XIX Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SULL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 E LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 10 di Giovedì 13 giugno 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Onori Federica , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RISVOLTI GEOPOLITICI CONNESSI ALL'APPROVVIGIONAMENTO DELLE COSIDDETTE TERRE RARE
Onori Federica , Presidente ... 2 
Abraham David , Coordinatore del ... 3 
Onori Federica , Presidente ... 11 
Abraham David , Coordinatore del ... 12 
Onori Federica , Presidente ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
FEDERICA ONORI

  La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
  Ricordo, altresì, che la partecipazione da remoto è consentita alle colleghe e ai colleghi secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.

Audizione, in videoconferenza, di David Abraham, Coordinatore del Technology, Rare and Electronics Materials Center (TREM Center).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui risvolti geopolitici connessi all'approvvigionamento delle cosiddette terre rare, l'audizione, in videoconferenza, di David Abraham, coordinatore del Technology, Rare and Electronics Materials Center (TREM Center).
  Anche a nome dei componenti del Comitato, saluto e ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori il dottor Abraham, che è collegato da remoto.
  Ricordo che il TREM Center costituisce un forum in cui i decisori politici e le aziende dei settori minerario, automobilistico, finanziario, dell'industria della difesa ed ecosostenibile si possono confrontare per individuare le soluzioni più idonee a garantire catene di approvvigionamento sicure e diversificate per le terre rare. A tal fine, il TREM Center tiene briefingsPag. 3periodici con i membri del Congresso americano e con vari rami dell'Amministrazione degli Stati Uniti d'America.
  Considerati i tempi stretti dell'audizione, do subito la parola al dottor Abraham affinché svolga il suo intervento. Prego.

  DAVID ABRAHAM, Coordinatore del Technology, Rare and Electronics Materials Center (TREM Center) (intervento in videoconferenza). Signora presidente, La ringrazio.
  Vi ringrazio dell'invito a parlarvi oggi, in questa occasione, delle linee di approvvigionamento delle materie critiche. Sono anni che mi occupo di questo settore, ho scritto The Elements of Power, il primo libro ad analizzare queste catene di approvvigionamento. Ho lavorato anche in Giappone e negli Stati Uniti e ho anche reso testimonianza al Senato e alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti.
  In questa prima parte dell'indagine si valuta l'attuale scenario e l'impatto dell'attuale andamento delle tendenze e delle relazioni internazionali nel medio e lungo periodo. Io vi parlerò del mercato delle terre rare, definirò quelle che sono le materie critiche, delineerò anche quelle che sono le sfide legate alla catena di approvvigionamento.
  Cosa sono queste materie critiche? Intanto, dobbiamo parlare di materiali che provengono dall'estrazione mineraria. Uso la parola «materie» e non «minerali», perché le materie sono gli input del prodotto, mentre i minerali sono il prodotto estratto. È importante per le politiche governative comprendere la vera sfida, ossia che le nostre linee di approvvigionamento producano una quantità sufficiente della giusta materia, al grado giusto, che possano arrivare al produttore giusto, al momento giusto e con i costi più giusti.
  Per garantire queste materie critiche, dobbiamo definirle. In genere, una materia critica ha le seguenti caratteristiche: è prodotta in piccole quantità (centinaia o migliaia di tonnellate Pag. 4l'anno), che vengono vendute e comprate, in genere, su mercati ristretti o per contratto e non sui mercati veri e propri; si usano in applicazioni ben specifiche, molto spesso in quantità limitate, e si producono in un piccolo numero di località, a volte in un'unica miniera o in un unico Paese.
  È importante il concetto della lavorazione, perché questa è fortemente richiesta. L'estrazione è la parte più semplice. Ci sono, ovviamente, delle strozzature. Quando si parla di linee di approvvigionamento, dobbiamo comprenderle e non dobbiamo perderne la funzionalità relativamente all'uso finale, all'utente finale.
  Noi non pensiamo che le materie critiche possano produrre il prodotto che noi usiamo, ma rendono i nostri prodotti più potenti, più leggeri e più piccoli. È importante, chiaramente, in termini di potere, di società green. Noi sappiamo che le catene di approvvigionamento sono ben conosciute. Ci sono politiche diverse nel voler garantire l'approvvigionamento. I Governi devono comprendere che ci saranno delle carenze nel decennio a venire. Non vogliamo certo limitare l'adozione delle tecnologie green né delle tecnologie che servono nell'high tech e nell'industria della difesa. È importante capire questo aspetto.
  Le politiche dei Governi, quindi, servono per garantire linee di approvvigionamento solide. Questo non significa che dobbiamo produrre ogni materia a livello nazionale, ma i Governi devono garantire l'accesso a questa fornitura a livello globale e, eventualmente, produrle in casa se c'è una certa economicità dei costi, se è conveniente.
  Dobbiamo esaminare il flusso di queste risorse, capire dove vengono prodotte e come farle arrivare alle aziende che ne hanno bisogno. Dobbiamo riconoscere che le linee di approvvigionamento del futuro sono fondate su basi piuttosto instabili, soprattutto per alcune tecnologie green. Quali sono le sfide Pag. 5legate alla produzione? Dobbiamo avere un flusso stabile, tempestivo di queste materie critiche, ma ci sono numerosi ostacoli, perché le aziende di estrazione, di trasformazione non possono semplicemente aprire il rubinetto, come si fa con il petrolio; come lo scotch e il whisky, ci vuole tempo per produrre nuove forniture, a volte ci vuole addirittura più di un decennio.
  Abbiamo, poi, l'intensità dei capitali, che aumenta sempre di più. Gli aspetti più semplici sono stati già gestiti, già conosciuti. Ci vogliono anni per elaborare dei regolamenti. Molte di queste materie critiche sono dei sottoprodotti, sono prodotti di scarto, quindi non vengono estratti in maniera diretta e molto spesso dipendono dalla produzione di un'altra materia base. Produrre la materia critica a partire dai minerali richiede il bilanciamento di acidi, di calore, ci vogliono anni per sviluppare queste formule. Non c'è un ricettario in grado di produrre queste materie. Quindi, è una strozzatura, a volte.
  Infatti, il grande produttore degli Stati Uniti «MP Materials», l'unica miniera delle terre rare negli Stati Uniti è costretta – questa azienda – ad inviare le sue materie in Cina. Una volta estratte queste materie, ci sono altre sfide legate alla linea di approvvigionamento. A volte abbiamo un unico Paese che domina la produzione, per esempio il Minas Gerais in Brasile, dove vi è un'unica miniera a consentire l'estrazione di niobio. Queste materie, poi, vengono negoziate fuori mercato. In Cina, per esempio, le statistiche relative alla produzione costituiscono dei segreti nazionali, quindi non ci sono mercati trasparenti dove può avvenire la compravendita delle materie.
  Noi sappiamo, tra l'altro, che la trasformazione tende ad essere più vicina al luogo in cui vengono consumate le materie. Non è che le materie vengono prodotte e il mercato si avvicina a loro, ma il contrario. Le tecnologie cambiano velocemente, il Pag. 6mercato si trasforma, cambia, e tutto questo avviene anche velocemente.
  Dobbiamo anche capire, per quanto riguarda questo mercato, che le prove, le certificazioni impiegano anni. Non è possibile modificare l'input e trasformarlo in prodotto. Dobbiamo capirne i componenti chimici, e questo richiede molto tempo. Inoltre, i rischi geopolitici aumentano sempre di più, i Paesi impongono condizioni per l'accesso alle risorse, ci sono requisiti in materia di trasformazione oppure contingentamenti o tariffe e poi c'è la determinazione dei prezzi; i prezzi sono volatili e questo, in qualche modo, mette a repentaglio gli investimenti in questo settore.
  Ora stiamo discutendo della tavola periodica: in alcuni Paesi c'è una posizione dominante, per esempio in Cina. La Cina è riuscita a crearsi questa posizione dominante attraverso una pianificazione strategica e con una grande fortuna, anche dal punto di vista geologico, con standard ambientali davvero clementi. Non è una situazione che cambierà nel medio periodo. L'Agenzia per l'energia internazionale ci dice che la situazione non cambierà velocemente, quindi abbiamo un rischio di concentrazione in questi maggiori mercati di produzione di metalli.
  Inoltre, la Cina ha avuto successo nella gestione di queste risorse e altri Paesi stanno cercando di seguire questa impostazione. Abbiamo Paesi, tipo la Namibia ed altri, che usano queste politiche proprio per attrarre investimenti.
  Noi dobbiamo affrontare queste sfide per garantire l'approvvigionamento. Non possiamo cambiare radicalmente le catene, né possiamo escludere i partner principali dal nostro dibattito. Dobbiamo garantirne ovviamente la sicurezza. Questo è fondamentale. Non possiamo trascurare questo aspetto. Il mondo, però, deve cambiare.Pag. 7
  Noi abbiamo bisogno di linee di approvvigionamento solide e robuste, perché il rischio della concentrazione e i rischi geopolitici non giocano a nostro favore. Naturalmente, ci sono delle conseguenze impreviste. Alcuni Governi vogliono avere le proprie catene: i Governi stanno preparando in alcuni casi queste aziende estrattive dai consumatori che devono essere raggiunti. Ci sono dei motivi validi per diversificare i mercati, ma i mercati più grandi e più estesi saranno comunque importanti finché non ci sarà una domanda alternativa.
  Impedire l'accesso alle tecnologie cinesi, che servono per la trasformazione dei materiali, rallenta lo sviluppo di nuove linee di approvvigionamento, perché sappiamo che le tecnologie spesso sono proprio in Cina. Inoltre, non c'è modo di sostituire l'approvvigionamento cinese, comprese le materie delle terre rare.
  Questa è una grande sfida. Naturalmente, le nostre linee di approvvigionamento esistono già. Se ci saranno nuovi operatori, devono recuperare le spese in conto capitale, quindi il Governo in qualche modo deve assistere, deve sostenere queste industrie. Pertanto, quale sarà il ruolo dei Governi in tutto ciò? L'Europa e gli Stati Uniti hanno perso forza in questa industria e quindi dobbiamo formare una nuova generazione di manodopera, di forza lavoro. Abbiamo bisogno di mineralogisti, abbiamo bisogno di scienziati delle materie, che devono poter creare le tecnologie che servono per l'estrazione e la lavorazione delle terre rare.
  Nell'agosto del 2013 ho partecipato al secondo vertice cinese sulle terre rare nella provincia meridionale dello Jiangxi in Cina. All'epoca negli Stati Uniti l'industria aveva 500 persone, negli anni Settanta ve ne erano 25 mila. Invece, in Cina ci sono molte più persone che lavorano in questo settore. Infatti, le conferenze dove ho partecipato negli Stati Uniti invitavano Pag. 8circa 200 scienziati solamente. Come vedete, in Cina sono più avanti per quanto riguarda la gestione delle risorse e per quanto riguarda la formazione della forza lavoro, degli esperti che servono in questo campo.
  La creazione di nuove linee richiede sperimentazione, richiede tempo e questo tempo si riduce con l'esperienza, con le competenze; in sostanza, non possiamo velocizzare il tutto senza finanziare il settore. Dobbiamo finanziare anche le università che fanno ricerca.
  Le linee di approvvigionamento vanno rafforzate e dobbiamo pensare anche alla produzione a valle. Poi ci vuole sostegno, ci vuole un mercato. Le catene vengono trainate dalla domanda di mercato, non possiamo creare un'offerta e pensare che l'abbiamo creata e arriverà il mercato. Non funziona così.
  Dobbiamo avere industrie a valle. La Cina è il maggiore produttore di terre rare e altre materie critiche, anche perché sono i maggiori consumatori di queste materie. Dobbiamo anche assistere gli investimenti in questo mercato. Qual è la sfida? Investire in questo settore è complesso, perché i prezzi sono volatili. Nell'ultimo anno, nel 2023, i prezzi del litio sono caduti del 75 per cento. Per il cobalto, la grafite i prezzi sono scesi del 50 per cento, i prezzi delle terre rare sono scesi del 66 per cento. Questo per via di una eccessiva offerta nel mercato e un rallentamento della domanda, soprattutto in Cina.
  Allo stesso tempo, però, c'è stata una crescita negli ultimi anni e vi sarà ancora crescita in futuro. Infatti, nei prossimi cinque o dieci anni si pensa che ci sarà una carenza di batterie e non sarà possibile quindi sostenere la domanda. Per affrontare queste sfide dobbiamo dare crediti d'imposta, sovvenzioni, dobbiamo favorire gli investimenti perché è così che noi possiamo garantire un'offerta stabile e sicura per le materie critiche. Molto spesso i Governi contano sulle tariffe che possonoPag. 9 funzionare quando si sostiene una industria nascente con nuovi operatori, ma senza questa situazione possono aumentare i prezzi dei vari componenti, per esempio per la costruzione delle automobili eccetera. Quindi, è più costoso entrare in questi mercati.
  Faccio un esempio di quello che è successo nel 1995: negli Stati Uniti hanno imposto dazi antidumping sull'importazione di magnesio dalla Cina. Questo ha portato ad un aumento dei prezzi, ma non ha portato ad una risoluzione a livello produttivo. Questi dazi possono essere controproducenti, perché l'aumento dei prezzi porta all'inflazione.
  Il Governo, quindi, deve aumentare i partenariati pubblico/privato e privato/privato proprio per creare questi legami nella catena di approvvigionamento. Questo si può fare creando i forum industriali. Si possono dare finanziamenti per sostenere nuove iniziative e poi organizzare eventi e ospitare vertici per riunire gli stakeholders principali.
  Il Governo dovrà anche capire come rendere più semplice l'autorizzazione per l'estrazione di queste materie. La lavorazione e l'estrazione delle materie sono passaggi molto difficili dal punto di vista ambientale, ma sono fondamentali per una società più green. Dobbiamo, quindi, creare degli standard ambientali rigidi, anche se dobbiamo comunque permettere lo sviluppo di risorse nelle aree in cui l'estrazione è permessa.
  Le barriere possono ridurre il tempo che ci vuole per portare queste materie sul mercato e aspettare quindici anni è semplicemente troppo. I Governi devono anche aumentare la loro capacità di esaminare le risorse minerarie a livello globale. Bisogna costruire capacità nei Governi per arrivare a quelle politiche che possono creare delle catene di approvvigionamento forti per assicurare la competitività in un'economia più verde. I Governi devono anche capire quali possono essere le Pag. 10richieste, le impennate di richiesta per le materie, ad esempio attraverso la rivoluzione legata all'intelligenza artificiale, la richiesta di devices più potenti, quindi con batterie più potenti e con un aumento nell'uso di litio e cobalto. Se non si capiscono le risorse, se non si capiscono le nuove richieste, i Governi avranno grandi difficoltà.
  I Governi devono anche incoraggiare l'approvvigionamento, ma non a livello nazionale; spesso l'approvvigionamento nazionale è inefficace.
  Le materie rare sono così specializzate e così legate a settori di nicchia che i consumatori spesso sanno meglio quali sono i materiali da accumulare, perché sono loro che li usano quotidianamente. Quindi, una tattica migliore rispetto all'approvvigionamento nazionale è quella di fornire incentivi fiscali, sussidi che possano incoraggiare i produttori ad avere i loro approvvigionamenti privati invece di concentrarsi soltanto sulla produzione nel momento specifico.
  I Governi devono anche incoraggiare il riciclo a fine vita dei prodotti, coinvolgendo i consumatori e rendendoli più responsabili. Un'azienda che ricicla un milione di telefoni può creare una catena di approvvigionamento forte di materie a fine vita, molto più forte rispetto ad un milione di persone che riciclano il proprio telefono. Quindi, dare questo tipo di esperienza ai produttori e alle aziende non solo aumenta l'efficienza, ma può anche aumentare le economie di scala e la materia riciclata.
  Infine, dobbiamo anche creare nuove agenzie e nuove situazioni che possano esaminare il mercato. Dopo la crisi del petrolio negli anni Settanta, sedici Paesi si sono riuniti e hanno fondato l'Agenzia internazionale dell'energia per assicurare un flusso ininterrotto di petrolio. La missione di detta Agenzia ha poi abbracciato la flessibilità e l'efficienza in ogni settore energetico. Il gruppo del G7 ha chiesto all'Agenzia di affrontare Pag. 11anche il tema delle materie critiche, mercato che, però, ha dinamiche molto diverse rispetto al mercato energetico. Quindi, abbiamo bisogno di una istituzione diversa, ad esempio un'agenzia internazionale delle materie che possa analizzare il mercato, produrre dati ed estrarre le materie, comprese le materie rare. Questo aumenterebbe la trasparenza sul mercato, raccoglierebbe dati statistici, creerebbe analisi di mercato e favorirebbe il dialogo. Insomma, si darebbe vita ad un forum che ridurrebbe i conflitti sulle risorse, che sicuramente aumenteranno nei prossimi anni a mano a mano che il mondo avrà sempre più bisogno di materie rare. Un secolo fa usavamo gas e petrolio come elemento fondamentale dell'economia, senza considerare gli impatti futuri di questa decisione, ora invece capiamo la dinamica delle nuove risorse, delle materie rare, quindi dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni vengano sostenute da una disponibilità di queste materie. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Abraham. Le rinnovo il nostro ringraziamento per il suo contributo ai nostri lavori.
  Vorrei porle alcune brevi domande. Lei ha accennato a diversi aspetti durante il suo intervento, a me piacerebbe chiederle come vede lo scenario legato all'imposizione reciproca di dazi, che potrebbe determinare una sorta di guerra commerciale. Mi riferisco ai dazi sulle auto elettriche cinesi che, a quanto pare, l'Europa imporrà in nome di una leale concorrenza. Che ruolo pensa possa avere questa decisione? Pensa che sia una buona decisione? Che tipo di effetti potrebbe avere in termini di catene di approvvigionamento? Chiaramente creeranno una differenza di domanda e offerta nei due continenti, che in qualche modo si andranno a separare da questo punto di vista, in questo tipo di mercato. Ebbene, questa situazione che tipo di effetti – positivi o negativi – potrebbe avere dal punto di vista delle catene di approvvigionamento, anche in Pag. 12riferimento ai prezzi volatili che – come sottolineava Lei prima – potrebbero scoraggiare gli investimenti?
  Le chiedo, inoltre, che ruolo può avere la recente scoperta di importanti giacimenti a 150 chilometri ad est di Oslo, in Norvegia, di importanti minerali, precisamente ossido di neodimio e praseodimio. La Rare Earths Norway stima che questi nuovi giacimenti potrebbero arrivare a coprire circa il 10 per cento della domanda di terre rare, il che sarebbe in linea proprio con gli obiettivi dell'Unione europea nell'ambito della normativa sulle materie critiche. La Norvegia non fa parte dell'Unione europea ma, facendo parte dello Spazio economico europeo, è certamente un partner per noi particolarmente affidabile. Trova queste stime verosimili, ragionevoli? Inoltre, che tipo di impatto potrebbe avere sulle catene di approvvigionamento?
  Vorrei porle, infine, una domanda sul riciclo, aspetto che stiamo cercando di comprendere meglio nei lavori di questa indagine conoscitiva. Che tipo di iniziative Lei pensa che un Paese – o l'Unione europea – dovrebbe provare a prendere per contribuire alle difficoltà che hanno le catene di approvvigionamento e provare a tamponare il problema dell'estrazione, della trasformazione e della produzione attraverso anche questo tipo di filiale di approvvigionamento?
  Non essendovi richieste di intervento da parte dei colleghi, do la parola al dottor Abraham per la replica.

  DAVID ABRAHAM, Coordinatore del Technology, Rare and Electronics Materials Center (TREM Center) (intervento in videoconferenza). Grazie. Attualmente i dazi che vediamo sui mercati dei veicoli elettrici avranno un impatto. Usare i dazi è un po' come usare una forchetta per fare l'agopuntura: si può anche essere efficaci, ma certamente ci saranno anche degli effetti inaspettati. Quindi, i dazi potrebbero fare qualcosa.Pag. 13
  Per quanto riguarda la green economy, la Cina produce un gran numero di veicoli elettrici a basso costo, mentre i Paesi occidentali – Stati Uniti ed Europa – non producono ancora quei tipi di veicoli, quindi i dazi creeranno uno spazio affinché Stati Uniti ed Europa possano cominciare a produrre questi tipi di veicoli. Allo stesso tempo, però, questo limiterà l'adozione di prodotti un po' più eco-compatibili negli Stati Uniti e in Europa. Crea uno spazio affinché le aziende possano chiedere di più per il loro prodotto. La sfida per loro chiaramente è avere accesso alle risorse e poi crearsi lo spazio necessario per permettere loro di competere con le aziende cinesi. Quindi, crea dello spazio di manovra. Ma la sfida rispetto alla creazione dei dazi è che spesso rimangono molto più a lungo di quanto ci si aspettava inizialmente. Ora il punto è capire se saranno un modo sostenibile e fattibile per creare un nuovo mercato nell'Unione europea.
  Personalmente preferirei tassare le cose che non vogliamo e, invece, creare sussidi per le cose che ci servono. Ma il mondo non va necessariamente sempre così. Spesso per i Paesi è più facile imporre dei dazi. Mi aspetto che la Cina reagisca, per esempio aumentando i dazi sui veicoli di lusso o su altri prodotti che vengono importati in Cina. Quindi, ci sarà un aumento dei costi, in generale, in tutti i Paesi, proprio perché vengono usati i dazi e perché poi c'è sempre questa forma di ritorsione da parte dei Paesi.
  Venendo alle recenti scoperte in Norvegia, mi occupo di questo tema da quindici anni e so che c'è sempre una nuova scoperta da qualche parte nel mondo, spesso in Giappone, o in fondo al mare, o in Texas, negli Stati Uniti, luoghi da cui possono essere estratti materiali per il 25 per cento del mercato delle terre rare. Bisogna considerare due aspetti: innanzitutto, il fatto che le risorse siano nella terra non significa che Pag. 14verranno necessariamente estratte; quando poi vengono estratte, il punto è capire che le terre rare sono composte da sedici elementi diversi, per cui bisogna comprendere qual è l'elemento più presente, più comune in quella terra rara. Spesso i materiali più richiesti non sono quelli più abbondanti in una specifica miniera.
  Vengo al secondo aspetto: tornando a quanto dicevo prima sugli Stati Uniti e sulle miniere presenti negli Stati Uniti, indubbiamente hanno una capacità estrattiva – prima menzionavo l'azienda MP Materials – ma poi non sanno lavorare il prodotto, quindi devono inviarlo in Cina. Se in Norvegia si arrivasse ad una situazione simile, anche loro poi dovrebbero esportare il materiale in Cina perché venga lavorato. Quindi, bisogna vedere la singola miniera per comprenderne il tipo di fattibilità. Attualmente, però, ci vorrebbero cinque, dieci, se non quindici anni per sviluppare l'intera filiera, in Norvegia in questo caso. Il dato ironico è che i Paesi scandinavi sono il luogo in cui sono state scoperte per la prima volta le terre rare, quindi in un certo senso non è una sorpresa che loro abbiano una serie di materie.
  Venendo all'ultima domanda, quella relativa al riciclo, devo dire che l'Italia ha fatto parecchio per aumentare la materia riciclata. Ad ogni modo, quando si tratta di materie rare bisogna considerare due aspetti: primo, bisogna riciclare i prodotti nel settore della produzione e poi riciclare le materie quando giungono a fine vita. Attualmente si riciclano molto più i residui delle produzioni, perché spesso non si ha abbastanza capacità di materiale per quanto riguarda il fine vita. Le turbine eoliche durano vent'anni e non ci sono ancora abbastanza veicoli elettrici, quindi non c'è ancora una gran quantità di quel materiale da reimmettere sul mercato.Pag. 15
  Bisogna anche capire – giungo al secondo aspetto – che lo stesso tipo di flussi di materiali necessari per poter poi lavorare la materia vergine è simile a quello che servirebbe per riciclare il materiale. Quindi, intanto bisogna creare quelle catene di approvvigionamento intermedie nell'Unione europea, per poter poi affrontare il tema del riciclaggio di tutto il materiale a disposizione. È anche importante capire che uno smartphone, ad esempio, contiene metà degli elementi conosciuti all'uomo. Lo smartphone è stato creato per usare le app, per fare telefonate, non è stato creato per essere riciclato. Quindi, spesso quando si ricicla un prodotto si cerca di estrarre soltanto le materie che hanno maggiore valore e si eliminano tante altre materie, che poi verrebbero usate in misura minore altrove. Spesso le materie critiche sono davvero una minima parte all'interno di altri componenti.
  Il riciclo, pertanto, sarà importante in futuro e bisogna indubbiamente considerare come ricicleremo il materiale a fine vita di un'automobile elettrica, o delle turbine eoliche, o di altri prodotti nei prossimi cinque o dieci anni, per poter avere una forte industria del riciclo dei materiali.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi, ringrazio e saluto il dottor Abraham a nome dei membri del Comitato e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.