XIX Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Martedì 27 giugno 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mollicone Federico , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO DELLA DIGITALIZZAZIONE E DELL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA SUI SETTORI DI COMPETENZA DELLA VII COMMISSIONE

Audizione di rappresentanti di Campus Party Italia, di rappresentanti di Confrestauro, di rappresentanti di Federculture e di Ilde Forgione, esperta di comunicazione culturale.
Mollicone Federico , Presidente ... 3 
Cancellato Andrea , presidente di Federculture ... 3 
Mollicone Federico , Presidente ... 5 
Cancellato Andrea , presidente di Federculture ... 6 
Mollicone Federico , Presidente ... 6 
Cancellato Andrea , presidente di Federculture ... 6 
Mollicone Federico , Presidente ... 6 
Strozzi Davide , amministratore delegato di Campus Party Italia ... 6 
Mollicone Federico , Presidente ... 8 
Cherchi Susanna (M5S)  ... 8 
Strozzi Davide , amministratore delegato di Campus Party Italia ... 8 
Cherchi Susanna (M5S)  ... 8 
Strozzi Davide , amministratore delegato di Campus Party Italia ... 8 
Mollicone Federico , Presidente ... 8 
Strozzi Davide , amministratore delegato di Campus Party Italia ... 9 
Mollicone Federico , Presidente ... 9 
Rui Alberto , presidente di Confrestauro ... 9 
Terribili Paolo , socio fondatore di Confrestauro ... 10 
Mollicone Federico , Presidente ... 10 
Cherchi Susanna (M5S)  ... 10 
Mollicone Federico , Presidente ... 10 
Terribili Paolo , socio fondatore di Confrestauro ... 11 
Rui Alberto , presidente di Confrestauro ... 11 
Mollicone Federico , Presidente ... 11 
Forgione Ilde , esperta di comunicazione culturale ... 11 
Mollicone Federico , Presidente ... 13 
Forgione Ilde , esperta di comunicazione culturale ... 14 
Mollicone Federico , Presidente ... 14 

Allegato 1: Documentazione depositata da Federculture ... 15 

Allegato 2: Documentazione depositata da Campus Party Italia ... 58

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FEDERICO MOLLICONE

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata, oltre che con la redazione del resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Campus Party Italia, di rappresentanti di Confrestauro, di rappresentanti di Federculture e di Ilde Forgione, esperta di comunicazione culturale.

  PRESIDENTE. La Commissione prosegue le audizioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica sui settori di competenza della VII Commissione.
  Iniziamo con l'audizione del dottor Andrea Cancellato, presidente di Federculture, accompagnato dal direttore Umberto Croppi, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.

  ANDREA CANCELLATO, presidente di Federculture. Buongiorno presidente. Grazie per questo invito, che abbiamo accolto con molto piacere.
  La vostra attenzione è sicuramente importante per il nostro settore, per il settore della cultura italiana che noi rappresentiamo con tutte le fondazioni culturali italiane, le regioni, i comuni che aderiscono a Federculture.
  La questione della digitalizzazione, dell'impatto che è stato previsto con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare con il Piano di digitalizzazione, è per noi vista con grande favore. Abbiamo letto il documento e condividiamo la sua visione, l'ampliamento delle forze di accesso al patrimonio culturale, l'estensione ai beni culturali e ai beni pubblici di tutto questo patrimonio del nostro Paese. È veramente rilevante.
  Ci è piaciuta anche la modalità di approccio relativo all'affrontare il lavoro culturale relativo all'attività di formazione del personale, soprattutto il personale interno alla pubblica amministrazione, all'interno delle strutture culturali, che consideriamo veramente molto importante, così come le nuove professionalità che questo progetto intende creare.
  Insieme a questo, ovviamente, delle modalità anche molto innovative dal punto di vista della gestione, soprattutto in termini dell'autovalutazione della maturità culturale, la creazione di un catalogo generale digitale dei beni culturali accessibile a tutti.
  Questo, poi, è l'altro grande tema che come Federculture avevamo posto, proprio la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, in modo tale che poi sia disponibile senza toccare con mano, senza creare le problematiche del periodo della pandemia, che aveva impedito l'accesso proprio a questo patrimonio culturale. Questo era un po' il senso che abbiamo visto raccolto dal Piano di digitalizzazione e che ci ha visto d'accordo.
  Abbiamo solo un dubbio, che sottoponiamo ovviamente alla Commissione come al Ministero, che è sulla congruità dell'investimento previsto per questo scopo rispetto a questo grande obiettivo.
  Abbiamo visto che dei 6 miliardi e 700 milioni circa messi in campo per il settore della cultura e del turismo, per la digitalizzazionePag. 4 culturale sono stati messi in gioco 660 milioni circa. Sono un investimento importantissimo, non irrilevante, però non sappiamo se è sufficiente rispetto agli obiettivi indicati e alla quantità di operazioni che devono essere messe in moto.
  Per il resto abbiamo visto che stanno andando avanti bandi e piani con successione rispetto al coinvolgimento delle piccole e grandi strutture culturali del nostro paese, e da questo punto di vista vi è apprezzamento.
  Questo sulla domanda principale che ci avete rivolto. L'occasione, però, è molto importante da questo punto di vista per richiamare l'attenzione su altri nodi della cultura. In modo particolare ve ne è uno di recentissima attualità, che è connesso proprio al tema del digitale, ed è quello della determinazione dei canoni per l'utilizzazione delle immagini dei beni culturali. Perché noi sappiamo che larga parte di questo materiale digitalizzato poi sarà fra virgolette sul mercato. Del resto lo dice anche il Piano che la digitalizzazione del patrimonio culturale si rivolgerà sia per il mercato del no profit che per il mercato commerciale, e anche quello della valorizzazione culturale che non necessariamente può essere sia commerciale che non commerciale.
  In particolare il tema delle immagini è stato recentemente sollevato per via di un decreto recentemente diffuso sui meccanismi di tariffazione dell'uso delle immagini dei beni culturali di proprietà dello Stato. Poiché uno degli obiettivi del Piano di digitalizzazione del patrimonio culturale è quello di mettere a disposizione questo patrimonio ai fini del mercato no-profit, ai fini del mercato culturale della valorizzazione e anche ai fini commerciali, è chiaro che la determinazione dei canoni è un tema importantissimo da questo punto di vista.
  Noi richiamiamo un'indicazione generale che viene dall'Unione Europea ma viene anche dal Parlamento nazionale, dalla scorsa legislatura, per iniziativa anche promossa nella Commissione Cultura, che era quella della liberalizzazione dell'accesso al patrimonio digitale e al patrimonio culturale.
  A nostro avviso questo orientamento dovrebbe essere mantenuto, ovviamente tutti gli orientamenti hanno le loro eccezioni ma un conto sono le eccezioni e un conto è la regola. La regola a nostro avviso dovrebbe essere quella della gratuità e dell'open source, nell'ambito di considerare che i dati che vengono messi in gioco siano disponibili al libero accesso.
  Questo è in sintesi il nostro pensiero relativamente alla questione complessiva del Piano di digitalizzazione nazionale per la cultura.
  Ci è stato chiesto anche di porre alcuni nodi relativi al sostegno dell'attività culturale in Italia, a seguito appunto dei problemi che vi sono stati durante la pandemia, nel post pandemia e cioè la ripresa dell'attività culturale nel nostro paese.
  Noi abbiamo fatto come Federculture un pacchetto di proposte che abbiamo sottoposto al legislatore e al Ministero. Esse riguardano da una parte l'incentivo al consumo culturale attraverso la defiscalizzazione del consumo culturale, considerando il consumo culturale importante per la vita sociale e la vita personale dei nostri cittadini tanto quanto i medicinali. Quindi praticare lo stesso sistema di detrazione fiscale per il consumo culturale nel nostro paese. In questo modo daremmo un ulteriore incentivo alla vita culturale in presenza nel nostro paese.
  Accanto a questo abbiamo posto un tema molto minore, che è quello dell'equiparazione dell'IVA sui prodotti culturali, avendo il nostro Paese un regime di IVA per alcuni prodotti culturali (ad esempio il libro) molto agevolato e altri prodotti culturali, (prodotti artistici o i prodotti discografici per fare due esempi, il prodotto artistico è l'esempio più eclatante che ha fatto praticamente uscire dal mercato mondiale dell'arte il nostro paese) di equiparare l'IVA e in questo modo aumentare anche gli introiti dello Stato su questo fronte. Non sarebbe una diminuzione da un certo punto di vista, ma una nuova entrata per il nostro paese.
  Oltre che il consumo culturale a nostro avviso è molto importante il sostegno della produzione culturale. La nostra opinione è Pag. 5che una iniziativa molto importante che è stata costruita nel passato, come l'Art bonus, debba poter essere ampliato a 360 gradi. Cioè tutti i soggetti che praticano la cultura in Italia possano ricevere contributi, erogazioni, denominabili come Art bonus, magari diminuendo la quota di beneficio fiscale, per consentire una platea più vasta. Quindi la messa a disposizione di maggiori risorse per il nostro paese. Risorse private che possono aumentare rispetto a quelle pubbliche che pure sono consistenti e che in questo quadro possano consentire al nostro Paese di raggiungere la media dell'Unione europea di investimento in campo culturale, sia per le iniziative sia per interventi di ristrutturazione o di immobilizzazione culturale.
  Queste sono proposte che abbiamo inserito in un documento scritto che lasciamo agli atti della Commissione, che sono quasi a costo zero, quindi neutro, per il Paese, per la somma algebrica delle varie opzioni che presentiamo.
  Infine vi è una questione non irrilevante che potrebbe essere posta soprattutto in questa sede. Fino a qualche anno fa vi era l'obbligo da parte delle società concessionarie dei giochi di investire una quota degli utili in sponsorizzazioni culturali e sportive, una parte di queste anche in interventi culturali diretti in modo preciso. Noi riteniamo che questo prelievo debba essere ripristinato e rimesso a disposizione della vita culturale e della vita sociale del nostro Paese. Sono somme non irrilevanti che sono state tolte alla comunità, mentre la cosiddetta ludopatia si combatte proprio attraverso l'ampliamento della vita sociale, culturale e ricreativa del nostro Paese. Queste risorse possono essere molto utili in questa direzione.
  Ultimo nodo e poi mi taccio perché non abbiamo altre questioni (comunque è un'occasione per noi molto importante per sottoporre alla Commissione questi provvedimenti) è quello del ripristino della legge del 2 per cento per l'abbellimento delle opere pubbliche. Anche qui si tratta di una legge in vigore ma non più applicata, che potrebbe tranquillamente avere una gestione diversa, a nostro avviso centralizzata, per produrre una nuova commissione nazionale per la produzione culturale nel nostro Paese. Per trovare i nuovi grandi artisti a tutti i livelli, attraverso un meccanismo proprio di commissione nazionale, non decentrato nei rivoli dei tanti appalti che si sviluppano nel nostro Paese e che invece possono essere rimessi in gioco per una chiamata alle armi, diciamo così, del mondo culturale italiano.

  PRESIDENTE. Chiedo se vi sono quesiti da parte dei colleghi.
  Abbiamo ascoltato le proposte di Federculture, peraltro storiche, sull'estensione dell'Art bonus e sul credito del consumo culturale.
  Rispetto a questo ci sono altre agevolazioni fiscali che secondo voi possono favorire il mecenatismo culturale orizzontale?
  L'altra domanda è se nell'ipotesi il Parlamento vari una legge che costituisca un circuito sussidiario che assegni, per cinque anni almeno, a privati, cooperative, associazioni centinaia di beni culturali cosiddetti minori, ma che certo minori non sono, che per mancanza di risorse rimangono per lo più chiusi, anche perché magari mancano piccoli interventi di restauro, di riqualificazione e di valorizzazione, come si pone Federculture rispetto all'istituzione di questo circuito sussidiario?
  Un'altra domanda è sul 2 per cento, avendo presentato un testo di legge sul 2 per cento che verrà incardinato tra poco che prevede un'applicazione automatica dello stanziamento. Ricordo, in proposito, che le ultime circolari di applicazione la rendono molto stringente in teoria sull'applicazione, perché addirittura in base alla legge non dovrebbe essere svolto il collaudo dell'opera pubblica se non si verifica lo stanziamento e l'impiego dei fondi, ma ciò non avviene mai e quindi i collaudi vengono fatti comunque e sarebbe anche interessante un monitoraggio su quante opere sono state collaudate aggirando la legge. Ma dall'altra parte forse si potrebbe semplificare, questa è l'ipotesi che faccio, scorporando all'origine il 2 per cento e qualora non venga utilizzato nell'area dell'intervento venga conferito in un fondo del MIC, Pag. 6affinché possa utilizzarlo per l'arte e la rivalutazione dei beni culturali pubblici.

  ANDREA CANCELLATO, presidente di Federculture. Per quanto riguarda le proposte di carattere orizzontale ne abbiamo dimenticata una sicuramente importante, è quella della inerenza delle sponsorizzazioni dal punto di vista fiscale. Le sponsorizzazioni molto spesso vengono richiamate dall'Agenzia delle entrate e non vengono considerate deducibili per le imprese che fanno sponsorizzazione. Invece è molto importante che vi sia la possibilità di poter dedurre fiscalmente tutte le spese per le sponsorizzazioni culturali. Questo dal punto di vista orizzontale è molto importante.
  Noi siamo poi completamente favorevoli a ogni iniziativa volta a valorizzare la sussidiarietà in campo culturale, Perché consente di mettere in gioco iniziativa privata ove lo Stato nelle sue forme e nelle sue articolazioni non riesce ad arrivare. Questo è molto importante soprattutto nelle aree interne e nelle aree più difficili del nostro Paese, quindi se vi sarà un provvedimento legislativo che va in questa direzione sarà da noi sostenuto con grande forza e con grande energia.
  Infine, in una certa misura (non ci siamo parlati), la questione del 2 per cento dal nostro punto di vista potrebbe essere ancora più radicale: noi siamo per scremare fin dall'inizio su tutte le opere pubbliche il 2 per cento e portarle in un fondo cultura nazionale. Soprattutto perché grazie a questo periodo molto importante di investimento in opere pubbliche...

  PRESIDENTE. È quello che prevede il testo della proposta di legge.

  ANDREA CANCELLATO, presidente di Federculture. Perfetto, quindi siamo completamente d'accordo, presidente.

  PRESIDENTE. Grazie. Se non ci sono altri quesiti ringrazio Federculture.
  Passiamo all'audizione del dottor Davide Strozzi, amministratore delegato di Campus Party Italia, accompagnato dal dottor Eugenio Serra, consulente APCO Worldwide, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.

  DAVIDE STROZZI, amministratore delegato di Campus Party Italia. Buongiorno.
  Ringrazio naturalmente la Commissione e il presidente Mollicone, Campus Party è estremamente contenta di essere presente oggi a questa audizione in merito all'indagine conoscitiva sull'impatto della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica sui settori di competenza della Commissione.
  Sono Davide Strozzi, amministratore delegato di Campus Party.
  Dovrebbe esserci una presentazione a schermo, se possiamo andare alla prima slide.
  Parto proprio da cos'è Campus Party. Campus Party probabilmente a oggi è la più grande piattaforma di open innovation al mondo. È di fatto un ecosistema di iniziative fisiche e digitali che ha un grande obiettivo molto ambizioso, di promuovere la creatività e l'innovazione per gli under 30.
  Campus Party nel mondo realizza eventi, format per l'orientamento e progetti formativi digitali, che hanno lo scopo di aiutare le nuove generazioni a progettare un futuro sostenibile con l'uso consapevole, e anche responsabile, della tecnologia.
  Campus Party nel mondo è un network importante. Ha organizzato più di 140 eventi in cinque continenti. I partecipanti a iniziative organizzate a vario titolo sono stati più cinque milioni. Ha una community di circa un milione di giovani innovatori delle ultime generazioni, ma soprattutto ha un network di partner che sono università, community stem di alcune migliaia.
  Qual è il motore delle idee di Campus Party?
  Dietro questa grande iniziativa c'è una Fondazione. Una Fondazione no profit che ha il compito di intercettare nel mondo in tutti i paesi in cui Campus Party è presente e a tutti i trend delle aspirazioni delle nuove generazioni. Queste informazioni diventano poi la scintilla per sviluppare i progetti da parte di Campus Party che concretamente vengono messi a terra nei vari paesi.Pag. 7
  La Fondazione ha il compito in ogni paese di relazionarsi con le associazioni, le istituzioni locali nazionali e internazionali, e condividere tutte le esperienze, le buone pratiche di quanto realizzato con l'obiettivo di attivare poi nuove partnership e collaborazioni con altri enti e altre Istituzioni per rendere questa competenza e questa conoscenza sempre più approfondita.
  Perché siamo qua oggi?
  L'obiettivo di oggi per noi era quello di condividere la nostra esperienza in merito ad alcuni temi di questa audizione, che riguarda appunto la didattica digitale, la sostenibilità e l'orientamento. Quindi oggi l'obiettivo era condividere alcuni dei progetti salienti partendo sicuramente da questo.
  PlayEnergy è un concorso internazionale di Enel che ha l'obiettivo di promuovere la sostenibilità a ragazzi e ragazze dai 14 ai 20 anni. Campus Party è partner di questo concorso in sette Paesi, tra i quali l'Italia, il Brasile e molti Paesi dell'America Latina.
  Ma la cosa saliente di questo progetto interamente digitale è il fatto che il progetto è pensato per insegnare questi valori parlando il linguaggio della Generazione Z. Quindi si usa la gamification, si usa un contesto narrativo spinto, si usano premi per i migliori progetti; ma soprattutto in Italia viene utilizzato come coadiuvante dei docenti per l'insegnamento delle ore obbligatorie di educazione civica.
  Nella prossima slide vi mostro i numeri delle ultime edizioni di questo progetto, in realtà si è chiusa da poco la terza.
  Questo progetto in sette Paesi ha raggiunto più di 20 milioni di ragazzi in età appunto 14-20 con la comunicazione digitale. Ha avuto di fatto 15 mila partecipanti attivi, solo quest'anno se ne aggiungeranno altre 13 mila, di cui il grosso in realtà arriva dall'Italia. E soprattutto ha coinvolto più di trecento stakeholder fra istituzioni e enti a vario titolo interessati ai temi della sostenibilità nei vari Paesi.
  Ma la cosa principale che vorrei sottolineare qua è che PlayEnergy da sempre nelle ultime edizioni ha avuto l'endorsement del Ministero dell'istruzione, oltre che diverse municipalità tra i quali quelli di Roma, di Milano e di Torino.
  Nella prossima slide c'è un altro progetto che a noi fa piacere presentare, si chiama Campus Party Connect. È un'esperienza di orientamento che insegna alle giovani generazioni quelli che sono i lavori di oggi, e soprattutto quelli che saranno i lavori di domani, e lo fa in un modo del tutto non convenzionale.
  Ogni edizione raccoglie più di 500 studenti che lavorano in gruppi e che di fatto hanno la possibilità di provare delle esperienze collegate da un lato alla tecnologia (robotica, realtà virtuale e realtà aumentata), e dall'altro l'ispirazione di relatori che sono in grado di ispirarli e dargli una prospettiva per il futuro. Grazie a questo format i ragazzi partecipano presentando i progetti di quelli che saranno i lavori che loro avranno l'ambizione di fare.
  Andando avanti c'è un altro progetto che mi fa piacere presentare, che si chiama Job Factory.
  La Job Factory è di fatto un laboratorio full time di formazione, che ha l'obiettivo di superare un po' il concetto classico della job fair, dove spesso si lascia un curriculum sul tavolo ma a volte poco di più succede.
  L'obiettivo del format è quello di sviluppare dapprima un percorso di autoconsapevolezza dei ragazzi, che poi è di fatto il motore di ogni scelta per il loro futuro, mappare le loro competenze e le soft skill e poi di fatto far conoscere all'azienda i ragazzi non da un foglio di carta che non parla, ma dalla possibilità di interagire con loro attraverso dei format che li mettono in relazione per quello che sanno davvero fare. Quindi ci sono colloqui al buio, speed day particolari con tutte le funzioni aziendali che durano venti secondi e tanti altri format interessanti che servono a ingaggiare proprio questa conoscenza reciproca.
  Abbiamo questo ultimo (ma non ultimo) progetto più importante in questo momento di Campus Party che è in fase di realizzazione.
  Job Flix è una piattaforma video rivolta a studenti e insegnanti che racconta i giovani mestieri di oggi e di domani. Lo fa Pag. 8attraverso dei testimoni, sia junior che senior, che sostanzialmente raccontano la loro esperienza di vita ma anche il percorso di studi per arrivare a fare quel lavoro, danno le caratteristiche del lavoro che fanno, i pro e i contro. Questo format mette insieme la loro esperienza con i dati più attuali disponibili per dire quanto quel tipo di lavoro è recettivo oggi sul mercato, quanti ragazzi hanno la possibilità di trovare lavoro per quel tipo di mestiere, nonché la retribuzione media. Tutti i dati che un ragazzo vorrebbe sapere per pianificare il proprio futuro.
  Questo naturalmente, col medesimo approccio, si abbina a dei materiali didattici per i docenti che hanno lo scopo di aiutarli per svolgere le ore di orientamento in aula.
  Chiudo con l'ultima slide, collaborazione con le istituzioni.
  In questo contesto in cui l'evoluzione dei metodi di insegnamento sono temi centrali, per tutta la comunità educante e il settore della cultura Campus Party vuole condividere l'expertise e le progettualità per rinnovare i modelli educativi, e in particolare quelli rivolti all'orientamento scolastico professionale, ma soprattutto aiutare a sviluppare le competenze digitali che sono sicuramente uno dei nostri focus principali. Quindi di fatto vogliamo offrire il know-how sia a beneficio del sistema scolastico che della crescita dei cittadini.
  Di fatto quello che vorremmo è continuare nel solco di una collaborazione che è già avviata con il Ministero, perché ricordiamo che nel 2021 il Ministero ha fatto una comunicazione, per esempio per PlayEnergy, a tutte le scuole di ogni ordine e grado presentandolo come una buona pratica per insegnare i temi della sostenibilità.
  E anche relativamente al tema del progetto Job Flix ci piacerebbe, perché no, collaborare magari per andare a fare subito un focus fra quelli che sono i lavori sui quali c'è un interesse nazionale, perché se ne divulghino le informazioni, e magari anche coprogettare la piattaforma. Ecco, questo sarebbe il nostro grande obiettivo. Per cui vi ringrazio dell'ascolto. Grazie presidente.

  PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi se ci sono quesiti. Prego, onorevole Cherchi. Poi ho io un quesito.

  SUSANNA CHERCHI. Questo del Job Flix è interessante e volevo sapere se avete delle slide per vedere proprio come funziona.

  DAVIDE STROZZI, amministratore delegato di Campus Party Italia. Ci stiamo lavorando, siamo nella fase di progettazione, quindi ci sono delle slide preliminari che danno l'idea di come funziona e poi mano a mano stiamo lavorando proprio sul format di queste puntate, di questi video. Perché l'obiettivo per noi perché l'obiettivo per noi, che è sempre il nostro cruccio, è che parlino alla Generazione Z, che possono essere di aiuto. Perché di video se ne fanno tanti, ma che interessino ragazzi che sono abituati ad avere un livello di attenzione molto basso, anche per questo tipo di contenuti chiamati snack, rende il compito per noi importante per dare a loro qualcosa che davvero gli piace. Per cui certo, c'è la possibilità di condividere comunque una presentazione che possiamo far avere, assolutamente.

  SUSANNA CHERCHI. Quindi in futuro ci potrebbero essere delle slide da vedere.

  DAVIDE STROZZI, amministratore delegato di Campus Party Italia. Assolutamente sì, ci sono già. E poi magari, come dicevamo, una collaborazione addirittura per entrare nel merito poi di quali lavori e di come portare avanti la piattaforma.

  PRESIDENTE. Abbiamo visto che di fatto c'è una collaborazione istituzionale già avviata con il Ministero dell'istruzione. Rispetto a questo chiediamo se Campus Party ha visto che anche la Commissione sta lavorando sulla settimana per la sensibilizzazione sulle materie STEM, e se pensa di proporre delle iniziative analoghe a quelle già implementare che possono essere magari specialistiche e specializzate su questa sensibilizzazione. Che è un tema molto importante perché sappiamo – senza nulla Pag. 9togliere ovviamente alla formazione umanistica – che in realtà c'è una carenza sulle STEM di sensibilizzazione e di orientamento dei ragazzi e delle famiglie, e anche qualche pregiudizio.
  Quindi con questo spirito, visto l'ottimo lavoro che sta facendo Campus Party anche integrando diversi linguaggi e parlando a una generazione... io lo vedo con mio figlio, non parla il linguaggio della sorella che ha qualche anno in più, come pensano appunto di interagire, qualora verrà approvata la settimana per la sensibilizzazione sulle STEM.

  DAVIDE STROZZI, amministratore delegato di Campus Party Italia. Diciamo che probabilmente tutti i format principali di Campus Party hanno alla base un rapporto importante con le community STEM, da sempre, perché Campus Party promuove l'innovazione tecnologica e sa quanto è importante il ruolo delle community, soprattutto quelli delle nuove generazioni.
  Quindi in tutti i progetti che vi ho presentato è indispensabile questo tipo di rapporto, tant'è vero che le community sono sempre gli stakeholder delle nostre iniziative a tutti i livelli internazionali. Quindi di fatto, in pratica, sono loro che ci aiutano a promuovere iniziative, tipo per esempio PlayEnergy, nelle comunità dei loro Paesi.
  Quindi la risposta è che abbiamo più iniziative rivolte alle community STEM e che il nostro obiettivo è continuare a potenziarle, perché riteniamo che sia vitale coinvolgere questi attori per progettare un futuro davvero sostenibile con l'uso consapevole della tecnologia. Poi, abbinata ad alcuni progetti, coinvolgere anche i genitori è un altro degli scopi, perché spesso e volentieri alcuni progetti consentono ai genitori di far capire che i loro ragazzi attraverso un approccio non convenzionale riescono a imparare le cose che a loro farebbero molto piacere, proprio perché queste cose parlano una lingua diversa. Che purtroppo cambia anche a una velocità straordinaria, perché i ragazzi nati cinque anni fa parlano già una lingua diversa a quelli nati dieci anni fa, grazie al tema delle tecnologie esponenziali che si stanno affermando nel mondo.
  Comunque certamente sì, ci sono iniziative e tutte quelle che facciamo hanno l'obiettivo di potenziare sempre di più questo rapporto.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri quesiti ringrazio Campus Party, il dottor Strozzi ed Eugenio Serra.
  Procediamo con la prossima audizione del dottor Rui e dell'architetto Terribili, rispettivamente presidente e socio fondatore di Confrestauro, che ringrazio per aver accolto l'invito alla Commissione.

  ALBERTO RUI, presidente di Confrestauro. Grazie presidente per aver di averci dato questa opportunità.
  Grazie di averci dato questa possibilità per presentare la Confrestauro.
  Cercherò di essere brevissimo, poi lascerò la parola all'architetto Terribili, che vi spiegherà poi la sostenibilità nel mondo del restauro e i principi di Confrestauro.
  Confrestauro è un'associazione che racchiude restauratori, imprese specializzate e architetti. Abbiamo racchiuso all'interno quello che è l'eccellenza del mondo del restauro operativo in Italia, suddividendoli in quattro sezioni. Come dicevo prima, abbiamo messo nella prima sezione gli architetti e i professionisti, nella seconda sezione le imprese specializzate nel mondo del restauro architettonico, nella terza sezione tutti i restauratori italiani specializzati nell'ambito della pietra d'affresco e nella quarta sezione abbiamo le imprese che forniscono i materiali e le tecniche innovative da inserire nel mondo del restauro.
  Gli obiettivi fondamentali per cui abbiamo deciso con i soci fondatori di creare la Confederazione è perché ci siamo accorti che non c'era una rete effettiva. Nel senso che il mondo del restauro era suddiviso e parcellizzato, quindi ho cercato di riunire queste eccellenze per creare una rete. Una rete interna dove possono esserci uno scambio di opinioni, di tecniche eccetera. Questo è stato uno degli obiettivi fondamentali.
  Il secondo obiettivo è la formazione. La richiesta fatta dai professionisti, dalle imprese e dai restauratori era proprio quella Pag. 10di unire e fare della formazione. Perché la ricerca, l'utilizzo di nuove tecnologie nel mondo del restauro, che adesso si stanno calando anche nell'utilizzo della digitalizzazione, è stato uno dei motivi fondamentali.
  Il terzo obiettivo è quello di creare una sorta di focus da parte dell'opinione pubblica, da parte del mondo politico e del mondo finanziario, per cercare di attirare l'attenzione per investire. Perché noi soci fondatori della Confederazione crediamo che l'asset economico dato dalla valorizzazione del patrimonio può diventare veramente un'opportunità anche per le nuove giovani generazioni e anche per avere opportunità di lavoro.
  Quindi adesso do la parola a Paolo per la questione più tecnica relativa all'utilizzo della valorizzazione del patrimonio. Grazie.

  PAOLO TERRIBILI, socio fondatore di Confrestauro. Buonasera a tutti. Grazie per l'opportunità di essere vostri ospiti qui presso la VII Commissione.
  Come diceva il presidente, la mission della Confrestauro è proprio quella di creare delle sinergie tra i vari operatori, in modo che possa esistere un interscambio tra tutta la filiera delle attività di lavorazione oltre che di realizzazione, ma anche di progettazione, all'interno del campo del restauro.
  La particolare missione che ci siamo dati come Confrestauro è proprio quella dello studio delle tematiche relative alla definizione e sperimentazione di soluzioni di restauro sostenibile. Cercando di individuare una filiera di prodotti di utilizzo e di materiali, che possano portare all'applicazione di quelle che sono oggi le prerogative anche in sede comunitaria dell'applicazione del DNSH, cioè quello di non arrecare danno all'ambiente.
  Questa è una delle nostre peculiarità, finalizzata proprio a individuare un restauro che sia compatibile, che possa portare i beni culturali attraverso ad esempio tutti i materiali che siano una biopulitura, il bioconsolidamento, la disinfestazione, attività che possano ridurre l'utilizzo di prodotti tossici o che possano arrecare danno agli stessi beni.
  Un'altra attività importante è quella dello sviluppo delle tecnologie BIM anche all'interno del restauro, che a breve diventerà un'attività per tutte le progettazioni, ma soprattutto nel campo del restauro di svilupparlo in maniera consistente. In quanto l'applicazione del BIM potrebbe portarci a una serie di attività di diagnostica, di quelle che sono il rilievo e la conoscenza dell'immobile. Ma soprattutto ci può dare quella della comunicazione dei beni culturali, attraverso la raccolta dati, la loro elaborazione, e quindi la riproposizione dei dati a quello che è un parterre molto più ampio di fruitori dei beni culturali.
  La tecnologia BIM è senz'altro oggi uno degli elementi più importanti in tutte le attività, quelle che sono anche della progettazione, ma è finalizzata anche a un'attività che è quella relegata alla manutenzione. Infatti attraverso l'utilizzo dei dati in BIM noi possiamo attivarci anche per una futura manutenzione dell'immobile, di tutti gli impianti e delle attività che possono gestire un bene culturale. E soprattutto anche quello della comunicazione, perché possiamo dare comunicazione dei beni culturali a un più ampio parterre. Vediamo ad esempio quello per i beni librari, sarebbe possibile dare possibilità a un più vasto bacino di studenti, quello di poter leggere e potere attingere a questi beni culturali.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola all'onorevole Cherchi.

  SUSANNA CHERCHI. Grazie presidente.
  Lei ha parlato di lavoro, nel senso che potrebbe essere un lavoro per i ragazzi nel futuro. Ma ci sono già dei corsi legati a questo oppure è un progetto futuro?
  Io immagino, nella mia ignoranza, che per poter fare un restauro ci debba essere dietro un lavoro enorme che precede il restauro vero e proprio. Quindi ci sono già dei corsi o è un progetto che ci sarà poi in futuro?

  PRESIDENTE. Pongo un altro quesito generale come Confrestauro.Pag. 11
  Il patrimonio culturale con l'aiuto di trasformazione intelligente e di rigenerazione può aumentare il proprio valore, non solo culturale ma anche sociale ambientale economico. Quali possono essere le tecniche innovative nel settore restauro che possano facilitare questo circuito e come l'accesso a queste tecniche può essere facilitato?
  Un altro quesito è sul rapporto con la struttura istituzionale e quali possono essere, secondo voi, delle modifiche alle procedure perché ci sia maggiore velocità e trasparenza rispetto agli incarichi che le Sovrintendenze danno sui restauri.

  PAOLO TERRIBILI, socio fondatore di Confrestauro. Diciamo che già esistono tutta una serie di corsi, che sono quelli attivati proprio dal Ministero sia attraverso l'ISCR che il Ministero direttamente.
  Noi, come Confrestauro, ci poniamo l'obiettivo di avviare una serie di corsi e di conoscenze attraverso quelle che sono le nostre attività.
  Per rispondere alla domanda che ha fatto il presidente, proprio la tecnologia BIM, quella dell'informatizzazione dei nostri cantieri, ci può dare quello che può essere l'innovazione e la conoscenza del cantiere.
  Sarebbe anche interessante riuscire proprio a trasmettere lo stesso cantiere, la stessa attività, soprattutto quando si lavora su beni culturali di una certa rilevanza (come ad esempio adesso il Cenacolo che si sta facendo a Milano, o altri), riuscire proprio a darne una comunicazione completa e costante del lavoro che viene fatto dai restauratori. Questo è necessario anche per la conoscenza dei giovani, di una materia che a volte sembra quasi una nicchia ma che invece potrebbe essere un'importante risorsa per tutti i giovani di lavoro, di conoscenza e di avvicinarsi all'arte in maniera molto più operativa che magari solamente vista da lontano.
  Anche il discorso economico, abbiamo dei beni che hanno una grande valore, l'Italia è piena, gli artisti sono importanti, il richiamo culturale dell'Italia è importantissimo, e credo che sia fondamentale presentarli e darli in maniera idonea a quelli che saranno i fruitori.

  ALBERTO RUI, presidente di Confrestauro. Per quanto riguarda i rapporti con le istituzioni, quindi con le Sovrintendenze, io credo che la selezione deve essere fatta in base alle caratteristiche delle stesse imprese. Adesso farò un discorso tecnico molto veloce.
  Nel mondo del restauro esistono due iscrizioni particolari: l'iscrizione a OG2, che riguarda il restauro monumentale strutturale, quindi un'impresa che approccia un edificio importante a livello strutturale deve avere una certificazione che si chiama OG2. Quindi le stesse istituzioni E quindi le soprintendenze devono valutare che l'impresa abbia questo attestato, con il direttore tecnico con grande esperienza. Quindi la selezione c'è già, nel senso che le imprese devono avere questi determinati certificati.
  Poi c'è il certificato OS2 che riguarda invece l'aspetto artistico, quindi tutte le opere di restauro artistico (l'affresco, il decorativo, la pietra) devono essere affrontate da aziende che hanno queste certificazioni, e quindi la Sovrintendenza deve attenersi e verificare che effettivamente le aziende abbiano questi certificati per poter operare poi nelle sedi giuste.

  PRESIDENTE. Non essendovi altri quesiti ringrazio i rappresentanti di Confrestauro e passiamo all'ultima audizione.
  Concludiamo il ciclo di audizioni odierno con la dottoressa Ilda Forgione, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione e le cedo immediatamente la parola.
  Prego, buongiorno e benvenuta.

  ILDE FORGIONE, esperta di comunicazione culturale. Ringrazio la Commissione e il presidente per la possibilità datami di mettere la mia conoscenza a disposizione del Paese e del Parlamento.
  La mia relazione sarà un po' più generale rispetto a quella degli altri perché si concentra su aspetti di prospettiva, a cui tendere nell'ambito di due punti specifici, cioè entrambi legati alla comunicazione, Pag. 12museale e culturale. Ovvero l'uso dei social network a fini culturali e la legge che regola la comunicazione pubblica.
  L'orizzonte a cui tendere è quello della fruizione universale dei beni culturali, così come l'aveva definita il giurista Massimo Severo Giannini. E per rendere effettiva e non solo ipotetica tale fruizione noi dobbiamo favorire la democratizzazione dell'arte. Democratizzazione che passa necessariamente attraverso l'accessibilità, intesa come comprensibilità di ciò che si osserva.
  Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, nel 2021 si è confermato un divario nei consumi dei beni culturali e nella fruizione dei beni e servizi per reddito e fascia d'età, con i giovani e le famiglie più abbienti in prima linea. Esiste ancora un divario, quindi, importante nell'accesso alla cultura per fasce sociali, nel senso che i consumi culturali risultano correlati al livello d'istruzione e reddito: più alti sono il titolo di studio e il reddito familiare e maggiore è la propensione alla spesa per beni e servizi culturali.
  Questo implica un rischio di esclusione sociale che, con particolare riferimento alle nuove generazioni, può essere in parte mitigato grazie all'uso dei social network a fini educativi, con un approccio incentrato sui fini di intrattenimento e sui profili emozionali. Quindi l'uso dei social network da parte degli istituti e dei luoghi della cultura – che già avviene, ma in maniera sporadica e autogestita – è da incoraggiare, in quanto permette ai visitatori di interagire attivamente con le opere, condividere le prospettive e contribuire a rendere i musei dei luoghi vivi e aperti al pubblico.
  Questo passaggio da un ruolo passivo a un ruolo attivo per i visitatori aumenta il senso di appartenenza e di connessione con gli oggetti culturali, favorendo un maggiore apprezzamento del patrimonio anche attraverso l'approccio orientato al divertimento. Quindi l'obiettivo è far sì che i musei non siano più percepiti come spazi ristretti e chiusi, riservati agli studiosi e agli esperti, ma piuttosto dei luoghi di scambio culturale e di apprendimento per tutti.
  In questo quadro uno dei vantaggi significativi dei social media sta nella loro capacità di raggiungere istantaneamente un pubblico globale. Quindi i musei, gli storici dell'arte e gli appassionati possono condividere immagini, video articoli e contenuti educativi sulla storia dell'arte e sull'archeologia, rendendoli accessibili alle persone di tutto il mondo e facendo conoscere i tesori italiani anche a chi fisicamente non può visitare il nostro paese.
  È molto diffuso recentemente il fenomeno degli art creator, studiosi di storia dell'arte o semplici appassionati che condividono sui loro canali delle informazioni anche di base, che però aiutano le persone a scoprire qualcosa che altrimenti non avrebbero trovato sul loro percorso.
  Per cui attraverso la strategia digitale viene ridefinito in un certo senso il ruolo di museo, che da spazi fisici di conservazione ed educazione diventano spazi virtuali nei quali si può dialogare a più livelli. In questa prospettiva i social media sono quindi secondo me uno degli strumenti per realizzare la missione culturale dei musei, perché il divertimento può guidare le persone verso temi sconosciuti e aiutare ad avvicinarle.
  Questo serve anche per tutelare il patrimonio, dal momento che conoscere qualcosa è il primo necessario passaggio per prenderlo a cuore e proteggerlo.
  La nuova sfida sta nel far crescere cittadini consapevoli della ricchezza e della fragilità del nostro patrimonio artistico, e questa esposizione aggiuntiva aumenta la visibilità dei musei, attira nuovi visitatori e promuove l'interesse per la storia dell'arte e l'archeologia. Ad esempio come è avvenuto nel caso di Chiara Ferragni agli Uffizi.
  Per promuovere efficacemente, però, il bene culturale attraverso i canali digitali non si può improvvisare: occorre rivolgersi a comunicatori pubblici professionisti, appunto non improvvisati, che devono possedere competenze avanzate in diversi ambiti. Ad esempio storytelling, devono saper raccontare la storia e il valore dell'opera in modo coinvolgente; gestioni dei social, quindi essere in grado di creare e gestire campagne mirate essendo pratici delle caratteristiche di ciascun canale. Essere conoscitori del digital marketing, quindi ottimizzando Pag. 13la diffusione dei contenuti culturali; devono promuovere l'accessibilità e l'inclusività rendendo disponibili e fruibili le informazioni a tutti, e devono saper interagire col pubblico e moderare commenti e discussioni. Oltre a questo, caratteristica specifica per i beni culturali, devono conoscere approfonditamente le opere e i siti coinvolti per poterne valorizzare tutti gli aspetti.
  La legge 150 del 2000 sulla comunicazione pubblica impatta anche sulla comunicazione museale e presenta alcuni aspetti di vetustà che rendono necessaria una sua revisione, come è già stato detto da più parti e in più indagini conoscitive e da più esperti.
  Risale al 2000, quindi quando Internet e i social media erano agli esordi, mentre oggi i canali sono diventati irrinunciabili per la comunicazione pubblica, ma la legge non lo riflette adeguatamente.
  La legge punta principalmente a diffondere notizie e informazioni, mentre oggi la comunicazione pubblica dovrebbe mirare all'interazione, al coinvolgimento e alla costruzione di una comunità. E questo perché di particolare importanza è diventato il public engagement per costruire un rapporto di fiducia con i cittadini, che come sappiamo troppo spesso vedono le istituzioni come distanti.
  La legge non disciplina in modo specifico i peculiari obiettivi d'interesse pubblico della comunicazione culturale, come appunto la promozione dei beni culturali, e non valorizza adeguatamente la professionalità dei comunicatori. Per cui ufficio delle relazioni con il pubblico, ufficio stampa e portavoce non rispondono pienamente alle finalità di comunicazione per il public engagement che le amministrazioni dovrebbero perseguire oggi.
  I comunicatori pubblici costituiscono una differente categoria, con formazione e competenze diverse rispetto alle figure disciplinate dalla legge, e la cui funzione è diventata tanto più rilevante dal momento che i social network hanno assunto la funzione di nuove agorà pubbliche, spazi di discussione pubblica.
  Inoltre la legge 150 non affronta specificamente il tema della comunicazione museale, costituendo quest'ultima un aspetto fondamentale del lavoro dei musei, che hanno il compito non solo di conservare ed esporre le opere ma anche di comunicare il loro significato e la loro importanza al pubblico.
  Pertanto una revisione della legge dovrebbe includere posizioni specifiche e promuovere e migliorare la comunicazione museale.
  Dal mio punto di vista alcune cose potrebbero esser fatte in prospettiva di riforma per l'ambito specifico dei beni culturali: riconoscere ufficialmente i canali digitali come mezzi di comunicazione pubblica, definire obiettivi chiari e aggiornati i valorizzazione e promozione del patrimonio culturale; valorizzare la figura professionale del comunicatore culturale e le sue competenze avanzate; assicurare un'informazione culturalmente inclusiva e accessibile anche per pubblici con esigenze specifiche.
  Un'ulteriore peculiarità della figura del comunicatore culturale sta nel dover possedere competenze trasversali. Alle competenze nel campo della comunicazione devono, infatti, unirsi quelle specifiche del settore della cultura. E l'assenza di una di queste due conoscenze deve essere colmata tramite percorsi di formazione post-universitaria, su cui si può intervenire favorendo formazioni specifiche, quali master e corsi di formazione, in collaborazione da parte del Ministero con università e terzo settore, Ministero sia MIC che il Ministero per l'istruzione e il merito, lavorando insieme alla Commissione e alla Camera.

  PRESIDENTE. Se non ci sono quesiti ne pongo uno io.
  Riguarda il nuovo indirizzo di comunicazione digitale dei beni culturali. Abbiamo visto il caso degli Uffizi durante la pandemia e altri casi che ha citato nel corso della sua relazione. Più volte abbiamo parlato dell'importanza di nuovi linguaggi e nuove forme di comunicazione, come da lei anche citato da poco, e in particolare sulla valorizzazione dei beni culturali.
  Quali possono essere i nuovi orizzonti dopo le piattaforme digitali che possono avere un ruolo formativo e di intrattenimentoPag. 14? Mi spiego, c'è possibilità anche di una convergenza con il gaming per la creazione di una formazione indiretta attraverso il gioco?

  ILDE FORGIONE, esperta di comunicazione culturale. Assolutamente sì. È tutta da esplorare la gestione del metaverso, che è ancora in fase di studio ed esplorazione. Ma ciò non toglie che la realtà aumentata e le esperienze immersive possono essere forme di intrattenimento che si uniscono all'educazione.
  Per quanto riguarda il gaming, la proficuità di un approccio attraverso il divertimento e il gioco è ampiamente testata. Quindi ci si può fare portatori di queste esperienze di tipo ludico ricreativo in modo da avvicinare attraverso un altro modo.

  PRESIDENTE. Ringrazio Ilde Forgione per il suo contributo.
  Preannuncio, altresì, che su questi temi sentiremo anche i rappresentanti delle piattaforme digitali, che sono certamente i protagonisti di queste dinamiche sulle nuove tecnologie. Quindi nel corso di questo ciclo di audizioni ci sarà ovviamente anche l'audizione di Meta, TikTok, Twitter e tutte le altre piattaforme che utilizzano questi nuovi linguaggi. Grazie a tutti.
  Dichiaro quindi concluse le audizioni previste nella seduta odierna e autorizzo la pubblicazione, in calce al resoconto della seduta odierna, dei documenti depositati (vedi allegati).

  La seduta termina alle 15.05.

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ALLEGATO 1

Documentazione depositata da Federculture.

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ALLEGATO 2

Documentazione depositata da Campus Party Italia.

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