XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 19 di Martedì 13 febbraio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 
Schillaci Orazio , Ministro della Salute ... 4 
Morrone Jacopo , Presidente ... 29 
Marino Maria Stefania (PD-IDP)  ... 30 
Schillaci Orazio , Ministro della Salute ... 30 
Morrone Jacopo , Presidente ... 30

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro della Salute Orazio Schillaci, che ringrazio per la presenza.
  Il Ministro Schillaci è accompagnato dal consigliere per gli affari giuridici, dottor Massimo Lasalvia, e dal portavoce, dottor Giovanni Miele.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che, in tal caso, per la parte della seduta sottoposta a regime di segretezza saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.
  Ricordo che la Commissione, ai sensi della legge istitutiva del 10 maggio 2023 n. 53, è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri Pag. 3illeciti ambientali e agroalimentari, con particolare riguardo alla verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero da parte di soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti. In tal senso, la Commissione svolge specifiche indagini in merito alla verifica di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti da parte di tali soggetti, con particolare riguardo alle conseguenze negative che tali attività possono esercitare alla salute dei cittadini, sia in caso di mancata realizzazione delle necessarie opere di bonifica di siti inquinati sia a seguito di fenomeni estemporanei quali gli incendi di natura spesso dolosa presso strutture di stoccaggio e trattamento dei rifiuti ovvero presso discariche abusive, in violazione della normativa ambientale.
  In particolare, con riferimento ai temi oggetto dell'audizione odierna, la Commissione è interessata ad acquisire elementi di conoscenza specifici in relazione alla gestione dei rifiuti radioattivi di natura ospedaliera, nonché le procedure di smaltimento previste per tale tipologia di rifiuti ovvero le eventuali misure di messa in sicurezza con riguardo ai siti in cui tali suddetti rifiuti sono temporaneamente depositati, nelle more della localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera e), del decreto legislativo del 15 febbraio 2010, n. 31.
  La Commissione è altresì interessata a verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite nella gestione di tutti quei servizi che, a cominciare dagli impianti di depurazione delle acque fino allo smaltimento dei fanghi e dei reflui provenienti da tali impianti, così come dei materiali contenenti amianto, possono provocare diretto o indiretto pregiudizio per la salute dei cittadini in determinati territori.Pag. 4
  Da ultimo, la Commissione indaga sull'esistenza di attività illecite, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata nel settore agroalimentare, che risultino coinvolte nella adulterazione, sofisticazione e contraffazione di prodotti enogastronomici, con l'obiettivo di salvaguardare la tutela della salute umana e dell'ambiente, nonché di contrastare il traffico illecito di prodotti alterati con il marchio made in Italy.
  Cedo dunque la parola al Ministro per lo svolgimento della relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.
  Specifico ai colleghi che il Ministro ha dato disponibilità per circa 45-50 minuti, quindi, nei limiti del possibile, dovremmo cercare di concentrare le domande successive; ove fosse necessario, provvederemo in maniera scritta e poi il Ministro risponderà. Grazie a tutti.
  Prego, Ministro.

  ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Signor presidente, saluto lei e tutti i commissari. Vi ringrazio per avermi invitato a svolgere questa audizione. Mi trovo in un'importante Commissione bicamerale, istituita in questa legislatura con legge n. 53 del 10 maggio scorso. Questa Commissione ha ampliato anche la propria attività indagando su reati in contesti che sono di sicura grande importanza. Con riferimento, in modo specifico, alle tematiche trattate dalla Commissione, il Ministero della Salute è competente innanzitutto su alcuni temi legati alle attività dello smaltimento dei rifiuti e ai relativi effetti sulla salute.
  Occorre precisare che, sin dai primi anni 2000, il dipartimento ambiente e salute dell'Istituto superiore di sanità svolge studi epidemiologici per valutare i rischi per la salute legati allo smaltimento dei rifiuti. Diverse indagini sono state condotte per Pag. 5valutare l'eventuale impatto sanitario dei siti di smaltimento di rifiuti nell'area dei comuni delle province di Napoli e Caserta, collaborando con enti scientifici e di sanità pubblica internazionali, nazionali, regionali e locali.
  La legge n. 6 del 2014 «Terra dei fuochi» ha richiesto all'Istituto di aggiornare i dati epidemiologici sul territorio in esame e fornire indicazioni alla regione sulle risposte del servizio sanitario ai disagi della popolazione residente nella zona. I risultati del lavoro sono stati presentati al Ministero della Salute e alle regioni, e, successivamente, sono stati pubblicati in un rapporto ISTISAN dedicato dell'Istituto superiore di sanità.
  Nel 2017 l'Istituto ha coordinato un'attività di ricerca per la valutazione delle evidenze scientifiche sul possibile impatto sanitario dello smaltimento non idoneo di rifiuti, per evidenziare quelle specifiche patologie che, secondo le conoscenze disponibili, ammettono tra i fattori di rischio le esposizioni a contaminanti rilasciati o dispersi da queste pratiche, con un diverso grado di persuasività scientifica. Tale conoscenza contribuisce ad identificare specifiche patologie che meritano una particolare attenzione tra le popolazioni che risiedono in prossimità di questi siti.
  Il confronto con le istituzioni nazionali ed internazionali su queste tematiche è stato costante, in particolare con l'Organizzazione mondiale della sanità, con la partecipazione dei ricercatori dell'Istituto superiore di sanità a tavoli di lavoro internazionali. Nel 2015 i ricercatori dell'Istituto superiore di sanità hanno partecipato, in qualità di temporary advisor dell'OMS, al meeting «Waste and Human Health: Evidence and Needs» organizzato dall'OMS in previsione della sesta Conferenza ministeriale della regione europea ambiente e salute dell'OMS. In occasione di questa conferenza fu pubblicato, sul numero Pag. 6dedicato della rivista Public Health Panorama, un articolo – «Hazardous waste: a challenge for public health» – che, partendo dall'esperienza nella Terra dei fuochi, discute il contributo che gli studi epidemiologici possono dare alle decisioni di sanità pubblica in questo importante settore.
  Tra le attività più recenti dell'Istituto, ricordo quelle svolte nell'ambito dell'accordo di collaborazione scientifica con il Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale. L'accordo di collaborazione scientifica, sottoscritto il 27 dicembre del 2018, ha avuto come obiettivo la condivisione tra le parti di dati, esperienze e conoscenze per la salvaguardia dell'ambiente e del territorio, per la promozione dello stato di salute dei cittadini nelle aree con presenza di discariche abusive di cui alla sentenza della Corte di giustizia europea del 2 dicembre 2014. I risultati delle indagini hanno evidenziato che le discariche abusive, in particolare quelle con rifiuti pericolosi, possono avere avuto, o avere tuttora, un effetto sanitario sulle popolazioni, in termini di causalità e concausalità nell'insorgenza di specifiche malattie. Si raccomandava, quindi, di attivare in queste aree piani di sorveglianza epidemiologica che integrassero dati di caratterizzazione ambientale con dati di flussi informativi sanitari accreditati per fornire profili di salute delle popolazioni aggiornati nel tempo ed evidenziare eventuali anomalie che richiedono interventi di sanità pubblica.
  Inoltre, sulla base dell'integrazione fra dati ambientali e informazioni sanitarie a livello individuale, disponibili presso le banche dati regionali e locali, si raccomandava lo svolgimento di studi di tipo analitico per fornire indicazioni maggiormente informative sul ruolo dei diversi fattori di rischio, inclusa l'esposizione a contaminanti ambientali, ed evidenziare eventualiPag. 7 sottopopolazioni a maggior rischio. Tali attività richiedono il coinvolgimento e la collaborazione tra enti regionali e locali con competenze ambientali e sanitarie, quali le agenzie regionali di protezione ambientale e gli osservatori epidemiologici regionali, i registri di patologia, le aziende sanitarie provinciali e locali.
  D'altra parte, in base a quanto emerso, si confermava l'urgenza di implementare in fretta specifici interventi in queste aree. In particolare, bonificare le aree con discariche abusive e quelle ad esse limitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati da questi siti; bloccare qualsiasi attività non a norma nella gestione dei rifiuti e implementare un circolo virtuoso dei rifiuti stessi; implementare interventi di sanità pubblica che includano adeguati percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA). Queste attività, così come i piani di sorveglianza epidemiologica, devono essere oggetto, fin dalla loro ideazione, di un piano di comunicazione e condivisione con le istituzioni e i governi locali, le popolazioni e le associazioni presenti sul territorio.
  Un'altra importante attività sui temi dell'ambiente e salute connessi allo smaltimento dei rifiuti ha riguardato l'accordo di collaborazione tra l'Istituto superiore di sanità e la procura di Napoli nord. In questo contesto, sono state effettuate indagini epidemiologiche sul possibile effetto sulle popolazioni residenti nei 38 comuni del circondario della procura di Napoli nord, causato dai siti di smaltimento di rifiuti, incluse le combustioni non controllate, i cosiddetti «roghi tossici».
  È un territorio con una superficie totale di 426 chilometri quadrati, interessato dalla presenza di 2.767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultavano avere avuto luogo combustioni illegali. Nei comuni dell'area in esame si è stimato che 350.845 abitanti, pari al 37 Pag. 8per cento della popolazione, risiedono entro cento metri da almeno uno di questi siti. Questo determina una molteplicità di fonti di esposizione pericolose. Si tratta palesemente di un'elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimici pericolosi per la salute umana.
  Seppure il fenomeno sembra diffuso nell'intera area, le popolazioni residenti in alcuni comuni esperiscono un rischio maggiore di esposizione ai contaminanti emessi rilasciati dai siti di smaltimento dei rifiuti. I 38 comuni sono stati categorizzati in base al rischio stimato da esposizione ai rifiuti usando un indicatore di rischio da rifiuti comunale (IRC). Nell'intera area e in singoli comuni si sono registrati eccessi di specifiche patologie, ai quali l'esposizione ai contaminanti rilasciati in essi dai siti di rifiuti può aver contribuito con un ruolo causale o concausale.
  Nella popolazione pediatrica e adolescenziale, complessivamente, non si sono registrati eccessi rispetto al resto della regione, ma ne sono stati evidenziati in singoli comuni. Questi segnali meritano comunque attenzione e ulteriori approfondimenti, perché possono rappresentare eventi sentinella legati a possibili criticità ambientali e di altra natura.
  Nell'analisi interna ai 38 comuni, per indicatore di rischio di rifiuti, i comuni maggiormente impattati dai siti di rifiuti hanno fatto registrare eccessi rispetto alla classe dei comuni con indicatore più basso per diverse patologie, sia nella popolazione generale che in quella più giovane, con età compresa tra 0 e 19 anni. I risultati dell'indagine hanno evidenziato che i siti di smaltimento di rifiuti, in particolare quelli illegali di rifiuti pericolosi, incluse le combustioni, possono aver avuto un effetto sanitario sulle popolazioni in termini di causalità e concausalità nell'insorgenza di specifiche malattie.Pag. 9
  In questo quadro, specifici interventi si mostrano urgenti: bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti; bonificare i siti con rifiuti e le aree limitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati da questi siti; attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente delle popolazioni; implementare interventi di sanità pubblica in termini di prevenzione, diagnosi, terapia e assistenza. Anche in tal caso, le attività dovranno essere oggetto, fin dalla loro ideazione, di un piano di comunicazione e condivisione con le popolazioni locali, le associazioni presenti nel territorio, le istituzioni e i governi locali.
  In questo contesto, prosegue l'attività di sorveglianza del Ministero circa il corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi, inclusi quelli radioattivi. A testimonianza di ciò, con una recente nota, questa amministrazione ha fornito agli assessori regionali le indicazioni normative e procedimentali per il corretto smaltimento dei rifiuti a rischio radioattivo ed infettivo, sia dal punto di vista igienico-sanitario, sia dal punto di vista della radioprotezione. In particolare, per questi rifiuti è stato ricordato che è vietata la sterilizzazione ingiustificata dal punto di vista radioprotezionistico, pericolosa per gli ambienti e gli operatori. Inoltre, la disinfezione, quando non è possibile il contatto diretto tra disinfettante e rifiuto, è inefficace.
  Al fine di ridurre il rischio per gli operatori, è stato ribadito che è assolutamente indispensabile attenersi a quanto previsto dall'articolo 8 del DPR n. 254 del luglio 2003 «Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari». I taglienti e pungenti devono essere riposti in apposito imballaggio rigido a perdere, resistente alla puntura, inserito nel secondo imballaggio esterno. Nel caso si riscontrasse una non conformità dell'imballaggio, i rifiuti potrebbero essere non più ritirati dalle ditte deputate al loro allontanamento.Pag. 10
  Inoltre, è stato ricordato che i rifiuti radioattivi solidi prodotti solo in ambiente diagnostico e terapeutico, contaminati da radionuclidi con tempi di dimezzamento inferiori ai 60 giorni, possono essere esclusi dall'applicazione delle disposizioni dell'articolo 54 del decreto legislativo n.101 del 2020, a condizione che la concentrazione di attività sia pari o inferiore al 90 per cento dei valori riportati nella tabella I-1B (livello di allontanamento derivato). Secondo la normativa vigente, tali rifiuti, decaduta la radioattività, devono essere esclusivamente destinati a termodistruzione.
  Infine, è stato ricordato che, ai sensi dell'articolo 54, comma 8, dello stesso decreto legislativo, «l'esercente che svolge la pratica è tenuto a registrarsi e a trasmettere prima di ogni allontanamento sul sito istituzionale dell'ISIN, con le modalità da questo stabilite, le informazioni sulla tipologia e quantità di materiali e rifiuti solidi, liquidi o effluenti liquidi o aeriformi oggetti dell'allontanamento medesimo. Tale disposizione non si applica ai materiali o rifiuti solidi o liquidi e agli effluenti liquidi o aeriformi derivanti da pratiche mediche comportanti la somministrazione di radiofarmaci a scopo diagnostico o terapeutico, per le quali l'esercente inoltra all'autorità che ha autorizzato l'allontanamento, agli organi del Sistema sanitario nazionale, all'ARPA/APPA, competenti per territorio, nonché all'ISIN, un riepilogo annuale relativo ai materiali o rifiuti solidi o liquidi allontanati, e, a corredo della relazione prevista al punto 4 dell'allegato XIV, un riepilogo relativo agli affluenti liquidi immessi nel sistema fognario della struttura sanitaria sotto forma di escreti dei pazienti e, nel caso, degli effluenti gassosi». Questa è un'attività che conosco bene perché nella mia vita precedente per trent'anni ho fatto il medico nucleare e di questo, in realtà, si parla.Pag. 11
  Un'altra tematica altrettanto importante che investe la competenza di questa Commissione parlamentare è quella sulle attività illecite nel campo agroalimentare, sulle sofisticazioni e contraffazione di prodotti enogastronomici ed il conseguente impatto sulla salute umana. Il Ministero della Salute, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, le aziende sanitarie locali sono le autorità competenti designate, ai sensi dell'articolo 4 del Regolamento dell'Unione europea 2017/625 e dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 27 del 2021, a pianificare, programmare, eseguire, monitorare e rendicontare i controlli ufficiali e le altre attività, nonché procedere all'adozione delle azioni esecutive e ad accertare e contestare le relative sanzioni amministrative nei settori degli alimenti e della sicurezza alimentare.
  Al fine di garantire la sicurezza e la salubrità degli alimenti devono essere effettuati i controlli ufficiali in tutte le fasi della filiera alimentare. La principale finalità di controllo è garantire la sicurezza di tutti gli alimenti, in tutte le fasi della produzione, dalla trasformazione alla distribuzione, comprese le norme volte a garantire pratiche commerciali leali e a tutelare gli interessi e le informazioni dei consumatori, la fabbricazione e l'uso di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con alimenti.
  In Italia i controlli sono generalmente organizzati sulla base di criteri condivisi a livello nazionale, oppure su piani nazionali specifici di settore predisposti dal Ministero della Salute in collaborazione con le regioni e le province autonome, tenendo in considerazione sempre le realtà locali. I controlli ufficiali possono essere di tipo ispettivo, sugli operatori e sulle strutture produttive, o analitico, con il prelievo di campioni lungo l'intera filiera alimentare per i successivi controlli di tipo chimico, fisico o microbiologico effettuati da laboratori ufficiali.Pag. 12
  Con riferimento alle azioni di verifica delle attuazioni e ai risultati delle misure ispettive, abbiamo dati disponibili riferiti all'anno 2022, che mostrano che il Ministero della Salute, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e le aziende sanitarie locali, nell'ambito delle rispettive competenze, hanno garantito il proseguimento delle attività già poste in essere negli anni precedenti, con un incremento delle attività ispettive sulle unità di imprese alimentari (gli stabilimenti).
  In particolare, le attività di controllo ufficiale presso gli stabilimenti di produzione registrati e riconosciuti, ossia ispezioni e audit, sono risultate adeguate a garantire la sicurezza alimentare e, più in generale, la normativa di cui alla legislazione dell'Unione europea in materia di filiera agroalimentare. Sono stati effettuati 142.662 controlli ufficiali presso gli stabilimenti riconosciuti: a confronto, nell'anno precedente 2021, ne erano stati effettuati 107.473 e 284.375 presso gli stabilimenti registrati; l'anno precedente erano stati 235.861. Relativamente al numero di stabilimenti controllati, sono stati controllati 24.341 su 35.154 stabilimenti riconosciuti e 138.800 su 1.425.489 stabilimenti registrati.
  A fronte dei controlli ispettivi e degli audit condotti, sono state registrate non conformità in 6.685 stabilimenti riconosciuti, che hanno prodotto 8.216 azioni amministrative e 68 azioni giudiziarie, e in 32.492 stabilimenti/operatori registrati, che hanno prodotto 45.265 azioni amministrative e 430 azioni giudiziarie.
  Per quanto concerne i piani nazionali di controllo, le attività sono state effettuate rispettando quanto previsto in fase di programmazione. I dati rilevati confermano che l'impianto su cui si basa il sistema nazionale dei controlli è ben strutturato. In particolare, in materia di additivi, il piano nazionale additivi alimentari prevede controlli analitici per valutare il corretto Pag. 13utilizzo degli additivi alimentari e per verificarne i requisiti di purezza. Questo piano comprende due linee di attività: il controllo dell'utilizzo degli additivi nei prodotti alimentari ai sensi del Regolamento n. 133/2008 e il controllo dei requisiti di purezza degli additivi alimentari tal quali, ai sensi del Regolamento (UE) n. 231/2012. Il piano nazionale additivi ha confermato il dato storico relativo all'assenza di problemi legati ai requisiti di purezza. La percentuale riscontrata di prodotti non conformi è pari, nel 2022, all'1,57 per cento; era l'1,68 per cento nel 2021. In particolare, nel 2022 la maggior parte delle non conformità riguardano i prodotti ittici, pari al 62 per cento di tutte le non conformità. Per quanto riguarda l'utilizzo in trasformazione, si conferma un uso generalmente corretto. Permangono criticità correlate all'uso non consentito di solfiti – un allergene – nella lavorazione delle carni fresche e il superamento dei limiti di solfiti e nitrati specie nel settore dei prodotti ittici e delle carni trasformate. Da sottolineare il riscontro di non conformità per superamento di limiti per acido ascorbico nel tonno, parametro da valutare nel contesto di attività finalizzate al prolungamento fraudolento dello stato di freschezza.
  In materia di etichettatura per alimenti particolari, integratori e novel food, le attività di controllo ufficiale sono volte a verifica della conformità alla normativa vigente dei prodotti notificati, in termini di criteri di composizione, apporti di ingredienti con proprietà nutritive e fisiologiche, di informazioni nutrizionali e sulla salute.
  Nel 2022 sono state ricevute ben 16.837 nuove notifiche e si è registrato un numero di non conformità rilevate pari al 14 per cento del numero totale di notifiche pervenute. La maggior parte delle non conformità è dovuta a etichettatura non conforme, ai sensi del Regolamento n. 1924 del 2006, sulla base Pag. 14della normativa specifica per ogni categoria di alimenti di competenza. Sono inoltre state rilevate non conformità in termini di composizione, sia per livelli non ammissibili di vitamine e minerali o altre sostanze, sia per la presenza di nuovi alimenti. Nell'ambito delle attività di verifica dei prodotti notificati, in circa 50 prodotti sono stati segnalati contenenti sospetti novel food non autorizzati.
  Nel settore degli integratori alimentari, si è riscontrato, inoltre, l'uso, come nuovo alimento, di estratti vegetali di Cannabis sativa L., titolati in cannabidiolo, non autorizzati all'impiego ai sensi del sopra citato regolamento sui novel food. Si è registrato inoltre un incremento nell'uso improprio di immagini che fanno riferimento ai lattanti al di sotto dei tre anni di età, ma correlati a prodotti le cui dosi di assunzione proposte non sono conformi alle tabelle specifiche di riferimento per questa categoria. Durante il 2022 è stato intensificato anche il controllo online sui canali di vendita e si è assistito ad una situazione in cui, a fronte di etichette notificate e conformi, nella commercializzazione online si registra spesso un abuso di immagini o affermazioni correlate agli stessi integratori notificati che attribuiscono proprietà di prevenzione e cura vietate dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 169 del 2004. Il Ministero della Salute in questo campo si è attivato per intervenire su oltre 11 siti di vendita online che riportavano affermazioni in contrasto con l'attuale normativa.
  In materia di pesticidi, i programmi di controllo hanno come finalità la verifica, nel rispetto dei limiti massimi, di residui fitosanitari negli alimenti. Il programma nazionale stabilisce le classi di alimenti che devono essere prelevate tenendo in considerazione quelle più rappresentative nella dieta nazionale e lasciando alle autorità regionali la possibilità di calibrare il Pag. 15proprio piano sulla base della realtà produttiva, di consumo e della popolazione.
  Nel 2022 sono stati prelevati 9.120 campioni sia sul territorio che all'importazione. La frutta è la tipologia di alimento più campionata. In linea con gli anni precedenti sono state rilevate 40 non conformità, che corrispondono a circa allo 0,5 per cento dei campioni analizzati per residui di pesticidi, riconducibili quasi interamente al settore dei vegetali e dei cereali, in percentuale nell'85 per cento. Per quanto riguarda i contaminanti, il Ministero della Salute predispone un piano nazionale di durata pluriennale per coordinare le verifiche concernenti i contaminanti agricoli e le tossine vegetali negli alimenti. Nel 2022 sono stati effettuati 13.430 campionamenti; le non conformità riscontrate hanno riguardato in totale 38 campioni. Di rilievo permane la criticità relativa alla positività per mercurio nel settore ittico, interessato anche da possibili contaminazioni da cadmio, come confermato dalle allerte. La contaminazione da cadmio e piombo ha interessato anche il settore dei prodotti vegetali.
  L'acrilamide si conferma una criticità in alcuni prodotti trasformati (pensiamo alle patatine), mentre per gli idrocarburi policiclici aromatici è stata rilevata una sola non conformità in un prodotto a base di carne. Per quanto riguarda le aflatossine, i dati indicano che la filiera lattiero-casearia è quella maggiormente esposta per la contaminazione da aflatossina M1. Per le micotossine, i dati confermano il rilievo nella frutta secca. I dati sui nitrati, come contaminanti, presentano un livello di non conformità molto basso, possibile indice di un adeguato livello di applicazione delle buone prassi agricole. Le non conformità riguardanti l'idrossimetilfurfurale nel miele risultano pari al 3 per cento, parametro non a valenza sanitaria ma di interesse sotto il profilo dello stato di conservazione del miele stesso. In Pag. 16relazione ai contaminanti organici persistenti normati – diossine e PCB – i controlli analitici effettuati hanno evidenziato una sola non conformità relativa ai PCB non diossina-simili in un campione di mitili, a parte quanto riferibile ad aree già note per fenomeni di contaminazione ambientale, soggette a specifiche attività di monitoraggio.
  In materia di residui, il Ministero della Salute predispone annualmente un piano nazionale di controllo per ricercare i residui delle sostanze farmacologicamente attive negli animali vivi, nei loro escrementi e nei fluidi biologici, nonché nei tessuti e negli alimenti di origine animale. Il campionamento viene effettuato nella fase di allevamento degli animali e nella fase di prima trasformazione dei prodotti di origine animale. La sorveglianza effettuata in applicazione del PNRR deve ricercare i casi di somministrazione illecita di sostanze vietate e di somministrazione abusiva di sostanze autorizzate e deve verificare la conformità dei residui dei medicinali veterinari antiparassitari con i limiti massimi di residui fissati dalla recente normativa comunitaria.
  Nel 2022 sono stati prelevati in Italia 30.237 campioni e sono state effettuate 473.146 determinazioni analitiche. I campioni che hanno fornito risultati irregolari per la presenza di residui sono stati solo 19, pari allo 0,07 per cento del totale. L'andamento delle non conformità riscontrate è in linea con il trend degli ultimi anni, con percentuali di irregolarità che si posizionano in genere ai valori più bassi rispetto a quelli riscontrati in ambito della Comunità europea.
  Per quanto riguarda i sottoprodotti di origine animale, ossia tutto ciò che è ottenuto da un animale, incluso l'animale stesso e le sue parti anatomiche non destinate al consumo umano, si evidenzia che in Italia oltre 3 milioni di tonnellate di sottoprodotti di origine animale sono ottenuti ogni anno dagli stabilimentiPag. 17 che producono alimenti per il consumo umano: pensiamo agli impianti di macellazione, ai caseifici oppure agli animali deceduti nelle aziende agricole di origine. I sottoprodotti di origine animale possono diffondere malattie animali (pensiamo alla peste suina) o contaminanti chimici (per esempio, diossine o metalli pesanti) e possono essere pericolosi sia per la salute umana che animale, ma anche per l'ambiente, se non smaltiti correttamente. Le norme dell'Unione europea regolano la movimentazione, la lavorazione, l'utilizzo e lo smaltimento.
  I sottoprodotti di origine animale sono classificati in base al loro rischio sanitario in tre categorie, utilizzando i principi del Regolamento (CE) n. 1069/2009 e le misure sanitarie che si applicano dipendono dalla classificazione delle singole categorie. Le autorità nazionali effettuano controlli ufficiali sia sul mercato nazionale, sia negli scambi dell'Unione europea e sulle importazioni di ABP (animal by products, ossia i sottoprodotti) da Paesi terzi. Nel 2022 si è evidenziato un aumento delle capacità valutative e di controllo da parte del personale veterinario nei confronti di nuovi ambiti, quali il biogas, il biodiesel e i fertilizzanti: sono stati effettuati 2.999 controlli ufficiali, sono state rilevate 360 non conformità, pari al 12 per cento. Dal numero delle non conformità evidenziate e dalla loro tipologia si può asserire che in Italia è stato raggiunto un adeguato livello di prevenzione e riduzione al minimo dei rischi derivanti dalla gestione dei sottoprodotti di origine animale e dei loro prodotti derivati.
  Per la notifica di un rischio diretto e indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi, interviene il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), come definito nell'articolo 50 del Regolamento n. 178 del 2002. Negli anni questo sistema di notifica è stato esteso anche ai rischi legati a materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti Pag. 18e ai mangimi per animali da affezione (pet food), rispettivamente con i Regolamenti (CE) n. 852/2004 e n. 183/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio. I membri della rete, denominati punti di contatto, sono la Commissione europea, gli Stati membri dell'Unione europea, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e l'Associazione europea di libero scambio. Le informazioni sono comunicate e condivise tra i membri della rete in tempo reale con una piattaforma online (I-RASFF), alla quale accedono i punti di contatto che possono sia attivare che leggere le notifiche caricate da tutte le nazioni. Questa piattaforma ha recentemente subito un aggiornamento conseguente alla istituzione con il Regolamento europeo n. 625 del 2017/ di un sistema chiamato IMSOC, un sistema per il trattamento delle informazioni per i controlli ufficiali. Questo sistema integra gli attuali sistemi informatici gestiti dalla Commissione e utilizzati per lo scambio rapido di dati, informazioni e documenti riguardanti i rischi per la salute umana, per la salute e il benessere degli animali e per la sanità delle piante, e fornisce gli opportuni collegamenti tra questi sistemi e i suoi altri elementi. Dopo l'accertamento – e talvolta anche il sospetto – di una non conformità le autorità competenti attivano il sistema di notifica. Quando le non conformità sono associate con un rischio, serio, non serio o indeciso, per la salute umana, animale o per l'ambiente, le notifiche sono attivate con un sistema di allerta. Nel caso in cui il prodotto oggetto di notifica sia ancora disponibile sul mercato è necessario attivare le misure di ritiro e richiamo, come previsto da un apposito regolamento europeo. Il RASFF è un importante strumento per la tutela del consumatore anche contro le non conformità. Nel 2022 sono state trasmesse 4.339 notifiche rispetto alle 4.588 del 2021. Di queste, 3.888 notifiche (89,6 per cento) hanno riguardato l'alimentazione umana; 233 (5,4 per cento) l'alimentazione Pag. 19animale; 218 (il 5 per cento) materiali a contatto con gli alimenti. Rispetto all'attività di allerta, l'Italia si conferma tra gli Stati membri dell'Unione europea che effettuano il maggior numero di notifiche RASFF: siamo al quinto posto insieme alla Polonia.
  L'elevato numero di respingimenti al confine ha confermato la consolidata idoneità del sistema dei controlli di intercettare i prodotti potenzialmente pericolosi prima che vengano immessi nella rete distributiva. La capacità di bloccare i prodotti già immessi nella rete sottolinea l'abilità dei controlli nell'intercettare i prodotti potenzialmente a rischio per la salute umana in tempo reale prima del loro consumo. Un elevato numero di notifiche ha riguardato la presenza di residui di pesticidi, seguite da microrganismi patogeni e micotossine. I pericoli microbiologici maggiormente riscontrati sono salmonella nella carne di pollame, frutta secca e semi, prodotti a base di carne, erbe e spezie, nonché listeria, principalmente in preparazioni a base di carne, prodotti a base di latte e prodotti della pesca. Nel 2022 si è osservato un decremento nelle notifiche riguardanti le categorie alimentari di frutta e vegetali, carne di pollame e prodotti della pesca, erbe e spezie. Hanno subito un trend inverso le segnalazioni relative alle categorie frutta a guscio, prodotti a base di noci e di semi, alimenti dietetici, integratori alimentari, alimenti fortificati, cereali e prodotti da forno.
  I dati RASFF confermano quanto emerso negli ultimi anni in merito al persistere della criticità legata al rilevamento di corpi estranei di varia natura in diverse filiere alimentari. Questo è un pericolo che viene connotato, pertanto, con una presenza, anche se sporadica, nella totalità delle filiere, richiedendo quindi l'adozione di una pluralità di strumenti per minimizzare i rischi derivanti dalla presenza di pericoli fisici. Pag. 20Si conferma l'assenza di criticità per quanto riguarda l'irraggiamento degli alimenti nel settore degli OGM.
  Per quanto concerne gli integratori alimentari, i dati confermano quanto è emerso negli ultimi anni. Questa filiera, in particolare il settore dei botanicals, risulta interessata al problema delle sofisticazioni con princìpi farmacologici, all'uso di novel food non autorizzati, alla contaminazione da pesticidi ed altri contaminanti.
  Per quanto riguarda le non conformità riscontrate nei prodotti di origine italiana, le categorie di alimenti maggiormente notificati sono rappresentati da carne e prodotti a base di carne diversa dal pollame, cereali e prodotti da forno, latte e prodotti a base di latte, molluschi, materie prime per mangimi, frutta e vegetali, frutta a guscio, prodotti a base di noci e semi, carne fresca, carne di pollame, prodotti dietetici, integratori alimentari e, infine, i piatti pronti e gli snacks.
  Il maggior numero di irregolarità è dovuto a microrganismi patogeni, ad altre contaminazioni microbiologiche, ad allergeni non dichiarati nell'etichetta, a corpi estranei, a micotossine, a pericoli legati alla composizione, a fenomeni di migrazione, a residui di pesticidi, a metalli, additivi e aromatizzanti. Tra i contaminanti microbiologici, il maggior numero di notifiche ha riguardato la salmonella, la listeria e l'escherichia coli.
  Nell'attività di controllo – mi fa molto piacere ricordare questo – il Ministero della Salute si avvale del Comando dei carabinieri per la tutela della salute (i NAS), posto alle dipendenze funzionali del Ministero stesso, che svolgono compiti afferenti alla sanità pubblica e privata (farmaci inclusi), sicurezza sui luoghi di lavoro e sicurezza alimentare. I NAS conducono un'attività investigativa e indagini volte a stroncare le attività illecite nello specifico campo delle sofisticazioni, delle frodi alimentari e della sanità. Quale sintesi delle attività svolte Pag. 21nell'intero comparto della sicurezza alimentare da parte dei NAS, dal 2021 a tutto il 2023, possono essere riepilogati questi risultati: 81.672 strutture ispezionate, di cui 29.055 hanno evidenziato irregolarità; 36 persone oggetto di misure cautelari restrittive e 2.364 deferite alle competenti autorità giudiziarie; 25.554 soggetti sanzionati e segnalati alle autorità amministrative; 3.532 violazioni penali; 43.566 violazioni amministrative, per un ammontare di oltre 38 milioni di euro; 2.066 strutture oggetto di chiusura o sospensione dell'attività, tra punti di cottura, depositi di alimenti, esercizi commerciali di somministrazione di alimenti e bevande (valore stimato in circa 936 milioni di euro) per carenze igienico-sanitarie e strutturali e sprovviste di autorizzazione sanitaria; sequestro di circa 23.000 tonnellate di derrate alimentari (prodotti ittici, carni, formaggi, frutta, verdura, olio, pane) prive di tracciabilità, in assenza di corretta gestione igienico-sanitaria, scadute di validità o con etichettatura irregolare.
  Lo scenario di irregolarità riscontrate dai NAS, seppur limitatamente ad una minoranza rispetto alle verifiche eseguite, illustra un quadro di situazione generale contraddistinto da fenomeni che sono riconducibili essenzialmente a: una contraffazione «ordinaria», che riguarda beni di scarsa qualità, di origine non tracciata, confezionati e commercializzati con marchi e sistemi di documentazione falsi, comunque in un ambito distributivo abbastanza ristretto; sistemi più complessi e strutturati, che aggrediscono il mercato su ampia scala, proponendo alimenti di basso livello qualitativo, oggetto di trattamento con processi chimici e tecnologici, ricorso a sostanze e additivi vietati, in grado di modificare le caratteristiche di parametri di qualità, distribuiti con modalità commerciali e artefatte (falsificazione, contraffazione di documenti e certificazioni, di etichettatura e dei marchi).Pag. 22
  Questi illeciti penalizzano in modo significativo il sistema produttivo perché producono: un graduale depauperamento delle attività produttive (agricole e allevamento). Condizionano inoltre le iniziative di: sostegno a favore dell'agricoltura virtuosa, a carattere locale e tradizionale, per il rischio che accedano alle risorse economiche premiali anche soggetti che, di fatto, praticano attività di sofisticazione; controllo da parte degli organismi preposti, attesa la difficoltà di rintraccio delle sostanze adulteranti tramite i processi di analisi e verifica, ovvero con il monitoraggio della documentazione contabile (fatture, registri di carico e scarico) presso i siti di trasformazione e piattaforme logistiche. Minano, infine, le informazioni sulla genuinità dei prodotti, rendendoli quindi potenzialmente meno appetibili dal mercato.
  Le strategie di controllo adottate dal Comando Carabinieri per la tutela della salute interessano, in contemporanea, i vari livelli della filiera (produzione, trasformazione deposito commercializzazione) per individuare nelle varie fasi, possibili anomalie del sistema commerciale, circoscrivendo le singole condotte illecite, evitando effetti negativi per le filiere produttive e soprattutto per gli operatori corretti, che sostengono l'impegno per la qualità del prodotto. Quindi, anche la selezione degli obiettivi non può prescindere da un'attenta conoscenza dell'ambiente territoriale, delle sue caratteristiche socioeconomiche, dove quindi va concentrato lo sforzo operativo.
  Nel tempo è stato possibile individuare e delineare aree di sussistenza e condotte fraudolente commesse nell'ambito della filiera agroalimentare, con scenari operativi e fenomeni illeciti, quali: sofisticazione e contraffazione di alimenti ad elevato valore commerciale (olio, vino, formaggi, prosciutti, salumi DOP e IGP tutelati da denominazioni di origine) con l'utilizzo di una falsa etichettatura o offerta promozionale fraudolenta; impiego Pag. 23di ingredienti non tracciati e additivi vietati, peraltro potenzialmente pericolosi per la salute, non dichiarati in etichetta; importazione di alimenti di illecita o dubbia provenienza e senza le garanzie di controllo, privi di tracciabilità e documentazione commerciale; rietichettatura di alimenti scaduti con riciclaggio all'interno della catena commerciale.
  L'attività di controllo comprende anche la tutela del benessere degli animali da reddito e di affezione con attività ispettive per verificare la correttezza delle pratiche di custodia e allevamento, dell'alimentazione, del trasporto, delle cure veterinarie e della macellazione. Nel biennio 2022-2023 sono state contestate complessivamente 86 sanzioni penali riconducibili agli articoli 544-ter e 727 del codice penale (maltrattamento e abbandono di animali), 40 nel comparto degli animali da reddito e 46 in quello degli animali di affezione. Le infrazioni più ricorrenti in questo comparto hanno riguardato, per quanto riguarda l'ambito penale, i reati di abbandono di animale, maltrattamento di animale, falsificazione di certificazioni e documenti di identificazione. In ambito amministrativo, hanno riguardato leggi e regolamenti regionali disciplinanti le strutture di ricovero o ricettive per gli animali di affezione e la prevenzione del randagismo, irregolarità sulla tutela degli animali da reddito durante il trasporto, la macellazione, le pratiche di allevamento, omessa identificazione e/o registrazione.
  Questa cornice sanzionatoria attuale prevede una molteplicità di sanzioni amministrative e penali che possono avere un incisivo effetto deterrente e repressivo sulle condotte illecite. Inoltre, la stessa è integrata da altre misure (pensiamo al sequestro della merce, ritiro o richiamo dei prodotti dal mercato, divieto di commercializzarli) che contribuiscono a prevenire o limitare i danni alla salute e a tutelare i consumatori, garantendo, allo stesso tempo, il rispetto delle norme sull'etichettaturaPag. 24 degli alimenti. D'altro canto, però, la stessa normativa sanzionatoria presenta possibili criticità e limiti. Cito, come esempio, la difficoltà di individuare e attribuire responsabilità specifiche in presenza di catene produttive e distributive complesse, una minore uniformità normativa e di vigilanza per gli alimenti importati a livello extra-UE, l'assenza di sanzioni pecuniarie che tengano conto del vantaggio economico ottenuto e del danno arrecato ai consumatori da parte dell'operatore del settore alimentare.
  Il Ministero della Salute – voglio ricordarlo anche in questa sede – si avvale di dieci istituti zooprofilattici sperimentali, che rappresentano, con le loro novanta sezioni diagnostiche periferiche, uno strumento operativo attraverso il quale il Sistema sanitario nazionale garantisce su tutto il territorio italiano le attività di diagnostica di campo e laboratorio, di sorveglianza epidemiologica, di ricerca e formazione nelle aree della sanità e del benessere animale, delle zoonosi, delle malattie trasmissibili dagli animali all'uomo e della sicurezza alimentare, nel rispetto degli standard di qualità e di prevenzione stabiliti dall'Unione europea.
  La funzione di raccordo e coordinamento delle attività degli istituti è affidata alla direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della Salute, che ne definisce le linee guida e i temi principali. Gli Istituti zooprofilattici sperimentali operano a stretto contatto con i servizi veterinari regionali e le Asl, costituendo una rete di eccellenza, mettendo a disposizione il proprio operato sia nell'ambito delle attività pianificate che in situazioni di emergenza, anche con l'opera dei centri di referenza nazionali.
  Le attività di questa rete sono mirate alla tutela della salute umana ed animale attraverso un'intensa attività di controllo proprio nei settori agroalimentari e ambientali, fornendo così Pag. 25supporto alla verifica di sussistenza delle attività illecite. Grazie a intensi e capillari piani di monitoraggio del territorio e delle produzioni agro-zootecniche, è stato possibile, in situazioni di emergenza sanitaria, individuare e circoscrivere quelle aree in cui attività illecite (combustione o interramento di rifiuti) o errate pratiche di gestione hanno provocato contaminazione di matrici ambientali e alimentari.
  Sempre nel settore agroalimentare, la rete degli istituti zooprofilattici collabora con le autorità sanitarie e giudiziaria nelle indagini sull'esistenza di attività illecite, comprese quelle connesse a forme di sofisticazione e contraffazione di prodotti enogastronomici, di etichettatura e marchi di tutela, compreso il controllo transfrontaliero sulle merci provenienti da paesi terzi.
  Si riportano di seguito alcuni esempi di attività aventi l'obiettivo di identificare e monitorare fonti di contaminazione e di inquinamento in aree specifiche. Per esempio, l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata insieme a quello dell'Abruzzo e del Molise, hanno contribuito allo svolgimento dell'attività analitica relativa allo screening mirato alla ricerca di diossine nella produzione primaria di alimenti nella regione Puglia. Questo è un piano straordinario, attivato proprio dalla regione Puglia, che ha previsto nel 2022 l'esecuzione di interventi mirati al controllo della contaminazione da parte di diossine negli alimenti produttori di alimenti per l'uomo, nei mangimi ad essi destinati, negli alimenti derivati, nonché negli alimenti di origine vegetale delle aziende zootecniche agricole, di molluschicoltura e di pesca locale situati nel raggio di venti chilometri dall'area industriale di Taranto. Sono stati svolti, in totale, 154 campioni: in 18 hanno superato i livelli di azione e in 7 i limiti di legge. In base ai risultati analitici sono Pag. 26stati adottati i provvedimenti necessari a garantire la sicurezza alimentare come previsto dalla normativa vigente.
  In considerazione dell'esperienza acquisita nel supporto tecnico-scientifico e operativo al territorio, alle istituzioni, oltre che alle autorità competenti in merito alla gestione delle emergenze e delle criticità territoriali – in primis ricordo l'emergenza «Terra dei fuochi» – il Ministero della Salute, nel 2019, ha istituito, presso l'Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno, il Centro di referenza nazionale per l'analisi e lo studio di correlazione fra ambiente, animale e uomo, che rappresenta il primo esempio sul territorio nazionale di approccio interdisciplinare alla gestione dei fenomeni e degli eventi di pertinenza ambientale, quand'essi rappresentino un rischio per la salubrità degli ecosistemi e la salute pubblica. In particolare, sono state implementate attività di ricerca e monitoraggio di determinati fenomeni di inquinamento attraverso la valutazione degli effetti sulla salute e sulle produzioni agro-zootecniche, per definire azioni di prevenzione ed elaborare strategie atte alla riduzione del rischio sanitario dovuto all'esposizione ambientale, in un'ottica «One Health».
  Le attività di questo Centro si concretizzano con una serie di obiettivi strategici che consentono di fornire uno strumento tecnico-scientifico a garanzia dell'identificazione e della valutazione comparata del rischio associato all'esposizione ambientale e, allo stesso tempo, di valutare il rischio di esposizione per tutte le componenti biotiche e abiotiche del sistema ambientale, supportando le strutture pubbliche impegnate nel superamento di emergenze sanitarie ambientali anche con l'attuazione di misure preventive, correttive e risolutive per la tutela della salubrità delle produzioni agroalimentari, dell'ambiente e della salute della popolazione umana e animale. Al fine di garantire la sicurezza degli alimenti e salvaguardare il settore agroalimentare da crisi sanitarie e ambientali, adottando la strategia globale di intervento «SicurezzaPag. 27 dai campi alla tavola», gli istituti zooprofilattici contribuiscono a promuovere trasparenza e tracciabilità delle produzioni anche attraverso il ricorso a tecniche di agricoltura e allevamento di precisione. In questo contesto rientrano anche le attività di supporto alle forze dell'ordine e alle procure, finalizzate a potenziare il contrasto ai crimini ambientali derivanti da fenomeni di illeciti sversamenti di reflui nei fiumi e nelle falde acquifere.
  In esito a questa attività è stata implementata una piattaforma «Geogiz» che integra i dati dei sopralluoghi ambientali, dell'inquadramento territoriale e idrogeologico, le variabili di impatto e di campionamento effettuati dalle forze dell'ordine, dai dipartimenti di prevenzione, dall'ARPAC e dagli istituti zooprofilattici. La presenza di contaminanti chimici nelle acque di falda rappresenta un problema sanitario emergente, soprattutto in correlazione con patologie oncologiche, che questo Centro sta affrontando mediante uno studio capillare, con campionamento dei pozzi presenti sul territorio destinati ad attività di irrigazione, m spesso utilizzati anche per uso umano e animale. A questo proposito, il Centro è fortemente impegnato nella georeferenziazione dei punti di emungimento della regione Campania, realizzando una mappatura sia mediante la creazione di un catasto unico irriguo, sia mediante un'innovativa metodologia basata sui dati di osservazione della terra attraverso foto satellitari delle aree irrigate in aree non servite da impianti collettivi e che, quindi, utilizzano acque prelevate dalle falde sotterranee, con il duplice vantaggio di ridurre gli emungimenti abusivi e garantire un maggior controllo sanitario e della qualità delle acque che sono usate.
  Questa attività di modellistica ha portato anche allo sviluppo di un modello «Smoke Tracer» che comprende l'elaborazione di processi di emissione, processi meteorologici e trasformazioni chimiche del particolato, e che permette di prevedere la direzione Pag. 28della dispersione dei fumi derivanti da roghi incontrollati di rifiuti. Questo modello consente di avviare un protocollo di gestione delle emergenze, con una prima fase di pianificazione delle attività di campionamento di matrici ambientali e alimentari in base alla dispersione del pennacchio inquinante e l'individuazione delle aziende presenti sul territorio interessato e una seconda fase di analisi ed elaborazione dei dati e comunicazione del rischio. Inoltre, l'Istituto supporta, con attività tecnico-scientifiche, la gestione dei siti contaminati di interesse nazionale e locale. Sono stati predisposti piani di sorveglianza epidemiologica e ambientale come strumento di ausilio delle decisioni per la gestione delle criticità territoriali di potenziale ricaduta per la salute pubblica e la salubrità agro-zootecnica. I piani condotti e in corso prevedono la sorveglianza dei fattori di rischio attraverso la valutazione e, all'occorrenza, della distribuzione e dell'andamento dei livelli di agenti pericolosi (sostanze chimiche tossiche, agenti fisici, fattori biomeccanici, agenti biologici) riconosciuti o ipotizzati come responsabili di varie patologie. A questi piani si affianca un'attività di sorveglianza dell'esposizione attraverso il monitoraggio di soggetti appartenenti a popolazioni target (animale e umana) con la misura di marcatori di esposizione o parametri di modificazione fisiologica o anche di effetti clinicamente non apparenti.
  L'integrazione delle evidenze analitiche e sperimentali con la modellistica computazionale e gli studi epidemiologici osservazionali, consente di mettere in relazione tra loro le diverse componenti di sorveglianza su pericoli, esposizioni e malattie, fornendo la chiave per realizzare un percorso di prevenzione per la salute pubblica. Il piano di monitoraggio ha l'obiettivo di ottenere una rappresentazione del territorio e dell'esposizione dell'uomo a potenziali fonti inquinanti.
  Il punto di forza dell'intero piano consiste nell'omogeneità delle attività di campionamento, che garantisce una rappresentativitàPag. 29 dell'intero territorio regionale e degli analitici da ricercare in prodotti di origine animale, vegetale, suolo, acqua, aria e fluidi biologici. In particolare, sono stati ricercati nei vegetali nitrati, clorati e perclorati, metalli pesanti; nel latte sono state valutate le concentrazioni di metalli pesanti e diossine; nell'acqua, oltre alle caratteristiche chimico-fisiche, sono stati ricercati metalli potenzialmente tossici e un ampio set di sostanze inquinanti.
  Mi fermerei qui, presidente. Ringrazio tutti voi per avermi ascoltato. In questa sede mi preme, però, rinnovare la disponibilità da parte del Ministero della Salute a supportare dal punto di vista tecnico-scientifico le attività della vostra Commissione parlamentare, come peraltro già avvenuto in passato, in collaborazione con precedenti Commissioni d'inchiesta sulle medesime tematiche, e ci tengo a precisare che sono a disposizione, oltre che per tornare in presenza, qualora questa Commissione ne ravvisasse la necessità, anche eventualmente per dare risposte a particolari quesiti, nonché, ove fosse necessario, fornirvele per iscritto con un ulteriore approfondimento. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Abbiamo ascoltato tutti la sua relazione, precisa, puntuale e ricca di dati, che dovremo naturalmente analizzare, quindi le chiedo se possiamo averne copia. Il Ministro aveva avvisato che aveva il tempo contato, quindi suggerirei di preparare le domande per iscritto, a meno che non ci sia qualcuno che abbia qualche curiosità o domande nello specifico da fare immediatamente, oppure che le invieremo per iscritto. Dopodiché valuterà lei se risponderci per iscritto o se risentirci per rivederci. Effettivamente, abbiamo diversi filoni di inchiesta, riguardanti sia l'agroalimentare, sia il mondo dei rifiuti. Abbiamo già fatto diverse missioni – penso alla Terra dei fuochi in Campania o al sistema dei rifiuti nel Lazio – e ci sono diverse problematiche che coinvolgono il suo Ministero, come anche nel settore agroalimentare. Quindi, avremmo piacere di stringere un rapportoPag. 30 e una collaborazione, se non con lei, che immagino abbia molto lavoro da fare, con qualcuno dei suoi collaboratori, che semplifichi la nostra attività di inchiesta. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questi o formulare osservazioni.

  MARIA STEFANIA MARINO. Ringrazio il Ministro Schillaci. Effettivamente la sua relazione è stata puntuale e precisa. Tra l'altro, mi fa piacere che lei abbia avviato un controllo delle falde acquifere in tanti territori: in Sicilia purtroppo non avviene lo stesso. Per quanto sollecitati, questi controlli delle falde acquifere – anche perché vicino ci sono stabilimenti e centri abitati – non sempre vengono effettuati. Una curiosità: lei ha parlato di filiere complesse dove non è possibile attribuire la responsabilità. Lei ha previsto un eventuale piano per capire se è possibile o meno seguire la tracciabilità di queste filiere? Soltanto questa piccola curiosità.

  ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Siamo in fase di rinnovamento dell'organizzazione del Ministero. Ci sono due direzioni generali del Ministero dedicate, una alla sicurezza alimentare, l'altra alla sanità animale, e sono state inserite in un nuovo dipartimento che si chiama «One Health», nel quale vogliamo dare impulso a mettere insieme la salute umana, la salute animale e la salute ambientale. Quindi, appena avremo identificato – credo entro fine mese – i responsabili delle direzioni generali e i responsabili del dipartimento, cercheremo di attivare anche questo percorso che lei indicava. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Se non vi sono altre domande, ringrazio il Ministro e i suoi collaboratori. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle ore13.50.