XIX Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 9 di Mercoledì 31 maggio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEGLI INCENTIVI IN MATERIA EDILIZIA

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE).
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Betti Stefano , Vicepresidente edilizia e territorio di ANCE ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Santillo Agostino (M5S)  ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 8 
Curti Augusto (PD-IDP)  ... 8 
Rotelli Mauro , Presidente ... 8 
Milani Massimo (FDI)  ... 8 
Rotelli Mauro , Presidente ... 9 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 9 
Rotelli Mauro , Presidente ... 10 
Pizzimenti Graziano (LEGA)  ... 10 
Rotelli Mauro , Presidente ... 10 
Betti Stefano , Vicepresidente edilizia e territorio di ANCE ... 10 
Rotelli Mauro , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti di Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURO ROTELLI

  La seduta comincia alle 12.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE).
  Ringrazio Stefano Betti, vicepresidente edilizia e territorio, Romain Bocconiani, vicedirettore generale, Flavio Monosilio, direttore della direzione affari economici e centro studi, e Natasha Ferrante, funzionario responsabile delle relazioni istituzionali, per la partecipazione ai nostri lavori. Cedo la parola al vicepresidente Betti per lo svolgimento della sua relazione.
  Abbiamo qualche minuto in più perché abbiamo l'audizione con gli eurodeputati in collegamento alle 13.30. Avevamo detto una decina di minuti per la sua relazione, poi possiamo lasciare lo spazio per i colleghi, ed eventualmente dopo lo spazio per la replica. Prego, vicepresidente.

  STEFANO BETTI, Vicepresidente edilizia e territorio di ANCE. Grazie e buongiorno a tutti dell'invito.
  Siamo qui per spiegare bene – all'interno dell'indagine conoscitiva che state svolgendo sull'impatto degli incentivi in materia edilizia – quella che è l'efficacia del sistema del superbonus edilizio all'interno del meccanismo di sviluppo della nostra attività nei precedenti due o tre anni, da oggi a ritroso.
  Se ne è parlato tanto e in tanti ambienti, sia in maniera tecnica che in maniera politica, ma anche da parte di utenti della strada, perché evidentemente questo provvedimento è noto a tutti e ha coinvolto il Paese interamente, lo ha coinvolto in maniera uniforme da Nord a Sud ed è un provvedimento che senz'altro ha avuto, al di là di tutti i giudizi di tipo politico, un'efficacia innegabile.
  La prima efficacia oggettivamente riscontrabile è quella dei benefici per l'ambiente – lo sottolineo visto che siamo nella Commissione Ambiente. I dati sono chiari. Sostanzialmente, in questi due-tre anni di attività del superbonus, più di 400 mila tonnellate di CO2 sono state risparmiate in atmosfera, quindi è un risparmio di gas pari ai due terzi di quanto previsto dalle misure varate ad agosto 2022, quello per ridurre i consumi domestici e far fronte all'emergenza. Quindi è chiaro che c'è stato un primo riscontro oggettivo dal punto di vista ambientale.
  Tra l'altro questa evidenza sui temi ambientali ha creato una consapevolezza da parte di tutti i cittadini italiani, ovvero che l'elemento del risparmio energetico sull'abitazione è un elemento fondamentale nella gestione complessiva del sistema Paese.
  Sappiamo bene, dai recenti dati della stessa Commissione europea, che i consumi energetici del sistema abitativo in Italia incidono in maniera elevatissima sul totale, anzi superano ampiamente il 40 per cento, quindi è l'elemento che produce più gas serra ed è l'elemento da limitare maggiormente negli obiettivi futuri.Pag. 4
  Poi non va dimenticato, anzi è un elemento fondamentale, il contributo che lo strumento ha dato alla crescita del PIL. I dati sono sotto gli occhi di tutti, sostanzialmente siamo in presenza di una quota del prodotto interno lordo molto importante per quanto riguarda l'edilizia nel suo complesso e per il superbonus in particolare.
  Noi sappiamo, dai dati che ci sono stati comunicati, che il PIL del nostro Paese è stato sul +10,9 e quindi addirittura decisamente superiore agli altri Paesi europei come la Francia e la Germania. All'interno di questo PIL, l'effetto traino del nostro sistema delle costruzioni in genere, e in particolare del sistema dei superbonus, è sotto gli occhi di tutti e i dati sono stati presentati credo anche a voi recentemente dal MEF.
  L'intero sistema ha superato il 50 per cento del PIL nel 2022, è un dato oggettivo, mettendo insieme la parte immobiliare con la parte delle costruzioni; anche isolandolo al solo tema delle costruzioni siamo attorno al 30 per cento. Quindi è evidente che i benefici ci sono e sono effettivamente molto chiari.
  Non è neanche da dimenticare che, sul piano degli effetti per le finanze dello Stato, nel 2022 c'è stato un incremento record delle entrate di 45 miliardi e, considerando che il sistema produttivo per più del 50 per cento è stato contribuito da noi, evidentemente come sillogismo si deve evincere che anche la grande parte delle entrate fiscali del 2022, quelle extra entrate che sono poi servite in buona parte a coprire quei provvedimenti d'urgenza che sono stati varati per i problemi energetici, sono derivanti dall'incremento di produzione del nostro sistema e del movimento dei bonus in particolare. Quindi sostanzialmente vi è un effetto evidente e di pronta cassa che è ricaduto sulle casse dello Stato.
  Non dimentichiamo anche i temi degli effetti sull'occupazione. Il sistema nel suo complesso ha prodotto sostanzialmente oltre 250 mila nuovi posti di lavoro, di cui solo 170 mila – sottolineo che non è evidentemente «solo» – è derivante dai bonus fiscali.
  Intendo nuova occupazione, ma anche emersione di occupazione, che nel nostro settore storicamente aveva una quota non evidente, per usare un eufemismo, che chiaramente in questo caso invece è decisamente emersa. Siamo ritornati a essere – com'era nella nostra storia e negli ultimi 15 anni non siamo riusciti a essere – un settore fortemente attrattivo di manodopera. Questo è estremamente positivo, perché sicuramente in questo momento vi è una ricerca nel nostro settore sia di posizioni tecniche sia di posizioni produttive decisamente alta, che tra l'altro stiamo facendo fatica a trovare e ad assorbire. Quindi un settore in questo momento in forte espansione e in forte crescita anche dal punto di vista dell'occupazione, occupazione stabile e occupazione ufficiale.
  Ricorderemo tutti quanti che all'interno del PNRR c'è la richiesta di raggiungere entro il 2025 le 100 mila unità immobiliari da ristrutturare e da anticipare dal punto di vista energetico. Lo abbiamo già raggiunto con anni di anticipo, cioè lo strumento superbonus ci ha consentito, per una volta tanto come sistema Paese, di rispondere alle richieste che l'Europa ci aveva posto all'interno dell'erogazione del PNRR con ampio anticipo rispetto alle richieste stesse.
  Sottolineo anche che è passato un messaggio che invece è bene che vada chiarito. Questa è una misura che ha avuto una forte valenza sociale redistributiva su tutto il territorio nazionale. Tanto per essere chiari, ma lo vedremo dopo meglio in una slide contenuta nel documento che depositiamo, il sistema dei bonus fiscali vigente prima dell'entrata in vigore del superbonus aveva una distribuzione territoriale e una distribuzione di reddito decisamente a favore delle classi più abbienti e delle zone del Paese con le classi più abbienti. Viceversa, l'elemento sociale del superbonus è stato che è stato distribuito in maniera uniforme su tutte le classi, e non solo, ma anche su tutte le zone del Paese. Quindi un elemento da questo punto di vista estremamente democratico, che ha dato i suoi effetti ovunque su tutte le varie parti del territorio.Pag. 5
  Ovviamente non dobbiamo dimenticare quello che è stato poi in realtà il problema, cioè i continui cambiamenti normativi, gli stop and go che si sono creati, che sappiamo tutti sono oltre 20, la media era uno ogni 45 giorni e l'insicurezza che da un determinato momento in poi, dal novembre 2021, si è creata per una serie di provvedimenti che avevano il necessario e obbligatorio scopo di intervenire sul sistema delle frodi. Ce lo ricordiamo tutti ma lo chiariamo di nuovo, le frodi non hanno nulla a che vedere con il superbonus, questo non lo diciamo noi, ma la stessa Agenzia delle entrate. Tutto il sistema delle frodi grava su altri tipi di bonus, che ben sappiamo, che fino alla data di novembre 2021 erano privi di qualunque sistema di controllo.
  Sul superbonus questo non è avvenuto, i dati lo dicono e lo continuano a dire ancora oggi, perché tutto quello che leggiamo sui giornali relativamente agli interventi sia dell'Agenzia delle entrate che della Guardia di Finanza, è che sono tutti su cantieri, eventualmente esistenti o non esistenti, ma comunque partiti prima del novembre 2021 e riguardanti il cosiddetto bonus facciate o altri bonus minori.
  Però l'effetto è stato deflagrante sul sistema, perché ha creato il blocco del punto cardine irrinunciabile del meccanismo dei bonus, che è lo sconto in fattura e il credito d'imposta. Perché quello è il meccanismo attraverso il quale abbienti e non abbienti possono cedere i propri crediti a soggetti che a loro volta poi li vanno a compensare, prima o poi, con le imposte che dovevano pagare allo Stato. Senza questo strumento il meccanismo non avrebbe avuto l'efficacia che ha avuto, e questo lo si vede perché prima si parlava di circa 3 mila interventi all'anno, mentre ricordo a tutti che nel 2021 ne sono stati fatti più di 100 mila con il superbonus, e nel 2022 ne sono stati fatti 260 mila e il trend del 2023 stiamo ancora cercando di individuarlo, ma sicuramente per i primi tre mesi è stato ancora dello stesso tipo del 2022. Probabilmente oggi si cominciano a vedere i cali derivanti dal blocco delle cessioni, di cui poi vorrei parlare, e che stanno cominciando a impattare sulla capacità del sistema produttivo.
  Però è innegabile che c'è stata più che una decuplicazione e questo è derivante dallo strumento finanziario del credito d'imposta, che è quello che ha sostanzialmente sostenuto e alimentato finanziariamente il sistema. Nel momento in cui questo si è bloccato, per le note vicende, è evidente che i condomini, i cittadini e le imprese si sono trovati in una clamorosa assenza di liquidità. Perché il meccanismo di per sé era quello che consentiva alle imprese di rientrare della liquidità spesa per fare i lavori.
  Quindi parlando di condomini seri e veri, parlando di imprese serie e vere quali quelle ci onoriamo di rappresentare, si è trattato di andare avanti sostanzialmente a sbalzo perché non si riusciva più e non si riesce più a incassare, con la tempistica adeguata, i suddetti crediti cedendoli per poi poterli monetizzare da parte delle banche.
  Voi sapete che prima si sono bloccate anche le partecipate di Stato, come Poste e CDP, le banche si sono bloccate tutte quante, anche perché nel momento in cui sono state bloccate le cessioni successive dei crediti d'imposta, le banche erano sature della propria compensazione, pertanto hanno bloccato le capacità di acquisizione.
  Quindi è assolutamente evidente che ci si è trovati di fronte a due problemi giganteschi: il primo il blocco delle cessioni, quindi l'immediata derivata che è la mancanza di liquidità delle imprese per proseguire poi i lavori; dall'altro, il meccanismo ha creato un immane rallentamento nella capacità produttiva delle imprese, perché la mancanza di liquidità delle imprese e, a catena dei lavoratori e della filiera dei produttori, ha creato e sta creando questo impasse.
  È chiaro che abbiamo due problemi da risolvere sul breve: il primo, cosa fare contro questa mancanza di liquidità. È necessario che la capacità di acquisto e di riacquisto da parte dei sistemi finanziari, banche in primis, sia alimentata. Quindi è inevitabile secondo noi – oggi non è più tempo di nuove soluzioni normative – che ci siano le partecipate dello Stato che in Pag. 6forma diretta o in forma indiretta attraverso le banche alimentino il mercato della cessione del credito, perché altrimenti il sistema si blocca.
  Il sistema è già rallentato, quindi la seconda necessità che diventa immediatamente urgente è quella di una proroga, perché al 31 dicembre 2023 le imprese avevano programmato di finire i lavori del 110 per cento, ma non avendo liquidità non sono più in grado di finirli. Quindi non parliamo di nuovi cantieri, ma parliamo di cantieri esistenti che hanno rallentato o fermato la produzione e che hanno la necessità di portarla avanti.
  Questi sono i due elementi fondamentali che chiediamo per risolvere il problema dell'immanente, del sistema produttivo e dei condomini.
  Vorrei far vedere come ultimo punto alcune slide che chiariscono alcuni degli elementi che ho detto in maniera descrittiva, ma i grafici rendono molto di più delle parole.
  Lo dicevo prima, il superbonus per le famiglie meno abbienti: nulla è stato più equamente distribuito come facilitazione che il superbonus. Il grafico che trovate nel documento è quello pubblicato dall'Ufficio parlamentare di bilancio sui bonus ante superbonus: il 50 per cento più povero prendeva il 10 per cento e il 10 per cento più ricco prendeva il resto dei bonus edilizi. Perché nel momento in cui vi era solo il sistema compensativo, solo coloro che avevano grandi capacità fiscali di compensazione hanno avuto accesso ai bonus. Mentre evidentemente tutto questo è cambiato in maniera decisa con il superbonus.
  Tanto per essere chiari in termini di numeri, nella parte Sud del Paese, che assumiamo convenzionalmente essere quella con redditi più bassi, questi bonus avevano circa l'11 per cento, 8 per cento e 3 per cento fa 11 per cento; viceversa con il superbonus siamo andati al 26 per cento. Il 26 per cento dei superbonus è andato al Sud, in confronto all'11 per cento dei bonus pre superbonus, quindi è chiara la differenza distributiva da questo punto di vista.
  Un altro tema da smentire è che si sia fatto poco con questi interventi. Voi sapete, chi se n'è occupato tecnicamente lo sa, che l'obbligatorietà è il salto di due classi energetiche per quanto riguarda il superbonus, ma in realtà le classi di arrivo sono state molto più alte. Siamo intervenuti per un 60 per cento nelle classi famose F e G, che erano quelle più energivore, ma abbiamo fatto un salto non solo di due classi per passare in D ed E, molti sono andati in classe A, il 60 per cento degli edifici oggetto di interventi ora è in classe A.
  Quindi lo strumento è stato anche virtuoso perché non si è lavorato sul minimo, ma si è lavorato per avere nuovi edifici trasformati con classi che sono già prestazionali rispetto a quello che ci chiederà l'Europa stessa – vedremo quando uscirà il famoso trilogo.
  Un altro tema: non è stata un'operazione da ricchi, lo dico in termini quasi un po' gretti. Oltre l'80 per cento degli interventi, in realtà l'82/83 per cento, è stato fatto sulle prime case. Quindi gli interventi sono stati fatti sulle residenze vere dei cittadini italiani, non sono stati fatti sulle ville, sulle seconde e terze case, se non in quota veramente molto minore. Questo è un altro elemento che ci sostiene, sempre sulla equa distribuzione dello strumento.
  Qui si è detto di tutto e tutti hanno fatto la loro valutazione su quello che è costato o costerà realmente allo Stato. Il nostro conteggio, che riguarda solamente i costi diretti, ci dice che per ogni miliardo speso, 470 milioni rientrano attraverso IVA, imposte, contributi e quant'altro, in forma esclusivamente diretta. Ci limitiamo a questo dato, tutti sappiamo che molti studi fatti da illustri enti, in cui noi non ci permettiamo di intervenire, hanno detto che in realtà l'effetto è molto superiore in termini di indotto e di indiretto. Semplicemente, in tema di diretto, parlando di ogni miliardo che si spende, 470 milioni è rientro.
  È ovvio che c'è un tema di cassa, nel senso che rientrano in tempi diversi rispetto a quando entrano in termini di mancanza di ingressi dal punto di vista delle imposte, però è un dato di fatto che non è Pag. 7quel buco sul bilancio pubblico in termini di sommatoria complessiva.
  Per chiudere l'intervento, è ovvio che non possiamo pensare, e nessuno lo ha pensato, che quello del 100 per cento fosse uno strumento indefinito, fino al limite di tutti i tempi. Però, guardate, quello che ho cercato di spiegare è che lo strumento in sé aveva tutta una struttura che è assolutamente replicabile e da salvaguardare per il futuro, evidentemente con una modularità in termini di aliquote e una modularità in termini di soggetti che ne hanno diritto in forma diretta, da ricalibrare sulla base della cassa dello Stato. Ma il meccanismo in sé, come si è dimostrato, è funzionante. E, ripeto, mi riferisco al superbonus e non a altri tipi di bonus, sia chiaro per tutti.

  PRESIDENTE. Grazie dottor Betti. La parola al collega Santillo.

  AGOSTINO SANTILLO. Grazie ad ANCE e grazie al vicepresidente per aver lasciato un memorandum molto più ampio della presentazione delle cinque pagine. Anzi, sarebbe cosa gradita se su quello che lei ha detto, tra l'altro è rilevabile da varie notizie avute finora, lei le ha toccate praticamente tutte, riuscisse a farci avere una nota tecnica. Ho alcuni spunti e domande, alle quali ovviamente non deve rispondere per forza oggi.
  Dati interessantissimi sul miglioramento delle classi energetiche: volevo sapere se avete anche conoscenza del miglioramento antisismico, cioè in quanti casi si è intervenuti sul miglioramento antisismico delle abitazioni.
  Dello strumento finanziario utilizzato, se è possibile sapere o è rilevabile la percentuale in cui ci si è avvantaggiati direttamente dello sconto in fattura e i casi in cui invece direttamente della detrazione fiscale, perché poi va da sé che la restante deve essere un'operazione di cessione del credito d'imposta.
  Secondo la vostra esperienza, la vostra capacità di agire nel mercato attraverso i bonus edilizi, secondo ANCE quale può essere una percentuale? Lei ha detto bene, nessuno ha mai pensato che questo 110 dovesse durare in eterno. Alcuni studi riportano che c'è una totale convenienza da parte dello Stato entro limiti del 50/60 per cento come bonus edilizi. Vorrei sapere se voi avete, come sensibilità, un valore più o meno su cui la politica si può soffermare.
  Infine, da parte dei vostri associati o se voi avete contezza di quanto, per i vostri associati, sono in miliardi i crediti bloccati in cassetti fiscali, derivanti dal solo superbonus ci tengo anche a precisare, staccando tutti gli altri bonus.

  PRESIDENTE. Grazie collega Santillo. La parola all'onorevole Mazzetti.

  ERICA MAZZETTI. Grazie presidente. Grazie ad ANCE per questa esposizione molto importante, su cui più volte ci siamo confrontati. Abbiamo letto anche i vari report fatti con le varie interviste, anche oggi ce n'è una sul Sole 24 Ore.
  Come sapete bene, io ho pensato fin dall'inizio che questo provvedimento fosse una misura eccellente per il momento, perché si veniva fuori da una situazione del settore di dieci anni di crisi economica e finanziaria importante, la pandemia che aveva bloccato tutti i lavori, per cui era necessario uno shock forte del settore, l'avevamo chiesto da tanti anni.
  Però, almeno stando i fatti, a parte quelli rappresentati che condivido molto, c'è un fatto importante che dà il MEF e anche la presidente del Consiglio ma non solo, che ci viene rappresentato, cioè che sono stati spesi circa 110 miliardi. Poi dobbiamo vedere perché oggi è un costo di 110 miliardi, però non è che è tutta una spesa fatta dallo Stato, perché molti sono soldi delle imprese bloccati nei cassetti fiscali che ancora non ci sono.
  Volevo capire da voi, che siete uno dei maggiori rappresentanti del settore, quanti di questi 110 miliardi che il MEF ci ha rappresentato sono bloccati nei cassetti fiscali delle imprese.
  E soprattutto si legge, però non ho letto nessun dato ufficiale, che con questo investimento sono stati efficientati dal punto di vista energetico solo il 4 per cento degli immobili. Volevo capire anche questo se era veritiero.Pag. 8
  Come volevo capire – noi stiamo facendo una grande opposizione per tanti motivi alla direttiva europea «case green» – se questi investimenti fatti con il superbonus 110 per cento possono valere per la direttiva «case green», per quanto riguarda l'Europa che ci sta imponendo degli obiettivi, anche se vorremmo – almeno noi – che questa imposizione venisse fatta in modi e tempi diversi e spostata e diluita nel tempo.
  Abbiamo contezza di quanto ha fatto di importante nel settore, ma anche nell'economia reale, il superbonus 110 per cento, ma contestualmente qualcosa non è andato bene. Perché se oggi ci sono tantissime imprese in netta difficoltà, ma anche tanti cittadini, non ce lo scordiamo, che hanno creduto, come dicono loro, ed è vero, in una legge di Stato, oggi dobbiamo risolvere sicuramente il problema più gigantesco: cioè tutti questi crediti fiscali incagliati che non riescono a essere sciolti. Fra l'altro noi abbiamo fatto un provvedimento qualche mese fa perché le banche, fra le tante cose, ci chiedevano di togliere la responsabilità solidale. E questo è scritto chiaramente, nella legge c'è, per cui vorrei capire come mai ora voi, non voi ma le banche, ancora hanno dei problemi a svincolare buona parte di questi cassetti fiscali. Anche se mi rappresentano alcuni imprenditori, ma anche cittadini, che avevano fatto una prima cessione in una banca «x» che qualcosa si sta muovendo.
  Volevo sapere da voi quante di queste imprese hanno iniziato a vedere qualche sblocco anche dopo il nostro provvedimento, questa è un'altra cosa importante.
  Un'altra cosa importante sono le proroghe. Io credo che come maggioranza, ma anche il Governo, bisogna valutare veramente la proroga del 31 dicembre 2023 almeno per coloro che hanno iniziato i lavori, perché la cessione del credito, che è bloccata ancora e siamo a giugno, naturalmente non fa ripartire immediatamente i cantieri.

  PRESIDENTE. Grazie. Alterniamo maggioranza e opposizione. La parola al collega Curti.

  AUGUSTO CURTI. Io mi unisco alle cose che già in realtà sono state già dette, mi hanno preceduto negli interventi. Ovviamente ringrazio anch'io per la relazione molto puntuale. È molto interessante la parte sul reale costo che ipotizzate abbia dovuto sostenere il Governo prevedendo invece quello che è stato il rientro.
  Torno un attimo sulle cose che sono state dette e mi rifaccio al provvedimento in esame che richiamava la collega, per capire quali sono stati gli effetti reali che ha prodotto a vantaggio degli incagli, per sapere anch'io se avete una quantificazione reale dei vostri associati. Ma soprattutto per capire l'effetto che quel provvedimento ha avuto rispetto al tema che era stato posto in maniera forte dall'ANCE in quel momento, con delle manifestazioni da parte di associati ma anche da parte dei cittadini, che chiaramente sentivano questo non riconoscere i crediti sopra la loro pelle.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola al collega Milani.

  MASSIMO MILANI. Grazie presidente. Intanto mi unisco al coro dei colleghi che non hanno potuto non constatare quanto sia stata importante per il settore delle costruzioni questa forma di incentivo, ha dato una scossa notevole e ha creato sicuramente molto valore aggiunto. Ovviamente, come nella sua relazione ha specificato, ha creato anche efficienza energetica in maniera importante, perché condividiamo il fatto che gli edifici sono una parte energivora importante nella nostra società.
  È evidente pure, però, che se sono almeno due anni che ne stiamo discutendo come sistema Paese, non solo nell'ambito politico ma anche nella società, perché poi questa cosa ha coinvolto tutti, c'era qualcosa che evidentemente non funzionava nella formulazione iniziale.
  Quindi la mia domanda, senza ripetere altre domande già poste, è se ci sono delle idee da parte vostra, avendolo sperimentato sulla vostra pelle, in quanto esecutori di queste opere, su come rendere più chiaro il meccanismo della cessione dei crediti. Pag. 9Perché è evidente che la grande novità – al di là dell'aliquota molto incentivante, addirittura al 110 per cento della spesa – era la possibilità di cedere il credito e quindi dare la possibilità anche ai non abbienti, o alle fasce di reddito più basse, di poter realizzare dei lavori di efficientamento energetico scaricando il peso dell'anticipazione finanziaria da parte delle imprese e dei professionisti in molti casi.
  È chiaro che il meccanismo della cessione è la vera novità, al di là di tutto, quindi se c'è un'idea – se non mi può rispondere adesso, può farlo anche con un contributo successivo – su come rendere più facile e più chiaro questo meccanismo alla luce delle esperienze svolte fino ad ora.
  Inoltre credo – e penso questo sia condivisibile anche da chi allora in maggioranza propose l'aliquota – che il meccanismo potrebbe essere riproposto ma con aliquote di intervento diverse, perché c'è una sproporzione nell'incentivare da parte dello Stato addirittura più di quello che costa l'intervento, andando a sostenere sostanzialmente anche i costi finanziari, che peraltro oggi sono totalmente diversi e notevolmente maggiori, ma togliendo la responsabilità sociale e il controllo sociale dei committenti, perché questo è purtroppo quello a cui abbiamo assistito, cioè ci si è affidati alla serietà e alla capacità degli esecutori. Io ritengo che, nel momento in cui uno intervenga in qualità di committente anche solo con il 10/20 per cento di spesa, si avrebbe sicuramente un occhio maggiore sul controllo della spesa, perché è chiaro che i prezzi di esecuzione sono lievitati fortemente e questo ritengo che sia evitabile con un intervento che fissi un'aliquota da parte dello Stato più bassa.
  Ultima domanda. In progressione si è arrivati, se non ricordo male anche con richiesta da parte vostra, sulla necessità di qualificare le imprese che andavano a eseguire questi interventi. Quindi la domanda è – a oggi abbiamo posto questa qualificazione per interventi superiori a 500 mila euro se non vado errato – se ovviamente continuate a essere di quest'idea. Io ritengo di sì, e anticipo la risposta, perché ritengo che essendo questi fondi pubblici a tutti gli effetti è necessario che gli esecutori di queste opere abbiano una loro qualificazione e una loro solidità per poterle affrontare. Perché quando sentiamo che gli interventi si sono fermati è anche perché si sono avventurati a fare questo mestiere personaggi che non avevano sicuramente le capacità e le qualità per poterli eseguire.
  Un'ultimissima considerazione sulla proposta di allungare il termine oltre il 31 dicembre 2023, mi sento di dire in Commissione che dovremmo ascoltare questa proposta ovviamente per i cantieri aperti, così come in precedenza è già stato fatto per i cantieri aperti rispetto alle unifamiliari.

  PRESIDENTE. Grazie collega Milani. Continuiamo con l'alternanza. La parola al collega Simiani.

  MARCO SIMIANI. Grazie presidente. Mi scuso con l'ANCE perché non ero presente, ma ero in Commissione Trasporti per una Commissione d'inchiesta, una cosa complicata, dovevo partecipare. Non ho partecipato alla vostra audizione e mi dispiace, mi farò raccontare dal collega Curti e guarderò attentamente anche la vostra documentazione.
  Io vorrei solamente intervenire come capogruppo del PD nell'ambito di questo lungo percorso di audizioni che abbiamo fatto.
  È stato importante fare questa indagine conoscitiva perché abbiamo parlato con tantissime persone, abbiamo capito soprattutto cosa è stato fatto in maniera positiva, cosa è stato sbagliato anche nel provvedimento, ma abbiamo avuto anche delle certezze nell'ambito di questo percorso.
  Abbiamo capito innanzitutto che questo è uno strumento e che non si può andare contro gli strumenti, vanno solamente utilizzati meglio. E, proprio perché va utilizzato meglio, abbiamo capito che le misure prese anche nell'ambito di questi ultimi provvedimenti che sono stati fatti dal Governo Meloni sono stati sbagliati, perché hanno peggiorato una situazione che magari poteva essere migliorata, ma soprattutto poteva essere conclusa in base al Pag. 10percorso di Draghi, per poter poi riuscire a individuare un percorso più lungo, per poter dare quelle certezze che ora provo a descrivere.
  Altra certezza: l'aumento dei prezzi che c'è stato e la speculazione che è stata messa in campo è stata dettata – e qui è stato un errore dei Governi precedenti – dal fatto che i provvedimenti avevano un tempo molto ristretto e non riuscivano, in un certo senso, a soddisfare quella richiesta dei prodotti che potrebbe creare una concorrenza – il tema dei ponteggi credo che chiarisca esattamente questo; è sbagliato che qualsiasi provvedimento che faremo abbia un tempo ristretto.
  Un'altra certezza importante che è emersa nel dibattito è che questo strumento ha dato un beneficio dal punto vista occupazionale, ha dato un beneficio dal punto di vista dell'efficientamento energetico, ma – l'altra certezza – è costato il doppio di quello che era stato previsto; anche se noi abbiamo recuperato fortemente alcuni anni in più nella programmazione degli obiettivi del PNIEC, e questo ci ha dato la possibilità di recuperare sicuramente anche l'investimento fatto.
  Cioè, se continuassimo con questo gettito continuo da parte dello Stato, raggiungeremmo molto prima gli obiettivi che si era dato il PNIEC, che deve essere però rivisto entro giugno.
  Voglio dire che l'obiettivo di questa audizione è stato centrato, dobbiamo solamente trovare quello strumento per potere riuscire a dare certezze sia in tempi occupazionali sia in tempi di investimento delle imprese soprattutto e di efficientamento energetico.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola al collega Pizzimenti.

  GRAZIANO PIZZIMENTI. Velocemente, perché i tempi si sono forse un po' allungati rispetto al previsto. Intanto ringrazio anch'io, a nome del gruppo della Lega, per l'intervento fatto dall'ANCE oggi, perché è molto chiarificatorio rispetto a quelli che sono i numeri che si sentivano girare, ma di cui in realtà non si aveva certezza.
  Volevo solo brutalmente fare una domanda, perché non è stata svolta da parte vostra questa parte, cioè il fatto che la speculazione delle materie prime è stato un effetto stravolgente, perché come è stato detto un attimo fa ha quasi raddoppiato, se non di più, i prezzi e i costi delle materie prime e di conseguenza poi dei lavori. È chiaro che così non può né durare né entrare nell'equilibrio economico dell'opera. Quali potrebbero essere le azioni che Governo, maggioranza e Parlamento possono mettere in atto affinché si possa gestire questa parte qui? Perché se no ritorna la rincorsa ai prezzi. Finché sono opere pubbliche abbiamo i prezzari regionali o quant'altro, se non c'è l'opera pubblica si rischia veramente anche questo. Però i prezzari nel privato sappiamo che non sempre sono tenuti in considerazione.

  PRESIDENTE. Grazie collega Pizzimenti. Io darei al dottor Betti una decina di minuti, perché dopo ci dobbiamo collegare col Parlamento europeo. Non le rubo nessun altro secondo.

  STEFANO BETTI, Vicepresidente edilizia e territorio di ANCE. Cerco di riassumere un po' perché alcune cose sono state dette e si possono riassumere.
  Tema prezzi, dobbiamo sfatare un problema fondamentale. Il superbonus di per sé è un meccanismo che ha lo stesso controllo dei prezzi delle opere pubbliche, perché gli asseveratori asseverano sugli stessi tipi di prezzari. Quindi questo è così, sono gli stessi prezzi delle opere pubbliche, perché vale il prezzario regionale oppure il prezzario DEI o le Camere di commercio, né più e né meno come devono fare le opere pubbliche.
  I prezzi in Italia oggi delle costruzioni sono inferiori nonostante quello che è successo. Condivido quello che è stato detto, evidentemente uno degli elementi fondamentali che ha creato la crescita dei prezzi è l'accorciamento dei tempi in cui si sono dovute fare le opere. Però i valori oggi, attuali, dei prezzi in Italia sono inferiori a quelli dei nostri Paesi concorrenti Francia e Germania, questo è un dato dimostrabile.Pag. 11
  Cos'è successo da noi? Che erano talmente più bassi che la variazione, non il valore assoluto, ma la variazione nel tempo è stata chiaramente estremamente enfatizzata – sono dati dimostrabili – dal superbonus e quindi da questa richiesta superiore che le imprese hanno fatto verso i materiali e anche verso la stessa manodopera. Quindi i valori assoluti sono ancora inferiori a quelli europei, la variazione rispetto a dove stavamo dopo 15 anni di crisi, come ha detto qualcheduno di voi, è stata tale che si è sentita in termini molto veloci, rapidi, ma non in valori assoluti. E il meccanismo del superbonus – e, torno a ripetere, superbonus, perché il meccanismo del bonus facciate non era questo – è comunque controllato da questo tipo di tetto.
  Quindi c'è il tema che qualcuno ha sollevato, ovvero che calando l'aliquota sotto il 100 per cento evidentemente si crea una reciprocità di controllo anche con il committente e non più solo con i professionisti, che sono garanti e responsabili di applicazione dei prezzari; evidentemente si crea questo tipo di possibilità di dialogo ulteriore. Teniamo presente che entriamo dopo nello stesso meccanismo con cui si entra a volte nel sistema dei lavori pubblici, quando poi ci si lamenta che qualcuno parte con lo sconto 30 per cento e poi dopo l'opera si ferma, perché dobbiamo sempre trovare l'equilibrio da questo punto di vista.
  Il meccanismo del superbonus ha un tetto complessivo e i prezzi unitari applicati dai prezzari: i prezzari sono giusti o non sono giusti? Li fanno le regioni e li fa lo Stato, quindi riteniamo che siano giusti.
  Può esserci uno sconto sopra? Se è ragionevole, probabilmente sì. Ma questo sempre se c'è un programma di lunga gittata, perché se parliamo di provvedimenti che vanno di anno in anno è chiaro che la richiesta sul mercato è tale che non è possibile fare nessuno sconto, anzi si dovrebbe andare sopra i valori dei prezzari. Se si dà un programma di lungo periodo, come noi stiamo chiedendo per il futuro, certamente si può utilizzare questo tipo di procedimento. Questo a chiarimento complessivo del sistema prezzi, perché alcuni ne hanno parlato.
  Un altro elemento fondamentale: quanti sono i crediti bloccati? È uscito ieri un ragionamento sul Sole 24 Ore. Dire che oggi sono 30 miliardi è probabilmente corrispondente al vero, ma diventeranno probabilmente di più se non si trovano soluzioni. Perché in realtà evidentemente la produzione per adesso sta ancora continuando e non vengono collocati crediti; finché le imprese non si fermano creando il contenzioso con i condomini, continueranno ad aumentare. Bisogna trovare una soluzione.
  È chiaro che la cessione del credito d'imposta non era un diritto. Lo sappiamo tutti, non c'era scritto da nessuna parte che era dovuta. È diventato un meccanismo obbligatorio nel momento in cui, però, il cambiamento continuo dell'operatività con questi più di venti provvedimenti ne ha di fatto bloccato la libera circolazione. Allora sì che noi ci siamo trovati, come sistema di affidamento, spiazzati, perché non c'era più questa possibilità. È vero che non è un diritto, ma lo è praticamente di fatto diventato per il sistema, se si vuole portare avanti e finire questa stagione, perché altrimenti non sappiamo come fare, visto che oggi sono bloccati.
  C'è stata una ripresa dopo la conversione in legge del decreto del 16 febbraio? C'è stato sicuramente un segnale di ripresa, perché indubbiamente il fatto di avere bloccato sostanzialmente la responsabilità dei cessionari ha certamente aiutato. Però le banche sono sostanzialmente sature, penso lo abbiano detto anche nelle vostre audizioni.
  Quindi se non si riesce a creare il meccanismo della quarta cessione, con cui le banche si sgravano di quello che hanno in pancia, non possono riacquistare quei 30 miliardi che oggi come oggi sono figli di nessuno. Quindi occorre un sistema in grado di acquistare questi crediti, si sta facendo sul mercato privato ma lo stanno facendo solo alcune banche e non tutte.
  Si stanno creando delle altre piattaforme, avevamo molte aspettative e ancora non le vediamo, vedremo se ci sono altre piattaforme.Pag. 12
  È chiaro che secondo noi le partecipate di Stato, che hanno tantissimi F24 da compensare, potrebbero agire da questo punto di vista. Non dimentichiamoci che la nostra proposta originale, molto semplice, con l'ABI era quella di utilizzare una quota degli F24 dei contribuenti; per problemi di cassa ci è stato detto di no, ne prendiamo atto, però di fatto abbiamo bisogno di arrivare in fondo. Perché altrimenti diventa un problema veramente gigantesco, le imprese si fermano e ci troviamo con le impalcature (tanto per usare un piccolo esempio) che bloccano mezza Italia.
  La produttività, il 4 per cento degli immobili e quant'altro: si è fatto molto. Teniamo conto che in Italia abbiamo 12 milioni e 200 mila edifici, siamo intervenuti grosso modo su 400 mila alla data di aprile, c'è tantissimo altro da fare. Tornando al futuro vedremo cosa ci chiede l'Europa, perché ci sta chiedendo delle cose in cui le performance dovranno essere in termini di capacità produttiva più o meno equivalenti a quelle di oggi.
  Da qui poi il tema che noi stiamo trattando, ben venga la direzione green, certamente siamo favorevoli, è inutile negare che per noi è lavoro. Non si fa niente gratis. Credo che la lezione per tutti del superbonus è: nulla è gratis. Quindi è chiaro che se dobbiamo andare in questa direzione abbiamo bisogno evidentemente di supporti, come Paese abbiamo bisogno di mettere in campo supporti economici finanziari.
  Sempre rispondendo su quali sono le aliquote del futuro, oggi noi stiamo facendo una serie di esercizi da questo punto di vista, nel senso che dobbiamo partire da un concetto: coloro che sono non abbienti o che non hanno un ISEE sufficiente devono essere coperti ancora al 100 per cento, perché altrimenti questo bloccherebbe tutti i condomini. Questo è un dato che dobbiamo tenere tutti molto chiaro. Poi evidentemente a questo punto dovremo giocare su un equilibrio tra le aliquote e le performance di classi da superare, quindi in realtà il vero numero di aliquota lo troveremo nel momento in cui l'Europa ci dirà quale sarà l'asticella. Perché voi sapete che la Commissione europea ha detto certe cose, il Parlamento europeo ne ha dette altre, e cambia dal punto di vista del costo dell'intervento.
  Su un'unità immobiliare in condominio abbiamo visto che un intervento oggi come oggi costa circa 80 mila euro, per un salto che abbiamo visto essere molto più abbondante delle due classi minime (lo diceva la slide vista prima).
  Dal punto di vista invece delle unità singole immobiliari l'intervento è più costoso, siamo nell'ordine di 105/110 mila euro per intervento. Quindi anche lì sarà un ragionamento che al momento opportuno si dovrà fare.
  Noi abbiamo pronte una serie di simulazioni che stiamo non dico tenendo nel cassetto ma provando a vedere. È chiaro che non sarà più 110, sarà un'aliquota più bassa, però per lo meno una parte di questa aliquota dovrà essere tenuta in piedi dal sistema dello sconto in fattura e credito d'imposta, altrimenti non si fa nulla che sia chiaro, se non tiene un sistema che viene alimentato in generale dal pubblico, e questo è un meccanismo.
  Noi siamo pronti perché abbiamo dimostrato di avere le capacità produttive di andare a rispondere a quello che l'Europa ci chiede.

  PRESIDENTE. Grazie dottor Betti. Siamo partiti un po' in ritardo però abbiamo fatto un'audizione più lunga rispetto a quello che all'inizio avevamo pensato.
  Ringraziamo tutti i rappresentanti dell'Associazione ANCE per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato). Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.25.

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