XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Mercoledì 27 settembre 2023
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 3 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 19 
De Maria Andrea (PD-IDP)  ... 19 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 20 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 20 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 20 
Patriarca Annarita (FI-PPE)  ... 21 
Ciani Paolo (PD-IDP)  ... 23 
Perissa Marco (FDI)  ... 25 
Penza Pasqualino (M5S)  ... 27 
Milani Massimo (FDI)  ... 28 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 29 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 29 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 33

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BATTILOCCHIO

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, che ringraziamo perché con la sua struttura ha dato subito la disponibilità a questo confronto con la Commissione. La sua presenza tra l'altro arriva in un momento importante in cui, come sappiamo, con un voto unanime finale la Camera dei deputati ha rivisto l'articolo 33 della Costituzione, con il testuale inserimento dello sport.
  Lei ha detto – e sono frasi del tutto condivisibili – che lo sport è per tutti e di tutti, e che lo sport va considerato come una delle parti indispensabili per le difese immunitarie delle nostre comunità. Però ha poi aggiunto che con il voto del Parlamento è stato riconosciuto un diritto, ma non è stato determinato un diritto. Quindi il compito delle Istituzioni è quello di trasformare il riconoscimento di questo valore in un diritto da garantire a tutti. Lei ha anche esplicitamente evidenziato la necessità di partire dalle persone più in difficoltà e quindi dalle periferie urbane e sociali, nelle quali si avverte un Pag. 3maggior bisogno dello sport, della sua cultura e dei suoi valori. Quello stesso bisogno che noi abbiamo riscontrato già nel corso delle prime attività della nostra Commissione.
  Quindi io la ringrazio di nuovo, e le do la parola per la sua relazione.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Grazie presidente, grazie agli onorevoli deputati presenti e quelli collegati, e un saluto anche agli operatori dell'informazione che ci stanno ascoltando da remoto.
  La ringrazio non soltanto per l'opportunità di entrare in un argomento che è al centro dell'Agenda di Governo, almeno per quanto riguarda le deleghe che mi sono state attribuite, ma anche perché lei opportunamente mi ha introdotto facendo riferimento alla Costituzione, che ogni giorno di più deve diventare per tutti noi un punto di riferimento quasi programmatico. Quindi prima ancora dell'ingresso dello sport in Costituzione io vorrei ricordare i 75 anni della Costituzione.
  Io sono convinto, come ha detto il Presidente della Repubblica, che la celebrazione certamente è un momento solenne, ma è evidente che l'interpretazione puntuale, costante e quotidiana di ciò che la Costituzione indica rappresenta per noi la stella polare.
  Farò quindi due riferimenti, l'articolo 31 e l'articolo 33, che non si riferiscono direttamente al tema delle periferie ma riguardano in particolare le deleghe che mi sono state attribuite.
  L'articolo 31 fa riferimento al riconoscimento della gioventù, ma in una modalità che secondo me andrà in qualche modo rivista o potrà essere quantomeno rivalutata. Perché, pensate, fa riferimento alla gioventù in un'ottica di protezione, ovvero protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.Pag. 4
  Io credo che nel rispetto dovuto, assoluto, supremo, definitivo nei confronti della Costituzione, noi probabilmente qualche riflessione dovremmo farla, al netto che sappiamo cosa la gioventù chiede (almeno si presume) e sappiamo in qualche maniera le risposte che ancora non riusciamo a dare alla gioventù che vive nella condizione del degrado che spesso le periferie urbane sociali mettono a disposizione, ovvero la mancanza di opportunità fondamentalmente e di ascolto.
  Questo è il tema principale partendo proprio dai giovani, che probabilmente ha fattori di criticità maggiori rispetto al tema sportivo.
  Quello che noi stiamo facendo parte da un presupposto e voglio darlo agli onorevoli membri della Commissione perché è un riferimento sistematico col quale dobbiamo confrontarci ogni anno.
  Le risorse finanziarie a disposizione della delega che mi è stata attribuita ad oggi sono 40 milioni di euro. È una parte del Fondo per le politiche giovanili, ovvero il 51 per cento di un importo che condividiamo in maniera che ci auguriamo sia sempre più proficua e al tempo stesso coordinata e integrata con la Conferenza delle regioni e con l'ANCI.
  È del tutto evidente, per quanto abbia piena consapevolezza di essere un Ministro senza portafoglio, che non riusciremmo a fare politiche giovanili efficaci, adeguate e puntuali se ci limitassimo a questa quantità economica, anche se mi hanno insegnato che quel che conta non è tanto la ricchezza del portafoglio finanziario quanto la ricchezza del portafoglio progettuale. Quindi quello che stiamo facendo indubbiamente è alimentare il portafoglio della progettualità.
  Attraverso quali meccanismi? Intanto attraverso la nostra Agenzia italiana per la gioventù, che è lo strumento che abbiamo ricostituito proprio sul presupposto che possa essere Pag. 5un soggetto costantemente e sistematicamente immerso nella dimensione giovanile, per poterci anche mettere in condizione di configurare le opportunità. Attribuendo, tra l'altro, alle competenze della vecchia Agenzia che aveva terminato il suo percorso ma non se ne era accorto nessuno – ce ne siamo accorti noi nel momento in cui abbiamo rivisitato gli atti e i documenti dell'Agenzia – anche la funzione di coordinare le attività sulla cooperazione internazionale, grazie anche a una disponibilità del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che è il primo indicatore di una collaborazione sistematica all'interno del Governo che cercherò di sottolineare anche strada facendo, e che mi auguro possa rappresentare un primo livello di garanzia. Perché, se ci dovessimo accontentare di sviluppare tutte le nostre politiche attraverso gli strumenti finanziari che abbiamo a disposizione credo che potremmo fare bene, ma non riusciremo ad aggiungere ciò che riteniamo invece opportuno per corrispondere alle esigenze, alle ambizioni, alle aspettative, ai sogni e ai bisogni della gioventù in senso lato. Sia quella che ha le caratteristiche per intraprendere il percorso di vita con i propri mezzi, pur dovendo comunque contare sulle opportunità messe a disposizione, sia soprattutto forse nei confronti di quei 3 milioni di giovani che al di là dell'acronimo sono giovani che apparentemente si sono arresi o che comunque non hanno ancora trovato uno sbocco rispetto al passaggio fondamentale della vita che la Costituzione tutela e che noi dobbiamo contribuire a garantire, ovvero il lavoro, qualsiasi tipo di lavoro, dignitoso, legale, trasparente, e che possa consentire ai giovani di poter fare ulteriori scelte di vita che riguardano la famiglia, la genitorialità e quant'altro.
  Scontiamo, peraltro, anche un altro aspetto che non è secondario: che al contrario di altre Nazioni (la Francia e la Pag. 6Spagna in particolare) il PNRR non ha ospitato una missione dedicata ai giovani. Di questo abbiamo preso atto, ne parlerò anche in ambito sportivo, per entrare nel dettaglio di ciò che comunque dobbiamo valorizzare laddove c'è la possibilità di valorizzarlo.
  Allora vi dico che per quanto riguarda le deleghe che mi sono state attribuite, in particolare i giovani, noi abbiamo potuto fare affidamento su 200 milioni, su 200 miliardi, per quanto riguarda il servizio civile universale che stiamo cercando di valorizzare, di nobilitare e in qualche maniera anche di finalizzare attraverso la certificazione delle competenze, attraverso un'articolazione professionalizzata e professionalizzante del servizio civile, digitale, ambientale, adesso stiamo configurando il turistico, l'agricolo, e poi vediamo quanti altri riusciremo a costruire.
  È evidente che questa misura va inevitabilmente a posizionarsi, in termini di rapporto con la domanda, su quelle zone o su quelle fasce della popolazione che evidentemente hanno ancor più bisogno perché non hanno magari altre opportunità.
  È un'esperienza di cittadinanza attiva che ha 50 anni di vita e che noi stiamo cercando di orientare sempre di più non a diventare parte delle politiche attive del lavoro, ma neanche a restare estranea alle politiche del lavoro, e proprio il tema della certificazione va in questa direzione. Ma ce n'è anche un altro di aspetto che va in questa direzione, ovvero la costruzione di un modello di relazione permanente con chi ha fatto il servizio civile, che dopo un anno fino ad oggi si è poi perso nella vita, nel senso che noi non abbiamo mai più avuto informazioni. Abbiamo elaborato un questionario, lo abbiamo distribuito a più di 250 mila ragazzi che negli ultimi anni avevano partecipato, con il presupposto di costruire una comunità con la quale mantenere questa relazione, poter ricevere dei suggerimenti, dei Pag. 7pensieri e poter offrire delle opportunità, ancora una volta opportunità di carattere lavorativo.
  Quindi questo nostro disegno che cercheremo di alimentare nel tempo va in questa direzione e, come ho detto, va a posizionarsi nelle fasce della popolazione giovanile che hanno maggior bisogno.
  Però stiamo parlando di una misura che per ora si è chiusa al 2023, che stiamo negoziando anche con il collega Fitto, e in Finanziaria ne parleremo, perché possano avere continuità nel tempo. Perché non credo che queste iniziative possano avere un respiro temporale breve, devono poter avere un orizzonte temporale ampio e lungo che possa consentire anche al Governo, ovvero al sottoscritto, di poter investire su queste misure anche in termini di informazione scolastica e universitaria. Perché avvertiamo l'esigenza, e qui vado ad allargare il perimetro proprio della collaborazione interistituzionale e interdisciplinare, di collaborare con il Ministero dell'istruzione e del merito, il Ministero dell'università e della ricerca, perché avvertiamo anche un qualche arretramento, un segnare il passo da parte della generosità sociale. Ovvero, questi ambienti probabilmente che soffrono di degrado e di mancanza di risposte, probabilmente non perdono la sensibilità sociale ma sono costretti a pensare più alle economie familiari e alla sopravvivenza delle persone, quindi non è detto che poi si mettano necessariamente a disposizione. Allora dobbiamo arrivare in maniera più puntuale utilizzando linguaggi e canali adeguati perché possa essere raggiunto l'obiettivo.
  Richiamo sempre l'interdisciplinarietà perché nel PNRR e nella Finanziaria le misure per quanto riguarda i giovani in difficoltà – che riguardano comunque il contrasto al degrado, alle dipendenze e a ogni forma di difficoltà – stanno in tante altre misure affidate ad altri Ministeri. Quindi il compito che Pag. 8stiamo sviluppando con il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale è quello di costruire con tutti i colleghi, tutti, una matrice che sarà anche mio compito, piacere e dovere condividere con questa Commissione, che faccia emergere gli elementi comuni, cioè quelli dove i giovani si incontrano con le altre opportunità. Perché io credo che potremmo essere più competitivi e contrastare il disagio in maniera più efficace offrendo appunto opportunità che non sempre sono visibili, che non sempre sono a disposizione. E non c'è un luogo, è difficile incontrare una situazione nella quale, anche digitale, queste opportunità possono emergere. Su questo valorizzeremo ulteriormente la nostra piattaforma «GIOVANI 2030», e valorizzeremo ulteriormente Carta Giovani Nazionale, che è uno strumento digitalizzato e che consente non soltanto di avere qualche utilità nella vita quotidiana ma anche di mantenere le relazioni costanti, far veicolare le informazioni che riguardano poi i temi classici: la formazione, il lavoro, l'imprenditorialità, l'accesso al credito, la prima casa, la famiglia appunto e la genitorialità.
  Dopodiché cos'è che abbiamo comunque trovato in buono stato, devo dire in termini di opportunità riconoscendo il lavoro di chi è venuto prima di noi, ma al tempo stesso volendo rilanciare dando nuove occasioni e nuove opportunità ai giovani: spazi civici di comunità. È uno strumento cosiddetto play district, lo stiamo gestendo in via operativa da quando siamo entrati al Governo, nel senso che abbiamo trovato una macchina che era avviata ma aveva segnato il passo ancora una volta.
  Stiamo parlando di 875 soggetti coinvolti a livello nazionale per 628 progetti sportivi e 711 progetti extra sportivi. Questo è un punto di contatto che ritroveremo in qualche occasione dove lo sport e il tema dei giovani, in chiave non necessariamente Pag. 9sportiva, si incontrano per poter interagire, per fare in modo che lo sport svolga pienamente questa sua funzione anche di catalizzatore e di motivatore rispetto a problematiche di altra natura.
  Gli spazi civici di comunità coinvolgono 113.000 ragazzi e ragazze dai 14 ai 34 anni ed è un modello di collaborazione tra il Dipartimento per le politiche giovanili, il Servizio civile universale e Sport e Salute, che come sapete è la società 100 per cento del Ministero dell'economia, soggetto attuatore delle politiche pubbliche in ambito sportivo.
  Altro progetto che abbiamo implementato, lo abbiamo trovato sulla carta e lo stiamo sviluppando ulteriormente, è il progetto Rete. È un progetto che si sviluppa sette città medie (Novara, Nuoro, Verona, L'Aquila, Salerno, Brindisi e Palermo). Anche in questo caso abbiamo un partner, che è Invitalia. Anche in questo caso, così come per Spazi civici di comunità, questi progetti si sviluppano tendenzialmente nei luoghi dove socialmente c'è più bisogno. Non vedremo svilupparsi queste iniziative, sia la prima che questa, al centro delle città, ma anche nelle città medie laddove si concentrano maggiori esigenze di carattere sociale.
  Sono opportunità che si riferiscono alla formazione ad ampio spettro, in qualche maniera la transizione tra formazione e orientamento al lavoro.
  Si articola in particolare questo progetto Rete anche nella formazione all'estero attraverso la possibilità che viene offerta a ragazze e ragazzi di fare stage in imprese italiane all'estero.
  Lo dico sommessamente, le risorse a disposizione di questi due progetti sostanzialmente sono all'interno del perimetro dei 40 milioni. Noi cerchiamo di rendere dignitoso il tutto, proficuo il tutto, ma è del tutto evidente che se crediamo che questi siano strumenti utili, e dell'utilità di questi strumenti misureremo Pag. 10anche l'impatto perché possa essere tenuto in conto, probabilmente dovremo investire ancora di più. Perché l'offerta che riusciamo a offrire è un'offerta limitata ed è un'offerta che non ci consente di fare peraltro piani pluriennali, che sono un elemento imprescindibile per consolidare l'effetto che noi vogliamo offrire. Che è quello da un lato di dare più opportunità a chi già ce l'ha e ne è consapevole e dall'altro recuperare da questi 3 milioni di NEET («Not in Education, Employment or Training») quelli che effettivamente riescono a fare quello scatto anche di orgoglio personale, che noi cercheremo di motivare come è giusto che sia e come la Costituzione ancora una volta ci indica.
  Faccio ancora una volta riferimento alla Costituzione perché non c'è un riferimento specifico al degrado delle periferie evidentemente o al degrado sociale delle periferie in senso lato, però gli articoli 2 e 3 della Costituzione, e forse anche qualche altro articolo che sta nei primi 12 dei principi fondamentali, dà delle chiavi di lettura per orientare l'azione di Governo e anche l'azione del Parlamento che sa quello che deve fare. Però è del tutto evidente che qui ancora una volta si manifesta l'esigenza di un'armonia legislativa, e anche nella definizione delle priorità, che consenta di contrastare i fattori del disagio. Da questo punto di vista lo sport sta facendo qualche passo in avanti e ha sicuramente maggiori risorse.
  Parto ancora una volta dalla Costituzione, articolo 33. Lei, Presidente, ha fatto riferimento giustamente all'approvazione la scorsa settimana nella Camera dei deputati, all'unanimità che è un tema non secondario, lo sport spesso riesce a raggiungere questo obiettivo che mi auguro si trasferisca anche in altri ambiti per quanto bene possa fare anche dal punto di vista della proiezione verso l'opinione pubblica.Pag. 11
  La Repubblica riconosce il valore educativo sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme.
  Partiamo quindi da un presupposto, che la Repubblica riconosce il valore. Come lei, e la ringrazio, ha ricordato nel mio intervento in Aula e poi in altri interventi, sta a noi, sta a me, a tutta la squadra di Governo, al Parlamento, contribuire a tramutare il riconoscimento di un valore in riconoscimento di un diritto. Nella consapevolezza che la funzione sociale dello sport possa rappresentare una chiave formidabile per mitigare gli impatti del disagio, tanto più nei luoghi del disagio come sono appunto le periferie quelle urbane e quelle sociali, perché il tema non è soltanto riferito alle grandi città ma in generale alle periferie sociali della Nazione che, ahinoi, spesso si posizionano geograficamente in modo asimmetrico e quindi il disagio lo troviamo più facilmente al sud che al nord, anche se non è una regola e quindi non va preso in senso assoluto ma sempre analizzato nel relativo.
  Da questo punto di vista lo sport ha più risorse finanziarie, perché la riforma del 2018, peraltro restituendo l'autonomia finanziaria allo sport e quindi una certa dignità, collega il finanziamento pubblico allo sport alla fiscalità dell'anno precedente del sistema sportivo. Mi sembra che sia un elemento di grande interesse questo, ovvero lo sport viene finanziato con il 32 per cento della fiscalità dell'anno precedente con 410 milioni di minimo garantito. Quest'anno, per esempio, l'eccedenza porta altri 50 milioni a disposizione dello sport, che è un'architettura molto più strutturata di tanti altri settori perché, a parte la delega di Governo senza portafoglio e quindi a parte il fatto che siamo con grande onore all'interno della Presidenza del Consiglio dei ministri e non siamo un Ministero, però abbiamo un Dipartimento, abbiamo una società di scopo, un'agenziaPag. 12 che si occupa dello sport sociale, dello sport a scuola, dello sport della salute. Abbiamo una banca, unica al mondo, che si occupa soprattutto di interventi nelle periferie ovvero nei luoghi del disagio, perché è evidente che se guardiamo il portafoglio del credito sportivo la gran parte dei finanziamenti dati, in termini anche di granularità, si posiziona sui comuni e su quelle parti dei comuni delle grandi città che hanno maggior bisogno.
  Abbiamo anche un portafoglio di opportunità che adesso vi elencherò, però faccio una premessa anche in questo caso sul PNRR, per darvi il senso di quanti margini di miglioramento abbiamo.
  Il PNRR sport ha messo a disposizione del sistema sportivo lo 0 e 34 per cento, 700 milioni su 200 miliardi. E per le palestre scolastiche, tema che si manifesta in maniera ancor più impattante nelle periferie in senso generale lo 0 e 14 per cento, 700 milioni e 300 milioni. Peraltro, piccola annotazione, è talmente un REPowerEU che la metà di questi 700 milioni obbligatoriamente sono stati assegnati a nuove edificazioni ovvero consumo di territorio e non a rigenerazione urbana e soltanto il 25 per cento a rigenerazione urbana.
  C'è qualcosa che non quadra. Però noi non siamo abituati a guardarci indietro, guardiamo avanti e cerchiamo intanto di arrivare al 30 giugno del 2026 utilizzando al meglio tutto, poi, vi assicuro, cercando di conquistare in questa fase che è di rinegoziazione ulteriori spazi finanziari che ci consentano di incrementare gli investimenti e nell'impiantistica sportiva di base in generale e nell'impiantistica sportiva scolastica, anche se questa poi giustamente passa attraverso il collega Valditara e il Ministero dell'istruzione e del merito.
  Sono convinto che come in tanti altri ambiti questa reciproca sollecitazione porterà dei buoni frutti. Perché partendo Pag. 13dalla scuola, e quindi partendo ancor di più nelle scuole di periferia, molto più di una scuola su due, che è la media nazionale, è senza palestra. Molto più di una scuola su due è senza palestra. Ma come facciamo a fare educazione fisica se non c'è la palestra? Al netto che la ginnastica si organizzano a farla in classe, si organizzano a farla nel cortile, ma non è questo quello che abbiamo ottenuto con il lavoro comune con l'ingresso dello sport in Costituzione.
  E tutto quello che sto dicendo se vale in senso generale e assoluto vale ancora di più nel relativo nelle periferie, dove la presenza dovrebbe essere ancora più marcata perché in periferia magari è più difficile trovare un impianto privato, è più difficile magari potersi permettere un impianto privato, perché ancora non abbiamo sviluppato tra l'altro una rete di impianti all'aperto, i playground e campi pubblici liberi che consentano di fare sport autonomamente. Ed è il senso dell'impegno per la parte sportiva che mi riguarda, che riguarda la società Sport e Salute e riguarda la banca dello sport, che adesso è anche la banca della cultura Credito Sportivo.
  Abbiamo per fortuna configurato, e non era previsto, una terza missione per quanto riguarda il PNRR. Per la terza missione abbiamo dedicato tutto quello che abbiamo a disposizione per le politiche giovanili, un valore equivalente, circa 43 milioni. Con la terza missione siamo riusciti a finanziare, sottoscrivendo in tempo utile e partendo da zero, 1.563 obbligazioni giuridicamente vincolanti con comuni del sud sotto i 10 mila abitanti. È un'anteprima, tanto siamo tra noi, lo presenteremo tra qualche giorno. Ma da adesso in poi ogni iniziativa di questo genere sarà preceduta dalla desinenza sport in Costituzione due punti. Perché dobbiamo dimostrare, noi per quanto riguarda le cose di nostra competenza, Sport e Salute farà la sua parte, il Credito Sportivo la sua parte, ma poi il Pag. 14CONI, il CIP, gli organismi sportivi in generale, questa architettura che è unica nel suo genere, dobbiamo tutti insieme dimostrare anche nei provvedimenti legislativi che verranno, anche nella Finanziaria tutta la dignità che deve avere non nella presenza in Costituzione ma nell'attuazione di quanto la Costituzione recita per quanto riguarda la diffusione dello sport, ovvero dell'attività sportiva in tutte le sue forme.
  Io – ripeto – le definisco difese immunitarie sociali. Le difese immunitarie sociali così come le difese immunitarie sono ancor più importanti dove l'organismo e il corpo è debilitato, ed è del tutto evidente che nelle periferie si configura esattamente questa condizione, così come nella pandemia si è configurata per quanto riguarda la nostra salute personale, e noi consideriamo sullo stesso piano la salute personale e la salute delle comunità e quindi la salute sociale. Quindi quello che oggi posso dirvi e posso chiedervi è uno sforzo comune ancora una volta, come è successo per lo sport in Costituzione, come è successo per i nuovi giochi della gioventù, per raggiungere strada facendo passo dopo passo l'obiettivo, ovvero elaborare i progetti e reperire risorse per offrire nei luoghi del disagio delle opportunità che stanno bene insieme: ovvero l'opportunità sportiva, l'opportunità culturale, quindi tutte le sue forme, artistiche e musicali, le opportunità sociali così come quelle che abbiamo offerto con gli spazi civici di comunità, con il progetto Rete. Così come offriamo in qualche maniera in questo percorso di alfabetizzazione civica con Erasmus Plus Sport e Giovani, e come vi ho detto con il servizio civile in tutte le sue forme.
  Qualche ulteriore considerazione che riguarda il modo con il quale stiamo cercando (io con tutti i colleghi dei due Dipartimenti) di lavorare: andare, ascoltare, osservare, dialogare e Pag. 15poi cercare anche di tramutare tutto quello che recuperiamo da queste esperienze in provvedimenti.
  All'ordine del giorno oggi c'è Caivano per ovvie ragioni. Sapete meglio di me, perché la Presidente Meloni l'ha detto più volte e più volte lo dirà, che sia ben chiaro che questa concentrazione di attenzione non vuole togliere attenzione a tutto il resto. Vuole semplicemente dimostrare la capacità di elaborare un modello replicabile che consenta di trasferire ovunque, ove possibile, pianificando, una formula di interdisciplinarietà che può sicuramente mitigare l'impatto del disagio, può sicuramente occupare spazi in modo sano rispetto all'occupazione di spazi criminali, può offrire quelle opportunità che abbiamo il dovere di offrire tanto più a chi è in difficoltà e chi è rimasto maggiormente indietro. Al di là poi delle scelte che sono state fatte – non soltanto a Caivano ma in tanti luoghi della Nazione – di concentrare il disagio pensando che così facendo lo si nascondesse alla vista delle persone che vivono una condizione normale, o si pensasse che meno per meno facesse più. Meno per meno in quei luoghi fa sempre meno, fa sempre più meno.
  Quindi da parte nostra ripensare anche urbanisticamente quei perimetri, e non soltanto nella configurazione delle offerte civiche, io credo che possa offrire prospettive di speranza rispetto appunto al degrado urbano, che poi diventa degrado umano.
  Mi soffermo qualche minuto su Caivano perché nel centro sportivo ex Delphinia si configurerà esattamente quello sforzo interdisciplinare nel quale si incontreranno lo sport, la scuola, la musica, la lettura, l'arte visiva, il servizio sociale ad ampio spettro.
  Penso che sia degno di una sottolineatura, e ci siamo impegnati a rendere fruibile un luogo che è stato abbandonato per dieci anni, sistematicamente, progressivamente, inesorabilmente,Pag. 16 quasi definitivamente. Abbiamo avuto bisogno di un fatto di cronaca inquietante, avendone trascurato altri. Perché noi siamo arrivati a Caivano dopo una serie di stupri nei confronti di due bambine, ma forse non abbiamo dato tutti, a partire dal sottoscritto, a suo tempo significativa importanza a due bambini di pochissimi anni lanciati in due momenti diversi, storie diverse, dai balconi di un palazzo. E a cinque omicidi, singoli, in alcuni anni, che sono stati consumati nel tratto di strada che va più o meno dal centro sportivo passando per la parrocchia di Padre Maurizio e arrivando alla scuola.
  Insomma, i segnali erano ben chiari, li abbiamo trascurati. Questo deve servirci di monito per prestare maggiore attenzione ai fatti di cronaca, ai quali siamo abituati come se ormai fosse tutto normale. I nostri telegiornali ormai sono in gran parte occupati dalla guerra, ahimè, alle guerre magari non dichiarate ma comunque praticate quotidianamente di ogni genere, e il modo per contrastarle è scegliere un luogo, sperimentare lì possibilmente nella concordia un modello possibile e provare ancora una volta nella concordia a replicarlo, a duplicarlo e a trasferirlo dove è necessario prima che la cronaca abbia il sopravvento e prima che la cronaca ci metta di fronte a questa rappresentazione dell'umano che è sotto gli occhi di tutti.
  Siamo peraltro nella Città Metropolitana di Napoli, ma queste cose succedono comunque anche in piccoli centri; nelle grandi città con maggiore contraddizione, su questo non c'è dubbio.
  L'altro aspetto importante è che noi entro la fine della primavera ci siamo impegnati a ripristinare la funzionalità di questi luoghi. Anche questo è un segnale che dovrebbe essere preso con il consenso di tutti, con lo spirito sportivo, superando anche le legittime posizioni, dando magari dei contributi perché non abbiamo la presunzione di dire di aver individuato la Pag. 17formula perfetta, quindi è tutto migliorabile. Ma di fronte a quello che è successo, di fronte a quello che ci siamo impegnati a fare, in 8-9 mesi a ripristinare la funzionalità, a creare un collegamento più stretto tra questo impianto sportivo e altre attività sociali, a partire dalla scuola, io credo che meriti sostegno.
  Dopodiché, non ci siamo limitati a Caivano e Scampia, a Napoli almeno una volta al mese noi andiamo, proprio per lavorare sugli aspetti di marginalità sociale. Così come a Palermo, così come a Catania. Siamo stati in un posto che si chiama Angeli Custodi, ma peccato che lì gli angeli custodi non ci siano. Però lì siamo andati e stiamo cercando di capire come intervenire in collaborazione sempre con le amministrazioni del territorio, perché il Governo non ha nessuna intenzione di sostituirsi o di sovrapporsi. Bisogna trovare delle forme di collaborazione, che devo dire ci sono quasi sempre, direi sempre.
  Siamo andati e torneremo a Corviale, a Tor Bella Monaca. In particolare quella di Tor Bella Monaca – lo dico io così mi tolgo dall'imbarazzo – non era una visita mediatica, ma era un modo per stare vicino a don Antonio Coluccia e comunque conoscere, perché io credo che un Ministro, come fanno i miei colleghi che andranno a Caivano e che stanno andando, abbia bisogno di capire, di conoscere, e di ascoltare la gente. Poi mi sono ritrovato come se avessi fatto una specie di dichiarazione del tipo «vi facciamo il campo». Non si fanno promesse così, non le avrei mai fatte, anche perché sarebbe bastato poco per sapere che da parte nostra in particolare su Tor Bella Monaca, parlando anche con il presidente del sesto municipio, c'è un programma PINQUA che prevede 135 milioni per le torri e per Tor Bella Monaca. In questo ambito è previsto anche, dopo la chiusura dei cantieri, il rifacimento di un campo che è rimasto Pag. 18quello che era quando la televisione era bianco e nero, dove non gioca più nessuno, così come non gioca più nessuno nel campo di calcio a cinque abbandonato. Perché la criminalità questo fa, desertica. Lo sport invece illumina, corrobora, allena il metabolismo non soltanto fisico ma anche quello sociale.
  Ecco perché cercheremo – prendendo anche qui a spunto un'esperienza che è emblematica, e prima che diventi la scenografia di una serie televisiva, che speriamo non ci siano più – di portare lo sport anche senza pensare a impianti di scala superiore. Perché basta anche un piccolo campo di pallacanestro, una rete di pallavolo, uno skate park, una parete per l'arrampicata sportiva con qualche decina di migliaia di euro, e dove comunque lo Stato mette una bandierina e dimostra di essere presente dando un contributo, perché poi questi luoghi devono vivere. E per questo c'è anche una rete di 120 mila associazioni e società sportive dilettantistiche, c'è il terzo settore sportivo rappresentato in primo luogo dagli enti di promozione sportiva che è pronto ad assumersi qualche responsabilità, sul presupposto che però non li si metta nella condizione di subire anche ulteriori oneri. Dobbiamo quindi metterli nella condizione di fare bene quel mestiere: cioè sviluppo sociale, promozione sociale, educazione sociale.
  Questo è il mio breve intervento, che evidentemente è soltanto l'inizio di una collaborazione, confermandovi la nostra (non soltanto mia ma di tutti gli uffici) disponibilità, perché da un lato da parte nostra possa essere data a voi la possibilità di un aggiornamento costante sulle attività e dall'altra perché voi ci possiate dare sollecitazioni per ulteriori iniziative e insieme si riescano a trovare quelle misure, e per i giovani e per lo sport, necessarie per il raggiungimento degli obiettivi che non sono particolari ma sono di tutti. Grazie.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Grazie Ministro, per la relazione ampia che ha toccato tutta una serie di punti e ci ha dato anche informazioni particolarmente utili per il nostro lavoro.
  Lascio ora la parola ai colleghi che vogliano porre delle domande, partendo dal collega De Maria.

  ANDREA DE MARIA. Grazie Presidente. Voglio ringraziare davvero il Ministro, una relazione molto completa e di grande interesse, una progettualità molto significativa.
  Anche io mi ritrovo in una indicazione che il signor Ministro dava, cioè io penso che in questa Commissione noi dovunque possibile dobbiamo cercare davvero l'unità dei diversi gruppi parlamentari, delle diverse forze politiche su temi come questi, e dove si trovano condizioni di sinergia e di impegno comune si fa la scelta giusta.
  Giustissima la filiera istituzionale che deve lavorare in squadra e giustissimo il lavoro collettivo anche da parte nostra, tra l'altro ispirato molto anche grazie a come il presidente imposta i lavori della nostra Commissione.
  Proprio per questo volevo solo porre questo tema. Se ho ben capito, signor Ministro – l'ha riferito in particolare al PNRR ma mi pare un tema più generale – rispetto alla progettualità vi è un problema di risorse finanziarie disponibili, come problema un po' centrale che ho sentito in tanti passaggi della relazione del signor Ministro oggi.
  Quindi la mia domanda era se lei intende in sede di Consiglio dei ministri – nel momento in cui si discute della legge di bilancio – porre questo tipo di tema, perché anche noi come parlamentari poi ci misureremo con la legge di bilancio per proporre o non proporre degli emendamenti.
  Quindi volevo sapere, rispetto alla legge di bilancio, se questa criticità sulle risorse disponibili sarà messa in campo e con che Pag. 20tipo di margini, anche al fine di ottenere un rafforzamento nella disponibilità delle risorse finanziarie.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Presidente, le chiedo se può subito consentirmi una risposta.

  PRESIDENTE. Certo, prego.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Vorrei dare alla Commissione anche qualche dato nello specifico che riguarda per esempio Sport e periferie, che è una misura calibrata per il tema oggetto di questa Commissione parlamentare, anche se Sport e periferie 2023 è dedicata ai comuni sotto i 100 mila abitanti. Quindi è nostro intendimento configurare una misura che contenga anche una disponibilità per i comuni sopra i 100 mila abitanti, con particolare attenzione ai 14 comuni che hanno una città metropolitana evidentemente.
  Però c'è un dato illuminante. Nel 2022 abbiamo ricevuto 1.363 domande per 584 milioni di investimenti pubblici, stiamo parlando di patrimonio pubblico da valorizzare. Abbiamo finanziato, ahinoi, solo 111 progetti perché avevamo 50 milioni. Questa quindi è un'eredità statistica del passato Governo. Per il 2023 e ad oggi, il bando si chiude a metà di ottobre, abbiamo già ricevuto 527 domande di finanziamento per un importo di circa 300 milioni. Abbiamo 75 milioni: questo vuol dire che se avessimo a disposizione maggiori risorse avremmo già i progetti pronti da finanziare.
  Però abbiamo una buona notizia relativa al Fondo sviluppo e coesione. Nell'ambito della collaborazione interpersonale tra i nostri Ministeri (anche se io non ho un Ministero, con il Ministro Fitto) probabilmente entro la fine di ottobre sapremo quanto potrà il Fondo sviluppo e coesione, nell'ambito della misura 2021-2027, potrà destinare a questo tipo di interventi. Pag. 21Con le modalità e i vincoli del Fondo sviluppo e coesione andremo quindi a intervenire dal punto di vista della territorialità, ma saremo sicuramente soddisfatti perché è il Sud che ha più bisogno, su questo non c'è dubbio.
  Quindi noi abbiamo già predisposto il pacchetto di proposte per la legge finanziaria, e lo stiamo rivedendo come è normale che sia. Mi hanno insegnato che domandare è lecito e rispondere è cortesia, e quindi avremo un qualche riscontro. Ma siamo convinti che anche grazie alla collaborazione del Parlamento quello che non riuscirò a ottenere io riusciremo a ottenerlo collaborando. Sarà nostra cura mettere in condizione i gruppi parlamentari tutti di dare il loro contributo nell'ambito delle opportune e legittime valutazioni che verranno fatte dal Parlamento. Questo per quanto riguarda lo sport.
  Per quanto riguarda le Politiche Giovanili noi dobbiamo risolvere un problema che potrebbe essere grande ma superabile, ovvero il budget per il PNRR sconta ora teoricamente la scadenza del 31.12.2023 per i fondi per il PNRR, quindi ad oggi noi saremo scoperti per il 2024 di circa 200 milioni.
  È naturalmente nella nostra richiesta – ed è nella nostra interlocuzione anche con il Ministro Fitto – cercare di trovare sempre in Europa un supporto e un sostegno per una misura che guarda alle politiche europee sui giovani, e non soltanto alle politiche nazionali.

  ANNARITA PATRIARCA. Buongiorno Ministro. Volevo prima di tutto ringraziarla per l'intervento che ha chiarito un aspetto. Io sono della provincia di Napoli, quindi abbiamo vissuto Caivano in prima persona e mi fa piacere il riferimento che lei ha fatto quando ha detto che Caivano non è soltanto l'episodio di oggi ma purtroppo sono una serie di episodi che si sono verificati nel tempo. E la ringrazio per la puntualizzazione che ha fatto, cioè che la presenza dello Stato, dei nostri Ministri, di Pag. 22noi parlamentari, in quelle zone non è stata soltanto una presenza di facciata, una passerella. Lei l'ha detto bene, lo ha spiegato bene e ci tengo a ribadirlo.
  La presenza delle istituzioni in questi luoghi, sempre ma soprattutto quando succedono episodi così efferati, è utile intanto per ripristinare la legalità e per dare un segnale che lo Stato c'è, quindi è sempre importante, e penso che la sfida più grande che noi oggi raccogliamo è continuare a esserci e recuperare in quelle situazioni, in quelle realtà e in quei luoghi quelle che sono le strutture che permettono e possono permettere di dare ai ragazzi una speranza e dei luoghi in sicurezza dove potere svolgere le loro attività (e parlo delle strutture sportive) allontanandosi da un po' di contesti Questo Parlamento più volte nei temi più importanti si è dimostrato compatto e penso che sulla volontà di creare e recuperare strutture sportive in contesti difficili avrà sicuramente l'appoggio di tutti quanti noi parlamentari. Ritengo che in un momento in cui ci sia una grande carenza di luoghi dove i ragazzi possono riunirsi, anche per uscire da un sistema di vita difficile in cui vivono, oggi il luogo prioritario rimane quello dove possono svolgere attività sportiva.
  In una latenza delle famiglie, anche delle scuole che non bastano e non riescono a coprire tutti gli spazi, i luoghi dove si fa sport possono essere momenti non soltanto di svolgimento di attività, ma anche di formazione attraverso valori sportivi, quindi portare a questi ragazzi dei valori alternativi.
  Il mio intervento non è tanto quindi per porle una domanda perché lei ha fatto un intervento secondo me esaustivo, e in alcuni tratti almeno a me ha anche emozionato, in particolare quando ha parlato di una serie di realtà in cui lei è andato. Il mio intervento quindi è voluto essere la testimonianza del Pag. 23nostro impegno accanto a lei per tutte le iniziative che vorrà intraprendere. Grazie.

  PAOLO CIANI. Buongiorno Ministro, grazie per la relazione che ci ha fatto questa mattina. Non ripeto alcune cose che ha detto il collega De Maria nelle quali mi ritrovo, evidentemente in questa Commissione vi è la volontà di provare a essere propositivi, collaborativi e di capire bene e meglio insieme come poter incidere su tanti aspetti.
  Da questo punto di vista vorrei sottolineare alcune cose che lei diceva su cui mi trovo d'accordo, innanzitutto un tema economico di fondo. Nel senso che io concordo con chi le dice che il portafoglio migliore è quello dei progetti, ma per realizzare tanti progetti servono anche le risorse economiche. Quindi penso che bisognerà riflettere bene su come sostenere aspetti che sembrano talvolta minori in una certa ottica, ma che quando poi ragioniamo sulla vita quotidiana capiamo quanto minori non siano.
  Io penso a tutto il tema del ruolo educativo dello sport, lo abbiamo vissuto con grande chiarezza in termini personali, familiari, guardando il mondo associativo, guardando tanti quartieri delle nostre città. Qui mi colpisce quanto lo sport per esempio sia un grande fattore e veicolo di integrazione, non solo di integrazione di chi non è nato in Italia o è venuto in Italia da piccolissimo, ma di integrazione di persone con disabilità, di integrazione tra persone diverse. Ecco, questo l'abbiamo sempre visto ed è un aspetto fondamentale ed è una delle sfide fondamentali del nostro tempo. Quindi investire in questo credo sia anche molto saggio, pensando alle sfide che viviamo quotidianamente.
  In questo senso quello che lei dice sulle palestre scolastiche è un po' sconfortante, lo sappiamo però è uno dei temi su cui credo dobbiamo intervenire, perché evidentemente la scuola è Pag. 24il luogo che frequentano tutti i bambini, tutti i ragazzi, a prescindere da dove vivono o dalle possibilità che hanno poi di sviluppare attività sportive in altri momenti. Sappiamo che meno del 50 per cento delle scuole italiane hanno delle palestre e sono dati sconfortanti. E le regioni dove le scuole hanno meno palestre sono Campania e Calabria, e questo è significativo dal punto di vista anche di quello che diciamo sui giovani e le loro problematiche. Sappiamo bene che poi questo è un tema anche molto legato alle periferie e alla marginalità sociale che vivono alcuni quartieri e alcune zone delle nostre città. Peraltro chi è uomo di sport come lei, ma chi conosce un po' questa realtà, sa che le palestre scolastiche non hanno solo la funzione di mattina ma sono poi i luoghi dove nel pomeriggio anche società sportive di base accolgono le loro attività, penso al tema della pallavolo dell'atletica, del basket eccetera. Quindi questo è un ambito su cui penso dobbiamo investire molto.
  L'altra cosa che volevo sottolineare è quando lei parlava dei Pinqua, che è un nome strano ma sono i programmi innovativi della qualità dell'abitare. Diversi di questi programmi, sia di questi sia dei Pui, di tutti i piani che poi in parte rientrano nel PNRR, alcuni riguardano anche l'ambito della ristrutturazione degli impianti sportivi e quindi sarà importante che riusciremo a portarne a compimento il maggior numero possibile. Questo al di fuori di ogni polemica, l'ho detto con la stessa sincerità e collaborazione al Ministro Fitto.
  Infine, credo ci sia in corso il bando sport e periferie per l'anno attuale che si concluderà tra qualche giorno. Volevo chiederle se sa come era stata la partecipazione perché so che è rivolto alle città minori fino a 100 mila abitanti, che spesso hanno difficoltà a partecipare a bandi nazionali. E poi da romano dico sempre pensiamo anche a chi all'interno della propria città ha città da 100 mila abitanti, che sono i nostri Pag. 25municipi, perché pensare a come aiutare anche le città più grandi passa anche da ciò.

  MARCO PERISSA. Grazie Presidente. Io sarò breve perché la relazione del Ministro è stata estremamente esaustiva e quelle poche domande hanno poi già trovato riscontro nella precedente risposta che ha dato il Ministro. Per cui è semplicemente per ringraziarlo della relazione, perché ci dà anche modo di capire che al netto di quello che i giornali hanno raccontato sugli interventi, Caivano piuttosto che Tor Bella Monaca, anche la settimana scorsa la visita di questa Commissione, c'è un Governo che ha piena consapevolezza del fatto che a problemi complessi si risponde con soluzioni complesse, che vanno articolate nella loro complessità interdisciplinare, che purtroppo a volte in alcuni territori una presenza forte muscolare dello Stato, che viene rappresentata anche attraverso le Forze dell'ordine ma non fanno soltanto questo, è purtroppo necessaria per ripristinare un'agibilità delle istituzioni. Ma che poi si ha la forza, la volontà e la determinazione di dare continuità a quell'ingresso, a quella presenza sviluppando non solo dei progetti, chiamiamoli così, di rango istituzionale, dove il Governo attraverso la collaborazione con l'amministrazione locale realizza sul territorio delle iniziative, delle attività o delle infrastrutture, ma anche cercando di valorizzare quel processo di delega che lo Stato affida alle associazioni del terzo settore e del volontariato, che presidiano a pieno titolo per effetto di questa delega i valori di una democrazia contemporanea, della legalità, della trasparenza, del merito e dello spirito volontaristico e solidale che spesso e volentieri è quello attraverso il quale per la maggior parte delle volte questi territori si riescono a tirare fuori da una condizione ancora più difficile.
  Siamo consapevoli – io per primo le ho vissute e frequentate le periferie romane – che al di là dello stigma che a volte la Pag. 26criminalità organizzata riesce a infliggere all'intera popolazione di diversi quadranti della città, quelle zone sono animate e vissute e resistono grazie a cittadini e cittadine per bene che non si arrendono davanti alla prepotenza e all'arroganza della criminalità organizzata.
  Gli strumenti che il Governo mette in campo sono molteplici. Il Ministro li ha citati tutti, e si intersecano non solo all'interno delle discipline che il Dicastero rappresentato dal Ministro contiene al suo interno, lo sport e le politiche giovanili, ma che si intersecano in maniera interdisciplinare anche con altri Ministeri.
  Sono contento di ascoltare dalla bocca del Ministro che i percorsi di rilancio di questo territorio passano attraverso il coinvolgimento dei giovani, ma anche attraverso percorsi di autoimprenditorialità. Quindi ben venga ogni iniziativa legislativa finalizzata a recuperare risorse economiche destinate alla realizzazione delle linee progettuali messe in campo dal Ministero dello sport e delle politiche giovanili. Questo lo dico perché è in discussione preliminare – e non è ancora calendarizzata la fase emendativa – di una proposta di legge del collega Berruto, che prevede una sovratassazione per le società di giochi on line (scommesse diciamo), sulla quale stiamo ragionando non solo sulla destinazione di utilizzo delle eventuali risorse, ma che se riuscisse a passare il vaglio genererebbe da sola un portafoglio di 80 milioni di euro da mettere a disposizione del sistema sportivo. Credo che negli obiettivi di copertura economica e finanziaria che il Ministero si dà possa diventare uno strumento strutturale, tra l'altro, e sul quale poter fare un grandissimo e importantissimo affidamento. In uno spirito di condivisione totale perché, e lo dico a conclusione di questa riflessione, come ho detto durante la fase di dichiarazione di voto per la riforma costituzionale, se davvero vogliamoPag. 27 bene al sistema sportivo inteso come strumento per la riqualificazione o prevenzione (io più che prevenzione mi piaceva la promozione degli stili di vita sani) allora togliamoci tutti un po' la nostra giacca e ci mettiamo la giacca dei più fragili e sicuramente andremo lontano, pienamente d'accordo con lo spirito rappresentato di trasversalità e orizzontalità dal Ministro.

  PASQUALINO PENZA. Volevo ringraziare per la presenza oggi in audizione del Ministro Abodi, che ho avuto modo di sentire telefonicamente anche durante i fatti successi a Caivano. Una cosa importante, lo sport nelle periferie come quella di Caivano è un elemento essenziale, assente da troppo tempo, per la quale forse è stato incisivo per i fatti avvenuti la distrazione dei ragazzi verso attività illecite. È chiaro la distrazione scolastica unita a un degrado sociale, la mancanza di punti alternativi per i quali i ragazzi possono ispirarsi ad esempi più legali rispetto a quello che è poi un esempio di criminalità che si vedono davanti agli occhi tutti i giorni, io purtroppo vedo che è mancata questa cosa forse dallo Stato, è mancata forse dalle amministrazioni. Oggi, come ricordava giustamente il Ministro, abbiamo aspettato troppo, che si ripetesse di nuovo l'ennesimo atto criminoso per poter poi agire e intervenire, forse potevamo intervenire prima, forse è stato sottovalutato lo stato di degrado della periferia in questo caso.
  Questo ci deve far trarre un insegnamento innanzitutto a noi che siamo la classe dirigente, ovvero intervenire subito per poter evitare in futuro eventuali ripetizioni di atti criminosi o comunque nuova produzione di criminalità intesa anche come reclutamento da parte della criminalità organizzata stessa nel ramo dei giovani.
  Io spero che questo progetto di Delphinia si concluda con la ristrutturazione modello affidamento alle Fiamme Oro, come si Pag. 28era ipotizzato, sperando che questo porti anche un nuovo rilancio per la città. Le Fiamme Oro fanno degli sport che non sono tanto conosciuti o molto praticati dalle zone campane, specialmente su Caivano, mi posso riferire allo sport della scherma, della corsa campestre, nel lancio del peso, il giavellotto, insomma sono tanti spot che potrebbero effettivamente dare e trovare qualità anche nei ragazzi delle periferie caivanesi. Questo ovviamente si ripercuote anche un pochettino su tutte le periferie a nord di Napoli o comunque della Campania in generale.
  Io ovviamente vorrei soltanto attenzionare il Ministro che da solo lo sport non basta, ma questa non è una notizia, il problema dello sport è fondamentalissimo, però a questo bisogna associarci anche di maestri di vita, degli assistenti sociali che possono accompagnare questi ragazzi ad altre alternative che possono trovare, perché spesso e volentieri non hanno delle guide o se le hanno sono le guide sbagliate.
  Noi partiamo adesso da questo rilancio dell'attività sportiva che è un tassello fondamentale, sperando poi che questo sia un primo passo e non il punto d'arrivo, un primo passo per poi partire verso il rilancio delle periferie come quella di Caivano, non solo Caivano ma come quella di Caivano.

  MASSIMO MILANI. Approfitto della pazienza del Ministro per dire due cose. Come lei sa meglio di me le sue deleghe sono al mondo dello sport ma anche e soprattutto al mondo dei giovani, due temi che vanno molto di pari passo. E come sentiamo dai vari interventi dei colleghi e anche dalle sue parole, sicuramente l'attività sportiva può essere un deterrente molto importante per tirar fuori i ragazzi da altre tentazioni che purtroppo sembrano essere anche a causa di fenomeni culturali, di cultura di massa, sembrano essere sempre più Pag. 29attrattivi. Quindi dare l'esempio attraverso coloro che hanno scelto la strada dello sport è un fatto importante.
  Ho detto queste cose che sembrano banali per arrivare a un fatto: leggevo oggi sul Messaggero di Roma un fatto di cronaca che volevo porre alla sua attenzione. Giuliana Salce è una campionessa di marcia, medaglia d'oro mondiale 1985, abita nelle case popolari a Ostia, e si trova purtroppo in una situazione di indigenza e di difficoltà. Sarebbe un bellissimo segnale dare attenzione e riconoscere magari quello che la legge Onesti già prevede per gli atleti. Sarebbe un segnale importante per dire che chi abbraccia il mondo dello sport e dà anche dei risultati importanti alla nostra Nazione, non viene dimenticata.

  PRESIDENTE. Grazie a tutti i colleghi intervenuti. Do la parola al Ministro Abodi.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. In primo luogo ringrazio l'onorevole Patriarca per le parole. Con tutti voi c'è un minimo comun denominatore, e vi ringrazio per l'apprezzamento nei confronti di ciò che ho detto, che è il frutto del lavoro comune di una squadra di persone di qualità, volenterose, appassionate, quindi io sono l'espressione in prima linea del lavoro di tanti altri che magari non si vedono e trasferirò a loro il vostro apprezzamento.
  Partendo dall'onorevole Ciani, alle palestre scolastiche aggiungerei anche programmi didattici, perché non è soltanto un tema di palestre scolastiche.
  L'altro giorno sono stato al Foro Italico per la Settimana europea dello sport e molti educatori mi dicevano proprio, rispetto a bambini di 6, 7, 8 anni la difficoltà motoria. Perché se queste cose non si insegnano non si imparano, e questo limita tra l'altro proprio la funzionalità fisica, oltre che il benessere psicofisico del bambino.Pag. 30
  Stiamo lavorando con il Ministro Valditara perché questo è un campo che riguarda principalmente lui, ma nello spirito di squadra, di collaborazione e anche di stima reciproca posso confermare che stiamo lavorando per programmare anche nei primi tre anni l'ingresso dell'educazione motoria nella scuola primaria di primo grado.
  Questo deve avere una doppia valenza, l'ingresso nel programma e l'ampliamento del programma, perché uno o due ore a settimana non sono sufficienti. Dovremmo cercare di mettere in condizioni il bambino non dico di fare ciò che avviene in quasi tutti i Paesi d'Europa, ovvero un'ora al giorno, ma certamente a rendere meno incidentale la presenza dell'attività motoria nella scuola primaria di primo grado, così come a migliorarla anche in quella di secondo grado e anche nella scuola secondaria.
  I giochi della gioventù, lo ripeto anche qui, e lo sarà ancora più importante proprio nei luoghi del disagio, non sono soltanto una competizione sportiva ma sono uno strumento per costruire un'agenda scuola e sport, sulla quale ci impegneremo.
  Anticipo anche che, sempre in collaborazione tra i nostri Ministeri, stiamo valutando una norma che regoli il problema dell'utilizzo delle palestre scolastiche dopo l'orario. Che è un tema importante perché noi conviviamo con più contraddizioni: la prima, ci sono poche palestre scolastiche; la seconda, non tutte quelle che ci sono si aprono al pomeriggio al territorio ovvero la ASD/SSD, e dove non c'è una palestra non si collabora con gli impianti pubblici di prossimità.
  Insomma, noi stiamo cercando di risolvere questi tre problemi facendo diventare questi tre problemi comunque un'opportunità, che vada oltre la disponibilità dei direttori didattici, dei presìdi di mettersi a disposizione, perché poi essendo discrezionale e non essendoci un vincolo è evidente che ognuno Pag. 31poi guarda il suo conto economico, il problema della sicurezza, il fatto che magari per andare in palestra bisogna entrare nel plesso scolastico e quindi tutto quello che ne consegue, e questo limita dove c'è. Peraltro impedisce anche dove non c'è di stabilire un rapporto di collaborazione con gli impianti pubblici a disposizione delle ASD/SSD, un po' di reciprocità regolata da una norma possibilmente.
  Sul progetto Sport e periferie il dato ad oggi è 527 progetti per 300 milioni, ma abbiamo 50 milioni. Sono sempre quelli, sempre 50. Stiamo configurando una misura dedicata alle città sopra i 100 mila, con particolare attenzione alle Città Metropolitane.
  Noi abbiamo bisogno di restituire fiducia e speranza alle persone perbene che abitano in zone di disagio. In tutti gli appuntamenti, anche quelli che toccano di più l'emotività, come a Tor Bella Monaca o Caivano, in forme diverse noi vedevamo persone sui balconi che si affacciavano senza farsi vedere e dicevano «non andate via, non ci lasciate soli», qualcuno bisbigliava nella strada perché aveva paura di essere ascoltato dalle sentinelle.
  Di fronte a questa cosa qui ma come facciamo a tornare a casa e non tenerne conto? Come facciamo? Anche la presenza di un impianto sportivo è fiducia e speranza.
  Non basta, ha ragione chi ha detto che non basta certamente lo sport. Lo sport, la scuola, la cultura. Dove c'è musica è un altro tipo di ginnastica, dove c'è arte, anche street art, c'è sempre qualcosa di più, è allenamento dell'anima, comunque stanno bene insieme. Per questo collaboriamo anche con il Ministro della cultura Sangiuliano, perché riteniamo che scuola, università e cultura costituiscano la proiezione verso il lavoro, la famiglia, l'imprenditorialità, l'autoimprenditorialità.Pag. 32
  Nella legge finanziaria 2023 proposi tra le varie cose il diritto alla scommessa, l'1 per cento, da destinare in modo ancora non regolamentato al sistema sportivo, senza trascurare (consentitemelo) anche gli organizzatori degli eventi sui quali si scommette. Perché qui siamo al paradosso che i circa 15 miliardi vengono distribuiti allo Stato con l'aggio, allo scommettitore in montepremi, la giusta remunerazione dei concessionari e chi organizza gli eventi sportivi, principalmente calcistico ma sportivi in generale, osserva e si deve anche difendere dalle scommesse illecite. Quindi c'è un tema reputazionale, di investimenti in difesa e per autodifesa, perché uno si deve organizzare.
  Intanto è mio intendimento riproporlo anche perché non venne accettata quella mia proposta appena arrivato, ma era forse intempestiva, forse non spiegata, forse rientrava in un approccio che era ancora quello che aveva portato poi al divieto della pubblicità. Poi ognuno ha la sua opinione, ma il diritto alla scommessa in altri Paesi europei c'è, proprio per riconoscere da un lato all'organizzatore qualcosa, anche per fare delle politiche di contrasto e anche per fare delle politiche contro la ludopatia. Quindi c'è bisogno di comunicazione, è inutile che clandestinizziamo un settore che esiste, che comunque produce ricchezza e che ha bisogno di una linea di demarcazione chiara e netta che solo la comunicazione può determinare tra il lecito e l'illecito. Penso al Totocalcio: lo abbiamo ripristinato ma non lo sa praticamente nessuno perché non si può comunicare. Quindi gli utili del Totocalcio che sono destinati in una percentuale anche a Sport e Salute per attività sociali di fatto non producono quasi niente, anche perché molti non hanno mai conosciuto il Totocalcio dei tempi migliori.
  Ringrazio l'onorevole Penza. L'ex Delphinia effettivamente è molto di più, io penso che sia qualificante il fatto di affidare ai corpi civili dello Stato e ai gruppi sportivi militari gli impianti Pag. 33sportivi in luoghi di disagio sociale. In questo Caivano è una prima sperimentazione, i corpi civili dello Stato e i gruppi sportivi militari hanno impianti sportivi aperti anche al pubblico, ma secondo me è ancor più importante in luoghi come questi perché sono costituiscono un presidio dello Stato in tuta, ma comunque con le stesse caratteristiche che offrono la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, i Carabinieri, l'Esercito e quant'altro, e quindi sicuramente lo faremo.
  Posso dire, è passato sommessamente nella comunicazione, che in questo momento stanno già operando gli uomini (perché penso siano solo uomini purtroppo in questo caso) del Genio militare per la bonifica dell'impianto. Quindi stanno non togliendo le siringhe soltanto, ma stanno portando via tutti i detriti, le carcasse delle macchine e stanno predisponendo quell'area a tutta l'attività che ospiterà, e non soltanto per la parte sportiva. Il Commissario di Governo Ciciliano, che per la parte sportiva si avvale della collaborazione tecnica di Sport e Salute, svolgerà appunto una funzione di supporto e anche una funzione di stazione appaltante a garanzia del fatto che possano essere (nel rispetto delle norme, anche se il Commissario ha un affidamento in deroga) affidati e iniziati i lavori secondo un cronoprogramma che già è stabilito e che traguarda alla fine della primavera, per rispettare gli impegni assunti.
  Ringrazio anche l'onorevole Milani. Mi permetto di dire che sappiamo di essere tutti dalla stessa parte. È chiaro che noi con le nostre proposte dovremo dimostrare al Parlamento di saperne interpretare i sentimenti, gli orientamenti e gli obiettivi, convinti che grazie al lavoro che state facendo saremo in grado di orientare le nostre scelte nella direzione migliore.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il Ministro e prendiamo già il suo impegno a tornare a trovarci per fare il punto sulle tante Pag. 34situazioni che richiederanno degli aggiornamenti rispetto alla tematiche che oggi abbiamo affrontato.
  La ringrazio di nuovo, e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.