 1.904.000 euro, Milano 1.240.000 euro, Napoli 1.036.000 euro, Torino circa 1000.000 euro, Palermo 900.000 euro o poco più, Genova circa 866.200 euro, Bologna 783.985 euro, Firenze 771.500 euro, Bari 749.880 euro, Catania 742.838 euro. Per sviluppare in contesti difficili progetti a partire dal mondo sociale, dal mondo che si occupa di disabilità, sono tante risorse, che, secondo me, possono creare davvero dei percorsi virtuosi.
  Se questi daranno gli esiti sperati, potremo anche immaginare di destinare più risorse, di rendere questo fondo più ampio, sviluppandolo anche in altre città che sono meno grandi, Pag. 6ma possono avere gli stessi problemi, le stesse difficoltà. La viviamo quindi come la sperimentazione di un progetto che guarda ai contesti delle periferie complesse, dalle quali sono convinta possano emergere proposte virtuose. Questo è il nostro spirito.
  C'è poi un altro progetto, che magari qualcuno di voi avrà sentito menzionare, perché spesso, quando parliamo del tema della disabilità, non siamo sulle prime pagine, quindi mi fa molto piacere che mi abbiate chiamato qui, perché posso raccontarlo e voi potrete farlo presente e ricordare che ci sono anche queste iniziative, so che siete stati anche a Caivano a fare un sopralluogo e all'interno del Piano Caivano c'è un'azione, che però non è ricompresa nei fondi Caivano perché ho voluto gestire direttamente con il Ministero, che si rivolge proprio direttamente alla disabilità.
  Si tratta di un progetto che si può sviluppare nell'arco di due anni. Insieme al commissario straordinario anche io ho fatto più sopralluoghi, abbiamo individuato dei locali e abbiamo individuato la Croce rossa come capofila di questo progetto, per dare delle risposte alle tantissime persone con disabilità che a volte sono anche invisibili in quei contesti. Penso ai contesti scolastici che avrete visitato, penso a tante persone che abitano nelle case popolari, dove spesso non riescono nemmeno a uscire di casa, ma non è nemmeno solo quello, a volte è proprio l'isolamento e il fatto che spesso in questi contesti non ci siano altre opportunità, se non la scuola e la famiglia, che sente sulle proprie spalle un carico e una responsabilità incredibile, proprio perché il contesto non consente lo sviluppo di altre iniziative.
  Anche in questo caso cercheremo di sviluppare alcune attività ricreative, a partire dal nucleo forte della Croce rossa, però cercando di coinvolgere quello che si è creato dopo che io Pag. 7ho iniziato a andare a Caivano e insieme al commissario straordinario l'abbiamo pensata, questa Consulta per la disabilità, che è fatta di alcune famiglie, di genitori, di fratelli, di persone che in vari aspetti si interessano del tema della disabilità. Hanno già sviluppato alcune iniziative che non riguardano le nostre risorse, ma che attraverso questa presenza hanno avuto il coraggio di esprimersi, come per esempio le Giornate verdi, dove sono stati insieme, hanno portato i loro figli o sono stati loro stessi protagonisti di momenti ricreativi nella zona del parco di attività sportive e di iniziative che hanno costituito.
  Noi investiamo su questo tema della disabilità, per creare circuiti e opportunità virtuose, circa 250.000 euro. Il progetto non è ancora iniziato perché ci è voluto il tempo di capire su quali associazioni poter contare, quali poter coinvolgere, lo farà anche direttamente la Croce rossa insieme al commissario straordinario, noi manteniamo comunque il monitoraggio e una presenza costante per verificare che tutto si sviluppi nel verso giusto.
  Nella documentazione trovate ovviamente tutto il progetto che lascio depositato, che è una grande opportunità per capire anche se questo modello, che noi abbiamo pensato per le periferie inclusive, anche su Caivano possa avere un riscontro positivo e possa essere davvero esportato anche in altri contesti, come personalmente ritengo.
  Quello che deve preoccuparci di più è il controllo, il monitoraggio e una presenza costante, cioè non un inizio e poi un abbandono, e questo deve valere per tutti i contesti difficili. Io credo che questo tipo di progettualità, di unione di intenti tra le istituzioni e il mondo del terzo settore possa essere comunque svolto a tutti i livelli istituzionali, a partire dai comuni, dalle regioni e a livello nazionale. Noi abbiamo fatto un po' un'inversionePag. 8 di rotta, partendo dal livello nazionale spero di stimolare anche le regioni a lavorare in questo modo, cioè che quando ci sono risorse dedicate alle altre istituzioni, magari comunali, agli enti, coinvolgano il mondo del terzo settore e che, se sono risorse dedicate al mondo del terzo settore possano in qualche modo interessare anche le istituzioni del territorio. Questo è l'obiettivo e spero che si possano creare davvero delle opportunità migliori per tutto il Paese. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Sono due macro temi che ci interessano molto e che dalla relazione potremo approfondire. Da un lato, questo bando Periferie inclusive, come ha detto lei, rappresenta una sorta di progetto pilota, una sperimentazione che parte da città con più di 300.000 abitanti, vede gli enti locali come soggetti proponenti, però poi la cosa molto interessante è questa sinergia che si vuole attuare con il terzo settore, che noi stiamo vedendo anche nei nostri sopralluoghi esterni che è una delle caratteristiche più importanti, che consente di dare sostenibilità ai progetti messi in campo, perché questa è una fase in cui sono attivate risorse importanti, però uno dei temi basilari è quello della sostenibilità in prospettiva dei progetti e anche della realizzazione degli interventi che vengono fatti sulla base di queste proposte.
  Sarà importante valutare e aggiornarci nei prossimi mesi, nel corso dell'anno o a inizio anno prossimo, per capire l'efficacia di questi progetti, e anche con il sostegno della Commissione rafforzare questo tipo di sperimentazione, coinvolgendo altre realtà urbane.
  Lei ci ha parlato di dieci progetti in corso. Tra l'altro, abbiamo visitato anche alcune di queste città, ne visiteremo altre nei prossimi mesi, quindi è un aspetto che anche noi affronteremo e approfondiremo.Pag. 9
  Caivano è un leitmotiv della nostra Commissione, non soltanto perché è un tema importante, ma perché stiamo approfondendo la possibilità di replicare le azioni che si stanno facendo a Caivano in maniera corposa ed efficace, valutando l'eventuale replicabilità di questo tipo di azioni nelle tante altre Caivano presenti nel resto d'Italia.
  Tra l'altro, noi abbiamo una collaborazione strutturata con la Croce rossa italiana e in una delle prossime visite potremmo anche approfondire questa progettualità e avere un'interazione con la Consulta per la disabilità.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Intanto che parlava il presidente, mi veniva in mente che anche questa sarebbe una bella sinergia, cioè il fatto che la vostra Commissione possa magari anche andare a vedere questi progetti che verranno attivati in queste città. Questo ci aiuterebbe, perché non si sono ancora avviati perché hanno appena presentato le proposte, sono appena state approvate e hanno naturalmente tempo, però, a distanza di alcuni mesi, non potrò visitarle subito tutte, quindi, se a voi può interessare, potrei farvi avere i progetti che andranno a sviluppare e, qualora foste interessati ad andare a vederli, sarebbe un aiuto reciproco e penso che potremmo aiutarci a vicenda su questo tema, che per noi è monitoraggio, per voi è anche verifica di quello che succede sul territorio, anche perché si devono attivare.

  PRESIDENTE. Benissimo. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questi o formulare osservazioni.

  ANDREA DE MARIA. Signor presidente, ringrazio il Ministro. Ho trovato questo progetto del bando davvero molto interessante e credo anch'io che potremmo tenerne conto quando facciamo le missioni, perché, anche se non sono iniziati Pag. 10gli interventi, sono già state assegnate le realtà che ci lavorano. Questo mi pare per un progetto interessante e credo sia giusto verificarlo sul campo.
  L'altra cosa che vorrei dire in modo introduttivo è questa: le politiche per la disabilità per natura sono trasversali ai vari Ministeri, ho anche fatto qualche proposta di legge e sono convinto che agire sulle disabilità abbia anche un interesse generale, perché, ad esempio, se uno agisce sulle barriere architettoniche, in realtà agisce per l'accessibilità della città a tutti i cittadini.
  Forse porrò temi che non attengono direttamente all'attività del Ministero, ma mi interessava conoscere l'opinione del Ministro in merito e capire se con altri ministeri ci sia un coordinamento e come si sviluppi l'azione. Il primo tema è questo delle barriere architettoniche, della qualità urbana, tema che come Commissione periferie abbiamo molto presente, immagino le risorse siano su altri Ministeri, però vorrei sapere se vi sia un'elaborazione del Ministero delle disabilità e un raccordo con gli altri ministeri, perché per le periferie è un tema di particolare valore.
  Non posso non porre questa seconda domanda alla Ministra per le disabilità. Scuola e formazione sono un altro settore fondamentale di integrazione. A proposito di rilievo mediatico pubblico, è di questi giorni una proposta per costruire classi separate per i disabili, io penso che la scuola debba essere sede di integrazione e di coesione e sarebbe una scelta drammaticamente sbagliata per tutti gli alunni, non solo per quelli disabili, però mi interessava sapere cosa pensi la Ministra di questa proposta che è stata avanzata pubblicamente.
  Infine, il tema della non autosufficienza, che riguarda sia persone con disabilità, sia persone che invecchiano, che subiscono incidenti, che ad un certo punto della loro vita vanno in Pag. 11un contesto di non autosufficienza. Con la vicenda del Covid questo tema è emerso con grandissima forza e anche l'opportunità di gestire a domicilio le situazioni di non autosufficienza, il che significa seguirle socialmente, utilizzare i meccanismi informatici, avere risorse significative per il Fondo per la non autosufficienza, fondo nazionale per cui si è fatta finalmente una legge di riferimento, fatto molto importante. Mi pare ci sia un tema di finanziamento che riguarda in parte il livello nazionale, in parte le regioni. Parlo dei fondi per la non autosufficienza. L'Emilia-Romagna ha un proprio fondo, finanziato direttamente, il Fondo nazionale è poco finanziato, ma non lo dico con scopo di polemica politica. La seconda domanda era anche un po' polemica politica, questa no, questa è proprio una richiesta di merito. Grazie.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Vado in ordine.
  Per quanto riguarda le barriere architettoniche, è un tema, naturalmente, che trattiamo da anni, tra l'altro le leggi ci sono dagli anni '80, sia quelle nazionali che quelle europee, e anche dei riferimenti molto chiari, perché spesso ci si dimentica che in Italia la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità è legge, quest'anno sono 15 anni dalla ratifica, a volte è considerata quasi come un manualetto di orientamento, invece uno dei principi fondanti è proprio l'accessibilità universale.
  L'accessibilità universale, naturalmente, contempla anche le barriere architettoniche, che sono una delle difficoltà più presenti nei nostri contesti, ma spesso, quando mi confronto con il mondo delle disabilità, emergono anche altre barriere, che sono per esempio quelle sensoriali per le persone cieche, per le persone sorde, spesso anche quando devono raggiungere uffici.Pag. 12
  Credo quindi che a livello amministrativo sia necessario invertire l'ordine delle priorità, e continuo a dirlo perché le risorse sono sempre scarse, ormai lo abbiamo imparato tutti, ci sono delle risorse nazionali sui PEBA, i Piani di eliminazione delle barriere architettoniche, però nel nostro Paese questa è legge da tanti anni, eppure da qualche indagine è emerso che solo il 5-8 per cento dei comuni si è dotato di questi Piani di eliminazione delle barriere architettoniche.
  Credo che non sia solo una questione di risorse e una questione di norme, credo che sia necessario adottare una visione nuova, una visione diversa, e spero che il decreto attuativo che stiamo facendo adesso e la riforma sulla disabilità possano essere da stimolo per attivare nuovi percorsi di valutazione del territorio e delle persone, perché il grande salto di qualità e di civiltà che vogliamo fare è quello di passare dall'assistenzialismo alla valorizzazione delle persone.
  Quando parliamo di valorizzazione delle persone, parliamo di persone che devono poter andare a lavorare, a giocare a calcio, in piscina, in spiaggia, e tutto questo è fatto di opportunità, e siamo noi i primi che a tutti i livelli istituzionali dobbiamo agire ricordandoci che possiamo fare qualcosa per migliorare le cose vecchie, ma che su quelle nuove non dobbiamo costruire nuovi limiti nell'interazione negativa con l'ambiente per tutti.
  Ci sono delle risorse, tra l'altro vi dico che a brevissimo verrà insediato il nuovo tavolo sui PEBA, per rivedere la norma sull'eliminazione delle barriere architettoniche, da qualche anno a questa parte c'è un altro tema: le persone non solo vogliono entrare in una struttura, ma vogliono anche poter usufruire degli spazi e delle strutture, e noi dobbiamo aggiornarci per quanto riguarda i trasporti, per quanto riguarda gli uffici pubblici.Pag. 13
  Uno dei decreti attuativi della riforma è l'accessibilità dei pubblici uffici non solo dal punto di vista dei cittadini che devono usufruire dei servizi, ma anche degli stessi lavoratori con disabilità, che devono essere messi nelle condizioni di poter lavorare in autonomia rispetto alle proprie mansioni, non solo nelle barriere architettoniche per accedere alla scrivania, ma anche per tutte quelle tecnologie e quelle diciamo funzioni che devono poter svolgere autonomamente, eliminando quelle barriere che – ripeto – non sono solo fisiche, ma spesso anche sensoriali, anche sull'informazione e sulla comunicazione. Se pensiamo alle persone sorde, che quando negli uffici pubblici devono sempre portare con sé un interprete.
  Ci sono tante cose che si possono fare e migliorare, e credo che debbano essere il frutto di una responsabilità condivisa e comune a tutti i livelli istituzionali del mondo privato e qualche volta anche dei singoli cittadini che fanno parte di tutti questi mondi che stavamo descrivendo.
  Per ricollegarmi al tema delle periferie inclusive, è chiaro che quando parliamo di queste cose, nei contesti più complessi è ancora più difficile rilevarle, quindi lì serve uno sforzo ancora più grande. Ecco perché investire in qualche sperimentazione, in qualche proposta che possa stimolare le Amministrazioni, ma anche i contesti sociali, a migliorarsi in questa direzione.
  Nel vostro caso, occupandovi delle periferie difficili, complesse del nostro Paese, è chiaro che ci vuole un'attenzione ancora maggiore e che non basterà dirlo, ma serve davvero un lavoro importante sull'invertire le priorità e, quantomeno nel momento in cui si creano nuovi spazi del contesto pubblico, negli uffici, oltre a migliorare le cose esistenti, evitare che si creino nuove barriere e nuovi limiti per qualunque persona, perché l'accezione di disabilità comprende tantissime persone.Pag. 14
  Un report dell'Istat di qualche mese fa dice che in Italia sono 3 milioni le persone che hanno una limitazione negativa con l'ambiente lieve, media, grave, gravissima, che sia temporanea o permanente, quindi praticamente tutti. Ecco perché dico che dobbiamo tutti essere protagonisti di questa svolta, di questo nuovo modo di vedere le cose, che poi è lo spirito della riforma.
  Veniamo alla domanda più polemica, alla quale ho già risposto dicendo due cose. In Italia ci sono delle leggi molto chiare sull'inclusione scolastica, siamo uno dei pochi Paesi in Europa che ha queste norme, per fortuna ce ne siamo dotati, e credo che siamo anche un Paese che può essere un modello per gli altri, con tutte le nostre difficoltà, perché abbiamo, dal mio punto di vista, anche un sistema da rivedere. I numeri parlano chiaro, sono tantissimi i bambini e spesso hanno anche disabilità invisibili, quindi si fa anche fatica, a volte, ad avere un'attenzione specifica all'interno della classe. Ecco perché io dico spesso al Ministro Valditara che dobbiamo provvedere con una riforma che faccia in modo che tutti gli insegnanti lavorino insieme bene, in armonia, e anche l'insegnante primario sia protagonista e responsabile del percorso didattico di tutti gli studenti.
  L'altra cosa che mi preme dire è che mi dispiace molto che questi temi prendano visibilità e 15-20 giorni fa sia stata approvata la riforma della disabilità nel cuore principale, cioè il decreto attuativo che riguarda la rivalutazione del percorso della valutazione dell'invalidità civile, che riguarda l'introduzione del progetto di vita che cambia radicalmente nel nostro Paese il modo di valutare e prendersi cura e carico della persona con disabilità sui territori, e ne abbiamo parlato troppo poco.
  Questo è un tema che sarà all'attenzione di un percorso capillare di formazione, però abbiamo bisogno che quello Pag. 15sguardo nuovo che si porta all'interno della riforma e che è presente nei decreti, soprattutto con quello del progetto di vita, perché cambia totalmente il fatto che oggi le persone con disabilità e le loro famiglie si devono rivolgere a singoli settori di azione, fatti come compartimenti, silos (il mondo della sanità, il mondo sociosanitario, il mondo sociale), quando invece in mezzo c'è una persona.
  Il punto di vista cambia completamente, perché con il progetto di vita poniamo la persona al centro di un percorso e tutte le Istituzioni devono sedere intorno e attivare direttamente servizi e misure di tutte le nature, quindi sanitaria, sociosanitaria e sociale, ricordandosi che in mezzo c'è una persona, a partire dai suoi desideri e dal suo diritto di scelta, così come sancito dalla Convenzione ONU, in condivisione con la famiglia, in un percorso che è sicuramente più faticoso per le istituzioni, ma è un percorso di presa in carico e di responsabilità che non può più attendere.
  Dovremo fare una grande formazione capillare, soprattutto perché nei contesti più difficili, ma io penso anche a Caivano, dove adesso c'è una situazione difficile, dovremo accompagnare nel migliore dei modi questo cambio di prospettiva e questo aggiornamento nella dignità di vita delle persone. Questa è un'altra cosa che sicuramente dovremo avere a cuore in quei contesti difficili, ma per tutte le persone.
  Venendo alla non autosufficienza, è chiaro però che sono due decreti diversi quello sulla disabilità e quello sulla non autosufficienza. Quello che vi posso dire è che per quanto riguarda la riforma della disabilità le risorse ci sono, inizieremo con una sperimentazione, come sapete, su nove province in tutta Italia a partire dal 1° gennaio 2025.
  Come chiesto dalla norma, perché deve essere un'entrata in vigore progressiva (vi ho parlato del progetto di vita e sto Pag. 16approfittando per parlare di tutte le cose che facciamo, ma vi ringrazio, è una bella occasione), c'è anche tutta la parte della riforma che riguarda l'invalidità civile, che sarà un percorso molto impattante. Se infatti per 30-40 anni abbiamo seguito determinate prassi, oggi andremo ad introdurre un percorso di valutazione che riguarda gli aspetti qualitativi e il funzionamento della persona, quindi ci sarà un percorso di innovazione importante che richiederà tempo e un'entrata in vigore progressiva.
  Quello che interessa a noi sulla disabilità e la non autosufficienza per quanto riguarda l'anziano è che abbiamo messo una norma di continuità soprattutto nella presa in carico della persona con disabilità, perché non è che uno smette di avere una disabilità e diventa anziano, quindi una norma di raccordo che è fondamentale per poter gestire i servizi e tutto quello che riguarda la persona con disabilità nel momento in cui diventa anziana.
  Il Fondo per la non autosufficienza, come sapete, compete al Ministero per le politiche sociali. Dico solo che non è mai diminuito, perché i numeri sono sempre aumentati e nel corso di tutti questi anni ha avuto sempre un aumento, dopodiché ogni regione lo utilizza e lo riparte secondo la propria organizzazione. Sono schemi molto differenti dalla Lombardia all'Emilia-Romagna, al Veneto o altre regioni del centro e del sud, che riguardano persone con disabilità e le loro famiglie, e che a volte sono anche molto differenti, però credo sia scontato dire che su questi temi servono sempre più risorse, quindi l'impegno è comune per cercare di fare questa inversione nell'ordine delle priorità, mettere sempre le persone al primo posto a livello locale, regionale, nazionale e anche europeo.
  Noi ci stiamo provando, ne stiamo dando dimostrazione anche con questa riforma e spero che il percorso possa essere Pag. 17il più possibile condiviso, ma anche corretto, laddove ci sia la necessità.

  ANDREA DE MARIA. Se posso dire una cosa velocissima, un tema che ha sollevato il Ministro e che a me sta molto a cuore ed è molto importante è quello della lingua dei segni, perché per le persone sorde e sordomute l'accesso agli uffici pubblici è complicatissimo. Pensate anche ai pronto soccorso, se uno sta male e non ha una persona che lo accompagna.
  Io ho sempre avuto una suggestione: mettere nei concorsi pubblici una norma con cui inserire fra gli elementi che fanno punteggio anche la conoscenza della lingua dei segni.
  Avendo fatto il sindaco in un comune piccolo, che in ogni ufficio ci sia una persona che conosca la lingua dei segni è irrealistico, però, se in una struttura generale ce n'è uno, è la persona a cui si chiede.
  Facevo questo esempio, ma penso sia un tema molto importante su cui studiare delle forme sia di promozione della lingua dei segni, sia di promozione dell'utilizzo della lingua dei segni nella pubblica amministrazione.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Ci sono infatti alcune amministrazioni e tante scuole che lo fanno in autonomia. Noi abbiamo un fondo che si chiama Fondo ipoacusia, che finanzia alcuni progetti che non hanno la persona lì fisicamente, però le persone sorde possono, attraverso delle applicazioni, presentarsi in posta, in comune o in ospedale e avere l'interpretariato in diretta a qualsiasi ora.
  Si sono sviluppate in tutte le regioni, abbiamo un monitoraggio anche su questo e abbiamo rifinanziato anche quest'anno questa possibilità di progetti, poi, certo, si può sempre migliorare.

  PASQUALINO PENZA. Grazie mille, Ministro.Pag. 18
  Ho ascoltato con molta attenzione quello che ci ha raccontato. Specialmente ci ha fatto capire che le invalidità e le disabilità esistono a vari livelli, sono di varia entità.
  Spesso parliamo in Commissione delle attenzioni particolari che ci sono su Caivano, e, soffermandomi sul tema Caivano, non posso non chiederle in che modo si possa scindere la disabilità dal contesto sanitario, che, specialmente dove si trova Caivano, quindi il distretto Napoli Nord 2, versa in uno stato descrivibile. Il CIM di Afragola, ad esempio, funziona malissimo, e le parlo non da parlamentare, ma da figlio di un disabile e da marito di una disabile, quindi ho potuto testare personalmente l'inefficienza dell'intera ASL Napoli Nord 2 e di segnalarlo al Presidente, che con molta cura ha avuto la gentilezza di leggere alcuni appunti.
  Attuare progetti per i disabili, per i bambini, per i ragazzi è veramente un gesto bellissimo e apprezzabilissimo, sono sicuro che l'impegno profuso dal dottor Ciciliano con la sua collaborazione avrà ottimi risultati, ma non possiamo prescindere dalla questione sanitaria.
  Non voglio limitarmi solo a quel ramo di periferia che è Napoli Nord 2, dove io stesso ho difficoltà a contattare il dirigente di Napoli Nord 2, che per due volte ho chiamato come parlamentare, ma non sono stato richiamato (mi riserverò successivamente di fare qualche altro appunto, perché è importantissimo che si intervenga).
  Al CIM di Afragola sono presenti tre medici su un organico di quindici; la risposta del medico con cui ho accompagnato mio padre poco prima del ricovero è stata «lamentatevi con la direzione», chiaramente non sapeva di trovarsi davanti ad un parlamentare.
  È gravissimo che un utente venga accolto in modo superficiale, è chiaro che il CIM di Afragola non è facile, oltre ad Pag. 19assistere a una scena che non voglio descrivere in questa sede, ricevo una risposta del genere, oltre alla superficialità che il medico ha riservato a mio padre, quindi adesso lei sta ascoltando una testimonianza diretta, forse altri cittadini non riescono a parlare con il Ministro, io ne ho la fortuna, quindi ne parlo con lei perché la ritengo un caposaldo di questo Ministero, quindi è importante che sappia.
  L'invalidità è strettamente correlata anche al contesto sanitario e, se non viene affrontata nei dovuti modi, abbiamo grosse criticità. Io vivo con mio padre disabile da quando avevo 6 anni, oggi ne ho 38, e in più ho mia moglie, quindi ho vissuto tutta la mia vita in compagnia dello stesso tema: la disabilità. Abbiamo 600 bambini a Napoli Sud 3 con problemi di neuropsichiatria, ma mancano gli psichiatri infantili, altra problematica.
  Spostando l'attenzione sulla questione del lavoro, il lavoro per i disabili non è facile, volevo fare la tesi in diritto delle disabilità, purtroppo la docente non aveva la disponibilità in quel periodo e ho puntato su altro, però l'esame che mi è piaciuto di più è stato quello in diritto della disabilità.
  Mi ha colpito constatare come tante aziende preferiscano addirittura pagare tasse in più piuttosto che adattare le loro aziende al contesto adeguato a un disabile. Ho amici disabili, uno non ha il dono dell'udito, che dopo anni, a causa di un cambio di Amministrazione, ha deciso di lasciare l'azienda in cui ha lavorato, trovando poi difficoltà nel reimpiego, mentre invece dovrebbe essere non dico una corsia preferenziale, perché loro sono come noi, anzi non dovrebbe neppure esserci un «loro» e un «noi» perché siamo tutti cittadini italiani, però è chiaro che dobbiamo essere messi tutti sullo stesso livello, quindi c'è bisogno di una grande attenzione per viaggiare tutti sugli stessi binari e alla stessa velocità.Pag. 20
  L'appello che le rivolgo, Ministro, è semplicemente di attenzionare quanto le ho detto, è un appello che viene da un diretto interessato in quanto familiare di persone con disabilità, quindi sento veramente mio questo tema e spero che il dialogo che oggi c'è stato tra noi sia veramente proficuo nel risolvere questi problemi.
  La prego a nome di tutti i cittadini, non solo quelli disabili o con familiari con disabilità, perché oggi siamo in salute e magari domani non più, quindi avere strutture sanitarie che funzionano giova a tutti, specialmente alle persone che oggi si trovano in svantaggio rispetto agli altri.
  Spero che questo mio appello sia un modo per sensibilizzare e che lei riesca ad agire specialmente su Napoli Nord 2 e Napoli Sud 3 veramente. La prego con tutto il cuore di realizzare un grande intervento. Grazie.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Ringrazio per questa testimonianza di vita, quindi non solo politica. Sono stata tante volte a Caivano e capisco anche le difficoltà che ci sono in Campania e in tante altre zone, perché sono stata un po' ovunque e naturalmente c'è questo contesto, ma ce ne sono anche tanti altri molto difficili.
  Questo cambio non solo culturale ma di civiltà, questo passaggio epocale consiste nel riconoscere il valore di ogni persona, perché qui sono stati toccati anche il tema del lavoro, il tema sociale, il tema della sanità. È chiaro che il benessere e la salute stanno alla base primaria della vita di tutti noi, però nella dignità della vita c'è anche il percorso lavorativo, abitativo, ricreativo, per creare la dimensione della vita di una persona. Da soli non ce la facciamo, io da sola non ce la faccio, lei da solo non ce la fa, neanche la Commissione periferie da sola ce la fa, e neanche tutto il Parlamento, se non facciamo in modo insieme che ci sia questa presa di coscienza e di responsabilità Pag. 21che, quando si fa qualcosa, bisogna farla per gli altri, che se si lavora nella sanità, nel sociale, quando si tratta di un Ente locale, o in altri ambiti, non sono luoghi chiusi e limitati, ma ci si può confrontare per risolvere le problematiche.
  Faccio fatica ad accettare quando ci sono degli scompartimenti e magari una persona che è in difficoltà si rivolge al proprio comune, all'ente territoriale, e si sente dire «non è mia competenza, devi andare da un'altra parte» perché è sbagliato, magari si può fare qualcosa di più per mettersi in collegamento e cercare di risolvere un problema. Questo è lo spirito del progetto di vita, lo diciamo terra terra, però lo spirito è quello: evitare che una persona ogni volta si trovi davanti a degli sportelli chiusi, limitati, e debba avere lunghe attese, non risposte e situazioni difficili. È un tentativo epocale.
  Mi scuso perché abbiamo trasformato questa seduta in un'audizione in generale sulla disabilità, però mi avete fatto voi le domande e dato gli spunti, quindi mi sento di dirlo, però è necessario che ci sia una presa di coscienza da parte di tutti dell'agire quotidiano, di chi lavora nella sanità come di chi lavora agli sportelli degli enti locali.
  Lei mi ha fatto un appello sulla sanità, sul lavoro, sull'autismo, sul territorio, sul sociale, io ci provo per quelle che sono le mie competenze, e con l'opportunità che abbiamo del decreto attuativo della legge delega abbiamo la possibilità di fare formazione. Spero che la formazione possa essere una chiave di volta, perché la faremo nell'ambito sanitario, nell'ambito comunale, nell'ambito regionale, con il terzo settore, nelle università, e spero che possa cambiare l'approccio e lo spirito.
  Dopodiché lei mi ha portato anche una testimonianza di vita, in cui spesso sono le stesse persone a fare la differenza, perché se uno non la richiama al telefono è una sua scelta, quindi mi auguro che quantomeno queste situazioni si possano risolvere, Pag. 22sul resto lavoriamo, ma vorrei che lavorassimo davvero insieme, perché – ripeto – questi sono temi trasversali, che riguardano non solo le persone con disabilità, ma tutti.

  PAOLO CIANI. Buongiorno al Ministro. Grazie per questa audizione.
  Un'osservazione molto breve. Io ho visto il bando Periferie inclusive e lo ritengo un bando importante, una cosa bella per due motivi di fondo. Conosco bene il lavoro delle realtà di base dell'associazionismo sui territori ed è un lavoro molto bello e importante da valorizzare, quindi trovo il fatto che questo bando si rivolga a loro attraverso le Amministrazioni pubbliche una cosa giusta e intelligente, che va ad insistere sui territori delle periferie, di cui ci occupiamo in questa Commissione, che spesso sono quelli che maggiormente soffrono da tanti punti di vista, anche quelli che riguardano la disabilità.
  Sono però preoccupato e vorrei condividere con la Ministra la preoccupazione, perché spesso le Amministrazioni pubbliche (penso sicuramente a Roma, la capitale d'Italia) in altri ambiti soffrono molto di mancanza di risorse. Penso al tema della disabilità gravissima, penso al tema delle case famiglia.
  So bene che le risorse derivano da tre Ministeri diversi che non sono tutti in capo alla Ministra, però è evidente che sia la sua persona in quanto attenta specificamente a questo tema, sia il suo Ministero che porta questo nome viene da tutti identificato come quello che deve portare maggiormente avanti questa rivendicazione anche con gli altri colleghi del Governo, perché anche gli interventi che potremmo realizzare con Periferie inclusive sono meno apprezzati o meno valorizzati quando esistono carenze strutturali su temi enormi, come la disabilità gravissima.
  Volevo condividere questo con voi e con la Ministra, che penso sia d'accordo, per trovare delle vie per aiutare gli enti e Pag. 23le Amministrazioni locali a rispondere a questo tipo di necessità.
  Vi ringrazio.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Grazie, onorevole Ciani, è una riflessione assolutamente di buonsenso.
  È chiaro che io devo partire da quello che ho a disposizione, poi sono abituata anche a cercare di stimolare gli altri, assolutamente non a dare esempi perché non sono io la persona che deve dare esempi, però magari, cercando di lavorare in una certa direzione, provare a farsi seguire anche dagli altri, in modo che anche altre azioni, altre linee politiche si possano riallineare sulla stessa frequenza d'onda.
  Le difficoltà sono a tanti livelli e quindi dobbiamo fare il massimo per ottimizzare le risorse, stimolare i territori, valorizzare gli enti del terzo settore e stimolare anche la partecipazione del mondo privato, perché insieme tutti e tre si può su determinati progetti cercare di dare risposte ancora migliori.
  Dopodiché so che sul tema strutturale ci sono delle insofferenze, però siamo nel bel mezzo di questa riforma, che dobbiamo spingere il più possibile per avere questo nuovo sguardo, per smettere di ragionare in maniera rigida, perché bisogna iniziare a riorganizzare tutto nell'ottica della dimensione del progetto di vita della persona, perché questo è quello che garantisce più di ogni altra cosa che si riceva quanto necessario in termini di bisogni, servizi, opportunità e anche di valorizzazione delle proprie capacità e competenze, e dall'altra parte insomma che si eviti di avere una distribuzione rigida.
  Faccio solo un esempio per quanto riguarda i centri diurni. Sappiamo che in tutto il territorio italiano abbiamo questa bellissima opportunità dei centri diurni, alcuni sono eccezionali, ma è necessario che diventino dei veri punti di riferimento Pag. 24per il territorio, per le comunità, per il mondo delle associazioni e che vadano sempre di più nella direzione di modellarsi intorno alle necessità delle persone.
  Abbiamo il dovere di valorizzare e di intraprendere percorsi di formazione e di inclusione lavorativa, che possano garantire a tutte le persone di essere parte attiva della nostra comunità, con una partecipazione piena dal punto di vista civile, sociale e politico alle nostre comunità e al nostro Paese.
  Mi rendo conto che è un discorso complesso e che ci vorrebbe un'ora, però ho capito benissimo la riflessione dell'onorevole Ciani, la condivido, c'è bisogno di fare molto di più. Noi abbiamo iniziato e speriamo che insieme possiamo andare nella stessa direzione.

  ANTONINO IARIA. Buongiorno, Ministro. Non la prenda sul personale, però io trovo che le cose che ha detto siano veramente poca cosa, perché se dobbiamo guardare al Governo che lei rappresenta, di tutte le cose che ha detto, che possono essere condivisibili, voi non ne avete fatta una.
  Mi riferisco in particolare al finanziamento per l'eliminazione delle barriere architettoniche in ambito privato, perché avete affossato la misura del Super bonus che anche in questo campo dava una gran mano per risolvere questo problema, perché il problema è prettamente economico, di risorse per poter affrontare questo tipo di modifiche importantissime per migliorare la vita delle persone con disabilità; avete abbassato la spesa sanitaria; avete perso i fondi o non state spendendo i fondi del PNRR che riguardano le Case di comunità; avete sempre, nell'ottica del Super bonus, bloccato tutte quelle operazioni che erano partite da enti del terzo settore a cui erano collegati anche immobili di proprietà comunale dati in concessione, quasi in comodato gratuito, per poter creare Case di comunità, servizi diurni, servizi per il Dopo di noi, servizi che Pag. 25possono essere utili a tutte le associazioni del terzo settore che hanno bisogno di spazi e di attività di un certo livello per poter essere veramente utili alle persone con disabilità non solo motoria, ma anche psichica o di altro tipo.
  Mi permetta, avevate tutti gli strumenti per poter fare una politica, sul discorso PEBA possiamo essere tutti d'accordo, ma è stato sempre poco finanziato, Periferie inclusive saranno progetti spot, c'era una misura di impatto nazionale, una misura infrastrutturale potente che poteva finanziare queste cose e l'avete praticamente distrutta.
  In ultimo, visto che lei fa parte di questo Governo, in cui c'è una forza politica che sta candidando una persona che dice che le persone con disabilità devono avere delle classi separate, mi permetta, io non ho sentito dal Governo una voce critica forte, anzi si dovrebbe proprio togliere dalle candidature il famoso generale Vannacci per aver detto questa porcheria, questa cosa che non è degna di un Paese civile.
  Mi perdoni, lo ripeto, non è un attacco personale, perché so quanto sia difficile governare, so però che anche da quanto ho sentito dalla sua interlocuzione lei è stata molto sul generale, perché chiaramente in difficoltà, perché il suo Ministero ha pochissime risorse, e le poche risorse che poteva utilizzare il suo Ministero sono state eliminate dal Governo che lei rappresenta oggi.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Grazie, collega, non la prendo assolutamente sul personale, perché è comunque una polemica politica più che altro, però faccio un chiarimento prima di tutto sulle risorse, perché mi spiace che ancora chi sta in Parlamento sia così poco informato.
  Come sapete, è stato creato un Fondo unico che non esisteva, abbiamo a disposizione circa 740 milioni, che serviranno alcuni per i fondi strutturali già previsti, altri per rifinanziare alcuni Pag. 26interventi che erano previsti solo fino al 2023, che andremo a riproporre anche per i prossimi due anni e che sono molto importanti, come per esempio il bando sul turismo accessibile, quello sull'inclusione attraverso i parchi giochi, tutti finanziamenti che vanno davvero sui territori a beneficio di tutta la comunità. C'è anche un bando che riguarda l'autismo, che presto emaneremo per sostenere.
  Certo, mi dispiace sentire che ci sono tante persone che hanno avuto anche occasione nei percorsi precedenti, anche perché anche con il Movimento 5 Stelle abbiamo fatto un percorso di governo importante ed è necessario ricordare che bisogna lavorare sempre nella direzione giusta, ma nessuno ha la bacchetta magica, come avete potuto vedere anche voi in passato.
  L'importante è dimostrare che c'è la volontà di mettere delle risorse su un cambiamento concreto, e mi dispiace che non sia stata citata invece la riforma sulla disabilità, perché questo – lo ripeto e non so come rimarcarlo ancora di più – è un cambiamento epocale, e dire che non si è fatto niente vuol dire non aver capito nulla di quello che sta succedendo nel Paese.
  Questo veramente mi dispiace, ma non mi fermo, perché lavorerò ancora di più per girare tutto il Paese, persona per persona, associazione per associazione, comune per comune, per cercare di lavorare insieme, perché abbiamo capito che nessuno da solo va da nessuna parte, quindi io sono la prima che si vuole mettere in gioco al fianco delle associazioni, delle persone e dei comuni, per utilizzare questa grande opportunità, perché stiamo vivendo in un mondo di crisi, di difficoltà, molto è stato determinato anche dal Super bonus purtroppo, quindi si è dovuto anche circoscrivere le risorse, però è necessario lavorare in questa direzione per poter sfruttare l'unica opportunitàPag. 27 che abbiamo in questo Paese per cambiare la traiettoria di vita e migliorare la qualità della vita delle persone.

  ANTONINO IARIA. Ministro, visto che non ho capito nulla, nei 740 milioni ci sono anche i soldi per finanziare le classi speciali per le persone con disabilità?

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Non raccolgo la provocazione.

  ANTONINO IARIA. Io, presidente, non ho detto che la Ministro non ha capito nulla, lei invece si permette di dire che io non ho capito nulla...

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. No, io ho detto che mi dispiace che lei abbia detto che non è stato fatto nulla.

  ANTONINO IARIA. Le dispiace che non sia informato, ma io sono molto informato.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Non mi pare.

  ANTONINO IARIA. È informata lei, che ha fatto una fuffa di due ore dicendo nulla, dicendo che bisogna sicuramente lavorare per le persone con disabilità. Ma non è questo il momento per capire chi sia più ha informato, sono sicuro che chi sente da fuori e lavora nel settore capisce subito chi è più informato e più sul pezzo.
  Grazie, presidente.

  VITO DE PALMA. Grazie, signor Ministro.
  A differenza del collega che mi ha preceduto, le faccio un pubblico apprezzamento per aver voluto – lei in primis e anche Pag. 28il Governo – finanziare e puntare sul bando Periferie inclusive, anzi, tenuto conto che quel bando era a valere sulle risorse 2023, rispetto alla scelta iniziale di attendere la valutazione dell'efficacia dei progetti, le chiederei invece di ampliare già, laddove possibile, anche ad altre realtà, non necessariamente con un numero di abitanti così forte (si può individuare un meccanismo).
  Si potrebbe mutuare il meccanismo che il Ministero dell'istruzione ha individuato per l'utilizzo di risorse del PNRR sugli asili nido, per cui, prima di consentire la presentazione di progetti, la valutazione è stata fatta anche sul numero reale di beneficiari, quindi l'assegnazione delle risorse è già partita grazie ad un ragionamento fatto a monte sull'individuazione delle risorse comune per comune.
  In questi casi utilizzare una banca dati delle notizie in possesso del Ministero permetterebbe di procedere più velocemente, che significa investire e programmare, quindi ben venga la riforma, e, soprattutto, allontanarci da alcune considerazioni di chi ha governato questo Paese e ha dichiarato che il «dopo di noi» è una beffa, mentre invece oggi questo Governo, adotta una misura, sebbene sia finanziata non dal Ministero della disabilità ma dal Ministero del lavoro.
  Certo, sarebbe necessario utilizzare maggiori risorse, e potremmo utilizzare l'input di un Ministero specifico come il suo per quanto concerne gli alloggi per residenzialità pubblica. Nelle missioni che noi abbiamo effettuato in alcune realtà come Commissione, abbiamo notato che, proprio perché la maggior parte di questi alloggi appartengono al passato, quando c'era una limitata attenzione alle barriere architettoniche, oggi abbiamo necessità di interventi. Qualcuno suggerisce che si sarebbe potuto utilizzare il Super bonus, io ritengo che chi ha programmato le risorse PNRR avrebbe potuto pensare molto Pag. 29meglio con quelle risorse piuttosto che con il Super bonus, che le notizie di questi giorni dimostrano come è stato utilizzato, quindi, Ministro, un'attenzione particolare alle risorse e al loro utilizzo all'interno delle Regioni.
  Nei giorni scorsi abbiamo attenzionato nel mio comune il trasferimento della neuropsichiatria infantile dal comune di Ginosa, in provincia di Taranto, presso il CAT, un provvedimento della regione Puglia con utilizzo di risorse particolari, ma non si può spostare una persona con disabilità da un comune all'altro. Sarebbero necessarie quindi delle linee guida del Ministero che obblighino ad andare nella direzione giusta.
  Ben venga, quindi, il decreto attuativo della legge delega, che ci consentirà di mirare meglio i progetti sul territorio. Grazie.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Grazie. Sicuramente il tema degli alloggi è anche questo un tema che si è trascinato nel corso del tempo. Penso davvero a tantissime periferie che ho visitato in contesti in cui, oltre a non esserci l'ascensore o essere utilizzato in maniera distorta, soprattutto in alcune zone, banalmente non c'è neanche il citofono, sono state pensate e realizzate in altre epoche e non sono più eseguiti lavori di manutenzione sufficienti a mantenerle in uno stato decoroso, a volte è anche il contesto che è difficile.
  Penso alle persone che magari hanno acquisito un appartamento al quarto, al quinto o al sesto piano e poi sono diventate non solo persone con disabilità, ma anche anziane o in difficoltà, e a volte si fa anche fatica a fare il cambio d'alloggio, perché non sono sufficienti, però i casi sono molto differenti da regione a regione, ma anche da comune a comune, da provincia a provincia, perché hanno una gestione e un'organizzazione differente.Pag. 30
  Per le persone con disabilità dovrebbe valere e spero che valga anche in questo caso la regola del buonsenso, per cui nel momento in cui subentra una disabilità si possa chiedere questo cambio alloggio e si possa accedere a degli appartamenti più comodi, ma a volte, purtroppo, ci sono anche delle resistenze interne su queste opportunità.
  È un tema molto complesso, che riguarda una gestione che è spesso più di ambito territoriale, cioè è difficile cercare di gestire tutto con un'unica linea guida dal mio punto di vista, però – ripeto – non è strettamente la mia materia, quindi questo è se è un mio pensiero personale.
  Con questa leva mi auguro che in futuro l'attenzione non solo per la persona con disabilità, ma per gli altri possa sempre aumentare e migliorare in qualsiasi ambito, pubblico ma anche del mondo privato, perché spesso leggiamo sui giornali notizie che non sono di ambito pubblico, che non sono sulle risorse, ma sono anche di scelte o discriminazioni che vengono fatte dal punto di vista privato per alcuni preconcetti o pregiudizi.
  Per quanto riguarda la questione della Puglia, so benissimo che c'è una questione difficile, legata al tema dell'autismo e della presa in carico dell'autismo. Mi pare di aver capito che alcune norme siano da migliorare e da rivedere, quindi spero che si possa mettere mano a questa modifica. Le linee guida non partono dal mio Ministero, perché sono linee guida a carattere sanitario e partono dal mondo della sanità, ci sono alcuni aspetti che invece sono di pertinenza regionale, sui quali non possiamo intervenire direttamente, però anche in Puglia ci sono diverse associazioni ed enti del terzo settore che stanno facendo un lavoro davvero di valore, di qualità, nonostante le difficoltà. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro, è stato veramente un confronto molto interessante.Pag. 31
  Come già le dicevo, avremo modo di aggiornarci per capire anche lo stato di avanzamento di alcune progettualità e per proseguire questa sinergia.
  Grazie a lei, grazie ai colleghi. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle ore 12.50.