XIX Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 28 marzo 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEGLI INCENTIVI IN MATERIA EDILIZIA

Audizione di rappresentanti di Amici della Terra.
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Tommasi Monica , presidente di Amici della Terra ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 
Santillo Agostino (M5S)  ... 5 
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 
Tommasi Monica , presidente di Amici della Terra ... 5 
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti del WWF:
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 
Midulla Mariagrazia , responsabile clima ed energia di WWF Italia ... 5 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di rete imprese Maestri costruttori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Sarnataro Davide , presidente di Rete imprese Maestri costruttori ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 8 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di AssoESCo:
Rotelli Mauro , Presidente ... 9 
Cossarini Vittorio , presidente di AssOESCo ... 9 
Rotelli Mauro , Presidente ... 10 

Allegato 1: Documentazione depositata dai rappresentanti di Amici della Terra ... 11 

Allegato 2: Documentazione depositata dai rappresentanti del WWF ... 28 

Allegato 3: Documentazione depositata dai rappresentanti di AssoESCo ... 30

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURO ROTELLI

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Amici della Terra.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, dei rappresentanti di Amici della Terra, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
  Cedo la parola alla presidente Monica Tommasi per lo svolgimento della relazione.

  MONICA TOMMASI, presidente di Amici della Terra. Volevo condividere alcuni dati se è possibile e quindi provo a condividere delle slides.
  Vi ringrazio molto. Io sono la presidente degli Amici della Terra e volevo iniziare questa mia audizione parlandovi un po' delle nostre proposte e facendovi vedere in maniera velocissima alcuni dati generali sui consumi residenziali. In generale, insieme ai servizi, è il settore che consuma di più in Italia, seguito appunto dai trasporti e dall'industria. Nel settore residenziale tra il 1990 e il 2021 i consumi di energia sono aumentati di circa il 18 per cento. Questi consumi sono cresciuti fino al 2010 e poi si sono ridotti a causa di azioni che sono state fatte per il miglioramento dell'efficienza energetica, sia normative sia anche fiscali, attraverso incentivi per la realizzazione di interventi appunto per la riduzione dei consumi.
  Secondo la direttiva che è stata approvata dal Parlamento europeo e che dovrà essere discussa dai Governi e dalla Commissione, noi dovremmo riqualificare al 2030, per farli arrivare in classe E, circa il 61 per cento degli edifici e al 2033 l'80 per cento degli edifici per farli arrivare in classe D. Quindi è necessario, considerando anche i tempi di ritorno di questi investimenti che non sono brevi, garantire una serie di incentivi stabili fino al 2030 in grado di rendere economicamente sostenibile questo percorso.
  Questo risultato non è irraggiungibile, ma sicuramente non sarà raggiunto entro il 2030, considerando anche le caratteristiche del nostro parco immobiliare; quindi sarebbe anche opportuno per i centri urbani, in particolare con edifici antichi, e anche per quegli edifici per cui non è economicamente conveniente intervenire, promuovere altre soluzioni, come le reti di teleriscaldamento.
  Sicuramente è importante che venga varato un programma di lungo periodo, con strumenti di sostegno e interventi di riqualificazione energetica degli edifici, basato sulle detrazioni fiscali ma, a nostro avviso, non vanno escluse le cessioni e gli sconti in fattura, opportunamente gestiti in modo da migliorare l'efficacia dei costi, facendo anche riferimento all'esperienza e agli errori del superbonus. Si tratta di un'esperienza, appunto, che ha avuto degli effetti positivi, come la riqualificazione di 360 mila edifici, la messa in campo di competenze produttive e di filiere, ma quello che è emerso in questi due anni è che il Pag. 4meccanismo del 110 non è necessario se non in casi particolari, che potrebbero riguardare appunto proprietari o condòmini realmente incapienti, perché questo incentivo ha drogato il mercato con prezzi delle materie prime e della manodopera che sono andati fuori mercato.
  Occorre un sistema incentivante con una partecipazione alla spesa, una partecipazione che sia variabile, ma con una quota che deve essere valutata, a nostro avviso, attraverso una diagnosi energetica dell'edificio a monte.
  I cittadini sono disponibili a investire nel miglioramento delle prestazioni energetiche e sismiche delle proprie abitazioni e investire in efficienza energetica produrrebbe molti aspetti positivi per il Paese: risparmi energetici in grado di ripagare quanto dovrà essere speso per migliorare le prestazioni negli edifici; ridurre le spese economiche delle famiglie; aumentare la sicurezza energetica e sismica; ridurre la dipendenza dai combustibili fossili; ridurre gli impatti sull'ambiente e rafforzare l'economia del Paese.
  In questi anni – da oltre trent'anni per l'esattezza – noi ci siamo occupati di efficienza energetica con analisi e studi anche sui sistemi di incentivazione. Proprio recentemente, in collaborazione con Assoclima, l'associazione dei costruttori di sistemi di climatizzazione, abbiamo effettuato una prima valutazione della funzionalità dei principali strumenti di incentivazione per una tecnologia particolare, quella delle pompe di calore, e le prime elaborazioni consentono per la prima volta di analizzare l'insieme delle installazioni di impianti a pompa di calore incentivati da Enea tramite i vari sistemi di incentivazione.
  In generale, per formulare proposte di miglioramento del sistema di incentivazione, e quindi anche per valutarne gli impatti, occorre sempre fare un'analisi dettagliata dei dati, che purtroppo, ahimè, non sempre sono a disposizione e molto spesso non sono omogenei.
  Noi per questa tecnologia – basandoci appunto sul numero di interventi, sugli investimenti – abbiamo valutato gli investimenti per tecnologia e per epoca di costruzione dell'edificio, abbiamo valutato il numero di interventi nel dettaglio delle regioni e anche gli investimenti a livello regionale e chiaramente il numero di interventi per tipologia di incentivo.
  In generale abbiamo fatto questo esercizio: abbiamo valutato tutti gli interventi di riqualificazione energetica per tutti i sistemi di incentivazione e il dato è molto interessante perché ci fa ragionare sul fatto che – come vedete dalle slides – non è che l'ha fatta da padrone il superbonus, ma i cittadini sono disponibili a investire molto nel miglioramento delle prestazioni energetiche delle proprie abitazioni e hanno investito molto – e infatti gli interventi per il bonus casa e per l'ecobonus sono tantissimi – e questi sistemi di incentivazione hanno avuto un grande trend di crescita.
  Abbiamo anche notato che quando si partecipa alla spesa si evitano tutta una serie di rigonfiamenti dei prezzi.
  In una slide troverete un'analisi che abbiamo fatto proprio andando ad analizzare gli investimenti totali per tipologia e chiaramente l'ecobonus l'ha fatta da padrone con le caldaie a condensazione e la sostituzione di serramenti. Mediamente gli interventi per l'ecobonus sono stati di 7 mila euro mentre mediamente gli interventi per il superbonus sono stati di 110 mila euro.
  Per quanto riguarda ad esempio il conto termico su cui gli investimenti sono stati molto minori anche qui l'hanno fatta da padrone i generatori di biomasse e gli edifici NZEB.
  Comunque, arrivo alle mie conclusioni: per noi, per Amici della Terra, occorre un programma di lungo periodo, con strumenti di sostegno e interventi di riqualificazione energetica degli edifici, basato sulle detrazioni fiscali, sulle cessioni e gli sconti in fattura, opportunamente gestito e con maggiori controlli; un sistema incentivante con una partecipazione significativa alla spesa anche a seconda della tipologia di interventi; interventi basati su una diagnosi energetica a monte, mirata a ottenere un'adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico, in modo proprio da individuare Pag. 5e quantificare le opportunità di risparmio energetico e quindi avviare un percorso dal punto di vista economico-ambientale, che possa condurre a una riduzione dei consumi energetici e delle emissioni dell'edificio, quindi individuando le tecnologie per il risparmio energetico più adeguate e la quota da incentivare per l'intervento previsto.
  Con il superbonus si è creata una situazione particolare e alla fine si son fatti cappotti termini anche per case che stavano al mare e questo non può accadere e non deve succedere. Per questo le diagnosi energetiche a nostro avviso sono fondamentali, non lasciano scampo.
  Poi bisogna omogeneizzare i bonus integrando la normativa. C'è a nostro avviso la necessità di mettere mano ai diversi meccanismi di incentivazione esistenti per ordinare questa complessa materia. Quindi sarebbe per noi necessario un testo unico per assicurare una maggiore sostenibilità nel tempo degli investimenti, da ottenersi tramite una rimodulazione della quota incentivata e un progressivo accorpamento nel tempo, favorire l'estensione del principio delle diverse aliquote di detrazione in funzione della performance in generale raggiunta da ciascun edificio e in funzione appunto della tecnologia utilizzata e chiaramente estendere fino al 2030, tramite opportuni provvedimenti legislativi, l'attuale data di scadenza dei diversi ecobonus e superbonus, così da assicurare un sostegno pianificato al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati per quella data e garantire un'ulteriore semplicità di accesso, una semplificazione degli adempimenti burocratici da parte degli utenti finali.
  Ecco io spero di essere riuscita a stare entro i tempi che mi avevate dato.

  PRESIDENTE. Sì, presidente, c'è rientrata benissimo e al di là dei problemi tecnici iniziali siamo riusciti a recuperare. Chiedo se vi sono dei colleghi che intendono intervenire.

  AGOSTINO SANTILLO. Grazie presidente. Rapidamente, lei ha parlato di prezzi fuori mercato dovuti al superbonus; poiché i lavori per cui sono stati riconosciuti gli incentivi superbonus sono quelli delle tariffe regionali, mi può dire per cortesia a quali prezzi fa riferimento come dato formale e non soltanto preso a mezzo stampa, visto che all'ultimo trimestre del 2021 i prezzi in tutta Europa sono lievitati e non c'era il bonus e, tranne che in Grecia, in tutti gli altri Paesi dell'Europa sono aumentati più che in Italia? Grazie

  PRESIDENTE. Do la parola alla presidente Tommasi per la replica.

  MONICA TOMMASI, presidente di Amici della Terra. L'esempio è proprio quello delle pompe di calore che, fatto con il superbonus e con il 50, presenta variazioni anche del 30 per cento, che non è proprio poco. Questi sono dati che sono riportati anche dai rappresentanti dei condomini quindi sono dati abbastanza veritieri.

  PRESIDENTE. La ringrazio presidente. Grazie davvero per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 1). Dichiaro quindi conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti del WWF.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, dei rappresentanti del WWF, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
  Cedo la parola alla responsabile clima ed energia di WWF Italia, Mariagrazia Midulla, per lo svolgimento della relazione.

  MARIAGRAZIA MIDULLA, responsabile clima ed energia di WWF Italia. Il WWF ritiene molto positivo il fatto che la Commissione Ambiente della Camera abbia ritenuto di svolgere queste audizioni. A mio modo di vedere probabilmente era qualche cosa che si sarebbe dovuto fare prima, perché il superbonus, o meglio l'efficientamento degli edifici, è un asset molto molto importante della transizione energetica ed ecologica.Pag. 6
  Dagli edifici – e in particolare dall'edilizia residenziale – noi abbiamo ben il 30 per cento delle emissioni di CO2 a livello nazionale e il 39 per cento includendo anche il terziario. Quindi è evidente che stiamo parlando di qualche cosa che è enormemente importante.
  Uno dei limiti, che noi abbiamo attribuito a come si è svolta l'applicazione del bonus per gli interventi di efficienza energetica, è stato proprio quello di aver messo un po' in secondo piano l'obiettivo, che non era quello di far ripartire l'edilizia, bensì quello di rendere i nostri edifici più efficienti. Se noi andiamo a vedere qual è l'impatto del cambiamento climatico sugli edifici, vediamo che oltretutto questi interventi di efficienza sono anche interventi di adattamento, che rendono i nostri edifici più resilienti agli impatti del cambiamento climatico e li rendono anche più autonomi e questo è sempre una garanzia – come abbiamo visto purtroppo in moltissimi casi – anche in caso di evento estremo e di altri impatti del cambiamento climatico.
  Quindi è evidente che qui stiamo parlando di interventi di interesse nazionale, però noi riteniamo che si possa ovviare ai limiti che pure lo strumento ha mostrato, non però andando ad abbassare i tetti, perché probabilmente molte persone con meno disponibilità economiche non possono far fronte a interventi di efficienza e uno degli assunti principali su cui si sta concentrando l'attenzione a livello internazionale, non soltanto europeo, è proprio quello di come consentire l'accesso alla transizione delle categorie più deboli.
  Quindi a nostro modo di vedere, nella nostra riflessione, noi consiglieremmo non già di abbassare il tetto, ma di contingentare gli interventi, cioè fare in modo che ci sia un tetto alla disponibilità degli interventi in modo che si possa pianificare.
  Questo potrebbe essere anche un modo per ovviare al limite evidente della capacità dello Stato di intervenire laddove si sono verificati degli abusi, come la lievitazione dei prezzi e tutto quello che ha costretto non tanto i cittadini, ma questa volta lo Stato a pagare di più per i lavori e per i materiali che venivano forniti.
  In questo senso, quindi, noi riteniamo che si possa cercare di addivenire a modalità che consentano la programmazione degli interventi. Noi sottolineiamo che pensiamo che vada privilegiata questa forte detrazione fiscale e comunque il bonus, anche attraverso le modalità che lo rendano disponibile anche a coloro che non hanno disponibilità economica, che vadano beneficiate le categorie meno abbienti, mentre invece il superbonus è stato nell'iter legislativo anche concesso per le seconde case e per abitazioni – diciamo così – di lusso che francamente potevano benissimo fare a meno di questo tipo di aiuto da parte dello Stato. Tanto più che, anche a livello europeo, si sconsiglia di fare degli interventi nelle seconde case, in case che sono abitate un numero limitato di giorni l'anno. È evidente che lo Stato deve cercare di ottenere il massimo con il minimo.
  C'è una parte nella direttiva europea che secondo noi è molto importante, che è quella relativa agli interventi di efficientamento sul patrimonio pubblico e che non è soltanto dovuta alla necessità di intervenire, per esempio, nelle case popolari e in altri enti pubblici ma è anche dovuta al fatto che gli edifici di proprietà pubblica devono in qualche modo fungere da esempio.
  Quindi si dice che annualmente almeno il 3 per cento del patrimonio pubblico deve essere trasformato in edifici a energia quasi zero o a emissioni zero e noi riteniamo che però il Governo possa usufruire anche dei fondi europei e che i fondi europei debbano andare in aiuto naturalmente dei comuni e di tutti coloro che non hanno la disponibilità per affrontare questo tipo di spese.
  Ultima, ma non ultima, è la critica di fondo che noi abbiamo sempre fatto in passato e che riteniamo sia corretta, quella del puntare davvero a edifici a emissioni zero, il che vuol dire che bisogna puntare alla elettrificazione, quindi non solo il pannello solare sul tetto o i pannelli solari sui tetti, ma anche la conseguente elettrificazione. Se vengono dati degli incentivi che coprono anche le caldaie a gas non si va da nessuna parte e non si ottengono neanche Pag. 7i benefici dal punto di vista ambientale cioè dell'inquinamento, per esempio, nelle città o in Pianura padana. Pensiamo a quanto dell'inquinamento deriva proprio dal riscaldamento. Quindi da questo punto di vista noi riteniamo che vadano messi dei paletti molto precisi.

  PRESIDENTE. Ringrazio Mariagrazia Midulla responsabile Clima di energia del Wwf Italia per il contributo reso i nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 2) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Rete imprese Maestri costruttori.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, dei rappresentanti di Rete imprese Maestri costruttori, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
  Cedo la parola al presidente, Davide Sarnataro, per lo svolgimento della relazione.

  DAVIDE SARNATARO, presidente di Rete imprese Maestri costruttori. Grazie. Intanto ringrazio per l'audizione, data la tematica che per noi è molto importante. Volevo sottolineare subito alcuni dati significativi: il primo – come voi sapete – che la tematica dell'inquinamento atmosferico ci ha fatto capire, soprattutto nel periodo di lockdown, che l'inquinamento domestico, quindi derivante dalle abitazioni civili o comunque dall'abitato in generale, è molto rilevante se non una delle maggiori cause dell'inquinamento atmosferico. Sappiamo inoltre che purtroppo molti degli edifici sono in classe energetica molto bassa. In Italia, nel nostro Paese, la maggior parte degli abitanti di queste abitazioni – scusate il gioco di parole – sono proprietari di casa. Quindi abbiamo un numero consistente di proprietari di casa. Perché sto citando queste tematiche, che sembrano diverse, ma così interconnesse? Perché la tematica della riqualificazione energetica, unita alla tematica dell'efficientamento legato anche all'antisismica, quindi a quelle che sono le misure antisismiche, riteniamo che siano state fondamentali nel tempo, ma che debbano proseguire e semmai essere implementate. Quali sono secondo noi gli effetti che ci sono stati, ma anche le conseguenze, di un nuovo piano per quanto riguarda la riqualificazione energetica e la parte sismica?
  Gli effetti secondo noi sono stati positivi dove sono stati svolti i lavori regolarmente con quelli che sono stati i bonus edilizi. Non parlo solo del superbonus, ma parlo in generale di tutti i bonus edilizi, di quelli cosiddetti ordinari, che erano tra l'altro anche più sostenibili per le casse dello Stato e per le finanze, perché erano bonus dal 50 al 65 al 75 per cento, che vedevano anche la contribuzione da parte dei singoli committenti, il che permetteva anche un controllo dei costi più in generale. Dico queste cose perché sono tematiche che sono state ricordate anche in altri tavoli e nella Commissione Finanze in un'altra audizione.
  Tutte queste tematiche fanno sì che dove ci sono stati interventi abbiamo visto che c'è stato un rilevante sconto nelle bollette energetiche dei singoli condòmini o dei singoli proprietari committenti. Questi sconti andavano addirittura a una riqualificazione che partiva dal 20 e in alcuni casi arrivava anche al 70 per cento.
  Naturalmente riuscire a raggiungere questi obiettivi è fondamentale secondo noi per il nostro Paese, perché ci permetterebbe di uscire da quella che in questo momento è una sorta di sudditanza per quanto riguarda l'approvvigionamento dell'energia. Insieme a questo, molto importanti sono state anche le misure antisismiche, che hanno permesso in molti casi di far sì che molti edifici a rischio potessero essere messi in sicurezza nelle zone sismiche 1, 2 o 3, evitando in futuro, in caso di eventi naturali catastrofici come i terremoti, quello che è successo ad esempio in Turchia.
  Quindi queste misure noi riteniamo che vadano implementate, che si prosegua in tal senso, però che si prosegua in modo un po' diverso da quello che è stato fatto negli anni precedenti, nel senso che sia per le Pag. 8misure dei bonus ordinari che per il cosiddetto superbonus sono state misure o eccezionali o comunque fatte e prorogate di anno in anno.
  Questo non ha permesso né al committente, né soprattutto a chi doveva eseguire i lavori, di pianificare gli interventi, di organizzarli. Quello che c'è da dire è che quando si prende un intervento per un qualunque edificio, che può essere un condominio o un qualunque altro tipo di edificio, è fondamentale fare un'analisi tecnica, poi fare delle riunioni con i condòmini, svilupparle, entrare nel merito delle soluzioni, che sono diverse di edificio in edificio. Tutto questo esige tempo. Se si fanno misure che hanno la durata di un anno, due anni o tre non basta.
  Noi chiediamo che possibilmente la Commissione e quindi il Parlamento prendano in considerazione delle misure che abbiano la durata tra i 5 e i 10 anni, che permettono una programmazione concreta sia per i committenti sia per le imprese.
  A questo va aggiunto che se ci sono problemi – ma questo starà a voi, alla Commissione Finanze, a tutto il Parlamento e al Governo valutarlo – dal punto di vista delle finanze per quanto riguarda il superbonus, che almeno vengano o prorogati i bonus ordinari con quella lunghezza che dicevo o vada fatto un nuovo pacchetto di bonus con la percentuale che si ritiene sostenibile.
  In tutto questo lo scontro in fattura e la cessione del credito sono essenziali. Senza lo sconto in fattura e la cessione del credito – conoscendo qual è stato l'utilizzo dei bonus quando non c'era lo sconto in fattura o il credito e poi quando ci sono stati – si capisce benissimo che l'utilizzo dei bonus a sostegno della riqualificazione degli immobili del Paese, anche in ottica di quelle che sono le indicazioni della Commissione europea con gli obiettivi fissati da qui a dieci anni, non permetterà facilmente di raggiungerli, mettendo in difficoltà il valore di tanti immobili e quindi tanti cittadini italiani che hanno fatto sacrifici per costituire il loro patrimonio, che spesso è un appartamento o una casa costruiti col sudore della fronte.
  Quindi riteniamo in definitiva – e concludo – che sia necessario se è possibile valutare positivamente i benefici dei bonus, naturalmente far sì che i bonus siano in qualche modo sostenibili per le casse dello Stato, quindi individuare un piano green per la riqualificazione energetica, ma anche per la messa in sicurezza degli edifici, che duri dai 5 ai 10 anni con una percentuale di sconto al 50 più che al 65 o a quello che voi valuterete dal punto di vista politico rispetto anche agli obiettivi finanziari, ma che vengano mantenuti la cessione del credito e lo sconto in fattura, che sono essenziali affinché i cittadini possano usufruire di questi bonus ordinari.
  Tutto questo è essenziale perché ci permetterà di mettere in sicurezza gli edifici del Paese, di riqualificarli, di avere meno dipendenza dall'approvvigionamento energetico esterno e soprattutto di promuovere le energie alternative. Faccio un ultimo esempio: la stessa realizzazione di pannelli solari sui tetti di tanti condomini si può fare – ed è sostenibile economicamente – solo se c'è il bonus; in caso contrario molti condomini non riusciranno a sostenere, dal punto di vista delle spese e degli obiettivi, l'installazione di pannelli solari che oggi è essenziale.
  Assieme a questo oltre alle abitazioni civili secondo noi i bonus o comunque delle opportune misure vanno adottate sugli edifici pubblici, come ad esempio le scuole e altri edifici di questo genere che sono energivori o che devono essere messi in sicurezza. Quindi un piano che riguardi sicuramente l'edilizia privata, ma anche la pubblica e con questo io concludo, ringraziando per l'attenzione. Se posso lascerò un documento – se è possibile poterlo depositare – su tutte quelle tematiche che ho affrontato.

  PRESIDENTE. Grazie presidente. Non ci sono colleghi che intendono intervenire, quindi la ringrazio per il contributo reso ai Pag. 9nostri lavori e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di AssoESCo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti dell'Associazione italiana delle Energy Service Company e degli Operatori dell'efficienza energetica (AssoESCo), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia. Ringrazio il presidente Vittorio Cossarini per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola per lo svolgimento della relazione. Prego presidente. Buongiorno.

  VITTORIO COSSARINI, presidente di AssOESCo. Grazie. Buongiorno a tutti onorevoli. Grazie per l'invito che ci avete rivolto. Cercherò di essere per quanto possibile sintetico partendo però da una descrizione di chi siamo.
  Noi siamo un'associazione e raccogliamo gli operatori dell'efficienza energetica di cui fanno parte da piccole società di consulenza a tutti i grandi operatori dell'energia. Adesso è inutile che io dica i nomi, parliamo dei più grandi, che hanno tutti ormai delle divisioni che sono specializzate proprio in efficienza energetica e decarbonizzazione.
  La nostra caratteristica è che normalmente lavoriamo in coincidenza di interessi con i nostri clienti, che possono essere dalle industrie, al terziario, privati o pubblica amministrazione, guadagnando in proporzione all'efficienza che noi generiamo. Questo è un aspetto importante che spiegherò meglio dopo. Abbiamo lavorato molto sui bonus edilizi, con diversi miliardi di fatturato, in una funzione che per noi non è completamente tipica, che è quella del general contractor.
  Per quanto riguarda l'oggetto di questa indagine, comincerei a parlare dei risultati, dal nostro punto di vista, delle defiscalizzazioni, super ecobonus e non solo. Noi vediamo due effetti molto positivi degli incentivi, il primo è che hanno creato molto volume di lavoro e molta attenzione all'efficienza energetica e hanno creato reddito. Contemporaneamente noi abbiamo anche degli effetti negativi incontrovertibili: hanno creato debito e inflazione specifica – specifica intendo aumento dei prezzi nel settore – e il costo dell'efficienza energetica generata è molto elevato. Noi abbiamo dei dati che sono precedenti all'ecobonus, secondo cui un chilowattora risparmiato, incentivato col sistema, ad esempio, dei certificati bianchi che vengono erogati esclusivamente su efficienza misurata, è un terzo rispetto al costo del chilowattora risparmiato con le defiscalizzazioni. Fatta questa premessa noi pensiamo di poter raccogliere quanto c'è di buono dell'esperienza fatta finora, anche del super ecobonus, e poi integrarlo con delle altre azioni.
  Veniamo al punto, per noi che cosa si può fare? Sicuramente salvare lo sconto in fattura e la cessione del credito, però declinandole per priorità, partendo dall'utilizzo in edifici che sono alto consumanti, dalla povertà energetica e in generale dalla indisponibilità di risorse finanziarie del proprietario degli edifici per finanziare per conto della proprietà. Qui faccio notare che le ESCo sono dei soggetti anche finanziatori che utilizzano finanza propria o finanza di terzi.
  Quindi noi possiamo sopperire al gap finanziario, a quanto non può essere emesso da un sistema di incentivi o non può essere emesso dai proprietari o da chi ha disponibilità del bene e degli immobili. Per fare questo però noi abbiamo bisogno di passare da una logica che sia quella puramente delle classi energetiche – anche se la direttiva europea sulle case green di nuovo parla ancora di classi energetiche – ma si vada nella direzione di misurare i risultati degli investimenti dell'efficienza generata. A questo punto noi possiamo entrare con dei contratti che sono i contratti EPC servizio energia, già utilizzati nell'industria piuttosto che altre situazioni, e utilizzarli anche nel privato.
  Un altro punto, e qui è molto importante è che se noi possiamo guidare finanza privata che colma i gap, la finanza però deve avere un rendimento, noi dobbiamo avere la misura del rendimento che generiamo.Pag. 10
  Un secondo punto è in futuro privilegiare, negli investimenti e quindi nei sistemi incentivanti, gli interventi che siano definitivi dal punto di vista dell'efficienza che viene generata e anche dal punto di vista delle tecnologie con elevato contenuto tecnologico. Quindi uscire dalle logiche del tipo: finanziamo la caldaia a condensazione, che alla fine è solo una vecchia tecnologia, e puntiamo invece sulla digitalizzazione e su delle attrezzature più moderne, ad esempio le pompe di calore. Noi abbiamo in Italia una filiera delle pompe di calore molto importante, che negli ultimi anni ha sviluppato dei brevetti estremamente interessanti per inserire le pompe di calore all'interno di edifici classici tradizionali come sono i nostri, senza bisogno di ristrutturazione.
  Ultima cosa, anche se non è l'ultima per importanza: noi siamo molto contenti di rinunciare a degli incentivi - quelli sul super ecobonus erano troppo elevati - perché possiamo ancora riuscire a colmare il gap, in cambio di stabilità dei sistemi incentivanti. Noi oggi siamo in un quadro giuridico in cui vengono attuati dei cambiamenti continui alla normativa, nel caso del super ecobonus è una cosa che è evidente a tutti, non c'è bisogno che la descriva io, ma succede in altri sistemi. Noi abbiamo bisogno di poter fare budget. In questo modo possiamo erogare finanza e possiamo supplire dove lo Stato e i proprietari non arrivano, però abbiamo bisogno di un quadro giuridico ed incentivante più stabile.
  Questo ha dei grossi vantaggi per tutti, non è solo una questione nostra, ma in questo modo possiamo intanto dilazionare gli interventi senza creare delle bolle e creare del lavoro stabile di persone competenti, e non del lavoro poco stabile che costringe tra l'altro a chiamare persone non competenti che non hanno tempo per essere preparate. Si creano le bolle. Quindi riusciamo ad evitare questo, riusciamo ad evitare anche l'incremento dei prezzi - perché il super ecobonus ha causato, come dicevo prima, inflazione di settore - e anche credo rendere più gestibile per lo Stato i cambiamenti e la ristrutturazione degli edifici.
  Ricordo che il tasso di ristrutturazione degli edifici in Italia credo che sia attorno all'1,2 – 1,5 per cento; sono dati non precisissimi ma danno l'idea dell'ordine di grandezza. Che cosa vuol dire? Vuol dire che noi dobbiamo fare delle operazioni che sono a medio e lungo termine per adeguare il nostro patrimonio edilizio, quindi crediamo che ci dobbiamo targare su quello. Stabilità nel medio e lungo termine, incentivi non esagerati, ma corretti che servano per innescare un sistema. Grazie, dal punto di vista espositivo io ho terminato.

  PRESIDENTE. Grazie presidente. Non essendovi colleghi che intendono intervenire, ringrazio Vittorio Cossarini per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 3), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.50.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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ALLEGATO 3

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